Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
35 visualizzazioni9 pagine

2024-10-01 Introduzione Geografia Umana e Regionale

Caricato da

maiabarbuian05
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato DOCX, PDF, TXT o leggi online su Scribd
Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
35 visualizzazioni9 pagine

2024-10-01 Introduzione Geografia Umana e Regionale

Caricato da

maiabarbuian05
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato DOCX, PDF, TXT o leggi online su Scribd
Sei sulla pagina 1/ 9

Geografia umana e regionale

Lezione del 1/10/2024


Geografia: geo = terra; grafia = scrittura, racconto  scienza che ha per oggetto la descrizione della terra.
Oltre alla descrizione morfologica ed economica, la geografia si occupa di descrivere anche l’aspetto
emotivo che l’uomo sviluppa in relazione al luogo dove vive. In particolare questo tipo di studio è stato
definito da Frémont come “spazio vissuto” ossia lo studio soggettivo che analizza le relazioni tra l’uomo e
l’ambiente in cui vive, sia con elementi viventi e non. Il territorio quindi non è semplicemente ciò che ci
circonda ma qualcosa che va a costituire una parte della nostra identità.
Alexander vo Humboldt, geografo e botanico, nei primi dell’800 (quindi durante l’illuminismo dove prevale
la ragione, il razionale e il concreto) esplorò il sud-America per studiare organismi biologici, piante, frutti
animali, territorio e anche i popoli indigeni che avevano costumi, molto diversi da quelli europei, che
vennero definiti con “cultura primitiva”.
Già Humboldt, nonostante botanico, si rese conto dell’importanza degli aspetti sociali oltre che quelli
materiali. Infatti un territorio viene costruito/modificato in base alla nostra cultura, alle risorse che la terra
ci dispone e di come noi le sfruttiamo.
Come noi usiamo queste risorse ci restituisce il territorio.
Chi studia il territorio è chiamato geografo. Ci sono 4 tipi di geografi tra di loro collegati:
- Il geografo è un viaggiatore: va a visitare i luoghi che vuole raccontare per avere un’esperienza più
completa, cogliere le relazioni tra uomo e territorio;

- È un ingegnere e cartografo: il geografo è quindi un tecnico che attraverso la cartografia descrive il


mondo. Egli visita un luogo, lo studia e cerca di rappresentarlo su di un foglio.
Lo fa attraverso sistemi matematici, grafici e tecnici riproducendolo in scala (cioè la modalità tecnica
di rappresentare un territorio). La carta creatasi non esprime solo i confini, ma molti altri elementi
come l’altezza di un luogo.
Nel passato la conoscenza del geografo era importante e strategica, egli attraverso strumenti come il
compasso creava le carte. Ad oggi viene utilizzato il Geographical Information System.

- Il geografo dei numeri è una figura fondamentale: analizzando aspetti quantitativi di un territorio ci
aiuta nel capire anche aspetti qualitativi (es la vita media della popolazione). Attualmente noi
possiamo fare riferimento al sito ISTAT (Istituto nazionale di statistica) che è un ente di ricerca
pubblico che raccoglie dati dal turismo, migrazioni, nascite ecc.
Per Frémont i censimenti sono importanti, ci consentono ad esempio di avere informazioni a
tappeto rispetto all’età delle persone che viene rappresentata su grafici chiamati “piramidi dell’età”.
(Dopo le guerre mondiali, in particolare anni 60-70, abbiamo un boom economico che garantisce un
aumento delle nascite la qualità di cibo e benessere).
Il geografo dei numeri misura fenomeni spaziali e la mobilità delle persone: migrazioni, cancellazioni
e registrazioni dei comuni (Anagrafe), raccoglie dati dei sistemi di lavoro (= dove le persone vivono e
vanno a lavorare).

- Il geografo vive i luoghi che visita, utilizza metodologie partecipative oltre ad osservare i territori
dialoga con la comunità indigena per riscostruire la storia del territorio e comprenderlo meglio. 
lavoro di terreno: è un termine tecnico, è un lavoro fondamentale per il geografo e consiste
appunto nel vivere il luogo e la società.
La geografia nel corso degli anni ha sempre dato più rilevanza alla relazione tra uomo e territorio, è
diventata una geografia umana che fa uso del realismo geografico, ossia la geografia descrive il territorio,
ma anche le percezioni che l’uomo ha di esso. Il geografo osserva la realtà e capisce le relazioni tra società e
territorio, come l’uomo lo modifica. Per fare ciò compie il lavoro di terreno, l’osservazione diretta(-> come
lo storico che studia gli archivi storici).
Importante è dunque il lavoro del cartografo: la carta geografica è molto complessa da costruire, nel caso di
quella politica, il cartografo deve stare attento anche alla lunga storia (spesso di conflitti) dei confini
formatisi di ciascuna nazione. Oltre ad essere un tecnico, il cartografo deve anche avere le competenze di
capire la storia.
Per costruire mappe sempre più precise si fa utilizzo di dati, per esempio di quelli dei censimenti
(considerati molto importanti da Von Humboldt):
Ad esempio se confronto l’estensione del territorio considerato con il numero di abitanti ottengo la densità
di un territorio.
Analizzando invece l’età posso comprendere la qualità della vita in quell’area geografica e allo stesso tempo
questi dati possono aiutare nel scegliere quali politiche prendere (se ci sono tanti bambini costruirò più
asili, se invece ci sono anziani costruirò case di riposo).
Si prendono in considerazione anche le lingue, a Milano ci sono 170 nazionalità diverse e ben 120 lingue
stimate.
> Lavoro di terreno
Albert Demangeon è il pioniere dei processi partecipativi, specialmente dei questionari e delle interviste.
Demangeon sottolineava l’abitante come aspetto importante per il geografo; solo se io parlo con le
persone che abitano quel territorio quotidianamente posso ottenere informazioni più complete.
Abitante: colui che abita nel territorio, attualmente anche chi non ci abita, ma lo vive è considerato tale es:
pendolari.
> Evoluzione della geografia
La geografia è cambiata nel tempo:
- Prescientifica
- Geografia su basi scientifiche tradizionali
- Geografia che va oltre la tradizione, la scienza, quella che osserva le percezioni
La cartografia è un elemento che ci consente di capire l’evoluzione della geografia perché le mappe si sono
evolute nel tempo.
Geografia prescientifica
Nasce in tempi immemori, anche prima dell’età del ferro, ciò è attestato da ritrovamenti di mappe in Val
Camonica come la mappa Bedolina (una delle prime mappe disegnate dall’uomo che raffigurando
simbolicamente i diversi possedimenti oltre che la locazione di certi animali).
Durante questo periodo le mappe servivano per raccontare miti, leggende. Disegnare le mappe era un
modo per riassumere le informazioni del proprio territorio e conoscerlo meglio.
I Greci applicavano nella geografia metodi scientifici, studiarono la circonferenza della terra, anche se le
rappresentazioni non erano sempre precise Tolomeo teorizza come costruire delle carte geografiche e
raccoglie una serie di dati (coordinate di luoghi molto precise) raccolti nel suo libro: La geografia di
Tolomeo
(in questo caso le mappe sono molto precise e si ha il dubbio che non siano state fatte da lui stesso).
Tolomeo rappresenta solo l’ecumene, ovvero dove sa che vive l’uomo e ci sono insediamenti umani
permanenti.

Geografia su basi scientifiche tradizionali


Nel Medioevo la visione cambia, non è più scientifica come quella greca, ma riprende il mito, leggende,
credi religiosi. Nelle mappe veniva rappresentato il mondo, ma anche Dio come ad indicare che la Terra
fosse opera divina.
In quest’epoca aumentano i viaggi, oltre ai miti si aggiungono le informazioni provenienti dai mercanti che
poi vengono rappresentate sulle carte geografiche es. con Marco Polo che scoprì la Cina attraverso la Via
della Seta).
La mappa Catalano mostra nell’Europa nel Nordafrica i possedimenti dei ricchi, viene anche raccontata la
storia di Gengis Khan e quella di Mosè.
Dopo l’Illuminismo si diffonde una conoscenza più razionale: la cartografia diventa topografica
(rappresentazione della superficie della terra che recupera l’ambizione dell’ambito scientifico). Scompaiono
i miti ma troviamo gli elementi fisici del territorio.
I geografi vogliono definire i confini per comunicare i propri possedimenti, ciò va a pari passo con il ruolo
sempre più importante di Stato che diverrà Nazione.
Geografia oltre la tradizione
La geografia viene insegnata a scuola a partire dall’800 come disciplina scientifica, fino agli anni 60-70 essa
utilizza dati razionali, numerici e scientifici. È a partire dal 900 che ci si chiede se è solo scientifica. La
geografia è indubbiamente una disciplina scientifica, ma essa deve anche considerare l’aspetto umano dato
che è l’uomo ad abitare il mondo e a modificarlo. È con Von Humboldt che nasce questo pensiero.
La geografia attuale ha come compito quello di analizzare in modo sistemico la superficie terrestre tenendo
conto di elementi definiti combinazione geografica:
- elementi materiali: spazio, ambiente, territorio
- elementi immateriali: i luoghi, ovvero dove è successo qualcosa, dove la cultura ha segnato il territorio
rendendolo simboleggiante -> luoghi
- elementi misti: insieme di elementi materiali e immateriali cioè ciò che noi sentiamo, annusiamo ecc ciò
che va a comporre il paesaggio
Dal 900 ci si inizia ad interessare alle altre culture a come queste vanno a caratterizzare il territorio.
La Geografia contemporanea si muove tra scienze umanistiche e naturali, tra scientificità e «sensibilità». È
una materia interdisciplinare unisce scienze umanistiche a quelle naturali, si muove tra scientificità e
tradizionalità, oltre alla fisicità ci sono aspetti tradizionali che vanno a creare simboli, segni e valori culturali
(es non mangiare alcuni animali in certi territori perché sacri).
Il territorio dunque si forma in base alla relazione tra uomo e ambiente che può essere positiva o negativa,
si influenzano a vicenda.
Un esempio di ciò sono le Alpi le quali sono un ambiente fisico perché sono un elemento naturale, sono
spazio perché una porzione di terra in relazione con altre ed è un territorio perché mostra il rapporto tra
uomo e natura. Ho sia una visione naturale che antropica dato che le Alpi sono state esplorate ed abitate.
Esse sono state modificate sia dagli agenti atmosferici sia dall’azione dell’uomo.
I cambiamenti climatici dipendono dall’azione antropica, seppure i ghiacciai siano lontanissimi da noi ogni
nostra azione ha una ripercussione a livello globale.
> Le regione fisica
In geografia si parla di diverse regioni, quella fisica considera gli elementi fisici del territorio, quelli che
influiscono sul modo di vivere di una società. (es vivendo nel deserto sarà difficile che si sviluppi
l’agricoltura).
La regione fisica è la base sulla quale si costruiscono i territori (= esito dell’azione umana sull’ambiente,
cioè l’esistenza di una società che si esprime in modo diverso a seconda dell’ambiente e dei costumi).
Fanno parte della regione fisica:
- LITOSFERA: la terra, crosta continentale, crosta oceanica, mantello litosferico. Considera fattori di:
morfologia terrestre, vulcanismo, terremoti, tettonica placche, orogenesi (formazione della
montagna), la litologia (formazione del suolo), il magnetismo.
Anche le forme della terra nel corso di ere belliche cambiano e influenzano il modo di vivere
- L’IDROSFERA: acqua; include acque salate (oceani e mari) e acque dolci (fiumi e laghi, sistemi
idrogeologici es falde acquifere). Anch’essa influenza le società, la sua organizzazione
(organizzazione nel deserto diversa da quella della pianura). L’acqua sarà causa di guerra nel futuro,
quella dolce sta diminuendo, ci sarà maggiore contesa di acqua. Acque in movimento (correnti
marine e maree) queste ad esempio influenzano Venezia; Acque ferme (ghiacciai). Le crisi idriche
estive sono spesso dovute alla mancanza di neve in inverno, i ghiacciai si sciolgono a ciclo continuo
e quindi si ha perdita di acqua.

- ATMOSFERA: aria, legata a climi venti e precipitazioni, quest’ultime sono necessarie per le colture,
climi e venti influenzano le precipitazioni.

- BIOSFERA: insieme di vita vegetale e animale

Dalle loro interazioni determiniamo confini naturali.


L’azione dell’uomo sull’ambiente va a costituire il territorio, con paesaggio identifichiamo un territorio
considerando anche le percezioni che l’uomo ha di esso.

La geografia è una scienza della differenziazione spaziale classifica dunque i luoghi secondo una serie di
aspetti (lingua, economia, politica) come quello delle lingue e questo va costituire una serie di regioni con
confini diversi a seconda dell’aspetto considerato.
Le regioni geografiche si possono distinguere anche per la quantità di migrazioni a livello globale, regionale
o comunale

 Geografia come scienza della differenziazione spaziale

Richard Hartshorne è colui che definisce la geografia come scienza della differenziazione spaziale, è lo
studio comparato degli spazi terrestri quindi lo studio dei diversi territori, aree accomunate da alcune
caratteristiche che vanno poi a costituire le regioni le quali sono differenti le une dalle altre a seconda degli
elementi che le costituiscono.

La geografia coincide dunque con la geografia regionale, ossia con «la conoscenza degli spazi terrestri in
quanto differiscono l’uno dall’altro»; essa consiste nella descrizione della superficie terrestre in termini di
differenze regionali e nell'individuazione delle cause che stanno dietro di esse.

Hartshorne elabora anche un metodo di studio della geografia, come la geografia deve studiare un
territorio. Questo è dovuto al cambio della società, ora ci si domanda anche a proposito delle percezioni
dell’uomo che ha del suo territorio.

Regione è un termine polisemico: ha più significati, non è solo la suddivisione politica, è la superficie
terrestre individuata in a base a uno o più elementi che la caratterizzano nel suo complesso e che la
differenziano da ciò che la circondano.
(es regioni turistiche: le loro caratteristiche solo legate allo sviluppo del settore turistico in quell’area)
Non è mai un solo elemento a caratterizzare una regione ci sono quelli economici, politici, turistici,
linguistici, culturali ecc

La regione è un territorio sistemico che mette in relazione diversi elementi, le stesse regioni poi vanno a
creare relazioni tra di loro. (es per le regioni linguistiche vediamo che in Italia abbiamo comunità italiane
che parlano anche francese)
La regione è anche complessa perché si compone di elementi materiali e immateriali.

Gli elementi che costituiscono una regione sono chiamati da Cholley combinazione geografica (vedi pag 2),
essi garantiscono la stabilità del territorio e mi permettono di distinguere una regione dall’altra. Essi sono:
- elementi sociali: questioni economiche, panorama;
- elementi fisici: morfologia del territorio, il clima.
Quest’ultimi si mettono in relazione su diverse scale del piano umano e fisico garantendo la stabilità e
stabilendo dei rapporti positivi o negativi; nel caso siano positivi non ci saranno conflitti.

Alla base della geografia regionale: la geografia "tradizionale" Lo studio del rapporto UOMO-AMBIENTE
naturale.
L’ambiente naturale condiziona gli individui nelle loro scelte sociali, culturali, economiche, ecc., ma allo
stesso tempo questi modificano e interagiscono con gli spazi naturali (territorializzazione). Oggi l’uomo può
anche degradare e persino distruggere ambienti, spazi e territori nel quale vive (processo di
deterritorializzazione).

La deterritorializzazione influenza il globo, come il cambiamento climatico, è un processo dunque da


tenere sotto controllo.

La regione può essere anche considerata come spazio vissuto (Frémont): negli anni 70 c’è una tendenza a
superare la semplice razionalizzazione del territorio, la geografia non è più studio della differenziazione
(cioè della regionalizzazione, combinazione geografica) ma va a studiare il rapporto dell’uomo con il
territorio.
Si dà importanza al soggetto, si considerano anche la parte emozionale, la relazione personale che
abbiamo con l’ambiente esterno ci porta a costruire e modificare un territorio in un certo modo a seconda
dell’esperienza che l’uomo vive.

La regione è uno «spazio vissuto» ARMAND FRÉMONT all’inizio degli anni Settanta La regione è un
territorio costruito dagli individui per soddisfare le loro esigenze (sia individuali sia collettive) →
importanza del soggetto, che vive e trasforma il territorio e genera così un paesaggio.

> Lessico geografico

TERRITORIO: parte di superficie terrestre sulla quale vediamo gli effetti dell’azione umana, uno spazio
antropizzato. Viene scelto dall’uomo per soddisfare le sue esigenze, se con esso ho delle relazioni positive
me ne prenderò cura. Con territorio indichiamo anche il processo di formazione di esso che avviene in 3
fasi (la territorializzazione):
- Dare un nome al territorio (nome spesso derivato da ragioni storiche, esperienze dell’uomo, delimito i
confini)
- Reificazione: costruzione materiale
- Strutturazione: costruzione di strutture che servono per gestire il territorio (es comuni)
La nostra relazione col territorio porta alla formazione di un paesaggio: ovvero l’unione degli elementi
materiali con quelli immateriali. Il territorio è dinamico (cambia perché l’uomo cambia).

AMBIENTE: ciò che ci circonda; uno spazio nel quale vivono piante, animali, esseri viventi elementi umani e
non umani. L’ambiente è ciò che noi chiamiamo NATURA inteso come ecosistema, biosfera. È il termine più
generico.
La natura è resiliente, cioè la capacitò biologica di un organismo di riprendersi da dei traumi, adattarsi alla
situazione che ha intorno.

AMBIENTE UMANO: quell’ambiente dove troviamo elementi naturali ed elementi antropici, non è ancora
territorio pk non consideriamo aspetti sociali. È la generica definizione con cui possiamo identificare gli
elementi antropici uniti alla parte naturale. Relazione tra natura e uomo.

AMBIENTE UMANIZZATO:
> territori ecumenici: termine che identifica la superficie della terra dove vi sono insediamenti umani
permanenti. Mappa di Tolomeo rappresenta i territori dove è sicuramente era presente l’uomo, i territori
abitati.
> territori anecumenici: dove non ci sono insediamenti umani permanenti. Sono i luoghi dove l’uomo non
vive in modo permanente (es i deserti, i poli ecc).

GEOGRAFIA: scienza che studia la relazione tra l’uomo e l’ambiente e soprattutto i modi in cui l’uomo vive
all’interno dell’ambiente, il modo con cui interagisce con la natura.

TERRITORIALIZZAZIONE: il processo di trasformazione di un ambiente a territorio.

PAESAGGIO: è il risultato del processo di territorializzazione più quelle relazioni immateriali, può essere
positivo (= ho dei buoni ricordi) o negativo (cattivi ricordi, catastrofi naturali). Il paesaggio non è solo
qualcosa di bello (≠ da panorama), ma è qualcosa che viene costruito dall’uomo.
I paesaggi legati ad eventi naturali come territori.
Sestini, famoso geografo, definisce il paesaggio antropogeografico in questo modo: “opera, forma di
equilibrio degli agenti naturali e quelli naturali”
Biasutti definisce regioni paesaggistiche, studia il paesaggio terrestre tenendo conto della differenze tra i
territori es dal punto di vista biologico, ma sottolineava il fatto che panorama e paesaggio sono diversi: il
panorama è legato all’estetica, paesaggio legato all’azione dell’uomo
Hartshore diceva che il paesaggio è dinamico, cambia nel tempo, col cambiare dell’uomo, cambiano le
percezioni e relazioni. Per comprendere a fondo un paesaggio è dunque necessario anche conoscerne la
storia.
Infine il paesaggio stesso è testimone delle dinamiche in atto in quel territorio.

LUOGO: considera le caratteristiche specifiche e uniche di un territorio, la sua identità. È un concetto


soggettivo che è diverso da uno spazio geometrico ben definito e dal territorio che invece è un dato più
concreto, materiale e oggettivo.
L’identità di quel luogo è unica, inimitabile ed espressa da un’icona (es il Colosseo mi fa pensare a Roma).
L’idea di luogo si origina a seguito di eventi specifici o elementi così importanti che lo contraddistinguono
da tutti gli altri, in tal modo il luogo ci racconta una serie di concetti che esprimono la sua identità.
Un luogo è un fulcro di interessi, aspettativi ed emozioni.
Si crea un senso del luogo, ossia un forte attaccamento emotivo.
Il luogo è un sistema aperto perché gli elementi che lo costituiscono (emozioni, aspettative) sono variabili,
determinando la dinamicità del luogo.

LO SPAZIO: termine generico, identifica un’estensione di una superficie della terra sulla quale non si
analizzano gli oggetti in sé ma le relazioni che essi creano tra di loro; è un’astrazione mentale per
comprendere e misurare il mondo.

ANTROPOCENE: ipotetica nuova era geologica proposta all’Olocene (commissione che definisce le ere
geologiche le quale iniziano/finiscono nel momento in cui grandi eventi accadono) che va ad indicare un
periodo dove l’azione dell’uomo è talmente rilevante sull’ambiente da influenzare i suoi processi geologici
terrestri.
Infatti con lo sviluppo della scienza e della tecnica l’uomo è riuscito a provocare grandi cambiamenti
ambientali a scala globale (es il riscaldamento globale dovuto alla troppa fuoriuscita di gas). Alcuni geografi
farebbero coincidere l’inizio dell’antropocene con l’era industriale, mentre altri a partire dal momento i cui
gli uomini si sono stanziati in villaggi.
La proposta è stata rifiutata dall’Olocene, tuttavia l’elaborazione di una nuova era geologica ha evidenziato
come l’uomo impatti la natura e la metta a rischio, facendo discutere del tema ecologico molte materie
umanistiche.
CAPITOLI 5-6 VI PIACE LA GEOGRAFIA

Spazio vissuto: superficie che serve per rispondere alle necessità della società e del singolo.
Gli spazi vissuti sono un insieme di luoghi, territori costruiti da me o dalla mia società in cui ho vissuto delle
esperienze, di cui ho avuto esperienza e che hanno costituito la persona che sono oggi. (i luoghi ci
influenzano).
Le esperienze che gli spazi vissuti ci danno possono essere positive o negative, rappresentare degli aspetti
cari o traumatici per noi.
Lo spazio vissuto va oltre l’approccio tradizionale, esso considera anche la sfera sensibile.

Lo spazio vissuto comporta a 2 pulsioni:

- Luogo conosciuto: i luoghi conosciuti e che mi fanno sentire a casa


- Luoghi sconosciuti: l’altrove, ciò che non conoscono, o comunque che non riconosco come un
luogo di appartenenza (per cui potrei conoscerlo e viverlo, ma non farmi sentire a mio agio)

La loro contrapposizione definisce la differenza tra abitante (quando compiamo un radicamento in un


luogo) e il viaggiatore (quando ci spostiamo). Queste due identità dentro di noi ci portano ad avere queste
due pulsioni che interagiscono e si oppongono. (osserva slide “Lo spazio vissuto” sintesi)

Lo spazio vissuto è classificabile in base e a 4 modi:

 Età: la mia percezione di spazio cambia (da piccolo il mio mondo, la percezione di spazio è legato a
mia madre, alla casa, non concepisce lo spazio esterno, il mondo esterno; crescendo acquisiamo
autonomia e quindi si può ampliare il nostro spazio vissuto. La vecchiaia può portare alla restrizione
dello spazio vissuto)
 Sesso: nonostante si parli di parità di genere, in alcune società ci sono i luoghi della donna e degli
uomini (es la donna in cucina o non andare in stazione a certi orari) … Frémont fa rimandi a
Madame Bovary; nel passato uomini in fabbrica donne a casa
 Cultura: culture più aperte con maggiore confronto con altre, le società contadine hanno meno
ambizione di spostarsi e aprirsi all’esterno. Transumanza: spostare il gregge dalla pastorizza
naturale da pianura a montagna;
 Classe sociale, questione economica: a seconda di cosa sono ho più probabilità di viaggiare e
confrontarmi con l’altrove. c’è differenza tra essere geografo o dipendente in ufficio. ciò dipende
anche dalla disponibilità economica.

In base ad esse cambia la mia percezione del mio spazio vissuto.

L’ANTROPOCENE, SI TRATTA DI CAPITOLOCENE O PETROCENE?

CAPITOLOCENE: la causa dei cambiamenti dei processi ecologici terrestri non è l’azione dell’uomo, ma il
capitalismo perché esso mette in atto una serie di azioni esagerate di sfruttamento delle risorse solo per
ottenere più capitale.

PETROCENE: la ragione di tali mutamenti non sarebbe né l’uomo né il capitalismo, bensì la corsa al
rifornimento di petrolio.
LA GEOGRAFIA DELLA POPOLAZIONE
La geografia si occupa anche della popolazione (in particolare di questo ne tratta il geografo dei numeri),
studiare la popolazione infatti permette di raccogliere diverse informazioni anche più complete rispetto a
quelle dell’ISTAT (Istituto nazione di statistica) perché viaggiando in quel territorio si ottengono dati che
permettono di parlare di casi come la migrazione a livello microscopico (l’ISTAT permette solo quello
macroscopico quando ne è in grado).

La lettura geografica della popolazione si compone di 3 parti:

- 1° lettura: aspetti distributivi della popolazione (+ abitanti sulla costa che in montagna)
- 2° lettura: osservo aspetti quantitativi più precisi come l’età, da dove vengono ecc
- 3° lettura: dati qualitativi ad esempio quante persone che hanno tot età in quale scuola vanno,
quanti l’hanno lasciata ecc

La geografia della popolazione è una branca della geografia che ci consente di studiare la
distribuzione/localizzazione delle popolazioni, i suoi elementi strutturali e misurabili (come l’età e la
capacità di riuscir a far qualcosa), studio dell’identità della popolazione (es se sono stranieri, pendolari, che
lingua parlano)

ASPETTI DISTRIBUTIVI
La distribuzione della popolazione sul globo terrestre è variabile e discontinua portando così a definire i
territori ecumenici e anecumenici.
La presenza o meno dell’uomo influisce sulle risorse, in realtà, però, anche se alcuni territori sono disabitati
questo non significa che non siano antropizzati. Infatti l’azione umana è in grado di influenzare anche gli
spazi anecumenici a distanza (es scioglimento dei ghiacciai in Antartide)

Notiamo che nei territori più abitati, pianura e costa (il 57% della popolazione vive in pianura), i servizi
sono maggiori rispetto ai territori meno abitati chiaramente perché vi è una maggior popolazione da
gestire.

L’analisi della popolazione può essere fatta in scala comunale, regionale, nazionale, mondiale.
Si possono inoltre fare diversi calcoli come quello della densità, si divide la grandezza del territorio per il
numero degli abitanti per ottenerla.
L’Europa è un territorio densamente popolato benché l’Asia sia il continente con la maggior popolazione.
Caratteristiche come la densità comportano delle dinamiche sociali diverse, tutto evolve e nulla è statico
(A Milano non potrò conoscere tutti, a Cerro Maggiore forse sì).

ASPETTI QUANTITATIVI: ad esempio il n di popolazione presente in ogni paese (attualmente l’India è lo


Stato con più abitanti). Confrontare i dati tra di loro mi permette di ottenerne di nuovi.

ASPETTI QUALITATIVI: es il tasso di natalità (= n. nati in un anno x 1000/tot popolazione), di mortalità,


fecondità, incremento naturale.
Sottraendo dal tasso di natalità quello della mortalità posso capire se la popolazione è anziana o meno.
Attualmente in Italia ogni 1000 persone nascono 7 bambini.

Potrebbero piacerti anche