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Filologia Romanza Appunti

Appunti filologia romanza primo anno di triennale Lettere moderne

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-FILOLOGIA ROMANZA 1

Cos’è la filologia romanza?

La parola filologia è composta da verbo greco “philein” e dalla parola greca “logos” = amore del
discorso, cioè amore dei testi.
La filologia studia tutti i testi, sia un DOCUMENTO con valore non letterario, sia un MONUMENTO,
cioè un testo letterario. La filologia romanza in particolare studia i testi medievali in lingua
neolatina.
Alcune caratteristiche dei testi medievali sono:
-Modifiche del copista;
-Errori di trascrizione;
-Varianti nel tempo e nello spazio;
- Influenza dell’oralità: ex. “Chanson de gestes”
La filologia conduce sui testi una critica testuale o ecdotica che ha come obbiettivo quello di
riportare i testi alla loro originalità.
Per questo motivo il filologo deve avere alcune competenze fondamentali, come: paleografiche,
storico-linguistiche e letterarie-culturali.
Etimologia della parola “romanza”: deriva da “romanus” che significa abitante o cittadino romano
e da “Romània”, zona geografica dove stanziavano i romani.
Distinguiamo quindi la lingua romana dalla lingua latina, in quanto la prima era parlata dalla
popolazione mentre la seconda era la lingua scritta.
Le prime attestazioni di lingua romana le troviamo ad esempio in Jeufre Rudel, in quanto in una
canzone riporta esattamente le parole “en plana lengua romana” che sta indicare “in piena lingua
romana”. Nei versi di questa canzone si nota come la lirica sia cantata e quindi ritroviamo
l’influenza dell’oralità, inoltre notiamo l’uso della lingua romana come lingua volgare.
L’aggettivo “romanicus” deriva dall’espressione “romanice loqui” cioè un modo di parlare che non
è latino ma volgare. Tale espressione è diversa da “latine loqui”. Da ciò deriva il fatto che in
francese il traduttore di latino era chiamato “latinier” mentre tradurre un’opera dal latino al
volgare era definito “en romancier” o “en romanz”.
VOLGARIZZAMENTO: da lingua latina a lingua non classica
TRADUZIONE: tra due lingue non classiche
ROMANZO: è un genere letterario che alle origini era una traduzione o rifacimento in versi di
opere storiche. Guglielmo IX fu tra i primi ad usare “romans” in riferimento al romanzo
provenzale.
EX: -“Leys d’amor”  “tornar lati en romans”  Tradurre
- “Vangeli dell’infanzia” “de lati en romans tornar”
Definizione di NEOLATINO  -Sinonimo di romanzo, -Latino scritto quando non era più una lingua
parlata
Lingue romanza  Lingua parlata dal popolo VULGUS  VOLGARE

1
LA NASCITA DELLA FILOLOGIA ROMANZA
È un movimento culturale nato dal Romanticismo nell’800. Si serve del metodo storico-
comparativo: 1. Storico  attraverso lo sviluppo di un’istituzione questa si può conoscere. Lo
studio deve essere diacronico.
2. Comparativo attraverso il confronto tra realtà analoghe è possibile identificare una realtà.
Le lingue romanze e neolatine hanno come zona di diffusione la Romania. Tali lingue sono una
continuazione diretta del latino e occupano una zona che va dall’Adriatico a ovest, fino oltre il
Dnestr, a est. Un’area che comprende dal Portogallo fio all’Italia comprendendo anche le grandi
isole del Mediterraneo occidentale e orientale (Sicilia, Sardegna, Corsica). Una seconda zona dove
si parla il romeno che è una lingua romanza è l’attuale Romania e la Moldavia, una vasta area
isolata ad est. La zona continua invece comprende quattro grandi Stati da un punto di vita politico:
Italia, Francia, Spagna e Portogallo. A questi si aggiungono la parte francofona del Belgio, le parti
della Svizzera di lingua francese, italiana e romancia, le piccole aree della Croazia e della Slovenia
in cui si parla italiano.

Dalmatico

La Romània può essere considerata un continuum romanzo e geografica:


-romanzo i parlanti della lingua capiscono i parlanti vicini.
-geografica poiché la Romània comprende una vasta area continua, fatta eccezione per una
zona isolata. I dialetti sono considerati lingue romanze come quelli parlati in Francia, detti patois,
occitani o franco-provenzali.
Friedrich Diez, filologo tedesco, aveva individuato sei lingue principali:
-portoghese;
-occitano;
-italiano;
-romeno,

2
spagnolo;
-francese.
La lingua è più standardizzata rispetto al dialetto.
AREE LINGUE ROMANZE
Area iberoromanza -Portoghese; -Galeco; - Spagnolo o Castigliano, catalano.
Area galloromanza -Francese= lingua d’oil; -Occitano= lingua c’oc
Area italoromanza -Italiano; -Dialetto sardo; - Ladino=friulano (ambiguo); - Romancio= Svizzera
Area balcanoromanza  - Rumeno; - Dalmatico.
La lingua costituisce un grande elemento di identificazione.
Alcune zone geograficamente fuori dalla Romania hanno come lingue delle lingue romanze. EX
Portoghese in Brasile, Francese in Canada, Luisiana, Canarie ecc.
Il Francese era una lingua molto importante fino agli inizi del 900’.

Una lingua che arriva in una zona del mondo è detta pidgin e non ha parlanti nativi. Essendo un
fenomeno che avveniva spesso nelle colonie o in alternativa tra mercanti, suddetto evento è
chiamato CREOLIZZAZIONE. Proprio grazie a questo fenomeno sono nate le lingue creole
elementi di alcune lingue si combinano ad elementi di altre lingue. Queste lingue sono nate in
contesti particolari come nel settore del commercio o della schiavitù.
La Romània si divide in tre zone:
-Nuova RomaniaAmerica: si parla francese in Québec e in
Louisiana, Haiti, in Guyane e nelle Piccole Antille; Spagnolo in America centro-meridionale;
Portoghese in Brasile; Africa: francese, spagnolo e portoghese
-Vecchia Romania
-Romania perduta Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Germania occidentale e meridionale, Svizzera
tedesca, Austria, Ungheria, Slovenia, Croazia.

Romania occidentale varietà linguistiche: italiano settentrionali, lingue galloromanze e


iberoromanze. Caratteristiche: lenizione consonante intervocalica del latino, conservazione della -
s.
Romania orientale varietà linguistiche: italiano orientale. Si contrappone alla Romania
occidentale

Esiste una sorta di linea immaginaria, chiamata linea isoglossa che divide le caratteristiche
linguistiche della Francia. Nel Sud della Francia troviamo la lingua d’oc mentre a Nord la lingua
d’oil.
Per capire le varie derivazioni linguistiche si istituisce un albero genealogico nel quale distinguiamo
la lingua d’origine detta lingua madre e le lingue figlie dette discendenti. Ceppo indoeuropeo si
comporta seguendo questo schema. Tra le lingue di questo albero genealogico linguistico
troviamo le lingue: germaniche (inglese, tedesco, ecc.), celtiche (gallese, ecc.), italiche , greco,
albanese.
August Schleicher  Modello dell’albero genealogico:
-Lingua d’origine lingua madre; -Le discendenti lingue sorelle

INDOEUROPEO
Lingua madre delle lingue:

3
-germaniche tedesco, inglese, olandese, svedese ecc.
-celtiche gallese, gaelico, irlandese, gaelico scozzese, bretone ecc.
-italichelatino, osco-umbro
-greco
-albanese

LATINO

Parlato nel Lazio, a partire dal Con l’espansione dell’Impero romano, il latino
272 a.C. quando il popolo diventa una lingua importantissime. La sua
romano sottomise l’Italia influenza nel mondo finisce con la caduta
centro-meridionale dell’impero nel 476 a.C.

DAL
LATINO AL LATINO VOLGARE
Loqui  latino
Volgare Parabolare > it. parlare Fabulare > sp. hablar
fr. Parler port. falar
occ/cat. Parlar
Pulcher  latino
Volgare *Bonellum>bellum > it. bello Formosum> sp. hermoso
fr.beu port. formoso
Ignis  latino
Volgare  focus > it.fuoco
sp.fuego
fr.feu
occ.fuoc
cat.foc
port.fogo
In conclusione, queste parole in volgare indicano che il lessico delle lingue romanze deriva dal
latino volgare e non da quello classico. Per le parole colte però non vale lo stesso principio in
quanto non subiscono le normali evoluzioni linguistiche.
Ex: Causa cosa

Causa> allotropo dotto


I cultismi non vengono trasmessi oralmente:
oculum:
-oculare oculista e oculato
-occhio occhiale
Dunque, possiamo affermare che il latino dotto e quello volgare sono due registri diversi.

4
TEORIA DELLE ONDE
-Hugo Schuchardt
-Johannes Schmidt

La teoria delle onde ha lo scopo di mostrare come si evolve una lingua nello spazio. Da qui nasce il
principio dell’isoglossa, che non si riferisce solo al caso della Francia, ma in generale ad ogni spazio
che teniamo in considerazione.
Secondo Matteo Bartoli esistono delle zone secondo le quali è possibile stabilire l’evoluzione di
una determinata lingua.
Area isolata è più conservativa
Area più tarda  conserva delle forme linguistiche più antiche
Area maggiore  è la più antica
Aree laterali più conservative dell’area centrale
AREA ISOLATA= fase anteriore/ più conservativa
Riflette una fase anteriore. Ex: dal dialetto sardo  mannu < MAGNUM
It. e fr. grandem
AREE LATERALI= fase anteriore/ più conservative dell’area centrale
Ex: pregare in port. rogar < latino classico ROGARE
In zona centrale it.pregare, fr.prier < latino classico PRECARE
AREA MAGGIORE= fase anteriore/ la più antica
Ex: Romania mensem  it.mese , fr.mois, sp. mes, pg.mes
In rumeno, che si parla in un’area più lontana dall’antica Romània mese = luna.
AREA SERIORE O Più TARDA= fase anteriore/ conserva delle forme linguistiche più antiche
Latino classico. cepa < cipolla rum. caepa
Latino volgare. cepullait. cipolla
La forma sopraffatta rappresenta la fase anteriore di una determinata forma linguistica:
ExAugere/Crescere
Equus/ Caballus
L’analisi delle zone spaziali deriva dalla geografia linguistica che mostra i rapporti tra lingue nello
spazio. La geografia linguistica fu fondata dall’Atlas linguistique de la France (ALF) di Jules Gilliéron

5
(1902-1912). Ogni carta è dedicata ad un soggetto e ne vengono riportati anche le variazioni
fonetiche, anche se non sempre le leggi fonetiche sono capaci di spiegare i cambiamenti linguistici.
Attraverso gli atlanti linguistici riusciamo ad individuare fenomeni come l’omofonia e l’etimologia
popolare:
-esempio di omofonia Gallus< Gat sostituito da Vicaire o Faison, così d distinguerlo rispetto a
cattus< cat
-esempio di etimologia popolare fumier ‘letamaio’ < *fimarium per incrocio fumèe ‘fumo’
STRUTTURALISMO Paradigma dell’inizio del XX secolo. Studia le lingue in maniera sincronica

CONTRIBUTI ALLA CONOSCENZA DELLA LINGUA VOLGARE


-Charles Du Fresne Du Cange, Glossarium mediae et infimae Latinitatis, 1678.
-Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL), 1863- 1943
L’espressione latino volgare fu coniata da Hugo Schuchardt e richiama l’espressione “sermo
volgaris”.

FONTI CLASSICHE SUL LATINO VOLGARE


-Cicerone, lettere Familiares
- Plauto, nelle commedie
- Petronio, Satyricon, cena Trimalchionis
-Claudio Terenziano
-Epitaffi, testi votivi
- Graffiti di Pompei, datati prima del 79 d.C.
- Trattato Vitruviano
- defixionum tabellae, targhette metalliche
-Mulomedicina Chiron, IV secolo
-Manuale di veterinaria di Vegezio
- Le prime traduzioni della Bibbia, Vetus latina
-Itinerarium Egeriae, IV-V sec
- Historia francorum di Gregorio di Tours
- Appendix probi
-documenti cancellereschi

FONTI METALINGUISTICHE
Sant’Agostino, De doctrina christiana: Nell’Africa latina è meglio usare il termine “ossum” per
indicare il sostantivo “osso” anziché la forma classica “os”” con o breve) che potrebbe confondersi
con “os” (con o lunga), poiché gli africani non distinguono le vocali brevi da quelle lunghe.
(Parte sui testi- Dal latino alle lingue romanze)

ESEMPI DI LATINO VOLGARE

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-Iscrizioni a Pompei Scritte di notte anche da professionisti e cancellate dalle autorità o ricoperte
da scritte concorrenti. Le iscrizioni venivano incise sul muro con un punteruolo, scritte con il
carbone o dipinte. Datate tra l’eruzione del 79 d.C. e il terremoto del 62 d.C.
-Satyricon di Petronio Cena Trimalchionis = viene accentuata la parlata dei liberti che porta dei
tratti prettamente volgari e inoltre rappresenta la parodia del sermo plebeius. Tratti
ipercaratterizanti.
-Epistola di Claudio Terenziano  Lettere su papiro rivolte al padre, Claudio Tiberiano, ritrovate a
Karanis. Le epistole sono scritte in latino e in greco. Viene citato un evento del 115 d.C., avvenuto
nell’età di Traiano.
-Appendix Probi  L’opera contiene gli “Instituta artium” o la cosiddetta “Ars vaticana”, manuale
attribuito a Probo. Il testo è datato V-VI secolo. Nell’appendice troviamo 227 parole non
corrispondenti alla buona norma. Nel testo, infatti, un maestro spiega ai suoi allievi la lingua
seconda le regole giuste ed è presente il principio del sic et non. Nella forma inesatta che viene
corretta dal maestro notiamo fenomeni tipici del latino volgare, ad esempio la perdita delle
aspirate e la frequenza della sincope della vocale postonica.
-Vetus latina  Il testo greco della Bibbia è il primo ad essere noto e solo dalla metà del II secolo il
testo sacro viene tradotto in latino. Ciò avviene poiché papa Damaso a causa delle molteplici
versioni della Bibbia, dà il compito di tradurre il testo in latino a San Girolamo.
Vetus latina  Italo o Afro. Inizialmente San Girolamo rivede la versione italo sull’originale greca,
soprattutto per il Nuovo Testamento e i Salmi. Con l’aiuto dei Settanta traduce il Vecchio
Testamento e poi sullo stesso originale ebraico. Inoltre, la traduzione di San Girolamo viene
chiamata Vulgata, poiché risulta essere il testo accettato da tutti.
-Legge salica  Le leggi seguite dai Franchi risultano essere le leggi germaniche che sono state
raccolte a partire dall’inizio del VI secolo in latino. Importante la lingua della parodia della Legge
Salica.
-Itinerarium Egeriae (400 d.C.)  Racconta il pellegrinaggio in Terra Santa compiuto da questa
donna, proveniente dai Pirenei e di nome Egeria. Il testo originale fu scritto tra il 381 e il 384. Il
manoscritto fu ritrovato ad Arezzo ma proveniva dall’abbazia di Montecristo. Il testo è un esempio
di stile parlato e famigliare usate verso la fine del IV sec d.C. Notiamo infatti: l’uso delle
preposizioni, l’uso dei pronomi personali, le infinitive sostituite da quia e quod, ecc. e lo stabilirsi
del nuovo ordine sintattico da SOV  SVO.
-Breve de inquisitione (700 d.C.) Racconta delle controversie tra i vescovi di Arezzo e Siena
sull’appartenenza di alcune chiese e monasteri. Alcuni testimoni rispondono all’inviato del re
longobardo Liutprando, di nome Gantrando. La scrittura del testo risulta essere materiale con
elementi del parlato registrati a fini testimoniali.
-Le glosse di Reichenau  Reichenau è un’isola tedesca del lago di Costanza dove è presente un
monastero benedettino. In questo monastero è stata ritrovata una lista con una serie di glosse:
1. glossario con 3152 glosse della Vulgata, “tradotte” in volgare;
2. glossario alfabetico di 1725 glosse;
Queste glosse sono state redatte nel Nord della Francia, presumibilmente nell’abbazia di
benedettina di Corbie. Sono databili all’inizio del IX secolo; il manoscritto è del X secolo e presenta

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dei francesismi ed è conservato a Karlsruhe. Non è un testo in volgare poiché troviamo le glosse
scritte in latino che si apre alle innovazioni linguistiche; infatti, sono presenti alcuni dettagli in
germanico.
-Glosse di Kassel Il manoscritto è databile al VII-IX secolo e proviene dal monastero di Fulda. Il
testo è una sorta di guida latina con traduzione in bavarese antico.
-Indovinello veronese  Copiato da un italiano settentrionale tra la fine del VIII secolo e l’inizio del
IX secolo.
-Graffito della catacomba di Commodilla  Datato verso la metà del IX secolo
- Iscrizione di San Clemente  Nell’episodio viene narrata la trasformazione del santo in una
colonna di marmo, che viene in seguito trascinata dai servi di Sisinio, patrizio romano.
LA FRAMMENTAZIONE DEL LATINO
Nel latino iniziano ad entrare delle influenze esterne e delle variazioni di tipo regionale. I Romani
entrarono in contatto con le popolazioni che parlavano altre lingue, da ciò nascono strati linguistici
a diverse profondità.
Influssi a livello: FONETICO, LESSICALE (prestiti di necessità o di moda), SINTATTICO.
Principali sostrati nell’Impero d’Occidente
Sostrati= colonizzati dai Romani
-Etruschi
-Lingue del gruppo italico
-Greco
-Siculo e sicano
-Paleosardo
-Paleovenete e lingue celtiche
-Lingue iberiche

SUBSTRATUM LINGUA ALLA QUALE SE NE SOSTITUISCE UN’ALTRA (SOSTRATO)


Insieme di abitudini linguistiche che un popolo conquistato conserva, anche se acquisisce la lingua
dei vincitori. Strato che sta sotto.
Ex: celtico CARRUM > it. carro

SUPERSTRATUM LINGUA CHE PREVALE


Influssi della lingua dei vincitori sulla lingua del popolo vinto, però che quest’ultima venga scalzata.
Lingua di superstratoLingua dei dominatori, dopo le invasioni dei popoli germanici, che ha
influenzato il latino parlato nelle colonie romane

LA CRISI DEL MONDO CLASSICO


Invasioni barbariche: Unni nel 375. A seguire troviamo gli Anglo-Sassoni, i Franchi, i Goti, i Visigoti,
gli Ostrogoti e i Vandali.
Intorno al 476 d.C. si consolidano i Regni romano barbarici.

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PAROLE GERMANICHE PANROMANZE
-Blank > it. bianco, fr.occ.cat. blanc, sp. blanc
-Wardon > it. guardare, fr. garder
-Werra> it. guerra, fr. guerre (sostituisce bellum)
-Saponem> it. sapone, fr. savon
-Blund > it. biondo, fr. blond
PRESTITI FRANCONI IN FRANCESE
-Amministrazione feudale > fehu fief
-Termini militari > heaume
-Abbigliamento> écharpe
-Divertimenti > danser
-Legati alla vita di campagna > bois
-Nomi astratti > franc, honte, laid
GALLIA TRANSALPINA
1. Al nord  i Franchi > superstrato = lingua d’oil
2. A sud-ovest  i Visigoti > superstrato visigotico= lingua d’oc (occitanico o provenzale)
3. A sud-est  i Burgundi > superstrato burgundo = franco-provenzale
ITALIA  4 fasi di superstrato
-Goti (V sec)
-Longobardi
-Franchi
-Normanni (XI-XII sec)
PENISOLA IBERICA
-Arabi:
1. 711= sbarco attraverso Gibilterra
2. 732= battaglia di Poitiers, che vince Carlo Martello
3. 1492= caduta di Granada, ultimo regno musulmano
PAROLE DI ORIGINE ARABA
-Campo scientifico-filosofico: algebra, alagorismo, alchimia, alambique.
-azafran zafferano
-azucar zucchero

ADSTRATO  LINGUA IN CONTATTO


Adstrato greco oleum: olio
malum: melo
philosofia
Cristianesimo: evangelum, ecclesia ecc.
Articolo definito
Il latino costituisce un superstrato:
-Serbatoio inesauribile per le lingue romanze  seconda latinizzazione (XIV, XV, XVI sec)
-Lingua della scienza fino al 700’

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-Lingua della Chiesa e della liturgia
FONETICA: VOCALISMO
La fonetica studia i suoni i suoni della lingua. Nell’ambito della linguistica storica segue
l’evoluzione dei suoni.
Attraverso l’espirazione è possibile l’emissione di suoni facendo uscire aria dai polmoni.
Produzione di un suono:
-Luogo
-Modo di articolazione
-Vibrazione delle corde vocali
Un suono per essere prodotto passa attraverso vari organi come:
-La gabbia toracica
-la laringe
-la cavità faringale
-la cavità nasale
-la cavità orale

L'apparato fonatorio secondo i luoghi di


articolazione: A = glottide; B = faringe; C =
ugola; D = palato molle (o velo palatino); E =
palato duro; F = alveoli; G = denti; H = labbra.

LE VOCALI
Si differenziano per:
-maggiore o minore altezza della lingua rispetto al palato vocali alte, medio-alte, medio-basse,
basse.
-avanzamento o arretramento della lingua rispetto al palato vocali anteriori/palatali, vocali
centrali, vocali posteriori/velari.
-arrotondamento o meno delle labbra vocali non arrotondate (posteriori), vocali arrotondate
(anteriori).

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SISTEMA VOCALICO LATINO:

Dittonghi: ae, oe, au


U approssimante: gruppo labiovelare QU> kw
APPROSSIMANTI (semivocali e semiconsonti)
i : fai, piede
u : causa, uomo
SILLABA:
Libera: VO-CE
Complicata o chiusa: CAM-PO

FONO E FONEMA
-Unità più piccolo in cui si può dividere una parola. Sono prive di significato.
Un fono diventa un fonema se la sostituzione cambia il significato di una parola:
-p-e-n-a/ p-e-r-a
In latino invece il cambio di quantità fa di conseguenza cambiare il significato:
MĂLUM (il male) MĀLUM(mela)

REALIZZAZIONE DELLE VOCALI


Vocali bravi: ottenute con meno sforzo, rilassate, si aprono
Vocali lunghe: ottenute con maggior sforzo, tese, si chiudono
Prima la diversa realizzazione di timbro non ha valore, poi sì: rifonologizzazione

QUANTITÀ SOSTITUITA A QUALITÀ


All’opposizione di lunghezza si sostituisce quella di timbro, conta il grado di apertura o di chiusura
delle vocali:
ex pesca/pєsca: “frutta”
/pesca/: “pesca”
In latino:

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Consonanti brevi e lunghe Le consonanti lunghe sono segnate dalla grafia: es. immo “anzi” di
contro a imus “il più basso”
Vocali indistinte: ōs ‘faccia, bocca’ e ŏs ‘osso’ scritti sempre os.
In latino erano possibili tutte le combinazioni di vocali lunghe e brevi con consonanti lunghe e
brevi:
Vocale Consonante
lunga + lunga stēlla ‘stella’
lunga + breve sōlus ‘solo’
breve + lunga gŭtta ‘goccia’
breve + breve rŏta ‘ruota’
Nelle lingue romanze avviene una semplificazione:
Complementarità  di vocale e consonante
Vocale breve + consonante lunga
oppure
consonante lunga + vocale breve
La combinazione diventa prevedibile, l’opposizione tra vocali lunghe e vocali brevi non è più
distintiva, per questo si passa ad un nuovo sistema fonologico.

L’ACCENTO
Si passa da un accento prevalentemente musicale(latino) ad un accento intensivo (lingue
romanze). Ciò comporta un ulteriore distinzione nelle vocali delle lingue romanze (vocali toniche e
atone).
Leggi che regolano l’accento in latino:
-Legge del trisillabismo l’accento non può risalire oltre la terzultima sillaba;
-Legge della baritonesi l’accento non cade mai sull’ultima sillaba;
-Legge della penultima nelle parole con più di due sillabe l’accento cade sulla penultima, se
questa è lunga, sulla terzultima se questa è breve.

ACCENTO INTENSIVO ROMANZO


L’accento cade sulle vocali, aprendole o frangendole  dittonghi
Le sillabe senza accento si indeboliscono e cadono. Caduta delle vocali pretoniche e postoniche.
Anche le sillabe finali senza accento tendono a cadere.

IN SINTESI
Dal latino alle lingue romanze:
-Si perde la quantità vocalica e si passa alla qualità vocalica, al timbro delle vocali, aperte o chiuse.
-Si valorizza se la vocale porta l’accento oppure no. L’accento diventa di intensità e ha valore
fonologico.
VOCALISMO TONICO
Il sistema ‘sardo’
(Sardegna, Corsica meridionale e parte della

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Basilicata, a confine con la Calabria, detta
‘zona Lausberg’)
ĪĬ ĒĔ ĂĀ ŎŌ ŬŪ
i e a o u
Es.: PĬRA > pira
GŬLA > gula
PARTE SUL VOCALISMO STUDIATA SUL LIBRO

IL DITTONGAMENTO
I dittonghi latini:
-Si definisce dittongo la combinazione di un elemento semivocalico e di un elemento vocalico,
pronunciati in un’unica emissione di voce e appartenenti alla stessa sillaba. I tre dittonghi latini si
riducono:
-AE ε -OE e -AU Ɔ
AE si riduce a e aperta /E/: ex CAELU(M) > it. sp. cielo, fr. ciel, port. céu, cat. occ. cel, rom. cer.
OE si riduce a e chiusa /e/: ex lat. POENA > it. sp. port. cat. occ. pena, fr. peine.
AU si conserva in occitano, romeno e nel retoromancio, si chiude in o nel resto della Romània:
ex lat. AURU(M) >
1) occ. rom. retoromancio aur,
2) port. ouro, it. sp. oro, fr. cat. or.
3) In sardo AU > a: per es. lat. LAURU(M) > laru.

LA DITTONGAZIONE ROMAMZA
Dittongazione spontanea: obbedisce a precise leggi fonetiche, diverse da lingua a lingua, e si
verifica SEMPRE quando sono presenti le situazioni descritte dalla legge fonetica.
Dittongazione condizionata: avviene solo quando si verificano determinate condizioni in
presenza di determinati suoni che seguono la vocale tonica o per effetto della metafonesi.

DITTONGAZIONE SPONTANEA
Nella maggior parte delle lingue romanze può dittongare la vocale tonica, mediana e in sillaba
aperta. Questi dittonghi vengono detti ASCENDENTI poiché si concentrano sul secondo elemento:
ex PĔDEM > it. piede NŎVUM > it. nuovo
fr. pied sp. nuevo
sp. pié fr. neuf
occ.pe occ. rom. nou
port.pè port. nov
In occitano e in portoghese non avviene però la dittongazione spontanea.
IN ITALIANO: dittongano solo le vocali brevi e in sillaba aperta
Ex Ŏ >NŎ-VUM = nuovo Ŏ >MŎR-TEM = morte
Ĕ >PĔ-DEM = piede Ĕ >FĔR-RUM = ferro
IN FRANCESE: Dittongano sia le vocali aperte che le vocali chiuse in sillaba aperta

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Ex Ĕ [> ie PĔ-DEM > pied
(pronuncia [je] del fr. moderno)

Ĭ/Ē [> ei > oi PĬ-LUM > a.fr. peil > poil > fr. mod. poil
TĒ-LAM> a.fr. teile > toile > fr. mod. toile
(pronuncia [wa] del fr. moderno)
Ŏ [> uo> ue> eu
NŎ-VUM > a.fr. nuof > nuef > fr. mod. neuf
*CŎ-RE > a.fr. cuor > cuer > fr. mod.coeur
(pronuncia [ø] /[œ] del fr. moderno)
Ŭ/Ō [> ou > eu
GŬ-LAM > a.fr. goule > fr. mod. gueule
FLŌ-REM > a.fr. flour > fr. mod. fleur. (pronuncia [ø] /[œ] del fr. moderno)
Questi dittonghi, /e/ > ei >oi ed /o/ > ou > eu sono detti discendenti perché accentati sul primo
elemento.
IN SPAGNOLO: Ŏ>NŎ-VUM > nuevo Ŏ>MŎR-TEM > muerte
(pronuncia [wε] dello spagnolo moderno)
Ĕ> PĔ-DEM > pié Ĕ> FĔR-RUM > hierro
(pronuncia [jε] dello spagnolo moderno)
Solo in spagnolo abbiamo la dittongazione in sillaba chiusa. Questo fattore è stato spiegato
ipotizzando una diversa divisione in sillabe: ex FE/RRUM. Così come nella dittongazione libera, la
vocale trovandosi in sillaba aperta, può allungarsi e diventare dittongo.

DITTONGAZIONE CONDIZIONATA
Avviene con la presenza di determinati suoni che seguono la vocale tonica. Per effetto della
metafonesi, cioè il cambiamento del suono della vocale tonica per influsso della vocale finale,
solitamente Ī o Ū: ex TŌTTI > tutti.
IN OCCITANO: formazione di dittonghi ascendenti
-condizionata da un suono palatale contiguo:
MĔ-LIUS> mielhs
FŎ-LIAM> fuolha/ fuelha
-condizionata da U metafonesi:
DĔ-US > Dieus
FŎ-CUM > fuoc/ fuec

IL DITTOGO MOBILE IN ITALIANO


Il dittongamento di Ĕ e di Ŏ si ha solo in sillaba aperta tonica.
Quindi, nelle forme verbali rizotoniche (accentate sulla radice): ex sièdo, ma non nelle forme
rizoatone (accentate sulla desinenza): ex sedére. Inoltre, nei nomi e non nei derivati nei quali
l’accento si sposta sulla desinenza: ex piéde e non pedata
ANALOGIA:

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Tende a semplificare la lingua e a regolarizzare le eccezioni:
ex nuovo/ novissimo/ nuovissimo

ECCEZIONI AL DITTONGAMENTO ITALIANO


-Parole auliche o dotte: ex MĔDICUM
-Prestiti recenti: ex FĔSTA
-Nei proparossitoni, dove prevale l’accento sulla terzultima: ex pècora, òpera.

VOCALISMO ATONO PANROMANZO


VOCALI ATONE:
-Arcifonema e ed o aperte e chiuse atone si neutralizzano in un fonema unico, foneticamente
rappresentato da [e] e da [o].
In posizione iniziale si mantengono. Nelle altre posizioni invece si indeboliscono o subiscono
variazioni.
ExPer A: lat. AGNELLU(M)> agnello in posizione iniziale si mantiene
Per E (breve): lat. SEPELIRE> seppellire
Per E (lunga): lat. PENSARE> pesare
Per I (breve): lat. VINDEMIA(M)> vendemmia non essendo in posizione iniziale varia
Per I (lunga): lat. PRIVATU(M)> privato
Per O (breve): lat. PORCELLU(M)> porcello
Per O (lunga): lat. MONSTRARE> mostrare
Per U (breve): lat. GLANDULA > ghiandola in posizione finale varia, U > O
Per U (lunga): lat. MUGIRE> muggire

RIDUZIONE DELLE VOCALI Ĭ, Ĕ, Ŭ IN IATO


Iato: incontro di due vocali che appartengono a due sillabe successive ovvero due vocali vicine
formano due sillabe:
-Se di timbro simile si riducono o vengono assorbite:
ex MORTUUM> it. morto, fr. mort, sp. muerto
PARIETEM> it. parte, fr. paroi, sp. pared, port. parede, occ.cat. paret, rom. perete.
-Se di timbro diverso passano a jod [j]:
ex HABEAT> it. abbia
VINEAM> *VINJA > it. vigna, fr. vigne, sp. viña, port.occ vinha, cat. vinya, rom. vie /vije/.
Altri esempi:
-FI-LÌ-O-LUM > *fi-liò-lu > figliolo IO
-MULÌEREM > mulièrem > mogliera IE
- (LINTÈOLUM > linteòlum > lenzuolo) EO

Ĭ, Ĕ + VOCALE > J (= JOD)


Tendenza a semplificare le vocali in iato già attestato nell’e probi:
vinea non vinia

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cavea non cavia
lancea non lancia
calceus non calcius

ASSIMILAZIONE
BILANCIA> *BALANCIA > fr. balance
sp. balance
port. cat. balança
occ. balansa
rom. balanţă

SILVATICUM > *SALVATICU > fr. sauvage


sp. salvaje
cat. occ. salvatge rom. sălbatic
L’assimilazione si verifica nel caso in cui in un segmento fonologico modifica il segmento
precedente o successivo. In questo caso la I si apre in a e talvolta nel dittongo au.

DISSIMILAZIONE
VICINUM > *VECINU > a.fr. vecin, fr. voisin
sp. vecino
cat. veì
occ. vezin
rom. vecin
La dissimilazione si verifica quando un segmento fonologico si modifica per differenziarsi dal suo
contesto fonologico.

RIDUZIONE DEL DITTONGO AU > A QUANDO LA VOCALE TONICA È U


AUGUSTUM > AGUSTU > it. agosto
fr. août
cat. occ. agost
La U essendo tonica fa cambiare il dittongo AU in A

ITALIANO, CHIUSURE IN POSIZIONE PROTONICA


-e (< Ĭ, Ē, Ĕ ed AE) > i
-o (< Ŏ, Ō, Ŭ ed AU)> u
-VĬRTŪTEM > vertude > virtù
-SĒCŪRUM > sicuro
-ŎCCĪDĔRE > uccidere

E- (I-) PROSTETICA
-Prima dei nessi consonantici iniziali s + consonante

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Ex In Ispagna, Per iscritto
SCHOLA > afr. escole > fr. école, sp. escuela, port. occ.
cat. escola

AFERESI
In posizione iniziale si verifica la caduta delle vocali. Il fenomeno è più frequente in italiano e in
romeno:
ex HIRUNDINEM > it. rondine, rom. rîndunică;
ma afr. aronde (fr. hirondelle), asp. olondre (sp.
golondrina), port. andorinha, cat. oreneta, oc.
aronda/ironda.

SINCOPE
Caduta di una vocale atona, interna alla parola, in posizione pre- o postonica:
ex CÀL(I)DUS > caldo
VÌR(I)DEM > verde
CIV(I)TÀTEM > città

APOCOPE
La caduta della vocale finale si dice apocope

TRATTAMENTO DELLE ATONE FINALI


Le vocali atone poste alla fine delle parole sono più soggette al dileguo:
In italo-romanzo si mantengono tutte:
-La U evolve in O
-In spagnolo si perdono tutte tranne la A, la U che evolve in O e talvolta la E.
-In occitano cadono tutte tranne la A
-In francese cadono tutte tranne la A che si indebolisce in [e] ed evolve in schwa (e muta):
ex SCHOLA> fr. école

NEOGRAMMATICI, LIPSIA, INTORNO AL 1880


-Legge fonetica: in una comunità linguistica, in un certo periodo di tempo e nelle condizioni
identiche, lo stesso suono ha identici sviluppi nelle parole in cui torna.
L’evoluzione fonetica è regolare e senza eccezioni, a meno che non subisca l’azione di altri fattori
Ineccepibilità assenza di eccezioni
Esempio
• In Francia, nel Medioevo,
a toniche del latino in sillaba libera > e
esempi: MARE > mer
PRATUM > pré
• controesempio (A non è in sillaba libera):

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PARTEM > part
• seguita da nasale (si ha prima ai nasale, poi e
nasale): MANUM > main

EPITESI
Nelle lingue si verifica l’apocope può venire a formarsi, dopo la caduta dell’ultima vocale, un nesso
consonantico impronunciabile; da qui si ha l’epitesi, cioè l’inserimento di una vocale d’appoggio:
ex DUPLUM > occ. sp. doble, fr. double.

ESEMPIO APPLICAZIONE DELLE LEGGE FONETICA NEL METODO STORICO-COMPARATIVO

lat. fr. it. sp rum.


NOCTEM nuit notte noche noapte
FACTUM fait fatto hecho fapt
Se ? huit otto ocho opt
Deduciamo la presenza -CT- nell’etimo, anche se
non fosse attestato l’etimo < OCTO.

LE LEGGI FONETICHE NON HANNO ECCEZIONE


Nonostante le deroghe: leggi più particolari come l’anaforesi toscana, le leggi fonetiche non fanno
eccezione.
LĬNGUA > lengua > lingua FAMĬLIA > famiglia
Sono eccezioni? No. Ĭ ed Ē danno i, quando
1) -i breve e lunga sono seguite da nasale + occlusiva velare k, g.
2) oppure se dopo le vocali segue l + j (oppure n + j, oppure skj).
Negli stessi contesti Ō e Ŭ danno u.
ŬNGULA > unghia PŬGNUM > pugno

SCIENTIFICITÀ
La regolarità dei cambiamenti fonetici, la sua ineccepibilità è il presupposto per dare carattere
scientifico alla ricerca linguistica.

LEGGE FONETICA
Utile da un punto di vista operativo ma non come principio assoluto.
Ogni lingua è in mutamento, ma non cambia completamente in quanto si tiene conto delle fasi
precedenti e seguenti di una forma.
Su questo si fonda il metodo storico-comparativo, la storia entra a fare parte dello studio della
lingua e l’evoluzione di una lingua viene vista basandosi sulla storia.

LIMITE ALLA LEGGE FONETICA: ANALOGIA

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L’analogia è l’attrazione che una forma subisce per l’effetto di un’altra forma, vicina per senso o
perché dello stesso paradigma:
ex non può essere MOVI > mossi, ma per
analogia con SCRIPSI > scrissi o DIXI > dissi.
Essere non si spiega da ESSE, ma dalla
desinenza della III coniugazione in -ĔRE, SCRIBĔRE,
DICĔRE ecc., gruppo numeroso di verbi che
attrae il raro esse.

EQUILIBRIO
Una tendenza generale all’analogia e al mantenimento dell’equilibrio, cioè la parificazione delle
forme, per ragioni di economia.
Tendenza all’opposizione, cioè alla diversificazione funzionale, delle forme che è necessaria per
distinguere le forme l’una dall’altra.

LE LEGGI FONETICHE NON SONO APPLICABILI A:


-Ai cultismi
-Ai prestiti delle altre lingue

METAFONESI
Le vocali toniche hanno un cambiamento regolare per effetto di una vocale seguente:
ex dialetto Veneto: se c'è una -i finale
ē ed ĭ > e chiusa > i (vedo, te vidi);
ō e ŭ > o chiusa > u (toso, tusi).
CONSONANTISMO
Il punto di articolazione del suono:
-suoni labiali
-labiodentali
-palatali
-velari
-dentali

IL MODO IN CUI L’ARIA PASSA ATTRAVERSO L’APPARATO FONATORIO


Con ostruzione suono occlusivo: p, b, c, g
Con passaggio costante suono fricativo: f, v, s
In combinazione suono affricato: z sorda [ts], z sonora [dz].
Passaggio d’aria ai lati della lingua suono laterale: l
Vibrazione della lingua durante il passaggio di aria suono vibrante: r
Le consonanti occlusive possono essere anche nasali suono nasale: n, m

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LA VIBRAZIONE DELLE CORDE VOCALI
Se c’è la vibrazione consonante sonora: g, b, z
Se non c’è vibrazione consonante sorda: p, k, s

CONSONANTI OCCLUSIVE
SORDE SONORE
Labiali p b
Dentali t d
Velari k g

POSIZIONI
Consonanti:
-In posizione iniziale forte
-In posizione finale deboli e tendono a cedere
-All’interno della parola soggette a cambiamenti

CONSONANTI LATINE “SCOMPARSE”


Labiovelari kw e gw (scritte qu e gu) sono state ridotte a:
-ridotte a un solo elemento velare [k]:
ex Es.: QUOMODO > it. come; fr. comme; sp. port. como; cat.
occ. com; rom. cum
-ridotte a consonante velare + semivocale [kw]:
ex Es. QUATTUOR > it. quattro, sp. cuatro [kw], fr. quatre
Laringale h scompare in tutta la Romania già in epoca antica, come testimoniano alcune iscrizioni
(IC per HIC etc., o alcuni ipercorrettismi):

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ex Es. THIUS > *TIUS > it. zio, sp. tio

NUOVE CONSONANTI
-La fricativa sonora labiodentale v
-I fonemi indicati con la grafia z, affricata dentale sorda e sonora
-I fonemi indicati con le grafie c, ci (ch) e g, gi, affricata palatale sorda e sonora
-I fonemi indicati con le grafie sc, sci, j, fricativa palatale sorda e sonora.

LA FRICATIVA LABIODENTALE SONORA V


In latino, unico fonema per /u/ per:
-la vocale u: ex UNUS
-semivocale w: ex VINUM
In età imperiale questa /w/ si evolve in una fricativa bilabiale /β/ testimoniata dall’uso della grafia
b in alcune iscrizioni (cfr.,ex non dicere ille secrita a bboce, Graffito Catacombe di Comodilla).Poi
nella maggior parte delle lingue romanze si giunge alla fricativa labiodentale sonora v.
Ex VINUM> it. vino, fr. occ. rom. vin, port. vinho.
Solo lo spagnolo e alcune varianti di catalano mantengono la [β] come variante all’occlusiva
bilabiale [b], rappresentata graficamente sia da v che da b, a seconda della posizione della parola.
Questo fenomeno è chiamato BETACISMO: ex sp. vino ['bino], cat. vi [bi].
Già in epoca imperiale si confondeva cantavit(perfetto) e cantabit(imperfetto). Questa confusione
era sicuramente dovuta alla confluenza di [β].

CONSONANTI INIZIALI

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Solitamente rimangono invariate. Resistenti quando sono seguite da vocale posteriore o, u.
Ex CORPUS > it. port. corpo, fr. corps, sp. cuerpo, cat. cos, occ. cors, rom. corp.
Tendono alla PALATALIZZAZIONE; in tutte le lingue sono seguite da vocale anteriore (e, i) e
talvolta da a.

PALATALIZZAZIONE
Si ha quando il punto di articolazione di una consonate si sposta dal velo al palato. È un fenomeno
panromanzo che ha dato origine ad una serie di nuovi suoni come: affricati, palatali, fricativi.
Si verifica quando in fonema consonantico precede:
-j (jod);
-vocali anteriori e, i (o in alcuni casi a)
-nei nessi con -l
Gli esiti sono diversi in base alle lingue romanze:
Suono Suoni coinvolti Lingue Esiti
j tutti tutte vari
i, e k, g tutte ʧ, s; ʤ, z
a k, g francese ʧ, ʃ; ʤ, ʒ

PALATALIZZAZIONE DI JOD E NESSI CONSONANTICI INIZIALI


j > [ʤ, ʒ, x] IOCUM > it. gioco,
fr. jeu,
sp. juego
d + [j > ʤ, ʒ] DIURNUM > it. giorno, cat. jorn,
fr. jour

PALATALIZZAZIONE DELLE CONSONANTI INIZIALI DI FRONTE A VOCALE ANTERIORE


In una prima fase suono affricato
Esiti fricativi rappresentano sviluppi posteriori.
Ex CERVUM > [ʧ] it. cervo, rom. cerb
[s] fr. cerv, port. cervo, occ. cerv
[θ] sp. ciervo
Ex GENTEM > [ʤ] it. gente
[ʤ > ʒ] fr. gens, port. gente, occ. gen
[ʒ > X] sp. gente

C, G + A
Le velari c, g palatalizzano in galloromanzo, escluso l’occitano:
EsCANTARE > fr. chanter
Ma it. cantare, sp. port. cat. occ. cantar, rum. a cânta.
GAUDIUM > afr. joi
Ma it. godere (gioia è un gallicismo), occ. gauch.

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Questo fenomeno sembra essere dovuto dal sostrato celtico e si tratterebbe di pronunce galliche
del latino.

NESSI CONSONANTICI INIZIALI  CONSONANTE + L


-Si conserva in francese, occitano e catalano
-Palatalizzano o si modificano in italiano, spagnolo e portoghese
-Il romeno presenta entrambe le soluzioni
Esempi
PLENUM > it. pieno; sp. lleno; port. cheio; ;
fr. plein; occ. cat. ple; rom. plin
BLASPHEMĀRE > it. biasimare; sp. lastimar;
fr. blâmer; cat.oc. blasmar; rom. a
blasfemia
FLĂMMA > it. fiamma; sp. llama; port. chama;
fr. flamme; cat. oc. flama; rom. flamă
CLĀVEM > it. chiave; sp. llave; port. chave; rom. cheie
fr clef; cat. occ. clau
GLĀNDEM > it. ghianda; asp. port. lande; rom. ghindă
fr. glande; cat. gla; oc. Glan

CONSONATI FINALI
Tendono a cadere -M; -T
La T dilegua ma rimane come marchio della terza persona della coniugazione dei verbi in francese.
-S ultima a cadere per la sua funzione grammaticale molto forte.

LA -M
La -M serviva ad indicare gran parte degli accusativi singolari e anche alcune terminazioni della
prima persona singolare nella coniugazione dei verbi.
Della -M non rimane alcuna traccia nelle parole con più sillabe: ex AMICUM> it. amico
-Nei monosillabi a volte scompare IAM>it. già. Altre volte invece si conserva come suono nasale:
exREM > fr. rien, occ. ren;
MEUM > fr.a. mien;
QUEM > sp. quién

LA -S
La -S era usata in molti nominativi plurali e in tutti gli accusativi plurali, nonché nelle desinenze
verbali della 2° persona singolare e della 1° persona plurale. Nell lingue romanze si conserva come
marca del plurale e della desinenza verbale in portoghese, spagnolo, catalano, occitano, francese,
reto-rom, sardo.

PER LA -S LA ROMÀNIA SI DIVIDE IN DUE BLOCCHI OPPOSTI

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-L’Ovest la conserva sardo, ibero-romanzo, gallo-romanzo, in parte il ladino. Talvolta la -s finale
si continua a scrivere, sebbene non si pronunci come nel caso del francese:
exfr. les portes
-L’Est non la conserva rumeno e italiano. Qui la -s dilegua attraverso una fase [j] conservata nei
monosillabi:
ex NOS > port., sp., cat., occ., sardo nos, fr. nous. it. e rum. Noi

CONSONANTI FINALI SECONDARIE


Si vengono a trovare in posizione finale dopo la caduta di vocali/sillabe finali. Diventano sorde se
esiste la coppia sorda/sonora o tendono al dileguo:
exGRANDEM > fr. grant
CAP(UT) > b > v > chef
CLAVEM > fr. clé

CONSONANTI ALL’INTERNO DI PAROLA


LENIZIONE: indebolimento delle consonanti occlusive in posizione intervocalica.
+ forza consonantica +intensità sonora
occlusive | affricate | fricative | nasali | liquide |approssimanti | vocali alte | vocali medie | vocali
basse.
>indebolimento
<rafforzamento
Geminate>Scempie scempiamento
Sorde> Sonore sonorizzazione
Sonore> Fricativespirantizzazione
Fricative> Ø: dileguo
Il fenomeno non riguarda la Romania orientale (il toscano, il meridione, il sardo, dalmatico e
rumeno), ma la Romania Occidentale: i dialetti settentrionali, penisola iberica e Francia.

SCEMPIAMENTO
Le consonanti geminate scempiano, ovvero si riducono a consonanti semplici:
exCAPPAM > sp. port. occ. cat. capa, fr. cape
L’italiano tende a mantenere le geminate anzi le estende anche dove il latino non le contemplava:
ex VACCAM > it. vacca, fr. vache [ʃ], sp. vaca
FACIAM > faccia.
Nella Romània occidentale esiste solo -rr- cfr. fr. guerre (tranne in romanesco).

SONORIZZAZIONE
Le consonanti sorde diventano sonore:
exMUTARE > it. mutare, sp. mudar, fr. muer
FOCUM > it. fuoco, sp. fuego, fr. feu

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SPIRANTIZZAZIONE
Avviene nella maggior parte delle lingue romanze.
Le consonanti sonoro diventano fricative:
exHABERE > it. avere, fr. avoir, pg. haver, rum. avea. B >V
CABALLUM > it. cavallo, fr. cheval, pg. cavalo, in rum. dileguo cal.
In spagnolo e catalano la b si conserva:
exsp. haber, caballo. BETACISMO

ALTRI ESEMPI DI LENIZIONE


Rientra nella lenizione anche la sonorizzazione dell’occlusiva nei nessi con -R:
exCAPRAM > it. capra, fr. chèvre, sp. cabra

PALATALIZZAZIONE: JOD E NESSI CON JOD IN POSIZIONE INIZIALE E MEDIANA


k + j > [tʧ, s, θ] FACIEM > it. faccia,
fr. face,
sp. haz
g + j > [dʤ, j] *MAIU > it. maggio,
fr. mai, sp. mayo
l + j > [ʎ, j, x] FOLIA > it. foglia, port. occ. folha,
cat. fulla,
fr. feuille
sp. hoja
n + j > [ɲ] VINEA > *VINIA > it. vigna, fr. vigne, gn
sp. viña; cat. occ. vinha
t + j > [ts, s, θ] > FORTIAM > it. forza, fr. force  ts > z
sp. fuerza
s + j > [ʧ, z, s] > BASIARE> it. baciare  ʧ > ci
fr. baiser  s
sp. besar

PALATALIZZAZIONE DI ALCUNI NESSI CONSONANTICI


-CT > jt:
ex FACTUM > fr. occ, fait [fach, sp. hecho, / it. fatto
(assimilazione)
-CR > jr:
ex SACRAMENTUM > afr. sairement > fr. serment
-MN > ɲ ha esito palatale in spagnolo:
ex SOMNUM > sueño
-GN: ex PUGNUM > fr. poign, sp. puño, port. punho, cat. puny, occ. ponh; it. pugno, ma rom.
pumn.

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IL NESSO NS > S
Questo nesso si semplifica:
ex MENSEM > it. mese; sp. occ. cat. mes; port. mês; fr. mois.
SPONSUM > it. sposo; fr. époux; sp. port. esposo; cat. occ. espos.
PENSARE > 1) it. pesare, prov. pezar, fr. peser, cat, sp., port. pesar
2) doppione colto it. pensar (‘ponderare’), fr. penser, cat., sp., port. pensar.

ASSIMILAZIONE NEI NESSI CONSONANTICI


Accade soprattutto in posizione intervocalica:
ex SCRIPSI > it. scrissi
FACTUM > it. fatto

NESSI CONSONANTICI SECONDARI


In seguito ad una sincope si genera un nesso consonantico impronunciabile e di conseguenza si ha.
-l’epentesi viene introdotta una consonante non etimologica:
ex DOMĬNA> occ. dompna
CAMĔRA> fr. chambre
-l’assimilazione:
ex DOMĬNA> it. donna
MORFOLOGIA
MORFOLOGIA: studio delle forme o delle strutture delle parole.
SINTASSI: studia i rapporti delle parole nelle frasi.
I morfemi sono delle unità in cui possono essere divise le parole mantenendo comunque il loro
significato.

TIPOLOGIA DEI PROCESSI FONOLOGICI


-Tipo flessivo o sintetico:
I rapporti grammaticali sono espressi con la modifica della struttura della parola, mediante
l’aggiunta di desinenze diverse.
Ex il latino, il greco o l’arabo
-Tipo isolante o analitico:
Tutte le parole sono invariabili e i rapporti sono espressi tramite l’ordine delle parole nella frase.
-Tipo agglutinante:
Le parole sono costituite da una serie di unità o morfemi, ognuno dei quali ha un solo significato
grammaticale.

L’EVOLUZIONE DEL LATINO ALLE LINGUE ROMANZE


Evoluzione che parte da una lingua per lo più sintetica ad una lingua per lo più analitica.
Latino SINTETICA
Italiano ANALITICA

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ANALOGIA
POSSE > *potere > potere
VELLE > *volere > volere
ESSE > *essere > essere
OFFERRE > *offerire > it. offrire, fr. offrir.
Analogia proporzionale:
scrivo: muovo = scrissi: x (mossi)

SISTEMA NOMINALE LATINO


5 declinazioni: con desinenze diverse si esprime il numero, il genere e il caso.
6 casi: nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo e ablativo.

LE DESINENZE
Le desinenze rimangano anche nelle lingue romanze ma di solito indicano solo numero e genere;
la funzione è espressa con le preposizioni.

EVOLUZIONE MORFOLOGICA DAL LATINO ALLE LINGUE ROMANZE


Riduzione delle declinazioni da 5 a 3:
-Femminili terminanti in -a: prima declinazione. Neutri terminanti in -a
-Maschili terminanti in -o: seconda declinazione
-Maschili e femminili terminanti in -e: terza declinazione imparisillabi

CAMBI DI GENERE
Nomi in -US:
Alcuni nomi femminili, ma terminanti in -US appartenenti alla 4° declinazione, per analogia ai
sostantivi maschili sono diventati anch’essi sostantivi maschili. Invece, alcuni sostantivi terminanti
in -or e che indicano dei concetti astratti sono passati dal maschile al femminile.

PERDITA DEL NEURTO


Plurali neutri terminanti in -a vennero reinterpretati come dei femminili singolari della prima
declinazione. Doppioni con il singolare in -um:
ex folium = il foglio, folia = la foglia.

PLURALE NEUTRO SOPRAVVIVE


In alcuni plurali collettivi in a-: ossa, dita, frutta, membra. Plurale in -i sussiste con un senso
diverso: ossi, muri).
Nella categoria dei nomi ambigeneri: l’uovo, le uova che continuano i neutri latini OVUM, OVA.
Solo in rumeno sopravvive il neutro, cfr. timp < TEMPUS, ma anche timpuri < TEMPORA; desinenza
ancora produttiva, si riscontra anche in altri casi.

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RIDUZIONE DEI CASI
La perdita di -m rendeva uguali le forme al nominativo e all’accusativo della prima declinazione.
Allo stesso modo la perdita della quantità vocalica rendeva identiche le forme al nominativo e
all’ablativo singolare della prima declinazione e portò confusione anche in altre declinazioni.

L’ACCUSATIVO
È il caso che sopravvive. Le forme dell’accusativo sono alla base delle parole romanze:
exnotte, fr. nuit, sp. noche, port. noite, cat. nit, occ. noch; rom. noapte < accusativo NOCTEM,
non dal nominativo NOX.

L’ELIMINAZIONE DEI CASI


Non fu immediata. Si completò tra il V e il VI sec.
In alcune aree rimase in uso fino al XII sec, un semplificato sistema casuale.

RAGIONI ELIMINAZIONE CASI?


Dopo alcune preposizioni il caso è prevedibile.
Ridondanza> basta la preposizione> si scarica il contenuto logico direttamente sulla preposizione.
Casi diventano ridondanti > si indeboliscono e cadono le consonanti finali.

RUMENO
Il Rumeno mantiene una differenza tra nominativo-accusativo e tra genitivo-dativo:
ex limbă
Gramatica limbii române
La flessione causale riguarda solo i nomi femminili singolari.

SISTEMA BI-CAUSALE
-Galloromanzo e retoromanzo
In francese e occitano:
-caso retto per forme derivanti dal nominativo e che fungono da soggetto della frase;
-caso obliquo per le forme derivanti dall’accusativo e che si utilizzano per tutte le altre funzioni.

SOSTANTIVI MASCHILI
PRIMA CLASSE fr.
sing. plu.
Retto MURUS > murs MURI > mur
Obliquo MURUM > mur MUROS > murs

SOSTANTIVI FEMMINILI
PRIMA CLASSE fr. / occ.
sing. Plur.
R. AMICA AMICAE

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> amie > amies
O. AMICAM AMICAS

AGGETTIVI MASCHILI
sing. Plur.
Retto bons bon
Obliquo bon bons

AGGETTIVI FEMMINILI
Francese
sing. Plu.
Retto bone bones
Obliquo bone bones

AGGETTIVI DI TERZA CLASSE


Ex GRANDIS > it. sp. port. grande, afr. grant, cat. occ. gran.

PRONOMI
-FILIOLAM EGO UNAM HABUI, EAM UNAM PERDIDI
‘Avevo una figlia sola e quella sola l’ho persa’.
Clitici
Atoni ex vederlo
-Pronomi Enclitici
Tonici ex cercarlo

PRONOMI PERSONALI TONICI


-Caso soggetto derivato dal nominativo:
exEGO > port. eu, sp. yo, cat. jo, prov. eu, fr. je, it. io; rom. eu
-Caso regime, derivato dall’accusativo:
ex MĒ > it. me, fr. moi; rom. mine
Oppure dal dativo:
ex MIHI > it. mi, cat. me, sp. mí, port. mim; rom. mie

CONSERVAZIONE DELLA DECLINAZIONE DEI PRONOMI


Nominativo  EGO > io
Dativo  MIHI > mi
Accusativo  ME > me
-Si conserva bene la distinzione tra tu/te, tranne dei dialetti settentrionali.

LEGGE TOBLER-MUSSAFIA

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Tendenza delle lingue antiche a non far cominciare una frase con un elemento debole come ad
esempio un pronome atono, che si pone dopo il verbo:
ex Dante, “Ripuosemi”
Nella lingua moderna è più frequente la proclisi, ma cfr. vendesi o cercasi.

COMPARATIVO
In latino:
-Suffisso -IOR. Ex ALTERUS > alterior
-Aggettivi con una vocale prima del suffisso -US: perifrasi con l’avverbio MAGIS:
ex MAGIS ARDUUS
 Prima fase si estende nella Romania il tipo con magis analitico:
ex MAGIS ALTUS
 Seconda fase si comincia ad usare la fase con plus:
ex PLUS ALTUS
Questa innovazione si propaga però di meno.

CENTRO/PERIFERIA
-MAGIS: periferie conservano la costruzione con magis:
ex ALTIOREM > MAGIS ALTUM > sp. mas alto, port. mais alto, cat. mes alto, occ. mais alt, rum.
mai + agg.
-PLUS: aree centrali optano in un secondo momento per plus francese, italiano, sardo, corso,
friulano, galloitalico, veneto:
ex ALTIOREM > PLUS ALTUM > it. più alto, fr. plus haut, occ. plus alt.

FORME SINTETICHE LATINE CONSERVATE


Ex MELIOREM > it. migliore, fr. meilleur, sp. mejor, cat. millor, port. occ. melhor.
PEIOR (nom.) > fr. pire
PEIOREM (acc.) > it. peggiore, sp. peor, port. pior, cat. pitjor, occ. pejor.

FORME SINTETICHE CONSERVATE DAL COMPARATIVO NEUTRO


Ex MELIUS > it. meglio, fr. mieux, occ. melhs
PEIUS > it. peggio, fr. pis
MINUS > it. meno, fr. moins, sp. menos, port. mênos, cat. menys, occ. mens

SUPERLATIVO
-ISSIMUS, aveva un significato sia relativo che assoluto.
In senso relativo: si impone la perifrasi articolo + comparativo
Ex bello- più bello- il più bello
In senso assoluto:
-Suffisso -ISSIMUS: exit. fortissimo, sp. fortisimo, port. fortissimo, cat. fortissim.

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-fr. e rom: perifrasi moult/foarte + aggettivo: moult fort, poi très < TRANS, tres fort; rom. foarte
puternic.

GLI AVVERBI
In latino abbiamo vari modi per costruire gli avverbi:
-suffisso -E all’aggettivo: ex CERTUS > CERTE
-suffisso ITER: ex FORTIS >FORTITER
-perifrasi MODUS all’ablativo + aggettivo: exLENTO MODO
Sostituzione con suffisso tonico: MENTE, ablativo di MENS-MENTIS.
 Lingue romanze: agg. Femminile + -mente
In rom. la forma più comune degli avverbi è la stessa dell’aggettivo, perché è esteso a regola il
modello latino facile secondo cui l’aggettivo fungeva anche da avverbio.

AVVERBI ROMANZI
fortiter (forma sintetica) >
forte mente “con intenzione forte” > (forma analitica)
Fortemente > grammaticalizzazione
Ex vere (forme sintetica) > vera mente > veramente.

GLI ARTICOLI
Formati verso il VI secolo è un tratto innovativo panromanzo.
Nascono da pronomi latini con funzione anaforica.
Un esempio Peregrinatio Egeriae: "cum illa epistola, quam dixeram”.
-Ille precede il nome, si unisce nella pronuncia, perde l’accento, si indebolisce, perde una sillaba.
-ILLU CABALLU > il cavallo  il deriva da -lu> lo, non da -il
-ILLU AMICU > l’amico
PRONOMI:
ILLE > lo
gen. ILLUI > lui
*ILLAEI > lei
ILLORUM > loro
-Rumeno: exLUPUL, “il lupo” < LUPU ILLU, LUPULUI “del, al lupo”.

IN SARDO
Articolo determinativo deriva da IPSE, IPSA, IPSUM.

ARTICOLO INDETERMINATIVO
-L’articolo indeterminativo deriva in tutte le lingue romanze dal numero cardinale: UNUS, UNA.

I DIMOSTRATIVI ITALIANI
In italiano:

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ECCU + ILLUM > quello
ECCU + ISTUM > questo
ACCU + TIBI + ISTUM > codesto (vicino chi ascolta)
In francese:
ECCE + ISTUM > ce, cet aggettivo
ECCE + ILLUM > celui pronome

IL VERBO
Serie di cambiamenti.
Spariscono i deponenti e il loro ruolo viene assunto dalla vocale media, che si esprime con il
riflessivo.

QUTTRO CONIUGAZIONI LATINE


In latino si dispone di quattro coniugazioni:
I -ARE
II -ĒRE
III -ĔRE
IV -IRE
Riduzione a tre coniugazioni
Metaplasmi di coniugazioni: ex FACERE > fare
DICERE > dire

IL FUTURO LATINO
Due tipi di futuro:
-Il tipo CANTABO  per la prima e la seconda coniugazione
-Il tipo VENDAM  per la terza e la quarta coniugazione

IL FUTURO ROMANZO
-Presente + avverbio temporale: domani vengo da te
-*HABEO AD CANTARE > sardo app’a cantare
HABEO CANTARE, it. merid. agg’a cantà
*VOLEO CANTARE, rum. voi cânta
DEBEO CANTARE, sardo debbo cantare
-CANTARE HABEO > *CANTARE AIO > cantare ho >it. canterò, fr. chanterai, sp. cat. cantaré, port.
cantarei, occ. cantarai.
Il verbo Habeo perde il suo significato lessicale pieno e viene reinterpretato come morfema
grammaticale > grammaticalizzazione.
Creazione di una nuova forma verbale sintetica.

IL CONDIZIONALE
In francese: infinito + HABEBAM

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Ex Je chanter-ais
Tu chanter-ais
Il chanter-ait
sp. cantaría, cat. occ. port. cantaria, it. ant. cantaria
In italiano: infinito + *HEBUI (per HABUI):
Ex CANTARE + *HEBUI > canterei

IL PASSATO PROSSIMO
HABEO EPISTULAM SCRIPTAM: posseggo una lettera scritta

Cioè: sono in possesso del risultato di un’azione passata, ho compiuto quest’azione nel passato.
 Ho scritto una lettera
-Prima c’è un cambiamento semantico  habeo si svuota di significato, grammaticalizzazione.
-Poi l’asse dell’interpretazione della frase si sposta sul participio, che assume carattere verbale.

PASSATO
In portoghese si utilizza il verbo TENERE: tenho cantado ‘ho cantato’.
Può essere usato anche il verbo ESSERE, come ad esempio in italiano: sono andato a scuola.
Lo stesso vale per il francese: j’ai écrite une lettre ma je suis
allé à l’école.

DIATESI PASSIVA
-Forme sintetiche: amor, amari, amatur
amatus sum “sono stato amato”.
-Forme analitiche: del tipo amatus sum, che passa da “sono stato amato” a “sono amato”.
Ex il pesce è fritto: qualcuno lo sta friggendo in questo momento; è stato fritto prima, risultato
acquisito.
Il pesce viene fritto: ora qualcuno lo sta friggendo.
IL LESSICO

IL LESSICO ROMANZO DI ORGINE LATINA


-Latino classico:
exPANE(M) > it. pane, fr. pain, sp. occ. pan, cat. pa,
port. pão, rom. pâine
-Latino volgare:
exIGNIS > it. igneo, fr. igné (= di fuoco);
FOCU(M) ‘focolare’ > it. fuoco, fr. feu, sp. fuego, port. fogo, occ. foc, fuec, fuoc, cat. rom. foc

RIDUZIONE E SEMPLIFICAZIONE
-Riduzione sinonimi: FACERE/ADFERE

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-Fattori pschici: vengono preferite parole più vigorose, più concrete.
-Consistenza del corpo fonetico:
exapis > fr. ef > é // APICULA > abeille, o da perifrasi, mouche à miel
MANDUCARE > fr. manger, it. mangiare, rom. a mânca

FORME PREFISSATE
ExFLARE (= soffiare) prefissi: SUB-FLARE > it. soffiare, fr. souffler, sp. soplar, port. soprar,
occ. soflar, rom. a sufla.
CUM-FLARE > it. gonfiare, fr. gonfler;
IN-FLARE > fr. enfler, occ. enflar, cat. inflar, sp. hinchar, port. inchar, rom. a umfla (= gonfiare).

I GIORNI DELLA SETTIMANA


Nome di una divinità + DIES.
In portoghese invece viene usato il latino cristiano FERIA: ex 'lunedì' = segunda feira

FORME SUFFISSATE
Predilezione per i diminutivi e rafforzativi:
exAURIS // AURICULU(M) > it. orecchio, fr. oreille, sp. oreja, port. orelha, cat. orella, occ.
aurelha, rom. ureche.
GENU // GENUCULUM > it. ginocchio, rom. genunchi
CAPA // CEPULLA > it. cipolla

FORME RAFFORZATIVE
Verbi iterativi e intensivi: exCANTARE (fr. chanter; rom. a cânta) // CANĔRE

PAROLE POPOLARI E CONCRETE


TESTA ‘coccio’ > it. testa, fr. tête // caput > it. capo, fr. chef, sp. cabeza, port. cabeça; rom. cap
INTERFICERE / OCCIDERE ‘fare a pezzi’.
EQUUS / CABALLUS
MAGNUS / GRANDIS
COGITARE / PENSARE

VOCI ESPRESSIVE
-Onomatopee: CLOPPUS, PAPPA ‘cibo’ ‘papà’, MAMMA ‘nutrice’ e ‘mammella’.
-Rafforzamento di avverbi e congiunzioni: maintenant ‘tenendo la mano’, pendant ‘essendo
sospeso’.
Ex dorénavant: DE + OR + EN + AVANT.
 DE + AB + ANTE > davanti = preposizione rafforzata, analitica.
 DE + AD > da

AVVERSIONE AL MONOSILLABO TONICO

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Questo fenomeno si verifica intono al IV-V sec:
-ampliamento della parola: prima ver/ ver, tanti/quot/tot;
-sostituzione con un sinonimo: causa/res, ille/is, homo/vir;

DA ESPRESSIONI SECONDARIE DEL LATINO


Da espressioni secondarie del latino derivano alcuni sostantivi che fanno parte del lessico
quotidiano:
ExCASEU(M) FORMATICU(M) > fr. fromage, sp. queso, it. cacio< CASEU(M)
(VIA) RUPTA > fr. route, sp. rua
(VIA) STRATA > it. strada, rom. stradă
SERA (TARDA) HORA > it. sera, fr. soir, rom. seară // VESPER
HUNC // HAC HORA > it. ora

FATTORI SOCIALI
-Prestigio di un gruppo sociale
ExIn greco PARABOLÉ ‘paragone’ >parabola ‘parola, discorso’ > it. parola, fr. parole, occ.
paraula, sp. palabra, port. palavra// verbum.

FATTORI ETNICI
-Prestiti greci: apostolo, ecclesia, vangelio, battesimo, diacono, presbite (‘prete’). Verbi:
battezzare, beatificare, ecc. Anche la costruzione credere in ... è presa dal greco, come il genitivo di
intensità (cantico dei cantici ecc.).
-Substrato celtico: carrum, bracas, camisiam, camminum, cambiare
-Superstrato germanico: burgum, *suppa, werra, *blank, *blund, *bosk
-Veneziano piròn ‘forchetta’, di importazione bizantina.

FRANCESISMI
Cousin > cugino jardin > giardino
Legier > leggero mangier > mangiare
-La presenza dell’occitano è più ridotta, dovuta al prestigio della poesia lirica: donsel > donzello,
esperansa > speranza.

CAMBIAMENTO DI SIGNIFICATO/ SPECIALIZZAZIONE


-COGNATUS “parente” > “fratello della moglie o del marito”
-ORBUS “privo di genitori, orfano”
-TEMPESTA “tempo, epoca, il tempo che fa” > “cattivo tempo”.
- PACARE “calmare” > it. pagare, fr. payer

AMPLIAMENTO DI SIGNIFICATO/ GENERALIZZAZIONE


MINARI > MINARE ‘minacciare’ (le bestie) > ‘menare, condurre’.
SEDERE ‘restare inoperoso’ > sedere.

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STARE ‘stare in piedi, essere immobile’ > it. stare, rom. a sta, fr. ester, prov., cat. sp. estar.
CAMERA ‘camera a volta’ > ‘stanza’
TORNARE ‘girare col tornio’ > ‘rientrare nel luogo da dove si era venuti’
COMPUTARE ‘fare di conto’, che passa a ‘contare’ e poi ‘raccontare’ (cfr. fr. conter)

GENERALIZZAZIONE
AD-RIPARE ‘approdare’ > ‘giungere’ it. arrivare, fr. arriver (ma sp. arribar ‘approdare’).
PLICARE (VELAM) > sp. llegar ‘piegare la vela’, quindi ‘arrivare’, ma in rom. a pleca ‘partire’
Generalizzare il significato dall’analitico al sintetico.

TRASLAZIONE DI SIGNIFICATO
COXA ‘anca’ > ‘coscia’.
PAPILIO ‘farfalla’ > ‘tenda’, it. padiglione, fr. pavillon, rom. pavilion, prov. pabalhon,
Dall’astratto al concreto:
MACHINA ‘invenzione, artificio’> ‘apparecchio, macchina’,
MACHINARI ‘immaginare, inventare’ > ‘macinare’ (ma dotto macchinare).
INGENIUM ‘indole, talento’ > macchina da guerra, congegno (ma dotto ingegno).
TESTIMONIUM ‘testimonianza’ > ‘testimone’.

SPOSTAMENTI DI SIGNIFICATO
NECARE ‘uccidere’ > ‘uccidere con l’acqua’ > fr. noyer, sp. anegar, it. annegare, rom. a îneca.

LINGUAGGIO CRISTIANO
Nel 313 Costantino rende il Cristianesimo la religione ufficiale dell’Impero
CAPTIVUS ‘prigioniero’ > ‘prigioniero del demonio’ > ‘cattivo’, ‘disgraziato’.,a.fr. chétif ‘infelice’.
PAGANUS ‘paesano, campagnolo’ > ‘non cristiano, pagano’
FIDES ‘lealtà’ diventa ‘fede’.
PLEBEM > pieve ‘parrocchia’.
VIGILIA > veglia. CONFESSIO ecc.
PAROLE NUOVE: non vates o fatidicus, ma profeta.
Non templum ma ecclesia ecc.
Nuovi aggettivi: carnalis, spiritualis.
Nuovi sostantivi: salvatore ecc.
Nuove costruzioni: Dicere ad è costruzione
cristiana, credere in…

CRISTIANESIMO
-Forestierismi, soprattutto grecismi, introdotti dai cristiani. ανγγελος > angelus
-Verbi come: battezzare, beatificare
-Prediche: un nuovo vocabolario, stile adeguato e più alto, prove generali di stile letterario.
-Sermo humilis

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Dopo Costantino i Cristiani vanno al potere e inizia così l’incontro tra latino classico e latino
cristiano.

UMANESIMO CRISTIANO
S. Ambrogio, Agostino e Prudenzio.
Nella crisi dell’Impero il cristianesimo risulta essere una forza centripeta.

ALLOTROPI
Due canali:
-tradizione non interrotta o popolare
-ininterrotta o colta
Ex STĬLUM= stelo (popolare)
stile (colto)
Elementi fonetici= sincope
ExSOLĬDUM= soldo (popolare)
solido (colto)
Tradizione ininterrotta Prestiti dotti
angoscia angustia
freddo frigido
grotta cripta
vezzo vizio
oste ospite
vescovo episcopale
esempio esemplare

PAROLE SEMIDOTTE
fr. église < ECCLESIA, diable < DIABOLUM, siècle < SECULUM, popolari rispetto alle colte
ecclésiastique, diabolique, séculaire.
Ma semidotti poiché si possono avere anche altri esiti: *egloise, *jable e *sieil.
Altre parole:
anima / arma (torsolo) / alma.
spirito / spirto.
VERITAS non vertà (come bontà), ma verità.
TRĬBULARE > trebbiare (popolare) e tribolare(cristiano).
DEBĬTUM avremmo *deto, mentre resta debito, mentre PRESBITER diventa prete. In fr. è invece
popolare, dette.

CALCHI LINGUISTICI
it. compagno, fr. copain/compagnon, ant.sp.
compaño/compañón (>compañero), port.

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companh(eiro), cat. company/companyó, occ.
companh/companho <
*COMPANIO/COMPANIONEM, formato su CUM PANE ‘con il pane’, cioè ‘compagno di mensa, con
il quale si divide il pane’, che traduce alla lettera un’espressione gotica, GA-HLAIBA.
Riprendendo le strutture già esistenti nella lingua di provenienza si coniano nuovi termini.

GRADO DI EVOLUZIONE DEL LATINO


Lingua sarda: 8%
Lingua italiana: 12%
Lingua spagnola: 20%
Lingua romena: 23,5%
Lingua occitana (provenzale): 25%
Lingua portoghese: 31%
Lingua francese: 44%
LA SINTASSI

LATINO
Lingua orientata a sinistra: SOV (soggetto, oggetto, verbo).
Grande libertà nell’ordine della frase: Petrus amat Paulum.
Petrus Paulum amat
Paulum Petrus amat

LINGUE ROMANZE
Nel latino tardo si tende a passare a SVO oppure OVS.
Le caratteristiche:
-Preposizioni precedono il sostantivo
-Gli ausiliari precedono il participio
-L’avverbio segue e non precede il verbo
-Articolo prima del nome
-Nome + aggettivo
-I quantificatori e gli aggettivi negativi precedono
-Il determinante segue il determinato

SUBORDINAZIONE
Latino classico: ipotassi
Latino volgare: paratassi
Frasi infinitive espresse con quod e non la tipica forma infinito + accusativo.
Nel latino merovingico a partire dal VI sec compare que, che alterna con quod, da cui che +
congiuntivo o indicativo.
CONCLUSIONI SUL LATINO VOLGARE

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LATINO VOLGARE
-Il latino parlato
-La fase tarda del latino parlato = preromanzo
-Non è una lingua a sé ma un insieme di tratti evolutivi

FATTORI DI EVOLUZIONE DEL LATINO


-L’uso
-Il mutamento della società
-L’ignoranza
-Il sostrato
-Il superstrato
-L’adstrato
-Il superstrato culturale latino

DIASISTEMA
Sistema di compresso tra due sistemi in contatto.
Nonostante le differenze ci si capisce lo stesso, si ammettono tali differenze e si cerca di
controllarle per non mettere in crisi il sistema.
Se le differenze diventano troppo forti il sistema entra in crisi.
-La lingua di Roma e dell’Impero è un sistema che contiene delle varianti:
-Diatopiche: differenze geografiche-territoriali
-Diastratiche: differenze di carattere sociologico
-Diafasiche differenze dovute alla situazione comunicativa
-Diamesiche: legate all’uso di mezzi espressivi diversi= in sostanza scritto/parlato.

DIGLOSSIA
Due varietà linguistiche sono usate in distribuzione complementare, varietà alta/ varietà bassa.
Registri di una stessa lingua, a cui sono attribuiti un diverso grado di prestigio sociale.
La varietà alta è scritta mentre la varietà bassa è solo parlata.
-Charles Ferguson: divaricazioni tra varietà linguistica usata nello scritto e varietà usata nell’orale
in alcune comunità moderne.
-Helmut Lüdtke: ha applicato per la prima volta questo modello alla Romània:
Diglossia latina dal I sec d.C.
800 d.C. Riforma carolingia: bilinguismo Ci sono due varietà linguistiche diverse.
Latino // Volgare = due varietà linguistiche strutturalmente diverse.

CANALI DI INFORMAZIONE
-Comunicazione orale tra parlante e ascoltatore;
-Comunicazione scritta tra scrittore e lettore:
1. Dallo scrivente latino all’ascoltatore che non lo sa. Comunicazione per via orale di un testo
scritto. Vorlesen lettura ad alta voce.

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2. Dal parlante romanzo allo scrivente latino. Registrazione per iscritto di un testo orale.
Protokollprocesso verbale.

ETÀ DEL LATINO


-Latino arcaico: dalle origini fino alla metà del I sec a.C. Plauto e Terenzio.
-Latino classico: dalla metà del I sec a.C. alla morte di Augusto (14 d.C.): età dell’oro. Cicerone,
Cesare, Virgilio, Ovidio.
-Latino postclassico: dalla morte di Augusto al III sec. Petronio, Quintiliano.
-Latino tardo: dal III sec all’avvento delle lingue romanze. Lattanzio, Boezio. I padri della Chiesa tra
cui San Girolamo.

IL LATINO VOLGARE (SABATINI)


II-VI sec: crisi linguistica
VI-IX sec: protoromanzo
VI-VIII: divorzio tra scritto e parlato
VIII-IX: diglossia. Si usano formule intermedie tra varietà spontanea e quella
grammaticale
di compromesso, “latina scripta rustica”.
IX sec: bilinguismo.

I FASE: REPUBBLICA – IMPERO


I sec: quantità vocalica > timbro
Apertura di- i breve > e
u breve > o
Prima metà del III sec.: palatalizzazione di k, g, + e, i.
Fine del II sec d.C.: separazione della Sardegna.
Fine del III sec d.C.: separazione della Dacia.

II FASE: TARDA LATINITÀ


Fine IV sec.: sonorizzazioni consonanti intervocaliche.
Prima del VI sec.: dittongamento spontaneo di è ed ò.
V-VI sec.: cambiamento dell’ordine dei costituenti.
Evoluzione del sistema dei casi.
Sviluppo dell’articolo e dei pronomi clitici.

CRONOLOGIA DEI FENOMENI


-Forma standard che è dominante: exfructus arboris.
-Forma marginale, variante stilistica: exfructus de arbore.
Fase di polimorfismo
-Il diasistema comincia ad andare in crisi e prevale la forma alternativa. Si dirà solo fructus de
arbore.

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III FASE: PROTOROMANZO
VI-IX sec.: Protoromanzo
Nell’800 si registra il momento in cui il neolatino diventa ufficialmente tale rendendosi autonomo.
Dopo l’800 il latino a livello orale non esiste più.

FENOMENI LATINO-VOLGARE
Insieme di impulsi potenti ma asistematici.
Lingue romanze diverse: diversa selezione delle possibilità compresenti nel sistema.
Passaggio dal latino al volgare= somma di due fenomeni diversi:
-disgregazione del latino
-aggregazione delle nuove lingue romanze

CRISI SISTEMA ROMANO


-Sfasciamento delle strutture amministrative e militari
-Città decadono
-Emergono grandi proprietà terriere
-Decadenza della scuola e degli studi > anche la lingua scritta si allontana dai modelli della
tradizione letteraria avvicinandosi molto all’uso parlato.

LENTA PRESA DI COSCIENZA


La consapevolezza del fatto che la lingua parlata tende ad allontanarsi dal latino letterario tende a
manifestarsi. La coscienza di alterità è maturata in modo diverso. In Francia attorno all’800, in
Italia attorno al 950.

TRE TAPPE (ASPERTI)


La nascita di una nuova oralità che sostituisce il latino come lingua di comunicazione. La presa di
coscienza e la consapevolezza dell’esistenza di una lingua adoperata nella quotidianità
completamente diversa da quella scritta. La nascita di una nuova forma di scrittura che consacra
la nuova oralità.

RIFORMA CAROLINGIA
Inizio IX sec.  800, Sacro romano impero.
-Rinnovamento culturale, grande riforma del latino riportare il latino scritto a una maggiore
correttezza grafica e grammaticale.
Il latina comincia a divenire solo lingua scritta e quindi lingua morta.
Conseguenza: consapevolezza che il latino restaurato è una lingua diversa da quella orale, da
diglossia e bilinguismo.
Necessità di funzionari preparati > riforma della scuola
Alcuino di York, 735-804: De litteris colendi. Nell’uso scritto si ritorna ad un latino più regolare.
Pronuncia pedissequa dell’ortografia.
Importanza dell’Irlanda e dell’Inghilterra dove la cultura era ancora classica.

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Ritorno nell’uso scritto ad un latino più regolare > consapevolezza che il popolo parla un’altra
lingua.
Concetto di traduzione dal latino alla lingua parlata.

CONCILIO DI TOURS, 813


«Et ut easdem omelias quisque aperte transferrestudeat in rusticam romanam linguam aut
thiotiscam, quo facilius cuncti possint intelligerequae dicuntur».
“E che si studi di tradurre comprensibilmente le medesime omelie nella lingua romana rustica o
nella tedesca, affinché più facilmente tutti possano intendere quel che viene detto”.

DICOTOMIA.
Latino:
-la lingua romana rustica  necessaria per che non ha istruzione e quindi non conosce il latino=
latino parlato.
- la lingua thiotisca popoli germanici

DECISIVA LA CONOSCENZA DELLE REGIONI ORIENTALI DELL’IMPERO


Il concetto di traduzione si sviluppa anche grazie al contatto con il popolo germanico, dove la
lingua era diversa dal latino:
-Cfr. Concilio di Tours.
-Cfr. Giuramenti di Strasburgo.
-Cfr. Sequenza di sant’Eulalia.

LE PRIME ATTESTAZIONI SCRITTE


La lingua della Chiesa era il latino > solo il latino era lo strumento della civiltà intellettuale
Dopo l’800 prime attestazioni scritte del volgare
842, I Giuramenti di Strasburgo primo testo esclusivamente volgare
Primo testo letterario Sequenza di Sant’Eulalia

L’AFFERMARSI DEL VOLGARE NELLA SCRITTURA


Dal XII sec.: si formano centri di cultura letteraria in volgare
XII-XIII sec.: civiltà cavalleresca della società feudale
XIV sec.: cultura più borghese
XVI sec.: Rinascimento

ALTO MEDIOEVO SCRITTURA


Due forme di conservazione:
-libraria, nei libri delle biblioteche
-documentaria, nei documenti custoditi negli archivi.
Esisteva anche la circolazioni di documenti “leggeri” non destinati ad essere conservati.
I GIURAMENTI DI STRASBURGO

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I PRIMATI DEI GIURAMENTI (842)
I Giuramenti di Strasburgo (Sacramenta Argentaria) sono il primo documento scritto in una lingua
romanza:
-continuo, cioè formato da interi periodi
-interamente in volgare
-in cui chi scriveva aveva piena coscienza di opporre due sistemi linguistici diversi

ANNO 842
Le prime attestazioni sono tarde. Le lingue romanze erano parlate ormai da tempo, ma nello
scritto si continuava ad usare il latino.

LA DISCENDENZA DI CARLO MAGNO


Carlo Magno (814) Ludovico il pio (840)
+ Ermengarda + Giuditta
Lotario Ludovico II Carlo II il Calvo
(il Germanico)

LA CONTESA
Nell’840 muore Ludovico il pio e Ludovico e Carlo si alleano contro Lotario. Quest’ultimo viene
battuto a Fontenoy nell’841. Il 14 febbraio dell’842 vengono firmati i Giuramenti. Nell’843 pace fra
Lotario e gli altri due fratelli a Verdun.

LA DIVISIONE DELL’IMPERO CAROLINGIO


Lotario, essendo il più vecchio, riceve il titolo di imperatore e governa il cosiddetto Regno Franco
centrale: Italia (settentrionale) + Provenza + Borgogna + Lotaringia (comprendente la città di Metz
e la città imperiale di Aquisgrana).

IL REGNO DI LOTARIO
Consiste in una zona mista, sia per cultura che per lingua.
Questo regno venne a sua volta diviso tra i suoi tre figli in Lotaringia, Borgogna (o Provenza) e
Italia. Tranne la riunificazione a opera di Carlo il grosso queste aree non furono più riunificate
sotto un unico re.

IL REGNO DI LUDOVICO
Il secondo figlio, Ludovico il Germanico, diviene re dei Franchi orientali di lingua germanica.
Quest’area è il nucleo del successivo Sacro Romano Impero, che si sarebbe evoluto nella moderna
Germania.

IL REGNO DI CARLO IL CALVO (TERZO FIGLIO)


Carlo il calvo diviene re dei Franchi occidentali  di lingua romanza. Area dove viene fondata in
seguito la Francia.

43
IL CONFLITTO DELL’842
Nell’842 c’è un conflitto tra i tre re. Ludovico e Carlo stringono un patto contro Lotario, il più
vecchio.
Si incontrano a Strasburgo e giurano alleanza.

LO STORICO NITARDO
Nitardo cugino dei tre, storico e testimone oculare durante la firma del patto, ci racconta
l’episodio.
Egli è il figlio di Berta, figlia di Carlo Magno, e del poeta di corte Angilberto. Il quale fu nominato
abate laico di St. Riquier. Nitardo morirà in una battaglia nel 844.
Egli scrive una cronaca, Historia filiorum Ludovicii Pii, tra il maggio 841 e la primavera 843.
Usa un latino classicheggiante. Per il discorso dei sovrani con gli eserciti usa il latino (dicendo però
che il discorso fu pronunciato in volgare). Quando Nitardo riporta i giuramenti, usa il volgare.
NOTARE BENE: in Francia e in Italia i primi documenti davvero in volgare sono dei giuramenti. In
una formula giuridica è importante l’esattezza delle parole.

LE LINGUE DEI GIURAMENTI


I 2 sovrani si scambiano le lingue per essere compresi dai rispettivi eserciti:
-Carlo (di lingua francese) in tedesco,
-Ludovico (di lingua germanica) in francese.
I capi degli eserciti giurano invece nelle loro lingue. L’opera può essere quindi considerata
trilingue: latino, francese e tedesco.

I CONTENUTI DEI GIURAMENTI


I sovrani si impegnano a non stringere accordi separati con il fratello Lotario. Mentre l’esercito si
impegna a non obbedire al proprio sovrano se egli dovesse interrompere il giuramento.
Ovviamente il compito degli eserciti è molto importante in quanto l’atto politico viene prima della
fides vassallatica.

LA SCRITTURA DEL VOLGARE


I giuramenti duplici in più lingue erano comuni in quel tempo. Eccezionale è la scelta di riportare le
formule nelle lingue in cui venivano pronunciate. Attraverso quest’azione riusciamo a vedere come
si sia sviluppata un’identità nazionale che si serve anche della lingua per distinguersi.

IL TIPO DI FONTE
Si tratta di una fonte narrativa. I capitolari carolingi, cioè le leggi emanate, non ammettevano l’uso
del volgare.
Forse esistevano delle scritture provvisorie, può essere che il volgare fosse usato dalla burocrazia
carolingia già primo dell’842, cfr. arcaicità della lingua dei Giuramenti.
Ma alla presenza del volgare corrisponde un espediente retorico, rivoluzione che ha un aspetto
letterario.

44
LA STORIA DI NITARDO
Conservata in un unico manoscritto (Parigi, Bibliothèque nationale de France, lat. 9768, ff. 1-18
Historia; ff. 13r-13v Giuramenti).

IL MANOSCRITTO
Ms. esemplato intorno al 1000. Passato per l’abbazia di St. Medard a Soissons ma forse
proveniente dall’abbazia di St. Requier, dove probabilmente si trova l’originale autografo
dell’autore. Il documento fu redatto in uno scriptorium franco-occidentale.

L’AMANUENSE
L’amanuense di lingua romanza non era capace di capire il testo antico tedesco ma proprio per
questo motivo la versione tedesca è molto affidabile. Nel testo francese invece si rilevano molte
interferenze sia del latino sia della patina linguistica del copista.

IL TESTO
Prima dei giuramenti (in latino): Accadde dunque che il sedicesimo giorno delle calende di marzo
Ludovico e Carlo s’incontrarono nella città un tempo nota come Argentaria e ora chiamata
correntemente Strasburgo e pronunciarono i giuramenti che di seguito sono riportati, Ludovico
in lingua romanza, Carlo dicontro in tedesco. E così, prima del giuramento, dinnanzi alle genti
riunite, presero la parola l’uno in tedesco, l’altro in romanzo. Ludovico, poiché era maggiore per
età, per primo si alzò a dire:
Ludovico (in volgare romanzo francese):
Pro Deu amur et pro christian poblo et nostro commun salvament, d'ist di in avant, in quant
Deus savir et podir me dunat, si salvarai eo cist meon fradre Karlo et in aiudha, et in cadhuna
cosa, si cum om per dreit son fradra salvar dift, in o quid il mi altre si fazet, et ab Ludher
nul plaid numquam prindrai qui, meon vol, cist meon fradre Karle in damno sit.
Quando Ludovico ebbe terminato, Carlo giurò così davanti alle truppe, che avrebbe rispettato in
futuro queste stesse parole:
Carlo (in volgare germanico):
In Godes minna ind in thes christianes folches ind unser bedhero gealtnissi, fon thesemo dage
frammordes, so fram so mir Got geuuizci indi mahd furgibit, so haldih thesan minan bruodher,
soso man mit rehtu sinan bruher scal, in thiu thaz er mig so soma duo; indi mit Luheren in
nohheiniu thing ne gegango, the minan uuillon imo ce scadhen uuerdhen.
Il giuramento, reso da entrambi i popoli, ciascuno nel proprio idioma, così suona in lingua
romanza:
Esercito di Carlo (in volgare romanzo francese):
Si Lodhuvigs sagrament que san fradre Karlo jurat conservat et Karlus, meos sendra, de suo
part non lo·s tanit, si io returnar non l'int pois, ne io ne neuls cui eo returnar int pois, in nulla
aiudha contra Lodhuwig nun li iv er.
(il giuramento) Si presenta così in lingua germanica:

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Esercito di Ludovico (in volgare germanico): Oba Karl then eid then er sinemo bruodher Ludhuwige
gesuor geleistit, indi Ludhuwig, min herro, then er imo gesuor forbrihchit, ob ih inan es irwenden
ne mag, noh ih noh thero nohhein,then ih es irwenden mag, widhar Karle imo ce follusti ne wirdhit

IL DOCUMENTO
Testo ampio e strutturato l’intenzione è di consegnare alla storia quelle parole e c’è coscienza
delle possibilità espressive del volgare.
Punto di arrivo  esperienze linguistiche diverse
Punto di partenza  tradizioni scrittorie diverse

INFLUSSO DEL LATINO CANCELLERESCO


Il latino che viene usato come contorno e non per i giuramenti serve a dare solennità formale:
-Formule giuridiche e terminologia
-Ordine delle parole che tende a seguire il latino, resistenza dell’articolo.

LA GRAFIA
Diaframma scritturale tra noi e a realtà linguistica del testo. Bisogna anche considerare lo scriba
del ms. unico, che risulta essere posteriore di circa un secolo e mezzo all’evento. La grafia
rispecchia delle soluzioni pre-caroline ( latino scorretto) che vengono estese anche al volgare.
La scripta cancelleresca, che sempre è conservativa, utilizza convenzioni grafiche più antiche, di
tipo merovingico.
Latino della cancellaria merovingica e il volgare // latino carolingio corretto.

GRAFIE MEROVINGICHE
-e chiuse rappresentata da i: ex savir, podir
-o chiusa da u: ex amur, duant
-qu= k
Non sono notati i dittonghi.

LA SCRITTURA
-Minuscola carolina della fine del X sec
-Abbreviazioni:
Deo = dõ con il titulus.
et= &
Christian = cρīan
nostro = nro.
adiudha: d con puntino sottoscritto di
espunzione.

CHE TIPO DI VOLGARE?

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Quello germanico ha alla base il dialetto francone renano. Quello romanzo è più difficile da
definire.
Impiego di sistema grafico inadeguato alla nuova realtà fonetica > difficoltà ad individuare il
dialetto galloromanzo dei Giuramenti.

CHE TIPO DI DIALETTO GALLOROMANZO?


-Castellani e Avalle propongono come base il pittavino, il dialetto del Poitou.
-Altri propongono il dialetto più vicino alla regione di Strasburgo, un dialetto del Nord-est, il
piccardo.
-Altri propendono per una lingua ibrida, convenzionale e adatta al contesto come una lingua di
corte.

PROBLEMA
Non è detto che una data grafia corrisponda ad una precisa consistenza fonetica. Quindi sono gli
stessi supposti metodologici ad essere messi in questione teoria di Asperti.

IPOTESI PITTAVINA
La cancelleria di Carlo il Calvo aveva sede a Poitiers dove vi era il centro del suo potere. Il Poitou
era la regione dove lo stesso Carlo era stato educato.
Anche l’esercito pare che fosse stato formato da soldati reclutati maggiormente tra gli Aquitani del
Nord.
Ipotesi: lingua di corte carolingia, colorita da dialetti propri della Francia del Sud-Ovest.

CONCETTO DI SCRIPTA
Scripta: è la tradizione linguistica scritta, sempre composita, caratteristica di una certa area.
Una scripta veniva adottata da una cancelleria > si costituiscono tradizioni di scrittura

CARATTERI MERIDIONALI DELLA LINGUA


-Le A toniche e quasi tutte le A atone sono rimaste intatte: ex salvar per salver, dunat per
donet, salvament per salvement.
-Mancano diagrammi per indicare E ed O toniche: ex savir per saveir, amur per amour, deo per
dieu, poblo per puoblo.
-La preposizione “con” è rappresentata da ab> apud e non da od.

CARATTERI SETTRENTIONALI DELLA LINGUA


-savir contro l’occ. saber.
-cosa contro l’occ. causa.
-fazet contro l’occ. faza.
-dift contro l’occ. deu

ESEMPIOPRO DEU AMOR

47
-pro: sta al posto di propter e ha valore causale
latinismo grafico per pro (=pour)
sta per pre, grafia del Sud-Ovest di per.
-amur < AMOREM
N.B. caduta delle vocali finali diverse da -a.
-u- nasconde il dittongo -ou- della.fr. (amour)?
Deo amur: genitivo apreposizionale, possibile nelle lingue antiche quando c’è un essere umano o
un oggetto umanizzato.

EXET PRO CHRISTIAN PROBO


-Pro salvament christian probo: si interpreta così per parallelismo della costruzione in antico
tedesco, genitivo assoluto preposto al sostantivo da cui dipende.
-christian > CHRISTIANUM  caduta della vocale finale
-poblo > POPULUM  caduta della vocale finale (APOCOPE) e della vocale tonica, la p diventa b
per betacismo e dato che la parola risulta impronunciabile si aggiunge una o (EPITESI).

VOCALE DI APPOGGIO DOPO MUTA + LIQUIDA


La grafia per rappresentarla non è stata ancora stabilizzata:
-o: nostro, Karlo;
-u: Karlus;
-a: fradra, sendra;
-e: fradre, sendre
Incertezza nella rappresentazione di un fonema per cui l’alfabeto latino mancava del segno
corrispondente.

ET NOSTRO COMMUN SALVAMENT


-commun salvament < COMUNEM SALVAMENTUM

D’IST DI IN AVANT
-in: grafia precarolina, ma evoluzione a en già avvenuta.
-avant: AB ANTE.

IN QUANT DEUS SAVIR ET PODIR ME DUNAT


Deus: la -s di caso retto
-savir < *SAPERE: lenizione della consonante; la -i- è la solita grafia pre-carolina, ma potrebbe
essere anche riduzione del dittongo (a.fr saveir, fr, savoir).
-podir < *POTERE: lenizione della consonante
-dunat: N.B. conservazione di -A- , che riconduce al limite dell’area francese, ma possiamo
pensare anche a resistenza grafica.

SI SALVARAI EO CIST MEON FRADRE KARLO

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-si funge da introduzione frasale
-salvarai < SALVARE + HABEO  habeo > habio > haio > ai.
-eo > ego
-cist < ECCE + ISTUM, “qui presente”
-fradre < FRATREM

ET IN AIUDHA, ET IN CADHUNA COSA


-aiudha < aiuta < *ADIUTA
-cadhuna < KATA + UNA
- cosa < causa  riduzione del dittongo, tratto tipico del francese. Non c’è la palatalizzazione della
velare di fronte alla -a (c + a), come sarebbe invece nel francese.
Qui ci sarà un’affricata [ts]  causa < chausa < chosa < chose

SI CUM OM PER DREIT SON FRADRA SALVAR DIFT


-om < HOMO
-fradra < FRATREM
-dreit < D(I)RECTUM  con evoluzione in [jt] del nesso -ct- latino ( ct > cit > it)
-dift < DEBET  -i- è la solita grafia pre-carolina, ma potrebbe trattarsi anche della riduzione del
dittongo.

IN O QUID IL MI ALTRE SI FAZET


-in o quid: formula giuridica, “a condizione che”
-il: pron.sogg
-altre si ALITER + SIC
-fazet  FACIAT

ET AB LUDHER NUL PLAID NUMQUAM PRINDRAI


-ab  APUD. È una forma meridionale. Nel nord si dice od.
-Ludher  LOTHAR
-plaid  PLACITUM
-numquam  latinismo puro e semplice oppure è da leggere numqua-m
-prindrai la -i- è dovuta a grafia precarolina

QUI, MEON VOL, CIST MEON FRADRE KARLE IN DAMNO SIT.


-qui pron.sogg
-meon vol uso dell’ablativo assoluto, del tipo sponte sua, voluntate sua
-vol deverbale da *VOLERE
- cist meon fradre  complemento oggetto assoluto, al posto del dativo
-fradre  conservazione di -A-

SI LODHUUIGS SAGRAMENT

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-Lodhuuigs-s- soggetto
-si invece di se, tratto latineggiante
-sagrament SACRAMENTUM

QUE SON FRADRE KARLO JURÀT, CONSERVAT


-Karlo  vocale finale conservata in forma latina e non -e
-jurata  JURAVIT

ET KARLUS, MEOS SENDRA, DE SUO PART


-Karlus -s del soggetto e di meos
-sèndra *SENR < SE’NIOR. Questa forma è un arcaismo, di solito è a.fr. e, it. mod. sire (<*seior),
ingl. sir, prov. senher (<senior).
-De suo part la -o sta per -a

NO LO·S TANIT
-tanit  TENET
-lo  pronome accusativo, riferito a sagrament < illum, con il che cade per aferesi
-s, due interpretazioni:
1.s riflessivo enclitico abbreviazione di se < NON ILLU SE TENET “non se lo mantiene”
2.s starebbe per IPSU < ILLU IPSU TENET “mantiene lo stesso” (Fassò)

SI IO RETURNAR NON L'INT POIS


-l’int  INDE
-pois  *POSSIO
-ssj- > -is-, etimo che sostituisce il classico e irregolare POSSUM

NE IO NE NEULS CUI EO RETURNAR INT POIS


-neuls  NEC ULLUS
-cui valore di obliquo diretto, che ha precedenti del latino volgare;
-int  INDE

IN NULLA AIUDHA CONTRA LODHUUIG NUN LI IV ER


-aiudha prima aiuha, che sembra attestare una lenizione della consonante fino al dileguo, poi il
copista integra la d
-nun si trova anche nella sequenza di Sant’Eulalia e nella Passion
-li  ILLI, con il- che cade per aferesi
-iv IBI per betacismo
-er antico futuro organico latino si conserva nel verbo essere

SISTEMA BICASUALE, CASO RETTO (SOGGETTO)


• Deus

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• Karlus
• Loodhvigs
• Il
• Qui
• Meos
• neuls

CASO OBLIQUO (OGGETTO)


• Deo
• Karlo
• Lodhuwig
• Lo
• Que
• Meon
• nul

SINTASSI
L’ordine delle parole è spesso quello del latino, con i verbi posti alla fine della frase.
Con un verbo servile nella frase l’ordine è infinito + verbo servile (ex salvarai dift)
Impersonale om staccato da salvar dift.
LA SEQUENZA DI SANT’EULALIA
-È il primo testo scritto in una lingua romanza e in particolare in lingua d’oil.
-Datata all’880 circa, siamo una quarantina di anni dopo i Giuramenti di Strasburgo.
La lingua in cui è scritta la sequenza è il francese antico si una varietà che riconduce alla zona
piccardo-vallone.
Il componimento è formato da 29 veri anisosillabici e racconta il martirio di Sant’Eulalia di Mérida.
Sant’Eulalia è una martire spagnola del III sec d.C.

LE FONTI
La fonte principale sulla santa spagnola è l’inno del Peristephanon di Prudenzio, composto intorno
al 400. Mentre le altre testimonianze si trovano in Venanzio Fortunato, Gregorio di Tours, Isidoro
di Siviglia, Aldelmo e nella Passio Eulaliae.

LA STORIA
Siamo in Spagna al tempo delle persecuzioni contro i cristiani. Eulalia viene torturata e dalla sua
bocca in forma di colomba bianca vola via la sua anima.
Prudenzio nomina Maximianus e la Passio Eulaliae colloca il suo martirio sotto la dominazione di
Diocleziano (inizi 3000).

LE DUE SANTE

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Eulalia di Barcellona ha una storia molto simile. Venne torturata e alla fine decapitata. Una
colomba volò dal suo petto alla fine del martirio.

L’IMPORTANZA DI SANT’EULALIA
A Barcellona Eulalia è ricordata da varie vie e statue. Il suo corpo fu nascosto durante la conquista
araba della Spagna nel 713 e ritrovato solo nel 878.
Nel 1339 venne collocato nella cripta della nuova Cattedrale di Sant’Eulalia. Si festeggia il 12
febbraio.

UN’UNICA SANTA
A Mérida era stato costruito un mausoleo, distrutto poi dagli arabi e ricostruito nel 1230, dopo la
Riconquista. Da Mérida il culto si diffonde in tutta la Spagna. Barcellona se ne appropria.
Eulalia significa “colei che parla bene”

FEDERICO GARCIA LORCA


Nel gemere, la santa bambina
Spezza il cristallo delle coppe.
La ruota affila coltelli
E uncini di curva acuta.
Un fiotto di vene verdi
Sboccia dalla sua gola.
Per terra, ormai senza guida,
Soltanto le sue mani tagliate
Che ancora possono incrociarsi
In tenue preghiera decapitata.

TRANSLATIO DELLE RELIQUIE


-Il suo culto si diffonde dopo il ritrovamento della sua presunta tomba a Barcellona nel 878. Nello
stesso anno l’arcivescovo di Narbona vuole dedicare una chiesa a St. Eulalia.
Si celebra dunque la cerimonia della translatio. Le sue reliquie vengono portate in un convento
femminile vicino a Saint-Amand, a Hasnon.
Dall’abbazia di Saint-Amand proviene il ms. che ci ha tramandata la sequenza.

IL MANOSCRITTO
Il testo è conservato dal manoscritto 150 della biblioteca municipale di Valenciennes, di 143 carte.
Valenciennes è al confine tra la Francia e il Belgio, regione di confine linguistico tra francese e
tedesco. È un codice di pergamena del IX sec., prima appartenuto all’abbazia di Saint-Amand
(vicino Valenciennes), poi passato alla biblioteca municipale di Valenciennes.
-Il codice inoltre contiene la traduzione latina dei Sermoni teologici di San Gregorio Nazianzeno,
cc-1-140.
Fu esemplato in territorio germanico nella prima metà del IX sec.

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LE APPENDICI
Alla fine, nelle carte rimaste bianche, vennero aggiunti 4 testi:
-una prima mano aggiunge una sequenza latina dedicata a Sant’Eulalia.
-una seconda mano aggiunge due testi in volgare sequenza volgare di Sant’Eulalia, in fr. e un
testo in volgare tedesco, Rithmus teutonicus.

RITHMUS TEUTONICUS
-Scritto in lingua francico-renana, noto come Ludwigslied.
-Questo testo fu scritto per onorare il re dei Franchi Ludovico il Germanico in occasione della sua
vittoria nel 881 a Saucourt contro i vichinghi. Muore nel 882.

ULTIMA APPENDICE
Una terza mano aggiunge un’altra sequenza latina di argomento religioso.
Tutte le mani sono databili intorno al IX sec d.C.
-Situazione di tre testi che sono legati a due a due:
1.latino + volgare francese  tema, metrica
2.volgare francese + volgare germanico  stesso copista.

IL LUOGO DI COMPILAZIONE DEL MANOSCRITTO


Il codice sarebbe stato compilato a Saint-Amand. Esempio della tecnica libraria praticata in
quell’abbazia durante l’epoca carolingia prima della morta di Ucbaldo.
Ucbaldo letterato che insegnò a lungo nella scuola di Sain-Amand, fino all’883.

LA DATAZIONE
-878 viene scoperta la tomba di Sant’Eulalia e viene traslocato il suo corpo.
-881 battaglia di Saucourt, combattuta e vinta dal re cantato nel Ludwigslied, Ludovico III di
Francia detto il Germanico.
Dalla rubrico del testo citato per ultimo risulta che il poema è stato esemplato nel codice di
Valenciennes dopo la morte di Ludovico (5 agosto 882)  probabilmente la sequenza è stata
scritta in questi anni, dopo l’878 e prima del 882.

LA FORMA METRICO MUSICALE


Sequenza: testo letterario in prosa o in versi, introdotto in corrispondenza dei melismi dell’Alleluia.
Ricalca la sequentia mediolatina introdotta in questo stesso periodo.
Questa nuova forma poetica fu chiamata versus ad sequentiam, o sequentia cum prosa, o prosa.
-Base musicale ripete coppie di unità simmetriche.
-Il testo romanzo riflette questa forma. La veste formale è tipicamente latina.
Dopo un secolo, vediamo le prime soluzioni “romanze”.
Nell’XI secolo queste forme si consolidano.
Tra l’XI e il XII secolo, intorno all’anno 1100, sistema letterario volgare.

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LA FORMA METRICA
-29 versi disposti in 14 periodi ritmici di lunghezza diseguale di 2 versi ciascuno, con l’ultimo
irrelato o isolato.
-Cadenze tutte maschili (tronche con l’accento sull’ultima sillaba) e versi legati da assonanza (tutte
maschili).
Assonanza rima imperfetta, con identità solo delle vocali. Vocali tonica e atona devono essere
uguali, mentre le consonanti possono cambiare.

LA SOMIGLIANZA CON LA SQUENZA LATINA


-Stessa struttura e stesso numero di versi della sequenza latina.
-Ma diverse: la sequenza latina è più lirica, è un poemetto eucologico e celebrativo.
Mentre la sequenza francese è narrativa, pensata per un pubblico più vasto e popolare, dà
informazioni sulla vita.

METRICA
Nel complesso la versificazione, la cesura dei versi (6/4 o 4/6), le assonanze in cui domina quella in
-ie annuncia la pratica che sarà corrente in tutto il Medioevo specie nelle chansons de geste.

LA LINGUA
Francese antico con elementi dilettali valloni molto marcati. Sono presenti altri tratti dialettali
come piccardi e franciani ma sono di meno.
Lingua letterario interregionale: base vallone con un tratto piccardo (-k in cose/kose) e uno
franciano/champenois (l’epentesi di d in voldrent, voldret)

ISOGLOSSE DEL FRANCESE EVIDENTI


1) A tonica in sillaba libera > e aperta: presentede 11.
Ma se preceduta da palatale > ie: regiel 8.
2) -A finale > e (in prov. invece si conserva): ele 5, enortet 13.
3) vocali toniche in sillaba libera: dittongano: buona 1, ciel 25.
4) no dittongamento, a causa di yod vicino o di semivocale finale -u, tipici del vallone: melz 16, fou
19.
5) -au- > o, come in fr., a differenza del prov. (cfr. cose al v. 9)

PROBLEMI DI KA- INIZIALE


Esiti vari:
1) palatalizzione: 13 chielt, 22 chief, sembra pronuncia franciano-vallone.
2) non palatalizzione: 9 cose, 23 kose, che è invece un tratto piccardo. Spiegazioni: a) o ci sono
influssi piccardi, dove consonante si mantiene velare (come in normanno). b) si tratta di un
problema di resa grafica: alcuni grafemi sono innovativi, altri conservativi, ma la pronuncia è
ormai affricata.

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INFLUENZA DEL LATINA
Latinismi grafici: -a finale, anima, corps (cors), rex (reis)
-Le consonanti geminate: 1 pulcella, 2 bellezour ecc.
-paramenz, element, enpedemenz livello alto della lingua. Sorta di norma linguistica non di tipo
cancelleresco ma monastico.
Si basa sulla sequenza latina che procede per distici di lunghezza variabile, solitamente di 10
sillabe, legati da assonanza.

ANALISI RETORICA
Tripartizione in:
-exordium, 1-4
-narratio, sviluppo 5-25
-conclusio, seguita eventualmente da una petitio. 25-29
-enjambement (vv. 16-17)
-gradatio: bel, bellezor: climax in poliptoto,

TEMPI VERBALI
Alternanza tra passato e presente.
L’uso del passato riguarda lo sfondo narrativo, mentre il presente è più attuale e rappresenta la
soggettività gioco di piani prospettici.
PRESENTE= rappresentazione della protagonista in azione, al passato è invece posto ciò che la
santa subisce durante il suo martirio.
FINALITÀ E METODI DELLA CRITICA TESTUALE

FILOLOGIA
- “amore per la parola, per il discorso”
-Filologia è cercare di capire un testo
-Scienza che si occupa della trasmissione dei testi e della loro ricostruzione.
Insieme dei procedimenti che propone la ricostruzione e il restauro dei testi nella forma originale,
forma e struttura che gli sono state date dall’autore.
-Comprendere e interpretare il testo conoscere l’ambiente culturale e sociale dell’epoca in cui il
testo è stato scritto.

UNA FILOLOGIA, TANTE FILOLOGIE.


-Unico atteggiamento filologico.
-Applicazione concreta: diversità specifiche dei vari settori di intervento.
Distinzione in base alle epoche studiate filologia classica, filologia moderna.

FILOLOGIA E COMPUTER
-Con il computer lo scrutinio dei dati è troppo meccanico.

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Utile per concordanze, banche dati, interrogazioni dei testi.
Ipertesto riproduzione digitale di manoscritti, navigabili in più direzioni.
-Internet potenzia le risorse della filologia.

RICOSTRUZIONE DEL TESTO


La filologia serve a ricostruire i testi:
-Testo tessitura di parole
Testo concetto dinamico, variazioni e modifiche sia da parte dell’autore sia da parte di chi lo
riproduce come i copisti o i tipografi.
-Trasmissione del testo problemi di varia natura > alterazioni di varia natura.
-Fraintendimenti materiali, linguistici o culturali.

RICOSTRUZIONE DI UN AMBITO CULTURALE


Comprensione di un testo = comprendere l’ambiante culturale nel quale è nato
Ricostruzione dei rapporti con i testi precedenti e contemporanei.
Ex Billanovich e il recupero della biblioteca di Petrarca

RICOSTRUZIONE DI DINAMICHE INTELLETUALI


-Storia della cultura e delle idee
Ex studio dei commenti e delle note scritte ai margini dei manoscritti.
Studio della fortuna di un autore.
Studio dei meccanismi di comunicazione.

RICOSTRUZIONE DI CODICI INTELLETUALI


-Comprensione del linguaggio specifico secondo il quale è costruito un testo

CONCLUSIONI
-La filologia ha lo scopo di una comprensione precisa e coerente con le intenzioni e con il mondo
culturale dell’autore.
-Lo scopo di offrire ai lettori la consapevolezza della complessa realtà di un testo.

PARADIGMI DELLA RICERCA FILOLOGICA


1.Metodo di Karl Lachmann
2.Metodo di Joseph Bedier
3.Teorici della “Mouvance”

METODO DI KARL LACHMANN


Presuppone che le copie (testimoni) discendano da un unico capostipite in maniera verticale e
meccanica e che la loro parentela si possa riconoscere attraverso la presenza o meno di errori.

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STEMMA O ALBERO GENEALOGICO
x

A C

PRIME OPERE PUBBLICATE CON IL METODO DI KARL LACHMANN


-Edizione del De rerum natura di Lucrezio, 1850
-Le vie de Saint Alexis di Gaston Paris, 1872

ESEMPIO
Originale perduto
-3 copie con varianti, chi ha ragione?
Bisogna stabilire i rapporti tra le tre copie
-Recentiores non deteriores

FASI
1.recensio: censimento dei testimoni
2.collatio: li si mette a confronto parola per parola. Si dà una sigla ad ogni testimone.
Si sceglie un testo base in rapporto al quale si scelgono le forme degli altri codici (varianti)
-edizione diplomatica: riproduce il testo in maniera fedele al suo aspetto esteriore.
-edizione interpretativa
-eliminatio codicum descriptorum: si eliminano i codici copia di altra copia superstite.
3.rinvenimento errori significativi: permette di ricostruire il rapporto genealogico tra i testimoni.
4.edizione critica: si formula ipotesi sulla fisionomia del testo originale.

ORIGINALE
-È il testo controllato dall’autore dal quale è discesa l’edizione successiva.
-È il testo l’editore critico deve proporre al lettore
-Concetto sfuggente ma per ragioni operative si tende a considerarlo statico.
Autografo scritto dall’autore
Idiografo scritto sotto la sua sorveglianza.

DALL’ORGINALE DERIVANO LE COPIE


-Apografo prima copia derivata dall’originale
-Antigrafo copia da cui ne viene tratta un’altra= esemplare.
-Se l’originale è andato perduto, le copie costituiscono la tradizione dell’opera
-Stemmamodello dei rapporti tra i codici, albero genealogico.

LA TRADIZIONE DEL TESTO

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È il complesso delle testimonianze che hanno tramandato un testo.
-Diretta: comprende le copie che contengono direttamente il testo
-Indiretta: è costituita dalle citazioni del testo entro altre opere o traduzioni, che possono essere
basate su testimoni perduti.

ELENCO TESTIMONI
-Si ricavano informazioni interessanti e utili sulla storia della trasmissione e della fortuna del testo.
Ex Decameron di Boccaccio: si diffonde presso il ceto mercantile, che si rispecchiava
nel libro; spesso adattato e riscritto in vari passaggi con la sostituzione di nomi, luoghi e situazioni
familiari ai possessori delle copie.

COLLAZIONE
Lezione un passo del testo così come compare nel testimone
Si identificano:
-Le lezioni possono ritenersi originali in base al consenso dei testimoni
-Le lezioni errate e che devono essere corrette o modificate
-Le lezione che nonostante siano diverse sono equivalenti (o adiafore)

ERRORE
Ogni deviazione del testo originale.
Se l’originale è perduto si usano le copie per riscostruire l’originale.
Per l’editore critico individuare l’errore è il processo più difficile.

VARIANTE
Una lezione in forma diversa dalle altre ma dotata di senso. Ma se manca l’originale alcune varianti
possono rivelarsi degli errori.
Se c’è l’originale, le varianti possono mostrare le fasi rielaborative dell’autore.

TIPOLOGIA DI VARIANTI
-varianti sostanzialiriguardano la sostanza:
ex vicolo buio/ vicolo scuro, ordine delle parole, aggiunte o tagli al testo.
-varianti formali riguardano la forma linguistica della lezione:
ex grafiche: humano/ umano. Fonetiche: buono/bono. Morfologiche: questo/chisto.

COME NASCE UN ERRORE?


-Fatica, noia, distrazione, grafica difficile da decifrare
-Se si capiscono le cause è più facile correggere gli errori
-Errori legati a strumenti specifici: tipografia, tastiera.

FASI DI COPIATURA
1.Lettura del testo

58
2.Memorizzazione
3.Autodettatura
4.Scrittura
Errori ottici: i u m n  mia/ima/una/uua
Compendi e abbreviature, segno tachigrafici
Sostituzione parole memorizzate

CAUSE DI ERRORI
-Alcune condizioni materiali favoriscono gli errori
-Dettatura ed errori acustici
-Errori di distrazione
-Errori di memoria
-Mancanza di punteggiatura e divisione delle parola

TIPOLOGIE DI ERRORI
-aplografia: sperperare > sperare
-dittografia: se ne interessa > se se ne interessa
-banalizzazione/ trivializzazione: eufuismo/ eufemismo
-errore di anticipo: Mad “ciò che tira attivo quivi, tira/ in sua sustanza”
-errore di ripetizione: “trovarse abraccecati / matre e figlio abraccecato” Jacopone da Todi, Donna
de paradiso.
-errore per omoteleuto: omissione di una porzione di testo, compresa tra due parole uguale
ExGiacomo Leopardi, Zibaldone:
«il riflesso di detta luce, e i vari effetti materiali che ne derivano; il penetrare di detta luce in luoghi
dov’ella divenga incerta e impedita» > «il riflesso di detta luce in luoghi dov’ella divenga incerta e
impedita»
-errore per omeoarchia: omissione di una porzione di testo, compresa tra due parole con identico
inizio. ExDiagramma … digramma, tullio … tullo, imprevedibile … improvviso.
-errore per fraintendimento di compendio (p): in un ms. Dante p rima “per rima” > rima
-errore per travisamento grafico: s ſ f

DIFFUSIONE DELL’ERRORE
Diffrazione (Contini):
Sostituzione della versione originale con delle varianti equivalenti che la banalizzano in modo
diverso.
-in presenza -in assenza

ERRORE MONOGENETICO
-Errore che non ha precedenti ed è improbabile che due copisti l’abbiano compiuto
indipendentemente l’uno dall’altro.
-Se compare in più testimoni essi sono in relazione tra di loro.

59
ERRORE POLIGENETICO
Si può verificare nei testimoni in modo autonomo ma presente in più testimoni:
-banalizzazioneIf. V 3 a guaio / e guaio
If. V 107 Caina / Caino.
-scioglimento erroneo compendi, errori di lettura: If. II, v. 69: l’aiuta / la uita
(apice della i messo per sbaglio sulla terza, invece che sulla prima asta); saut du même au même

ERRORI GUIDA O SIGNIFICATIVI


Sono in grado di spiegare le parentele tra i manoscritti. Provano i raggruppamenti in famiglie, le
loro discendenze e diramazioni.
Sono errori guida gli errori monogenetici.

ERRORI CONGIUNTIVI
Improbabile che i copisti lo abbiano prodotto individualmente. Congiunge dunque i testimoni che
ce l’hanno.

ERRORI SEPARATIVI
Un copista non avrebbe potuto correggerlo per congettura. Separa il testimone che ha l’errore da
quello che non ce l’ha.

QUALE VARIANTE SCEGLIERE


Copie hanno varianti che non sono errori significativi.
Bisogna scegliere tra le varianti quale porre a testo.
Se i rami dello stemma sono almeno tre, si può scegliere in modo meccanico. Si applica la legge di
maggioranza.
x

A anima bella C anima buona


B anima bella
Altra ipotesi:
x y

anima bella anima bella anima buona


Altra ipotesi: 2 copie
A B x

B A A B

ARCHETIPO
Copia non conservata, guastata da almeno un errore congiuntivo, alla quale risale tutta la
tradizione, da qui discendono tutte le copie.

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Ex canz. Di Guittone XXXII, v. 178, invocazione
“Capitano d’Arezzo Tarlato” ipometro in tutti i mss.: manca la O del vocativo che rende le 11
sillabe.
Gli errori di archetipo non si correggono con il ricorso allo stemma, ma con una congettura
dell’editore critico.

SUBARCHETIPO
Tra archetipo e le copie superstiti ci possono essere alcuni subarchetipi (= capostipiti di alcune
famiglie).

MOLTI MANOSCRITTI
O

a b F
E
A
B C D
via strada

SE NON POSSIBILI SCELTE MECCANICHE


Usus scribendi: conformità alle abitudini stilistiche dell’autore.
Lectio difficilior: è giusta la lezione più difficile, la meno ovvia, esposta a semplificazione.

CASO PARTICOLARE
Se nessuna delle varianti sembra giusta: diffrazione
Bisogna ideare una lectio difficilior che spieghi al meglio le banalizzazioni.

ALTRE COMPLICAZIONI
Se il copista cambia fonti: contaminazione.
La tradizione del testo non avviene solo in senso verticale e meccanico ma anche in senso
orizzontale.
-Tradizione attiva: i copisti non trascrivono passivamente il loro esemplare, ma intervengono
correggendo e congetturando Emendatio

VARIANTI IRRIDUCIBILI
Se non si può provare l’esistenza di un archetipo:
-Ogni linea di tradizione va considerata come portatrice di senso a sé
-Si pubblica il testo nelle sue diverse redazioni spiegando la scelta

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VARIANTI DI COPIA O VARIANTI D’AUTORE?
Alcune varianti conservata possono risalire all’autore.
È difficile distinguere le varianti di tradizione da quelle d’autore. Quando non vi sono elementi per
decidere si propongono tutte le redazioni per non creare un testo immaginario.

VARIANTI D’AUTORE
Documentano il processo elaborativo dello scrittore e permettono di entrare all’interno del
laboratorio dell’autore e di verificare il percorso che ha compiuto con il testo fino ad arrivare a
questo stadio di evoluzione.
Diversi tipi: aggiunta, sostituzione, soppressione, varianti alternative (se l’autore non dà
indicazioni)

ERRORI D’AUTORE
Se si ha l’originale  criterio conservativo, di piena aderenza alla forma e alla sostanza del testo.
Non si correggono gli errori di natura culturale, corrispondenti alle informazioni di cui disponeva
l’autore.
L’editore interviene solo sugli errori evidenti (sviste, incongruenze, errori commessi nella copia).

ALTRI TIPI DI VARIANTI


Interpolazione: aggiunta di parti non originali all’interno del testo
Rifacimenti: riscrittura di tipo linguistico/ stilistico di un originale.

CRITICHE AL METODO LACHMANN


Joseph Bedier (1864-1938)
Nel 1889 pubblica il Lai de l’Ombre di Jean Renart con il metodo lachmaniano.
Bedier osserva che gli stemmi sono quasi sempre bipartiti. Propone quindi l’edizione di un testo
basata solo su un testimone, per la qualità della lezione. Nel 1913 ripubblica il Lai de l’Ombre con
la tecnica del bon manuscrit.

MOUVANCE
1989, Cerquiligni, Eloge de la variante.
Paul Zumthor mouvance
Opera medievale=un’incessante riscrittura di un testo.
Ogni manoscritto= nuova versione del testo
Il manoscritto è come un locuteur natif.

NEW-PHILOLOGY
-1990 articolo apparso su Speculum
Ogni testo è considerato in sé stesso.

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-2005 edizione della Chanson de Roland di Joseph Duggan Gran peso alla tradizione orale.

LA FILOLOGIA IN ITALIA
Pio Rajna, De vulgari eloquentia (1921).
Michele Barbi, Vita Nuova (1907).
L’egemonia culturale di Croce e la dominazione dell’idealismo nella vita intellettuale italiana
determina un clima poco favorevole per la filologia.

GIORGIO PASQUALI
Storia della tradizione e critica del testo (1934)
I singoli testimoni hanno una loro specifica fisionomia culturale.
Problemi recensione aperta, fenomeni di contaminazione, variante d’autore.
Stemma riassunto della tradizione di un testo.

FILOLOGIA MATERIALE
Lo studio dei manoscritti, in particolare dei canzonieri di lirica, nella loro individualità.
Cfr. l'ediz. di d'Arco Silvio Avalle dei mss. della lirica italiana del Duecento: edizione dei mss., non
dei poeti.
-C’è una doppia verità dei documenti del passato, la verità dei protagonisti, quella ricercata dalle
edizioni critiche che puntano al testo come è uscito dalla penna degli autori, e la verità dei
testimoni, dei canzonieri.

METODO NEOLACHMANIANO
Bisogna trovare il sistema più adeguato al proprio oggetto di studio, con flessibilità, intelligenza e
abilità nel risolvere i problemi concreti.
Magistero di Gianfranco Contini: i manoscritti devono essere interiorizzati, cioè “criticati”.

L’EDIZIONE CRITICA
È il risultato di una serie di operazioni condotte con metodo scientifico (=verificabili e dimostrate),
allo scopo di stabilire una forma del testo il più simile possibile alla volontà dell’autore.
Contini: “È, come ogni atto scientifico, una mera ipotesi di lavoro, la più soddisfacente (ossia
economica) che colleghi in sistema i dati”.

LA NOTA AL TESTO
-Elenco dei testimoni e sigle loro assegnate
-Storia dei singoli testimoni
-Classificazione dei testimoni in base al metodo prescelto
-Si rendono espliciti i passaggi concettuali: il lettore deve poter verificare la tenuta della
costruzione.
-Si giustificano le scelte di resa grafica.

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GLI APPARATI
Fascia di nota a piè di pagina
Il lettore può controllare in quale forma il testo si presenta nei vari testimoni
ExNegativo (implicito): non si indica quali testimoni hanno la lezione acque accolta a testo.
acque] acqua AB, aqua C, aigua D.
Positivo (esplicito): si dà anche questa informazione.
acque] acque EF, acqua AB, aqua C, aigua D.
-Minime informazioni: in interlinea, om
-Sincronico: registra le lezioni della tradizione, pone sullo stesso piano le lezioni di trascrittori di
varie epoche
-Diacronico: presente le varianti d’autore e mostra il dinamismo del testo da un’edizione all’altra.
 Genetico: segnale le fasi anteriori al testo critico accolto.
 Evolutivo: registra le fasi successive di elaborazione.

GRAFIA E PUNTEGGIATURA
Editore separa parole.
Es.: el = art., e ‘l = e + art.
-Distingue u / v.
-Introduce la punteggiatura.
-Tende a rispettare grafia, che può essere utile
per studi linguistici.

SOMBOLI E SOLUZIONI GRAFICHE


 [] integrazione. Es.: vi[l]tà.
 […] lacuna non colmabile.
 <…> espunzione Es.: vil<l>tà.
 † † lezione errata non ricostruibile.
 . nesso fonosintattico. Es.: i·llui = in lui
 . sottoscritto: eliminazione della lettera soprastante.
 Corsivo: lezione congetturale.
Ex cugina (per vicina del ms.).

EDIZIONE DI TESTI DI TRADIZIONE ORALE


-Testi con circolazione in forma orale: cantari, canti popolari, fiabe, proverbi
-Poi registrati in forma scritta
-Anonimi, risultato di una continua riscrittura di una forma primaria difficile da ricostruire.
-Si sceglie di pubblicare una precisa redazione

USO DELLE FONTI


Fonte= il testo che è la sorgente di un altro testo.
Il recupero di una fonte aiuta a individuare gli errori e scegliere tra varianti equivalenti.

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Fonti= insieme dei documenti dai quali si traggono testimonianze, dati ecc.

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