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DANIELE NOVARA
URLARE
NON SERVE
A NULLA
Caste cont
conde
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Diffcle trovare un genitore che non alzi mai la voce e non si
lasci travolgere dallemotivitd davanti ai caprcci, anche i pit
cesasperanti, dei fil. Ditficile, anz diffiilissimo. Eppure, sebbe-
ne perdere il controllo e urlare ogni tanto sia quasi inevita
bile - al punto da qualifcare il genitore nella sua umanissima
imperfezione ~ cid non deve diventare un alibi. tI compito di
madri e padri dovrebbe essere quello di impegnarsi per su-
perare quest’impasse, di organizzarsi per recuperate il proprio
tuolo genitoriale e cosi accompagnate i figli nel loro sviluppo.
i questo, di urla dannose e buone pratiche, parliamo con Da-
niiele Novara, trai pid noti pedagogisi italiani e gid autore,
tra le tante pubblicazioni, del volume che da titolo a questo
articolo: ‘Unare non serve a nulla. Gestire i conflitti con i
figli per farsi ascoltare e guidarli nella crescita’ (Bur, 2014).
Una bussola utile per individuare modalita alternative alle urla
€ strategie efficaci da applicare nella gestione dei confit in
famiglia
«Le ura possono spaventare, ma non educano: sono espres-
sione delincontinenza emotiva del genitore, che urlando
trasmette le sue ansie al fig, mentre questi avrebbe solo
bisogno di trovore una quida e dei punt di riferimento. Le ura,rc
CONES
SCUOLA SI PUO
DANIELE NOVARA
Pedagogista, counselor e formatore, nel 1989 ha fondato
«da allora ditige il Cpp (Centio psicopedagogico per Vedu-
catione e la gestione det confit) € docente del master in
Formazione interculturale all Universita Cattolica di Milano
direttore di Confit ~Rivista italiana di ricerca e forma-
zione psicopedagogica. Ha ideato il metodo Litigare bene
€ diversi strumenti educatvi: la Conversazione maieutica,
il Cestino della rabbia, il Cassetto delle tracce. Tra le sue
ppubblicazioni pid recentiricordiamo ‘Litigare fa bene. Inse-
‘gnare 2i propti fig a gestire i confit per cresceri pid sicui
€ felic’ (2013), ‘Meglio dirsele. imparare a litigare bene
peer una vita di coppia felce’ (2015), ‘Punire non serve a
nulla, Educare i figli con efficaciaevitando le trappole emno-
tive’ (2016), ‘Non é colpa dei bambini’ (2017) “bul non
sannolitigae. Insegnare ai ragazzi a vivere con gli alti e a
rispettari’ (2018). € appena uscito in libreia ‘Cambiare la
scuola si pud’ (Bur).
infott, sono lepifenomeno pid evidente del genitore sempre
attivo sul piano emotive, e molto meno su quello educativo,
Da anni sostengo una cosa molto semplice: Veducazione
dovrebbe coincidere con Vorganizzazione del processo di
crescita e apprendimento di bambini e ragazzi. Il genitore
emotivo (colui che “non si basa su un progetto, ma su una vi
sione spontaneistica dell'educarione”, come si legge nel libro,
1dr) fonda il suo metodo su una sorta di idea di onnipotenza
relazionale: “Sono umano, non di ghiaccio, amo mio figlio
‘mi deve prendere per quello che sono". Questo & un errore e
‘uno degli equivoci pid frequenti: Famore non é un dispositive
educativo né un fine, semmai una condizione, un presupposto
@ partie dol quale impostare leducazione dei figl. La quale,
come accennato, é un fatto organizzativo e deve comtspon:
dere olle diverse tappe evolutive. Pensiamo ad esempio af
sonno: il bombino non pud autoregolarsi, é fadulto che, pur
rispettando iritmi naturali del figlio, deve sceqliere per lui orasi
€ luoghi, decidere una consuetudine e fara rispettare>.
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Possiamo dire che stabilire delle regole, che funzionino
da binari per il bambino, pud aiutare il genitore a educare
bene e urlare di meno?
«Sicuramente, anche se neglt ultimi tempi ho iniziato ad ab:
bandonave il termine regole 0 favore di abitudini. E poiché
il bambino é naturalmente abitudinaro, il genitore non deve
for altro che for coincidere questa predisposizione con Vor-
ganizzazione della sua quatidianita, costruenda per lui un
insieme di consuetudini che ne strutturino lo giornato, rassicu-
randolo nel suo innato bisogno di ritwalita (quando mangiare
cosa, quando fare la nanna e dove, quando e per quanto
tempo guardare la ty, la buona norma di lavarsi le mani prima
4ei pasti la routine della colazione, nd)».
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II libro si concentra su bam!
€ sugli adolescenti.
piccoli, fa fascia 0-3 an
vieti le prime norme, i caprici le prime url.
«an quest’epaca si ossiste ol passaggio dal puro accudimento
altfeducazione, alla necessit di organizzorsi e organizzare la
giornata del bambino. bi qui subentrano nuove tension e il
sgenitore -perché succede a tutti genitori-urla: in genere, cid
‘non capita fino altonno/anno e mezzo, mentse nel secondo e
gid gran
ui vorremmo invece riflettere sui pid
‘quella in cui arrivano i pri
terzo anno di vita del bambino & quasi inevitabile».
PROMEMORIA
Lasso) Ke) re
+ Abitudini - Comandi
+ Chiarezza ~ Discussioni
+ Distanza’ = Coinvolgimentonitoria mantenere il controllo?
«4 piccoli sono molt rcettiv rispetto agit stati emotiv dei geni-
tori, ma anche molto malleabil, per cui riescono ad adequarsi
bene alle dsposiziontorganizzative: la loro plastcité meuroco-
gnitiva & fantastico. Un consigio che do sempre ai genitori é