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TEMA 2: LA CULTURA POLITICA ED ARTISTICA

PARTE 2: I MEDIA
● La musica:
- cambiamenti e sviluppi
- impatto sulla cultura popolare
● I media:
- libertà di espressione
- la stampa cartacea e online
- l’impatto sulla società e la politica
● Il patrimonio culturale:
- feste, usi e costumi

 La stampa italiana tra passato e presente

Professor Nicola Tranfaglia, quando è stato redatto nel 1848 l'Editto


sulla stampa, il 74% degli italiani era analfabeta e votava il 2% della
popolazione, però, comunque, si presero misure per garantire la
libertà di stampa e contemporaneamente qualche contromisura per
limitarla. Come mai questa importanza immediata alla stampa che
pure poteva essere così poco consumata?

L'importanza derivava dal fatto che quella stampa, quei giornali,


parlavano alle classi dirigenti del paese e quindi avevano una grande
influenza su quelli che prendevano le decisioni a livello politico e
istituzionale. Il Corriere della Sera, che è stato il giornale che negli
ultimi decenni dell'Ottocento è diventato il primo quotidiano italiano,
restandolo per lungo tempo, e da alcuni anni riprendendo ad esserlo,
era un giornale che si leggeva molto in tutte le sedi istituzionali che
contavano, come si poteva vedere dal modo in cui erano titolati e
scritti gli articoli. La prima pagina dei quotidiani di quel periodo era
fatta per un pubblico ristretto, scritta in un linguaggio che non solo
quel 74% ma anche altri, che erano alfabetizzati, non sarebbero stati
in grado di cogliere, e direi che questa è stata una caratteristica
genetica della stampa italiana e che poi è rimasta per molto tempo.
Per chi studia storia della stampa è impressionante vedere le scarse
differenze che ci sono tra il periodo della caduta del fascismo e quello
dei primi anni della Repubblica, tra i modelli di quotidiani che c'erano
negli anni Trenta e quelli che c'erano negli anni Cinquanta fino agli
anni Sessanta. Il giornale che ha incominciato a rompere questa
crosta è stato sicuramente il Giorno nel 1956, ma è stato un processo
non immediato, ci sono voluti molti anni e poi la successiva scossa è
avvenuta, nel giornalismo italiano, con l'uscita di Repubblica nata da
una costola dell'Espresso e quindi con tutte le caratteristiche e i

1
caratteri di un giornale che, come gli altri settimanali, tentava di
rivolgersi ad un pubblico più alto.

Riassunto:

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Quindi il fascismo ha in qualche modo influenzato, per molti anni a


seguire, il modello giornalistico anche dal punto di vista del
linguaggio?

Il fascismo ha portato alle estreme conseguenze un processo che


c'era già nell'Italia liberale. Per fare l'esempio di un uomo politico, che
è stato sicuramente un riformatore nell'Italia liberale, e cioè Giolitti,
se si guardano le sue carte pubblicate… si vede che attraverso i
Prefetti e attraverso il Ministero dell'Interno arrivavano sovvenzioni o
punizioni ai giornali in base all'atteggiamento che avevano nelle
elezioni. Quindi direi che i rapporti, per esempio tra governo e giornali
nell'Italia liberale, già c'erano; naturalmente il fascismo essendo una
dittatura ma, notate bene, la dittatura di un uomo come Mussolini che
aveva fatto il giornalista e che era molto sensibile all'opinione
pubblica, ha portato alle estreme conseguenze questo e la stampa è
stata completamente asservita, dopo una resistenza di alcuni anni, da
parte della Federazione Nazionale della stampa. Poi, attraverso gli
ordini alla stampa e alle veline, ha cercato di pubblicare un solo
giornale con alcune variazioni lasciando un minimo di libertà al
Corriere della Sera perché bisognava lasciare quella libertà, un
minimo di libertà alla Stampa, un minimo di libertà al Secolo XIX di
Genova ma, nella sostanza, asservendo i giornali e facendoli
diventare un filo diretto rispetto al potere politico e all'esecutivo.
Questo, naturalmente, ha influito sulla stampa anche dopo la
liberazione. Dobbiamo anche ricordare che nel giornalismo italiano
non c'è stata una vera epurazione. Se escludiamo dei personaggi che
avevano sposato in tutto il fascismo diventandone non solo

2
sindacalisti ma veri e propri corifei, sono stati pochissimi i giornalisti
che non hanno continuato a fare il giornalismo, anzi studiando quegli
anni è curioso vedere come molti di questi nel '45 si dichiarassero di
sinistra per poter rientrare e poi, dopo alcuni anni, tornavano alla
destra da cui venivano, ma avevano fatto alcuni anni nei giornali dei
partiti di sinistra per ritrovarsi una nuova coscienza.

Riassunto:

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La storia della stampa è anche storia delle imprese editoriali, delle


imprese editrici. Qual è stato il percorso compiuto dopo il fascismo
dalle imprese editrici italiane?

Io direi prima di tutto che bisogna distinguere quotidiani e settimanali,


nei settimanali sono nate delle imprese nel secondo dopoguerra che
si sono affermate, basta pensare a tutti i settimanali della Rizzoli, ai
settimanali della Mondadori, ai settimanali della Rusconi e così via,
quindi c'è stata effettivamente una nascita di imprese industriali. Nel
campo dei quotidiani la situazione è stata diversa, ma era in qualche
modo anche già predeterminata, nel senso che i grandi giornali del
periodo precedente il fascismo erano appannaggio o di una famiglia o
di una grande impresa, e questo è rimasto, di fatto, anche
successivamente. La questione degli editori puri è una questione che
richiama le caratteristiche del mercato italiano, un grande mercato
rende possibili gli editori puri a differenza di un mercato ristretto.
Certo la commistione di interessi industriali, di altro tipo rispetto agli
interessi editoriali, non è un fatto positivo per la libertà e l'autonomia
della stampa in Italia.

Riassunto:

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In Italia ci sono stati alcuni casi eclatanti, o comunque di rilievo e che


fecero scandalo: il caso Zicari, un agente dei servizi segreti, che era
un importante giornalista del "Corriere della Sera" ….. Come ne è
uscita, la stampa italiana, se ne è uscita, da casi di questo tipo? Sono
evitabili o potrebbero ricapitare in qualunque momento?

Non è facile rispondere a questa domanda. Il caso che lei cita è molto
significativo perché segnò in Italia la massima influenza di una società
massonica segreta che si trovò tra i suoi adepti uomini di vertice sia
in campo politico, sia in campo militare, sia nel campo della
magistratura, sia nel campo editoriale e questo investì, tra l'altro, il
maggior quotidiano italiano. Forse la cosa che si può dire di positivo è
che questa gestione del quotidiano del Corriere della Sera procurò
una grande crisi del Corriere, sia dal punto di vista degli uomini, sia
dal punto di vista delle vendite. Sono gli anni in cui il Corriere della
Sera perde la supremazia di diffusione e di vendita nel mondo
editoriale italiano attraverso una crisi molto forte; quindi potremmo
dire che una risposta dell'opinione pubblica e in parte anche dei
giornalisti c'è stata. Certo non abbiamo nessun particolare chiavistello
contro il possibile ripetersi, perché in questo i giornali riflettono le
caratteristiche della società nel suo complesso. Se la società italiana
non saprà liberarsi completamente delle mafie o delle società
segrete, potremmo trovarci di fronte al ripetersi di fatti simili.

Riassunto:

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Cosa ha cambiato la televisione nel modo di fare il giornale e il


giornalismo?

La cosa principale è che i quotidiani e la radio avevano una funzione


importante per quanto riguarda le notizie, comunque conservavano
un certo primato nel dare le informazioni, le grandi notizie italiane e
estere ai lettori. L'arrivo dei telegiornali e la diffusione dei telegiornali,
la capacità di espansione dei telegiornali, che arrivano in tempo reale,
cioè molto prima dei quotidiani, di fronte a una serie di avvenimenti,
ha posto ai quotidiani il problema di trattare in modo diverso le
informazioni, quindi di abbondare nel commento, che la televisione
non può fare per ragioni di tempo, di puntare su cose che la
televisione non riporta. Tuttavia mi sembra che la stampa quotidiana
italiana, rispetto a questa grande trasformazione, non abbia scelto le
strade più difficili ma abbia scelto la strada più facile, cioè quella di
inseguire la televisione, quindi di cercare di vincere la concorrenza
con la televisione alla ricerca degli scoop, alla ricerca del
sensazionalismo, alla ricerca degli scandali e direi a volte, in questi
ultimi anni, anche perdendo l'attenzione al rigore delle notizie, al
controllo delle notizie. Quello che vediamo, a livello di diffusione e di
vendita, dimostra che questa strada non paga.

Riassunto:

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Nel 1974 viene fondato e inizia la diffusione il Giornale nuovo fondato
da Indro Montanelli, nel 1976 la Repubblica di Eugenio Scalfari, due
modi diversi o simili di intendere il giornalismo?

Io vorrei rispondere insieme simili e diversi, simili perché entrambi


sono quotidiani che, in modo più accentuato degli altri, di quelli che
c'erano già, si rivolgono ai lettori dicendo di sostenere non un partito
ma un certo tipo di opinione. Un ventaglio di opinioni che si colloca,
nel caso de la Repubblica, a sinistra e, nel caso del Giornale nuovo,
diciamo tra il centro e la destra. Diversi perché la Repubblica, dopo un
breve periodo iniziale, si pone molto accanitamente il problema di
essere un giornale che ha tutto, infatti dopo aver fatto poco più di un
anno senza cronaca e senza sport, aggiunge questi settori e si
espande sempre di più e porta alle estreme conseguenze la
settimanalizzazione del quotidiano, sull'esempio dell'Espresso. Il
Giornale nuovo è invece un quotidiano molto più tradizionale che si
rifà ai grandi esempi della tradizione giornalistica italiana, non rinnova
né sul piano grafico, né sul piano dell'organizzazione del giornale. Mi
sembra che il Giornale nuovoe la Repubblica riflettano non tanto i due
modi del giornalismo italiano ma riflettano un po' due atteggiamenti,
come possiamo dire, tutti e due presenti nella società italiana dal
punto di vista politico e culturale.

Riassunto:

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Quale posto assegna a Silvio Berlusconi nella storia recente del


giornalismo e della stampa italiana?

Silvio Berlusconi ha sicuramente un posto molto importante nella


nascita e nello sviluppo della televisione commerciale in Italia, è
stato, non da solo ma sicuramente con una centralità, il creatore di
questa stampa commerciale che poi è diventata così forte da mettere
in crisi il servizio pubblico. Sul piano della stampa Berlusconi è stato

6
fin dall'inizio, se pure indirettamente, non proprio dall'inizio, ma poco
dopo, uno degli azionisti del Giornale di Montanelli e l'evento poi più
drammatico è stato lo scontro con Montanelli nel momento in cui
Berlusconi è entrato in politica, è diventato un uomo politico, e
Montanelli non si è trovato più d'accordo nel gestire il Giornale. Però
mi sembra che Berlusconi, mentre ha una grande importanza sul
piano della comunicazione televisiva, sul piano della carta stampata
non ha avuto un ruolo paragonabile.

Riassunto:

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 Le parole di Roberto Saviano in difesa della libertà di stampa

Il retroscena

Nell’aprile 2006 il mondo editoriale italiano è stato sconvolto da un


bestseller clamoroso e inaspettato, trasformatosi in poco tempo in un
terremoto culturale, sociale e civile: Gomorra. Un libro anomalo in cui
Roberto Saviano racconta la camorra come nessuno aveva mai fatto
prima, unendo il rigore del ricercatore, il coraggio del giornalista
d’inchiesta, la passione dello scrittore e, soprattutto, l’amore doloroso
per una città da parte di chi vi è nato e cresciuto. Per scriverlo si è
immerso nel “Sistema” e ha così svelato come, tra racket di quartiere
e finanza internazionale, un’organizzazione criminale possa tenere in
pugno un’intera regione, legando firme del lusso, narcotraffico,
smaltimento dei rifiuti e mercato delle armi. Gomorra è un libro
potente, appassionato e brutale che afferra il lettore alla gola e lo
trascina in un abisso dove nessuna immaginazione è in grado di
arrivare.

7
Quali di questi aggettivi si potrebbero (più o meno) sostituire a quelli
nel testo?

Amaro

Autorevole

Collettivo

Completo

Fragoroso

Imprevisto

Inconsueto

Spietato

Le conseguenze

Lettere, telefonate mute e anche un isolamento ambientale che mette


paura. Ora lo scrittore che con il suo best seller ha sfidato i clan deve
vivere blindato

Minacce camorriste a Roberto Saviano: finisce sotto scorta l'autore di


Gomorra

NAPOLI - Minacce allo scrittore che ha raccontato la camorra


imprenditrice e le storie della faida di Scampia2. Lettere minatorie,
telefonate mute. E anche un isolamento ambientale che mette paura
forse più delle intimidazioni. Adesso dovranno essere adottate nuove
misure di protezione per Roberto Saviano, 28 anni, l'autore del libro-
inchiesta "Gomorra", edito da Mondadori, da cinque mesi in testa alle
classifiche e vincitore del premio Viareggio Repaci. Il prefetto di
Caserta, Maria Elena Stasi, ha aperto un procedimento formale che
passerà al vaglio del comitato provinciale per l'ordine pubblico.

Lo rivela il settimanale "L'espresso", con il quale Saviano collabora,


nel numero che sarà in edicola oggi. Esponenti di primo piano della
camorra campana come Michele Zagaria e Antonio Iovine, il più
celebre Francesco Schiavone soprannominato "Sandokan", "hanno
mal tollerato - si legge nel lungo servizio - il successo di Gomorra, che
ha imposto i loro traffici all'attenzione nazionale". 3

Spiega in parole tue come ha reagito la camorra alla pubblicazione di


questo libro Perché?

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 Libertà di stampa, Italia sale al 52esimo posto. Rsf: “Ma troppe


intimidazioni ai giornalisti”

La libertà di stampa in Italia è migliorata, ma i giornalisti nel nostro


Paese continuano a essere “minacciati dalla criminalità organizzata”
e, in più, subiscono intimidazioni da “politici come Beppe Grillo, del
Movimento 5 Stelle, che non ha esitato a rendere pubblica l’identità
dei cronisti che lo infastidiscono”.

Questa la valutazione di Reporters sans Frontières nella sua classifica


annuale sulla libertà di stampa, in cui l’Italia ha guadagnato 25
posizioni, passando dal 77esimo del 2016 al 52esimo posto.

Un miglioramento, spiega l’organizzazione in difesa dei giornalisti, ma


che non deve far dimenticare come nel nostro Paese “sei giornalisti
siano ancora sotto la protezione della polizia dopo le minacce di
morte subite dalla mafia o da altri gruppi criminali”. Reporters sans
Frontières avverte che, nonostante il balzo in avanti in classifica,
rimangono ancora molti problemi nell’informazione italiana.

Infatti, come si legge nel capitolo del rapporto dedicato all’Italia, “il
livello di violenze contro i reporter (intimidazioni verbali o fisiche,
provocazioni e minacce) è molto preoccupante (…)”. “I giornalisti –
scrive ancora Rsf – subiscono pressioni da parte dei politici ed optano
sempre più per l’autocensura”.

Guardando al resto del mondo, mai la libertà di stampa “è stata così


minacciata“, secondo il rapporto 2017 dell’organizzazione. La
situazione viene definita “difficile” o “molto grave” in 72 paesi, fra cui
Cina, Russia, India, quasi tutto il Medio Oriente, l’Asia centrale e
l’America centrale, oltre che in due terzi dell’Africa. Ultima assoluta,
come sempre negli ultimi anni, la Corea del Nord, preceduta da
Turkmenistan ed Eritrea. In testa alla classifica rimangono invece i
paesi del Nord Europa: la Finlandia ha ceduto il primo posto che

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deteneva da 6 anni alla Norvegia, a causa di “pressioni politiche e
conflitti d’interesse”.

Vero o Falso?

1. Rispetto all’anno scorso la situazione in Italia è peggiore.

2. I giornalisti subiscono pressioni sia dalla mafia che dalla politica.

3. Sei giornalisti sono stati uccisi dalla criminalità organizzata.

4. In questo momento per l’informazione italiana va tutto bene.

5. In generale, la libertà di stampa non ha mai avuto un momento così


difficile.

6. La Corea del Nord si trova per la prima volta all’ultimo posto.

Riassumi il testo in 80-90 parole

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 LA STAMPA E MUSSOLINI

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In un primo momento, pretende la fascizzazione della parte politica e
poi arriva a manipolarli totalmente. È il momento di nuovi mutamenti
e di cambi di direzione: egli vuole eliminare i direttori che gli sono
avversi e ci riesce. È così che il “Corriere della Sera”, in soli tre anni,
cambia tre volte direttore; succede anche in altri quotidiani, come “La
Stampa”, il “Giornale d’Italia”, il “Messaggero” e la “Tribuna”. Mentre
muore “Il Secolo”, riprendono invece le pubblicazioni del “Gazzettino”
(Venezia). Inoltre, Mussolini impone il blocco del numero dei
quotidiani e gli editori rispondono passando all’impaginazione a sette
colonne. Ciò comporta un distacco dal punto di vista editoriale e
tecnico tra la stampa italiana e quella degli altri paesi: i quotidiani
francesi, inglesi e americani hanno già intrapreso una diversificazione
dei contenuti come metodo per combattere la diffusione della radio,
che in Italia nasce nel 1930.

Mussolini si serve dell’ufficio stampa come mezzo principale di


sorveglianza, dal quale partono le “veline”, che contengono le
disposizioni ai giornali sugli argomenti da trattare: prima di ogni cosa
la costruzione del “mito” del duce, le questioni politiche e la cronaca
nera. L’iscrizione al sindacato è riservata ai giornalisti aderenti al
partito fascista. Viene istituito l’albo e, per poter esercitare la
professione, bisogna esserne iscritti: l’iscrizione si ottiene se si ha un
regolare contratto con un quotidiano.

Il giornalismo radiofonico

Torniamo alla nascita della radio. Nel 1930, al giornalismo della carta
stampata si affianca quello radiofonico. I giornali radio raggiungono
indici di ascolto elevatissimi. Nello stesso anno, il guardasigilli Alfredo
Rocco prepara il codice “Rocco”. Le nuove norme penali servono ad
integrare alcuni punti lasciati in sospeso dalla legge 31 dicembre
1925. Eccoli: viene accentuata la responsabilità del direttore e il
sequestro avviene per opera dei prefetti. La modernizzazione della
stampa si sviluppa su tre piani: tecnico (vengono introdotte rotative
più veloci), editoriale (la creazione del numero del lunedì, aumento
delle pagine – alcune giornate sino a dodici – distribuzione più rapida),
giornalistico (una maggiore diversificazione dei contenuti, maggiore
uso delle fotografie, impaginazione di tipo orizzontale, stagione
trionfale per la terza pagina).

Con l’installazione delle prime macchine per stampare in rotocalco


(1930), nascono nuovi settimanali (femminili, sportivi, di cinema, per
ragazzi), editori importanti sono Rizzoli e Mondadori. Nel 1933, il duce
nomina capo dell’ufficio stampa Ciano, suo genero, mentre lui sta
pensando all’Abissinia (Africa orientale). I giornali e la radio
contribuiscono a far rinascere il mal d’Africa: Ciano estende il suo
controllo sulla radio e decide di mandare in onda, dopo il notiziario
delle venti, un commento ai fatti del giorno. La rubrica si intitola
“Cronache del regime” e se ne occupa Roberto Forges Davanzati.

1
Gli inviati

Durante la conquista dell’Etiopia, gli inviati speciali sono trentasei. La


censura militare e la sorveglianza del Ministero della Stampa
nascondono le incertezze che si registrano nella prima fase; man
mano che la vittoria si avvicina l’enfasi cresce: il duce torna ad
occupare il titolone della prima pagina. Le tirature dei quotidiani
registrano vette mai viste. Nel 1937, il Ministero della Cultura
popolare viene chiamato “Minculpop”.

Nascono i settimanali di attualità Omnibus (Rizzoli), Tempo


(Mondadori). Comincia anche la guerra delle onde con l’attivazione di
emittenti antifasciste. La stampa è chiamata ad abbandonare ogni
pietismo e a diffondere la campagna antisemita: ogni quotidiano
partecipa, ad eccezione di quelli cattolici. Nel 1939, ottengono
particolare successo le corrispondenze di Indro Montanelli, inviato del
“Corriere”.

L’entrata in guerra dell’Italia e la censura fascista

La sera del 10 giugno 1940 viene dato l’annuncio dell’entrata in


guerra. Due ore dopo l’annuncio, Pavolini, ministro della Cultura
popolare, tiene rapporto ai direttori dei maggiori quotidiani e
raccomanda di intensificare la campagna sulle ragioni dell’intervento.

Sono scarse le veline sull’andamento del combattimento, perché sulle


notizie militari e sulle corrispondenze di guerra esiste un doppio
vaglio censorio. Così i corrispondenti di guerra sono costretti a
descrivere più le impressioni che i fatti. All’inizio, i quotidiani devono
uscire a 4 pagine. Calano le vendite, perché la gente non si
accontenta più dei bollettini e dei comunicati. Allora Pavolini concede
due numeri a sei pagine alla settimana e invita i direttori a ridare alla
terza pagina il suo tradizionale carattere. Avviene così che le vendite
cominciano a salire e la crescita non si arresta più.

Dalla metà del 1942 i quotidiani devono uscire a quattro pagine e nel
1943 si arriva a scendere alle due pagine. Il “Corriere” è in testa,
seguito da “La Stampa”, “Stampa sera” e dal “Popolo d’Italia”. Anche
la guerra delle onde si sviluppa enormemente. Così Mussolini invita i
giornali a dire di tutto ed a occuparsi di tutto. Caduta Pantelleria,
l’ordine che viene dato è di evitare polemiche dirette a distinguere tra
fascisti e antifascisti. Gli angloamericani sbarcano in Sicilia.

 Gli infiniti guai dei giornali in Italia

Leggi il brano e cerca le espressioni date sotto il testo.

1
I quotidiani continuano a perdere copie vendute e pubblicità,
faticando a recuperare online. I problemi per gli editori dei giornali
sono molti e hanno al centro un costante calo delle vendite negli
ultimi 20 anni: nel 1996, per esempio, il Corriere della Sera vendeva
in media 647mila copie al giorno; nel 2015 sono diventate 285mila,
un calo del 56 per cento. Le cose non sono andate meglio per gli altri
grandi quotidiani come Repubblica e il Sole 24 Ore. A peggiorare le
cose c’è stata una progressiva riduzione negli investimenti
pubblicitari, che oggi è tra le cause dei minori ricavi per i giornali: tra
fine 2008 e fine 2009, il calo è stato di 232 milioni di euro per RCS, di
111 milioni per il Gruppo Repubblica-Espresso e di 57 milioni per il
Gruppo 24 Ore. Negli ultimi anni i grandi gruppi non sono inoltre
riusciti a compensare i minori ricavi derivanti dalle loro edizioni
cartacei con quelle digitali.

1. Struggling to make up for it on line =

2. They have at their heart =

3. Things have not gone better =

4. To make matters worse =

5. A progressive fall in advertising revenue =

6. Amongst the reasons =

7. Have not managed =

8. Editions on paper =

 Fanpage, cos’è e com’è nato

Un nuovo modo di fare editorial on line

Sviluppatosi da una serie di magazine verticali nati come social


network, ha usato Facebook per imporsi come testata.

Fanpage.it è un sito (anzi un network di siti, visto che sulla home


page se ne contano una dozzina) che negli ultimi mesi ha ottenuto
una crescita davvero esplosiva. I record raggiunti a gennaio 2022
(25,8 milioni di utenti unici) mettono in evidenza il successo
nell’ambito dell’editoria online.

Lanciato nel 2011 come «fusione» di una serie di magazine verticali in


arrivo dall’azienda editoriale Ciaopeople, ha seguito il percorso
inverso delle testate tradizionali: anziché partire dall’informazione

1
generalista per poi sviluppare sezioni dedicate, ha fuso insieme una
serie di verticali creando un unico sito.

La sua storia però comincia da ancora più lontano: nel 2006


Ciaopeople voleva essere un vero e proprio social network. Racconta
il direttore: «Peccato che nello stesso anno un certo Mark Zuckerberg
abbia messo online un social ben più importante. Facebook ha invaso
il mondo e ci ha tagliato le gambe. Poco male: ci ha fornito anche un
universo intero dove svilupparci, ben più grande di quello che
avremmo potuto creare da soli».

Fanpage è stata una delle prime testate italiane a puntare sui social: i
fan sono sia un veicolo di traffico che un serbatoio di informazioni.
«Abbiamo poche fonti istituzionali, cerchiamo soprattutto di ascoltare
il territorio ed i nostri stessi lettori. Spesso le segnalazioni ci arrivano
via Facebook o attraverso uno spazio che abbiamo creato ad hoc sul
sito».

Il suo pubblico ha, in media, 25 a 44 anni. Ed è del tutto in linea con la


redazione, la cui età media si aggira intorno ai 30 anni. Millennials,
insomma: nati nell’era analogica, cresciuti con il digitale, diventati
adulti con i social.

Exercises

A. Comprehension: - answer these questions in English:

1. What evidence is provided of Fanpage.it’s success?

2. How is it different from traditional news providers?

3. What was the original intention?

4. Why was the rise of Facebook positive rather than negative?

5. What is unusual about how it gathers news?

6. What are we told about its ‘readers’?

B. Come si dice in italiano?

· Newspaper (as used here to avoid using ‘giornale’)

· Online publishing

· Users

· Publishing company

1
· Pathway

· A resource (a word normally meaning a petrol tank)

· Sources

· Reports

· Editorial team

C. Translate into (good) English:

“Fanpage.it è un giornale indipendente, sociale, partecipativo. Segui i


nostri live, reportage, inchieste, storie e video da Youmedia. Partecipa
con noi all'informazione!”

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 Aumenta l'accesso ad Internet

Le famiglie italiane diventano progressivamente più tecnologiche: con


più linee Adsl, decoder, accessi ad Internet e PC. Lo rileva l’Istat in
un’indagine sui “Cittadini e le nuove tecnologie”, dove si mette in
evidenza che rispetto al 2008 cresce la quota di famiglie che possiede
il personal computer (dal 50,1% al 54,3%) così come la percentuale di
quelle che ha accesso ad Internet (dal 42% al 47,3%). E ancora
meglio va nelle case dove vive un minorenne (il 79% possiede un pc e
il 68,1 % ha un accesso ad Internet).

Secondo un’altra indagine, il 79% degli adolescenti europei oggi ha


almeno una propria pagina su un social network e il 43% ritiene sia
pienamente sicuro postare e condividere informazioni personali
attraverso i social media. Molti giovani inseriscono sul web
informazioni sensibili come l’età, l’indirizzo di casa, la scuola
frequentata e l’indirizzo di posta elettronica. È di moda scambiarsi
foto e pubblicare video personali oppure di amici, senza alcun rispetto
per la privacy. Lo scambio di tali informazioni consente ai
malintenzionati di poter stabilire un contatto con i minori, non solo via
web. Il 63% degli adolescenti europei è stato, infatti, contattato online
da sconosciuti. In Italia si è registrata la percentuale più alta di

1
Europa, circa il 73% dei giovanissimi ha subito questo spiacevole
inconveniente. Appare preoccupante il fatto che circa il 46% dei
ragazzi risponda a persone non conosciute solo per curiosità. Anche i
genitori non sembrano consapevoli delle insidie della rete, il 59% di
essi è sicuro che i figli sappiano scegliere in modo responsabile le
informazioni da condividere su internet. Presi dai loro impegni, i
genitori non seguono i figli nella navigazione, lasciandoli in balia dei2
pericoli che tutti i giorni possono nascondersi sul web. Il 40% degli
italiani non controlla i post pubblicati sui social network e le pagine
visitate dai figli.

Dopo aver letto l’articolo, completa il riassunto con le parole


sottostanti:

Un’indagine Istat ha trovato che le famiglie italiane utilizzano sempre


di più le ………………………… tecnologie, con ormai più del 50% che
hanno il computer e quasi la metà che sono ………………………… ad
internet. Benché tantissimi giovani abbiano una pagina su un social
network e molti ………………………… di essere sicuri di come usarlo in
modo sicuro, molti continuano a ………………………… dati personali
che potrebbero permettere a persone che non ………………………… di
incontrarli. Infatti, l’Italia è la prima in ………………………… tra i paesi
europei per il numero di bambini messi a ………………………… in
questo modo. Inoltre i genitori non sono molto …………………………
dei rischi che corrono i loro figli e non controllano la loro
………………………… in rete.

dichiarino coscienti nuove collegati conoscono attività


classifica rischio pubblicarci

 Come usano Internet gli italiani?

In Italia l’uso di internet è sempre più mobile. La maggior parte della


popolazione nostrana si connette da smartphone e tablet, Audiweb
fornisce numeri stimati intorno ai 18 milioni di utenti italiani, dai 18 ai
74 anni, che si connettono da device mobili, il 26,4% in più a gennaio
2016, rispetto ai 14 milioni circa del gennaio 2014.

1. What behaviour/trend has increased among Italians from to 2014


to 2016?

2. From what you gather from the text, what do you think Audiweb is?

3. What does the figure ‘18 millions’ refer to?

4. What does 26.4% represent?

1
L’accesso a internet da desktop dal 2014 al 2016 invece è diminuito:
dai 13 milioni circa di italiani connessi da pc fisso si scende a 11
milioni circa.

1. What two English words are commonly used in Italian as synonyms


of “computer”?

2. What other verb in the passage expresses the same idea of “si
scende”?

Complete this short summary of the paragraphs above. Try first on


your own, then use the help below to work out all answers.
1_______________ italiani si connettono 2________ Internet 3________
dispositivi mobili 4__________ cellulari e tablet. Uno studio 5__________
che il numero di 6____________ che 7_____________ online attraverso
dispositivi mobili 8________________ del 26% 9________ 2014 10_______
2016. Al tempo 11______________, sempre meno 12______________
usano internet dal computer di casa: 13____________ di desktop o pc
14 ___________ navigare in Rete infatti 15_______________ di circa due
milioni.
UTENTI A STESSO COME SEMPRE PIÙ DAL RIVELA DA SI
COLLEGANO È CALATO È AUMENTATO AL PERSONE L’USO PER

Di cosa parla il brano? Riassumi il testo con parole tue in 5-6 frasi.

Gli italiani e i social media

In Italia, su circa 60 milioni di abitanti, il 63% fa un uso attivo di


internet (3 punti percentuali in più rispetto ai dati misurati nel corso
del 2014), con 28 milioni di utenti attivi sui social media.

Rimane incontrastato Facebook, il social più usato e amato dagli


italiani, seguono WhatsApp e l’altro sistema di messaging sempre di
Facebook cioè: Facebook Messenger.

A seguire Google+, a pari merito invece Twitter il social dei cinguettii


ed Instagram il social da mobile dedicato alle foto.

Interessante anche il dato che riguarda l’età, gli utenti che usano di
più Facebook hanno tra i 20 e i 29 anni, poi c’è una fascia centrale
che va dai 30 ai 39 anni e infine un’ultima parte che comprende
utenti dai 50 ai 60 e più anni.

Traduci le frasi dall’inglese all’italiano.

1. Facebook is still the most popular social media in Italy.

1
2. Only a minority of Italians use a social network like Viber, which is
definitely less known.

3. Around 33% of Italians have a Facebook account (un account / un


profilo).

4. The same percentage of Italians use Twitter and Instagram.

5. Fewer Italians use Pinterest, while twice as many users prefer to


use Instagram to share photos.

6. LinkedIn is not as popular as WhatsApp.

7. According to the graph, Viber is the least used social media.

8. Facebook is much more used than Twitter.

9. Instagram is used as much as Skype.

10. Facebook is the most used social network by Italians.

 "Quando ti connetti ai social network, connetti anche la testa"!

Segnaliamo l'iniziativa del Garante della privacy rivolta ai giovani. È


una campagna informativa sul cyberbullismo (soprattutto dopo i due
ultimi tragici suicidi di minori) e sui rischi di un uso inconsapevole dei
social network e della rete in genere. L'obiettivo è quello di aiutare i
ragazzi ad un uso consapevole dei nuovi mezzi di comunicazione e di
promuovere una cultura del rispetto dei dati personali. Il video è stato
realizzato in occasione della giornata europea della protezione dei
dati personali, che si è svolta giorno 28 gennaio, ma riteniamo utile
segnalare il video quale strumento didattico per affrontare in classe
questi argomenti.

I social network offrono l’opportunità di entrare in contatto con gli


altri, condividere idee e cercare informazioni, ma devono essere usati
in modo responsabile e consapevole al fine di poter tutelare la nostra
privacy. Per questo, il Garante della privacy ha realizzato questo
video tutorial per riflettere su come usare i social network in modo
sicuro. Vi consigliamo di guardarlo!

I social network ti permettono di entrare in contatto con gli altri,


condividere idee ed emozioni, cercare e trovare informazioni. Enormi
opportunità, ma anche dei rischi che è bene conoscere. Il Garante per
la protezione dei dati personali mette a tua disposizione tre strumenti:
un video tutorial per riflettere su come usare i social network in modo
sicuro e consapevole, un breve questionario per testare quanto

1
conosci i principali pericoli che si possono correre in Rete e un
vademecum con i consigli dell’Autorità.

 UN GIUDIZIO (POLITICO) SULLA TELEVISIONE IN ITALIA

La tv in Italia è un oggetto particolare. È un giocattolo strano. Diverso


dal resto del mondo, dove pure è molto diffuso, amato, contestato. In
Italia è segnato da alcuni record o anomalie.

· Primo record (o anomalia). I canali televisivi italiani sono tanti,


tantissimi: 640. Pensate: nel mondo i canali «terrestri» sono circa
2.500; dunque l’Italia, da sola, ospita più di un quinto delle tv
mondiali. Tante televisioni coinvolgono un mare di addetti: dieci mila
sono i dipendenti delle tv private; altrettanti, anzi un po’ di più, sono
quelli della Rai; altre venti mila persone lavorano nel settore
pubblicitario. Insomma, in Italia almeno cinquanta mila persone
vivono di televisione.

· Secondo record (o anomalia). La tv assorbe gran parte delle risorse


pubblicitarie , togliendole alla carta stampata, a quotidiani e periodici,
e agli altri mezzi, le affissioni, la radio, il cinema... In Italia finisce in
spot più della metà degli investimenti pubblicitari. La tv italiana
trasmette un milione di spot all’anno.

· Il terzo record (o anomalia) è che la proprietà delle imprese


televisive in Italia è molto, molto concentrata: i tre maggiori canali
televisivi privati (che raccolgono circa la metà degli ascolti delle tv
italiane) sono nelle mani di un unico imprenditore (il presidente del
consiglio Silvio Berlusconi attraverso Mediaset e Fininvest, società di
proprietà sua e di sua famiglia). L’altra metà degli ascolti e quel che
resta dei soldi degli spot sono raccolti dai tre canali della Rai, spesso
accusati di essere controllati dai partiti politici.

Ormai che Silvio Berlusconi è alla testa del governo, molti italiani
rimangono perplessi e parlano di “conflitto di interessi”. Com’è
possibile che possa controllare una così larga fascia della tv del
paese?

E la qualità? La televisione italiana "è famosa al mondo perché è la


più stupida. Provate a offrire ai dirigenti delle tv italiane un buon film.
Si diranno non interessati. Preferiscono trasmettere sempre e solo
divertimento o giochi stupidi…” Francis Ford Coppola.

Come si dice in italiano?

a) On average

1
b) A board

c) The TV licence

d) Advertising

e) To interrupt

f) A decoder

g) Telesales

h) High speed internet

i) A toy

j) A fifth

k) The advertising industry

l) A daily newspaper

m) A TV ad

n) A television company

o) One entrepreneur

p) The prime minister

q) A company

r) A political party

s) A broad swathe of

t) A manager

u) To broadcast

Rispondi a queste domande:

1. Quanti sono I canali televisivi in Italia? Però, quanti sono quelli


importanti (La7 non esiste più)?

2. Come sono finanziati i diversi canali?

3. C’è molta pubblicità?

4. Spiega il conflitto d’interessi di Berlusconi.

2
5. Che cosa non vogliono fare i dirigenti delle tv italiane, secondo
Francis Ford Coppola?

 Argomenti contro troppa TV

1. Troppa Tv fa male ai bambini: I bimbi piccoli che guardano per


molte ore la televisione ogni giorno, sono molto esposti al rischio di
problemi di comportamento. Ma se i genitori mettono un freno alle
ore di Tv, prima che i loro figli raggiungano i 5 anni, questa cattiva
abitudine può non avere conseguenze.

2. Internet, sms e troppa tv un muro tra padri e figli : Adolescenti


sempre più hi-tech, adulti in affanno. Cresce la difficoltà di
comunicazione tra generazioni.

3. Gli adolescenti che passano almeno tre ore del loro tempo davanti
alla TV rischiano di sviluppare problemi del sonno una volta diventati
adulti.

4. Troppa tv e i bimbi di oggi imparano piu' tardi a parlare. Con casi di


piccoli di 3 anni che ancora non spiccicano nemmeno una parola

5. Guardare troppa TV aumenta il rischio di gravidanza giovanile


Secondo i ricercatori della Rand Corporation ci sarebbe una stretta
correlazione tra il fatto di rimanere incinta in età giovanile e il tempo
trascorso davanti alla TV e il tipo di programmi guardati.

6. I bambini che trascorrono più di due ore al giorno davanti alla


televisione hanno un rischio doppio di diventare asmatici.

7. Guardare troppa tv o trascorrere troppo tempo su Internet puo'


causare ai bambini danni psicologici. L'eccessiva esposizione
renderebbe il bambino 'materialista', influenzando negativamente il
rapporto con i genitori e influenzando negativamente la sua stessa
salute

For each item, explain briefly what the case against too much TV is:

1.
……………………………………………………………………………………………
…………………………………

2.
……………………………………………………………………………………………
…………………………………

2
3.
……………………………………………………………………………………………
…………………………………

4.
……………………………………………………………………………………………
…………………………………

5.
……………………………………………………………………………………………
…………………………………

6.
……………………………………………………………………………………………
…………………………………

7.
……………………………………………………………………………………………
…………………………………

 Guardare la TV: Pensavi che non ci fossero rischi?

Ecco i risultati di ricerche pubblicate recentemente:

1. Guardare troppa televisione riduce la durata della vita. Un’ora di


televisione ha lo stesso effetto di due sigarette, cioè accorcia la vita di
22 minuti. Se volete vivere di più, dicono gli studiosi, dovete guardare
meno la televisione e fare più sport. Sei ore di televisione al giorno
possono ridurre la vita di una persona fino a cinque volte, in confronto
a chi non la guarda affatto. Troppe ore passate davanti alla Tv induce
a mangiare di più e dedicarsi di meno all’attività fisica.

2. I bambini che guardano troppa televisione hanno maggiori rischi di


sviluppare malattie cardiache, ipertensione e diabete. Secondo i
ricercatori, i bambini tenuti sotto osservazione, di età tra i sei e i sette
anni, che passano molto tempo davanti al piccolo schermo, hanno le
arterie più strette dietro agli occhi, il che aggrava il rischio di
contrarre malattie di cuore, pressione alta e diabete.

3. Bambini italiani troppo grassi. Uno su tre è obeso e sovrappeso. E’


Colpa di abitudini alimentari sbagliate e della sedentarietà. "Il 38%
dei nostri bambini passa più di 3 ore davanti alla televisione o i
videogiochi", spiega il ministro della Salute, che sottolinea la
preoccupazione per le giovani generazioni.

4. Più i bambini guardano la televisione nell’età compresa tra uno e


tre anni, più grande è il rischio di avere problemi di deficit
dell’attenzione all'età di sette anni. Secondo gli autori dello studio, la

2
disattenzione va aggiunta alla lista degli effetti nocivi dell'eccessivo
consumo di televisione da parte dei bambini, che comprendono anche
obesità e comportamento violento.

I titoli:

A. Allarme obesità, troppa tv e cibo spazzatura per bimbi italiani

B. Bambini: guardare troppa TV espone a rischi cardiaci

C. Chi guarda troppa televisione muore prima

D. Troppa tv rende i bambini disattenti e iperattivi

Le domande:

· Perché bisogna dire ai bambini di guardare meno televisione?

· Quali sono i rischi per i più giovani?

· Secondo te, ci sono altre ragioni per scoraggiare i giovani da


guardare troppa TV?

· Guardi troppa TV anche tu? Sei consapevole dei rischi?

 “L’unità d’Italia non l’ha fatta Garibaldi, ma l’ha fatta Mike


Bongiorno”

In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia ripercorriamo la storia


della televisione, vista come mezzo di aggregazione e formazione del
popolo italiano dal 1954 ai giorni nostri.

La televisione è senza dubbio uno dei mezzi di comunicazione più


diffusi in Italia e ci sembra opportuno, in occasione del 150enario
dell’Unità, provare a ripercorrere le tappe fondamentali di quel
processo che ha portato alla diffusione del tubo catodico prima (e del
digitale poi) in tutte le case italiane. Proviamo a farlo in un modo
diverso attraverso una carrellata di immagini che corrispondono alla
ricerca “la televisione italiana” su Google. Emerge un panorama
eterogeneo e alquanto vasto con le sue più antiche radici nel magico
mondo del "bianco e nero" per poi tinteggiarsi dei colori più disparati.

A ben vedere, è facile scorgere colui che ha dato un volto e


un’identità ben precisa alla tv nazionale: Mike Bongiorno. “L'unità
d'Italia non l'ha fatta Garibaldi, ma l'ha fatta Mike Bongiorno”, hanno
commentato molti dirigenti storici della Rai, elogiando le eroiche
imprese affrontate dal noto conduttore tv nel ricompattare una

2
nazione ancora molto divisa a livello sociologico e culturale. Il primo
quiz di Mike Bongiorno, Lascia o raddoppia?, insieme a Il Musichiere di
Mario Riva, sono stati in assoluto i programmi più seguiti ed
apprezzati della televisione degli anni ’50.

Nel periodo del dopoguerra l’Italia era ancora popolata da un folto


numero di analfabeti che “approfittavano” della tv del vicino di casa o
del bar limitrofo per godersi il gioco a premi, il televisore essendo
ancora troppo caro per entrare nella maggior parte delle case italiane.
Insomma, una situazione discriminante, specchio di una società divisa
sia dal punto di vista economico che culturale.

Poi, intorno agli anni ’60 è nata la trasmissione Non è mai troppo
tardi, condotta dall’insegnante Alberto Manzi, che è riuscita a portare
all’ottenimento della licenza elementare circa un milione e mezzo di
adulti. Ormai la televisione non era solo un mezzo di puro
intrattenimento ma assumeva sempre di più un valore antropologico,
didattico e formativo. “Ci ha portato il mondo in salotto" afferma la
giornalista Valeria D'Onofrio "una consegna a domicilio della vita in
tutte le sue sfaccettature. …. La tv informava, spiegava, intratteneva,
univa e stupiva..."

Gli anni ’70 hanno visto la nascita delle reti locali. Negli anni ’80 le
reti private sono state legalizzate a livello nazionale, scavalcando per
la prima volta il monopolio della Rai. Con l’avvento di Fininvest (poi
divenuta Mediaset) e del predominio sugli ascolti tv delle reti di Silvio
Berlusconi, sono cambiati anche i contenuti: una lenta ma profonda
trasformazione che tutt’oggi continua a scatenare numerose
polemiche. Sono stati introdotti nuovi formati come reality show e
talent show, formati popolari come il Grande Fratello o X Factor. Una
televisione inizialmente innovativa e accattivante, ma nel tempo
molto contestata, considerata priva di spessore e spesso ripetitiva

A. Dopo aver letto l’articolo, rispondi alle seguenti domande:

1. In che occasione è stato scritto l’articolo?

2. In che modo questo articolo vuole raccontare questa storia?

3. Com’era la TV del passato rispetto a quella più moderna?

4. Secondo i dirigenti della RAI, che ruolo ha avuto Mike Bongiorno?

5. Quale è stato il primo quiz condotto da Mike Bongiorno?

6. In Italia nel dopoguerra chi spesso non aveva la televisione in casa


e perché?

7. Da chi era condotta la trasmissione “Non è mai troppo tardi”? E


quale straordinario risultato ha ottenuto?

2
8. Che cosa dice Valeria D’Onofrio nel suo lavoro?

9. Che cosa è successo negli anni ’70 e ’80?

10. La crescita delle reti Fininvest/Mediaset che conseguenze ha


portato sul modo di fare TV?

B. Traduci in italiano:

TV is a reflection of Italian society. If one wants to understand the


history of the Italian people after the Second World War, a study of
the development of television can do just that. It has been claimed
that the presenter Mike Bongiorno, rather than Garibaldi, succeeded
in unifying the country. In the 1950s many illiterate people did not
have a television and would watch it in the local bar or with
neighbours, reflecting the deep cultural and economic divisions in the
society of then period. However, television also assumed an
educational role, encouraging, explaining and entertaining at the
same time. In the 1970s and 1980s private television channels,
mainly controlled by Silvio Berlusconi, introduced new formats such
as reality TV. Some see them as fascinating and innovative while
others accuse them of being empty and repetitive.

 Piccola storia della televisione italiana


1954
Il 3 gennaio del 1954, dagli studi Rai (Rai, Radiotelevisione italiana)
di Torino, dopo anni di sperimentazione, cominciano le prime
trasmissioni della televisione in Italia. Nel 1954 gli abbonati alla tv
sono 24.000. Nel 1965 sono più di 6 milioni. La "prima" televisione
italiana è specialmente strumento di informazione e educazione e
solo in piccola parte di "intrattenimento": la serata più importante
è dedicata al teatro il venerdì sera.
1957
La pubblicità televisiva comincia nel 1957, ma ha solo uno spazio
di circa 10 minuti ed è chiusa in un contenitore che si chiama
"Carosello".
1960
Dal 1960 comincia il programma "Non è mai troppo tardi", un corso
per insegnare a leggere e a scrivere agli analfabeti, ancora molto
numerosi. La gestione della Rai è, politicamente, tutta
democristiana, cioè del governo. Fino al 1960 nessun leader di
partito parla in tv. In seguito comincia "Tribuna Politica", un
programma con giornalisti che intervistano i politici. Hanno

2
comunque successo i programmi di intrattenimento (il quiz "Lascia
o raddoppia?" è un vero fatto storico). Gli sport più seguiti sono il
calcio e il ciclismo.
1961
Dal 1961 comincia le trasmissioni anche il secondo canale Rai: il
punto di forza del primo canale è il teatro; il secondo canale punta
specialmente sul cinema. La tv produce anche grandi sceneggiati
(oggi si chiamano fiction) di altissimo livello: I Promessi Sposi di
Alessandro Manzoni, I Miserabili di Victor Hugo, La Cittadella di
Cronin, fino all'Odissea di Omero, hanno un successo eccezionale.
1968
Dal 1968 (anno delle Olimpiadi in Messico) i programmi sportivi
sono trasmessi in diretta.
Anni 70
Negli anni Settanta la Rai diventa importantissima per la
produzione cinematografica (115 film prodotti solo nel 1975). A
metà degli Anni Settanta nascono i primi canali privati locali (che
possono cioè trasmettere solo in ambito locale per non più di
150.000 abitanti). Le emittenti private nel 1976 sono 68. Nel 1981
sono 600! Dal 1977 la televisione trasmette a colori. Dopo il 1968 -
per circa dieci anni - vanno in crisi gli spettacoli leggeri di
intrattenimento compreso il famoso Festival di Sanremo!
Anni 80
Per reggere la concorrenza dei canali privati la tv pubblica si
rinnova: eliminato "Carosello" la pubblicità comincia a diventare
simile a quella dei giorni nostri. Nel 1979 nasce il terzo canale Rai.
Negli Anni Ottanta la Fininvest di Silvio Berlusconi (che ha tre tv
private: Canale 5, Rete 4 e Italia 1) comincia a diffondere i suoi
programmi non più a livello locale ma nazionale. In un primo
momento le tre reti sono oscurate (perché la legge vieta ai privati
di trasmettere a livello nazionale), ma poi il governo fa una nuova
legge che permette al gruppo di Berlusconi di trasmettere in tutta
Italia. Dopo il monopolio della Rai comincia così il duopolio Rai-
Fininvest.

Dagli anni 90
Dopo il consolidamento del duopolio Rai-Madiaset (tv di Stato e tv di
Berlusconi) il progresso della tv, in Italia come all'estero, è stato
soprattutto tecnologico: si passa dal sistema "analogico" a quello
digitale, aumentano le reti disponibili, nascono nuovi canali (satellitari

2
e a pagamento) e tutti i canali passano al sistema di codifica MPEG4.
Per quello che riguarda la qualità... basta accendere la tv per capire a
che punto siamo. Un tema resta comunque centrale dal punto di vista
economico: la pubblicità.

Mettere l'articolo davanti alle date (attenzione, non è sempre lo


stesso!)
Es: Le trasmissioni televisive italiane cominciano IL 3 gennaio del
1954
1. La festa degli innamorati (il giorno di San Valentino) è _____ 14
febbraio
2. La festa della donna è _____ 8 marzo
3. La festa del lavoro è _____ primo maggio
4. La festa della Repubblica è _____ 2 giugno
5. Il giorno dell'attentato alle Torri Gemelle di New York è ____ 11
settembre
6. Il giorno di Ferragosto è _____ 15 agosto
7. Il giorno di Natale è ____ 25 dicembre
8. Roma è stata fondata ___ 21 aprile del 754 o 753 avanti Cristo

Completare con la preposizione DI,semplice (di) o articolata (del,


dello, della, dell' dei, degli, delle)
1. Nel 1954 cominciano le prime trasmissioni ______ televisione in
Italia
2. Nel 1965 gli abbonati alla televisione sono più ______ 6 milioni
3. La pubblicità ha solo uno spazio ______ circa 10 minuti
4. Politicamente la gestione della Rai è ______ governo
5. Il punto di forza ______ primo canale è il teatro
6. La tv produce grandi sceneggiati ______ altissimo livello
7. A metà ______ Anni Settanta nascono i primi canali privati locali
8. Per reggere la concorrenza ______ canali privati la tv pubblica si
rinnova
9. La pubblicità comincia a diventare simile a quella ______ giorni
nostri

2
10. Una nuova legge permette al gruppo di Berlusconi ______
trasmettere in tutta Italia
Completare con la preposizione A, semplice (a) o articolata (al, allo,
alla, all' ai, agli, alle)
1. Nel 1954 gli abbonati ______ televisione sono 24.000
2. Il venerdì sera è dedicato ______ teatro
3. "Non è mai troppo tardi" è un corso per insegnare ______ leggere e
scrivere
4. Fino ______ 1960 nessun leader di partito parla in tv
5. Dal 1977 la televisione trasmette ______ colori
6. La pubblicità comincia a diventare simile ______ quella dei giorni
nostri
7. Negli Anni Ottanta la Fininvest comincia _____ diffondere i suoi
programmi a livello nazionale
8. Una nuova legge permette ______ gruppo di Berlusconi di
trasmettere in tutta Italia

Scrivere il singolare delle seguenti 10 espressioni


1 Le prime trasmissioni televisive
2 Le pubblicità cominciano nel 1957
3 I programmi sportivi
4 Gli sport sono seguiti
5 I primi canali televisivi
6 Le televisioni private
7 I grandi sceneggiati
8 Le produzioni cinematografiche
9 Gli spettacoli leggeri
10 Le emittenti locali

 È sbagliato voler scoprire l’identità di Elena Ferrante?

Il 2 ottobre la Domenica del Sole 24 Ore, il quotidiano tedesco


Frankfurter Allgemeine Zeitung, il sito di informazione francese
Mediapart e quello della New York Review of Books hanno pubblicato

2
un articolo in cui il giornalista italiano Claudio Gatti spiega come,
partendo da alcuni conti e acquisti di appartamenti, sia giunto alla
conclusione che la scrittrice Elena Ferrante sia in realtà la traduttrice
Anita Raja, moglie dello scrittore Domenico Starnone. Molte persone
hanno parlato dell’inchiesta di Gatti sui social network: da un lato
c’era chi condivideva l’articolo per via della curiosità nei confronti del
personaggio, dall’altro chi ha criticato duramente il lavoro di Gatti,
per varie ragioni, prima fra tutti per l’invasione nella privacy di una
persona che ha sempre detto di non voler far conoscere la sua vera
identità.

Tra chi ha criticato più duramente Gatti c’è lo scrittore Erri De Luca,
che ha detto: «Questa sorta di indagini patrimoniali farebbero bene a
svolgerle per stanare gli evasori invece degli autori». È stata molto
dura anche la reazione della casa editrice che pubblica i libri di
Ferrante in Italia, E/O, che sul suo sito ha scritto: «Disgusta vedere
una grande autrice italiana, amata e celebrata nel nostro paese e nel
mondo, trattata alla stregua di un criminale. Di quale reato si è
macchiata per giustificare una simile invasione nella sua vita? A quale
superiore interesse pubblico risponderebbe l’inchiesta portata avanti
dal giornalista Claudio Gatti e pubblicata contemporaneamente in
quattro paesi?». Secondo Luca Sofri, peraltro direttore del Post, è
sbagliato invece prendersela con Gatti perché ha cercato di scoprire
la verità su un personaggio pubblico: al massimo si può criticare il suo
articolo per il fatto che «non arriva a conclusioni certe, per sua stessa
ammissione».

Oggi Gatti si è difeso dalle accuse che gli sono state rivolte, prima in
un’intervista con Il Libraio e poi con un post sul suo blog. Gatti
risponde alle accuse di violazione della privacy ripetendo quanto
aveva già scritto, e cioè che la stessa Ferrante, un personaggio
pubblico appunto, ha dato informazioni false su di sé – stando a Gatti
– nel libro La frantumaglia. Il giornalista ha risposto anche alle accuse
di misoginia fattegli dal New Yorker, dagli scrittori del collettivo Wu
Ming e da alcune scrittrici. Gatti poi si è lamentato della scarsa
attenzione riservata ad altre sue inchieste, diversamente a questa.

Da tradurre in italiano:

1. Like many—maybe most—enthusiastic Ferrante readers, I have no


interest in knowing who the writer who publishes her novels under the
name Elena Ferrante is.

2. To fall in love with a book, in that way that I and so many others
have fallen in love with Ferrante’s, is to feel a special kinship with its
author.

3. The author knows nothing about you, and yet you feel that your
most intimate self has been understood.

2
4. Ferrante doesn’t know the details of our lives, and doesn’t care to.
We don’t know those of hers. We meet on an imaginative neutral
ground, open to all.

5. Gatti believes that as her popularity and acclaim have grown


Ferrante’s anonymity has brought her special attention, has
encouraged her over the past few years to give interviews, which she
was initially not at all inclined to do.

6. “But by announcing that she would lie on occasion,” he writes,


“Ferrante has in a way relinquished her right to disappear behind her
books and let them live and grow while their author remained
unknown.”

7. Ferrante’s steadfast artistic choice to be anonymous can only be


that: an artistic choice, made at the beginning of her writing career
for private reasons that she deemed essential.

8. Gatti seems to believe that he can obtain power over a great writer
by exposing her, not for the purpose of interpretation or greater
understanding but simply for the sake of being the first to do it.

 TRANSLATE

Privacy a rischio su Facebook

Nell’epoca dei siti sociali gratuiti, c’è un prezzo alto da pagare: quello
della perdita della privacy. Le piattaforme online raccolgono ogni
giorno i nostri dati personali mentre pubblichiamo le foto degli amici
su Facebook. I contenuti di questa pagina permettono di vedere il
nostro presente e il nostro passato, come una ‘storia della nostra
vita’. Grazie alla condivisione, questi contenuti saranno visibili e
facilmente recuperabili: sarà sempre più facile, per chiunque voglia
approfittarne, sapere in tempo reale cosa stiamo leggendo, che
musica ascoltiamo e persino cosa stiamo cucinando!

 TRANSLATE

La cyber-dipendenza degli adolescenti italiani

Una recente indagine rivela la cyber-dipendenza dei giovani italiani


fra i 12 e i 18 anni: il 42,5% controlla continuamente la posta
elettronica o Facebook e il 50% passa da 2 a 4 ore al giorno sul web.
Quando sono online, perdono la cognizione del tempo e si
dimenticano di fare altre cose. Quasi uno su cinque si sente nervoso
se non può usare internet e il 17% ha cercato di diminuirne l’uso

3
senza però riuscirci. Quando usa la rete, la maggioranza degli
adolescenti non è controllata da un adulto.

 TRANSLATE

Dal bar ai siti sociali: come cambiano i giovani

Una volta i giovani andavano al bar per passare del tempo insieme,
per parlare, giocare a carte o a biliardo, bere, fumare, sempre con lo
stesso gruppo di amici. Oggi, invece, i giovani sono più solitari:
frequentano pochi amici in occasioni e luoghi diversi, preferendo le
amicizie virtuali dei siti sociali e le attività individuali come i
videogiochi. Per adattarsi al nuovo stile di vita dei giovani, il bar è
diventato il posto per far colazione, prendere un panino veloce a
pranzo o magari controllare la posta elettronica.

 TRANSLATE

Troppa violenza in TV!

Secondo il Comitato Media e Minori, aumenta la violenza in TV:


persino certi cartoni animati e il telegiornale sono stati giudicati
troppo violenti.

“Per fortuna è diminuito l’interesse per i reality show, come per


esempio il Grande Fratello, ma I telegiornali mandano in onda troppi
fatti di cronaca nera, e troppe immagini sanguinose” – ha detto il
presidente del Comitato.

La fascia oraria protetta, dalle ore 16 alle 19, viene spesso violata,
perché anche i cartoni animati hanno scene considerate inadatte ai
bambini.

 TRANSLATE

Libertà di espressione

La libertà di espressione indica la possibilità che ciascuno ha di


manifestare liberamente il proprio pensiero. Questa libertà è stata
ottenuta grazie ai sacrifici di tantissime persone che hanno lottato per
esprimere le proprie idee in libertá. La Costituzione italiana afferma:
“Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero
con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa

3
non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” Questo diritto
tuttavia non è riconosciuto in tutto il mondo, infatti ancora oggi vi
sono paesi dove è completamente inesistente. La libertà di
espressione, in conclusione, è un diritto fondamentale dell’uomo ed è
essenziale che venga rispettato da tutti.

 TRANSLATE

La stampa

I quotidiani tradizionali, purtroppo, stanno davvero male. Le cause


sono molteplici: la crisi economica, i costi elevati di stampa e
distribuzione, la riduzione dei finanziamenti all’editoria, l’esplosione
del web con i giornali on line, blog, siti e l’informazione sui social
network… Secondo i calcoli di Philip Meyer, il “New York
Times” ,fondato nel 1851 ,cesserà di stampare le sue copie nel 2043.
Una profezia che sembra essere ottimistica visto che, in ogni parte
del mondo, giornali importanti stanno scomparendo dalle edicole e
trasferiscono i loro contenuti sulla rete.

 I Social Network

Il primo grande merito dei social network è indubbiamente quello di


aver facilitato la comunicazione: basta avere la connessione a
Internet per parlare in tempo reale con persone dall’altra parte del
globo, grazie alle webcam addirittura vederne il volto. Riusciamo a
mantenere i contatti nel tempo più facilmente e procurarne altri in
modo ancor più semplice, e in questo vastissimo intreccio di reti
sociali virtuali le informazioni viaggiano alla velocità della luce e le
idee circolano e si modificano continuamente, permettendo anche la
diffusione di informazioni “non ufficiali” che non potrebbero altrimenti
essere diffuse. In questo modo qualunque tipo di informazione è
accessibile a chiunque. Nonostante i meriti da riconoscere ai social
network, è necessario parlare anche dei problemi che nascondono.
Importante è tutelare i propri dati personali per evitare sgradevoli
inconvenienti. È da tener presente che pur favorendo lo sviluppo di
relazioni virtuali, i social network portano molti utenti a isolarsi dalla
vita sociale reale in quanto le amicizie online sono più facilmente
gestibili. Infatti lo sviluppo dei social network ha inevitabilmente
portato delle conseguenze nel cambiamento delle interazioni sociali,
sia positive che negative.

Dopo aver letto il paragrafo, completare le frasi sottostanti a secondo


del senso del testo:

1) Ci si può connettere facilmente a internet se si ………

3
2) Con la webcam si può …………

3) E molto semplice …………

4) Le informazioni possono circolare perché ……………

5) Chiunque può …………..

6) I social network nascondono ……………..

7) I dati personali devono essere ……………….

8) Anche se ……………………. lo sviluppo di relazioni virtuali, molti


utenti ………..

9) E più facile ………….. le amicizie online.

10) Ci sono stati cambiamenti sia positivi che negativi …………

Leggere questi paragrafi e trovare il titolo giusto fra quelli riportati


sotto e indica se sono vantaggi o svantaggi:

a) è un metodo veloce che permette di comunicare in tempo reale a


qualsiasi distanza ci si trovi e con qualunque parte del mondo. Così
facendo si sono diminuite le distanze e le informazioni vengono
scambiate istantaneamente e si può sempre essere aggiornati sui
fatti di cronaca, su aggiornamenti culturali o anche semplicemente su
come sta un nostro amico o parente che vive lontano.

b) i nuovi mezzi di comunicazione mettono in contatto tutte le


persone in tutti gli stati e le città del mondo!

c) è possibile usufruirne comodamente da casa o in ufficio o a scuola.


Non c’è più bisogno di andare dal giornalaio a comprare il quotidiano
per sapere cosa accade nel mondo o andare in biblioteca per fare una
piccola ricerca.

d) il social network più famoso al mondo è riuscito infatti nell’intento


di far riallacciare i contatti con alcune persone delle quali si pensava
aver perso completamente le tracce. Inoltre si può considerare un
ottimo strumento per fare nuove amicizie e nuove conoscenze e
quindi ampliare la propria rete sociale.

e) ne soffre il rapporto diretto sia fra amici che fra coppie. Infatti si è
completamente persa la bellezza che contraddistingue il guardarsi
mentre ci si confronta e il far trasparire le proprie emozioni tramite la
mimica facciale, aumentando anche la possibilità di mentire e
mantenere la relazione ad un livello più distaccato e freddo.

3
f) il distacco fisico ha portato inoltre molte persone a volersi e potersi
costruire una nuova identità a proprio piacimento, non rispecchiando
quella che è davvero nella realtà. Questo ingrediente può essere
anche visto come un vantaggio, per tutte quelle persone che per
proprie caratteristiche hanno difficoltà a comunicare e a creare dei
rapporti.

g) in rete si trovano tantissime informazioni molte delle quali sono


sbagliate: gli adulti devono insegnare ai ragazzi a scegliere quelle
giuste; nei luoghi di socializzazione virtuali non si sa mai con certezza
con chi abbiamo a che fare e gli incontri, spesso, possono essere
sgradevoli.

h) riguarda soprattutto i più giovani, i quali trovandosi in una fase


della vita in cui non hanno ancora delle certezze, né un’identità
definita, passano la maggior parte del loro tempo sul web perdendo
così ogni contatto con la realtà ed anche la voglia di vivere i rapporti
in maniera più concreta e “umana”.

i) i siti sono organizzati in modo tale da poter condividere tutto della


propria vita, da semplici foto ricordo a pensieri profondi, intimi e
privati, letti da chiunque abbia la possibilità di accedere al contatto. Si
aggiunge il pericolo del cosiddetto “furto di identità”: è facile creare
identità fittizie, appropriarsi del nome di un’altra persona e addirittura
dell’identità, grazie ai dati anagrafici pubblicati sul sito.

1. Crea dipendenza

2. Creazione di una nuova identità

3. Internet nasconde molte insidie

4. La comunicazione e l’informazione avvengono in tempo reale

5. La comunicazione e l’informazione sono globali

6. Mantengono e incrementano i rapporti interpersonali

7. Perdita del contatto con il mondo reale

8. Perdita della privacy

9. Sono mezzi di comunicazione comodi

Tema da scrivere:

Secondo te, la tecnologia ci ha reso la vita più facile o più complicata?


Giustifica la tua risposta.

3
 Come usare Internet in modo sicuro e consapevole

A. Abbina i seguenti verbi italiani al loro significato in inglese

1. Connettersi (connesso)

2. Costruire legami e amicizie

3. Essere a portata di mano

4. Presentare qualche rischio

5. Controllare le impostazioni privacy

6. Rimanere per sempre

7. Postare/Mettere qualcosa online

8. Condividere informazioni

9. Essere un’arma a doppio taglio

10. Sentir parlare di

11. Tempestare/bombardare di messaggi pubblicitari

12. Compiere reati

13. Proteggersi dai malintenzionati

14. Stare attento a..

15. Avere a che fare con..

16. Capire come fare per...

17. Andare sul sicuro

18. Dare fastidio

19. Avere bisogno di

20. Rivolgersi a

a. Deal with / have to do with…


b. Share information
c. Remain forever
d. Figure out how to…

3
e. Pay attention /Be careful
f. Be safe
g. Commit a crime
h. Build connections and friendships
i. Annoy / Bother
j. Turn to
k. Connect (oneself) / Go online
l. Bombard with adverts
m. Need
n. Be within easy reach / Be at hand
o. Protect oneself from ill-intentioned/malicious people
p. Present some risks
q. Hear about
r. Post something online
s. Be a double-edged sword
t. Manage privacy settings

Traduci il testo in inglese.

C'è un altro aspetto importante: hai mai sentito parlare di ladri


d'identità? Persone che girano in internet per rubare i tuoi dati
personali e usarli poi per tempestarti di messaggi o addirittura per
compiere reati.

Quando navighi, quindi, segui alcune regole per proteggerti dai


malintenzionati. In primo luogo, stai attento a non comunicare a
sconosciuti alcune informazioni molto personali come il tuo indirizzo, il
numero di cellulare o il numero di carta di credito, se ne hai una.

E poi non accettare amicizie a caso. Avere molti contatti sui social
network è bello, ma non puoi mai sapere con chi hai a che fare se per
caso ha cattive intenzioni. Infine conserva solo per te la password di
accesso ai social network e ricorda di cambiarla ogni tanto e cerca di
usare password differenti per accedere a siti diversi e alla posta
elettronica.

Traduci il testo in italiano.

Try also to figure out how to protect your privacy by managing (lit. by
controlling) your privacy settings. If you want to be safe, with a few
clicks you can decide that certain information can only be seen by
your friends and not also some total (lit. perfect) strangers.

And if it bothers you to be bombarded by adverts when you sign up


with a social media, pay attention to the conditions of use.

3
For example, verify if you can avoid that your personal data are
(subjunctive needed!) used to send you unwanted adverts.

If you need help to protect your privacy or to have useful information


to surf the web (lit. to navigate) safely (lit. in safety), you can turn to
the Guarantor of personal data protection (lit. protection of personal
data.)

But always remember: you are the best guarantor of your online
privacy.

 La stampa italiana – I quotidiani

Soprattutto ……………………. alla presenza on-line delle testate, che


sempre più ……………………. forniscono gli strumenti per sfogliare1 i
quotidiani in maniera più immediata. È il risultato della nuova ricerca
Audipress. In base alle proiezioni della……………………. , in Italia ci
sarebbero2 40,3 milioni di ……………………. di almeno un giornale,
l'equivalente del 77% della popolazione adulta. Gli italiani spendono
……………………. quattro miliardi di euro all'anno nell'…………………….
di giornali, periodici, settimanali mentre ci sono diciotto mila
……………………. che investono oltre diciassette miliardi di euro sulla
stampa (circa 4,7 milioni di euro al giorno).

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