Note
I più recenti studi nell’ambito del canto gregoriano hanno individuato alcuni
manoscritti di origine romana, datati fra 1071 e il 1250, particolarmente interessanti. Si
tratta degli unici manoscritti notati a Roma prima del XIII sec. Se liturgicamente questi
manoscritti sono simili a quelli della tradizione gregoriana, melodicamente i canti si
differenziano nettamente da essa. Queste raccolte costituiscono un corpus unitario di
musica liturgica. Dallo studio di altri manoscritti non musicali che testimoniano l’esistenza
della tradizione romano-antica tra l’ottavo e il tredicesimo secolo, si è poi avvalorata la tesi
che tali melodie fossero il canto ufficiale della chiesa di Roma. Il numero limitato delle
formule centonizzate, il ristretto numero di jubilus alleluiatici e l’ampio utilizzo di formule
melodiche standard, porta i musicologi a ritenere che questo repertorio, musicalmente
meno sviluppato rispetto al gregoriano, sia antecedente al momento dell’unificazione
franco-romana avvenuta nell’VIII sec. grazie alla riforma carolingia.
Nella ricerca di un canto gregoriano a cui ispirarmi per una nuova composizione
commissionata dal coro femminile “Armonioso Incanto” di Perugia, sono stato attratto da
una formula tipica di recitazione presente soprattutto negli Offertori del repertorio
romano-antico. Nello specifico si tratta dell’utilizzo di una formula salmodica
caratterizzata dall’impiego iterato di torculus anziché un’unica nota di recitazione. E’
proprio su questa particolarità che nasce l’idea e si fonda tutta la costruzione polifonica di
“Offerorium”.
L’antifona Confitebuntur Cæli è tratta dal manoscritto Cod. Bodmer 74, il più antico
codice di romano-antico conosciuto, compilato nel 1071 per la chiesa di Santa Cecilia in
Trastevere e oggi proprietà della Fondation Martin Bodmer di Cologny. L’antifona è
notata in grafia neumatica beneventana. Sono ben riconoscibili sia la riga rossa della
chiave di FA che la chiave di Do posta più in alto su una riga tirata a secco. Nella
trasposizione in notazione vaticana la chiave di DO è stata posizionata sul secondo rigo.
Offertorium è scritto pensando Score [Title]
alla seguente trasposizione: DO = LAb. Così
l’estensione vocale complessiva (antifona e versetto) sarà:
bœ
& Ó
bœ
nœ
Il brano inizia con l’esposizione& Ó
dell’originale Antiphona ad offertorium
“Confitebuntur coeli”. Segue il Versiculumn œ “Mirericordias tuas Domine” che si sviluppa
polifonicamente sulla suddetta figura tipica del torculus. Infine si ha la ripresa
!
dell’Antiphona con qualche reminiscenza polifonica. In questa parte ho scelto di utilizzare
la notazione quadrata vaticana per & mantenere sempre una libertà ritmica legata alla
prosodia del testo. Solo nell’ultimo alleluia la grafia ritorna quella moderna sul sistema di
tre pentagrammi.
!
E’ possibile eseguire anche il solo versiculum polifonico come brano staccato.
&
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4
& delle Edizioni Carrara
Num. 5298 !
Offertorium
Antiphona ad offertorium
Offertorium
Antiphona ad offertorium
Antiphona
Cristian Gentilini
marzo 2012
Antiphona
Cristian Gentilini
marzo 2012
Versiculum
Moderato
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Moderato
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Mezzo-Soprano
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Mezzo-Soprano
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Num. 5298 delle Edizioni Carrara 5
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6 Num. 5298 delle Edizioni Carrara