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PRIMA GUERRA MONDIALE

1914-1918

Tensioni europee/cause
All’inizio del ‘900, in Europa, vi erano molte tensioni tra le maggiori potenze
● La Germania aveva adottato, con Guglielmo II, una politica nazionalista volta ad
affermare il II Reich;
● Aumentarono le tensioni tra Austria e Russia per il dominio sui Balcani, dove erano
situato Stati indipendenti da sempre contesi tra le due: la Bosnia, ad esempio, era
protetta dall’Austria e la Serbia dalla Russia, per la quale rappresentava un importante
sbocco sul mare;
● L’Italia aveva ancora terre sottomesse all’Austria, cioè i territori che il movimento
Irredentista continuava a voler liberare per annetterli al Regno;
● In Francia avanzava il revanscismo, che voleva la rivincita sulla Germania dopo la
sconfitta del 1870 che causò la perdita dell’Alsazia e della Lorena;
● Con la Westpolitik, la Germania tentava in ogni modo di accaparrarsi il primo posto
per l’industrializzazione e i commerci, che al momento spettava ancora al Regno
Unito: pone un blocco navale agli inglesi;
● C’era una competizione generale per il primato sull’Africa: le terre erano state spartite
a tavolino, tranne la Libia che fu poi data all’Italia;
● Nel sistema di alleanze:
la Triplice Intesa, formata da Gran Bretagna, Russia e Francia +
la Triplice Alleanza, formata da Austria, Germania e Italia

I punti caldi
All’inizio del Novecento, le varie potenze europee affrontarono diverse crisi nei cosiddetti
“punti caldi”, che furono però risolte diplomaticamente o comunque delimitate a conflitti
locali.
● Marocco: la Germania era a favore dell’indipendenza e arrivò quasi allo scontro con
la Francia. Inizialmente fu risolta con una conferenza, che riuscì a tutelare gli interessi
economici di tutte le potenze europee, favorendo comunque la Francia. Quest’ultima
qualche anno dopo occupò Fez, portando nuovamente alla nascita di tensioni, ma la
Germania tornò sui suoi passi data la determinazione della Gran Bretagna. Lo stato
africano divenne protettorato della Francia.
● Balcani: L’Austria-Ungheria annesse la Bosnia, e i suoi interessi si scontrarono con
quelli della Serbia, sostenuta dalla Russia. Ciò diede origini a due guerre balcaniche.
La prima fu vinta da Serbia, Bulgaria, Montenegro e Grecia a sfavore dell’Impero
ottomano, che di conseguenza perse tutti i territori europei. Nacque anche l’Albania,
togliendo lo sbocco sul mare alla Serbia. La seconda, invece, fu vinta contro la
Bulgaria dalla Serbia che ottenne il Montenegro.
● Il conflitto tra Austria-Ungheria e Italia diventò sempre più duro, soprattutto sui
territori irredenti, ma che successivamente si estese alle polemiche sul controllo della
neo-nata Albania.
Il pretesto
28 giugno 1914, Sarajevo
In Bosnia, nella capitale, lo studente serbo Gavrilo Princip uccide Francesco Ferdinando e
sua moglie Sofia, futuri sovrani dell’impero Austro-Ungarico. Fu in quel momento che
esplosero le tensioni nel continente. L’Austria inviò un ultimatum alla Serbia, che prevedeva
due condizioni inaccettabili per Belgrado: l’invio di inquirenti austriaci per le indagini in
territorio serbo e l’espulsione dal parlamento dei membri anti-austriaci. In caso di non
rispetto di queste condizioni, l’Austria, sostenuta dalla Germania, avrebbe dichiarato guerra
alla Serbia.

Lo scoppio della Guerra


28 luglio 1914
Esattamente un mese dopo, pertanto, la guerra irrompe in Europa. Una guerra che, per tutte le
potenze, non sarebbe durata più di qualche mese: una guerra lampo. Ma subito la Russia
corse in aiuto della Serbia e la Germania ne approfittò per dichiarare guerra alla Francia,
sostenuta dall’Inghilterra, che si trovò costretta ad entrare dopo svariati tentativi diplomatici,
invani.

E… l’Italia?
Il 28 luglio 1914, Il Regno d’Italia si dichiarò neutrale, dando come motivazione lo scopo
difensivo alla base della Triplice Alleanza ma anche il fatto che, ancora una volta, non era
stata avvertita in precedenza dalle grandi potenze. La realtà dei fatti era però da trovare nella
recente Guerra di Libia, che portò tendenzialmente svantaggi alla penisola: l’Italia stava
ancora riorganizzando le risorse e non era affatto pronta, né per equipaggiamento materiale e
umano, né a livello di armi, a partecipare ad un altro conflitto. Tuttavia, l’opinione pubblica
si divise presto in due schieramenti: neutralisti e interventisti.
Tra i neutralisti si posizionavano:
-Liberali Giolittiani, per le condizioni economiche e sociali in cui versava il Paese;
-Giolitti, poiché credeva che la diplomazia avrebbe portato più risultati;
-i Socialisti, che sostenevano che un’altra guerra avrebbe solamente impoverito i lavoratori;
-Parte degli Industriali, che credevano che la guerra avrebbe interrotto il processo di ripresa
economica post-guerra di Libia per le fabbriche che non producevano armi;
-I cattolici, per principi morali dettati dalla loro fede;
-Il papa che spergiurò dall’inizio la guerra, definendola “una inutile strage”.

Tra gli interventisti, invece:


-Il Re e i monarchici, credendo che avrebbero riacquisito la visibilità tolta da Giolitti nel
decennio precedente;
-I Nazionalisti, tra cui scrip
ttori come D’Annunzio, che sostenevano che l’Italia dovesse avere un posto tra le grandi
potenze;
-Il Movimento Futurista, artistico e letterario, che nel Manifesto scritto da Filippo Tommaso
Marinetti, affermò che la guerra sarebbe stata “l’unica igiene del mondo” e avrebbe
contribuito a creare una società di forti;
-I Socialisti Rivoluzionari, affermando che la guerra sarebbe stata l’occasione di rivoluzione
proletaria, guidati da Mussolini che presto fu espulso dal partito e dalla direzione dell’Avanti,
fondando successivamente il suo giornale Il Popolo d’Italia;
-Gli Irredentisti, che volevano schierarsi con l’Intesa per conquistare i territori Irredenti;
-Gli Industriali, che volevano arricchirsi con le armi (e così sarà);
-I Liberali non giolittiani.

Patto di Londra
26 aprile 1915
Il re, il Ministro degli esteri Sonnino e il Primo Ministro Salandra, firmarono a Londra un
Patto segreto che imponeva all’Italia di entrare in guerra entro un mese, ricevendo coe
ricompensa i territori irredenti e l’isola di Valona (Trentino e alto Adige, Trieste Istria
Dalmazia). A maggio, la dichiarazione di guerra sarà fatta firmare dal Parlamento, che resterà
all’oscuro di tutto fino al 1917. Tuttavia, il patto non sarà rispettato del tutto a causa
dell’ingresso degli Americani.

La guerra MONDIALE e i Fronti


Quella che sarebbe dovuta essere una guerra lampo, si rivelò presto una guerra di trincea,
destinata a diventare mondiale. Innanzitutto, in principio, si combatteva su tre principali
fronti:
1. Fronte Orientale = AU+GER-RUS
2. Fronte Occidentale = GER-ING+FR
3. Canale della Manica = Guerra sottomarina.
La guerra sottomarina, portata avanti dalla Germania per contrastare gli aiuti degli Stati Uniti,
condurrà all’entrata in guerra di questi ultimi. La Germania, infatti, nel ‘17 affondò una nave
passeggeri Americana, azione che unita al prestito di soldi che la potenza aveva concesso
all’Intesa, portò l’America ad unirsi a quest’ultima, con i 14 punti di Wilson che fecero
perdere valore a tutti i patti effettuati in precedenza.

Le (fallite) intenzioni della Germania


Nell’estate del 1914, le intenzioni di Guglielmo II erano quelle di conquistare la Francia in
otto settimane tramite una “guerra lampo”. Le certezze tedesche erano riposte nel fatto che i
russi, ad est, avrebbero impiegato molto tempo a mobilitare il loro enorme esercito e che il
Belgio non avrebbe opposto particolare resistenza. Così non fu: agli inizi di settembre, i
tedeschi furono fermati dai francesi sul fiume Marna e i russi attaccarono in Prussia e Galizia,
strappata agli austriaci. In Prussia, tuttavia, la Russia fu fermata dai tedeschi. Dunque, la
Germania si trovò a gestire uno scontro su due fronti, proprio quello che si sarebbe voluto
evitare ad ogni costo.
Dopo altri tentativi di spostamenti da parte dei tedeschi, la guerra ad occidente, nell’autunno
del 1914 era diventata guerra di posizione in trincea. Gli eserciti erano ora schierati su una
linea di 800 km dalle Fiandre alla Svizzera. In questi 800 km si scavarono le trincee, per una
guerra di usura alla quale nessuno era preparato e che avrebbe richiesto un enorme tributo di
uomini e materiali. Dal 1914 al 1917, i soldati vivevano aspettando i segnali di attacco: la
maggior parte cadeva sotto il fuoco delle mitragliatrici e nel 1915 fece la sua comparsa il gas
tossico, lanciato dagli aerei tedeschi nelle trincee francesi nella battaglia di Ypres. La vittoria,
quindi, sarebbe andata a chi avrebbe resistito di più, a chi avrebbe mandato in trincea più
armi e uomini e sarebbe riuscito a tenere unito il fronte interno. Il risultato fu quello di una
crescente opposizione alla guerra, che partì dai soldati stessi, stremati.
Sul fronte in questione si combatterono tre importanti battaglie:
1. Battaglia di Verdun, febbraio-aprile 1916, il risultato fu una perdita di 800 mila
uomini e guadagni territoriali quasi nulli;
2. Battaglia della Somme (fiume francese), 1 luglio 1916, scatenata da francesi e inglesi
per respingere i tedeschi, il risultato fu la perdita di un milione di soldati;
3. Battaglia di Passchendaele, luglio-novembre 1917, 800 mila morti.

La guerra sui MARI


La vittoria via terra continuava ad essere un obiettivo pressoché irraggiungibile e così Regno
Unito e Germania cercarono la vittoria sul mare. Le flotte si batterono nel 1916 nel Mare del
Nord senza però alcun esito. Le navi tedesche rimasero nei porti, mentre gli inglesi
approfittarono per istituire un blocco navale che impedisse a Germania e Austria di ricevere
risorse. La risposta di Berlino fu l’inizio di una guerra sottomarina che si rivelò in realtà
controproducente. Anzi, l’attacco ad un transatlantico che trasportava civili dagli Stati Uniti,
causò un ulteriore risentimento dell’opinione pubblica americana verso Berlino. Il risultato
finale di una guerra sottomarina indiscriminata fu la definitiva entrata in guerra di
Washington. SVEGLI STI TEDESCHI

Il fronte ORIENTALE
Se ad Ovest si trattava di guerra statica, a est fu soprattutto di movimento. Nel 1915 l’esercito
russo dimostrò la sua inadeguatezza alle modalità di guerra contemporanee, soprattutto per
addestramenti e capacità di comando degli ufficiali. I soldati, infatti, abbandonavano spesso
le loro posizioni di fronte al nemico, non avendo fiducia in chi comandava. Così, tedeschi e
austriaci si trovarono come alleati anche i bulgari. Tuttavia, ripresi durante l’inverno del
1916, a maggio i russi attaccarono con successo gli avversari. Anche la Romania si unì poi
all’Intesa, ma fu invasa portando grandissimi vantaggi a Vienna e Berlino, che poterono così
raggirare il blocco navale prendendo risorse dal nuovo territorio. Poco meno di un anno dopo,
tuttavia, i russi si trovarono impegnati nella rivoluzione interna. Continuarono la guerra ma le
truppe stesse si rifiutarono di combattere. Così, quando presero il potere i bolscevichi di
Lenin, venne firmato l’armistizio e successivamente la pace (1918): i russi subirono gravi
perdite di territori come la Polonia o l’Ucraina.
Un grande vantaggio dei tedeschi, oltretutto, fu la possibilità di spostare un numero ingente di
truppe sul fronte occidentale e su quello italiano.

Il fronte BALCANICO
Nei Balcani, con le due guerre Balcaniche del 12-13, gli equilibri si erano stabiliti prima del
conflitto mondiale. Tuttavia, l’Impero ottomano decise giustamente di romperli, entrando in
guerra con austriaci e tedeschi. Il governo dei Giovani Turchi, considerava utile l’alleanza
con la Germania, in quanto unica potenza a non avere interessi coloniali in Medio Oriente.
Da parte loro, i tedeschi speravano che Francia e Inghilterra, impiegassero le loro forze a
domare le rivolte dei musulmani nelle loro colonie. Con la Battaglia di Gallipoli del 1915, gli
Alleati persero lo Stretto dei Dardanelli. Successivamente, la Serbia fu invasa e sconfitta.
Dopo la battaglia di Gallipoli, però, i Turchi dovettero neutralizzare la rivolta delle
popolazioni arabe, aizzate dagli alleati contro secoli di oppressione ottomana, per
un’indipendenza che non avrebbero mai ricevuto nella realtà dei fatti.
Sempre nel Medio Oriente, in Turchia, dal 1915 si verificò uno dei genocidi più cruenti della
storia. Gli ottomani, infatti, ripresero l’opera di “pulizia etnica” della minoranza armena. Gli
armenti erano accusati di tramare contro l’Impero, di un’alleanza segreta coi russi e di volere
l’indipendenza. Per questo motivo, sotto gli occhi di tutti furono uccisi indiscriminatamente
1,5 milioni di armeni, senza alcuna reazione da parte dei Paesi Occidentali.

Il fronte ITALIANO
Il teatro di guerra italo-austriaco vide come sfondo soprattutto il Friuli, ma anche il Trentino.
Dal 1915 al 1917, sul fronte lungo l’Isonzo e l’Altopiano del Carso, i risultati furono quasi
inesistenti, viste soprattutto le centinaia di migliaia di soldati sacrificati. Nel maggio del 1916
gli italiani ebbero la meglio nella spedizione di punizione con cui gli austriaci volevano
punirli per il tradimento. Gli italiani riuscirono qualche mese più tardi a raggiungere
finalmente Gorizia. Le truppe erano guidate da Cadorna, impreparato però a una guerra di
posizione, con un comando improntato su una disciplina inflessibile e alle volte violenta, e la
continua accusa di disfattismo e tradimento al fronte interno. Ciò fino alla sconfitta di
Caporetto del ‘17, che lo rese indifendibile. Questa battaglia avvenne in un contesto in cui
continuavano a morire inutilmente migliaia e migliaia di uomini e nei vari fronti interni
continuavano inesorabili gli scioperi operai in tutti i Paesi. Lo stesso papa Benedetto XV
invitò i belligeranti a porre fine all’ “inutile strage”.
Ovviamente, nessun Governo ascoltò le necessità dei propri cittadini e continuò la
carneficina. Germania e Austria scatenarono un attacco ad ottobre del ‘17 , spezzando in due
lo schieramento italiano, ormai devastato e stremato. Gli Stati maggiori italiani non fecero
altro che dare ordini contraddittori e Cadorna cercò di scaricare le responsabilità sulle truppe,
fino ad arrivare a negare qualunque tipo di assistenza ai prigionieri di guerra. In pochi giorni
l’esercito si ritirò contando 40 mila tra morti e feriti e 400 mila uomini che invadevano le
retrovie. A livello istituzionale, il Governo passò a Vittorio Emanuele Orlando e il comando
dell’esercito ad Armando Diaz. Mossi dal patriottismo, i parlamentari votarono all’unanimità
il nuovo esecutivo, confermando un rinnovato clima di unione sacra. L’esercito fu
riorganizzato e dimostrò il suo valore sul Piave e sul Monte Grappa.

Gli STATI UNITI


L’ingresso in guerra degli USA, volsero il conflitto a vantaggio degli alleati, oramai rimasti
senza Russia. Dopo l’attacco sottomarino tedesco alle navi neutrali americane, in prima
battuta Washington reagì interrompendo le relazioni diplomatiche con l’Europa. Poco dopo,
il presidente Wilson riuscì a vincere le correnti isolazioniste del parlamento americano e il 6
aprile del 1917 gli USA dichiararono guerra alla Germania.
La posizione degli Stati Uniti era esplicata nei cosiddetti 14 punti di Wilson:
● rifiutava l’autoritarismo degli Imperi Centrali e l’imperialismo delle democrazie
liberali;
● favoriva il principio di autodeterminazione dei popoli;
● chiedeva l’abolizione della diplomazia segreta (vedi patto di Londra);
● sosteneva la libertà di navigazione, il disarmo, il libero scambio e quindi l’abbandono
del protezionismo;
● proponeva una soluzione alle questioni coloniali, che tenesse conto delle esigenze dei
popoli di Africa e Asia;
● avanzava nuove proposte per l’assetto europeo post-guerra;
● auspicava la creazione della Società delle Nazioni.
L’intervento statunitense da una parte diede nuovo entusiasmo a Francia, Inghilterra e Italia,
dall’altra dati i lunghi tempi di preparazione gli Imperi centrali provarono a rivedere la loro
strategia per sconfiggere definitivamente i tre Stati avversari.

Il CROLLO degli Imperi Centrali


Sul fronte occidentale, l’ultimo attacco tedesco scattò nel marzo del ‘18. A luglio, sulla
Marna, la controffensiva alleata e gli americani scatenarono un milione di uomini e con la
Battaglia di Amiens l’esercito tedesco crollò definitivamente. Anche se, il vero importante
crollo fu quello del fronte interno. A novembre, fu proclamata la Repubblica e due giorni
dopo firmato l’Armistizio di Rethondes. Nacque così il mito della pugnalata alle spalle:
l’opinione pubblica era convinta che la guerra fosse stata persa a causa dei politici.
L’Austria-Ungheria, a giugno dello stesso anno fu invece sconfitta sul Piave dall’esercito
italiano. Precisamente un anno dopo Caporetto, gli Italiano scatenarono l’attacco decisivo a
Vittorio Veneto, costringendo gli Austriaci a firmare l’armistizio. Anche questo impero aveva
cessato di esistere, e l’Austria diventò una Repubblica. Gli ottomani e i bulgari, devastati, si
erano ormai arresi.
Come già previsto, vinse chi resistette più a lungo, nonostante lo sforzo compiuto vide
confitti sia vincitori che vinti.

IL SIGNIFICATO DELLA GRANDE GUERRA


La guerra fu mondiale sia per estensione geografica sia per il fatto che coinvolse la maggior
parte dei fronti e tutti i continenti: infatti, anche se non erano stati interessati direttamente da
conflitti, gli effetti della guerra si sentirono ovunque a causa dei domini coloniali delle
nazioni europee. La prima guerra mondiale fu rivoluzionaria anche per le enormi masse di
persone coinvolte negli scontri. A causa della lunga durata della guerra i governi furono
costretti a chiamare al fronte persone sempre più giovani o oltre l'età di leva e da ogni parte
del paese. Milioni furono i morti e ancora di più feriti. A causa della mancanza di
manodopera maschile, durante la guerra si assiste anche alla mobilitazione della massa
femminile: le donne vennero chiamate a sostituire i lavoratori e questo fu uno dei primi
momenti cruciali per l'emancipazione della donna del XXI secolo. Difatti avanzarono
notevolmente i movimenti per i diritti femminili.
Tutto questo portò dei cambiamenti impossibili da ignorare nella società: ora che molte
categorie erano entrati a far parte della vita sociale ed economica del paese, e poiché, a causa
dei traumi psicologici dei soldati, i veterani facevano molta fatica a reinserirsi nella società,
bisognava adattarsi al nuovo panorama sociale. La guerra inoltre aveva prodotto anche
milioni di profughi e tutte le popolazioni subirono i suoi effetti come mai prima d'ora
(situazione che per esempio ha portato al genocidio degli armeni).
Rivoluzionarie furono anche l'influenza della scienza della tecnica: grazie a vari progressi
avvenuti dopo la seconda rivoluzione industriale, sui campi di battaglia apparirono
sottomarini, gas asfissianti, aeroplani, carri armati, telefoni ecc.

L'impatto della guerra fu tale che tutti i Paesi dovettero convertire le proprie industrie e
orientare l'agricoltura a favore del sostegno delle truppe. Questo però portò molti disagi
all'interno degli Stati E ad una pianificazione intensiva dell'economia. I paesi europei
subirono l'impoverimento di gran parte della popolazione a causa delle condizioni terribili in
cui la guerra gli aveva lasciati e alla conseguente inflazione, mentre Stati Uniti e Giappone,
che non avevano ospitato alcun conflitto, crebbero economicamente in quanto avevano anche
finanziato i paesi europei. La prima guerra mondiale ha quindi ridisegnato il sistema
economico internazionale.

I governi cercarono di controllare al massimo l'opinione pubblica interna per per supportare
lo sforzo bellico.nei paesi a governo liberale questo avvenne con l'inclusione dell'opposizione
negli esecutivi (per esempio in Italia dopo Caporetto dopo Boselli, conservatore, subentrò
come capo del governo Orlando, un liberale). Alcuni paesi come Germania e Austria-
Ungheria non furono altrettanto elastici con il dissenso del proprio popolo e questo risultò
nella caduta dei due imperi. Il controllo dell'opinione pubblica venne operato attraverso
censura di stampa, propaganda costante e nazionalista e varie campagne per il reclutamento
volontario, per non menzionare la contrarietà al pacifismo e le dure punizioni agli oppositori
(accusati di tradimento e alleanza con il nemico).
Vari appelli alla pace e alla rinuncia delle ostilità e di annessioni territoriali vennero fatti da
Papa Benedetto XV ed ai socialisti di tutta Europa che si riunirono in Svizzera in due
conferenze tra 1915 e 1916.

Durante la prima guerra mondiale gli esecutivi ottennero un'autonomia decisionale mai vista
prima con la scusa di poter sorvolare i dibattiti parlamentari poiché era necessario prendere
decisioni rapidamente. Questo portò ad una perdita di importanza delle istituzioni
rappresentative e ad un ruolo sempre più importante degli alti comandi militari. In altre
parole, le decisioni del governo dipendevano in gran parte dagli strateghi dei Paesi (in Italia
Cadorna).

I TRATTATI DI PACE
Nel 1919 a Parigi iniziò la ‘’conferenza di pace’’ tra i vincitori della prima mondiale. Si
riunirono 32 nazioni ma tra queste solo Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Italia fecero i loro
interventi durante la conferenza, rappresentati da: Clemenceau, Lloyd George, Wilson e
Orlando. Arrivare a un accordo tra le nazioni fu molto difficile, soprattutto a causa delle
mutazioni geopolitiche avvenute durante la guerra:
1-la caduta degli imperi centrali ( austriaco, russo, tedesco e ottomano) impose che si dovesse
ridisegnare la cartina dell’Europa centro orientale;
2- bisognava rispettate la visione di Wilson ,ispirata al principio dell’autodeterminazione dei
popoli, con le richieste territoriali dei paesi vincitori;
3- dato il grande sostegno che diede Wilson all’intesa egli creò il SND, società delle nazioni,
grazie alla quella ci sarà un nuovo approccio alle relazioni internazionali.
Inoltre nelle nazioni era forte il sentimento di rivalsa contro il popolo tedesco che aveva
occupato i loro territori per molto tempo durante la guerra, in particolare la Francia aveva il
desiderio di distruggere e umiliare completamente la Germania e anche l’impero ottomano e
l’Italia nutrivano ambizioni coloniali. Per questa ragione furono realizzati 5 trattati diversi per
cercare di soddisfare le richieste di ogni nazione.

IL TRATTATO DI VERSAILLES E LA GERMANIA


Firmato il 28 Giugno 1919 il trattato di versailles impose punizioni molto grandi alla
Germania che ne suscitò all’interno dei tedeschi sentimenti di odio nei confronti dei vincitori.
Al punto che i nazionalisti tedeschi definirono questo trattato come un Diktat perché lo
percepirono come un’imposizione.
La Germania dovette cedere grandi territori alle nazioni: alla Francia la Lorena e l’Alsazia;
alla danimarca lo Scheleswing del Nord; al belgio vennero ceduti i distretti di Eupen e
Malmedy,poiché la sua neutralità era stata compromessa a forza da Berlino; dovettero cedere
alla Polonia l’Alta Slesia e la Posnania; alla Repubblica cecoslovacca la regione dei Sudeti.
Infine nei territori perduti dalla Russia (con la cancellazione del trattato di brest-litovsk con la
germania) furono create quattro Repubbliche indipendenti: Lettonia, Estonia, Finlandia,
Lituania.
Infine fu imposto alla Germania di dichiararsi colpevole della guerra e di versare in trent’anni
la somma di 132 miliardi di marchi-oro ai paesi coinvolti della guerra.
Infine l’Europa, spaventata da una seconda possibile guerra scatenata dalla Germania, impose
alcune misure: non poterono più costruire armamenti pesanti e il loro esercito non doveva
superare i 100.000 soldati e la flotta le 108.000 tonnellate; la riva sinistra del Reno per 15
anni fu controllata dai Francesi; inoltre fu concesso ai Francesi lo sfruttamento temporaneo
delle miniere della Saar ( regione tedesca). Anche le colonie Tedesche furono riassegnate ai
paesi vincitori con la premessa del ‘’mandato’’ il quale era una sorta di protettorato che però
celava un vero e proprio dominio coloniale.

IL TRATTATO DI SAINT-GERMAIN EN LAYE E LA DISSOLUZIONE


DELL’AUSTRIA-UNGHERIA.

Firmato dall’Austria il trattato di SAINT-GERMAIN EN LAYE il 10 settembre del 1919


mentre l’Ungheria firmò il Trattato di Trianon il 4 giugno del 1920.
Questi due accordi riconobbero anche l’esistenza della Cecoslovacchia e della Jugoslavia. Fu
imposto inoltre all’Austria, con una particolare clausola nel trattato, che non si unisse mai alla
Germania, poiché al termine della guerra l’Austria era un piccolo territorio e c’era la paura
che potesse chiedere l’annessione a Berlino.
L’Ungheria divenne una repubblica e perse :la città di fiume (che le garantiva uno sbocco sul
mare), la Croazia, la Slovacchia e la Transilvania.
Polonia acquista la Galizia. Cecoslovacchia si trasformò in una repubblica formata da
Boemia, Moravia, Slovacchia.
Il 27 novembre 1919 la Bulgaria firmò il trattato di Neuilly con il quale perse alcuni territori
e li cedette alla Grecia, Jugoslavia e Romania.
Il 10 Agosto 1920 l’impero ottomano firmò il trattato di Serves con il quale il loro impero di
ridusse solo alla turchia (istanbul e Anatolia) .

LA VITTORIA MUTILATA
Come abbiamo già visto in precedenza venne riconosciuta la presenza della Jugoslavia e ciò
portò a dei conflitti con l’Italia durante la spartizione dei territori nella Conferenza di Parigi.
L’italia già precedentemente esclusa dalla spartizione delle colonie tedesche era stata esclusa
anche da ciò che sanciva il patto di londra: infatti la Dalmazia e la città di Fiume furono
assegnate al governo di Belgrado ( serbia) mentre all’italia solo Trieste e Istria. Questa
decisione comportó anche l’abbandono della conferenza di parigi da parte di Vittorio
emanuele Orlando e Sonnino. Proprio per questa ragione nacque il mito della vittoria mutilata
poiché il sacrificio dei soldati italiani non fu riconosciuto e ricompensato.

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