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Il Quarto Periodo Del Concilio Vaticano Ii

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IL QUARTO PERIODO DEL CONCILIO

VATICANO II

Il quarto periodo del Concilio Vaticano II


Il quarto periodo del Concilio Vaticano II si svolse dal 14
settembre al 8 dicembre 1965. Durante questo periodo,
furono apportate modifiche ai testi presentati ai Padri
conciliari, in particolare quelli riguardanti le missioni e la vita
religiosa. Il testo più importante e che richiese maggiori sforzi
fu quello dedicato alla "Chiesa nel mondo contemporaneo",
al quale lavorarono anche personalità come l'arcivescovo di
Cracovia Karol Woityla (futuro Giovanni Paolo II) e Pierre
Haubtmann dell'Institut Catholique de Paris.

Le critiche di Luigi Carli e Marcel Lefebvre


Durante il quarto periodo del Concilio Vaticano II, emersero
le critiche del vescovo italiano Luigi Carli e di mons. Marcel
Lefebvre nei confronti dei testi proposti. Essi vedevano nei
testi "testi molto avanzati e, addirittura, influenzati da alcuni
teologi provenienti da area protestante". In particolare,
criticarono il testo sulla libertà religiosa, sottolineando
l'importanza di affermare tale libertà senza però smentire le
posizioni dei pontefici del XIX secolo.

Il quarto periodo del Concilio Vaticano II


Il quarto periodo del Concilio Vaticano II si è svolto dal 14
settembre al 8 dicembre 1965. Durante questo periodo sono
stati approvati diversi documenti, tra cui la costituzione
pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo e la
dichiarazione sulla libertà religiosa. Inoltre, sono state
apportate modifiche ai testi presentati ai padri conciliari e
sono state discusse importanti novità, come l'annuncio della
cancellazione delle scomuniche reciproche tra la Chiesa
cattolica e la Chiesa ortodossa.

I documenti approvati durante il quarto


periodo del Concilio Vaticano II
Durante il quarto periodo del Concilio Vaticano II, sono stati
approvati diversi documenti, tra cui la costituzione pastorale
sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, la dichiarazione sulla
libertà religiosa e i decreti sul ministero pastorale dei vescovi,
sulla formazione sacerdotale e sul rinnovamento della vita
religiosa. Inoltre, sono state approvate la dichiarazione
sull'educazione cristiana e la dichiarazione sulle religioni non
cristiane. Questi documenti hanno rappresentato un
importante passo avanti per la Chiesa cattolica e hanno
contribuito a promuovere il dialogo ecumenico e il rispetto
delle diverse religioni.

La Rivelazione
La Rivelazione è il processo attraverso il quale Dio si è
manifestato all'umanità. Nel testo vengono presentati i
momenti significativi della Rivelazione, dalla preparazione
attraverso la storia dei Patriarchi fino alla realizzazione in
Cristo. La Rivelazione è stata portata a compimento
attraverso l'incarnazione di Gesù Cristo, che ha manifestato il
volto del Padre e ha portato la salvezza all'umanità.
Il Concilio Vaticano II
Il Concilio Vaticano II è stato un evento fondamentale nella
storia della Chiesa cattolica. Si è svolto tra il 1962 e il 1965 e
ha portato a importanti riforme nella liturgia, nella pastorale
e nelle relazioni ecumeniche. Tra le principali decisioni prese
dal Concilio, vi è stata l'introduzione delle lingue locali nella
liturgia, la promozione della partecipazione attiva dei fedeli e
il rinnovamento dell'ufficio divino. Il Concilio ha anche
sottolineato l'importanza delle Chiese locali e della devozione
popolare nella vita della Chiesa.

La liturgia
La liturgia è l'esercizio del sacerdozio di Cristo e dell'intera
Chiesa. Il Concilio Vaticano II ha sottolineato l'importanza
della partecipazione attiva dei fedeli alle celebrazioni
liturgiche, che devono essere adeguatamente formate.
Inoltre, il Concilio ha permesso l'uso delle lingue locali nelle
letture e nella preghiera dei fedeli, ha semplificato il rito della
Messa e ha promosso il canto popolare religioso. La liturgia è
uno dei principali mezzi attraverso cui la Chiesa celebra e vive
la sua fede.

La comunione
La comunione è uno dei sacramenti fondamentali della
Chiesa cattolica. Nel testo viene sottolineata l'importanza
della comunione sotto le due specie, cioè il pane e il vino, che
è stata concessa anche ai laici in determinate occasioni.
Inoltre, il Concilio Vaticano II ha promosso la comunione
come segno di fraternità e ha permesso la sua distribuzione
durante le celebrazioni in piccoli gruppi. La comunione è un
momento di unione con Cristo e con la comunità dei fedeli.

Il Concilio Vaticano II
Il Concilio Vaticano II è stato un evento importante per la
Chiesa cattolica, che ha portato un grande rinnovamento e
una maggiore apertura al dialogo con la modernità. Papa
Benedetto XVI ha sottolineato l'importanza di leggere e
recepire i documenti del Concilio con una giusta
ermeneutica, che permetta di comprendere la continuità
della Chiesa nel tempo. Inoltre, il Concilio ha enucleato il
paradigma del rinnovamento nella continuità, che sottolinea
l'unicità della Chiesa come soggetto che cresce e si sviluppa
rimanendo fedele alla sua identità.

L'enciclica "Deus Caritas Est"


L'enciclica "Deus Caritas Est" di Papa Benedetto XVI è stata
pubblicata nel 2006 e rappresenta un importante contributo
al dialogo tra fede e cultura. In essa, il Papa affronta la
cultura postmoderna che separa l'amore per il prossimo
dall'amore per Dio, mostrando la ragionevolezza e la
superiorità di una vita in Dio-Amore, come proposta di Gesù
Cristo. L'enciclica invita a superare l'utilitarismo e il
relativismo etico, proponendo un'etica dell'amore al
prossimo che trova la sua profondità nell'amore di Dio.
Inoltre, Benedetto XVI sottolinea l'importanza
dell'educazione come formazione alla vita buona e virtuosa,
incentrata sul dono di sé agli altri e sulla risposta all'Amore di
Dio.
La vocazione universale alla santità
La costituzione "Lumen gentium" dedica un capitolo alla
vocazione universale alla santità, sottolineando l'importanza
di questo aspetto nella vita dei fedeli. Secondo il documento,
tutti i cristiani sono chiamati alla santità e alla perfezione,
indipendentemente dal loro stato di vita o ruolo nella Chiesa.
Questa vocazione è vista come un dono di Dio e un compito
da perseguire con impegno e dedizione.

Il ruolo di Maria nella cristologia


La costituzione "Lumen gentium" dedica un capitolo al ruolo
di Maria nella cristologia, sottolineando la sua importanza
nella vita della Chiesa. Maria è vista come la madre di Gesù e
la madre della Chiesa, e il suo legame con la cristologia è
evidenziato come un elemento fondamentale della fede
cristiana. Il documento sottolinea l'importanza di venerare
Maria e di seguire il suo esempio di fede e umiltà.

Le chiese e comunità ecclesiali non cattoliche


Nella costituzione "Lumen gentium" viene affrontata la
questione delle chiese e comunità ecclesiali non cattoliche. Il
documento afferma che la Chiesa cattolica è l'unica Chiesa di
Cristo, ma riconosce la presenza di elementi di santificazione
e verità anche al di fuori della sua organizzazione. Viene
sottolineato il ruolo del Papa e dei vescovi nella guida della
Chiesa, ma si riconosce anche il diritto delle altre chiese e
comunità di esistere e di contribuire alla ricerca dell'unità
cattolica.
Il decreto sull'ecumenismo
La costituzione "Unitatis redintegratio" è il decreto del
Concilio Vaticano II sull'ecumenismo, ovvero il movimento
per l'unità tra le diverse chiese cristiane. Il documento
sottolinea l'importanza di questo sforzo ecumenico e invita i
fedeli a impegnarsi attivamente per raggiungere l'unità tra le
chiese. Vengono affrontate anche le questioni del rapporto
con gli Ebrei, delle religioni non cristiane e della libertà
religiosa.

La costituzione sulla Chiesa


La costituzione "Lumen gentium" è il documento principale
del Concilio Vaticano II sulla Chiesa. Esso presenta una
visione rinnovata della Chiesa come "popolo di Dio",
sottolineando l'importanza dei fedeli e il loro ruolo attivo
nella vita della Chiesa. Viene anche ribadito il ruolo della
gerarchia, ma in un'ottica di servizio e di comunione con il
popolo di Dio. La costituzione ha avuto un grande impatto
sulla vita della Chiesa e ha contribuito a una maggiore
partecipazione dei fedeli alla vita ecclesiale.

Il Concilio Vaticano II
Il Concilio Vaticano II è stato un evento storico della Chiesa
cattolica che si è svolto tra il 1962 e il 1965. È stato convocato
dal Papa Giovanni XXIII e proseguito dal suo successore, Papa
Paolo VI, con l'obiettivo di rinnovare la Chiesa e di avvicinarla
al mondo moderno. Il Concilio ha portato alla stesura di
importanti documenti, tra cui la costituzione sulla liturgia e la
costituzione dogmatica sulla Chiesa.
La riapertura del Concilio
Dopo la morte di Papa Giovanni XXIII, il suo successore, Papa
Paolo VI, ha deciso di riaprire il Concilio Vaticano II. Ciò ha
comportato alcune difficoltà, ma grazie alla nomina di
quattro "moderatores" e all'integrazione di esperti laici, il
Concilio ha potuto riprendere i suoi lavori. Il secondo periodo
del Concilio si è svolto tra il 29 settembre e il 4 dicembre
1963.

I documenti del Concilio


Durante il Concilio Vaticano II sono stati stesi diversi
documenti di grande importanza per la Chiesa cattolica. Tra
questi, la costituzione sulla liturgia, chiamata "Sacrosanctum
Concilium", e il decreto "Inter mirifica" che riguarda i mezzi di
comunicazione sociale. Inoltre, Papa Paolo VI ha scritto una
lettera, chiamata "Spiritus Paraclitus", e un'enciclica,
"Ecclesiam suam", per esprimere il suo pensiero sul Concilio.

La costituzione dogmatica sulla Chiesa


Uno dei documenti più importanti del Concilio Vaticano II è
stata la costituzione dogmatica sulla Chiesa, chiamata
"Lumen Gentium". In questo testo si parla della natura della
Chiesa, dei suoi membri e del ruolo dei vescovi. Inoltre, si
affronta il tema dell'ecumenismo e dei rapporti tra la Chiesa
e lo Stato.

L'ecumenismo
Durante il Concilio Vaticano II è stato dato grande spazio
all'ecumenismo, ovvero al dialogo e alla collaborazione tra la
Chiesa cattolica e le altre confessioni cristiane. Il decreto
"Unitatis redintegratio" ha sottolineato l'importanza di
questo dialogo e ha invitato tutti i cristiani a lavorare insieme
per l'unità della Chiesa.

Le Chiese orientali cattoliche


Durante il Concilio Vaticano II è stato anche affrontato il tema
delle Chiese orientali cattoliche. Il decreto "Orientalium
ecclesiarum" ha sottolineato l'importanza di queste Chiese e
ha invitato i cattolici a conoscerle e a rispettarle. Inoltre, si è
parlato della loro relazione con la Chiesa cattolica romana e
della loro identità e tradizioni.

Il Concilio Vaticano II
Il Concilio Vaticano II è stato un evento importante per la
Chiesa cattolica, convocato da Papa Giovanni XXIII nel 1962 e
concluso da Papa Paolo VI nel 1965. Il suo scopo era quello di
rinnovare la Chiesa e di adattarla ai cambiamenti del mondo
moderno. Il Concilio ha affrontato temi come la liturgia, la
comunicazione sociale, la storia della Chiesa e l'epoca
contemporanea.

La costituzione sulla liturgia


La costituzione sulla liturgia è uno dei documenti più
importanti del Concilio Vaticano II. Presenta 130 articoli
suddivisi in 7 capitoli, che trattano principi generali,
l'eucaristia, gli altri sacramenti, la liturgia delle ore, l'anno
liturgico, la musica sacra e l'arte sacra. Tra i punti focali della
costituzione, vi sono la liberalizzazione della madrelingua
nella liturgia e l'importanza della partecipazione attiva di
tutta la comunità.

La madrelingua nella liturgia


Durante il Concilio Vaticano II, si è discusso molto sull'uso
della madrelingua nella liturgia. Sebbene il latino fosse
ancora considerato la lingua ufficiale della Chiesa, si è deciso
di concedere maggior spazio alla madrelingua, soprattutto
nelle letture, ammonizioni, preghiere dei fedeli, orazioni e
canti. Tuttavia, l'uso del latino è ancora raccomandato e i
chierici sono tenuti a pregare la Liturgia delle Ore in questa
lingua.

I mezzi di comunicazione
Durante il Concilio Vaticano II, è stato discusso anche il ruolo
dei mezzi di comunicazione nella Chiesa. La costituzione
"Inter Mirifica" ha presentato le ragioni per cui il Concilio ha
deciso di dedicare attenzione a questo argomento e ha
stabilito norme per l'uso dei mezzi di comunicazione, nel
rispetto dell'ordine morale e dei diritti di tutti
all'informazione. Si è sottolineato anche il ruolo della Chiesa
nel formare recettori e autori di questi mezzi.

La storia della Chiesa


Durante il Concilio Vaticano II, è stato affrontato anche il
tema della storia della Chiesa. In particolare, si è parlato della
difficoltà di Paolo VI nel riprendere i lavori del Concilio, a
causa delle difficoltà incontrate nel primo periodo. Si è
sottolineato il ruolo di Papa Giovanni XXIII, che ha avviato il
Concilio con l'idea di rinnovare la Chiesa, e di Paolo VI, che ha
portato avanti il progetto con fiducia e realismo.

L'epoca contemporanea
Il Concilio Vaticano II ha dedicato un'attenzione particolare
all'epoca contemporanea, cercando di adattare la Chiesa ai
cambiamenti del mondo moderno. Si è parlato di temi come
la comunicazione sociale, la liturgia, la storia della Chiesa e
l'arte sacra, cercando di trovare un equilibrio tra tradizione e
innovazione. Il Concilio ha sottolineato l'importanza di una
Chiesa aperta al dialogo e al confronto con il mondo
contemporaneo.

La riforma liturgica del Concilio Vaticano II


Il Concilio Vaticano II ha portato una riforma liturgica che ha
introdotto importanti cambiamenti nella celebrazione della
messa. Tra questi, la proclamazione delle letture all'ambone
e la celebrazione rivolta verso il popolo, con l'altare più vicino
alla comunità. Inoltre, è stato dato maggior spazio alle lingue
locali e ai testi adatti alle esigenze della Chiesa moderna.

La scelta dei membri delle commissioni


conciliari
Durante il Concilio Vaticano II, furono nominate delle
commissioni conciliari composte da 24 membri ciascuna. Il
Papa nominava un terzo dei membri, mentre i restanti due
terzi erano da eleggere. Tuttavia, ci furono alcune difficoltà
nella scelta dei membri, con alcune conferenze episcopali che
proposero liste elettorali internazionali per garantire una
maggiore rappresentatività.

Dichiarazione «Dignitatis Humanae»


La dichiarazione «Dignitatis Humanae» descrive la libertà
religiosa come il diritto degli esseri umani a «essere immuni
da ogni forma di coercizione da parte dei singoli individui, di
gruppi sociali e di qualsivoglia autorità umana, così che in
materia religiosa nessuno sia forzato a agire contro la sua
coscienza, né sia impedito, entro debiti limiti, a agire in
conformità a essa: privatamente o pubblicamente, in forma
individuale o associata». Fondamento di questo diritto è la
dignità della persona umana. Senza dimenticare il dovere
della persona di cercare la verità e di aderirvi, si sottolinea la
libertà che accompagna quest'obbligo. Trattasi della libertà
psicologica (la capacità lasciata da Dio all'uomo di costruirsi il
proprio destino, anche in caso estremo, ribellandosi al piano
divino), non si usa mai il termine «libertà morale» che non
esiste (perché Dio non può riconoscere all'uomo il diritto di
fare il male e di scegliere l'errore).

Libertà religiosa
La libertà religiosa è il diritto degli esseri umani a «essere
immuni da ogni forma di coercizione da parte dei singoli
individui, di gruppi sociali e di qualsivoglia autorità umana,
così che in materia religiosa nessuno sia forzato a agire
contro la sua coscienza, né sia impedito, entro debiti limiti, a
agire in conformità a essa: privatamente o pubblicamente, in
forma individuale o associata». Questo diritto è fondato sulla
dignità della persona umana e si basa sulla libertà
psicologica, che permette all'uomo di costruirsi il proprio
destino e di cercare la verità senza essere costretto o
impedito da altri.

Rivelazione e libertà religiosa


La libertà religiosa affonda le radici nella Rivelazione e
nell'atto di fede, poiché Dio rispetta la libertà di ogni uomo.
Questo spiega l'origine della libertà religiosa nell'agire di
Cristo, che non ha mai esercitato alcuna costrizione nei
confronti dei suoi discepoli. La libertà religiosa è quindi un
diritto fondamentale che deve essere protetto dagli Stati e
che è strettamente legato alla libertà cristiana, di cui parlano
le Scritture.

Dignità della persona umana


La dignità della persona umana è il fondamento della libertà
religiosa, poiché ogni essere umano ha il diritto di cercare la
verità e di aderirvi liberamente. Questo principio è sancito
nella dichiarazione «Dignitatis Humanae», che riconosce la
libertà psicologica dell'uomo di costruirsi il proprio destino e
di cercare la verità senza essere costretto o impedito da altri.

Limiti della libertà religiosa


La libertà religiosa, pur essendo un diritto fondamentale, ha
dei limiti. La dichiarazione «Dignitatis Humanae» sottolinea la
necessità della ricerca sincera della verità, in particolare
quella religiosa, e della piena disponibilità a disporre la
propria vita secondo le esigenze della verità trovata. Inoltre,
viene condannata ogni forma di discriminazione giuridica per
motivi religiosi e si sottolinea il dovere degli Stati di
proteggere la libertà religiosa.

Riconciliazione della Chiesa con il mondo


moderno
Il Concilio Vaticano II riconobbe la necessità di riconciliare la
Chiesa con il mondo moderno. Questo si riflette nella
dichiarazione «Dignitatis Humanae», che si basa sulla Parola
di Dio ma si ispira anche alla Dichiarazione dei diritti
dell'uomo e del cittadino e alla Carta delle Nazioni Unite.
Inoltre, il Concilio promosse missioni in paesi come l'Est, la
Cina e l'Africa, con l'obiettivo di dialogare con il mondo
moderno e diffondere i valori della libertà religiosa e della
dignità della persona umana.

Riforma delle congregazioni religiose


Il Concilio Vaticano II ha espresso la necessità di riformare le
congregazioni religiose, adattandole alle esigenze della
società contemporanea senza perdere la loro ispirazione
originaria. Si auspica una maggiore collaborazione tra le
congregazioni e si suggerisce di ripensare al problema
dell'esenzione insieme alla commissione dei vescovi e del
governo della diocesi. Inoltre, si invita a una rilettura dei voti
religiosi e una riflessione sulla vita comunitaria dei religiosi e
delle religiose.

Formazione sacerdotale
Il decreto "Optatam totius" del Concilio Vaticano II riguarda
la formazione sacerdotale per il clero secolare e per i
religiosi. Si sottolinea che la formazione del futuro ministro di
Dio è responsabilità di tutta la comunità cristiana, con
particolare attenzione delle famiglie, parrocchie e
associazioni cattoliche. Si invitano a conservare i seminari
minori e maggiori come luoghi privilegiati per la formazione
sacerdotale e si danno norme per gli studi e la formazione
permanente. Inoltre, si prevede la possibilità di
un'interruzione temporanea degli studi per un tirocinio
pastorale.

Apostolato dei laici


Il decreto "Apostolicam actuositatem" del Concilio Vaticano II
riguarda l'apostolato dei laici, sottolineando che essi hanno
una vocazione e un compito da svolgere nella Chiesa,
derivante direttamente dal battesimo e dalla cresima. Si
invita a un uso corretto dei mezzi materiali e alla
collaborazione per un lavoro apostolico efficace. Si riconosce
il ruolo delle associazioni, in particolare dell'Azione Cattolica,
e si chiede di istituire un Segretariato al servizio
dell'apostolato dei laici. Inoltre, si sottolinea l'importanza di
annunciare il Vangelo a tutti i popoli e di promuovere la
dignità umana anche in contesti di mancanza di libertà
religiosa.

Preistoria, svolgimento, risultati, storia post-


conciliare
Il Concilio Vaticano II è stato un evento storico di grande
importanza per la Chiesa cattolica. Si è svolto tra il 1962 e il
1965 ed è stato convocato dal Papa Giovanni XXIII con
l'obiettivo di rinnovare la Chiesa e di farla entrare in dialogo
con il mondo moderno. Il Concilio ha portato a importanti
cambiamenti nella dottrina e nella pratica della Chiesa, ma ha
anche suscitato controversie e divisioni all'interno della
comunità cattolica.

LUMEN GENTIUM
Lumen Gentium è la costituzione sulla Chiesa approvata dal
Concilio Vaticano II. Essa si concentra sul mistero della
Chiesa, la sua struttura gerarchica, il popolo di Dio e la
vocazione alla santità di tutti i battezzati. Questo testo ha
introdotto importanti novità nella dottrina della Chiesa, come
l'idea del popolo di Dio e il ruolo dei laici nella vita della
Chiesa. Tuttavia, ha anche suscitato critiche da parte di alcuni
vescovi e teologi, che lo hanno considerato troppo innovativo
e poco coerente con la tradizione della Chiesa.

Preparazione del Concilio Vaticano II


Il Concilio Vaticano II è stato preceduto da un'intensa attività
preparatoria, che ha coinvolto diverse commissioni e gruppi
di lavoro. In particolare, la commissione per la disciplina del
clero e del popolo ha elaborato 17 "schemata", ma nessuno
di essi è stato promulgato nella forma originale. Anche la
commissione teologica, presieduta dal cardinale Ottaviani, ha
prodotto 6 schemi, ma solo 2 di essi sono stati accettati dal
Concilio dopo essere stati rielaborati. La commissione per i
sacramenti ha invece presentato 9 schemi che non hanno
ricevuto alcuna approvazione. Solo le commissioni per la
liturgia, la vita consacrata e l'apostolato dei laici hanno
sottoposto uno schema ciascuna, che ha costituito il punto di
partenza per le decisioni conciliari. Altri testi sono stati
unificati e inclusi nei documenti del Concilio. Grazie a questi
intensi lavori preparatori, il papa ha potuto convocare il
Concilio prima del previsto, con la costituzione "Humanae
Salutis" del 2 febbraio 1962.

Partecipanti al Concilio Vaticano II


Il Concilio Vaticano II ha visto la partecipazione di diverse
figure, tra cui i rappresentanti delle Chiese non unite con
Roma, invitati dal Segretariato per l'unità a prendere parte
alle sedute come osservatori ufficiali. Inoltre, su chiamata
diretta del papa, sono stati chiamati dei "periti", esperti che
hanno redatto i testi del Concilio. Tra i nomi più noti si
possono citare Congar, Daniélou, De Lubac, Murray e Rahner.
Sono stati inoltre invitati degli "auditors", che avevano il
diritto di partecipare ma non di prendere la parola, per
rendere omaggio a personalità di spicco che non potevano
essere nominati come "periti". Il 6 agosto 1962 il papa ha
indicato l'ordine dei lavori e le varie sessioni del Concilio. Nel
corso dei lavori, sono stati registrati 4 periodi di lavoro e le
commissioni erano composte da membri scelti dal papa ma
anche votati dal Concilio stesso. La guida delle discussioni
spettava a un presidio di 10 cardinali nominati dal papa, che
in seguito sono diventati 12. Successivamente, l'incarico è
passato a turno a 4 "moderatori", tra cui spiccavano il
cardinale Doepfer di Monaco e l'olandese Alfrink di Utrecht.

Procedura del Concilio Vaticano II


Il Concilio Vaticano II ha seguito una procedura ben definita
durante le sue sedute. I testi base erano presentati al
presidio e discussi sotto la guida del moderatore, mentre uno
o più relatori delle commissioni spiegavano lo schema
proposto. I Padri potevano prenotarsi per prendere la parola
e proporre cambiamenti, riserve o rifiutare l'intero schema.
Successivamente, si svolgeva la discussione sullo schema nel
suo insieme e poi nelle singole parti. Le votazioni avvenivano
in ordine inverso, prima sui dettagli e infine sull'intero
schema, dopo eventuali cambiamenti. Era possibile proporre
cambiamenti per iscritto al presidente come oratore, mentre
gli interventi spontanei erano esclusi. Ogni oratore aveva a
disposizione 10 minuti per il proprio intervento,
successivamente ridotti a 8. Tutti i Padri potevano proporre
cambiamenti per iscritto e per ottenere la maggioranza era
necessario il voto dei 2/3 dei presenti. Per il rifiuto di uno
schema, invece, bastava la maggioranza semplice. Inoltre, 50
Padri potevano proporre al moderatore un altro schema.
Infine, per le singole parti di uno schema era possibile
rispondere con "no placet" o "non placet" (sì o no), mentre
per l'insieme del testo era possibile esprimere un voto di
"placet", "non placet" o "placet iuxta modum" (sì, no, sì con
riserve).

Inaugurazione del Concilio Vaticano II


Il Concilio Vaticano II è stato inaugurato il 11 ottobre 1962 da
Papa Giovanni XXIII, che si è presentato in San Pietro con la
mitria anziché con la tiara, simbolo del suo ruolo di vescovo
di Roma e collega di altri fratelli nell'episcopato. La cerimonia
di inaugurazione ha seguito un rito stabilito già dal Concilio di
Vienne nel 1312 e ha incluso l'inno del Veni Creator Spiritus,
la celebrazione eucaristica secondo la liturgia della solenne
Pentecoste presieduta dal decano del Collegio cardinalizio,
l'intronizzazione del libro dei Vangeli sull'"altare del Concilio"
e la professione di fede. Durante la cerimonia, è stato
cantato il Vangelo di Mt 28, 18-20 e Mt 16, 13-18 in lingua
latina, paleoslava e araba. Il papa ha inaugurato il Concilio
con un discorso in italiano, scritto di sua mano, in cui ha
sottolineato l'importanza di questo evento per la Chiesa e per
il mondo contemporaneo.

Il Concilio Vaticano II
Il Concilio Vaticano II è stato convocato da Papa Giovanni
XXIII nel 1962 con l'obiettivo di rinnovare la Chiesa cattolica e
di affrontare le sfide del mondo moderno. Il Papa ha invitato
2750 membri con diritto di voto, tra cui vescovi, teologi e
esperti di diritto canonico. Il Concilio si è svolto nella basilica
di San Pietro e ha affrontato temi come l'ecumenismo, la
formazione dei presbiteri e il rinnovamento della vita
religiosa.

La finalità del Concilio Vaticano II


La finalità del Concilio Vaticano II non era quella di discutere
questioni dottrinali o giuridiche, ma di rinnovare l'annuncio
della fede cristiana nel mondo. Papa Giovanni XXIII ha
espresso il desiderio di un "aggiornamento" della Chiesa e di
un dialogo con il mondo moderno. Il Papa ha anche invitato
le Chiese separate a partecipare come osservatori ufficiali,
ma non ha coinvolto le Chiese della Riforma.

Problemi tecnici del Concilio Vaticano II


Il Concilio Vaticano II ha affrontato diversi problemi tecnici,
come la logistica per ospitare 2750 membri e la creazione di
un'aula conciliare nella navata centrale di San Pietro. Inoltre,
ci sono state difficoltà nell'organizzazione delle commissioni
preparatorie, che erano composte principalmente da teologi
ed esperti di diritto canonico senza diritto di voto.

Il ruolo del Papa nel Concilio Vaticano II


Papa Giovanni XXIII ha garantito la libera discussione al
Concilio e ha seguito i lavori dalla televisione, intervenendo
solo in un momento di crisi. Il Papa ha espresso il desiderio di
un Concilio pastorale, che non si occupasse di dispute
dottrinali o di unione, ma che cercasse di migliorare
l'annuncio della fede cristiana nel mondo. Il Papa ha anche
creato il Segretariato per la promozione dell'unità dei
Cristiani, guidato da P. Agostino Bea.

La partecipazione delle Chiese separate al


Concilio Vaticano II
Papa Giovanni XXIII ha invitato le Chiese separate a
partecipare come osservatori ufficiali al Concilio Vaticano II,
ma non ha coinvolto le Chiese della Riforma. Tuttavia, non
tutti i vescovi delle Chiese orientali separate da Roma hanno
potuto partecipare a causa di restrizioni politiche. Il Papa ha
espresso il desiderio di un'unità tra i cattolici e i cristiani
separati, e di un dialogo con le religioni non cristiane.

Il modello del Concilio Vaticano II


Il Concilio Vaticano II è stato un'assoluta novità nella storia
della Chiesa, poiché non si è occupato di questioni dottrinali
o giuridiche, ma ha cercato di rinnovare l'annuncio della fede
cristiana nel mondo. Il Papa ha espresso il desiderio di un
"aggiornamento" della Chiesa e di un dialogo con il mondo
moderno. Il Concilio è stato anche caratterizzato dalla libera
discussione e dalla partecipazione di vescovi, teologi ed
esperti di diritto canonico.

La preistoria del Concilio


Il Concilio Vaticano II è stato un evento di grande importanza
per la Chiesa cattolica, ma la sua storia ha radici lontane. La
preistoria del Concilio può essere fatta risalire al Concilio
Vaticano I, che si tenne nel 1870 ma non fu mai portato a
termine a causa degli eventi politici dell'epoca. Inoltre, il
Concilio Vaticano I aveva deciso di concentrarsi
principalmente sulla definizione del primato papale,
lasciando in sospeso molte altre questioni importanti per la
Chiesa.

Definizione di Concilio
Un Concilio è un'assemblea di vescovi e altri rappresentanti
della Chiesa cattolica convocata dal Papa per discutere e
prendere decisioni su questioni di fede, dottrina e disciplina.
Il Concilio Vaticano II è stato il ventunesimo Concilio
ecumenico della Chiesa cattolica e si è tenuto tra il 1962 e il
1965.

L'autorità del Concilio


Il Concilio Vaticano II ha avuto un'autorità molto importante
per la Chiesa cattolica, poiché le sue decisioni sono state
considerate infallibili e vincolanti per tutti i fedeli. Ciò
significa che le decisioni prese dal Concilio sono considerate
come verità di fede e non possono essere messe in
discussione.

L'incompiuto Concilio Vaticano I e le sue


decisioni
Il Concilio Vaticano I, convocato nel 1870, non fu mai portato
a termine a causa degli eventi politici dell'epoca. Tuttavia,
alcune delle sue decisioni, come la definizione del primato
papale, sono state riprese e approfondite nel Concilio
Vaticano II.

Stile e governo della Chiesa


Uno dei temi principali affrontati dal Concilio Vaticano II è
stato quello dello stile e del governo della Chiesa. Il Concilio
ha cercato di rinnovare e modernizzare la Chiesa, rendendola
più aperta e vicina ai fedeli, e ha promosso una maggiore
partecipazione dei laici nella vita della Chiesa.

Biografia di Papa Giovanni XXIII (Angelo


Roncalli)
Papa Giovanni XXIII, nato Angelo Roncalli, è stato il Papa che
ha convocato il Concilio Vaticano II. Nato nel 1881 in una
famiglia contadina, Roncalli ha avuto una lunga carriera
ecclesiastica prima di essere eletto Papa nel 1958. Era
conosciuto per la sua umiltà, la sua apertura al dialogo e il
suo desiderio di rinnovare la Chiesa.
Differenze tra Giovanni XXIII e Pio XII
Papa Giovanni XXIII ha avuto un approccio molto diverso
rispetto al suo predecessore, Pio XII. Mentre Pio XII era noto
per la sua autorità e il suo conservatorismo, Giovanni XXIII
era più aperto al dialogo e alla riforma. Queste differenze si
sono riflesse anche nel modo in cui i due Papi hanno
affrontato il Concilio Vaticano II.

L'annuncio del Concilio


Nel gennaio del 1959, Papa Giovanni XXIII annunciò la
convocazione del Concilio Vaticano II. Questa decisione
sorprese molti, poiché non era previsto un nuovo Concilio
così presto dopo il Vaticano I. Tuttavia, il Papa aveva un forte
desiderio di rinnovare la Chiesa e di affrontare le sfide del
mondo moderno.

Le reazioni di alcuni cardinali


L'annuncio del Concilio Vaticano II suscitò diverse reazioni tra
i cardinali della Chiesa cattolica. Alcuni erano entusiasti e
vedevano il Concilio come un'opportunità per riformare la
Chiesa, mentre altri erano più scettici e temevano che il
Concilio potesse portare a cambiamenti radicali.

La reazione di Giovanni XXIII (nomina di altri


cardinali)
Di fronte alle reazioni contrastanti alla convocazione del
Concilio Vaticano II, Papa Giovanni XXIII decise di nominare
nuovi cardinali per garantire una maggioranza favorevole al
Concilio. Questa mossa strategica dimostra la determinazione
del Papa a portare avanti il suo progetto di rinnovamento
della Chiesa.

La preistoria del Concilio Vaticano II


Papa Giovanni XXIII, dopo aver preso coscienza della
situazione della Chiesa universale, matura l'idea di convocare
un Concilio spontaneamente. Tre mesi dopo la sua elezione, il
Papa colloquia con il Segretario di Stato, cardinale Domenico
Tardini, sulla situazione della Chiesa universale, evidenziando
le sfide che essa deve affrontare. Mons. Tardini si allinea
immediatamente alla volontà del pontefice.

L'inaugurazione ufficiale del Concilio


Vaticano II
Il Concilio Vaticano II viene inaugurato ufficialmente il 11
ottobre 1962 con un cerimoniale solenne. Durante
l'inaugurazione, vengono promulgati alcuni documenti con
precisazioni riguardanti l'ordine dei lavori e lo svolgimento
del Concilio. Inoltre, vengono presenti gli osservatori e viene
sottolineato il ruolo della stampa nel diffondere le
informazioni riguardanti il Concilio.

Il decreto sull'ecumenismo
Il decreto sull'ecumenismo, chiamato "Unitatis
redintegratio", è stato elaborato dal Segretariato per l'unità
dei Cristiani su richiesta di Papa Giovanni XXIII. Esso è stato
approvato dal Concilio Vaticano II il 29 novembre 1964. Il
decreto si compone di 3 parti: una base dogmatica negli artt.
2-4, la realizzazione pratica dello sforzo ecumenico negli artt.
5-12 e una sezione dedicata alle chiese e comunità ecclesiali
che derivano dalla Riforma e alle chiese orientali non in
unione con Roma.

La cattolicità della chiesa


La cattolicità della chiesa è un tema centrale nel decreto
sull'ecumenismo. Essa è presente nella Costituzione della
chiesa, dove si parla della "universale vocazione alla santità
nella chiesa". La cattolicità è anche menzionata nel contesto
della missione universale della chiesa e nel rapporto con le
chiese particolari e le diverse modalità di vita. Inoltre, il
decreto sottolinea che la cattolicità non è una questione di
biologia o di razza, ma si basa sullo "Spirito di unità" e sulla
rinascita dell'acqua e dello Spirito santo.

L'unità della chiesa


L'unità della chiesa è un tema fondamentale nel decreto
sull'ecumenismo. Essa è vista come una questione di
professione di fede nel piano salvifico di Dio in Cristo e non
come un compromesso diplomatico. Il decreto sottolinea che
l'unità della chiesa è rappresentata dalla chiesa che è
governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione
con lui. Inoltre, si afferma che il popolo di Dio, che è la chiesa,
comprende anche i fratelli separati e che l'unità non esclude
la diversità dei doni e delle modalità di vita.

L'ecumenismo
L'ecumenismo è il termine utilizzato per indicare lo sforzo di
avvicinamento e di dialogo tra le diverse chiese cristiane. Il
decreto sull'ecumenismo invita tutti i fedeli cattolici a
partecipare con slancio a questa opera ecumenica,
riconoscendo i segni dei tempi. Esso sottolinea che
l'ecumenismo non è una questione di "ritorno" o "rientro"
nella chiesa cattolica, ma di riconoscimento dell'intera
dottrina cattolica. Inoltre, il decreto afferma che
l'ecumenismo è un'opera guidata dallo Spirito Santo e che si
sta diffondendo in molte parti del mondo.

Le chiese orientali
Il decreto sull'ecumenismo dedica una sezione alle chiese
orientali, sia quelle in comunione con Roma che quelle non in
unione con essa. Esso sottolinea che queste chiese hanno
una loro particolare spiritualità e tradizione, che devono
essere rispettate e tutelate. Inoltre, il decreto invita al
dialogo e alla collaborazione con queste chiese, al fine di
promuovere l'unità nella diversità all'interno della chiesa
universale.

Il decreto del 21 novembre 1964


Il decreto del 21 novembre 1964 è un importante documento
che è stato redatto durante il Concilio Ecumenico Vaticano II.
Inizialmente, i vescovi europei non avevano intenzione di
dedicare un decreto specifico alle Chiese Orientali, ma furono
i patriarchi e i vescovi dell'Oriente a sostenere l'importanza di
riconoscere la specificità di queste Chiese. Nel decreto si
afferma la pari dignità tra Chiese d'Oriente e d'Occidente, si
riconosce il loro patrimonio dottrinale e le loro antiche
tradizioni, e si sottolinea che la varietà dei riti non deve
essere un ostacolo all'unità. Inoltre, si sottolinea l'importanza
di conservare e valorizzare il patrimonio spirituale delle
Chiese Orientali.

Il ruolo e la dignità dei patriarchi


Nel decreto del 21 novembre 1964 si parla anche del ruolo e
della dignità dei patriarchi delle Chiese Orientali. Si afferma
che essi hanno un ruolo importante all'interno della Chiesa e
che devono essere rispettati e riconosciuti come tali. Inoltre,
si sottolinea l'importanza di promuovere l'unità tra tutte le
Chiese, soprattutto quelle orientali, e si dà loro il compito
speciale di lavorare per l'unità dei cristiani.

La celebrazione della Pasqua e gli altri aspetti


liturgici
Nel decreto del 21 novembre 1964 si parla anche della
celebrazione della Pasqua e di altri aspetti liturgici delle
Chiese Orientali. Si sottolinea l'importanza di mantenere la
tradizione e la lingua liturgica di queste Chiese, e si danno
indicazioni per promuovere l'unità con i fratelli separati e la
comunicazione in cose sacre. Inoltre, si afferma che le norme
di attuazione della liturgia sono demandate alle conferenze
episcopali e ad altre nomine post conciliari.

Il Concilio e la lingua latina


Durante il Concilio Ecumenico Vaticano II, il latino è stata la
lingua di dibattimento e dei testi finali. Questa decisione è
stata imposta dal Papa Giovanni XXIII con l'enciclica
"Veterum Sapientia" del 22 febbraio 1962. Tuttavia, ci sono
state alcune difficoltà nella comunicazione tra i padri
conciliari, poiché molti di loro non parlavano bene il latino.
Inoltre, il segretario generale del Concilio, il cardinale Pericle
Felici, era contrario all'attenzione dei media sul Concilio e
riteneva che fosse una questione interna della Chiesa.

Il Concilio e la stampa
Durante il Concilio Ecumenico Vaticano II, è stata data
un'attenzione particolare alla stampa e ai media. Sono stati
invitati circa 1000 giornalisti e sono state organizzate
conferenze stampa sin dalla fase preparatoria del Concilio.
Tuttavia, il segretario generale del Concilio, il cardinale
Pericle Felici, era contrario all'attenzione dei media sul
Concilio e riteneva che fosse una questione interna della
Chiesa. Ciò ha causato alcune tensioni tra i giornalisti e la
Curia.

Gli osservatori al Concilio


Durante il Concilio Ecumenico Vaticano II, sono stati invitati
numerosi osservatori provenienti da diverse Chiese e
confessioni cristiane. Tra di loro c'erano rappresentanti delle
Chiese orientali ortodosse, della Chiesa anglicana, della
Chiesa evangelica di Germania e dell'Alleanza mondiale
luterana. Tuttavia, le Chiese dell'Est hanno reagito con
esitazione per motivi politici. Inoltre, è stato dato un
particolare rispetto alle Chiese orientali ortodosse, invitando i
loro rappresentanti ufficiali al Concilio.
La Chiesa come comunità
La Chiesa è vista come una comunità di fedeli che vivono in
unione con Dio e tra di loro. Questo concetto è sottolineato
nella Costituzione sulla Chiesa, che afferma che la totalità dei
fedeli non può sbagliare nel credere e che la Chiesa è l'icona
della comunione trinitaria tra Padre, Figlio e Spirito Santo.
Inoltre, la comunità ecclesiale si fa concreta nella "chiesa
locale", dove il vescovo rappresenta la pienezza dell'ordine e
ha l'autorità pastorale.

Maria e la Chiesa
Il Concilio Vaticano II ha dedicato un capitolo della
Costituzione sulla Chiesa alla figura di Maria, che viene vista
come la prima credente e il modello per la Chiesa. Tuttavia, il
Concilio non ha modificato i dogmi dell'Immacolata
Concezione e dell'Assunzione di Maria in cielo. Inoltre, il
Concilio ha sottolineato che la mediazione salvifica di Cristo
non viene messa in ombra dalla "cooperazione" di Maria.

La Costituzione sulla Chiesa


La Costituzione sulla Chiesa è uno dei quattro documenti
promulgati dal Concilio Vaticano II di contenuto dogmatico.
Essa presenta la Chiesa come sacramento di unione con Dio e
con l'umanità, e sottolinea il ruolo del popolo di Dio e del
sacerdozio universale dei fedeli. Inoltre, la Costituzione
sottolinea la dimensione storica della Chiesa come popolo
pellegrinante verso l'eternità.
La Dichiarazione dogmatica "Lumen
Gentium"
La Dichiarazione dogmatica "Lumen Gentium" è uno dei
documenti promulgati dal Concilio Vaticano II di contenuto
dogmatico. Essa presenta la Chiesa come sacramento di
unione con Dio e con l'umanità, e sottolinea il ruolo del
popolo di Dio e del sacerdozio universale dei fedeli. Inoltre, la
Dichiarazione sottolinea il ruolo di Maria come modello per la
Chiesa e la sua cooperazione nella mediazione salvifica di
Cristo.

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