Bibliografia Munari
Bibliografia Munari
Bibliografia
Biblioteca Cesare Pavese – Settembre 2021
Criterio di ordinamento e fonti
Il primo criterio è la divisione in blocchi, si sono distinti:
i libri di Bruno Munari
i libri facenti parti di collane editoriali da lui dirette
i libri di cui Munari è illustratore
i libri su Munari ed il suo metodo
All’interno di questi blocchi l’ordinamento è cronologico (riferito alla
prima uscita editoriale od alla prima progettazione, per quanto ci è
riuscito di ricostruire); ma poiché abbiamo dei gruppi omogenei di libri
(come i cappuccetti, o i libri sulle forme) il criterio del raggruppamento
ha ‘attratto’ libri facenti parte del gruppo ma pubblicati in anni più
tardi. Questo perché sono stati fatti dei box di premessa ai gruppi di
libri, e quindi è apparso naturale fare seguire tutto ciò che afferisce ad
un certo progetto editoriale o linea progettuale.
Per quanto riguarda i testi che accompagnano i titoli, essi attingono al
materiale che si trova in Internet (in particolare il sito della casa
editrice Corraini e i principali siti su Munari), con l’aggiunta di
osservazioni o piccole modifiche.
La fonte per rintracciare le storie editoriali e la loro cronologia sono i
principali siti munariani e il libro di Giorgio Maffei “Munari: i libri”.
1
I libri di Bruno Munari
LE MACCHINE DI MUNARI
Corraini 2001; prima edizione Einaudi 1942 nella Collana “Libri per
l’infanzia e la gioventù”
R/E 741.642 MUN, inv. 167025
Munari ci racconta delle macchine inutili in
https://www.youtube.com/watch?v=7UyQm9nvmOU
Il libro presenta alcuni esempi del lavoro post-futurista del designer: macchina
per addomesticare i cani, misuratore automatico del tempo di cottura
per uova sode, agitatore di code per cani pigri...
Munari così le descrive in un articolo comparso su “La Lettura” nel 1937,
chiarendo alcuni importanti significati politici e filosofici di questa inutilità
con leggerezza ed ironia: “…Inutili perché non fabbricano, non eliminano
manodopera, non fanno economizzare tempo e denaro, non producono niente
2
di commerciabile... Non sono altro che oggetti mobili colorati, appositamente
studiati per ottenere quella determinata varietà di accostamenti, di movimenti, di
forme e di colori. Oggetti da guardare come si guarda un complesso mobile di
nubi dopo essere stati sette ore nell’interno di un’officina di macchine utili… sono il
congegno ideale grazie a cui possiamo far rinascere la nostra fantasia,
quotidianamente afflitta dalle macchine utili. Trovano il loro motore nei fenomeni
naturali, come spostamenti d’aria, sbalzi di temperatura…, assumendo l’aspetto di
vita propria paragonabile al movimento delle erbe di un campo, al mutare delle
nuvole, al rotolare di un sasso in un ruscello.”
3
I libri del ‘45
Nel 1945, dopo la nascita del figlio Alberto, Munari avverte l’esigenza di
creare libri per bambini che ancora non sanno leggere, e lo fa ispirandosi ai
loro giochi. Racconta: “…vedevo i tipici libri per l’infanzia, tutto testo, con
poche illustrazioni al tratto, perché costava meno. Invece, con tutte le
possibilità che offre l’industria tipografica – pieghe, carte, tagli, fori, fustellate –
c’erano tanti altri modi di comunicare.
Ecco, il libro è fatto anche di comunicazione visiva, di comunicazione
attraverso i sensi, oltre che con la parola e con la vista”.
Ecco quindi la grande invenzione dei libri-album animati, di gran
formato, fascicolati, la cui particolarità risiede nell'essenzialità del segno, ampio
ed elegante, negli inserti di diverse dimensioni, nelle finestre, fori e fustelle che
creano curiosità ed attesa, invitando i lettori ad aprire, voltare pagina, scoprire
e immaginare cosa c'è dietro, in un gioco tenuto vivo dalle magie della
carta. Munari racconta con un codice visivo anziché testuale,
eliminando il protagonista, che pensa plagi il bambino. Il solo protagonista è
quindi quest’ultimo, e viene incoraggiato ad entrare nella storia attraverso lo
stupore degli incontri con i tanti personaggi a cui capitano cose semplici ma
curiose e surreali.
I libri sono editi negli anni ’40 da Mondadori, nel 1979 da Emme
edizioni e, a partire dal 1997, la serie completa, comprensiva di alcuni
inediti, è stata riedita da Corraini.
http://www.liberweb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2071
1.html&Itemid=230
http://www.notiziarioartecontemporanea.it/pdf/viewer/?nac=6-
7&cartella=1971
4
MAI CONTENTI
Emme 1979; prima edizione Mondadori 1945 nella Collana
“I Libri Munari”, n. 1
MAG/Prescolare A5/ MUN, inv. 69684
Insieme a Storie di tre uccellini continua la storica serie di libri degli anni Quaranta
di Bruno Munari. Qui, come spesso succede nella vita reale, animali sognano di
essere altri animali, in un divertente ed ironico rimando circolare.
5
TOC TOC CHI È? APRI LA PORTA
Corraini 2003; prima edizione Mondadori 1945 nella Collana “I Libri
Munari”, n. 3
PR A 5 MUN, inv. 170664
Toc toc e una porta si apre, un racconto essenzialmente visivo pieno di attese e di
sorprese ottenute attraverso soluzioni semplicissime.
IL PRESTIGIATORE VERDE
Corraini 2003; prima edizione Mondadori 1945 nella Collana “I Libri
Munari”, n. 4
PR A5 MUN, inv. 170665
Il prestigiatore verde, il simpatico Alfonso, sparisce e ricompare tra le
pagine in bauli e scatole per riuscire finalmente a suonare il suo violino.
6
STORIE DI TRE UCCELLINI
Corraini 2001; prima edizione Mondadori 1945 nella Collana “I Libri
Munari”, n. 5
AGG PR Z MUN, inv. 160259
Tre delicate e eleganti storie di altrettanti uccellini che finiscono in gabbia.
IL VENDITORE DI ANIMALI
Corraini 2004; prima edizione Mondadori 1945 nella Collana “I Libri
Munari”, n. 6
PR A5 MUN, inv. 170659
Un bizzarro venditore ci propone una teoria di fantasiose creature dalle strane
abitudini.
7
GIGI CERCA IL SUO BERRETTO: DOVE MAI L'AVRÀ CACCIATO?
Corraini 2004; prima edizione Mondadori 1945 nella Collana “I Libri
Munari”, n. 7
PR A5 MUN, inv. 168754
IL PRESTIGIATORE GIALLO
Corraini 1997 nella collana “Bambini”; progettato nel 1945
PR A5 MUN, inv. 123222
Un inedito recuperato dall’editore Corraini. Siate pronti a spalancare gli occhi e a
rimanere a bocca aperta perché questo prestigiatore giallo è un mago coi
fiocchi. Silvana Sperani legge per l’Associazione Bruno Munari su
https://www.facebook.com/AssociazioneBrunoMunariABM/videos/2573943579551
046/?extid=SEO----
8
BUONA NOTTE A TUTTI
Corraini 2001; progettato nel 1945, prima edizione Corraini 1997 nella collana
“Bambini”
PR A5 MUN, inv. 144231 e 160262
Un altro inedito del 1945 che va a completare la storica serie dei primi libri animati
per bambini. Quando scende il buio, è ora di andare a dormire per tutti. E se noi ci
rifugiamo nel nostro letto, dove andranno a nascondersi tutti gli animali? Un album
che è una scoperta di tutti i giacigli più insospettabili.
I libri illeggibili
Si tratta di opere la cui progettazione inizia ha inizio nel 1949 e continua lungo tutto il
percorso di Munari, che qui rinuncia definitivamente alla comunicazione testuale:
sarà la carta stessa a comunicare, attraverso il formato, il colore, la tipologia e la
variazione dei i tagli, facendosi pura valenza estetica. “Si omettono gli elementi che
costituiscono il libro tradizionale, come il colophon e il frontespizio, e la lettura
diventa lo svolgersi cadenzato di una composizione musicale, con timbri sempre
diversi nell’alternarsi delle pagine. Nel segno di questa rarefazione visiva, che tanto
deve alla conoscenza dell’arte e della cultura giapponese, la sperimentazione dei
materiali e la produzione di "libri illeggibili" continua per Munari lungo tutto l'arco
della propria vita.” (Dalla presentazione della casa editrice Corraini)
Di alcuni libri vennero esposte alla Libreria Salto di Milano delle copie fatte a mano
da Munari, in una cartella di 12 tavole realizzate da Dorazio, Dorfles, Fontana,
Garau, Guerrini, Mazzon, Monnet, Munari, Perilli, Soldati, Sottsass e Veronesi. Si tratta
della libreria presso la quale nacque il “Movimento dell’arte concreta”, del quale
Munari fu uno dei fondatori, e le cui sperimentazioni tendono a demitizzare la
sacralità dell’arte.
Nel 1953, un libro illeggibile bianco e rosso, a pagine tagliate, è stato pubblicato
fuori commercio in 2000 copie da Steendrukkerij de Jong & Co. in Olanda, a cura di
Pieter Brattinga nella collana Quadrat Blatter. Nel 1955 esemplari dei libri illeggibili
sono stati esposti al Modern Art Museum di New York (nella cui Design Collection
sono tuttora conservati 9 "libri illeggibili") nella mostra Two Graphic Designers.
9
LIBRO ILLEGGIBILE. CODICE OVVIO
Corraini 2017; prima pubblicazione all’interno di “Codice Ovvio”,
Einaudi 1971
A 745.449 2 MUN, inv. 170867
https://www.doppiozero.com/materiali/bruno-munari-codice-ovvio
Il libretto era originariamente un inserto del libro “Codice ovvio”, pubblicato da
Einaudi nel 1971 con la prefazione di Paolo Fossati. Online nel sito segnalato.
LIBRO ILLEGGIBILE MN 1
Corraini 2007; prima edizione 1984
A 745.449 2 MUN, inv. 175711
https://www.youtube.com/watch?v=MV9YbmTVCpA
https://www.youtube.com/watch?v=7DgnNMRzifo
Si tratta del primo libro MN, serie di 5 progettati espressamente per la casa editrice
e Galleria d’arte Corraini.
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Nella notte e nella nebbia: vedere
attraverso
«Verso gli anni Cinquanta facevo delle ricerche sulla possibilità di comunicazione
visiva della tecnologia editoriale. [...] Realizzavo libri fatti solo di carte diverse di
materia e di colore [...]. Da questa sperimentazione nacque anche un libro per
bambini intitolato “Nella notte buia”, dove si vede, (non si racconta a parole, si
vede) una storia di gatti che vanno per i tetti, stampati in blu su carta nera. [...]
Fatto il menabò ne ero entusiasta. Chi potrà apprezzare questo nuovo tipo di libro
se non un editore nuovo? Andai subito a proporlo a Bompiani il quale, con la sua
gentilezza proverbiale, guardandomi come si guarda un bambino, mi disse:
“Bellissimo! Divertente! proprio molto originale, ma... dov’è il testo? Questo non è
un libro.” Questo libro è stato stampato poi da un amico tipografo, nel 1956. Oggi
è introvabile. Alcuni esemplari sono nei musei d’arte moderna di vari paesi» (Bruno
Munari, in Vincenzo Accame, Valentino Bompiani. Idee per la cultura, Milano,
Electa, 1989, p. 66). Le parole di Munari ci ricordano che la sperimentazione che
sta conducendo è davvero eversiva: l’oggetto libro non è un semplice supporto
ma un oggetto da progettare in toto.
Secondo questa linea di ricerca, nel 1968 Munari pubblicava Nella
nebbia di Milano, in cui il “vedere attraverso” declinato attraverso gli
effetti di trasparenza, fori e fustellature, diventa un modo di coinvolgere il
lettere in percorsi non lineari che giocano sullo spiazzamento e la
sorpresa del lettore. Due anni Munari tornava dedicarsi al tema della
trasparenza con Più e meno: il libro diventa gioco invitando il bambino a
creare le sue storie.
“Era il 1968. In quell'anno in cui tutto è stato rimesso in discussione, Bruno Munari
pubblicava Nella nebbia di Milano, cuore di una trilogia di libri per bambini non
semplicemente scritti e ‘illustrati’, ma più propriamente ‘progettati’.” (La Lettura).
Ritratto spietato e gustoso della metropoli lombarda con forme nere, stilizzate,
geometriche, creando un effetto nebbia con la carta lucida semitrasparente, in
contrasto fortissimo con il fantastico mondo del circo rappresentato al centro del
libro. Il lettore viene completamente coinvolto ed entra attivamente nel racconto,
in un percorso fatto di immagini e suggestioni create dall'uso di carte diverse
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fustellate e disegnate. Sovrapposizioni, finestre, incroci e dissolvenze introducono
un elemento scenico che distrugge la logica narrativa del libro tradizionale. Il
lettore non si muove in modo lineare ma attraversando uno spessore. L’obiettivo
educativo è di fare uscire il bambino dalla gabbia dei significati definiti e portarlo
verso un’esperienza libera.
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LA RANA ROMILDA
Corraini 1997; ideato e disegnato nel 1958
R/E 853.914 MUN, inv. 144318, 144316 e 144317
La storia di una rana che lascia la sua sicura abitazione per scoprire il mondo,
vivendo avventure curiose e divertenti, si gioca su pochi colori decisi: nero, verde,
arancio.
Comincia col saltare fuori dal fosso dove abita con la sua famiglia per
tentare l’avventura. Vuol conoscere il mondo e, sempre a grandi salti
(approfittando delle pause che si trovano tra un capitolo e l’altro)
capita in un negozio di ortolano, nascosta nella cesta della verdura, poi
sotto il cappello di un uomo che stava salutando un amico, poi nella
stanza da bagno di una signora proprio mentre... insomma, ne fa di tutti i
colori!
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La collana Tantibambini Einaudi
Nel 1972 nasce, sotto la direzione editoriale di Bruno Munari, la collana
“Tantibambini”, dedicata ai piccoli lettori, cerca di raggiungere, come dice il
nome stesso, tanti bambini con tanti libri diversi. Alla collana collaborarono
graphic designer che per la prima volta si avvicinavano all’editoria per bambini.
Ecco la poetica della collana, riportata nelle retrocoperte, che scatenò
polemiche anche tra gli intellettuali, sia perché l’effetto era piuttosto altisonante,
sia perché si eliminavano gli elementi fondanti delle fiabe classiche, sia perché le
storie non sembrano concepite per i bambini ma per un preciso programma
culturale: “Fiabe e storie semplici, senza fate e senza streghe, senza castelli
lussuosissimi e principi bellissimi, senza maghi misteriosi, per una nuova
generazione di individui senza inibizioni, senza sottomissioni, liberi e coscienti delle
loro forze”.
Caratteristiche comuni tra tutte le pubblicazioni furono la grafica, il formato
quadrato (mantenuto nelle riedizioni Corraini) e l’incipit della storia nella
copertina. La collana incontrò difficoltà di promozione perché era piuttosto
difficile farne recepire l’intento ed accettare i nuovi canoni. Anche il formato non
era gradito, perché i libri, sottili e senza costa, erano visti come oggetti di poco
pregio. Munari li aveva pensati messi di piatto, come nei progetti nati negli anni
con la libreria Salto di Milano.
Il prezzo economico scatenò un effetto paradossale perché risultò disincentivante
sia per i compratori (che dubitarono della qualità) sia per i librai (che ci
guadagnavano troppo poco). La collana, nonostante i prezzi politici, non ha
successo e si spegne nel ’78 dopo aver pubblicato una sessantina di titoli.
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lettera “i”, poiché la successione delle lettere nel libro segue la semplicità che esse
hanno nella scrittura e la reale difficoltà che i bambini, generalmente, hanno di
fronte a determinate lettere. Ritagliando ed incollando, oppure scomponendo e
ricomponendo, i bambini possono seguire l’esempio riportato nel libro oppure
scegliere un percorso diverso, nuovo e soprattutto personale.
ZOO
Corraini 2002; prima edizione New York, The world Publishing Company
1963
PR D1 MUN, inv. 129411
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Forme
Il quadrato, Il cerchio e Il triangolo costituiscono una speciale trilogia dedicata
alla storia, significati e usi di queste forme.
I primi due volumi uscirono nella storica, raffinatissima collana “Il quadrato” di
Scheiwiller; tutti e tre uscirono poi, in diverso formato, nella collana Quaderni di
design tra 1976 e 1978. Rappresentano un elegante e stringato compendio alle
figure che l'uomo ha messo al centro della propria scienza, tecnica e
simbologia, dai primordi fino ad oggi.
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IL CERCHIO
Corraini 2006; prime edizioni: Scheiwiller, New York – Wittenborn,
Stockholm - Diefenbronner 1964
A 745.449 2 MUN, inv. 169287
"Dio è un cerchio il cui centro è dappertutto ma la cui circonferenza è in nessun
luogo". Al cerchio è associata la perfezione, la ciclicità, la superiorità del divino,
ma anche l'instabilità e il moto. In natura sono sferiche le bolle di sapone e
circolari gli anelli di crescita degli alberi; si narra fosse un circolo perfetto la O di
Giotto, mentre la perfezione è tangibile nel Tondo Doni di Michelangelo e nella
Vergine col Bambino di Botticelli. I cavalieri di Re Artù si riunivano attorno a una
tavola rotonda per simboleggiare la loro parità, così oggi ci si riunisce in cerchio
per prendere decisioni o vedere uno spettacolo. Bruno Munari raccoglie e
descrive in questa straordinaria, piccola enciclopedia, decine di usi nei secoli di
questa affascinante e misteriosa forma, tanto instabile quanto ieratica.
IL TRIANGOLO
Corraini, 2007
A 745.449 2 MUN, inv. 175729
Pur essendo previsto nella collana “Il quadrato” di Scheiwiller, il volume sul
triangolo non sarà pubblicato dall’editore milanese ma da Zanichelli, nel 1976,
nella collana Quaderni di design. La casa editrice Corraini pubblicherà infine
questa edizione, recuperando il formato quadrato della Scheiwiller .
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ARTE COME MESTIERE di Bruno Munari
Laterza 2017; prima edizione 1966
A 745.449 2 MUN, inv. 169332
«Non ci deve essere un’arte staccata dalla vita: cose belle da guardare e cose
brutte da usare.» La classica, originalissima opera in cui un grande artista italiano,
noto in tutto il mondo per l’estrosità e la leggerezza delle sue creazioni, ha
demolito una volta per sempre il mito dell’artista-divo per sostituirlo con la figura
del ‘designer’. Attraverso un’avvincente analisi di opere e di temi, condotta con
disegni e immagini chiare e godibili, Munari fornisce una presentazione
estremamente esauriente del design e delle sue diverse specializzazioni: visual
design – industrial design – graphic design – design di ricerca. Una bella pagina
web sul Munari teorico del design è https://www.doppiozero.com/materiali/le-
lezioni-americane-di-bruno-munari : si parla del ciclo di lezioni di Munari ad
Harward attraverso un originale e stimolante parallelismo con le Lezioni americane
di Calvino.
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sul tema del libro “aperto”, i cui fogli si possono disporre su di un piano e guardare
tutti insieme. Il processo è congeniale alla de-strutturazione dei canoni che sta a
cuore a Munari: perché la rilegatura impone una sequenza, mentre le carte
sciolte lasciano totale libertà. Infatti, il libro-gioco di Bruno Munari è costituito da 25
cartoncini di colori diversi, ognuno con 3 tondi fustellati (che obbligarono lo
stampatore ad inventare un nuovo trapano). L’insieme propone al lettore un
viaggio dedicato alla scoperta del volto, delle sue espressioni, delle emozioni che
le fanno nascere. Il tema delle facce interessa molto Munari, e diventa qui un
gioco legato agli occhi e alle diverse possibilità del vedere. Egli suggerisce:
"mescolate i disegni, cambiate i colori degli occhi, abituiamoci a guardare il
mondo con gli occhi degli altri...".
Al tema del vedere, dei punti di vista, del vedere con occhi di altri è
connesso “Da lontano era un’isola”, che nel titolo introduce un rapporto
spaziale specifico tra oggetto e spettatore. Pagina dopo pagina, Bruno
Munari ci conduce alla scoperta di un mondo nascosto tra le pieghe dei
sassi, che improvvisamente si popolano di personaggi disegnati
seguendo le linee e le vene della pietra. E sorridendo di fronte a una
scimmia aggrappata a liane-striature di un sasso, ci si accorge di come il
punto di vista cambi addirittura la nostra percezione della realtà: un
tema concettualmente e filosoficamente complesso affrontato
attraverso un semplice gioco. Un testo fondamentale per vedere un po’
meno e osservare un po’ di più.
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ARTISTA E DESIGNER
Laterza 2017; prima edizione 1971
A 745.449 2 MUN, inv. 171602
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I cappuccetti
Tutti conoscono Cappuccetto Rosso, ma forse non tutti sanno la storia di
Cappuccetto Verde, Cappuccetto Giallo e Cappuccetto Bianco, mandati
dalla mamma a portare alla nonna un cestino pieno di cose verdi, gialle,
bianche. Il lupo nero li aspetta nel folto del bosco, nel traffico, nella neve...
riuscirà a prenderli? Con queste favole, pubblicate per la prima volta nella
storica collana Einaudi "Tantibambini", un colore diventa protagonista nei
disegni, nel testo e nei personaggi. Bruno Munari ha giocato con la fiaba
tradizionale e ne ha allargato gli orizzonti, creando personaggi e storie nuove. Si
possono considerare esercizi di stile, variazioni alla Raymond Queneau.
Questo si verifica sia per quel che riguarda le tecniche artistiche (collage con
inserzioni di materiale giornalistico, fotografie, disegni a matita, stampinatura) sia
per gli spunti narrativi, sia per l’esercizio stilistico che trova soluzioni lessicali e
testuali inaspettate ed efficaci. I Cappuccetti sono un esempio di educazione
all’immagine, vera leva per sollecitare l’immaginazione attraverso variazioni sul
tema delle forme e del colore. I paradossi della fiaba classica vengono
decantati da Munari con una grande ironia proprio grazie all’elezione di un
colore a protagonista dell’intera realtà, tono emotivo dell’avventura: ma questo
gioco monocromatico crea nuovi stupori e suggerisce esso stesso al bambino
che con gli archetipi si più giocare, variare, trasformare, creare universi paralleli.
La narrazione viene semplificata, ma abbiamo una ricchezza di vocaboli, anche
inventati, che giocano a creare anche a livello lessicale un mondo inaspettato
e sorprendente di sfumature e variazioni sul tema del colore protagonista.
Intorno all’avventura centrale, l’attraversamento del bosco e l’incontro col lupo,
viene intessuto un universo inedito e pieno di spunti per elaborazioni fantasiose
dei personaggi, degli oggetti, delle situazioni.
CAPPUCCETTO VERDE
Corraini 2007; prima edizione Einaudi 1972 nella Collana
“Tantibambini”, n. 6
PR H MUN, inv. 175381
22
La vera rivoluzione operata rispetto al testo originale è rappresentata proprio dal
colore verde che ridefinisce i parametri della vicenda, trasformando la gamma
cromatica nella vera protagonista del libro e nel movente per portare i bambini
ad appassionarsi alla storia. Cappuccetto verde è salvata da verdi amiche
ranocchie valorizzando il coraggio dei più piccoli.
CAPPUCCETTO GIALLO
Corraini 2007; prima edizione Einaudi 1972 nella collana “Tantibambini,
n. 12”
R/E 853.914 MUN, inv. 144297 e PR H MUN, inv. 144250
Cappuccetto si sposta in un bosco metropolitano dove il lupo, inquietante,
osserva da un’automobile la bambina per sfruttare il momento propizio. Lo stridere
tra il giallo e il grigio crea un universo contrastato e teso, che suggerisce in sé
un’idea di pericolo.
CAPPUCCETTO BIANCO
Corraini 2004; prima edizione Einaudi 1981 nella collana “Libri per
ragazzi”, n. 68: nel libro furono raccolti i cappuccetti munariani più
Cappuccetto blu di Enrica Agostinelli; riedito da Corraini dal 1999 nella
collana “Bambini”
PR H MUN, inv. 175382
23
In queste pagine completamente bianche la decostruzione del libro operata da
Munari raggiunge uno dei suoi vertici: non si vede assolutamente nulla, poiché
tutto è coperto dalla neve. Ma le parole ci raccontano il filo esile ed essenziale di
una bambina vestita di bianco che porta alla nonna zucchero ed altre cose
bianche, e ci rimanda lo stupore ed il lieve sgomento di un mondo senza
coordinate visive. Gli oggetti vengono però nominati, elencati, con un evidente
intento di aprire tutte le porte all’interpretazione del piccolo lettore. Egli dunque
deve come non mai entrare nel libro ed esserne parte attiva, per dare un
concretezza, una verosimiglianza a ciò che sta accadendo. Il vuoto (che
sappiamo pieno) della pagina ha un corrispondente nel silenzio che si crea
attraverso l’assottigliamento del supporto narrativo: le parole diventano davvero
poche. Vi sono pagine completamente silenziose, e pagine con due parole, che
suonano come passi attutiti sulla neve. Tutto è alleggerito dalla sapiente “mano”
di Munari, dalle sue notazioni curiose ed ironiche, che ammiccano ai precedenti
cappuccetti ed ai nostri codici visivi. Con un sorriso divertito Munari conduce i suoi
lettori dentro questo universo di neve e silenzio, e li lascia alle loro emozioni ed alla
loro fantasia, nel segno come sempre di una totale libertà interpretativa.
Nella presentazione web di una delle tante mostre su Munari compare una breve,
bella suggestione sulla cancellazione dei codici in questo Cappuccetto, che ci
richiama ancora una volta l’affinità tra Munari e la cultura giapponese
https://www.galleriagranelli.it/bruno-munari-2017/
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UN FIORE CON AMORE
Corraini 2007; prima edizione Emme 1973, ristampato con modifiche
ed aggiunte da Einaudi nel 1988 nella Collana “Ragazzi”
R/M 745.92 MUN, inv. 168623
Creare composizioni di fiori significa in fondo trasmettere un messaggio attraverso
una forma di vita, la pianta, che è espressione del silenzio. Ancora una volta il
riferimento di Munari è l’Oriente: abbiamo l’illustrazione a colori di 12 magnifici
esempi di composizioni floreali nello stile ikebana e le istruzioni per la loro
realizzazione, accompagnate talvolta da disegni esplicativi.
“Il messaggio dell’ikebana è un messaggio di vita estremamente valido in quanto
è ‘parola’ che si esprime per mezzo di un’altra forma di vita, cioè con la pianta,
silenzio vivente e vitale…” Compito di chi dona e riceve un fiore è quello di saper
comporre e decifrare questo silenzio vivente, esprimendo vita con un'altra
vita. Non si tratta di un'operazione complicata o tortuosa, ma di un gesto istintivo
che non ha bisogno di denari ma di amore e creatività, e Munari vuole fornire qui
molti esempi per iniziare a inventarne sempre di nuovi. Il testo fa parte della
collana "Workshop", dedicata ai libri d'indicazioni, stimoli e suggerimenti,
interpretando l'operatività attraverso modalità diverse: dal percorso didattico, alle
dispense esplicative, al gioco poetico, con l'idea di fare lavorare insieme grandi e
bambini, insegnanti e studenti.
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ROSE NELL'INSALATA
Einaudi 1982; prima edizione 1974 nella collana “Tantibambini”, n. 43;
riedito da Corraini 2004 nella collana “Workshop”
R/E 745 STA, inv. 69865
Presentazione dell’Autore: ''Sono raccolte qui le immagini che vengono fuori
sezionando una piantina di lattuga e usandone il gambo come timbro. Ne
vengono fuori delle rose con grande meraviglia dei bambini e degli adulti. Basta
cominciare provando a sezionare e timbrare la trevisana, l'insalata riccia, oppure il
sedano, le cipolle, i peperoni, i cavoletti di Bruxelles, i finocchi, i pomodori molto
verdi. Vengono fuori molte immagini diverse che possono anche variare variando
il tipo di sezione… Quando la mamma pulisce l’insalata, taglia le foglie vicino al
gambo; con un taglio solo le taglia tutte e butta via questo tronchetto con ancora
l’attaccatura delle foglie. Ecco dove si nascondono le rose. La mamma non lo
sa…” Usando il gambo tagliato dell'insalata come un timbro, Bernardino scopre
che ci sono rose nell'insalata e viene naturalmente preso dall'entusiasmo della
scoperta... Come nei sassi, anche in altri oggetti quotidiani, addirittura le parti
scartate di questi oggetti, si celano straordinari mondi, per chi li sa vedere.
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La collana Quaderni di Design Zanichelli
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FANTASIA: INVENZIONE, CREATIVITÀ E IMMAGINAZIONE NELLE
COMUNICAZIONI VISIVE
Laterza 2011, prima edizione 1977 nella Collana “Universale”, n. 385
A 153.35 MUN, inv. 162398
https://saracappelletti.com/fantasia-bruno-munari/
È Munari stesso, in una lezione, a raccontarci come è nato Fantasia. “In giro per
librerie in cerca di un testo sulla fantasia, ha scoperto che esisteva già qualcosa in
proposito: la Grammatica della fantasia di Gianni Rodari, che però si occupava
solo di letteratura. Fantasia, invenzione, creatività e immaginazione sono qui
trattate nelle comunicazioni visive. È possibile capire come funzionano queste
facoltà umane? Che relazione hanno con l'intelligenza e la memoria?” In questo
volume Munari spiega tutto ciò con argomenti chiari e moltissimi esempi visivi, noti
e ignoti. https://www.youtube.com/watch?v=yZqE8h3hPPk (Lezione di Munari
all’Università di Venezia, 1992)
28
quadrato come generatore di strutture entro le quali cinesi, arabi e persiani,
hanno costruito le più raffinate decorazioni. Il quadrato come generatore della
spirale logaritmica. Il quadrato in natura nella pirite cubica dell’Isola d’Elba e nei
cristalli. Il quadrato e il cubo come spazi di sperimentazione dei nuovi operatori
visuali. I quadrati magici e i quadrati diabolici. Il quadrato nella matematica, nella
geometria, nei culti, nei giochi. L’infinito è un quadrato senza angoli.
DISEGNARE UN ALBERO
Corraini 2004; prima edizione Zanichelli 1978 nella Collana “Disegnare
colorare costruire”, n. 1
R/E 743 PIA, inv. 167022
Come in altre occasioni, Munari presenta questo lavoro partendo da un antico
proverbio orientale «La perfezione, dice, è bella ma è stupida: bisogna conoscerla
ma romperla. Adesso che, come penso, vi sarà chiaro come disegnare un albero,
non dovete seguire pedestremente quello che vi ho mostrato; se la regola ormai vi
è nota potete disegnare l'albero che volete, tutto diverso da quello che avete
visto in questo libro. Potete disegnarli con la matita, con la penna, col pennarello,
29
col pennello, con il pastello, col gesso, con un pezzo di mattone, col carboncino,
di cartone ondulato di carta da pacchi, di rete metallica, di plastica e mica di
plastica, di cartapesta, di filo di ferro, di ottone, di alluminio, di spago, di spaghetti,
di panno, di quello che vi pare. E poi, soprattutto, insegnatelo ad altri.» Munari ci
insegna attraverso questo testo come far correre la nostra mano per disegnare
alberi: come cambiano con le linee curve, dove mettere i rami matti, quanti
tronchi disegnare. Uscito nel 1989 come primo numero della collana “Disegnare,
colorare, costruire” diretta da Munari per l’editore Zanichelli, riedito nella collana
"Workshop" di Corraini. (troviamo un laboratorio su questo libro su
https://maestratizianab.altervista.org/arte-e-immagine/)
DISEGNARE IL SOLE
Zanichelli 1983; prima edizione 1980,
nella Collana “Disegnare colorare costruire”, n. 4, ultima edizione
Corraini 2004 nella Collana “Workshop”
R/E 743 NATURA E PAESAGGIO, inv. 72176
“Il tramonto e l’alba sono il davanti e il dietro dello stesso fenomeno: mentre noi
che stiamo di qua guardiamo il tramonto, quelli che stanno di là vedono l’alba”.
Bruno Munari
Munari raccoglie alcuni disegni che sembrano fatti dai bambini, insieme a
litografie, quadri, disegni e affreschi d'artista, in una panoramica che vuole
raccontare gli infiniti modi in cui l’astro può essere visto e interpretato.
Una bella interpretazione della lezione munariana in:
https://www.youtube.com/watch?v=6Bj4lIEd9z4
30
I PRELIBRI
Corraini 2002 e 2019; prima edizione Danese 1980 nella Collana
“Edizioni per bambini”
ARC/P M4/ MUN, inv. 148559, A 745.449 2 MUN, inv. 175796
I prelibri sono stati pubblicati per la prima volta da Danese nel 1980.
“Dovrebbero dare la sensazione che i libri siano effettivamente fatti in questo
modo, e che contengano sorprese. La cultura deriva in effetti dalle sorprese, ossia
cose prima sconosciute"
Bruno Munari
I prelibri sono una scatola-gioco (a forma di libro) che contiene una serie di 12
piccoli libri (10 x 10 cm, adatti quindi alle “piccole mani” dei bambini) fatti di
materiali, colori e rilegature diversi. Essi formano, nell’insieme, un libro complesso e
sinestetico: un “campionario di sensazioni” che porta il bambino a conoscere le
proprietà primarie del reale (leggero/pesante, elastico/flessibile, ruvido/liscio…) e
ad esercitare la propria autonoma capacità di conoscenza nella solitudine, in
attesa di passare ai libri scritti. Offrono un’esperienza estetica totale e
plurisensoriale: da un lato, la varietà di stimoli da cui Munari è sempre stato
attratto a partire dalla sua partecipazione al secondo futurismo; dall’altro, un
recupero della memoria tattile ed olfattiva che il bambino ha avuto nel contatto
con la madre. Munari progetta un esempio di quella educazione olistica che il
bambino inevitabilmente è portato a perdere nel corso di una scolarizzazione
logocentrica e che troverà la sua piena realizzazione nei “Laboratori tattili”.
Un bel video per sfogliare quest’opera in
https://www.youtube.com/watch?v=Yinip04BPXA&t=119s
31
DA COSA NASCE COSA: APPUNTI PER UNA METODOLOGIA
PROGETTUALE
Laterza 2017; prima edizione 1981 nella Collana “Biblioteca di cultura
moderna”, n. 849
A 745.449 2 MUN, inv. 171601
L’epigrafe del libro è una citazione da Lao Tse: “Produzione senza appropriazione.
Azione senza imposizione di sé. Sviluppo senza sopraffazione.”
Bruno Munari si dedica in questo libro alla descrizione ed esemplificazione delle
operazioni fondamentali del metodo progettuale. “La conoscenza del metodo
progettuale, del come si fa a fare o a conoscere le cose, è un valore liberatorio: è
un‘fai da te’ te stesso”. Leggibile da chiunque, è un manuale che racconta delle
regole di base del progettare bene: con decine di foto, schemi, disegni e progetti,
Munari ci porta a scoprire che saper progettare non è dote innata di pochi.
32
Il laboratorio è un luogo di creatività e conoscenza, di sperimentazione, di
scoperta e di autoapprendimento attraverso il gioco; è un luogo privilegiato del
“fare per capire”, della ginnastica mentale attraverso la quale si costruisce il
sapere. È un luogo di incontro e collaborazione: l’esperienza del laboratorio è
personale e collettiva, secondo la regola dell’imparare interagendo ed
aiutando gli altri. I laboratori vengono organizzati ancora oggi, attraverso
l’applicazione del «Metodo Bruno Munari» presso musei, biblioteche, scuole e
nella sede milanese dell’”Associazione Bruno Munari”: ma attenzione, perché
quello munariano, più che un metodo, è un modo di porsi nei confronti del
bambino. Proprio in questa assenza di rigidità e strutturazione sta l’universalità
dei laboratori, la loro possibilità di essere proposti in contesti molto diversi tra loro.
Questa educazione alla comunicazione visiva prende corpo nel 1979 con la
collana dell’editore Zanichelli “Giocare con l’arte. Quaderni per l’educazione
alla comunicazione visiva”, che raccoglie i testi di Munari dedicati a
percorsi didattici e sancisce le basi del Metodo Bruno Munari®. Egli la
racconta così: "Sperimentata per tre mesi nel 1977 alla Pinacoteca di Brera di
Milano con qualche migliaio di bambini delle scuole elementari, verificata in
incontri e riunioni e corsi con qualche centinaio di insegnanti anche di altre città,
questa didattica per l'educazione alla comunicazione visiva, prende ora corpo
in una collana che porta lo stesso nome del Laboratorio per bambini di Brera. Lo
scopo di questa collana è quindi quello di diffondere maggiormente questo
nuovo modo di insegnare l'arte visiva, per tutti coloro che sono interessati a
questo metodo. Ogni quaderno di questa collana avrà un solo argomento che
sarà trattato in modo graduale, progressivo ed esauriente. Verrà dato il massimo
dell'informazione visiva e verbale, verrà precisato ogni argomento, verranno
spiegate le tecniche e i modi di comunicazione dell'informazione a livello
infantile. Si chiede agli insegnanti di non far copiare gli esempi ma di continuare
gli esperimenti, inventandone di simili, perché ognuno possa scoprire altre
possibilità di comunicazione visiva, e in questo modo stimolare e sviluppare le
singole personalità. Le tecniche e le regole spiegate, in questi quaderni, sono
ricavate da opere d'arte visiva di ogni epoca e di ogni luogo." Nella collana
trovano spazio i contributi dei collaboratori che si erano raccolti intorno a Munari
e ne avevano raccolto l’eredità culturale e metodologica.
Per il concetto di Arte come gioco si veda Munari in
https://www.youtube.com/watch?v=il1Mt0-auNQ
ed i video “Le piccole lezioni da Bruno Munari” a cura di Toc Toc Bottega, nate
per portare nelle case di grandi e piccini un modo diverso di intendere la
creatività. Sono piccole esperienze secondo il Metodo Bruno Munari® che
stimolano a guardare oltre.
Ad esempio, il gioco delle forme su
https://www.youtube.com/watch?v=WR2tA7zbBvM
Munari sperimenterà altri mezzi comunicativi per l’educazione laboratoriale.
Su Munari e l’invenzione della video-didattica attraverso i video “Arte come
gioco” si veda http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2019.010.001.023;
sull’utilizzo del mezzo televisivo https://webzine.sciami.com/didattica-dartista-in-
tv-costruire-e-facile-di-bruno-munari/
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IL LABORATORIO PER BAMBINI A BRERA: PROGETTO E METODO DEL
PRIMO LABORATORIO PER BAMBINI ALLA PINACOTECA DI BRERA A
MILANO 1977
Zanichelli 1981, nella Collana “Giocare con l’arte”, n. 6
A 372.5 LAB, inv. 72319
“A cavallo fra gli anni Settanta e la metà degli Ottanta, la rinnovata
considerazione della relazione fra creatività e infanzia divenne importante
oggetto di studio, dando origine in tutto il mondo a diverse esperienze di didattica
museale. Nel 1977 grazie all’intuizione e all’impegno del grande Franco
Russoli (classe 1923, morì prematuramente proprio nei giorni in cui si svolgeva
questa esperienza), al nostro Bruno Munari e agli Amici di Brera, la Pinacoteca di
Brera divenne teatro di un laboratorio per bambini, con un grande spazio messo a
disposizione dal museo e un progetto minuzioso che teneva in considerazione un
aspetto importantissimo: il punto di vista del bambino. […]È bello pensare che se
ora tanti di noi nati in quegli anni si occupano di didattica museale, è proprio
grazie alla genuina considerazione verso il ruolo dell’arte nella prima infanzia
prestata in quegli anni.” (https://www.succodarte.com/noi-si-che-parliamo-di-
bambini-con-bruno-munari/)
"Ciò che distingue questo laboratorio da tutti gli altri laboratori esistenti è il
metodo" scrive Bruno Munari nella presentazione del primo laboratorio per
bambini alla Pinacoteca di Brera, Milano, 1977. Non un semplice "parcheggio",
dove i bambini possono giocare con pennelli e tempere, "liberi di fare quello che
vogliono avendo davanti agli occhi le riproduzioni esposte nel museo... (libertà
che è un abbandonarli all'imitazione) e nemmeno soltanto un "raccontare" le
opere d'arte..."
Il museo è trasformato, da luogo di passiva contemplazione dell’arte, a luogo
d’esperienza, in cui prenda vita l’utilizzo degli strumenti e delle tecniche
dell’espressione artistica: le esperienze permettono di produrre messaggi, in modo
da passare da una posizione di fruitori ad una di creatori.
Inoltre: Munari propone di insegnare ai bambini “come” si guarda un'opera.
Questa attività viene realizzata visivamente, non verbalmente: al gioco il bambino
partecipa globalmente; se ascolta, si distrae. Non è necessario dare spiegazioni di
quello che si deve fare: lo si fa e i bambini capiscono.
34
IL LABORATORIO PER BAMBINI A FAENZA: GIOCARE CON LA CERAMICA
Zanichelli 1981, nella Collana “Giocare con l’arte, n. 7”
A 372.5 LAB, inv. 72318
Il secondo Laboratorio creato da Munari in una struttura museale, nel 1979, è
quello nel Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, dove i bambini
sperimentano la manipolazione della materia e le tecniche della ceramica.
La pagina https://www.facebook.com/micfaenza/videos/430993321264041/ fa
capo all’archivio del Museo di Faenza e riporta un video sul tema, in cui Munari
parla di gioco, esperienze, apprendimento.
CICCÌ COCCÒ
fotografie di Enzo Arnone e testo di Bruno Munari
Corraini 2000, prima edizione FotoSelex 1982
PR I MUN, inv. 174631
È uno dei primi libri per bambini in cui viene usata la fotografia, in una galleria di
immagini che ritraggono proprio i bambini, riprese nell’Inghilterra degli anni ’70: un
periodo in cui si mettevano a fuoco i valori della libertà, della semplicità, del gioco
e della fantasia. Ed anche i testi di Munari ci sorprendono sempre con un punto di
vista “bambino”, nel senso chiarito dall’Autore nel testo introduttivo: “Durante
l’infanzia siamo in quello stato che gli orientali definiscono Zen: la conoscenza
35
della realtà che ci circonda avviene istintivamente mediante quello che gli adulti
chiamano gioco. Tutti i recettori sensoriali sono aperti per ricevere i dati: guardare,
toccare, sentire i sapori, il caldo, il freddo, il peso e la leggerezza…”
I LABORATORI TATTILI
Corraini 2008; prima edizione Zanichelli 1985 nella Collana “Giocare
con l’arte”, n. 8
A 372.5 MUN, inv. 155115 e 153030
https://www.youtube.com/watch?v=il1Mt0-auNQ
https://centropecci.it/zh/37/4267
http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2019.010.001.023
Munari realizza i primi laboratori tattili per una mostra molto particolare, “Le mani
guardano”, che giunge a Milano direttamente dal Beaubourg di Parigi. Grandi
scatole dove i visitatori potevano inserire le mani per toccare l’interno e scoprire
con il tatto di cosa si trattasse. In genere, e soprattutto di fronte all’arte, si intima, in
primis ai bambini, di non toccare. Capovolgendo la prospettiva, il tatto, il senso
che solitamente allarma per la sua fisicità, diventa qui il solo strumento a
disposizione. Riprendendo il tattilismo lanciato da Tommaso Marinetti nel 1921,
Munari ne “I laboratori tattili” compone una vera e propria ode al quinto senso,
proponendo attività e laboratori che incoraggiano i bambini a scoprire materiali,
pesi e consistenze usando le mani.
36
VERBALE SCRITTO
Corraini 2008; prima edizione Il Melangolo 1992 nella Collana
“Nuages”, n. 25
A 745.449 2 MUN, inv. 175730
Raccolta di alcuni testi brevi sparsi nella multiforme produzione editoriale di
Munari. Dagli aforismi all'haiku giapponese, le invenzioni verbali innescano scintille
imprevedibili che gettano una luce nuova sui temi più diversi. Dall'arte al design,
dalla valorizzazione dell'inutile all'utilizzazione dei valori.
37
Munari e il Giappone
38
IL CASTELLO DEI BAMBINI A TOKYO
Einaudi ragazzi 1995, nella Collana “Arte e comunicazione”
R/E 740 LAB, inv. 107001
http://cristiano-martorella-archivio.blogspot.com/2009/11/bruno-munari-in-
giappone.html
Munari realizza una serie di laboratori per l'infanzia e di attività espositive presso Il
Castello dei Bambini a Tokyo: un grattacielo di 13 piani con laboratori di ogni tipo
interamente dedicati ai bambini.
Munari commenta: “Un paese civile decide di occuparsi del futuro del suo
popolo: e i bambini sono il futuro. La qualità della vita dipende da come questi
bambini sono stati educati. Risolvere i problemi alla base è una delle principali
regole della cultura giapponese. Provare per credere, fare per capire. Imparare
da tutti.”
Munari descrive la sua visita del 1985 e i laboratori realizzati per l’occasione
integrando il suo percorso sperimentale con la tradizione culturale giapponese.
Così si fondono origami, texture, disegni composti, il tutto in un florilegio di figure e
colori per il trionfo della fantasia e creatività. Il metodo è sempre quello di
incuriosire i giovanissimi a fare certi giochi dai quali imparano a comunicare con
segni – colori – forme - immagini, senza mai suggerire loro un tema da svolgere.
39
MA CHI È BRUNO MUNARI? di Valeria Tassinari, commentato a mano
libera da Munari
Corraini 2006; prima edizione 1996 nella Collana “Block notes”
A 745.2 MUN, inv. 162864 e 162865
Block notes è una collana nata dall’intento di Marzia e Maurizio Corraini di
rispondere a domande basilari per l’esplorazione del mondo dell’arte:
da “Come un artista crea un’opera d’arte?” a “Perché non si può spiegare a
parole un’opera visiva”.
Una di queste domande riguarda appunto Bruno Munari…
Dal sito dell’editore: “La collana Block Notes, creata da Bruno Munari per Corraini
nel 1992: una libera collezione di progetti dai risvolti creativi. Una raccolta di idee
ed esempi dell’operare artistico come input per il “gioco dell’intelletto” di tutti,
riconoscibile nella veste grafica per le sue copertine grigie, il formato tascabile e i
fori posti in copertina, che spingono il lettore a “curiosare dentro” il libro.”
40
Le collane editoriali dirette da Munari
41
Zanichelli. Disegnare colorare
costruire
(1978-1988)
42
signora maestra lo vuole azzurro. Ecco fatto. Questo libretto, "Colorare il cielo" di
Renate Eco, è più per gli insegnanti che per i bambini. Ci sono riprodotti, dal vero,
tanti cieli di tutti i colori; così gli insegnanti saranno convinti di lasciar colorare il
cielo come vogliono i bambini. Dal vero.”
43
DISEGNARE L'ACQUA di Metta Gislon
Zanichelli 1984, nella Collana “Disegnare, colorare, costruire”, n. 8
R/E 743 NATURA E PAESAGGIO, inv. 72175
44
Zanichelli. Giocare con l’arte:
quaderni per l’educazione alla
comunicazione visiva
(1979-1992)
45
I FORMATI di Marielle Munheim
Zanichelli 1981; prima edizione 1979 nella Collana “Giocare con
l’arte”, n. 3
R/E 740 LAB, inv. 72322
“Fin dall’epoca preistorica l’uomo per comunicare ha utilizzato supporti differenti.
Dalle pareti delle caverne, ai bronzi delle civiltà preelleniche, alle ceramiche
dipinte greche, alle volte e le cupole delle chiese, alle tavole di legno... fino ad
arrivare alle tele.
Erano tutte basi diverse nei quali l’uomo esprimeva concetti, storie e
leggende. Ognuno di questi supporti aveva formati differenti tra loro. Quadrati,
rettangolari, circolari, ovali e altre forme varie. Oggi cosa offriamo ai nostri
bambini per esprimere i loro pensieri? Nelle scuole, ad esempio, è perlopiù
disponibile il formato A4 rettangolare. Un buon modo per uscire dallo stereotipo
della forma ce lo insegna Bruno Munari… “
da: http://simonabalmelli.blogspot.com/2017/03/forme-e-formati.html
46
LE TEXTURE di Tonino Milite
Zanichelli 1980, nella Collana “Giocare con l’arte”, n. 5
R/E 745 DEC, inv. 72321
Cosa sono le Texture? Tonino Milite ci dice che le troviamo in natura, sono le
superfici di certi legni, di certi marmi, delle bucce delle arance o della pelle degli
elefanti, ma le troviamo anche costruite artificialmente come la carta vetrata, i
vetri stampati, i tessuti...sono la "pelle delle cose". Le Texture si possono anche
creare, e l’autore, in modo semplice e chiaro, ci spiega come provare a farlo con
i bambini, noi ci vogliamo concentrare non sulla creazione o collezione, ma sulla
rilevazione delle Texture attraverso la tecnica del Frottage (sfregamento), tecnica
usata già nell'antica Grecia per rilevare i bassorilievi.
47
IL LABORATORIO DI LIDIA URANI A RIO DE JANEIRO di Lidia Urani
Zanichelli 1992, nella Collana “Giocare con l’arte”, n. 11
A 372.5 LAB, inv. 103328
Un laboratorio ideato per aiutare i bambini brasiliani a diventare creativi e quindi
autonomi in un ambiente di difficile sviluppo sociale.
48
Munari illustratore
“Il bambino non ama illustrazioni fatte a freddo anche se molto belle
artisticamente. Il bambino sente quando l’illustrazione gioca con lui”.
Da un’intervista di Carlo Arturo Quintavalle in Bruno Munari. Titolo del libro
https://www.yumpu.com/it/document/read/15478723/a-c-quintavalle-intervista-
a-bruno-munari-catalogo-della-munart in cui Munari parla del suo modo di
concepire l’illustrazione per bambini e di come abbia illustrato Le favole al
telefono di Rodari: come disegni dell’inconscio fatti mentre si parla al telefono.
49
incontrano le parole di Rodari. Ci sono le Favole al telefono (1962). E poi
la Proposta di una scuola di design che comincia dall’asilo (1974) avanzata da
Munari o i Giochi nell’URSS (1984) di Rodari, gli Appunti di viaggio usciti postumi.
Sono tutti frammenti di esperienza, di due esperienze che hanno sinergicamente
disegnato – fra attivismo pedagogico, didattica dell’arte, sperimentazione e
creatività laboratoriale (quella del Giocare con l’arte) – un nuovo modo di fare,
un nuovo modo di educare la mente.”
50
IL PIANETA DEGLI ALBERI DI NATALE di Gianni Rodari con copertina ed
illustrazioni di Bruno Munari
Einaudi 1962, nella Collana “Libri per ragazzi”, n. 11
R/E 853.914 ROD, inv. 68846 (ed. 1982) e 69273 (ed. 1962)
Gianni Rodari, che sapeva come entrare nella realtà dalla "finestra" della fantasia,
dedica il suo pianeta "ai bambini di oggi, astronauti di domani" e ci parla con
leggerezza e umorismo di temi importanti come quelli della pace e della scienza
al servizio dell'umanità.
51
A-ULÌ-ULÈ: FILASTROCCHE, CONTE, NINNENANNE di Nico Orengo, con
copertina ed illustrazioni di Bruno Munari
Einaudi 1981; prima edizione 1972 nella Collana “Libri per ragazzi”, n.
29
R/E 851.914 ORE, inv. 69209
“Caro Orengo, come si fa a illustrare una filastrocca? Legando tutte le immagini
con un filo, con un segno, disegnato tutto d’un fiato. Ho meditato a lungo e ho
disegnato velocemente…” (Da una lettera di Munari ad Orengo del 1972,
riportata da Giorgio Maffei in “Munari. I libri”)
Interessante il parallelismo con il gesto di Chuang-Tzu, citato in
https://www.doppiozero.com/materiali/le-lezioni-americane-di-bruno-munari
52
CANZONETTE di Nico Orengo, con copertina ed illustrazioni di Bruno
Munari
Einaudi 1981 nella Collana “Libri per ragazzi”, n. 67
R/E 851.914 ORE, inv. 69162
“Tutto lo spazio bianco che troverete, nelle pagine che verranno, intorno ai
disegni di frutta, pesci, insetti ed erbe […] e alle filastrocche, è stato messo lì
apposta per essere disegnato e scritto da voi mentre guardate e leggete queste
canzonette” (Nico Orengo, Testo introduttivo)
53
Su Munari e la sua eredità culturale
54
GIOCARE CON TATTO: PER UNA EDUCAZIONE PLURISENSORIALE
SECONDO IL METODO BRUNO MUNARI di Beba Restelli
F. Angeli, 2002
A 372.5 MUN, inv. 128977
55
A CHE GIOCO GIOCHIAMO? di B. Restelli, con un intervento di A.
Munari
Corraini, 2008
A 649.51 RES F, inv. 162399
Progettare ed offrire buone situazioni di gioco per la famiglia è uno dei doni più
sensati che si possano fare, per recuperare l'attitudine verso un tipo di relazione
più ricca di bene-essere emotivo per grandi e piccini. Come affermava Munari,
"ognuno vede ciò che sa": da queste parole nasce la consapevolezza e il
desiderio di fornire ai bambini non solo parole, ma anche esperienze che
permettano loro di conoscere veramente le cose. Questo volume descrive
l'esperienza dei laboratori per l'infanzia condotti negli anni da Beba Restelli e
Silvana Sperati. Attraverso le parole delle autrici e quelle di Bruno Munari, raccolte
nel corso di varie interviste, si snoda un viaggio attraverso l'apprendimento e la
curiosità dei più piccoli, con il racconto di numerose esperienze sul campo e molti
utili suggerimenti pratici. La testimonianza di Alberto Munari, inoltre, si concentra
sulla natura e il valore psicologico del gioco e del momento ludico nello sviluppo
del bambino, anche in riferimento al panorama degli studi psicologici sull'infanzia
nel Novecento.
“Come sono nati i libri per bambini che Bruno Munari ideò all’inizio degli
anni Quaranta? Da dove gli vennero le idee di fondo che ispirarono e
guidarono quel progetto? Perché i suoi libri sembrano così bene
rispondere, ancora oggi dopo più di 70 anni, alle curiosità naturali dei
bambini, anche se di culture molto diverse?” Tutte queste domande
trovano risposta in “Gatti, cappelli, elefanti e sorprese”, in cui Alberto
Munari, figlio di Bruno, ci accompagna alla scoperta della genesi dei
57
capolavori munariani per bambini. Attraverso numerosi aneddoti
familiari e analogie con il mondo dei cuccioli, Alberto Munari ci spiega
come l’esercizio concreto della sperimentazione e della ricerca abbia
dato luogo ad alcuni dei più famosi tra i libri per bambini di Bruno
Munari. Emerge dall’occhio attento e vicino del figlio l’approccio
progettuale del designer, lo studio della psicologia cognitiva del
bambino e la conseguente ideazione libera e sperimentatrice. In “Gatti,
cappelli, elefanti e sorprese” Alberto Munari, figlio di Bruno, ci accompagna alla
scoperta della genesi dei capolavori munariani per bambini. Attraverso numerosi
aneddoti familiari e analogie con il mondo dei cuccioli, Alberto Munari ci spiega
come l’esercizio concreto della sperimentazione e della ricerca abbia dato luogo
ad alcuni dei più famosi tra i libri per bambini di Bruno Munari. Emerge dall’occhio
attento e vicino del figlio l’approccio progettuale del designer, lo studio della
psicologia cognitiva del bambino e la conseguente ideazione libera e
sperimentatrice. (Da https://corraini.com/it/gatti-cappelli-elefanti-e-sorprese.html)
58
MUNARI PER RODARI: SEGNI SGHEMBI, SGHIRIBIZZI, MACCHIE, COLORI
Corraini, 2020
A 745.449 2 MUN, inv. 173354
Gianni Rodari e Bruno Munari hanno sempre guardato con attenzione al mondo
dell'infanzia, uniti dalla volontà di liberare immagini e parole, facendoci scoprire il
piacere dell'invenzione, della fantasia e della creatività. Mettendo insieme
elementi apparentemente opposti e lontani, immaginando sintesi e soluzioni non
previste, hanno dato nuovi significati a lettere e segni, svolgendo per anni un
percorso parallelo, confluito anche in libri come Filastrocche in cielo e in terra,
Favole al telefono, Il pianeta degli alberi di Natale, Il libro degli errori, La torta in
cielo, Il gioco dei quattro cantoni, C'era due volte il barone Lamberto. Nelle
illustrazioni realizzate per Rodari, Bruno Munari riesce, con la sua leggerezza e il suo
inconfondibile segno, a ricreare la stessa poesia delle storie e delle rime di Rodari,
e ne arricchisce il lato fantastico e la capacità di
stupire. https://www.doppiozero.com/speciale/rodari-100
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TOCCARE LA BELLEZZA: MARIA MONTESSORI, BRUNO MUNARI
Corraini 2020
A 745.449 2 MUN, inv. 175739
È possibile percepire, riconoscere ed apprezzare la bellezza anche tramite il tatto?
Se lo sguardo non c'è più, o non c'è mai stato, cosa succede? La fruizione della
bellezza è persa per sempre o possiamo ritrovarla in un altro modo? Il volume
esplora tutta la ricchezza di questi interrogativi attraverso il pensiero, le idee e i
lavori originali di Maria Montessori e Bruno Munari, tra i più illustri personaggi della
cultura italiana moderna. Entrambi, pur muovendosi in ambiti assai diversi, si sono
posti queste stesse domande, che diventano adesso oggetto di uno specifico
approfondimento e di una riflessione sul valore estetico della tattilità. I contributi
inediti firmati da Aldo Grassini, Alfio Albani, Alberto Munari, Mariangela Scarpini,
Rita Scocchera, Silvana Sperati, Andrea Sòcrati e Fabio Fornasari si soffermano su
numerosi temi, spaziando dalla didattica alle potenzialità cognitive, dalla bellezza
del gesto all'importanza di forme, materiali e narrazioni tattili. Il libro è pubblicato in
concomitanza con la mostra organizzata da Museo Tattile Statale Omero, TACTUS.
Centro per le arti contemporanee, la multisensorialità e l'interculturalità e Comune
di Ancona; in collaborazione con Fondazione Chiaravalle Montessori e
Associazione Bruno Munari.
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Altre risorse sul web
http://www.munart.org
http://www.brunomunari.it/
https://corraini.com/it/autori/bruno-munari.html
http://www.sitographics.it/imagini_munari-new.html
Articolo “I migliori libri di Bruno Munari per creativi di ogni età” con video:
https://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/recensioni/migliori-libri-
munari-300
Montaggio di sintesi del video "Nello studio con Munari", distribuito in dvd con
l'omonimo libro fotografico di Corraini Editore, di Andrea Piccardo.
https://www.youtube.com/watch?v=7c26OIx1mnY
https://corraini.com/it/nello-studio-con-munari.html
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