LA RISACCA MENSILE
Rievocazioni
di Michele Rallo FOIBE:UNA STORIA NASCOSTA AGLI ITALIANI
H o giá avuto modo di scriver-
lo su queste stesse pagine: la
storia non si falsifica
soltanto dicendo cose non vere; ma
anche dicendo una parte soltanto di
torio tra Venezia Giulia ed Istria.
L'uccisione barbara di Norma Cos-
setto é stato un episodio sconvolgen-
te, fino ad oggi celato al grande
pubblico e disvelato quasi per caso
uno dei due (l'altro era la Cecoslo-
vacchia) creati dalla bislacca fan-
tasia del presidente americano
Wilson e dei suoi reggicoda “occi-
dentali” alla fine della Prima Guerra
cose vere. Per esempio, riferendo di poche sere fa, grazie allo “zapping” mondiale.
comportamenti crudeli di una parte, di qualche spettatore poco interessa- Il Regno Serbo-Croato-Sloveno (dal
additata alla generale riprovazione, e to alle canzonette di Sanremo. In 1929 “Jugoslavia” cioé Slavia del
omettendo di riferire di analoghi realtá, si tratta di un fatto perfetta- Sud) venne fabbricato aggregando al
comportamenti della parte avversa.
Si costruisce in tal modo una
“vulgata”, cioé una narrazione am- Il dramma atroce di Norma Cossetto
piamente divulgata, diffusa capillar-
mente, destinata ad essere propagata
fra il popolo; e lasciando magari ad
e la “pulizia etnica” nella Jugoslavia di Tito
una ristretta cerchia di specialisti la Regno di Serbia una congerie di altri
possibilitá di accedere ad una popoli, in gran parte ostili ai serbi:
versione integrale e non purgata di sloveni, morlacchi, montenegrini,
quei medesimi fatti. croati della Croazia-Slavonia e del-
Esempio tipico di un tal modo di l'Erzegovina, musulmani“mujos”
procedere é la narrazione odierna della Bosnia, ungheresi della Vojvo-
delle vicende della seconda guerra dina, rumeni del Banato, albanesi del
mondiale, esemplificata e banalizza- Kosovo, turchi del Sangiaccato e –
ta in una versione “ufficiale” cui a ultimi non ultimi – gli italiani del-
tutti é fatto obbligo di attenersi, l'Istria e della Dalmazia.
quantomeno nelle esternazioni Gli italiani costituivano una robusta
pubbliche. minoranza in quelle due regioni, ma
Di tanto in tanto, peró, qualche erano addirittura maggioranza nelle
evento cinematografico e/o televisi- zone costiere, specialmente nelle
vo viene a sollevare un lembo del grandi cittá: da Capodistria a Pola, da
velo “politicamente corretto” che Fiume a Zara, da Ragusa a Sebenico,
Norma Cossetto
avvolge i fatti della nostra storia piú a tante altre italianissime città. Era il
recente, e allora anche l'uomo della retaggio degli antichi insediamenti
strada comincia a porsi delle mente noto agli addetti ai lavori, un latini e, soprattutto, del domínio
domande irriverenti. É stato il caso, episodio di ordinaria ferocia, uno dei della Repubblica di Venezia, che
qualche anno addietro, di “Katyn”, il tanti registratisi in quelle “radiose aveva fatto dell'intero mar Adriatico
film-scandalo di Andrzej Wajda. Ed giornate” del 1943 e degli anni un grande lago italiano. V'era, poi,
é il caso, in questi giorni, di “Red seguenti. un numero imprecisabile di “slavi
Land - Rosso Istria”, mandato in snazionalizzati” che parlavano
onda su RAI 3 in coincidenza con LA JUGOSLAVIA E LA italiano e che si sentivano italiani. E
una serata del festival di Sanremo. Il MINORANZA ITALIANA v'era,inoltre, un'altra zona grigia,
film é ambientato in Istria, pochi Ovviamente, tralasceró di dilungar- nell'interno, dove magari si parlava
giorni dopo l'8 settembre 1943, e mi sul singolo caso – o su altri ancora il tedesco dell'impero austro-
narra la vicenda – realmente accadu- analoghi – e tenteró piuttosto di ungarico e non ci si sentiva né
ta – di una giovane studentessa uni- ricostruire la vicenda generale della italiani né sloveni (in Istria) o croati
versitaria, Norma Cossetto, arrestata persecuzione degli italiani agli albori (in Dalmazia).
dai partigiani jugoslavi, torturata con della “nuova Jugoslavia” del ma- La Jugoslavia, comunque, andava in
ferocia inaudita, violentata ripetuta- resciallo Tito. pezzi con lo scoppio della Seconda
mente e infine gettata in una “foiba”. V'é da premettere, innanzitutto, che Guerra mondiale: la Serbia finiva sot-
Le foibe sono profonde caverne la Jugoslavia non era uno Stato to amministrazione militare tedesca,
verticali, che caratterizzano il terri- nazionale, ma uno Stato artificiale, la Slovenia era spartita fra Germania
che si volevano ciale quando i titini eccedevano
terrorizzare e scac- troppo in entusiasmo “liberatorio”.
ciare, affinché queste Per il resto, il meccanismo era lo
abbandonassero il loro stesso già sperimentato con successo
territorio e lo rendesse- in Istria e Dalmazia: arresti in massa
ro disponibile per dei nemici politici (di etnìa italiana
nuovi insediamenti. ma anche croata e slovena) oltre che
degli elementi considerati potenzial-
L'OCCUPAZIONE mente ostili – anche soltanto per
JUGOSLAVA posizione sociale – alla comunistiz-
DELLA VENEZIA zazione del paese.
GIULIA Gli arrestati sparivano senza lasciare
Era soprattutto dopo il traccia, sistematicamente “infoiba-
ritiro italiano dalla ti”.Particolarmente barbaro il meto-
guerra (8 settembre do di esecuzione. Le vittime erano
1943) che la situazione legate le une alle altre, a costituire
Il buco di una Foiba precipitava in tutti i una lunga catena umana; gli esecuto-
Balcani. Non solo ri sparavano all'individuo più vicino
e Italia, la Croazia diventava indi- nella ex-Jugoslavia, ma all'imboccatura della foiba; questi
pendente, parte della Dal- anche in Grecia e in Albania. L'acme, cadeva nel vuoto, trascinando con sé
mazia andava all'Italia, il Kosovo comunque, si raggiungeva dopo il 20 tutti gli altri. I più fortunati morivano
all'Albania, la Macedonia alla Bul- aprile 1945, quando Tito lanciava precipitando; gli altri sopravviveva-
garia, eccetera. l'offensiva finale su Trieste, il no per ore o per giorni, con gli arti
Ma, quando le sorti del conflitto “tappo” che ancora impediva ai spezzati, fra i cadaveri in putrefazio-
cominciavano a cambiare, russi e partigiani jugoslavi di portare a ne.
anglo-americani resuscitavano “a compimento l'occupazionetotale
tavolino” la Jugoslavia, attribuendo- della Venezia Giulia, regione che i IL DRAMMA DELLA CROAZIA
la, nella spartizione, alla sfera so- titini avrebbero voluto “jugoslaviz- (E DELLA DALMAZIA)
vietica. Gli anglo-americani abban- zare”. A difendere la città, oltre alle Più a sud, intanto, si consumavano
donavano i loro amici del movimen- truppe tedesche e della Repubblica gli ultimi istanti di vita della Dal-
to di resistenza che faceva capo al Sociale Italiana, le milizie nazionali- mazia italiana. Di italiani, a onor del
governo serbo di Londra, e davano ste di Serbia, Slovenia e vero, ne restavano ben pochi. La mag-
via libera al Comitato Antifascista di Montenegro. gior parte di loro aveva cominciato
o
Liberazione Nazionale (AVNOJ), Il 1 maggio, dopo che gli anglo- ad abbandonare la regione fin dal
paravento del clandestino Partito americani avevano preparato il novembre 1944, dopo che un anno di
Comunista Jugoslavo (KPJ). terreno con bombardamenti massic- bombardamenti angloamericani a
Leader indiscusso del KPJ e del- ci, il IX Corpus jugoslavo aveva tappeto (54 solo su Zara) aveva
l'AVNOJ era il croato Josip Broz, ragione delle ultime difese italo- spianato la strada all'occupazione
nome di battaglia “Tito”. Peró, es- tedesche, occupando Trieste, Gori- dei partigiani titini.
sendo i suoi connazionali croati zia e l'intera regione giuliana. Per la La regione, dopo l'8 settembre del
schierati coralmente al fianco del- popolazione italiana iniziava un '43, era ufficialmente sotto l'autoritá
l'Asse, Tito faceva principalmente terribile incubo, che durerà un mese dello Stato Indipendente Croato. Ma
riferimento ai serbi, fino ad essere e mezzo, fino a quando gli accordi di adesso – il 6 maggio 1945 – l'esercito
considerato dai suoi avversari un Belgrado divideranno il territorio croato evacuava la capitale Zagabria
“serbo-comunista”. giuliano-istriano in una Zona A e l'ultima linea di difesa (la linea
In effetti, il Comitato Antifascista (assegnata all'occupazione angloa- Zwonimir) ripiegando a nord, in
titino operava non soltanto contro gli mericana) e in una Zona B (destinata direzione di quello che era stato il
eserciti occupanti, ma anche contro i all'annessione alla Jugoslavia). valico di frontiera fra Slovenia ed
rappresentanti delle nazionalitá ex- Prima, per oltre quaranta giorni, Austria, con l'obiettivo di arrendersi
jugoslave che volevano mantenere la Trieste – ufficialmente annessa alla agli inglesi e di sfuggire così ai titini.
propria indipendenza e contro tutte Jugoslavia – sperimentava l'orrore
le minoranze etniche considerate della violenza titina. Anche se qui,
non assimilabili ad una Jugoslavia ovviamente, l'obiettivo dei titini non
restaurata. In altre parole, la Resi- era la pulizia etnica, come in Istria e
stenza titina non soltanto guerreggia- Dalmazia. Inoltre, i partigiani jugo-
va contro tedeschi e italiani, ma slavi dovevano agire con una certa
diventava anche uno strumento di cautela, stando attenti a non mettere
pulizia etnica. Fenomeno – la pulizia in difficoltà le truppe occidentali co-
etnica – che rientrava in una antichis- occupanti. Queste, dal canto loro, si
sima prassi della politica balcanica: accontentavano di salvare la faccia, I possedimenti della Repubblica di Ve-
si infieriva sulle popolazioni civili limitandosi a qualche protesta uffi- nezia sulla riva orientale dell'Adriatico
Verso il vecchio “confine di Klagen- Piccolo partico- Sezione di una Foiba
furt”, quindi, si muoveva una lare: i militari
imponente marea umana. Soltanto i croati avevano
militari croati erano circa 200.000, prestato servizio
ma a questi bisognava aggiungere non nelle forze
mezzo milione di civili in fuga: varie tedesche, ma in
colonne di profughi, lunghe decine quelle di uno
di chilometri, le cui avanguardie Stato indipen-
erano talora giunte alla meta mentre dente. Ma poco
le retroguardie combattevano ancora importava, e la
contro i reparti partigiani che erano “consegna” ai
lanciati all'inseguimento. titini veniva ef-
Altre colonne muovevano da Karlo- fettuata il 15
vac e da altre città della Croazia: a maggio, con
comporle non erano soltanto croati, criminale flem-
ma anche serbi, bosniaci, montene- ma britannica.
grini, albanesi, in fuga dai rispettivi Si chiudeva così
paesi; oltre che militari ungheresi e la prima fase di
cosacchi che non erano riusciti ad quell'evento che
aggregarsi alla ritirata tedesca. – i m p r o p r i a-
E dalla stessa Slovenia, due giorni mente – passerà
dopo, un'altra fiumana di gente alla storia come
muoveva verso il vecchio valico di “il massacro di
confine: politici anti-serbi e militari Bleiburg”.
delle formazioni collaborazioniste, Evento – sia
insieme alle rispettive famiglie e ad detto per inciso
altri civili. – che non coin-
Il 14 maggio il grosso della marea di volgeva gli ita-
profughi varcava il confine e si liani della Dalmazia, il cui esodo si patria, perché considerati fascisti o,
rifugiava presso la cittadina austria- era svolto e continuava a svolgersi comunque, responsabili delle loro
ca di Bleiburg, dove aveva sede il attraverso altre direttrici. stesse disgrazie. La vulgata del
Comando inglese. La resa era uffi- Erano invece coinvolti gli italiani dopoguerra, infatti, giustificava i
cialmente notificata al comando dell'Istria. Ma in una seconda fase. crimini titini come una forma di
alleato: «In fuga davanti all'Armata Quando i partigiani jugoslavi proce- reazione per le “violenze fasciste”
jugoslava di Tito, 200.000 soldati devano, in territorio sloveno, alla nei territori contesi. Come a dire che
croati e circa mezzo milione di civili esecuzione sommaria di una parte foibe e marce della morte erano in
(vecchi, invalidi, donne e bambini) si dei prigionieri di Bleiburg (da qualche modo giustificate da qual-
trovano sulle strade, diretti incontro 55.000 ad oltre 200.000 secondo le che isolato episodio di stupida
3
all'Esercito anglo-americano. Nella diverse stime ). E soprattutto quando arroganza da parte degli squadristi
storia del mondo, ciò rappresenta un i sopravvissuti erano avviati a sud, più esagitati.
plebiscito unico e mai visto, col nella drammatica “marcia della mor- Ma, allora, si preferì far finta di
quale l'intero popolo croato respinge te” verso i terribili gulag jugoslavi. credere a questa versione bugiarda, e
la formazione dello Stato jugoslavo i nostri fratelli istriani e dalmati furo-
e, in particolare, il regime bolscevi- IL NUMERO DELLE VITTIME no trattati con spocchia e disprezzo.
co di Tito. (…) Facciamo rilevare ai Quanti italiani tra le vittime di questi Atteggiamento vigliacco, infame,
supremi rappresentanti alleati che episodi? Impossibile stabilirlo con verso quei tanti italiani la cui unica
non si tratta di un esercito, il quale precisione. Le statistiche, oggi, ten- colpa era di aver abitato in città e
peraltro avrebbe desiderato conti- dono ad effettuare una valutazione villaggi che gli accordi tra i vincitori
nuare la lotta, (...) ma di centinaia di complessiva dei morti nelle foibe, avevano destinato alla forzata inclu-
migliaia di croati che, conoscendo il nella marcia della morte e nei campi sione in uno Stato artificiale. Uno
terrore del regime di Tito, si sono di concentramento. La valutazione Stato che oggi non c'è più, travolto
volontariamente messi sulla strada più accreditata fissa a circa 11.000 il dal risveglio dei popoli slavi dopo la
1
dell'emigrazione.» numero delle vittime italiane, anche fine del sistema comunista.
Contemporaneamente, peró, il se non mancano stime più alte o più
4 NOTE
Quartier Generale Alleato trasmette- basse . 1) Antonio PITAMITZ: Lo sterminio dei croati.
va al Comando di Bleiburg il suo Assai più alto, ovviamente, é il nu- Maggio-giugno 1945.// “Storia Illustrata”, 6-
verdetto: «Tutto il personale di ac- mero di quanti furono costretti ad 7/1984.
2) Antonio PITAMITZ: Lo sterminio dei croati.
certata nazionalità jugoslava che abbandonare le loro terre per cercare Cit.
prestava servizio nelle forze tede- rifugio in Italia: da 250.000 a 3) Massacro di Bleiburg. www.it.wikipedia.org
sche, deve essere disarmato e con- 4) Massacri delle foibe. www.it.wikipedia.org
2
350.0005. 5) Esodo giuliano-dalmata. www.it.wikipedia.org
segnato alle forze jugoslave.» Furono accolti con aperto fastidio in