I GENERI LETTERARI
La favola e la fiaba
I primi racconti che ascoltiamo sin dalla più tenera infanzia sono favole e fiabe,
racconti fantastici che hanno per protagonisti esseri umani, animali parlanti e
personaggi di fantasia, come streghe, fate, gnomi ecc. Entrambi i generi sono
accumunati da un intento educativo, più esplicito nelle favole, che si concludono
spesso con una vera e propria morale.
La fiaba ha, rispetto alla favola, uno sviluppo narrativo più complesso, che si articola
in fasi fisse: una situazione di equilibrio iniziale viene infranta da un evento
(esordio) che mette in moto l’azione; solo dopo numerose prove (peripezie), il
protagonista, ossia l’eroe positivo della vicenda, riesce a sconfiggere il suo
antagonista (scioglimento), ristabilendo così un nuovo soddisfacente equilibrio (lieto
fine). Tipici della fiaba sono anche l’ambientazione della vicenda in un tempo e in
un luogo indeterminati (spesso un Medioevo stilizzato) e la presenza della magia.
LA FAVOLA
CARATTERISTICHE
È un racconto allegorico breve dalla struttura ricorrente e ripetitiva.
Ha per protagonisti animali che si comportano e parlano come gli uomini.
Gli animali incarnano vizi e virtù propri degli uomini.
Mette in scena i comportamenti umani per lodarli o biasimarli.
Vuole trasmettere un insegnamento, un’esortazione o proporre
una riflessione, spesso esplicitata in una frase, la morale, anche sotto forma
di proverbio.
TECNICHE
Il tempo e lo spazio sono indeterminati e poco caratterizzati.
Lo sviluppo è prevalentemente dialogico.
Il narratore è onnisciente ed esterno.
ORIGINE E SVILUPPO
Le origini risalgono alla cultura sumerico-babilonese (4000 a.C.).
Le prime testimonianze scritte sono le favole del greco Esopo (VII-VI secolo
a.C.), il cui modello è ripreso dal romano Fedro (I secolo d.C.).
Nel Seicento La Fontaine riprende le favole classiche e pubblica una vasta
raccolta di favole in versi.
Nel Novecento Rodari e Sepúlveda sono autori di favole moderne per
bambini.
LA FIABA
CARATTERISTICHE
È un racconto breve di tipo fantastico.
Sono spesso presenti elementi magici.
Racconta le peripezie di un/una giovane protagonista, che deve passare
attraverso prove e difficoltà per portare a termine un compito; rappresenta
quindi un percorso di formazione.
I personaggi (esseri umani ed esseri soprannaturali) sono tipi e agiscono
secondo ruoli fissi: protagonista, antagonista, aiutanti ecc.
TECNICHE
Ha uno schema narrativo fisso e ripetitivo (situazione di equilibrio iniziale,
esordio, peripezie, scioglimento), la cui conclusione è sempre a lieto fine.
Lo sviluppo della trama è affidato al susseguirsi di eventi ricorrenti (funzioni).
Il racconto si svolge in un passato lontano e indeterminato, in spazi
indefiniti o luoghi indicati in modo generico (un bosco, un castello ecc.).
Il narratore è esterno.
ORIGINE E SVILUPPO
Ha origine nella tradizione orale popolare.
Tra le prime testimonianze scritte ricordiamo Le mille e una notte (VIII secolo
d.C.), raccolta di storie di origine orientale.
Nel Seicento: Basile, Lo cunto de li cunti (1634-1636), e Perrault, I racconti
di mamma Oca (1697).
Nell’Ottocento i fratelli Grimm, Andersen e Afanas’ev raccolgono e
rielaborano le fiabe tradizionali dei rispettivi paesi.
Nel Novecento Calvino pubblica le Fiabe italiane (1956), in cui raccoglie e
traduce dal dialetto all’italiano fiabe provenienti da tutte le regioni.
La novella
La novella è un racconto breve, che ha l’intento di intrattenere piacevolmente
gli ascoltatori o i lettori. Narra generalmente fatti insoliti e curiosi: vicende
amorose, trovate ingegnose, ribaltamenti della fortuna, situazioni comiche e
paradossali. I protagonisti e i luoghi in cui si svolgono le vicende
sono reali o verosimili, spesso contemporanei all’epoca dell’autore.
La novella ha generalmente una struttura lineare in cui possiamo individuare
quattro momenti:
prologo, in cui sono introdotti gli elementi essenziali per la comprensione;
esordio, cioè il fatto che dà avvio alla vicenda;
peripezie, ossia lo sviluppo della vicenda;
epilogo, che spesso ribalta in modo imprevedibile, sorprendente e talvolta
comico le attese del lettore.
CARATTERISTICHE
È un racconto breve, generalmente in prosa.
Personaggi e luoghi sono reali o verosimili, contemporanei all’epoca
dell’autore.
Le vicende narrate sono insolite e curiose; spesso ruotano intorno a vicende
amorose, divertenti burle e situazioni comiche e paradossali, che si concludono
con un epilogo inatteso e spiazzante.
L’intento è intrattenere e divertire i lettori.
TECNICHE
La struttura dell’intreccio è lineare, costruita intorno a un’unica vicenda.
Ha uno schema narrativo ripetitivo (prologo, esordio, sviluppo, epilogo).
Può essere presente una cornice narrativa che introduce dei personaggi che, a
turno, diventano narratori e uditori delle novelle.
ORIGINE E SVILUPPO
Ha un’origine antica nella tradizione orale.
Tra le prime testimonianze scritte ricordiamo Le mille e una notte (VIII secolo
d.C.), raccolta di storie di origine orientale.
Si sviluppa in Italia tra la fine del Duecento e la metà del Trecento, con
il Novellino e il Decameron di Giovanni Boccaccio.
Il fantastico e l’horror
Il fantastico e l’horror
Il fantastico è un genere caratterizzato dalla presenza di elementi misteriosi e
fenomeni soprannaturali – non spiegabili quindi dalla ragione – che irrompono in
una cornice narrativa realistica e quotidiana, suscitando inquietudine e
turbamento nei personaggi e nel lettore. Un filone particolare del genere fantastico è
l’horror, il cui scopo è quello di generare paura.
Nei racconti fantastici e horror possiamo assistere a metamorfosi di persone
apparentemente normali in altri esseri, reali o fantastici, possiamo incontrare oggetti
che prendono vita e compiono azioni, spesso con intenti malvagi, o vedere sogni, o
anche incubi, che diventano realtà.
CARATTERISTICHE
Le narrazioni fantastiche sono caratterizzate dall’irrompere nella realtà
di elementi misteriosi e imprevedibili, non spiegabili dalla ragione, che
suscitano inquietudine e turbamento.
Nel filone horror avvengono orribili crimini; lo scopo è generare paura e
terrore.
TECNICHE
Protagonisti dei racconti fantastici sono uomini e donne reali che entrano in
contatto con esseri soprannaturali (fantasmi, vampiri, morti viventi)
ed eventi inspiegabili (oggetti che prendono vita, eventi che infrangono le
leggi di natura, metamorfosi).
Lo spazio è ben descritto: si tratta spesso di luoghi tenebrosi e
inquietanti (antiche dimore, cupi castelli, luoghi isolati), ma possono essere
anche luoghi della normale vita quotidiana.
Le ambientazioni sono prevalentemente notturne o in luoghi oscuri.
Talvolta è presente una cornice narrativa che racchiude la vicenda fantastica
vera e propria.
La narrazione può essere affidata a un testimone credibile che narra in prima
persona.
È frequente il ricorso alla suspense, ottenuta con colpi di scena e con
il rallentamento del ritmo narrativo.
ORIGINE E SVILUPPO
Il fantastico e l’horror hanno origine nel romanzo gotico settecentesco.
Il fantastico ha grande diffusione nell’Ottocento in Gran
Bretagna e Irlanda (Shelley, Le Fanu, Stevenson, Stoker, Wilde) e nel resto
d’Europa (Hoffmann, de Maupassant).
Nel Novecento si fa interprete della crisi esistenziale dell’uomo moderno
(Kafka).
In Italia scrivono racconti fantastici Calvino e Buzzati.
L’horror ha grande fortuna negli Stati Uniti (Poe, Lovecraft, King).
La fantascienza
La fantascienza è un genere che unisce invenzione fantastica e dimensione
scientifica: le vicende narrate sono immaginarie ma, allo stesso tempo, credibili,
poiché basate su dati tecnico-scientifici veri o verosimili. Le vicende sono
ambientate in genere nel futuro. Temi ricorrenti della fantascienza sono:
i viaggi nello spazio e nel tempo oppure in dimensioni parallele, per esempio
il cyberspazio;
la relazione tra uomini e creature aliene
oppure robot, cyborg, replicanti e intelligenze artificiali, creati dall’uomo,
ma divenuti a lui ostili;
la lotta per la sopravvivenza su un pianeta Terra devastato da catastrofi
naturali o conflitti armati o in società distopiche.
CARATTERISTICHE E TEMI
Unisce invenzione fantastica e dimensione scientifica in racconti spesso di
carattere avventuroso.
Temi principali: viaggi nel tempo, esplorazioni spaziali e incontro-scontro
con alieni, rapporto uomo-macchina (robot, cyborg, intelligenza artificiale)
e realtà virtuali, vita sulla Terra dopo una catastrofe, distopie.
È un genere di evasione, ma propone anche spunti di riflessione critica.
TECNICHE
Le vicende si svolgono quasi sempre nel futuro.
Le ambientazioni sono molto varie: la Terra, altri pianeti, universi
paralleli (cyberspazio).
È frequente il ricorso a termini scientifici e a neologismi.
ORIGINE E SVILUPPO
Precursori del genere sono Verne e Wells (seconda metà dell’Ottocento),
autori di romanzi visionari, che rivelano una profonda fiducia nel progresso.
Tra le due guerre mondiali la fantascienza ha toni più
pessimistici: Huxley e Orwell scrivono romanzi distopici.
Dagli anni cinquanta in poi ha una grande diffusione e affronta tematiche
molto varie con Brown, Asimov, Bradbury, Dick, McCarthy.
Il giallo
Il giallo è un genere caratterizzato dalla presenza di alcuni elementi fondamentali:
un crimine commesso ai danni di una o più vittime (spesso si tratta di un
omicidio);
un investigatore, un personaggio dotato di straordinario spirito di osservazione
e di grande intuito;
un’indagine, che costituisce il fulcro della narrazione;
un colpevole, scoperto il quale si giunge alla soluzione del caso.
Le vicende sono ambientate generalmente in uno spazio realistico.
CARATTERISTICHE
È la storia di un crimine e delle indagini che un investigatore compie per
risolvere il caso, cioè per smascherare il colpevole.
L’investigatore può essere un detective privato (dilettante o professionista)
oppure un poliziotto.
Nel giallo contemporaneo e nel noir prevalgono figure di poliziotti cinici,
solitari, coraggiosi, talvolta violenti; ampio spazio è dato all’azione
(inseguimenti, colluttazioni ecc.).
Nel filone thriller hanno un ruolo narrativo fondamentale la paura e
la suspense.
Il noir si caratterizza per la rappresentazione di una realtà degradata e corrotta.
TECNICHE
Il tempo e lo spazio sono sempre realistici; le vicende sono ambientate
prevalentemente nel presente.
Fabula e intreccio non coincidono; sono presenti molti flashback.
Il narratore può essere esterno o interno; se è interno, spesso è
l’investigatore stesso a raccontare in prima persona.
ORIGINE E SVILUPPO
Nasce nel 1841 con la pubblicazione del racconto I delitti della rue
Morgue di Poe.
Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, Conan Doyle crea il
personaggio di Sherlock Holmes; Christie dà vita ai detective Hercule
Poirot e Miss Marple.
Negli anni trenta del Novecento compaiono i gialli d’atmosfera (Simenon),
mentre negli Stati Uniti si sviluppa l’hard boiled (Hammett, Chandler).
In Italia gli autori più significativi sono Scerbanenco e Camilleri.
Il romanzo di formazione
I romanzi di formazione raccontano il percorso di crescita di ragazze e ragazzi nella
fase di passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza o tra l’adolescenza e la vita adulta.
Tale processo di crescita passa solitamente attraverso una serie di sfide, al termine
delle quali il protagonista si ritrova profondamente cambiato rispetto alla situazione
iniziale. Nel tentativo di ricercare la propria identità il protagonista deve confrontarsi
con il mondo degli adulti, con i propri coetanei e con se stesso.
CARATTERISTICHE
Ha per protagonista un ragazzo o una ragazza nella fase di
passaggio dall’infanzia all’adolescenza e all’età adulta.
Il protagonista, spinto dal desiderio di affermare la propria identità, anche in
opposizione al contesto familiare e sociale in cui è inserito, affronta sfide che
lo conducono a un profondo cambiamento.
Il processo di crescita e maturazione può avere esito positivo o negativo.
TECNICHE
I personaggi sono fortemente dinamici.
Lo schema narrativo è simile a quello delle fiabe: situazione di equilibrio
iniziale, rottura dell’equilibrio, prove e raggiungimento di un nuovo
equilibrio.
Il contesto spazio-temporale è ben definito.
I registri linguistici sono i più vari; talvolta imitano il linguaggio giovanile.
La narrazione avviene in prima o terza persona.
ORIGINE E SVILUPPO
Il romanzo di formazione nasce in Germania nella seconda metà
del Settecento con Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister (1796)
di Goethe.
Nell’Ottocento conosce grande diffusione in tutta Europa: in
Inghilterra, Austen, Brontë, Dickens; in Francia, Stendhal; in Italia, Nievo.
Nel Novecento esprime la crisi dell’individuo: Il vino della solitudine (1935)
di Némirovsky; Il sentiero dei nidi di ragno (1947) di Calvino; Il giovane
Holden (1951) di Salinger.
Oggi il tema dell’adolescenza è indagato da molti autori: in Italia, in
particolare, da Ammaniti (Io non ho paura, 2001; Io e te, 2010; Anna, 2015).
Il romanzo storico
Il romanzo storico ambienta vicende inventate, ma verosimili, in epoche e luoghi
del passato, le cui caratteristiche sono ricostruite in modo molto accurato dall’autore.
In questo genere, il quadro storico è sempre reale e personaggi di finzione si
trovano spesso ad agire accanto a personaggi realmente esistiti.
CARATTERISTICHE
È una narrazione di ampio respiro che mescola avvenimenti reali e
avvenimenti inventati, personaggi storici e personaggi di fantasia.
Le vicende sono collocate in un passato più o meno lontano.
Il contesto storico, ricostruito con grande precisione, non fa solo da sfondo,
ma è determinante per l’evoluzione della storia.
A volte induce a riflettere sul presente perché l’autore crea parallelismi tra
l’epoca passata e la propria.
TECNICHE
Il tempo e lo spazio sono accuratamente ricostruiti grazie a ricerche storiche
e vengono descritti in modo preciso.
I personaggi di finzione sono costruiti secondo un criterio di verosimiglianza,
cioè le loro caratteristiche, azioni e pensieri sono coerenti con l’epoca in cui
agiscono.
In genere azioni e parole dei personaggi storici presenti nella vicenda sono
romanzate.
Il narratore è onnisciente, prevalentemente esterno, e racconta in terza
persona; talvolta può essere interno e raccontare in prima persona; spesso
è palese e interviene esplicitando riflessioni e fornendo informazioni sui
personaggi.
Sono presenti ampie sequenze descrittive, che spezzano il ritmo della
narrazione e contribuiscono a creare lo sfondo storico.
ORIGINE E SVILUPPO
Nasce nell’Ottocento in età romantica con la pubblicazione del
romanzo Ivanhoe (1819) di Scott.
In Italia escono I promessi sposi (1840) di Manzoni, in Russia Guerra e
pace (1865) di Tolstoj.
Nel XX e XXI secolo il romanzo storico ha grande fortuna in Italia e
all’estero. Negli ultimi decenni si è diffuso anche il filone del giallo storico.
La narrativa realistico-sociale
CARATTERISTICHE
Il realismo è una caratteristica che appartiene a qualsiasi narrazione nella
quale l’autore vuole rendere verosimili personaggi, ambienti e storie.
I personaggi sono di finzione, ma fortemente verosimili; in molti casi
appartengono a classi subalterne.
L’intento dell’autore è spesso quello di far prendere coscienza al lettore delle
dinamiche e dei problemi sociali del proprio tempo.
TECNICHE
L’ambiente naturale e quello sociale sono descritti minuziosamente.
Sono presenti molti dialoghi.
Il narratore è esterno e onnisciente, che si rende palese e interviene con
commenti e spiegazioni. Può anche essere nascosto.
Viene spesso utilizzata una lingua semplice, con termini gergali o dialettali.
Prevale la paratassi.
ORIGINE E SVILUPPO
Il Realismo nasce nel primo Ottocento in Francia con i romanzi di Honoré
de Balzac e in Inghilterra con Charles Dickens.
Nella seconda metà dell’Ottocento si diffonde soprattutto in Francia
il Naturalismo, con le opere di Émile Zola e Guy de Maupassant.
Nel contempo, in Italia, si sviluppa il Verismo, che ha come suo massimo
esponente Giovanni Verga.
Alla fine della Seconda guerra mondiale in Italia si assiste alla nascita
del Neorealismo, con opere sia narrative sia cinematografiche.
La narrazione psicologica
Nelle opere appartenenti al filone della narrazione psicologica l’autore si concentra
sull’analisi dell’interiorità di personaggi tormentati e complessi, la rende
protagonista della pagina e attorno a essa costruisce la storia. Molto spesso
il narratore della storia è interno e coincide con il protagonista; la narrazione,
condotta in prima persona, può giungere ad acquisire il tono di una vera e
propria confessione autobiografica, in particolare quando i pensieri del protagonista
sono riportati sulla pagina direttamente, grazie ad alcune particolari tecniche, come
il monologo interiore e il flusso di coscienza.
CARATTERISTICHE
L’autore scava nella psiche dei personaggi rendendola protagonista della
pagina e costruendo attorno a essa la storia narrata.
In generale, la trama è meno importante dell’analisi dell’interiorità dei
personaggi e può essere poco articolata.
I personaggi sono tormentati e complessi, con conflitti interiori e difficoltà
nei rapporti con gli altri e con il mondo che li circonda.
TECNICHE
Nella narrazione psicologica si ha spesso un narratore interno, che coincide
con il protagonista e narra in prima persona; può essere inaffidabile perché
non racconta la verità, mente.
Se il narratore è esterno e racconta in terza persona, tende ad adottare il
punto di vista di uno o più personaggi (focalizzazione interna fissa o
variabile).
Grande spazio è lasciato alle parole e ai pensieri dei personaggi, riferiti tramite
il discorso indiretto libero; i pensieri possono prendere la forma
di monologhi interiori o anche del flusso di coscienza.
Le sequenze riflessive si alternano a quelle narrative, interrompendo a lungo
il racconto dei fatti; le sequenze descrittive presentano spesso una chiave
simbolica.
Il racconto del presente si alterna alla rievocazione del passato.
ORIGINE E SVILUPPO
Precursori del romanzo psicologico possono essere considerati alcuni autori
ottocenteschi: Manzoni, Tolstoj, Flaubert, Stevenson, Dostoevskij.
Si parla propriamente di romanzo psicologico per definire delle opere narrative
scritte tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, cioè in anni in cui nuove
teorie in ambito scientifico (Einstein), filosofico (Bergson) e medico (Freud)
misero in dubbio tradizionali certezze.
Cercarono di dar voce a questa mutata visione del mondo e dell’uomo nei loro
romanzi in lingua inglese James Joyce e Virginia Woolf, in lingua francese
Marcel Proust, in lingua tedesca Arthur Schnitzler, in lingua italiana
Italo Svevo e Luigi Pirandello.
La tragedia
CARATTERISTICHE
È un genere teatrale che porta sulla scena vicende dolorose, violente e
macabre, con un finale catastrofico.
Tratta temi universali come la colpa e il castigo, la legge e la disobbedienza, il
destino e la responsabilità individuale.
Si propone di suscitare forti reazioni emotive e riflessioni profonde su cause,
conseguenze e limiti delle azioni umane.
TECNICHE
I personaggi sono di rango elevato, come re, principi e aristocratici; nelle
tragedie greche compaiono anche divinità ed eroi del mito.
I personaggi sono animati da passioni intense e smisurate come odio,
ambizione, vendetta, orgoglio, amore.
Le trame attingono a miti o a episodi storici, riprendendone eventi
dolorosi come omicidi, tradimenti, odi insanabili, ribellioni all’autorità.
Il linguaggio è elevato e solenne, adeguato al rango dei personaggi.
ORIGINE E SVILUPPO
Nasce nell’antica Grecia in epoca remota.
Fiorisce nell’Atene del V secolo a.C. con Eschilo, Sofocle ed Euripide.
Aristotele ne codifica le caratteristiche nel IV secolo a.C., mettendo in
evidenza i concetti di hýbris (l’arroganza che sfida il volere divino) e
di catarsi (la purificazione dalle passioni).
Nell’antica Roma viene parzialmente accantonata in favore della commedia.
Conosce una lunga eclissi in epoca medievale.
Rinasce nel XVI secolo, specie in Inghilterra con Shakespeare.
A partire dal Settecento viene progressivamente superata dal dramma
borghese.
La commedia
CARATTERISTICHE
È un genere teatrale che mette in scena in modo giocoso e buffonesco, con lo
scopo di suscitare il riso, comportamenti e bisogni elementari della vita
quotidiana e vizi comuni agli uomini di ogni tempo, come l’avarizia, la
vanagloria, l’ingenuità, la civetteria.
I temi principali sono legati al cibo, al corpo e all’amore.
TECNICHE
Gli intrecci hanno ritmo veloce.
L’azione è movimentata da equivoci, scambi di
persona, imprevisti, tranelli e colpi di scena.
I protagonisti sono persone comuni, spesso appartenenti ai ceti umili.
I personaggi sono generalmente piatti e dai comportamenti
prevedibili (l’avaro, lo sciocco, il gradasso, il furbo, l’innamorato ecc.).
Il linguaggio è popolare e gergale, coerente con il livello dei personaggi; sono
frequenti doppi sensi licenziosi, talvolta volgari.
ORIGINE E SVILUPPO
Nasce nell’antica Grecia in epoca remota.
Si sviluppa ad Atene tra il V e il IV secolo a.C. con Aristofane, che tratta
contenuti di forte satira politica.
Nel IV secolo a.C. si afferma Menandro, che sposta l’attenzione
sulla dimensione familiare e sentimentale.
Ha grande successo a Roma, specie nel II secolo a.C. con Plauto.
Sopravvive nel Medioevo nelle forme di teatralità diffusa di giullari, mimi e
cantastorie.
Si arricchisce del filone della Commedia dell’arte, nato
in Italia nel Cinquecento e destinato a grande fortuna in molti paesi europei.
Nel Seicento vive un periodo d’oro con Shakespeare e Molière.
Nel Settecento viene rinnovata da Goldoni.
Oggi si è specializzata in una molteplicità di sottogeneri di grande successo,
come il cabaret, il musical e la commedia all’italiana.
Il dramma moderno
CARATTERISTICHE
Nel linguaggio teatrale la parola “dramma” significa “azione dialogata”, ma è
anche il nome di un genere del teatro moderno e contemporaneo.
La nascita del dramma borghese coincide con l’ascesa della borghesia come
classe egemone alla fine del XVIII secolo.
Porta in scene vicende ispirate alla vita reale della borghesia, mettendone
spesso a nudo il conformismo e l’ipocrisia.
Accoglie elementi sia della commedia sia della tragedia.
Nel Novecento nuove esperienze teatrali superano il concetto di
immedesimazione del dramma borghese puntando sulla rappresentazione
straniante di temi e problemi della vita contemporanea.
TECNICHE
I personaggi del dramma borghese sono persone comuni dotate di psicologie
mutevoli e complesse e agiscono, solitamente in interni domestici,
in vicende che riguardano conflitti familiari, ambizioni e rivalità sul lavoro,
fallimenti economici e professionali.
Il finale può essere tragico, lieto o aperto.
Il linguaggio è generalmente di registro medio.
ORIGINE E SVILUPPO
Il dramma borghese nasce alla fine del Settecento e si diffonde nel corso
dell’Ottocento, con larghissimo successo di pubblico.
Importanti autori di drammi borghesi dell’Ottocento
sono Ibsen, Strindberg, Čechov.
All’inizio del Novecento Pirandello rinnova il dramma borghese usando le
situazioni tipiche del genere per dimostrare l’identità fra vita e teatro,
entrambi luoghi della finzione e del mascheramento.
Nella prima metà del Novecento Brecht fonda il genere del teatro epico,
impegnato e critico nei confronti del sistema capitalista.
A metà Novecento Beckett e Ionesco danno vita al teatro dell’assurdo, che
mette in scena l’incomunicabilità fra esseri umani.
Alla fine del Novecento Fo inventa il teatro di narrazione, in cui un attore
solo in scena racconta storie e interpreta personaggi.
Il mito
CARATTERISTICHE
Il mito è una narrazione con valore sacrale e finalità educativa, che racconta
le imprese straordinarie di dèi ed eroi.
I diversi tipi di mito intendono spiegare le origini del mondo (miti
cosmogonici), degli dèi (teogonici), dell’umanità (antropogonici), di un
nome o di un’usanza (eziologici) e le cause dei fenomeni
naturali (naturalistici), o tramandare eventi fondamentali della storia di un
popolo (storici).
Nel mito è frequente l’intervento di forze magiche o soprannaturali e
di creature fantastiche.
TECNICHE
La composizione è in versi.
Il narratore è esterno e onnisciente.
Spazio e tempo sono indeterminati o soltanto genericamente accennati.
Il registro linguistico è solenne, ma con una sintassi lineare, basata sulla
coordinazione.
È presente l’uso di dialoghi in discorso diretto.
La narrazione è caratterizzata dall’impiego di espressioni
ricorrenti: formule, epiteti e patronimici, con la funzione di richiami per la
memoria.
ORIGINI E SVILUPPO
Dopo una lunga tradizione orale, i miti conoscono la prima elaborazione
in forma scritta nell’VIII-VII secolo a.C. con il poema Teogonia del greco
Esiodo.
Tra le altre principali opere mitologiche dell’epoca classica vi è, nel I secolo
d.C., il poema Metamorfosi del poeta latino Ovidio.
Il filone del racconto mitologico attraversa generi ed epoche diverse,
arrivando a esercitare il proprio fascino anche sulla cultura moderna e
contemporanea.