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IL MOVIMENTO ARTS& CRAFTS& WILLIAM MORRIS

Nel 1851, la great exhibition di Londra segnalò l’irresistibile progresso dell’economia


industriale, grazie alla raccolta di prodotti provenienti da tutto il mondo nel crystal
palace.
Nonostante il periodo di innovazione, l’esibizione trovò una certa opposizione da
parte delle persone che credevano che la meccanizzazione dei processi produttivi
avrebbe provocato un aumento di prodotti scadenti.
Una delle persone che credeva ciò era JOHN RUSKIN, che esaltava l’immediatezza
del caotico e la tendenza verso un disegno (sia di architettura che di prodotto) più
ispirato all’imperfezione della natura, alla sua dinamicità e vitalismo.
Queste teorie furono alla base del lavoro di WILLIAM MORRIS (1834 - 1896);
adopera una forte difesa sulla concezione che tutte le arti dovrebbero ispirarsi a un
periodo storico idealizzato (tra tardi gotico e il ‘400 italiano) invece di itraprendere un
procedimento di industrializzazione.
Fonda nel 1861 la sua prima impresa orientale a un’attività di belle arti (incisione,
produzione di mobili e metalli) in collaborazione con i suoi amici.
L’impresa si chiamava la MORRIS/MARSHALL END FAULKNER.
Qualche anno dopo stipula una collaborazione con un’industria specializzata in carta
da parati (JEFFREM eCO.).
Nel 1881 Morris avvia una fabbrica per tessuti stampati.
L’ultima delle sue imprese è la fondazione della KELMSCOTT PRESS, dove intende
realizzare libri e stampe rare.
Vengono stampate oltre 50 opere rare tra cui l’edizione di chaucer.
Morris era un ammiratore della scrittura amanuense.
Predilige i caratteri latini (soprattutto quelli veneziani).
Disegna i font “Golden type” nel 1890, il “Tray” e il “Chaucer” per le opere di
Chaucer.
In Morris c’è lo sforzo di creare equilibrio tra testo e immagini.
Nei suoi fregi si possono notare gli studi dei tessuti e carta da parati.
Predilige un annullamento del naturalismo a favore dell’elemento simbolico
bidimensionale e del contrasto netto.
La ricerca di Morris in seguito fu ripresa e sviluppata dal movimento delle Arts and
Crafts, che aveva come matrice comune la rivalutazione del lavoro artigianale rispetto
a quelli in serie, ma condotto con dei criteri precisi e formali.
In sostanza: William Morris
- figura poliedrica
- Nel dibattito sulle arti applicate lui è contro l’industria sul lato estetico, perchè deve
avere un significato politica.
- critica all’industra inglese dell’800 e contro il lavoro nelle Work Houses
- parla della gioia dell’artigiano
- rivaluta il medioevo
- visione del comune medievale, dove l’artigiano è libero del suo tempo
- si merre in discussione/fonda delle aziende con altro soci
- secondo Morris le abitazioni sono opere d’arte globali
- dopo aver collaborato alla creazioen di alcuni manoscritti, decide di fondare uan sua
casa editrice (KELMSCOTT PRESS)
- crea nuovi font tra cui il Chaucer
- da stamperia si occupava di “libri per pochi”: libri per bibliofili, costosi, tiratura
limitata, ci vedeva molto tempo per farli
- i suoi lavori influenzano molto l’editoria vittoriana nonostante tutti i suoi lavori =
libri per pochi.
- collabora spesso con Walter Crane e Edward Burne - Jones

Da ricordare:
 A BOOK OF VERSE (1870): per moglie di Edward Burne - Jones, manoscritto
(pezzo unico), influenza del manoscritto medievale ma si discosta allo stesso
tempo
 Eneide di virginio (1874)
 Rubamat di omar Khayyam (1872)
 Capilettera per i testi pubblicati nella Kelmscott press, incisi su legno da maestro
xilografo

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