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PRIMA GUERRA MONDIALE

In questo periodo gli Stati europei si trovavano in una polveriera balcanica, ovvero una bomba a scadenza
in cui bastava davvero poco per innescare l’inizio della guerra.
Infatti, lo scoppio della prima guerra mondiale fu provocato da svariate cause, sia dal punto di vista politico,
economico, militare e culturale.

-cause politiche: le quali riguardavano i contrasti fra gli Stati europei e i problemi al loro interno come:
● il REVANSCISMO, ovvero il desiderio di rivincita dei francesi nei confronti dei tedeschi dopo avergli
strappato via l’Alsazia e la Lorena
● la rivalità tra Austria e Russia per il predominio del Balcani
● il PANSLAVISMO, ovvero il malcontento e la volontà di libertà dei territori appartenenti all’impero
austro-ungarico
● l’indebolimento dell’impero ottomano
● la nascita di due alleanze fra Stati contrapposti:
TRIPLICE ALLEANZA(1882): Germania, Austria e Italia
TRIPLICE INTESA: Gran Bretagna, Francia e Russia

-cause economiche:
● rivalità fra Gran Bretagna e Germania provocata dalla crescita industriale
● necessità delle potenze industriali di espandere il proprio mercato

-cause militari: le quali sono da ricercarsi nella politica militarista


● la corsa agli armamenti (nascono fabbriche in particolare a Torino)

-cause culturali: si diffonde l’idea di partecipare alla guerra, incoraggiata:


● dal NAZIONALISMO, ovvero l’idea di rendere la propria nazione più potente delle altre (in
particolare la Germania con Guglielmo II)
● dal salvaguardare l’identitá nazionale
● dal DARWINISMO, ovvero che la guerra fra gli Stati fosse l’equivalente della lotta per la
sopravvivenza in natura
● molti giovani vedono nella guerra l’unica possibilità di cambiamento della situazione.

LO SCOPPIO DELLA GUERRA:


In questa situazione di tensione, bastò una scintilla per far scoppiare questo conflitto. Infatti, il 28 giugno
1914, un nazionalista serbo, Gavrilo Princip, uccise a Sarajevo l’erede al trono d’Austria, ovvero l’arciduca
Francesco Ferdinando e sua moglie.
Questo attentato fu organizzato da un’associazione segreta chiamata “unione o morte”, dunque di coloro
che volevano che Sarajevo fosse indipendente.Alcuni giorni dopo, l’Austria invió alla Serbia un ultimatum,
che richiedeva:
-il divieto di ogni forma di propaganda
-l’apertura di un’inchiesta sull’attentato, poiché la Serbia era stata accusata della morte dell’arciduca
Il governo serbo respinse tali richieste e il 28 luglio 1914 l’Austria dichiarò guerra alla Serbia. Dunque
scattarono le clausole delle varie alleanze:
-la Germania si schierò a favore dell’Austria
-la Russia vedendo la Serbia attaccata decise di allearsi con essa.
Perciò iniziò una MOBILITAZIONE, ovvero l’insieme delle operazioni militari che preparano ad una guerra e
può essere parziale, ovvero con un certo numero di soldati oppure totale, in cui tutti sono chiamati a
combattere.
Successivamente, la Germania mandò un ultimatum alla Russia e alla Francia, al fine di dichiararsi neutrali.
Nonostante ciò, San Pietroburgo e Parigi rifiutarono e dunque si dichiarò guerra il 1 agosto alla Russia e il
3 alla Francia.
La Germania così attuò il “Piano Schlieffen”, che prevedeva di attaccare prima la Francia e
successivamente la Russia. Per attuare questo piano, la Germania dovette passare attraverso Belgio e
Lussemburgo, che si erano ritenuti neutrali. Ciò però non ebbe il successo sperato.q
In seguito a ciò, il 4 agosto 1914 la Gran Bretagna intervenne a fianco delle sue alleate e successivamente
la Turchia in appoggio dei paesi centrali.

Ci furono due maniere differenti di rispondere alla guerra:


-da una parte ci fu un entusiasmo collettivo, poiché sia i soldati, che le donne erano contenti di partecipare,
portando le persone a manifestare in favore di essa. Sino ad arrivare a parlare di arruolamento volontario,
anche per quanto riguarda i contadini
-dall’altra parte ci fu una rassegnazione alla guerra, poiché molte azioni erano state già previste, ma
nonostante ciò si pensava che gli avvenimenti si sarebbero risolti in modo rapido.

LA POSIZIONE DELL’ITALIA
Le forze politiche italiane si divisero sul da farsi e nell’agosto del 1914, Antonio Salandra proclamò la
neutralità dell’Italia, in quanto essa era obbligata a partecipare alla guerra con la triplice alleanza solo in
caso di attacco. Ci fu un dibattito sulla possibilità di un intervento contro l’Austria, per poter riunire all’Italia
Trento e Trieste e così si formarono due schieramenti: i neutralisti e gli interventisti
- neutralisti: coloro che erano contro l’intervento in guerra.
Era presente la maggior parte della popolazione, dei parlamentari e anche Giolitti, che con la sua politica
del compromesso, avrebbe offerto la neutralità in cambio di Trento e Trieste. La maggior parte dei socialisti,
erano anch’essi neutralisti poiché la ritennero una guerra fra capitalisti e dunque l’Italia non aveva nulla a
che fare. Inoltre, anche la maggior parte dei cattolici, con Papa Benedetto XV che condannó ogni forma di
guerra come qualcosa che porterà solo morte e distruzione .
- interventisti: coloro che erano a favore dell’intervento in guerra, ed erano in minoranza.
-
Essi si dividevano a sua volta in interventisti di destra e di sinistra:
DESTRA: fra questi c’erano D’Annunzio e Papini (diceva che erano in pochi ad essere gli eletti). Essi erano
principalmente i nazionalisti e gli irredentisti che avevano l’obiettivo di liberare Trento e Trieste. Inoltre
facevano parte anche gli alti ufficiali dell’esercito, l’ambiente della corte, la piccola borghesia e i grandi
industriali.
SINISTRA: fra questi c’era Salvemini(criticava la guerra in Libia). Essi erano alcuni esponenti democratici,
repubblicani e socialisti, secondo i quali l’Italia dovesse schierarsi con la Triplice Intesa per rovesciare il
regime autoritario di Austria e Germania.

Così il 26 aprile 1915, Sidney Sonnino sottoscrisse il Patto di Londra, un trattato segreto secondo cui l’Italia
sarebbe dovuta entrare in guerra a fianco dell’Intesa e le garantiva in caso di vittoria: Trento, Trieste, Istria
(esclusa Fiume), Dalmazia e parte dell’Albania oltre il Dodecaneso. Nonostante ciò però rimarrà delusa
perché non riceverà ciò detto.

Questo trattato però non tenne conto della maggioranza neutralista, infatti
l’Italia si dichiarava tale in caso dovesse combattere con la triplice alleanza, mentre si dichiarava
interventista in caso dovesse combattere con la triplice intesa.

Il FRONTE ITALIANO
Perciò il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria, ed essa la considerò come traditrice. L’esercito
italiano però entrò in Guerra impreparato con il comandante Luigi Cadorna, il quale aveva una visione
militare molto rigida e con un'educazione severa. Infatti, i soldati che mostravano di avere paura di andare
in guerra venivano eliminati.
La battaglia si combatté ai confini fra il Trentino e il Veneto, in particolare lungo l'Isonzo e sul Carso, la città
principale fu Asiago. Tra giugno e dicembre del 1915, si svolsero le prime 4 battaglie.
Nel giugno del 1916, gli austriaci scatenarono la Strafexpedition, ovvero la spedizione contro l’ex alleato
Italia, ma dovettero affrontare l’attacco della Russia sull’altro fronte. Cadorna, decise di sferrare una
controffensiva sull'Isonzo, che portò alla conquista dei monti di San Michele e Sabotino, vicino Trieste, e
alla liberazione di Gorizia. Il monte San Michele è il più famoso in Italia per le trincee, dove combatté anche
Ungaretti.

LA PROPAGANDA:
L’organo di propaganda principale era il giornale “Il popolo d’Italia”, che promuoveva la guerra, ed era
diretto da Mussolini. Esso all’inizio si era dichiarato come interventista, ma successivamente si dichiarò
neutralista e fu espulso dal partito. Oltre a lui anche Manzoni era a favore della guerra e organizzò delle
manifestazioni, chiamate radiose giornate di maggio.
Lo scopo della propaganda era plasmare le menti, ovvero far cambiare idea a coloro che erano contrari alla
guerra, convincendoli che era un atto positivo. Però bisognava stare attenti a ciò che veniva detto poiché a
volte non corrispondeva alla realtà oppure venivano censurati perché non rispettavano determinate leggi.
Dalla propaganda infatti, si costruiscono le dittature, facendo sì che il popolo possa essere devoto alla
persona dittatrice. Naturalmente era presente anche la propaganda contro la guerra, questo avveniva a
livello internazionale.

GLI ALTRI FRONTI


Dall’altra parte continuarono le vicende belliche fra gli imperi centrali e tra il 14 e il 16, sembrava che la
triplice alleanza avesse la meglio.
I tedeschi prepararono contro i francesi, un’offensiva che terminò nella Battaglia di Verdun (21 febbraio-21
luglio 1916). Gli alleati della Francia, risposero con la Battaglia della Somme sempre nello stesso anno,
impedendo il crollo del fronte francese. Nel mentre l’esercito russo ebbe la meglio su quello austriaco e il
31 maggio 1916 la Germania affrontò la Gran Bretagna nella Battaglia dello Jutland per spezzare il blocco
navale attuato da essa. Infatti voleva bloccare le importazioni e le esportazioni verso la Germania e i suoi
alleati in modo tale da indebolirli.

LE TRINCEE
La prima guerra mondiale fu segnata dall’uso delle trincee, un sistema utilizzato per le guerre di posizione.
Si trattava di fossati scavati nel terreno, in cui i soldati vivevano notte e giorno e ai quali offrivano un riparo.
Essi erano obbligati a viverci per un lungo periodo di tempo e dunque in pessime condizioni a contatto con
malattie e infezioni. Chi aveva più coraggio usciva dalla trincea per mettersi in prima linea,sulla terra di
nessuno, e tentare di provocare più morti possibili, sapendo però che sarebbe morto.
Le trincee erano composte inoltre dai camminamenti, che servivano per portare dei viveri e per andare a
combattere sul fronte, mentre il rifugio serviva nei momenti in cui non si riusciva a sopportare fisicamente i
momenti di sparo.

LE MOTIVAZIONI:
I soldati erano motivati dalla solidarietà tra compagni, e dalla pressione psicologica che subivano.
- TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA GUERRA:
Gli eserciti che parteciparono alla guerra utilizzarono nuove armi e applicazioni tecnologiche, una fra questi
sono i carri armati, i quali però non erano molto conosciuti e dunque usati poco. Ciò che sconvolse i
combattenti furono le armi chimiche, che provocavano la morte tramite avvelenamento.
- MOBILITAZIONE DELLA SOCIETÀ:
Durante questo periodo, tutti i cittadini dei paesi in guerra furono sottoposti ad una mobilitazione totale e
dunque tutti i settori vennero riorganizzati al servizio della guerra.

Il combattimento avvenne su due fronti:


- fronte esterno: soldati che combattevano in battaglia
- fronte interno: civili che lavoravano per la produzione bellica
Per fare ciò, i governi ricorsero alla propaganda, messa in atto tramite i giornali, manifesti e scuole.
Nonostante i civili non parteciparono direttamente alla guerra, ne risentirono come: scarsità di cibo,
diffusioni di epidemie e violenze.

IRREDENTISMO: senso di nazionalismo e vuole il recupero della propria indipendenza. L’ annessione del
Trentino e del Friuli sono le terre che politicamente appartengono ad altri territori ma che devono essere
conquistate per il territorio nazionale.

GENOCIDIO DEGLI ARMENI


Nel corso del conflitto però vennero colpiti anche i civili, in particolare con il genocidio degli armeni. Essi
abitavano in un territorio fra Impero Russo e Impero Ottomano. Allo scoppio della guerra, gli armeni
dell’Impero Ottomano, si trovarono a dover combattere contro i Russi, e dunque il governo turco dubitò
della loro lealtà. Nel febbraio del 1915 fu deciso dal governo turco, l’eliminazione della popolazione armena
e metà di essa morì. Essi erano dei religiosi cristiani che vivevano la loro fede nel loro territorio e furono
ostacolati dall’impero ottomano venendo perseguitati.

Nel 1917, accaddero 3 eventi particolari.


- nel febbraio del 1917, i tedeschi decisero di intensificare la guerra sottomarina, per isolare la Gran
Bretagna sia a livello marittimo che terreno. Ciò però danneggiava i rapporti commerciali degli Stati
Uniti e fu proprio la motivazione che il 6 aprile 1917 la fece entrare gli USA in guerra al fianco della
triplice intesa, poiché i suoi scambi commerciali erano maggiori.
- con la Rivoluzione dell’ottobre 1917, la Russia decise di uscire dal conflitto e il potere fu assunto dai
comunisti guidati da Lenin, che avviò le trattative di pace con gli imperi centrali, che si conclusero
con l’accordo di Brest-Litovsk il 3 marzo 1918. Successivamente l’Ucraina, diventó uno stato
indipendente, poiché prima faceva parte della Russia, mentre altri Stati saranno creati ex novo,
ovvero che verranno creati successivamente alla guerra.
- l’Austria e la Germania, approfittano per spostare le truppe sul fronte occidentale e italiano. Il 24
ottobre 1917, gli austriaci entrarono in Italia a Caporetto dalla Slovenia. L’esercito italiano era
guidato da Luigi Cadorna, che si trovó impreparato e perciò subì una vera e propria disfatta, dove
morirono circa 400.000 uomini. Fu considerata come la più grande sconfitta che l’Italia subì, e così
Cadorna fu obbligato a dare le dimissioni. A questa disfatta partecipò anche Ernest Hemingway, che
partecipò anche alla Guerra del Piave, e scrisse un libro chiamato “Addio alle Armi”. Prese il
comando Armando Díaz, che collocò una nuova linea di difesa sul fiume Piave. Nel mentre fu anche
formato un nuovo governo presieduto da Vittorio Emanuele Orlando (ottobre 1917-giugno 1919).

LA CONCLUSIONE DEL CONFLITTO


Nella primavera del 1918, le truppe anglo-francesi ebbero la meglio sui tedeschi nelle Battaglie della Marna
e di Amiens (luglio-agosto 1918)
Gli imperi centrali persero la guerra e venne addossata alla Germania la colpa della guerra. Il 29 ottobre
1918 l’Italia sconfisse l’Austria a Vittorio Veneto e il 3 novembre fu firmato l’armistizio con l’Austria e il
giorno dopo la Turchia si arrese.
L’11 novembre, Guglielmo II abdicò e la Germania firmò l’armistizio di Rethondes.
Così terminò la prima guerra mondiale.

TRATTATI DI PACE:
Il 18 gennaio 1918 furono firmati i trattati di pace ai quali parteciparono i paesi vincitori, ovvero: Francia,
Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia. Si stabilì che la Germania dovette pagare i danni di guerra poiché
accusata come la causa dell’inizio del conflitto.
Con i trattati di pace, la situazione internazionale cambiò
- i tedeschi erano convinti di essere stati sottoposti a condizioni troppo due
- I francesi, con un’azione più dura, volevano cercare di demolire lo Stato tedesco, e di raderlo al
suolo dal punto di vista militare ed economico.
- gli americani, con un’azione più moderata, volevano attraverso 14 punti, cercare di promuovere
l’AUTODETERMINAZIONE, ovvero la possibilità di ogni popolo di autogestirsi ed essere dipendente
dagli altri e di creare una forma di governo autonoma. ( indipendenza e scelta del proprio governo).
- agli italiani vennero concessi solo : Trento, Trieste, Venezia Giulia e l’Alto Adige. Infatti gli altri
territori che l’Italia aveva chiesto non furono concessi e dunque non poteva ottenere le sue colonie
proprio grazie all’autodeterminazione. Infatti D’Annunzio scriverà un articolo dichiarando la vittoria
dell’Italia una vittoria mutilata, perché gli mancavano dei territori.

14 PUNTI:
Nel 1920, nacque la Società delle Nazioni Unite, ovvero un organismo internazionale, che sarà il prototipo
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, avvenuto dopo la seconda guerra mondiale.
1)Riferimento al Patto di Londra
2)Riferimento al blocco navale proposta dalla Gran Bretagna nei confronti della Germania
4)Non solo per la sicurezza, ma vengono prodotte per difendere
5)Mantenere le colonie, ma non dominarle con la propria cultura e con la guerra. Spartizione delle colonie
6)Tutti i territori russi sono paesi nati in seguito all'autonomia internazionale, data dagli altri paesi
7)Il Belgio era spartito, ed era neutrale, ma la Germania l’ha invaso per attaccare la Francia
8)1870 fino alla prima guerra mondiale
9)All’Italia era stata promessa la Dalmazia, non l’è stata data perché sgretolandosi queste nazioni hanno
acquistato piena autonomia. Dunque si rammentavano le popolazioni in cui vi era tanta popolazione
italiana, fra cui anche Fiume,
10)Popoli che sono nati successivamente, Romania, Montenegro
13)Corridoio di Danzica
14)Organizzazione generale internazionale, che potesse garantire autonomia e indipendenza. La società
vedrà il fallimento già alle porte della seconda guerra mondiale.

LA RIVOLUZIONE RUSSA
Impero russo nel XIX secolo
Per tutto l’800, la Russia fu caratterizzata dal conservatorismo politico e sociale. Gli zar esercitavano un
potere autocratico, ovvero un potere assoluto senza il controllo del Parlamento. L’impero russo aveva
un'estensione molto vasta e al suo interno erano presenti svariati popoli differenti che successivamente
otterranno l’indipendenza.
Uno dei problemi più gravi era l’arretratezza delle campagne, questo perché chiese e monasteri
possedevano una grande percentuale di terre. Ciò portò allo scoppio di molte rivolte, poiché i contadini
erano ancora dei servi della gleba e vivevano in condizioni di miseria.
Abolizione della servitù della gleba
Lo zar Alessandro II, cercó di affrontare i problemi attraverso una cauta politica di riforme, in particolare nel
febbraio 1861, riuscì ad abolire la servitù della gleba. Il contadino liberato dunque, riceveva la terra che
prima lavorava come servo, ma in cambio doveva pagare un riscatto al proprietario che poteva essere in
natura o in denaro.
Questa legge ebbe un risvolto negativo, poiché spesso i contadini non riuscivano a pagare il riscatto e
dunque si doveva procedere alla sottrazione delle terre. Coloro che acquistavano le terre al posto dei
contadini, erano i “kulaki”, ovvero i medi proprietari terrieri che grazie a ciò diventavano ricchi.
Lo sviluppo industriale
Questa arretratezza era evidente nelle relazioni commerciali con i paesi esteri. Infatti la Russia, dipendeva
dall’Occidente, poiché importava da esso i macchinari per incrementare le fabbriche, ed esportava le sue
materie prime. I maggiori investitori per lo sviluppo russo furono Francia, Germania e Gran Bretagna.
Fra il 1885 e il 1898, la produzione industriale crebbe del 400%, e questo fu uno sviluppo imposto fu dallo
Stato.
Gli oppositori
Nonostante ciò, non tutti erano d’accordo sul rapporto che legava la Russia con l’Occidente, poiché si
voleva mantenere la propria identità. I principali oppositori erano i colti, che si dividevano in tre gruppi:
-occidentalisti: i quali valutavano positivamente il capitalismo e proponevano l'Europa comò modello di
sviluppo e dunque opponendosi allo zar

-slavofili: i quali sostenevano che la Russia dovesse trarre profitto dagli errori di altri paesi, mantenendo
una propria identità. Furono anche chiamati “populisti”, poiché pensavano che lo sviluppo non dovesse
partire dalla borghesia, ma da coloro che facevano parte del popolo contadino. Nell’81, uccisero lo Zar
Alessandro II per una forte opposizione.

-marxisti: i quali capitanati da Marx,vollero una rivoluzione borghese democratico-liberale, per una
successiva rivoluzione socialista. Essi si opponevano ai populisti, poiché preferivano una rivoluzione
dettata dal proletariato, ma allo stesso tempo evitando lo sfruttamento. Nel 98, fondarono il Partito Operaio
Socialdemocratico Russo, che si divise in due correnti: bolscevichi, con a capo Lenin e i mense vichi, con a
capo Martov.

-bolscevichi: volevano attuare una rivoluzione più aggressiva. Essi costituivano la maggioranza, e ne
facevano parte i professionisti della politica, i quali volevano portare gli operai all’abolizione della proprietà
privata. Arrivando così a chiamarsi nel 1918 partito comunista,

-menscevichi: volevano una rivoluzione meno aggressiva.

Rivoluzione del 1905


Nel 1905 in seguito alla guerra contro il Giappone, la Russia visse una grande crisi. In particolare, il 9
gennaio 1905, quando circa 140.000 persone raggiunsero il Palazzo d’Inverno, che era la residenza dello
Zar. Si trattava di una processione pacifica, ma l’esercito aprì il fuoco sui manifestanti e dunque questa
giornata passò alla storia come la domenica di sangue. Questa repressione causò scioperi e rivolte,
arrivando con lo Zar Nicola II, alla concessione della “Duma”, ovvero l’elezione di un Parlamento. La rivolta
però raggiunse San Pietroburgo, e si ebbe uno sciopero generale, con la successiva creazione dei soviet. I
soviet, erano dei consigli dei lavoratori, che operavano rivolte e scioperi per rivendicare le questioni
economiche o sociali, e avevano come capo Trockij.

Rivoluzione del 1917


Con la prima guerra mondiale la situazione precipitò, arrivando ad una nuova ondata di scioperi. Il 23
febbraio 1917 gli operai di Pietrogrado (ovvero Pietroburgo) insorsero in massa. L ’esercito si rifiutó di
obbedire allo zar e così inizió la rivoluzione di febbraio che si estese fino a Mosca. Lo zar Nicola II, fu
costretto nel 1917 ad abdicare e nacque così la Repubblica.
Si formarono due centri di potere:
- un governo provvisorio, appoggiato dai borghesi. Essi volevano continuare la guerra
- soviet di Pietrogrado, dominato da menscevichi e socialrivoluzionari. Essi erano contro alla
continuazione della guerra.
Nel mentre, Lenin tornò in Russia, grazie all’aiuto del governo tedesco, dopo il suo esilio proclamato dallo
zar Nicola II .
Il 4 aprile 1917 Lenin pubblicò un documento intitolato le “Tesi di Aprile”Il 4 aprile 1917, in cui illustrò il suo
programma, attraverso tre tesi fondamentali:

1)tutto il potere ai soviet: i rappresentanti devono essere considerati come organi del potere rivoluzionario,
dunque sta mettendo le basi per l’URSS. Essi possono essere utilizzati in connessione con gli scoperti e
insurrezione, dunque dovevano ribaltare il governo provvisorio, prendere il potere e dare la possibilità di
allontanare la Russia da quello che é il capitalismo occidentale.

2)la pace: propone la pace a tutti quelli che vogliono la guerra. I governi attuali, accetterebbero questa
rivoluzione.
3)la terra dei contadini: Voleva instaurare una dittatura democratica, dittatura perché contro il partito della
borghesia e dunque che possa eliminarla, democratica, perché fosse appartenente a tutti, rappresentando
la maggior parte della popolazione, a favore dei contadini. Lo scopo era di portare a termine la rivoluzione
borghese, per suscitare la rivoluzione socialista in Europa.

Rivoluzione di ottobre 1917


Nel giugno del 1917, si svolse a Pietrogrado il I Congresso panrusso dei soviet, ovvero l’assemblea dei
delegati dei soviet di tutte le province della Russia. Nel mese di luglio a Pietrogrado gli operai e i soldati
scesero in piazza per impedire la partenza per il fronte.Nel mese di settembre i bolscevichi conquistarono
la maggioranza nei soviet di Pietrogrado e a Mosca.

Il 24 ottobre 1917, la Guardia Rossa, occupò i punti strategici di Pietrogrado e la sera del giorno dopo
venne preso d’assalto il Palazzo d’Inverno. Questa fu una rivoluzione gloriosa, ovvero senza spargimento
di sangue, che portò i bolscevichi al potere e all’apertura del Congresso panrusso dei soviet , e così si
avviava un potere sovietico. Calendario italiano 11 giorni in avanti

Il primo atto del Congresso dei soviet fu l’approvazione dei due decreti:
-decreto sulla pace, che invitava i Paesi occupati nella guerra ad una pace immediata.
-decreto sulla terra, che abolí la proprietà privata.
Il 12 novembre 1917, ebbero luogo le elezioni e i risultati furono sfavorevoli per i bolscevichi. Nonostante
ciò però essi avevano un seguito molto numeroso, e ripresero il potere con la forza. In risposta, Lenin
proclamò la dittatura del proletariato. Così i menscevichi con un colpo di stato, abbandonarono i soviet,
accusandoli di aver affossato la democrazia.

Quando però i bolscevichi presero il potere, le condizioni economiche erano pessime e con il passare dei
mesi la situazione peggiorò poiché:
- i contadini producevano per l’autoconsumo
- il governo non era in grado di riscuotere le tasse e così aumentò l’inflazione
- il controllo operaio era gestito in modo controproducente

Così il governo bolscevico attuò il comunismo di guerra, ovvero una politica autoritaria che prevedeva il
totale controllo dello Stato sull'economia, ed era la centralizzazione delle fabbriche e delle industrie,
Il primo problema che si dovette affrontare fu quello della pace, e così Lenin iniziò a trattare con l’esercito
tedesco. Così il 3 marzo 1918 a Brest-Litovsk, venne firmata la pace fra russi e tedeschi. Grazie a ciò la
Russia fu obbligata a cedere alla Germania alcune regioni. In particolare: il Caucaso e la Bielorussia,
l’indipendenza della Finlandia e dell’Ucraina, e rinuncia alla pretese dei paesi baltici, ovvero Lituania,
Estonia e Lettonia, e anche la Polonia.

GUERRA CIVILE
A partire dalla primavera del 1918, la repubblica dei soviet dovette affrontare una duplice minaccia.
- divampò una guerra civile causata dal fatto che era presente la volontà di isolare la Russia
dall’Occidente e non tutti si trovavano d’accordo. Dunque si crearono due schieramenti:
- Armate bianche: ovvero le forze controrivoluzionarie
- Armata Rossa: creata da Lenin, ovvero l’esercito bolscevico.

Questa guerra non fu semplice, perché ci furono quasi 3 milioni di morti, fra cui lo Zar e la sua famiglia.

Nel luglio 1918, entrò in vigore la Prima Costituzione Sovietica. Essa prevedeva che il nuovo Stato
diventasse una repubblica federale e di dare maggiore libertà agli Stati satelliti di aggregarsi
volontariamente. Dunque afferma i diritti del popolo sfruttato e oppresso
Nel 1920 la guerra civile terminò con la vittoria dell’Armata Rossa. Questo perché ebbero l’appoggio dei
contadini, ai quali Lenin aveva promesso dei possedimenti di terre.
L’armata rossa prese il nome di “Cieka” e diventò una polizia di Stato. Ciò accadde perché la forza veniva
esercitata attraverso la violenza,ovvero tutti gli oppositori che erano contrari alla rivoluzione venivano uccisi
o messi in carcere. Dunque c’è un passaggio da governo provvisorio a dittatura. Mentre la dittatura
giacobina fu creata per difendersi da attacchi esterni, quella di è premeditata per costruire uno Stato
dittatoriale.
Fra il 1920 e il 1922 si unirono altre province alla Repubblica russa, e nel dicembre 1922, nacque l’Unione
delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Essa venne presentata come lo Stato dei contadini e degli
operai dei soviet.

La nep
Nel marzo 1921, si tenne a Mosca il X Congresso del Partito comunista, che vide la nascita della Nuova
Politica Economica (NEP). Essa prevedeva:
- la possibilità per i contadini di coltivare la terra per le loro necessità, dopo aver consegnato allo
Stato una parte del raccolto.
- legalizzazione del commercio spicciolo
- proprietà statale solo delle grandi fabbriche, con la conseguente creazione di un sisma di
produzione misto
Ci furono molti risultati e le condizioni dei contadini migliorarono, e dunque il Paese uscí dalla carestia.
Un altro provvedimento preso durante il Congresso, fu la proibizione del FRAZIONISMO, ovvero
l’organizzazione di correnti stabili nel partito. Si approvò la regola del centralismo democratico, dunque una
volta che il partito assume una posizione era vietato contrastarla, poiché diventava vincolante per tutti.
Tutto il potere era nelle mani di Lenin e dunque l’URSS diventava sempre più uno Stato totalitario a partito
unico.

La lotta per la successione


Nel 1922 Lenin fu colpito da una malattia cerebrale e si aprì così un periodo di lotte per la successione, in
particolare fra: , segretario generale del Partito Comunista e Trockij, comandante dell’Armata Rossa.
Erano presenti vari punti sui quali i due schieramenti si contrapponevano:
-gestione del partito: Trockij avrebbe voluto ridare spazio alla democrazia interna
-giudizio sulla NEP: Trockij proponeva di accelerare il processo di industrializzazione. al contrario era
favorevole a una parziale libertà di commercio
-diversa valutazione della situazione politica internazionale e sulle prospettive della rivoluzione: Trockij
sosteneva una rivoluzione permanente, ovvero diffondere la rivoluzione anche in Europa. riteneva che
bisognasse rimanere fedeli al socialismo russo.

Trockij godeva di grande prestigio, ma a partire dal 1922 il potere di cominciò ad aumentare.
Infatti nell’aprile di quell’anno era stato nominato segretario generale del partito comunista dell’unione
sovietica. Ciò gli permise di impadronirsi del partito e dunque controllare lo Stato. Perciò questo scontro si
risolse con l’affermazione di . Trockij, andò in esilio in Messico e madò un sicario per ucciderlo poi nel
1940.

PRIMO DOPOGUERRA
I limiti dei trattati di pace
I trattati di pace firmati a Parigi tra il 19 e il 20, cambiarono il volto dell’Europa, ma non garantirono una
pace duratura. Il nuovo assetto geopolitico creò una diffusa insoddisfazione, infatti:
- la Germania, si sentiva umiliata per la notevole riduzione del suo territorio
- l’Italia, riteneva di non essere stata ripagata a sufficienza, poiché non le erano stata riconosciute
Fiume e la Dalmazia
- molti nuovi Stati erano abitati da popolazioni diverse spesso in contrasto fra loro

La società delle nazioni


Nel 1920 fu fondata a Ginevra la Società delle Nazioni, e quasi tutti gli Stati del mondo ne entrarono a far
parte. L’obiettivo era di costruire un’organizzazione che fosse in grado di risolvere attraverso la diplomazia i
contrasti tra gli Stati. Ciononostante questa organizzazione non riuscì a mantenere una pace, per due
motivi:
- il rifiuto degli Stati Uniti di farne parte
- la mancanza di una forza militare

Problemi economici e sociali del primo dopoguerra


I paesi coinvolti nel conflitto dovettero affrontare diversi problemi sociali ed economici:
- si verificò un calo demografico
- l’Europa dovette affrontare una crisi economica
- I debiti contratti per le spese di guerra portarono all’inflazione

I cambiamenti nella società


La guerra aveva trasformato radicalmente la società:
- la mobilitazione aveva creato una coscienza collettiva
- il ritorno alla vita civile portò conflitti sociali e i partiti di organizzarono
- I reduci di guerra chiedere un riconoscimento al loro impegno
- le classi sociali avevano capito l’importanza di riunirsi in un’organizzazione e proposero precise
richieste, come l’aumento del salario.

Il nuovo ruolo delle donne


La prima guerra influì anche sulla condizione sociale ed economica delle donne. Esse si ritrovarono a
dover sostituire gli uomini nell’ambito lavorativo e familiare. Poterono dunque, godere di migliori condizioni
economiche, ed iniziarono ad emanciparsi, fino ad arrivare alla conquista del diritto di voto alle donne.

La sfiducia nella democrazia liberale


Nella società, l’insoddisfazione era diffusa e sempre più spesso le soluzioni proposte dalle organizzazioni
politiche furono messe in discussione. Tra il 1919 e il 1920, il disagio si espanse in tutta Europa con una
serie di scontri e dunque la democrazia liberale vacilló. Solo in Francia e Inghilterra il sistema politico resse,
mentre negli altri stati dell’Europa, la crisi aprì la strada alle dittature.

L’ internazionale comunista
Dopo la rivoluzione bolscevica del 1917, il mito della rivoluzione si diffusa e il modello del nuovo Stato
comunista diventò irrealizzabile. Lenin riteneva necessario unire in un’unica organizzazione i veri socialisti
rivoluzionari e nel marzo 1919 sorse a Mosca la Terza Internazionale. Nel luglio 1920, si tenne a Mosca il
Congresso dell’Internazionale Comunista, in cui Lenin elaborò un documento in cui fissava in 21 l’unti le
condizioni per poter aderire alla Terza internazionale.

La crescita del movimento operaio


Nel primo dopoguerra le organizzazioni del movimento operaio si rafforzarono e i partiti politici videro
aumentare i numeri dei loro iscritti. Il movimento operaio chiedeva una società più equa e giusta,
rivendicando salari più alti e i contadini volevano terre da coltivare. I partiti socialisti ottennero importanti
successi, mentre i sindacati raccoglievano il consenso dei lavoratori.

Il biennio rosso
Tra il 1919 e il 1929, ci furono molteplici scioperi in Europa per l’aumento del salario e la giornata lavorativa
di 8 ore. Questo periodo fu chiamato biennio rosso, e nacquero i consigli operai, che sul modello dei soviet
russi, si presentavano come i rappresentanti del proletariato nella società comunista. L’esperienza
rivoluzionaria in Europa fu un fallimento e in tutti i paesi, i tentativi di ribaltare il sistema furono stroncati con
la forza.

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