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San Giovanni PAOLO II Rito Ambrosiano 22.10

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die 22 octobris

SANCTI JOANNIS PAULI II, PAPÆ

De communi pastorum: pro papa.

SUPER POPULUM
Deus, dives in misericórdia,
qui beátum Ioánnem Paulum, papam,
univérsæ Ecclésiæ tuæ præésse voluísti,
præsta, quǽsumus, ut, eius institútis edócti,
corda nostra salutíferæ grátiæ Christi,
uníus redemptóris hóminis, fidénter aperiámus.
Qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti,
Deus per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

1
22 ottobre
SAN GIOVANNI PAOLO II, PAPA

Comune dei pastori: per un papa.

ALL’INIZIO DELL’ASSEMBLEA LITURGICA


O Dio, ricco di misericordia,
che hai chiamato san Giovanni Paolo II, papa,
a guidare l’intera tua Chiesa,
concedi a noi, forti del suo insegnamento,
di aprire con fiducia i nostri cuori
alla grazia salvifica di Cristo,
unico redentore dell’uomo.
Per lui, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Letture del giorno corrente oppure dal Comune nel natale dei pastori (per un papa), vol. II, p. 427ss.

2
22 ottobre
SAN GIOVANNI PAOLO II, PAPA

Vespri
Comune dei pontefici (per un papa).

NOTIZIA DEL BEATO


Carlo Giuseppe Wojtyła nacque nel 1920 a Wadowice in Polonia. A ventidue anni maturò la sua
vocazione al sacerdozio e iniziò a frequentare il seminario clandestino di Cracovia. Ordinato
sacerdote il primo novembre 1946, compì gli studi teologici a Roma e, al ritorno in patria, ricoprì
vari incarichi pastorali e universitari.
Nominato vescovo ausiliare di Cracovia, di cui divenne arcivescovo nel 1964, difese la libertà dei
cittadini e della Chiesa contro la dittatura comunista. Prese parte al Concilio Ecumenico Vaticano II
e nel 1967 venne creato cardinale da Paolo VI.
Il 16 ottobre 1978 fu eletto papa e assunse il nome di Giovanni Paolo II. Subito si impose
all’attenzione di tutti come il forte atleta di Dio che chiamava l’intera umanità ad aprire, anzi a
spalancare le porte a Cristo, unico Redentore dell’uomo.
Scelto e inviato dal Signore a confermare nella fede i fratelli, testimoniò che il Vangelo ha un
annuncio originale e insostituibile da offrire al mondo e indicò a tutti i fedeli la santità come la
misura alta della vita cristiana.
Animato da una straordinaria sollecitudine apostolica, volle incontrare la Chiesa sparsa in tutto il
mondo e la varietà dei popoli e delle culture mediante innumerevoli viaggi pastorali, «mosso dal
desiderio di aprire dappertutto delle vie di accesso a Cristo».
Conquistò il cuore dei giovani con la parola franca ed esigente; fu accanto alle famiglie nella loro
peculiare vocazione per illuminarne il cammino irto di difficoltà; ai malati diede una personale
testimonianza di sacrificio e di speranza.
Tra i molteplici frutti lasciati in eredità alla Chiesa sono da ricordare il suo ricchissimo Magistero e
la promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e dei Codici di Diritto Canonico per la
Chiesa latina e le Chiese Orientali.
La sua morte, avvenuta il 2 aprile 2005, vigilia della II domenica di Pasqua o della Divina
Misericordia, commosse il mondo intero. Una folla innumerevole accorse a Roma a rendere
omaggio alle sue spoglie mortali e, già nel giorno del suo funerale, la voce del popolo di Dio lo
acclamò santo. È stato beatificato da papa Benedetto XVI il primo maggio 2011 e canonizzato da
papa Francesco il 27 aprile 2014.

ORAZIONE (II A Vespri e I a Lodi)


O Dio, ricco di misericordia,
che hai chiamato san Giovanni Paolo II, papa,
a guidare l’intera tua Chiesa,
concedi a noi, forti del suo insegnamento,
di aprire con fiducia i nostri cuori
alla grazia salvifica di Cristo,
unico redentore dell’uomo.
V. Per lui, che vive e regna nei secoli dei secoli.
L. Per lui, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

3
Ufficio delle letture

SECONDA LETTURA

Dall’Omelia per l’inizio del pontificato di san Giovanni Paolo II, papa.
(22 ottobre 1978: A.A.S. 70 [1978], pp. 945-947)
Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo!
Pietro è venuto a Roma! Cosa lo ha guidato e condotto a questa Urbe, cuore dell’Impero Romano,
se non l’obbedienza all’ispirazione ricevuta dal Signore? Forse questo pescatore di Galilea non
avrebbe voluto venire fin qui. Forse avrebbe preferito restare là, sulle rive del lago di Genesareth,
con la sua barca, con le sue reti. Ma, guidato dal Signore, obbediente alla sua ispirazione, è giunto
qui!
Secondo un’antica tradizione, durante la persecuzione di Nerone, Pietro voleva abbandonare Roma.
Ma il Signore è intervenuto: gli è andato incontro. Pietro si rivolse a lui chiedendo: «Quo vadis,
Domine?» (Dove vai, Signore?). E il Signore gli rispose subito: «Vado a Roma per essere crocifisso
per la seconda volta». Pietro tornò a Roma ed è rimasto qui fino alla sua crocifissione.
Il nostro tempo ci invita, ci spinge, ci obbliga a guardare il Signore e ad immergerci in una umile e
devota meditazione del mistero della suprema potestà dello stesso Cristo.
Colui che è nato dalla Vergine Maria, il Figlio del falegname – come si riteneva –, il Figlio del Dio
vivente, come ha confessato Pietro, è venuto per fare di tutti noi «un regno di sacerdoti».
Il Concilio Vaticano II ci ha ricordato il mistero di questa potestà e il fatto che la missione di Cristo
– Sacerdote, Profeta-Maestro, Re – continua nella Chiesa. Tutti, tutto il Popolo di Dio è partecipe di
questa triplice missione. E forse in passato si deponeva sul capo del Papa il triregno, quella triplice
corona, per esprimere, attraverso tale simbolo, che tutto l’ordine gerarchico della Chiesa di Cristo,
tutta la sua «sacra potestà» in essa esercitata non è altro che il servizio, servizio che ha per scopo
una sola cosa: che tutto il Popolo di Dio sia partecipe di questa triplice missione di Cristo e rimanga
sempre sotto la potestà del Signore, la quale trae le sue origini non dalle potenze di questo mondo,
ma dal Padre celeste e dal mistero della Croce e della Risurrezione.
La potestà assoluta e pure dolce e soave del Signore risponde a tutto il profondo dell’uomo, alle sue
più elevate aspirazioni di intelletto, di volontà, di cuore. Essa non parla con un linguaggio di forza,
ma si esprime nella carità e nella verità.
Il nuovo Successore di Pietro nella Sede di Roma eleva oggi una fervente, umile, fiduciosa
preghiera: «O Cristo! Fa’ che io possa diventare ed essere servitore della tua unica potestà!
Servitore della tua dolce potestà! Servitore della tua potestà che non conosce il tramonto! Fa’ che io
possa essere un servo! Anzi, servo dei tuoi servi».
Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!
Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e
l’umanità intera!
Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i
confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di
sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa «cosa è dentro l’uomo». Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore.
Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in
disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a
Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna.

ORAZIONE
Come la I a Lodi

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