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La Biblioteca Degli Oltracque

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La Biblioteca degli Oltracque si trovano testi liturgici, volumi di teologia

come il De Rerum Celestis del Trismegisto, testi


Dopo aver trascorso una meritata giornata di riposo, di scolastica e filosofia e manuali di condotta
Padre Fortunato decide che, prima di lasciare clericale.
Riponte per proseguire il viaggio verso Torralbina, • Epistolario della Famiglia d’Oltracque, che
valga la pena consultare la biblioteca della Rocca contiene oltre duecento volumi di raccolta della
in cerca di indizi che possano far luce sulle ragioni corrispondenza di ciascuno dei predecessori del
legali delle due parti in causa e, possibilmente, Visconte, insieme alle loro biografie e patenti di
evitare il conflitto tra le due Valde. nobiltà e una vasta sezione di documenti e titoli
Ritornato dai Mattutini al Santuario, Fortunato va a di proprietà della famiglia (non tutti liberamente
svegliare Lorenzo, il quale aveva espresso il desiderio consultabili).
di accompagnarlo nelle ricerche. • Manoscritti sulla Storia del Regno e della
I due raggiungono la biblioteca dove vengono accolti regione, contenente volumi come l’Enciclopedia
dal giovane Don Brunetto Divaldo, l’Archivista di Araldica del Gualdonero, che contiene alberi
Riponte, che si dimostra molto loquace raccontando genealogici e blasoni di tutte le famiglie nobiliari
loro la storia della biblioteca sin dalle sue origini. della regione e gli Annales Regni, una storia
Quella posseduta dalla famiglia degli Oltracque è anno per anno di tutto il Regno.
una delle poche biblioteche nel Gualdonero. • Sezione Occulta, per la cui consultazione è
Il trisnonno dell’attuale Visconte, Cangrande richiesta la presenza ed il consenso dell’Archivista
d’Oltraque, dedicò l’intera vita (e buona parte che contiene volumi come il terribile Malleus
della fortuna di famiglia) ad acquistare volumi da Maleficarum, la Magie Naturelle di Galimberto
mercanti itineranti, monasteri e collezioni private Soglia, il De Umbrarum Regni Novem Portis,
di altri nobili signori di ogni parte del Regno, con il Codex Levantinum e il Delomelanichon di
i quali intratteneva una fitta corrispondenza. Il Neracroce, tutti volumi proibiti il cui possesso è
Particolare interesse di questo singolare personaggio parte di una generosa concessione di privilegio
ricadeva nella sfera dell’Occulto, del quale estesa dal Culto Mitrano ai colti signori di
Cangrande si riteneva un esperto. Per garantire Riponte.
la salvaguardia della sua anima dal contenuto di
alcuni dei volumi più ricercati e pericolosi acquisiti I due compagni ringraziano Don Brunetto e
tramite oscuri canali, il Visconte siglò un accordo chiedono il permesso di condurre alcune ricerche
con il Priore del Monastero orsolita di Mongrisulfo, alle quali il monaco non pone alcun divieto,
che sin da allora mantiene un novizio Archivista ad eccezione della consultazione dei Tomi di
all’interno della biblioteca come tutore spirituale dei Occulto poggiati su un imponente scaffale di
suoi usufruitori. Attualmente Don Divaldo ricopre Albruno al fondo della stanza. Prima di lasciarli
la carica, un compito che il giovane monaco sembra alle loro ricerche infine l’Archivista consegna loro
prendere molto sul serio. un documento avvolto in una cartella di pelle
La biblioteca si trova nell’ala occidentale della rocca conciata che rivela essere la copia del Contratto che
di Riponte, in una vasta sala a ridosso della murata assicurerebbe ai discendenti del Primo Visconte
esterna percorsa da gelidi spifferi. Scaffali di noce di Riponte il privilegio unico di riscossione delle
divorati dalle tarme scricchiolano sotto il peso di gabelle di attraversamento fluviale. L’Archivista dice
enormi volumi rilegati in pergamena, molti dei quali di aver ricevuto espresso ordine da parte del Visconte
ancora manoscritti. Don Brunetto trascorre molte di consegnare loro il documento in modo che si
ore del suo tempo libero nella biblioteca, intento possano accertare del fondamento legale del suo
a riordinare i volumi e mantenerli al sicuro dalla contenzioso con il Visconte Randolfo di Torralbina.
polvere, dagli insetti e dall’umidità. Dopo aver ringraziato Don Brunetto, Padre
Presentando a Lorenzo e Padre Fortunato il Fortunato inizia immediatamente ad analizzare il
contenuto della biblioteca, Don Brunetto illustra documento e, dopo solo alcuni istanti, il suo occhio
loro le diverse sezioni in cui essa è suddivisa: esperto riconosce alcuni indizi che fanno pensare ad
una poco abile contraffazione:
• Codici Teologici. Questa sezione, piuttosto rara In primo luogo la pergamena su cui è stato vergato
nella collezione di un privato laico, si deve in il documento, sebbene visibilmente antica, presenta
gran parte ad una donazione del monastero di chiare tracce di graffiatura, il processo impiegato
Mongrisulfo al Visconte Corvalo. Al suo interno dai copisti medievali per rimuovere l’inchiostro
dalla pergamena e poterla riutilizzare. Esaminando fratello minore Oberto viene indicato come figlio di
il foglio sopra la luce di un cero, Fortunato nota in M.I. (Mater Ignota). Fatto ancora più singolare ad
trasparenza i segni di precedenti scritture, che per ogni generazione di discendenti di Oberto uno dei
posizionamento e regolarità fanno pensare ad una figli (il minore) avrebbe generato una discendenza
vecchia pagina di un manoscritto litugico. con Madre Ignota e sarebbero tati proprio questi
Inoltre, fatto ancora più strano, le firme al fondo rampolli e non i fratelli maggiori ad ereditare il
del documento: quella del Marchese Grimoaldo I titolo di Visconte di Torralbina.
e quella di Arcone d’Oltracque, avo del Visconte
Corvalo, appaiono tracciate dalla stessa mano. Mentre Fortunato si dedica a queste importanti
A confermadei loro sospetti, Lorenzo inumidisce il scoperte Lorenzo mantiene un occhio vigile sui
pollice con la saliva e lo passa sul foglio, notando che movimenti dell’Archivista, il quale finalmente si alza
le sbavature dell’inchiostro laddove egli appoggia il dal suo scrittoio e si dirige verso un angolo della
polpastrello. Solo l’inchiostro fresco si comporta in biblioteca infilandosi all’interno di una porticina
quel modo. e scomparendo alla vista. Deciso ad approfittare
Sussurrando per non farsi sentire dall’Archivista, di quella momentanea assenza Lorenzo si dirige
che li osserva ansiosamente dal suo scrittoio, verso l’imponente scaffalatura dedicata ai volumi
Fortunato e Lorenzo concordano nel concludere che dell’Occulto, incapace di vincere la sua curiosità
il manoscritto consegnato loro dall’Archivista sia un verso quell’affascinante montagna di sapere proibito.
falso. Fortunato, completamente assorto dalle sue ricerche,
Tuttavia alcuni elementi al suo interno fanno non fa caso al compagno che sta nel frattempo
riflettere per specificità: facendo correre uno sguardo cupido sui volumi
Innanzitutto la data: 493 A.R. (Anno del Re) che rilegati cercando di individuarne qualcuno la cui
Fortunato decide di andare a ricercare all’interno sparizione potrebbe passare inosservata. I suoi occhi
degli Annali del Regno, scoprendola corrispondere incontrano il dorso di un grosso incunabolo rilegato
all’ultimo anno della Prima Guerra Ultramarina, in pelle rossa. Il titolo, iscritto in filigrana d’oro,
combattuta tra i cavalieri del Regno e le armate del recita Codex Levantinum ma è il nome dell’autore
Basiliscato Arimanno d’Oriente, e conclusasi proprio riportato in caratteri minuti al di sotto ad aver
quell’anno con la capitolazione di Nicomedia e il catturato l’attenzione di Lorenzo: A. Torchia.
sacco della sua celebre biblioteca, ritenuta il più Afferrando il volume Lorenzo fa ritorno da Padre
grande ricettacolo di sapere mai esistito. Fortunato deponendolo pesantemente sul tavolo.
Ricordandosi che il Visconte Corvalo avesse fatto Quando il prete si accorge della provenienza di quel
riferimenti allo Spettro del suo antenato usando volume si appresta a rimproverare il suo compagno
l’appellativo di Cavaliere d’Oriente, Fortunato e per quella trasgressione ma viene fermato dal dito di
Lorenzo deducono che la data non sia frutto di un Lorenzo puntato sul nome dell’autore iscritto sulla
capriccio del copista. copertina. Ritornando a controllare il Contratto
Anche i nomi riportati sul documento, in nelle sue mani Fortunato legge, all’ultima riga,
particolare quello dell’antenato del Visconte: Arcone il nome del Notaio di Porto Servo che avrebbe
d’Oltracque, possono facilmente essere confrontati stipulato il documento: Aristide (A.) Torchia.
con altre fonti e Lorenzo si dirige senza esitazione a Gettando una fugace occhiata in direzione della
prelevare da uno scaffale la voluminosa Enciclopedia porta nella quale si è dileguato l’Archivista,
Araldica del Gualdonero, nella quale i due trovano Fortunato e Lorenzo si scambiano uno sguardo
senza difficoltà l’intero albero genealogico della complice prima di aprire la pesante copertina e
Famiglia d’Oltracque. rivelare un frontespizio che recita:
Secondo quanto riportato nell’Enciclopedia il
capostipite della dinastia sarebbe stato un certo Leggi dell’Ordine dei Cavalieri di Levante
Guidarcone da Pietralata, padre di due figli: Arcone come stabilite e vergate dai suoi fondatori
d’Oltracque, indicato come Primo Visconte di
Riponte, e Oberto Aurus, dal quale (scoperta Nella breve lista di nomi che segue
interessante) discenderebbe il Visconte Randolfo quell’introduzione i due scorgono i tre nomi di
di Torralbina. Altro dettaglio interessante che non Grimaldus Umbrarivam (Grimoaldo d’Ombrariva),
sfugge allo sguardo attento di Lorenzo è il fatto Arconus Pietralatus (Arcone di Pietralata) e Aristides
che, sebbene Arcone sia indicato come figlio di Torchiam.
Guidarcone con una certa Virgulta Drolanti, il Tutti e tre i co-signatari del Contratto appartenevano
M.I.
Aura di Sclavona

Picca Neraldi
Lucilda Broldi M.I.

Fosca Grimaldi

M.I. Valda dei Liberi

Aurona della Pieve

Jolante Aldobrigi M.I. Lutmilla di Servidoro

M.I.

Cleonda della Ripa M.I. Rosmunda della Pietra

Virgulta Drolanti
dunque al medesimo ordine: I Cavalieri di Levante
o Cavalieri d’Oriente, una loggia di nobili con
evidenti interessi per l’Occulto sorta dalle ceneri
della Biblioteca di Nicomedia.
Soddisfatti della loro importante scoperta i due
si apprestano a riportare il volume proibito sullo
scaffale e a formulare un piano:
Entrambi sono ormai certi che l’Archivista debba
essersi servito di una traccia reale per falsificare il
documento consegnato a Padre Fortunato come
confermato dai numerosi riferimenti ad eventi e
personaggi reali e visibilmente collegati tra loro da
un’antica cospirazione. Se dunque l’Archivista avesse
copiato, almeno in parte, un autentico documento
originale negli ultimi giorni (come confermato dalla
freschezza dell’inchiostro) la copia originale deve
ancora trovarsi da qualche parte all’interno della
biblioteca.
Lorenzo propone a questo punto un piano rischioso:
nascostosi all’interno della biblioteca egli attenderà
il crepuscolo e la chiusura della biblioteca. Una
volta rimasto solo potrà con facilità introdursi
nell’archivio e cercare indisturbato la copia originale
del Contratto senza essere scoperto.
Sebbene Padre Fortunato sia consapevole dei rischi
del piano di Lorenzo acconsente, non vedendo
alternative per scoprire la verità che il Visconte
ha avuto tanta cura di cercare di nascondere alla
Commissione di Grisalto.

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