CAP 17
Francia
Luigi X111 e Maria de medici
Nel 1610 Enrico IV fu ucciso da un fanatico cattolico, al potere salì suo figlio Luigi
XIII, all’epoca aveva solo nove anni così per la Francia comincia un periodo di
reggenza con la madre Maria de medici, italiana e cattolica, lei non riuscì a proseguire
la politica del marito e inoltre si circondò di ministri italiani e questo le fece perdere
l’appoggio della corte e del popolo. I nobili videro questo momento di debolezza
perfetto per poter riprendere prestigio e potere. Nel 1614 vengono convocati gli Stati
generali con l’obiettivo di riformare la compravendita delle cariche. Era nata una vera
e propria nuova classe sociale: la nobiltà della toga, che diventava sempre più potente
da quando Enrico aveva indotto una nuova tassa la Paulette che doveva essere versata
da chiunque ricoprisse una carica pubblica rendendole così di fatto ereditarie. Gli Stati
generali si chiusero con un fallimento e fu l’ultima volta che vennero convocati fino
alla rivoluzione del 1789.
Richelieu
Seguì un periodo di confusione fino a quando apparse la figura del duca Richelieu un
vescovo che in poco tempo riuscì a ottenere la fiducia del giovane sovrano. Nel 1622
ottenne la carica di cardinale e nel 1624 ottenne la carica di Primo Ministro, in poco
tempo riuscì ad ottenere una posizione dominante per riuscire a controllare
personalmente il governo della Francia. Fu artefice dell’assolutismo monarchico, si
impegnò a rafforzare l’autorità del re seguendo la dottrina della “ragion di stato”
secondo la quale il re poteva agire anche al di fuori delle leggi.
Richelieu decise di colpire gli ugonotti, che dopo l’editto di Nantes erano riusciti a
ottenere libertà religiosa e fortezze che presidiavano con forze proprie, una sorta di
Stato nello Stato. Richelieu non voleva combattere la libertà religiosa bensì voleva
combattere quei privilegi che mettevano in discussione la sovranità della corona sopra
un territorio francese. Dopo due anni di scontro gli ugonotti cedettero e gli fu concessa
una pace di grazia secondo la quale disponevano ancora di libertà di culto ma non di
piazzeforti.
Richelieu combatté l’opposizione della nobiltà a volte ricorrendo alla repressione.
Impose alla Francia una pesante tassa sui ceti borghesi e contadini e questo portò a
rivolte popolari sia nelle campagne nelle città. Promosse una politica mercantilistica,
diede vita a compagnie privilegiate e favorì lo sviluppo della cantieristica navale
avviando spedizioni in Africa, Antille e Canada. In campo culturale fondò
l’Accademia francese con l’obiettivo di fissare le regole della lingua nazionale. Per
quanto riguarda i rapporti internazionali proseguì una politica antiasburgica.
Olanda
Il seicento viene definito dagli storici come il secolo olandese.
Lo Stato olandese era appena uscito da una guerra di liberazione contro gli spagnoli.
Era una repubblica federale che ancor prima di essere riconosciuta dalla Spagna nel
1648 godeva di una effettiva autonomia politica, libertà di religione e commercio.
E’ Composta da sette province che mantengono ognuna le proprie leggi e
consuetudini, il territorio è disomogeneo dal punto di vista linguistico (4 lingue) e
religioso(calvinismo, cattolicesimo, ebraismo).
Gli Stati generali avevano sede all’Aja, capitale della Olanda, ed erano l’organo
unificatore, i deputati delle province si riunivano per deliberare su questioni di politica
estera, economica e religiosa. La carica governativa di Statolder divenne ereditaria
della famiglia Orange-Nassau trasformando così la federazione olandese in un mix di
repubblica e monarchia.
La Repubblica olandese riuscì a stabilire la sua egemonia nei traffici internazionali
approfittando della debolezza degli imperi coloniali spagnoli e portoghesi diventando
un grande centro commerciale industriale e finanziario dove era possibile trovare le
merci più richieste.
Vennero fondate due compagnie commerciali: Indie orientali e Indie occidentali. Il
commercio olandese conquistò i mercati asiatici fondamentali per le spezie e i mercati
coloniali spagnoli e portoghesi in Africa e America. Commerciano anche con l’Europa
orientale e i Paesi baltici attraverso lo stretto del Sund.
Amsterdam divenne uno dei principali centri d’Europa per il credito e la finanzia, nel
1609 fu fondato un banco di cambio su modello di alcune banche pubbliche italiane,
nel 1613 fu fondata la borsa che divenne il centro mondiale delle contrattazioni di
titoli, però a causa di alcuni casi di speculazione finanziaria la borsa crollò nel 1637.
Ad Amsterdam ci fu uno straordinario sviluppo demografico passando dai 30.000
abitanti del 1500 ai 150.000 del 1650.
La crescita dell’economia olandese fu determinata dallo sviluppo del settore
• Manifatturiero (fabbriche).
• Attività estrattive (giacimenti di torba usati per fini energetici).
• Agricoltura (es. tulipani).
• Cantieristica navale ( fluyt= imbarcazione innovativa che consentiva il trasporto di
grossi carichi con un equipaggio ridotto così da poter risparmiare sui costi di
navigazione).
Guerra dei trent’anni
La politica di tolleranza e pacificazione applicata nell’impero germanico fu interrotta
da Rodolfo II che decise di attuare una politica contraria ai protestanti.
La situazione si fece ancora più tesa poiché il calvinismo cominciò a diffondersi nel
Palatinato renano grazie al principe elettore Federico V che si converti e trasformò la
corte dello Stato in un centro di divulgazione calvinista e consenti che questa materia
fosse studiata insegnata nelle università della capitale. Nel 1608 per reagire alle
pressioni dell’imperatore Rodolfo II Federico V promuove la creazione di un’alleanza
calvinista, che prende il nome di Unione Evangelica. A essa si contrappose la lega
cattolica sostenuta dagli Stati rimasti fedeli alla chiesa di Roma.
La situazione si complicò ulteriormente quando Ferdinando d’Asburgo fu eletto re di
Boemia e cercò di imporre il cattolicesimo revocando i diritti dei protestanti boemi. Il
popolo rispose nel maggio del 1618 quando un gruppo di nobili praghesi per
protestare assalì due luogotenenti imperiali gettandoli dalla finestra dal palazzo
Hradčany. La cosiddetta defenestrazione di Praga che fu la goccia che fece traboccare
il vaso e si aprì così la guerra dei trent’anni. La guerra si trasformò subito da lotta di
religione interna all’impero a un conflitto internazionale. La motivazione religiosa è
sola una scusante sotto ci sono tanti altri motivi, primo fra tutti il desiderio degli.
Asburgo di creare uno stato unitario cattolico in Europa.
Vengono individuate quattro fasi:
• boema (1618-25)
• danese (1625-29)
• svedese (1630-35)
• francese (1635-48)
1 fase boema
La prima fase della guerra venne combattuta quasi tutta internamente all’impero, vide
prevalere il re di Boemia divenuto imperatore con il nome di Ferdinando II
d’Asburgo, egli insieme alle forze bavaresi e spagnole sconfisse i boemi-palatini e
l’unione evangelica nella battaglia della montagna Bianca (1620). Seguì una
repressione spietata nella quale nobiltà protestante fu decimata e sostituita da una
nuova cattolica. A Federico V fu tolto il titolo e conferito a Massimiliano di Baviera.
2 fase danese
Il conflitto riprese nel 1625 quando Cristiano IV di Danimarca scese in soccorso di
Federico V con il sostegno finanziario dell’Olanda, Inghilterra e l’appoggio
mascherato della Francia di Richelieu. Tuttavia Wallenstein riuscì a battere i danesi e
Cristiano IV fu costretto a firmare la pace di Lubecca (1629) con la quale rinunciava a
ogni ingerenza contro l’impero in cambio del mantenimento dei propri possedimenti.
L’imperatore promulgò inoltre l’editto di restituzione con il quale invitava i principi
protestanti a restituire tutti i beni confiscati alla chiesa cattolica dopo il 1552 e tutte le
signorie ecclesiastiche che erano passate in mano laici.
3 fase svedese
Questo provvedimento provocò la reazione di Gustavo II Adolfo che decise di entrare
in guerra aprendo così la terza fase del conflitto. L’esercito nazionale svedese era ben
preparato sul piano militare e ben equipaggiato, aveva stretto un’alleanza con il
cardinale Richelieu, il quale garantiva alla Svezia il sostegno francese. L’esercito
asburgico ricevette numerose sconfitte e venne annientato nella battaglia di
Breitenfeld (1631). Lo scontro decisivo fu a Lutzen (1632) nonostante la vittoria
svedese i loro re cadde sul campo lasciando l’esercito senza una forte guida. Nel 1635
viene firmata la pace di Praga ( non dalla Svezia che decide di ritirarsi).
4 fase francese
La Francia di fronte a questa riaffermazione del controllo asburgico sull’Europa decise
di intervenire direttamente e cosi si aprì la fase francese. Da un lato si schierano
Impero e Spagna dall’altra Francia, Olanda, Svezia, Piemonte, Venezia e Stati
protestanti tedeschi. Gli scontri videro vittoriosi gli olandesi nella battaglia navale
delle Dune (1639) e i francesi sulla Spagna a Rocroi (1643). Si giunse nell’ottobre del
1648 alla definitiva pace di Wesfalia
Italia
L’Italia fu coinvolta solo marginalmente, principalmente durante la seconda fase del
conflitto, quando il cardinale Richelieu intervenne in favore del candidato francese
Gonzaga-Nevers per la successione del ducato di Mantova e Monferrato. Mentre gli
Asburgo Di Spagna e d’Austria sostenevano il candidato Emanuele I di Savoia.
Comincia così la seconda guerra del Monteferrato (1627-1631) che portò al
saccheggio di Mantova nel 1630 da parte delle truppe imperiali (lanzichenecchi)
guidate da Wallestein e l’invasione del piemonte da parte dei franceschi. La guerra
terminò con il trattato di Cherasco del 1631, che confermò il controllo di Gonzaga-
Nevers su Mantova e Monferrato e riconobbe Pinerolo alla Francia. Inoltre, Savoia fu
riconosciuto come re del Piemonte.
Pace di Westfalia
Dal punto di vista religioso vengono accettate tutte e tre le confessioni cattolica
luterana e calvinista, il criterio del cuius regio eius religio fu attenuato, ai sudditi
tedeschi fu consentito di seguire una religione diversa da quella del loro principe. Dal
punto di vista politico segna la fine del tentativo di egemonia degli Asburgo
Aspetto Geopolitico:
• La Germania venne divisa in oltre 350 Stati.
• La Francia, vera trionfatrice della guerra, acquisì i vescovati di Metz, Toul e Verdun
e la regione dell’Alsazia(tranne Strasburgo)
• Alla Svezia fu concesso il Ducato di Brema e la Pomerania occidentale mentre alla
Prussia la Pomerania orientale.
• Venne riconosciuta l’indipendenza dell’Olanda e della Confederazione svizzera.
Conseguenze sociali:
• Si diffusero molte epidemie tra cui la peste
• Il crollo demografico
Russia e Polonia
Russia
Ivan IV, detto il Terribile, si fece incoronare imperatore nel 1547, consolidando il
potere e perseguendo i boiardi. Creò un corpo di funzionari devoti chiamato
"opričnina". Alla morte di Ivan IV nel 1584, il Paese entrò in un periodo di instabilità
(età dei torbidi). Nel 1613, Michele Romanov fu incoronato zar, dando inizio alla
dinastia Romanov, che riformò la Chiesa ortodossa per rafforzare l'autorità dello zar.
Polonia
La Polonia dei Jagielloni era un baluardo del cattolicesimo in Europa orientale e subì
un processo di indebolimento a causa della crescente influenza della nobiltà. Alla
morte dell'ultimo Jagiellone, la monarchia divenne elettiva. Nel 1587, Sigismondo III
Vasa fu eletto re, cercando di centralizzare il potere ma con scarso successo. La
Polonia attraversò vari conflitti, tra cui l'"età dei torbidi" russa e la Guerra dei
Trent'anni, con la conseguente perdita di territori come l'Ucraina e la Livonia. A metà
del Seicento, il Paese affrontò una grave crisi economica che portò al declino e alla
disgregazione.
CAP 19
Cardinale Mazzarino
Luigi XV1
Alla morte di Richelieu nel 1642 il governo passò nelle mani del cardinale Giulio
Mazzarino di origine abruzzese poiché il nuovo sovrano Luigi XIV aveva appena
cinque anni, la reggenza venne affidata alla madre Anna d’Austria di cui Mazzarino
godeva di piena fiducia e collaborazione, fu di fatto lui a governare la Francia per i
primi 19 anni del lungo regno di 72 anni di Luigi XIV. Mazzarino concluse
vittoriosamente la guerra dei trent’anni dettando le condizioni di pace a Westfalia. La
guerra trent’anni però aggravò le già instabili finanze dello Stato costringendo
Mazzarino ad aumentare le tasse e ad accentrare ulteriormente le funzioni del governo,
il tutto provocò l’opposizione degli ordini privilegiati dando origine a due ribellioni:
• (1648) fronda parlamentare. Vide come protagonista la nobiltà di toga che si
rifiutava di approvare alcuni editti fiscali invisi alla borghesia parigina. I
rappresentanti del parlamento mobilitarono il popolo di Parigi e occuparono la città
per alcuni giorni, la rivolta fu repressa dall’intervento dell’esercito guidato dal
principe Luigi di Condé.
• (1650) fronda nobiliare o principesca. Fu organizzata proprio dal principe di Condé
che riuscì a radunare alcuni principi di sangue reale e membri dell’alta nobiltà
contro Mazzarino, che fu costretto a lasciare Parigi insieme alla famiglia reale.
Condè commise l’errore di allearsi con gli spagnoli provocando la reazione popolare
cosi Mazzarino poté rientrare trionfante a Parigi con la famiglia reale.
Mazzarino portò a termine la guerra contro gli Asburgo di Spagna, grazie all’alleanza
inglese, conseguendo la pace dei Pirenei (1659) che sancì la definitiva decadenza della
Spagna e il rafforzamento della Francia nel ruolo di massima potenza continentale,
grazie anche al matrimonio tra Maria Teresa, figlia di Filippo IV di Spagna, e Luigi
XIV.
Assolutismo monarchico
Luigi XIV prese nelle proprie mani il governo dello Stato nel 1661 diventando ‘il
proprio Primo Ministro’. Con lui l’assolutismo monarchico raggiunse la forma più
perfetta e definitiva. Riorganizzò lo Stato:
• Ridusse i poteri autonomi sottraendoli ai nobili, alle città e alle corporazioni.
• Accentrò i poteri politici e decisionali nella propria persona.
• intervenne in ambito economico attraverso la revisione fiscale e il riordino della
finanza.
• Svuotò i parlamenti e gli Stati generali di ogni potere effettivo e li sottopose al
controllo degli intendenti.
• Affidò le funzioni di governo più delicate ai ministri di nomina reggia provenienti
perlopiù dalla borghesia.
• Affidò il controllo delle province in cui era divisa la Francia (généralités) agli
intendenti anche loro di estrazione borghese, erano responsabili dell’ordine pubblico
e della sorveglianza dell’amministrazione della giustizia e delle finanze locali.
• Formò un esercito permanente.
• Controllo personale del re sulla vita religiosa e culturale dei francesi.
Sistema politico
Luigi XIV si circondò di collaboratori e ministri competenti. Il re e i tre ministri degli
esteri, della guerra e delle finanze costituivano il Consiglio superiore un organo
ristretto che prendeva le decisioni più importanti dello Stato. Il sovrano seguiva un
sistema di consigli che comprendeva: il Consiglio dei dispacci che si occupava del
rapporto con le province, il Consiglio delle finanze che si occupava delle casse dello
Stato, il Consiglio delle parti che si occupava di questioni giuridiche e
dell’attribuzione degli uffici, il Gran consiglio che rappresentava una vera e propria
corte di giustizia. Il titolo più prestigioso era quello di controllore generale del
consiglio delle finanze ricoperto da Jean-Baptiste Colbert, il più stretto collaboratore
del sovrano.
Vita a corte e cultura
Luigi XIV trasferì la sua sede regale a Versailles dove fece costruire la più splendida
reggia di Europa poiché aspirava a diventare il più grande monarca della terra. Passò
alla storia con il nome di Re Sole. Si circondò di buona parte della nobiltà francese,
che abbandonò l’amministrazione delle proprie terre per partecipare alla vita di corte,
riducendosi ad assolvere futili compiti di cerimoniale in un’atmosfera frivola e
festosa. Alla vita di corte si legò il mecenatismo: Luigi XIV fu abile nel trasformare la
cultura in uno strumento di potere attraverso la fondazione di accademie reali, la
promozione di un’arte celebrativa e una propaganda che mirava a dettare regole valide
per tutti creando così una cultura ufficiale che non ammetteva dissensi. Alla corte di
Versailles nacque la letteratura francese del grand siècle grazie allo straordinario
contributo di drammaturghi come Molière e Fontaine.
Politica Religiosa
Luigi XIV pretese di esercitare il controllo delle coscienze dei sudditi e di eliminare
ogni fonte religiosa, morale e politica che potesse costituire un ostacolo per il suo
potere. Decise quindi di operare in due direzioni:
• sottomise al proprio controllo l’episcopato cattolico, e prese il diritto di nominare
vescovi e titolari di benefici ecclesiastici.
• mosse guerra al calvinismo con l’intento di ristabilire l’unità religiosa nel paese.
(1661) intraprese una lotta nei confronti degli ugonotti limitandone la libertà di culto
escludendoli dai pubblici uffici e dalle libere professioni. Tra il 1683 e 1685 mise in
atto ogni sorta di persecuzione ricorrendo ad esorbitanti tasse e al crudele sistema
delle dragonnades cioè gruppi di soldati autorizzati a compiere ogni sorta di violenza e
vessazioni nei loro confronti. Iniziarono a convertirsi in massa al cattolicesimo fino a
quando nel 1685 Luigi XIV revocò formalmente l’editto di Nantes con la scusa che
non vi erano più ugonotti, emanò così l’editto di Fontaineblu che obbligava tutti i
francesi a riconoscere e praticare il culto cattolico, il quale divenne la religione
ufficiale di Stato. Per questa ragione molte persone emigrarono in terra straniera infatti
i migliori artigiani del regno andarono ad arricchire la loro intraprendenza e i loro
capitali negli stati protestanti come Olanda, Inghilterra, Svizzera ecc.
Eliminati gli ugonotti fu la volta dei seguaci del giansenismo, una corrente religiosa
cattolica diffusa tra i ceti di più elevata cultura, professavano alcune dottrine sulla
grazia e sulla predestinazione di sapore ereticale vicine al calvinismo. il giansenismo
si propone come un nuovo modo di intendere e vivere la religiosità. Dopo un periodo
di tolleranza Luigi XIV ordinò persecuzioni nei loro confronti che culminarono nella
distruzione del monastero di Port-Royal (1710) dove i seguaci si radunavano a
meditare e pregare. Il re ottenne la condanna definitiva del giansenismo da Papa
Clemente XI che emanò la bolla ‘unigenitus dei filius’ (1713). Queste persecuzioni
furono esaltate dall’opinione pubblica francese e quindi Luigi XIV ne approfitto per
affermare le pretese gallicane nei confronti della chiesa di Roma.
Colbertismo
Quando Luigi XIV assunse pienamente il potere le condizioni economiche del paese
erano critiche infatti dopo trent’anni di guerre lo Stato rischiava la bancarotta, la
popolazione era oppressa da una tassa esorbitante e i commerci erano in crisi, la
situazione fu aggravata ulteriormente da una terribile carestia che provocò 1.600.000
morti.
Colbert in qualità di controllore generale si operò di risanare le finanze pubbliche. La
Francia era un paese prevalentemente agricolo che nella terra vedeva la sua maggiore
ricchezza, Colbert voleva trasformare la Francia in un paese commerciale, industriale
e marinaro. A tal fine promosse la formazione di campagnie privilegiate per il
commercio su modello inglese e olandese e sorsero nuovi settori produttivi e nuove
industrie nazionali.
il Colbertismo si fondava sui principi del mercantilismo secondo cui la ricchezza di un
paese si misura esclusivamente dall’abbondanza della moneta contante presente nelle
casse dello Stato e non dalla sua circolazione nei mercati esteri. Per questa ragione
cerco di limitare le importazioni e impedire l’uscita di moneta nazionale dalla Francia
inoltre promosse le esportazioni applicando forti dazi d’entrata.
Il Colbertismo si concretizza in una serie di interventi:
• Per favorire i commerci furono costruite nuove infrastrutture e migliorati i canali
navigabili e le strade già esistenti, particolare importanza ha il canale del
Mezzogiorno che collegava Atlantico e Mediterraneo.
• Per unificare il mercato interno francese fu avviato un programma di unificazione
dei sistemi fiscali e furono soppresse le dogane.
• Per incentivare l’agricoltura vengono introdotte nuove colture come lino, canapa e
gelso destinate a usi industriali; negli anni di carestia i contadini furono sollevati al
pagamento della taglia.
• Per creare prodotti competitivi di qualità ma con prezzi contenuti per battere la
concorrenza inglese e olandese. Furono promosse le grandi manifatture reali
chiamate così perché erano di iniziativa privata ma sovvenzionate dallo Stato. Si
affermò in tutta Europa un nuovo gusto per lo stile francese che alimentò la richiesta
di prodotti francesi anche oltre i confini nazionali.
Guerre di espansione
Luigi XIV aveva ambizioni espansionistiche che non rientravano nei cosiddetti confini
naturali del territorio francese bensì miravano sull’intero continente europeo. Così
essenzialmente iniziano guerre di conquista economica e territoriale.
La prima fu la guerra di devoluzione (1667-68) voluta per strappare le Fiandre alla
Spagna e portare il confine francese al Reno.Luigi XIV rivendicò il possesso delle
Fiandre sul principio di devoluzione vigente nei Paesi Bassi, secondo il quale sia figli
maschi che femmine di primo letto potevano ereditare il patrimonio paterno. Essendo
sua moglie, Maria Teresa, primogenita spagnola, il re francese poté applicare questo
principio anche perché non aveva mai ricevuto la dote imposta da Mazzarino in
cambio della quale Maria Teresa avrebbe dovuto rinunciare al diritto di ereditare quei
territori. La pace fu firmata ad Aquisgrana (1668), pose fine al conflitto riconoscendo
alla Francia il possesso delle Fiandre.
La seconda fu la guerra d’Olanda (1672-78) Luigi XIV decise di invadere l’Olanda ma
lo statolder Guglielmo III d’Orange riuscì a difendere il paese e si procurò una
coalizione con Spagna, Danimarca e alcuni principi tedeschi per contrastare i francesi,
sostenuti da Inghilterra e Svezia. Venuto meno il sostegno inglese la Francia si risolse
a firmare la pace di Nimega (1678) che lascia inalterato il territorio dell’Olanda ma
assegna alla Francia la Franca contea.
La terza fu la guerra della lega di Augusta (1686-97) contro Austria, Spagna, Olanda
Svezia e Inghilterra coalizzatesi nella lega di Augusta per far fronte al Re Sole. Dopo
nove anni di scontri venne firmata la pace di Ryswick (1697) con la quale la Francia
rinunciò a tutti i territori annessi dopo la pace di Nimega.
La guerra di successione spagnola (1701-14)
Fu combattuta per spartire i possessi della corona di Spagna quando si estinse la
dinastia asburgica dopo la morte di Carlo II; il quale aveva nominato come suo
successore Filippo duca d’angio, appartenente alla dinastia dei Borbone e nipote di
Luigi XIV, a patto che rinunciasse a unire le corone di Spagna e Francia. Inghilterra,
Olanda, Austria e Prussia erano ostili a questa successione così cominciarono 10 anni
di duri scontri durante i quali la Francia fu colpita anche da una terribile carestia. Si
giunse a due paci separati:
• Pace di Utrecht(1713) tra Francia, Olanda e Inghilterra. Nella quale si vide
riconosciuto il possesso di Gibilterra e Minorca all’Inghilterra, la quale inoltre
ottenne il permesso di commerciare con le colonie spagnole d’America e il diritto di
esercitare in esclusiva la tratta degli schiavi africani.
• Pace di Rastadt (1714) tra Francia e Austria. Filippo D’Angiò salì sul trono di
Spagna con il nome di Filippo V dovette firmare la rinuncia per sé e i propri eredi a
ogni diritto sul trono di Francia, inoltre dovette rinunciare ai domini nei Paesi Bassi
e in Italia che passarono agli Asburgo d’Austria.
1715 l’anno successivo alla pace di Rastadt Luigi XIV muore e si rivela la rabbia delle
masse popolari nei suoi confronti.
Inghilterra
Giacomo 1
Alla morte senza eredi di Elisabetta I la corona inglese passò a Giacomo I Stuart
(1603-25) già re di Scozia e figlio di Maria Stuart. Giacomo I unificò le corone di
Scozia e Inghilterra e mise in atto il progetto di accentramento monarchico attraverso
una politica che prevedeva:
• La riaffermazione dell’autorità della chiesa anglicana.
• La non convocazione del parlamento.
• Non teneva conto della Magna charta.
• Imposizione di una tassazione forte che danneggiò soprattutto la gentry (piccola e
media nobiltà) e la borghesia mercantile.
• Creazione di una nuova aristocrazia prevalentemente scozzese attraverso la vendita
delle cariche e la concessione di titoli onorifici.
Ci fu un parziale calo delle esportazioni a causa del mancato appoggio alle compagnie
commerciali e per quanto riguarda la politica estera perseguì una politica remissiva nei
confronti della Spagna.
Giacomo I incontro l’opposizione decisa del parlamento sia della camera dei Lord che
della camera dei comuni. Un’altra fortissima opposizione di natura religiosa e politica
veniva da parte dei cattolici (protagonisti nel 1605 della fallita congiura delle polveri)
e dai puritani. Quest’ultimi si videro costretti a emigrare tra questi vi furono i padri
Pellegrini che nel 1620 a bordo della nave Mayflower partirono per il Nord America
dove fondarono la colonia del Massachusetts, vennero raggiunti da migliaia di
connazionali successivamente. nonostante questa opposizione però Giacomo I riuscì a
portare avanti il suo governo.
Prima rivoluzione inglese
La prima rivoluzione inglese si svolse tra il 1625 e il 1658, fu la prima delle grandi
rivoluzioni moderne.
Nel 1625 alla morte di Giacomo I Stuart salì al trono il figlio Carlo I Stuart (1125-49) ,
il quale continuò la politica assolutistica del padre astenendosi anche lui dal convocare
il parlamento per due anni consecutivi. Carlo I però si trovò nell’assoluta necessità di
denaro, per finanziare il sostegno militare prestato agli ugonotti e quindi dovette
convocare il parlamento. Nel 1628 la camera dei comuni protesta e presenta al
sovrano Petition of Rights. Carlo I accetta la petizione ma nonostante tutto continua a
governare dispoticamente per 11 anni. Ulteriori contrasti nascono dall’istituzione di
nuovi speciali organi politici: la camera stellata per la repressione dei reati politici e la
corte di alta commissione per il contrasto alla dissidenza religiosa. Dopo altri scontri
con il sovrano il parlamento presentò la grande rimostranza. Nel gennaio del 1642 il re
tenta di sciogliere con forza l’assemblea dando inizio alla guerra civile.
Dalla parte del re si schierano l’alta nobiltà e la gentry delle regioni settentrionali e
orientali dell’Inghilterra .Con il parlamento invece si schierano la gentry e gli yeoman
dell’Inghilterra occidentale, la borghesia cittadina e i puritani. Divisione tra:
• Moderati tra cui la gentry e i mercanti più ricchi che erano inclini a conservare la
monarchia.
• Radicali erano la borghesia terriera e imprenditoriale e gli artigiani volevano
l’abbattimento della monarchia e l’istituzione di un regime repubblicano. Tra i
radicali si formò la corrente estremista dei levellers che volevano insieme alla piena
libertà religiosa la sovranità popolare e il suffragio universale.
A capo delle forze militari del parlamento fu posto il puritano Oliver Cromwell che
creò dal nulla un esercito detto new model army. Nel gennaio del 1648 Carlo I fu
definitivamente sconfitto nella battaglia di Preston, arrestato e condannato a morte
(decapitato nel 1149). Cromwell irruppe nella camera dei comuni e fece arrestare i
deputati contrari al procedimento contro il re rimasero poco più di 50 membri che
andarono a costituire il rump parliament.
Didattura di Cromwell
Nel 1649 fu abolita la monarchia e proclamato il Commonwealth “benessere comune“
vale a dire la Repubblica unita d’Inghilterra, Scozia e Irlanda, il potere fu assunto da
Cromwell. Nel frattempo però era stato riconosciuto come sovrano da scozzesi e
irlandesi Carlo II, figlio di Carlo I che si era ritirato in Francia alla corte di re sole.
Cromwell condusse due campagne militari contro l’Irlanda e Scozia, le persone furono
massacrate, deportate ed espulse. Cromwell assunse il titolo di Lord protettore
d’Inghilterra, Scozia e Irlanda. Cromwell puntò sull’espansione commerciale inglese
proclamò nel 1651 il navigation act, il quale istituiva il monopolio di Londra sul
commercio con le colonie inglesi d’oltremare. Gli olandesi colpiti nei loro interessi
decisero di agire dando inizio a una dura guerra (1652-54) conclusasi con la sconfitta
dell’Olanda e la supremazia marittima britannica su tutte le rotte oceaniche. Nel 1645
attraverso l’alleanza con il Portogallo le navi inglesi ebbero libero uso del porto di
Lisbona, grazie all’alleanza con la Francia e gli accordi con Svezia e Danimarca la
Repubblica inglese si assicurò possedimenti nel nuovo mondo e l’ingresso nel Baltico.
Si apre così l’era dell’imperialismo inglese.
Gloriosa rivoluzione
Alla sua morte nel 1658 il potere passò in mano al figlio Richard però lui non lo seppe
tenere quindi venne restaurata la monarchia con Carlo II Stuart educato alla corte di
Luigi XVI. Questa monarchia tende all’assolutismo filocattolico quindi nel 1673 il
parlamento vota il test act, il quale escludeva dalle cariche pubbliche civili o militari
tutti i non anglicani. Giacomo II Stuart viola il test act e riannoda i rapporti con Roma
e Luigi XIV. I capi di parlamento temendo la restaurazione assolutistica e cattolica
decisero di agire e si rivolsero allo Statolder d’Olanda Guglielmo d’Orange. Giacomo
II fugge in Francia e Guglielmo d’Orange, con il nome di Guglielmo III ,insieme alla
moglie Maria Stuart divenne sovrano. Si trattò di una rivoluzione pacifista passata alla
storia con il nome di gloriosa rivoluzione che portò alla formazione della monarchia
costituzionale. Il Bill of Rights è un documento che pone dei limiti al potere del
sovrano, il quale di deve impegnarsi a rispettare il parlamento. Nasce così la
monarchia parlamentare, la separazione del potere legislativo ed esecutivo e la
responsabilità del governo nei confronti del parlamento.