REDEMPTORIS MISSIO (1990): MC 2024
• DP Huang, SJ
CONTENUTI
1. "Un papato dei paradossi": Il lungo
PRIMA PARTE: CONTESTO papato di Giovanni Paolo II
•Un papato storico
•Un Papa evangelizzatore
•Una politica di centralizzazione e di
rafforzamento dell'ortodossia
•2. Il contesto immediato di Redemptoris
Missio (RM)
•Perché è stata scritta RM?
(«Commemorare, completare,
corregere»)
•Chi ha scritto RM? (Piero Ghedo, PIME;
Marcello Zago, OMI)
SECONDA PARTE:
CONTENUTI
1. Il Focus cristocentrico
2. Allargare la comprensione
di missione
3. Il dialogo interreligioso
come elemento essenziale
della missione
I CONTENTUTI DI RM
1. FOCUS CRISTOCENTRICO
1.1. «Gesù Cristo Unico Salvatore»
•GS 22: "È solo nel mistero del Verbo fatto carne che il mistero dell'uomo diventa
veramente chiaro".
•Per GP2, la risposta al mistero di ciò che è l'essere umano si rivela in Cristo, ed è per
questo che la Chiesa deve sempre annunciare Cristo. Egli è la risposta a tutti i
desideri dell'umanità. Egli si è unito ad ogni persona.
•"La Chiesa vuole servire questo unico fine: che ciascuno possa trovare Cristo, perché
Cristo possa camminare con ciascuno il cammino della vita, con la forza della verità
sull'uomo e sul mondo che è contenuta nel mistero dell'Incarnazione e della
Redenzione e con la forza dell'amore che è irradiato da quella verità". (Redemptor
Hominis, 13)
1. FOCUS CRISTOCENTRICO
•GP2 dice che la ragione principale della missione è «dirigere lo sguardo dell'uomo...
verso il mistero di Cristo". (RM 4)
•Poiché Dio ha rivelato se stesso e chi è l'essere umano per mezzo di Cristo, deve
proclamare e condividere questa "la pienezza della verità che Dio ci ha fatto
conoscere intorno a se stesso."(RM 5)
•«All'interrogativo: perché la missione? noi rispondiamo con la fede e con l'esperienza
della chiesa che aprirsi all'amore di Cristo è la vera liberazione. In lui, soltanto in lui
siamo liberati da ogni alienazione e smarrimento, dalla schiavitù al potere del
peccato e della morte. Cristo è veramente «la nostra pace», (Ef 2,14) e «l'amore di
Cristo ci spinge», (2 Cor 5,14) dando senso e gioia alla nostra vita.» (RM 11)
•Nota: la progressione da AG a EN a RM: il piano trinitario di Dio, l'instaurazione del
Regno di Dio, in e per mezzo di Gesù Cristo.
1. FOCUS CRISTOCENTRICO
1.2 Non separare il Regno di Dio da Cristo (e dalla Chiesa)
•Il cap. 2 si concentra sulla missione di Gesù di annunciare il Regno di Dio. Come EN, la salvezza
del Regno è integrale. «Costruire il regno vuol dire lavorare per la liberazione dal male in tutte
le sue forme.» (RM 15).
•La Chiesa "non e fine a se stessa, essendo ordinata al regno di Dio." (RM, 18).
•Ma no si può parlare del Regno come liberazione puramente socio-politica; o senza riferimento
a Cristo e alla Chiesa. Ci sono alcuni che dicono che basta promuovere i "valori del Regno" (RM
17). [il cosiddetto approccio «regnocentrico.»]
•Quindi, JP 2 è insistente: Il Regno di Dio «non può essere disgiunto né da Cristo né dalla chiesa.
(RM 18) "Il regno di Dio non è un concetto, una dottrina, un programma soggetto a libera
elaborazione, ma è innanzi tutto una persona che ha il volto e il nome di Gesù di Nazareth". (RM
18).
• La Chiesa non è il Regno, ma "è germe, segno e strumento" del Regno". (RM 18)
1. FOCUS CRISTOCENTRICO
1.3. Non separare lo Spirito Santo da Cristo.
•Il cap. 3 si concentra sullo Spirito Santo come «protagonista della missione". (RM 30).
•GP 2 afferma che «la sua presenza e azione sono universali, senza limiti né di
spazio né di tempo», anche al di fuori della Chiesa. " (RM 28)
•Tuttavia, JP 2 osserva anche che ci sono alcuni che sembrano pensare allo Spirito
come "alternativo a Cristo". (RM 29)
•Lo Spirito è lo Spirito di Gesù, all'opera nel suo corpo, la Chiesa. «L'azione universale
dello Spirito non va poi separata dall'azione peculiare, che egli svolge nel corpo di
Cristo ch'è la chiesa.» (RM 29)
1. FOCUS CRISTOCENTRICO
1.4. Un cristocentrismo inclusivo: Il cristocentrismo di GP2 non diventa mai «escluvismo.»
•Pur sottolineando che "l'unica, universale mediazione di Cristo", GP2 aggiunge anche che «non
sono escluse mediazioni partecipate di vario tipo e ordine», anche se «esse tuttavia attingono
significato e valore unicamente da quella di Cristo e non possono essere intese come parallele
e complementari.» (RM 5).
•Quando parla del Regno di Dio, anche GP 2 si qualifica: «È vero, dunque, che la realtà
incipiente del regno può trovarsi anche al di là dei confini della chiesa nell'umanità intera, in
quanto questa viva i «valori evangelici» e si apra all'azione dello Spirito che spira dove e
come vuole.» (RM 20).
•Pur insistendo sull'inseparabilità dello Spirito e di Cristo, GP 2 insiste anche che «Il Concilio
Vaticano II ricorda l'opera dello Spirito nel cuore di ogni uomo.» È lo Spirito che semina il
«semi del Verbo.» «La presenza e l'attività dello Spirito non toccano solo gli individui. ma la
società e la storia, i popoli, le culture, le religioni.» (RM 28)
2. AMPLIARE L'IDEA DI MISSIONE
GP 2 lo fa in tre modi:
•Identificare tre "situazioni" per l'attività
missionaria della Chiesa
•Identificare tre possibili significati dell'attività
missionaria «ad gentes»
•Parlando di missione come "realtà unica ma
complessa", con diversi elementi
2. AMPLIARE L'IDEA DI MISSIONE
2.1. Tre situazioni dell'attività missionaria della Chiesa:
•Missione ad gentes: rivolta a «popoli, gruppi umani, contesti socio-culturali in cui Cristo e il suo
Vangelo non sono conosciuti, o in cui mancano comunità cristiane abbastanza mature» (RM 33)
•Cura pastorale: per le comunità cristiane «solide» nella struttura e vita ecclesiale (RM 33)
•Nuova Evangelizzazione: In luoghi con radici cristiane, «dove interi gruppi di battezzati hanno
perduto il senso vivo della fede, o addirittura non si riconoscono più come membri della chiesa,
conducendo un'esistenza lontana da Cristo e dal suo Vangelo.» (RM 33)
•Attenzione: I "confini" tra queste tre situazioni «non sono nettamente definibili, e non è pensabile
creare tra di esse barriere o compartimenti-stagno» (RM 34). (E.g., Europa in questo momento di
storia: si parla di missione ad gentes or di nuova evangelizzazione? America Latina: cura
pastorale o nuova evangelizzazione?)
•Avery Dulles: Mission Ad gentes è "prima evangelizzazione"; la cura pastorale è
"evangelizzazione continua"; e "nuova evangelizzazione" è "rievangelizzazione".
2. AMPLIARE L'IDEA DI MISSIONE
2.2. Tre sensi di "gentes" oggi: (RM 37)
•"territoriale": "Popoli e culture . . . non ancora raggiunti dall'annuncio del Vangelo e
dalla presenza della Chiesa locale".
•"Nuovi mondi e nuovi fenomeni sociali": le città, i giovani, i migranti e i rifugiati, i
poveri (spesso causati da migrazioni di massa)
•Nuovi "Areopaghi": l'Areopago è stato il luogo dove Paolo ha evangelizzato, "il
centro culturale del popolo colto di Atene". Un simbolo dei settori in cui si stanno
diffondendo cultura e valori.
• Così, il mondo dei media e delle comunicazioni; la scienza; la scienza; la giustizia, la pace e la cura
del creato; i luoghi dove si promuovono i diritti delle minoranze, delle donne, dei bambini; la politica e
le relazioni internazionali; la ricerca della spiritualità. (RM 37 e 38)
2. AMPLIARE L'IDEA DI MISSIONE
2.3. La missione come «realtà unica ma complessa» (RM 41):
•Cap. 5 La missione si svolge in modi diversi: «come testimonianza, come annuncio
esplicito del nome di Cristo e del Vangelo, come compito di formare nuove comunità,
come inculturazione, dialogo interreligioso, lavoro per lo sviluppo e opere di carità».
(Bevans e Schroeder) (Capitolo 5 di RM)
•Pur volendo promuovere la missione ad Gentes, RM continua sostanzialmente ad
insistere sul fatto che l'evangelizzazione è la "identità più profonda della Chiesa",
qualcosa che coinvolge tutta la sua vita.
3. IL DIALOGO INTERRELIGIOSO COME ELEMENTO
ESSENZIALE DELLA MISSIONE
•AG ha incoraggiato il "dialogo". EN non parla invece di dialogo interreligioso.
•«Il dialogo interreligioso fa parte della missione evangelizzatrice della Chiesa.» (RM
55)
•«Il dialogo non nasce da tattica o da interesse, ma è un'attività che ha proprie
motivazioni, esigenze, dignità: è richiesto dal profondo rispetto per tutto ciò che
nell'uomo ha operato lo Spirito, che soffia dove vuole.» (RM 56)
•Nel dialogo, «la chiesa intende scoprire i «germi del Verbo»» che «si trovano nelle
persone e nelle tradizioni religiose dell'umanità.»
•Le altre religioni sono «una sfida positiva per la Chiesa» perché portano la Chiesa a
vedere l'opera di Cristo e dello Spirito negli altri, ad esaminarsi più profondamente e
a testimoniare "la pienezza della rivelazione che ha ricevuto". (RM 56)
3. IL DIALOGO INTERRELIGIOSO COME ELEMENTO
ESSENZIALE DELLA MISSIONE
•Lo spirito del dialogo: non rinunciare alla propria identità, alla fede in Cristo e alla
Chiesa. Ma entrare «con verità, umiltà, lealtà, sapendo che il dialogo può arricchire
ognuno.» Supera «pregiudizi, intolleranze e malintesi.» (RM 56)
•Molte forme di dialogo: tra esperti; cooperazione nello sviluppo integrale e nella
protezione dei valori religiosi; condivisione di esperienze spirituali; dialogo di vita. I
laici possono dare un grande contributo nel modo in cui condividono la vita con le
altre religioni. (RM 57).
•Infine, GP 2 incoraggia "i missionari e le comunità cristiane" che vivono in situazioni
"in cui la via del dialogo" è "l'unica maniera di rendere sincera testimonianza a Cristo
e generoso servizio all'uomo". Li invita a perseverare «con fede e carità», sapendo
che «Il dialogo è una via verso il regno e darà sicuramente i suoi frutti». (RM 57)