studi e ricerche
Conoscere per conservare e valorizzare.
Le lapidi della Cattedrale di Ruvo di Puglia.
L
a Pro loco di Ruvo di Puglia è impegnata nella conoscenza
e nella valorizzazione del patrimonio materiale e immate-
riale del territorio ruvese. Nel 2023 l’Associazione, d’intesa
con l’allora parroco della cattedrale, don Salvatore Summo, oggi
parroco emerito, ha portato a compimento il progetto di valoriz-
zazione dei beni culturali della chiesa matrice; sono state elabo-
rate didascalie esplicative dei monumenti sepolcrali, sculture e
dipinti ubicati nelle navate e nelle due cappelle laterali superstiti
del duomo.
Sulle pagine de “il rubastino” continua la pubblicazione del la-
voro svolto che non ha la pretesa dell’esaustività, ma è il primo
passo sulla via della consapevolezza della memoria storica e ar-
tistica del vasto patrimonio culturale ruvese.
Si ringrazia la fotografa cinzia cantatore per le immagini dei
beni culturali censiti.
4. LAPIcIDA MERIDIONALE
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Iscrizione commemorativa
altezza 50 cm – larghezza 70 cm – profondità 13 cm micia con pizzo al collo e alle maniche; al di sopra di quest’ul-
XII secolo tima, un farsetto; veste i cannions, pantaloni corti rigonfiati alle
cosce che lasciano intravedere la calzamaglia; calza scarpe dalla
L’iscrizione è un testo poetico formato da tre distici latini che tra- punta presumibilmente arrotondata. A completare l’abito, una
manda alla posterità il messaggio che, di seguito, si restituisce in vistosa gorgiera; una cappa dal collo alto, ricamato a pieghe ri-
italiano nel suo senso generale. cade sulle spalle e un berretto pieghettato ornato da una rosetta
Roberto, gloria dei conti normanni, in segno di religiosa pietà cinge il capo.
verso il padre (Roberto I di Bassavilla), fece eseguire, saggio, Il volto di Escobar è incorniciato da una acconciatura composta,
quest’opera insigne. Gli fu utile il consiglio e l’aiuto del ve- con barba e baffi evidenti ma corti.
scovo eletto di nome Urto, che, quando la luna dieci volte com- Il defunto cinge con entrambe le mani un libro all’altezza del
pletava il suo giro, compiva l’opera per lui, dopo la distruzione ventre, simbolo di saggezza; alla sua sinistra, in secondo piano,
della città e della chiesa. una “spada da lato” nel suo fodero con la punta ricamata, defi-
(lettura e traduzione a cura di Mons. Vincenzo Pellegrini). nita nell’abbigliamento spagnolo “Espada ropera”, cioè "spada
Il Pellegrini ipotizza che l’opus nobile, l’opera insigne, a cui da soprabito".
l’iscrizione fa riferimento sia da identificare in una piccola chiesa Il ductus scultoreo è improntato al verismo rappresentativo;
dedicata alla Santissima Trinità, edificata da Roberto II di Bassa- l’opera costituisce un esempio seriore fra i monumenti sepolcrali
villa (conte della contea di conversano di cui Ruvo faceva cinquecenteschi della cattedrale.
parte), in seguito alla distruzione della città e della chiesa (1156 In basso, a sinistra, è scolpito lo stemma familiare, partito verti-
– 1158). calmente in due campi, dove quello di destra è ulteriormente di-
viso in due da una sottile burella (striscia); ciò evidenzia come il
5. ScULTORE MERIDIONALE nostro Escobar fosse imparentato con altre famiglie nobili.
Lastra sepolcrale di Alberto (o Alberico) Escobar L’emblema a sinistra dello scudo rappresenta il casato degli Esco-
altezza 197 cm – larghezza 69,5 cm – profondità 26 cm bar mediante tre scope, al centro del campo, disposte in 2 – 1; in
3 febbraio 1589 spagnolo il termine escoba indica la scopa, per questo la simbo-
logia familiare trae origine dall’assonanza esistente fra il co-
Il monumento sepolcrale appartiene al gruppo delle tombe ter- gnome e un termine noto, comune.
ragne della cattedrale, poste a pavimento della chiesa, a chiusura In basso, ai piedi del defunto, è posta l’iscrizione latina in lettere
e identificazione del luogo di sepoltura. maiuscole capitali che tramanda alla posterità il messaggio che,
La lastra fa parte del sottogruppo delle opere funebri presentanti di seguito, si restituisce in italiano nel suo senso generale.
l’effige del defunto e una iscrizione dedicatoria. Qui giace Alberto (o Alberico) della famiglia degli Escobar.
Lo scultore scolpisce Escobar disteso su un letto, con il capo pog- Livia Rocca, erede del defunto, è incaricata di far celebrare, in
giato su un cuscino ornato di quattro nappe alle estremità. questo tempio, tre messe a settimana in onore di Dio (inventore
Il defunto è vestito secondo la moda maschile tipica del cinque- della falce, cioè della morte) di San Biagio.
cento, in uso alle classi agiate della società. Egli indossa una ca- 3 Febbraio 1589
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6. ScULTORE MERIDIONALE essere identificato nella Bibbia e quindi, simbolo di fede. La grata
San Lorenzo è lo strumento del martirio del santo che fu arso vivo nel 258 d.c.
altezza 162 cm + 67 cm della base – larghezza 56 cm – profondità durante la persecuzione voluta dall'imperatore romano Vale-
30 cm riano.
La statua e la base sono in pietra calcarea, sono evidenti tracce L’espressione lorenziana è serena, guarda in basso verso i fedeli
policrome che lasciano intendere che la scultura, in origine, fosse che accorrevano all’altare; la scultura riesce ad entrare in empatia
interamente dipinta. con l’osservatore.
XVI secolo Il libro, simbolo della fede cristiana, dona la forza necessaria du-
rante il martirio; una energia tale da far pronunciare al Santo, se-
La scultura di San Lorenzo proviene dalla cappella omonima, la condo la tradizione, le parole: “Questa parte è cotta, volta e
prima a sinistra, entrando dalla porta minore sinistra della cat- mangia”. Quindi, la scultura ci comunica - per immagini –
tedrale; tale altare fu demolito negli anni trenta del Novecento quanto possa essere importante credere per affrontare le avver-
quando si decise di eliminare tutti gli elementi che non fossero sità che la vita richiede.
medievali, al fine di riportare la chiesa allo stato originario o pre- La scultura poggia su un alto basamento litico scolpito con
sunto tale. grande eleganza, tripartito, con un sostegno decorata da quattro
La parte retrostante non è completa in quanto essa doveva essere cherubini, sormontato da un toro ornato da foglie di acanto e
osservata solo frontalmente, dal basso, essendo ubicata al di frutti racchiusi da un nastro avvolgente, a sua volta sormontato
sopra di un altare. dalla struttura di appoggio a contatto con la scultura.
Il santo, martirizzato sulla graticola ad appena trentatré anni, è
rappresentato giovane, con una folta capigliatura a ciocche por- 7. LAPIcIDA MERIDIONALE
tate all’indietro. Lastra sepolcrale del mastro Antonio Nicola
La veste diaconale è decorata da un campo quadrangolare rac- altezza 152,5 cm – larghezza 83 cm – profondità 13 cm
chiudente un elaborato motivo a grottesche di gusto rinascimen- 1420
tale; le maniche sono ornate da fasce formate da un susseguirsi
di volute e foglie d’acanto. Il monumento sepolcrale appartiene al gruppo delle tombe ter-
San Lorenzo regge con la mano destra un grande libro chiuso da ragne civili della cattedrale, poste a pavimento della chiesa, a
sigilli mentre poggia la sinistra sulla graticola. Il testo potrebbe chiusura e identificazione del luogo di sepoltura.
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La lastra fa parte del sottogruppo delle opere funebri presentanti
l’effige del defunto e una iscrizione dedicatoria che, in questo
caso, corre uniformemente lungo i lati lunghi e quello corto su-
periore del monumento.
La composizione degli elementi scultorei è impostata secondo
una rigida simmetria assiale, simbolo di perfezione formale.
Il defunto è posto sotto un arco ogivale poggiante su capitelli di
colonne tortili; intorno all’estradosso dell’arco si sviluppa una
decorazione vegetale. In corrispondenza dei capitelli, con svi-
luppo fino alle reni dell’arco, si nota una ricca decorazione ve-
getale che potrebbe essere composta da foglie di ulivo a sinistra
e di quercia a destra. L’ulivo è il simbolo cristiano della pace; la
quercia allude a significati civili legati alla forza e al comando.
Quindi, il defunto possedeva entrambe le caratteristiche: fede
cristiana e determinazione nella sua vita.
L’uomo è rappresentato al centro dell’arco, indossa una veste che
giunge fino alle ginocchia, decorata con una serie ravvicinata di
bottoni dal busto fino al collo, stretta in vita da una lunga cintura
terminante con una punta triangolare, portata cadente in avanti,
dalla fibbia fino ai polpacci.
Le mani del defunto sono giunte, in atto di preghiera, all’altezza
del petto.
Il volto dell’uomo è imberbe; l’acconciatura è formata da capelli
lunghi ricadenti lateralmente fino alle orecchie.
Le gambe erano coperte da calzamaglie strette, i piedi sono chiusi
in basse scarpe dalla punta arrotondata.
Il ductus scultoreo mostra delle imprecisioni rappresentative
nelle proporzioni della figura umana e nei dettagli, a testimo-
nianza dell’esecuzione da parte di un artista di provincia.
In alto a sinistra, un clipeo racchiude un motivo decorativo for-
mato da un fiore a sei petali (esafoglio); in posizione simmetrica,
a destra, una stella a otto punte.
L’iscrizione tramanda alla posterità il messaggio che, di seguito,
si restituisce in italiano nel suo senso generale.
Nel 1420 il maestro Antonio Nicola fece questo sepolcro per se,
i suoi eredi e successori. (7)
Mario Di Puppo
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