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Lez. II Di Geomorfologia Strutturale (B.Gentili, M.Materazzi)

Una lezione particolarmente ben riuscita, con esempi visivi centrati e chiari, di geomorfologia strutturale resa pubblica in Powerpoint e convertita in .pdf per essere utile sia allo studente di Scienze della Terra come ausilio nella preparazione dell'esame di Geomorfologia, che per l'escursionista consapevole che vuole imparare a eseguire la "lettura del paesaggio".

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Una lezione particolarmente ben riuscita, con esempi visivi centrati e chiari, di geomorfologia strutturale resa pubblica in Powerpoint e convertita in .pdf per essere utile sia allo studente di Scienze della Terra come ausilio nella preparazione dell'esame di Geomorfologia, che per l'escursionista consapevole che vuole imparare a eseguire la "lettura del paesaggio".

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Corso di Geomorfologia: Lezione 1

Geomorfologia strutturale
(parte II)

Bernardino Gentili – Marco Materazzi


Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 1 – Geomorfologia strutturale (parte II)

SUPERFICIE DI SPIANAMENTO: corrisponde in generale ad una forma generata in


completa assenza di controllo sia tettonico che strutturale sulla morfologia.

Si trovano in letteratura diversi termini associati:

PENEPIANO: termine coniato da DAVIS (1889) che lo inserì nel suo “Ciclo d’erosione”; indica una
pianura d’erosione quale stadio finale dell’evoluzione del paesaggio da morfologie “giovani” aspre a
morfologie “vecchie” e più dolci. E’ il risultato dell’azione combinata di vari agenti morfogenetici (fiumi,
clima, vento ecc.)

PEDIMENT E PALEOSUPERFICIE: sono ambedue termini che indicano una superficie di spianamento
in senso lato, generatasi per meccanismi di erosione areale e non lineare (concetti associati di BIOSTASIA
e RESISTASIA). Tali condizioni sono generalmente associate a condizioni climatiche di tipo arido-caldo e
solitamente in condizioni di relativa stabilità tettonica. Esempi classici sono quelli dell’Africa australe, del
Sud America, dell’India e dell’Australia centrale, quindi di molte aree cratoniche tropicali. Ove queste
morfologie si sono formate in fasi differenti, spesso alternate a periodi di sollevamento tettonico
generalizzato, si parla di RILIEVO POLICICLICO

Soprattutto nei testi anglosassoni, la superficie di spianamento viene indicata con il termine BEVEL o
BEVELLED CUESTA (cuesta troncata)
Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 1 – Geomorfologia strutturale (parte II)

Schema di rilievo policiclico. Da Derruau, ridisegnato.


Materazzi M. – Corso di Geomorfologia: Lezione 1 – Geomorfologia strutturale (parte II)

Pediment formation and pluvial morphogenesis in the Mojave Desert, California


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Penepiano fossilizzato dalle Arenarie di Adigrat, Etiopia settentrionale. Foto Ugo Sauro.
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Superficie a debole energia del rilievo fossilizzata da una crosta lateritica.


Valle Tekezé, Eritrea meridionale. Foto Ugo Sauro.
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Il penepiano paleozoico del New South Wales e la "Great Escarpment”


presso Armidale (Australia). Foto Clifford Ollier.
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Il bevel della Croda del Becco negli altopiani ampezzani. Foto Ugo Sauro
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Le morfologie associate alle faglie sono generalmente forme tettoniche, sebbene spesso abbiano un carattere più
localizzato e ancor più spesso si combinino con altri agenti morfogenetici per generare forme più complesse

Tipologia
delle faglie.
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Le principali forme tettoniche associate alle faglie sono:


HORST E GRABEN: termine

SCARPATE DI FAGLIA: termine

FACCETTE TRIANGOLARI O TRAPEZOIDALI: termine

FAGLIAZIONI DI SUPERFICIE: termine

Le principali forme di erosione selettiva associate alle faglie sono:

SCARPATE DI LINEA DI FAGLIA: termine

VERSANTE DI FAGLIA: termine

RETICOLO IDROGRAFICO NEI SISTEMI DI FAGLIA: termine


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L’azione della tettonica distensiva dà luogo alla formazione di


rilievi e depressioni

Inversione del rilievo in un Graben. Da


D. Johnson, ridisegnato.
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Graben (Nazareth, Ethiopian Rift)


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Esempio di morfologia legata ai sovrascorrimenti; l’esempio del sovrascorrimento dei Mti Sibillini. In primo
piano il Monte Vettore (panoramica da SSE) ed il contatto tra i calcari mesozoici e la formazione terrigena della
Laga.
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Scarpata di faglia (A) e scarpata di


faglia degradata (B). Da Miller e
Westerback, ridisegnato.
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Huge scarp along the Bogd left-lateral fault system, Gobi desert
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Aerial view of Holocene fault scarp on the Wasatch fault, near American Fork Canyon, Utah
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Aerial view toward the NE of the Pu`u Kapukapu fault scarp (maximum height about 320 m) in the
Hilina fault system, south flank of Kilauea Volcano, Hawaii islands.
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Scarpata di faglia cosismica (1872) di Lone Pine, Owens Valley, California, che disloca un conoide
attivo.
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Scarpata di faglia (Gariboldi complex, Ethiopian Rift)


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Scarpata di faglia (Nazareth, Ethiopian Rift)


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Hanaupah fault scarp – Death Valley


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Fault scarp of the Lost River normal fault above Mackay, Idaho, in 1987
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Free-face su piano di faglia, sviluppatasi in occasione del terremoto umbro-marchigiano del 26


settembre 1997 (Costa, MC)
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Porzione dello specchio di faglia del M. Parasano, in Abruzzo, localmente messo in luce per erosione
selettiva dei depositi di versante.
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Esumazione di una scarpata di


faglia. L’attività della faglia si
conclude nella fase A. I lembi
residui della copertura alluvionale,
preservati all’interno delle valli (fase
C), consentono il riconoscimento
della genesi di questa
morfostruttura. Le frecce indicano in
quale fase la faglia è stata attiva. Da
D. Johnson, modificato.
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Scarpata esumata, Massiccio del Marguareis (CN).


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Il pendio di faglia dei Monti della Duchessa-Monte Velino da M. S. Mauro.


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Versante di faglia del Monte Vettore (Marche, Italia)


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Faccette triangolari nella valle dell’Arno fra Le Sieci e Rosano, a monte di Firenze
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Sviluppo, per erosione selettiva di una gradinata di faglia, di una scarpata di linea di faglia resequente (cioè
congruente rispetto alla struttura tettonica, a sinistra) e di una scarpata di linea di faglia obsequente (incongrua,
speculare rispetto alla struttura, a destra). È opportuno evidenziare che, in questo schema, l’attività delle faglie
precede il modellamento erosivo. Da Miller & Westerback, ridisegnato.
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Scarpata di linea di faglia al contatto fra i calcari del Lias e gli erodibili sedimenti neogenici. Plakias,
Isola di Creta.
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Si definisce PATTERN IDROGRAFICO una configurazione delle linee di impluvio (e quindi dell’idrografia superficiale) che tiene
conto del loro “disegno”, della densità e del tipo di confluenza. Esistono diversi tipi:

DENDRITICO: tipico di terreni omogenei, impermeabili e a limitata


acclività (rocce magmatiche e metamorfiche solitamente senza un preciso
controllo tettonico)
SUBDENDRITICO: come il precedente ma caratterizzato da un certo
controllo tettonico
PINNATO: differente dal primo per l’esigua lunghezza dei collettori
secondari; tipico di terreni omogenei, impermeabili a morfologia
pianeggiante
DIVERGENTE: caratterizza i delta e le conoidi
CONVERGENTE: terreni poco permeabili a sensibile acclività
PARALLELO: terreni impermeabili, sensibile acclività e controllo da
parte di fratture sub-parallele
ANGOLATO: controllo struttrale di due fasci di faglie, fratture o
discontinuità litologiche
RADIALE CENTRIFUGO: tipico dei coni vulcanici, domi tettonici,
diapiri, inselberg ecc.
RADIALE CENTRIPETO: tipico delle depressioni (vulcaniche,
carsiche, tettoniche ecc.)
ANULARE: tipico di rilievi pseudo-conici a gradinata con alternanze di
litotipi a diversa erodibilità
MEANDRIFORME: caratteristico delle pianure alluvionali
ANASTOMIZZATO: tipico di aree a notevole sedimentazione come
zone pedemontane o proglaciali
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Varie tipologie di
reticoli dendritici.
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Esempio di reticolo rettangolare. I segmenti ad andamento WSW-ENE sono impostati lungo il Sistema della Cremosina. I
segmenti ortogonali a questi seguono per lo più il pendio regionale, talora in presenza di un controllo strutturale
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Rapporti fra reticolo


idrografico e strutture a
pieghe in un settore
dell’Appennino umbro.
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Esempio di reticolo rettangolare (scudo canadese)


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Sono ambedue termini che servono per spiegare l’apparente incongruenza fra struttura geologica ed
idrografia superficiale

ANTECEDENZA: fenomeno
nel quale un corso d’acqua (più
antico quindi antecedente)
mantiene il suo tracciato
attraverso una struttura tettonica
attiva

Schema classico di antecedenza. Da Lobeck, ridisegnato.


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SOVRIMPOSIZIONE: detto anche EPIGENESI, è il fenomeno che indica “la permanenza del tracciato di
un corso d’acqua durante l’incisione quando esso incontra in profondità condizioni litostrutturali diverse da
quelle che avevano determinato il tracciato stesso” (Castiglioni, 1986)

Schema classico di sovrimposizione. Da Lobeck, ridisegnato.


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Reticolo idrografico e morfostrutture


dell’Appennino umbro-marchigiano; il
tracciato fluviale si è qui impostato per
il fenomeno dell’antecedenza e si è poi
approfondito per sovrimposizione.
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Fault scarp (bright yellowish line at base of mountains), which formed in association with the
1915 Pleasant Valley earthquake

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