Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
11 visualizzazioni44 pagine

In Campo Con Paolo - Traccia Diocesana Campiscuola 2009

Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
11 visualizzazioni44 pagine

In Campo Con Paolo - Traccia Diocesana Campiscuola 2009

Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Sei sulla pagina 1/ 44

~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

~ ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Introduzione
Cari amici,
come l'anno scorso anche per il 2009 abbiamo pensato di ripetere la bella esperienza della
creazione di una equipe diocesana unica, formata da ACR e Giovani, da parrocchie e centro
diocesano, per la realizzazione di una TRACCIA UNITARIA DIOCESANA PER I CAMPISCUOLA di
quest'estate.

L’idea è nata l'anno scorso durante la revisione dei campi e dalle esperienze maturate negli
ultimi anni. È emerso come in tutta la diocesi ci siano molte persone ed energie impegnate nel-
la preparazione di tracce per campi, come spesso le parrocchie cerchino materiale, e infine
come, in molte realtà parrocchiali, la divisione tra ACR e giovanissimi sia meno definita che nei
campi scuola diocesani.
A partire da queste considerazioni è stato avviato il progetto, proposto dal settore Giovani e
dall’ACR, della formazione di un’equipe diocesana per i campi scuola, composta sia da edu-
catori provenienti dalle diverse parrocchie che hanno risposto alla “chiamata”, sia dagli edu-
catori giovanissimi e ACR del centro diocesano di AC, che hanno lavorato insieme alla creazio-
ne di una traccia comune.

Speriamo che questa sia una tappa nel cammino che si pone l’ambizioso obiettivo di connet-
tere tra di loro le diverse realtà parrocchiali a partire dagli educatori, in modo da valorizzare e
sostenere il lavoro di tutti e di ciascuno in un’ottica sempre più diocesana. Vi invitiamo quindi
tutti a prendere in considerazione questo lavoro per allargare sempre di più il raggio di diffusio-
ne di questa bella esperienza e crescere insieme nella diocesanità.

Siamo nell'anno paolino, quindi la scelta del personaggio guida di tutta la traccia è ricaduta su
san Paolo: un campione di santità cui ispirarsi per arrivare a vivere la propria vita nella vera feli-
cità.
La traccia è giocata sulla metafora dello sport: seguendo l'esempio dell'”allenatore” San Paolo
i ragazzi percorreranno diverse tappe fino ad una “partita” finale dal risultato davvero incredi-
bile...
Ecco le tappe:
∗ Il ritiro pre-campionato: la “convocazione”, la chiamata per tutti a mettersi in gioco a parti-
re dai propri punti di forza, ma anche dalle proprie debolezze.
∗ Le regole del gioco: la necessità di avere regole di vita, che non sono divieti o obblighi, ma
una guida per raggiungere la vera felicità.
∗ L'allenamento: l'importanza di un cammino costante e personale di formazione e preghiera.
∗ La squadra: è tempo di mettersi tutti in gioco, al servizio degli altri, mettendo a frutto i propri
talenti.
∗ Il doping: una riflessione sul modo in cui ci si pone di fronte a ostacoli e difficoltà, ci mettia-
mo d'impegno per affrontarli o preferiamo la via facile che aggira l'ostacolo?
∗ Risultato finale:100 a 1!: il risultato finale è davvero incredibile, Gesù ci promette non solo la
vita eterna, ma anche di raggiungere la vera felicità in questa vita.

Non ci resta che lasciarvi alla lettura della traccia...

Buon lavoro e buon campo!

Equipe Diocesana per i campiscuola

~ 2 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Guida per l’uso

Ci sembra giusto sottolineare che questa traccia non ha pretese di completezza, ma anzi ha la
veste di una bozza che può essere ripensata e rielaborata a seconda delle esigenze del cam-
po che si sta preparando.
La traccia è unica, nonostante venga proposta sia per ACR che per G.imi. In ogni tappa si pos-
sono ritrovare diversi livelli di riflessione, più o meno adatti ad una specifica fascia di età, a voi il
compito di selezionare tra i diversi obiettivi e le diverse attività e domande proposte quelli più
adatti ai vostri ragazzi.

Ciascuna delle 6 giornate proposte parte dalla metafora sportiva per arrivare all'analisi e al
confronto su varie tematiche che riguardano la vita quotidiana dei ragazzi; al termine di ogni
tappa è inoltre proposto un riferimento agli scritti San Paolo più inerenti al tema trattato; in
questo modo l’apostolo diventa il personaggio guida, nonché l’”allenatore” durante tutto il
percorso.

Dal punto di vista più pratico, ogni tappa contiene:


∗ Un’idea di fondo e degli obbiettivi che aiutino l’educatore ad impostare la riflessione
∗ Alcuni brani della Bibbia che si possono utilizzare per i momenti di liturgia, nonché come
guida per la riflessione di gruppo
∗ Alcuni spunti di riflessione, che possono essere usati sia per la riflessione personale dei
Giovanissimi, che come aiuto per gli educatori che devono guidare il gruppo
∗ Alcune domande di vita per i ragazzi utili per iniziare la discussione di gruppo, o per la ri-
flessione personale dei singoli ragazzi
∗ Una o più proposte di attività, utili per lanciare il tema della giornata (alcune sono più a-
datte a ragazzi delle medie, altre per quelli delle superiori, altre ancora sono adattabili a
tutte le fasce d’età)
∗ Alcune idee per i momenti di preghiera, inserite in particolare per rendere le lodi, o qual-
siasi momento di preghiera, più aderenti al tema giornaliero
∗ Approfondimenti per Giovanissimi ed educatori
∗ Approfondimenti ulteriori sulla vita o sugli scritti di San Paolo (l’angolo del coach Paolo)

Inoltre abbiamo inserito tra la quinta e la sesta tappa alcuni spunti per un eventuale momento
di deserto, che comunque possono essere utilizzati liberamente (o anche di non utilizzati) a se-
conda delle esigenze.

~ 3 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Tappa 1
Il Ritiro pre-campionato
Idea di fondo
: Questa prima giornata di campo è volta ad approfondire la chiamata di Gesù a far parte
della sua “squadra”. E’ necessario conoscere a fondo la propria condizione, affinché si possa
avere percezione del cambiamento inevitabilmente legato a questo incontro. L’ invito e la
chiamata non sono ristretti ad una élite, ma sono per tutti coloro che sanno ascoltare e hanno
voglia di impegnarsi; allo stesso modo l’allenatore convoca tutti i giocatori, anche i non titolari,
cioè quelli che ancora non hanno completato il proprio cambiamento, perché imparino a non
giocare a “testa bassa” e a fare gioco di squadra. Paolo prima di cambiare era colto, un
brav’uomo, viveva una gioia prettamente terrena, e in quanto tale momentanea: non era la
gioia del Signore, la gioia della vita eterna, la gioia del sapere che Dio ti ama.

Obiettivo
L'educatore è chiamato a far confrontare ai ragazzi la propria vita con quella di Paolo da per-
secutore e nel momento della conversione. A quale Paolo si sentono più vicini? Da questo con-
fronto dovrebbe emergere se e in quali circostanze i ragazzi hanno sentito di aver incontrato
Gesù nella loro vita, e se questo ha portato dei cambiamenti, anche piccoli, nella loro vita. In
ogni caso si può proporre l'esperienza stessa del campo appena iniziato come una chiamata
di Gesù che ci invita a incontrarLo e a conoscerLo.

Brano guida
At 26, 1-
1-18
Agrippa disse a Paolo: "Ti è concesso di parlare a tua difesa". Allora Paolo, stesa la mano, si di-
fese così: "Mi considero fortunato, o re Agrippa, di potermi discolpare da tutte le accuse di cui
sono incriminato dai Giudei, oggi qui davanti a te, che conosci a perfezione tutte le usanze e
questioni riguardanti i Giudei. Perciò ti prego di ascoltarmi con pazienza. La mia vita fin dalla
mia giovinezza, vissuta tra il mio popolo e a Gerusalemme, la conoscono tutti i Giudei; essi san-
no pure da tempo, se vogliono renderne testimonianza, che, come fariseo, sono vissuto nella
setta più rigida della nostra religione. Ed ora mi trovo sotto processo a causa della speranza
nella promessa fatta da Dio ai nostri padri, e che le nostre dodici tribù sperano di vedere com-
piuta, servendo Dio notte e giorno con perseveranza. Di questa speranza, o re, sono ora incol-
pato dai Giudei! Perché è considerato inconcepibile fra di voi che Dio risusciti i morti? Anch`io
credevo un tempo mio dovere di lavorare attivamente contro il nome di Gesù il Nazareno, co-
me in realtà feci a Gerusalemme; molti dei fedeli li rinchiusi in prigione con l`autorizzazione avu-
ta dai sommi sacerdoti e, quando venivano condannati a morte, anch`io ho votato contro di
loro. In tutte le sinagoghe cercavo di costringerli con le torture a bestemmiare e, infuriando
all`eccesso contro di loro, davo loro la caccia fin nelle città straniere. In tali circostanze, mentre
stavo andando a Damasco con autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti,
verso mezzogiorno vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvol-
se me e i miei compagni di viaggio. Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi
diceva in ebraico: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te ricalcitrare contro il pungo-
lo. E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: Io sono Gesù, che tu perseguiti. Su, alzati e
rimettiti in piedi; ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai
visto e di quelle per cui ti apparirò ancora. Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai
quali ti mando ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di sa-
tana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l`eredità in mezzo a coloro che sono stati

~ 4 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

santificati per la fede in me.

Spunti per riflettere


Paolo è chiamato a difendersi dalle accuse lanciate dal popolo a cui apparteneva prima del-
la conversione. Inizia a raccontare le sue origini, cioè il punto da cui parte la sua formazione e
la sua appartenenza. Precisa la sua spietatezza e la convinzione di fare la cosa giusta nel mo-
mento in cui perseguitava i cristiani (anche lui votava a favore dell’uccisione) e spesso preso
dal furore non si preoccupava dei compagni: tendeva a primeggiare . Nello sport spesso si è
convinti di fare un buon gioco ma alle volte non si pensa alla squadra, non si passa la palla, si
vuole il proprio momento di gloria, un pò di sana competizione è utile e legittima in un rapporto
sportivo, ma non la si deve restringere ad un sentimento di vanagloria ed egocentrismo. È anzi
utile capire che il gioco di squadra è il migliore ed è quello che dà più soddisfazione. Mentre
percorreva la strada per Damasco, per dare la “caccia” alle comunità cristiane presenti, una
luce più splendente del sole lo avvolse, una luce che noi non possiamo vedere ma che se ci
raggiunge o se la ricerchiamo ci potrà dare la gioia della vita eterna. È proprio qui che inizia il
cammino di Paolo e il nostro nella fede, infatti con il battesimo abbiamo ricevuto il dono della
fede ma dobbiamo incontrare Dio in un modo più forte. Paolo all’inizio non capisce da dove
provenga questa luce e chi sia, ma essa si presenta e gli conferisce la carica di testimone. Così,
come nello sport si è chiamati dal proprio allenatore nel momento in cui si è disposti a sacrifi-
carsi e a mettere a frutto le proprie potenzialità, e si diventa così giocatori e testimoni del pro-
prio impegno e del lavoro di squadra, così nella nostra vita siamo chiamati da Dio a testimonia-
re la gioia della nostra fede, la gioia della vita eterna. Incontrare Dio è come giocare una parti-
ta e anche se non la si vince se ne esce comunque ricchi.
Al ritiro pre campionato si ha la formazione del gruppo (le prime comunità cristiane erano
squadre di fedeli che si ritrovavano segretamente e con il rischio di essere uccisi, pur di cono-
scersi, “creare un gruppo di fede”) è il primo assaggio di quello che sarà il cammino del cam-
pionato, del campo. Paolo è inviato da Dio per aprire gli occhi al prossimo, noi siamo invitati a
giocare una buona partita, che dia frutto ad un gruppo che possa essere forte nella fede e
che contagi più persone possibili con i valori di Cristo.

Domande di vita
 Secondo te perché è stato “convocato” Paolo?
 Paolo era un giocatore perfetto, gioca ogni palla ma capita che la giochi a testa bassa,
non si rende conto della presenza degli altri; Paolo è un persecutore convinto di essere nel
giusto quando parte per cercare le comunità cristiane, Dio lo sceglie solo per i suoi pregi o
anche per i difetti?
 Quali potrebbero essere i motivi per i quali Dio ha scelto proprio lui?
 Quali potrebbero essere i motivi per scegliere te? Pensi di avere delle doti particolari?
 Per quale motivo sei venuto al campo? Pensi che da questa esperienza uscirai cambiato,
come Paolo è stato cambiato dal Signore?
 Pensi di aver già avuto il tuo incontro personale con Gesù?
 Sei pronto per iniziare una nuova “partita” ed essere mandato in missione?
 (quest'ultima domanda è più adatta a ragazzi delle superiori) Paolo dice:”infuriando
all’eccesso contro di loro, davo loro la caccia fin nelle città straniere.”. Fanatismo religioso e
fondamentalismo sono presenti anche nel mondo moderno. Quali principi, convinzioni o
pregiudizi ti inducono a escludere, giudicare, emarginare qualcuno?

Proposte di attivita’
Nascondino con paraocchi
Le regole sono le stesse del nascondino classico, ai ragazzi però verrà dato un paraocchi (che
simbolizza lo stato di cecità di Paolo) che si può preparare attaccando lateralmente ad un
~ 5 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

cerchietto due pezzi di cartone oppure unendo due rotoli vuoti di carta igienica legandoli con
un filo.

Attacca la coda all’asino


Si prepara un cartellone con disegnato un asino senza coda. La coda viene realizzata separa-
tamente e munita di una puntina o scotch. Il ragazzo viene bendato e dovrà cercare di attac-
care la coda sul cartellone, anche aiutato dagli altri compagni tramite suggerimenti. Vince chi
si avvicina di più al punto esatto in cui si dovrebbe trovare la coda dell’asino. Anche questa
attività simboleggia lo stato di cecità di Paolo.

Palla avvelenata.
Le regole sono le stesse della palla avvelenata classica. Quando un ragazzo viene colpito vuol
dire che è stato “convertito” dall’altro gruppo. Vince la squadra che ha “convertito” più perso-
ne.

Capo facci cambiare (direttore d’orchestra)


Ci si mette seduti in cerchio e una persona viene fatta allontanare. All’interno del gruppo verrà
attribuito il ruolo di direttore ad un ragazzo, e gli altri ragazzi dovranno fare l’orchestra e imitare
tutti i gesti fatti dal direttore. Nel frattempo si canta:”capo facci cambiare facci cambiare ca-
po se non ci fai cambiare ti romperemo il capo”. Il ragazzo che era stato allontanato viene fat-
to rientrare nel gruppo e deve indovinare che è il direttore d’orchestra.
Il direttore d’orchestra deve “diffondere” il messaggio e gli altri ragazzi devono fare gruppo a-
dattandosi velocemente ai gesti , in modo da non far scoprire chi è il direttore.

Accanto ai giochi spiegati sopra, un’idea per lanciare il tema, soprattutto per i ragazzi più
grandi può essere quella di cantare assieme o leggere il testo della canzoni inserite nella sezio-
ne “approfondimenti” e impostare su di esse la discussione di gruppo.

Spunti per la preghiera quotidiana

Guidami dolce luce


Guidami, dolce luce,
in mezzo alle tenebre.
Guidami oltre.

La notte è cupa
E io sono lontano da casa.
Ti chiedo: guidami!
Veglia sul mio cammino.
Non ti chiedo di vedere l’orizzonte lontano;
un solo passo mi basta.

Non fui sempre così,


né sempre pregavo perché tu mi guidassi.
Amavo scegliere io stesso la via da percorrere.
Ma adesso ti chiedo: guidami tu.

Amavo il sole abbagliante


E mi guidava l’orgoglio.
Non ricordare i giorni passati.
Sono certo, Amore, che mi guiderai

~ 6 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Per lande e paludi,


per balze e torrenti,
fino a quando il giorno apparirà.

All’alba si affacceranno i volti degli angeli


A lungo amati, ma che più non vedo.

John Henry Newman

La vita è come una partita


Signore, la vita come
Una partita di pallone.
Se accettiamo te come allenatore,
ognuno trova il proprio posto
e quando ognuno esegue bene il suo ruolo
e si mette a servizio della squadra
la vittoria è assicurata!
Aiutami a mettere in disparte
L’esibizionismo, i “virtuosismi” solitari,
il desiderio di mettermi in mostra
o di stare più tranquillo in panchina.
Fa che non mi scoraggi per i “passaggi” sbagliati,
per i fuorigioco o per i fischi del pubblico,
né che mi esalti per gli eventuali applausi
o le temporanee vittorie.
Il tuo sogno è che gli uomini eseguano
Un bel gioco di squadra!
Aiutaci a realizzarlo, senza troppi
Difensivismi.
Sii tu il nostro amico e tifoso,
allenatore e giudice di gara.
(Cfr. Salmo 133)

Salmo 64
A te si deve lode, o Dio, in Sion;
a te si sciolga il voto in Gerusalemme.
A te, che ascolti la preghiera,
viene ogni mortale.
Pesano su di noi le nostre colpe,
ma tu perdoni i nostri peccati.
Beato chi hai scelto e chiamato vicino,
abiterà nei tuoi atrii.
Ci sazieremo dei beni della tua casa,
della santità del tuo tempio.
Con i prodigi della tua giustizia,
tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza,
speranza dei confini della terra
e dei mari lontani.
Tu rendi saldi i monti con la tua forza,
cinto di potenza.
Tu fai tacere il fragore del mare,

~ 7 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

il fragore dei suoi flutti,


tu plachi il tumulto dei popoli.
Gli abitanti degli estremi confini
stupiscono davanti ai tuoi prodigi:
di gioia fai gridare la terra,
le soglie dell’oriente e dell’occidente.
Tu visiti la terra e la disseti:
la ricolmi delle sue ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu fai crescere il frumento per gli uomini.
Così prepari la terra:
Ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge
e benedici i suoi germogli.
Coroni l’anno con i tuoi benefici,
al tuo passaggio stilla l’abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.
I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di grano;
tutto canta e grida di gioia.

Approfondimenti

Canto Liturgico: “Vocazione”

Tutto ciò che ho (883)


Avrei voluto essere
come il capoclasse che avevo
quando andavo a scuola
che esempio era per me
avrei voluto come lui
non avere mai un dubbio,
un cedimento, un'incertezza
e non menarmela mai
avrei voluto per un po'
non avere il mio carattere,
il mio corpo, la mia faccia
avrei voluto anche se
poi ho capito che ogni mattina
io c'ero sempre,
ero sempre con me.
Se sono giusto oppure no,
se sono a posto o pessimo,
se sono il primo o l'ultimo,
ma sono tutto ciò che ho.
Se sono bravo oppure no,
se sono furbo o stupido,
se sono scuro o limpido,
ma sono tutto ciò che
tutto ciò che ho.
Avrei voluto essere
~ 8 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

un bravo studente, un bravo figlio,


un bravo fidanzato,
o almeno uno dei tre,
e avrei voluto andare via
quando questa cittadina
l'ho sentita stretta addosso
non la credevo più mia,
avrei voluto stare anch'io
in un posto dove il mio destino
non fosse già scritto,
avrei voluto anche se
poi ho capito che dovunque andassi
io c'ero sempre,
ero sempre con me.
Se sono giusto oppure no,
se sono a posto o pessimo,
se sono il primo o l'ultimo,
ma sono tutto ciò che ho.
Avrei voluto essere
in passato meno innamorato di chi non ha avuto
alcun riguardo per me
e avrei voluto dare a te
tutto quel che ho dentro e che io troppe volte ti ho negato
senza sapere perchè.
Avrei voluto e solo Dio
sa quanto ho cercato di tirare fuori ciò che sento
avrei voluto dirti che
prego qualsiasi cosa accada
tu ci sia sempre
tu sia sempre con me

Se sono giusto oppure no,


se sono a posto o pessimo
se sono il primo o l'ultimo
ma tu sei tutto ciò che ho
se sono bravo oppure no
se sono furbo o stupido
se sono scuro o limpido
ma tu sei tutto ciò che
tutto ciò che ho
tutto ciò che ho
tutto ciò che ho
ma tu sei tutto ciò che ho
tutto ciò che ho
tutto ciò che ho
tutto ciò che ho
ma tu sei tutto ciò che ho

~ 9 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

L’angolo del coach Paolo


Vita senza Cristo e conversione di Paolo
Paolo nasce intorno al 10 d.C. nella rinomata Tarso di Cilicia (1). È cresciuto a Gerusalemme
ed è stato educato da Gamaliele (2) che lo istruì facendolo diventare una persona colta e
che gli insegnò a osservare scrupolosamente la legge (3) che rappresentava il cammino per
ottenere la salvezza. Fin dalla giovinezza appartenne al gruppo dei farisei(4) e rimase sem-
pre fedele a Dio,vedendo nella nascita e diffusione della religione cristiana una minaccia
alla legge che gli era stata insegnata. La reazione a tutto questo fu l’inizio delle persecuzioni
di Paolo nei confronti dei cristiani, rinchiudendoli in prigione, torturandoli e obbligandoli a be-
stemmiare contro Gesù. Tuttavia ,prima di portare a compimento la sua missione, gli accad-
de qualcosa di inaspettato. Mentre era diretto a Damasco (5), dove c’era una delle più
grandi comunità cristiane, fu avvolto da una luce accecante, cadde da cavallo e sentì una
voce che,in ebraico, gli diceva:”Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Io sono quel Gesù che
tu perseguiti…ma ora alzati e sta in piedi.” Dopo questo episodio Paolo rimase cieco per tre
giorni e, quando ebbe riavuto la vista, iniziò la sua missione per Gesù.
Note
(1) Tarso: città importante dell’Asia minore, odierna Turchia meridionale.
(2) Padre spirituale membro del Sinedrio stimato dal popolo ebraico per la sua saggezza
(3) pag 598 dizionario teologico biblico Marietti
(4) La setta ebraica dei farisei al tempo di Gesù contava circa 6000 membri; comprendeva
quasi tutti gli scribi e i dottori della legge, ma anche un certo numero di sacerdoti. Organiz-
zando i suoi membri in confraternite religiose, mirava a mantenerli nella fedeltà alla legge e
nel fervore.(vedi pag 372 dizionario teologico biblico Marietti)
(5) Damasco: principale città della Siria, patria di Naaman; visitata da Eliseo; denunciata dai
profeti; Paolo vi fu convertito mentre vi si recava per perseguitare la Chiesa.

Paolo prima della conversione.


Atti 7, 58 (martirio S.Stefano)
Atti 8, 1-3 (la “cattiveria”)
Atti 9, 1-5 (persecuzione)
Atti 22, 1-5 (Paolo si racconta prima della conversione)
Atti 26, 1-11( Paolo legge la sua vita)
Gal 1, 11-14 (racconta il passato)

La gioia di Paolo.
2 Cor 7,4 (gioia interna ed esterna nonostante le tribolazioni)
Fil 1,4
Fil 2,2
Fil 4,10

~ 10 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Tappa 2
Le regole del gioco
Idea di fondo
: Ogni sport che si rispetti ha delle regole che, per quanto ferree e rigide, vanno rispettate.
Queste regole condizionano il comportamento degli atleti in campo e, in taluni casi, anche
fuori dal campo.
Allo stesso modo i comandamenti e le regole di vita non sono divieti che Dio ci da per metterci
alla prova nella fatica di rispettarle, ma sono l’unica strada per ottenere quello che noi stessi
vogliamo e cioè la felicità. Ma per capirli veramente c’è bisogno di leggerli alla luce
dell’amore per cui ci sono stati donati.
E in quest’ottica va vista anche la capacita di accettare le sfide che la vita ci mette davanti e
che spesso comportano dei sacrifici. Anche noi per le cose in cui crediamo e per cui siamo ap-
passionati siamo disposti a fare dei sacrifici?

Obiettivo
Riflettere sulla necessità di avere regole di vita. Arrivare a concepire le regole non più come
divieti o obblighi, ma comprenderle come guida per raggiungere la felicità.
La discussione potrebbe vertere su quali sono le regole imposte dalla nostra fede, che i ragazzi
vivono con più fatica (dalle più immediate quali andare a Messa la domenica, o essere d'aiuto
in casa, alle più “sconvolgenti” quali porgere l'altra guancia e amare i propri nemici), ragionan-
do sul fatto che anche dietro queste c'è un disegno d'amore più grande di Gesù nei nostri con-
fronti.

Brani guida
Dt 4, 1.6.9-
1.6.9-10.13-
10.13-14
Ora dunque, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno. (…) Le osserverete dunque e
le metterete in pratica perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi
dei popoli. (...) Ma guardati e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno
viste: non ti sfuggano dal cuore, per tutto il tempo della tua vita. Le insegnerai anche ai tuoi figli
e ai figli dei tuoi figli. Ricordati del giorno in cui sei comparso davanti al Signore tuo Dio
sull`Oreb, quando il Signore mi disse: Radunami il popolo e io farò loro udire le mie parole, per-
ché imparino a temermi finché vivranno sulla terra, e le insegnino ai loro figli. (…)
Egli vi annunciò la sua alleanza, che vi comandò di osservare, cioè i dieci comandamenti, e li
scrisse su due tavole di pietra. A me in quel tempo il Signore ordinò di insegnarvi leggi e norme,
perché voi le metteste in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso.

Spunti per riflettere


Esistono delle leggi, degli obblighi che ci vengono imposti, e di cui spesso è difficile compren-
dere l’ utilità. Anzi sembra quasi un carico vessatorio, fatto appositamente per defraudarci di
qualche gioia e per privarci di certe soddisfazioni. Com’è possibile infatti conciliare una
“legge”, una “regola”, cioè qualcosa che obbliga e sanziona, con l’ amore, la libertà e la gio-
ia?
Eppure le leggi e le regole sono necessarie perché le decisioni e le azioni di ciascuno, nel bene
e nel male, incidono non soltanto sulla propria vita, ma anche su quella degli altri. Ed è proprio
per il rispetto che si deve alla vita, e per la sua tutela, che le scelte degli uomini devono essere
guidate da norme che la garantiscano.

~ 11 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Anche Dio ha imposto al suo popolo una legge che rappresenta per Israele garanzia di felicità
e fonte generatrice di gioia. Infatti quando l’ uomo riesce a staccarsi dal dettato freddo della
legge e la sorpassa fino ad interiorizzarla e a non sentirla più come un’ imposizione, ma come
un esigenza, raggiungere paradossalmente l’ espressione più alta della libertà e realizza piena-
mente se stesso.
È infatti nella libertà che l’ uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio.
Le leggi sono quindi necessarie per la vita degli uomini e per i cristiani non c’è vita dove non
c’è amore e l’ amore cristiano si fonda sulla persona e sull’insegnamento di Gesù.

Domande di vita
 Quali sono le regole fondamentali, valori sui quali fondi la tua vita?
 Quando qualcuno a te vicino sbaglia, come ti comporti: fai finta di niente, lo riprendi dura-
mente, sai unire verità e carità, fermezza e tenerezza? Ti ricordi che la battaglia non è con-
tro i “cattivi”, ma contro il male che è in loro?
 Ci sono scelte che fai per te stesso che pensi che gli altri non possano capire?
 Che rapporto hai con i comandamenti e con le regole di ordine etico e morale?
 Credi che il bene che tu vuoi per te stesso coincida con quello che vuole Dio per te?
 Ha senso, sottostare a delle regole di cui non capisci le ragioni?

Proposte di attivita’
Quiz sullo sport
Per lanciare il tema potrebbe essere divertente formulare un quiz con domande inerenti le re-
gole di diversi sport, sia regole apparentemente immotivate come ad esempio fare la rimessa
con le mani anziché con i piedi nel calcio, sia regole la cui motivazione è chiara come ad e-
sempio il divieto di fare “entrate a gamba tesa”. Si potrebbero inserire anche domande su
sport poco conosciuti per allargare la cultura sportiva dei ragazzi. Il quiz farà poi da trampolino
di lancio per la discussione (cfr anche la sezione approfondimenti)

Hakuna Matata (in swahili – per chi ricorda il cartone “Il re leone” – letteralmente “senza pen-
sieri”, che diventa in questo caso “senza regole”)
Questa attività dovrebbe prendere non solo il momento di gruppo, ma partire con l’inizio della
giornata, al mattino. In questo giorno gli educatori fanno finta, inizialmente, che il campo non
abbia più le regole: non svegliano i ragazzi la mattina (o lo fanno in maniera svogliata e senza
controllarli troppo), a colazione ognuno fa un po’ come gli pare, la preghiera è lasciata
all’iniziativa dei singoli, anche per i servizi non si obbliga nessuno. Il tutto può durare un’ora-
un’oretta e mezza. Probabilmente i ragazzi saranno un po’ spiazzati e confusi da questi atteg-
giamenti e non sapranno più che fare. Fatto questo ci si trova tutti assieme, a metà mattinata,
e si spiega perché il senso di quanto è avvenuto: vivere “senza regole” può a volte sembrare
divertente, ma in realtà lascia un grande vuoto e tanta confusione, dentro e fuori di noi. Si la-
scia ai gruppi l’approfondimento su questi punti e sulle sensazioni provate durante l’attività. Pri-
ma di fare i gruppi, è bene concludere il momento di ritrovo con una preghiera, dato che pro-
babilmente, nella confusione dell’Hakuna Matata sarà saltato il momento apposito (se previsto
dal campo).

~ 12 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Spunti per la preghiera quotidiana


Salmo 34
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino.
Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.
L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono e li salva.
Gustate e vedete quanto è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia.
Temete il Signore, suoi santi,
nulla manca a coloro che lo temono.
I ricchi impoveriscono e hanno fame,
ma chi cerca il Signore non manca di nulla.
Venite, figli, ascoltatemi;
v'insegnerò il timore del Signore.
C'è qualcuno che desidera la vita
e brama lunghi giorni per gustare il bene?
Preserva la lingua dal male,
le labbra da parole bugiarde.
Sta' lontano dal male e fa' il bene,
cerca la pace e perseguila.
Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per cancellarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti.
Molte sono le sventure del giusto,
ma lo libera da tutte il Signore.
Preserva tutte le sue ossa,
neppure uno sarà spezzato.
La malizia uccide l'empio
e chi odia il giusto sarà punito.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi,
chi in lui si rifugia non sarà condannato.

"Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!" (Mc 10,47)


Fissiamo, o Cristo, lo sguardo su di Te,
che offri ad ogni uomo la pienezza della vita.
Signore, Tu guarisci e fortifichi chi, fidandosi di Te,
accoglie la tua volontà.

~ 13 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Anche l'atleta, nel pieno delle sue forze,


riconosce che senza di Te, o Cristo,
è interiormente come cieco,
incapace di conoscere la piena verità,
di comprendere il senso profondo della vita,
specialmente di fronte alle tenebre del male e della morte.
Anche il più grande campione,
davanti alle domande fondamentali dell'esistenza,
si scopre indifeso ed ha bisogno della tua luce
per vincere le sfide impegnative
che un essere umano è chiamato ad affrontare.
Signore Gesù Cristo,
aiuta questi atleti ad essere tuoi amici
e testimoni del tuo amore.
Aiutali a porre nell'ascesi personale
lo stesso impegno che mettono nello sport.
Aiutali a realizzare
un'armonica e coerente unità di corpo e di anima.
Possano essere, per quanti li ammirano,
validi modelli da imitare.
Aiutali ad essere sempre atleti dello spirito,
per ottenere il tuo inestimabile premio:
una corona che non appassisce e che dura in eterno. Amen!
(Dall'Omelia, in occasione del Giubileo degli Sportivi, 29 ottobre 2000)

Approfondimenti
Una strana “regola”: Il Terzo Tempo del rugby
Una tradizione importante nel gioco del rugby è il "Terzo Tempo". Anche nei campi della massi-
ma serie italiana, al termine della partita i giocatori delle due squadre sono soliti ritrovarsi assie-
me ai tifosi e a tutti coloro che hanno preso parte allo svolgimento della gara per festeggiare
l'incontro appena concluso. La tradizione prevede un banchetto, offerto dalla squadra che ha
ospitato l'incontro. L'atmosfera di cordialità nella quale si stemperano le tensioni della partita è
uno degli aspetti che più divertono chi vi partecipa e più affascinano chi segue questo sport
da un punto di vista esterno.

~ 14 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

L’angolo del coach Paolo


Dal messaggio di Giovanni Paolo II per la XXV giornata m0ndiale del turismo (27/9/04)
L'Apostolo San Paolo, per illustrare la vita cristiana, proponeva ai cristiani di Corinto l'immagi-
ne dell'atleta, come esempio di sforzo e di costanza (cfr. 1 Co 9,24-25). In effetti, la giusta
pratica dello sport deve essere accompagnata dalla temperanza e dall'educazione alla ri-
nuncia; con molta frequenza essa richiede altresì un buono spirito di squadra, atteggiamenti
di rispetto, apprezzamento delle altrui qualità, onestà nel gioco e umiltà per riconoscere i
propri limiti. Lo sport, infine, specialmente nelle sue forme meno competitive, invita alla festa
e alla convivenza amichevole.
Anche il cristiano può trovare dunque nello sport un aiuto per sviluppare le virtù cardinali -
prudenza e giustizia, fortezza e temperanza - nella corsa per guadagnare la corona
"incorruttibile", come scrive San Paolo.
Il profeta Ezechiele visse durante un momento di grande crisi del popolo ebraico. Gli ebrei
infatti erano stati deportati a Babilonia e questo era motivo di disprezzo davanti alla
“comunità internazionale”. La derisione si estendeva immediatamente al loro Dio, incapace
di sottrarli a questa disgrazia!
In questa situazione, Dio decide di intervenire e “rendere gloria al suo Nome”. Come lo fa?
Scaricando gli ebrei e scegliendo un popolo migliore o meno peccatore? No. Dio non si ri-
mangia la parola data; Dio è fedele. Dio darà gloria al suo Nome (“santificherò il mio nome,
disonorato tra le genti”, Ez 36,22) cambiando il cuore degli ebrei, e “mostrerà la sua santità in
loro”, davanti agli occhi di tutti.
Quando Dio vuole santificare il suo Nome, non fa una campagna pubblicitaria centrata su
di sé, per tutelare la sua immagine… ma fa una campagna “di lavoro” su di noi: rinnova i
nostri cuori, citoglie i peccati, in modo che diventiamo (noi!!!) la sua immagine e i suoi
“testimonial” nel mondo!
Tu affideresti mai il tuo nome (la tua reputazione) a un semplice uomo? Hai mai pensato a
quanto Dio si fida di te, chiamandoti “cristiano” e “figlio mio”?

~ 15 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Tappa 3
L’allenamento
Idea di fondo
: San Paolo, dopo aver incontrato Gesù sulla via di Damasco, e dopo aver trascorso un periodo
di discernimento e di ritiro per comprendere meglio la chiamata di Gesù, non si butta immedia-
tamente nella mischia, ma trascorre alcuni anni in compagnia di Pietro per conoscere meglio
Gesù e i suoi insegnamenti, ed approfondire così in modo costante la sua fede. Un'attenzione
questa, che non si esaurisce nel giro di qualche anno, ma che continuerà per il resto della sua
vita.
E’ quello che ogni cristiano è chiamato a fare: non basta aver incontrato Gesù una volta, per
essere “sistemati”; al contrario, la fede ha bisogno di cura e di approfondimento, in un proces-
so costante di formazione, che abbracci l’intera vita del cristiano.
Questo può essere paragonato, nel mondo sportivo, all’allenamento: come l’atleta ha bisogno
di allenarsi con costanza, impegno e determinazione, per conoscere sempre meglio il proprio
sport e migliorare, così il cristiano ha bisogno di formazione costante per conoscere sempre più
a fondo la propria fede e Gesù.
L’allenamento sportivo, inoltre, abbraccia tutta la vita dell’atleta, e interessa diversi ambiti:
1. l’ambito mentale/motivazionale: si sente dire spesso che per vincere occorre avere una
“mentalità vincente”, ed essere consapevoli del proprio obiettivo;
2. l’ambito psicologico: per poter esprimersi al meglio è necessario “essere lì con la testa”,
non avere cali di concentrazione;
3. l’ambito fisico: è necessario affinare i gesti atletici, essere pronti fisicamente, per essere al
top per la gara.
Allo stesso modo, anche nella formazione personale possiamo individuare tre ambiti paralleli a
questi:
1. l’approfondimento (la “formazione” in senso stretto), mediante il quale possiamo cono-
scere meglio i contenuti della nostra fede e il fine del nostro credere;
2. la preghiera, per mantenere costante la nostra relazione con Dio;
3. la “corporeità”: fare scelte di vita “morigerata”, senza assecondare le voglie del nostro
corpo (gola, narcisismo…), ci aiuta a dare il giusto peso alle cose più importanti (si pensi, ad
esempio, al valore del digiuno quaresimale). [Questo ambito è un approfondimento, sotto
un’ottica più profonda, di alcuni spunti della tappa precedente: non solo un’ottica di rispetto
delle regole, ma di crescita personale].
Infine, come per allenarsi, si utilizzano mezzi appositi, per ottenere i risultati migliori, così nella for-
mazione personale abbiamo a disposizione diversi strumenti che ci possono aiutare al meglio,
dalla preghiera alla regola di vita, dai sacramenti alla direzione spirituale.

Obiettivo
Far comprendere ai ragazzi che nella propria vita di fede, dopo aver incontrato il Signore, è
fondamentale un percorso costante di maturazione e di formazione personale. La fede non
“cala dall’alto”, ma ha bisogno di maturazione e approfondimento continuo.

Brani guida
Ef 5,1-
5,1-2.15-
2.15-20 (principale)
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo che an-
che Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.
Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uo-

~ 16 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

mini saggi; profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò incon-
siderati, ma sappiate comprendere la volontà di Dio. E non ubriacatevi di vino, il quale porta
alla sfrenatezza, ma siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici
spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore, rendendo continuamen-
te grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.

1 Cor 9,24-
9,24-27
Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte
anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per
ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile. Io dunque corro, ma non come
chi è senza mèta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l'aria, anzi tratto duramente il mio
corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga
io stesso squalificato.

Spunti per riflettere


In questo brano S. Paolo si rivolge agli Efesini esortandoli con forza a procedere lungo un cam-
mino impegnativo, a farsi imitatori di Dio, prendendo come modello Gesù Cristo. Un invito, que-
sto, attualissimo anche per noi, oggi! E come ogni buon “allenatore”, Paolo ci dà anche alcu-
ne linee guida che ci aiutano in questo percorso.
Innanzitutto, ci invita a usare bene il tempo che abbiamo a disposizione, comportandoci “non
da stolti, ma da uomini saggi”. Quante volte, invece, ci facciamo prendere dall’ozio, oppure
semplicemente utilizziamo male il nostro tempo, perché non diamo la giusta importanza ai vari
impegni che affrontiamo, o perché ci accontentiamo di una conoscenza mediocre di quelle
cose che dovrebbero essere importanti, come ad esempio la nostra fede… E pensare che una
delle caratteristiche del saggio, invece, è proprio lo studio, l’approfondimento!
“Non ubriacatevi di vino”: questo forse può sembrare lontano dalla nostra esperienza, magari
siamo pure astemi… O forse è più vicino di quanto crediamo: siamo poi così sicuri di essere im-
muni dalla tentazione di “lasciarci andare”, col nostro corpo? Ok, forse non c’è nessun proble-
ma a rispettare il digiuno quaresimale, ma poi, con la Pasqua, recuperiamo gli arretrati con gli
interessi!! Oppure, quando escono le nuove Converse, dobbiamo proprio comprarle, perché
senza rischiamo di essere OUT… E pensare che, al contrario, Gesù era così essenziale, col suo
corpo: col cibo, col vestire, nel modo di presentarsi agli altri…
Da ultimo, ma non per importanza, Paolo ci fa un invito forte: inneggiare “al Signore con tutto il
cuore”! Beh, la domenica, quando sono in chiesa, nel coro, la mia voce la faccio sentire! …e
gli altri giorni? Siamo sicuri di non far sentire Gesù un po’ troppo solo? Pregare è facile, in chie-
sa, ma a casa diventa dura, non c’è mai tempo, tra i compiti, gli allenamenti, gli amici: troppe
cose da fare… Eppure, forse basterebbe così poco…
Eh, sì! Paolo ha proprio ragione: dobbiamo allenarci parecchio, se vogliamo diventare come
Gesù!! Ma se siamo come uno sportivo che ha ben chiaro il traguardo a cui vuole arrivare, allo-
ra questo allenamento, pur se faticoso, può davvero diventare la cosa più importante della no-
stra giornata!
Allora, cominciamo?

Domande di vita
 Nello sport è importante allenarsi? Perché?
 Quali sono secondo te le caratteristiche di un buon allenamento? Come deve essere per
risultare efficace?
 Che cos'è l'allenamento nella fede? Come te lo immagini?
 Quanto tempo dedichi alla preghiera nella tua giornata?
 Com’è la qualità della tua preghiera? Preghi in fretta? Preghi con la testa altrove? Lasci
spazio all’ascolto?
 Ti preoccupi della tua formazione? In che modo? (partecipi ad un gruppo in parrocchia,

~ 17 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

partecipi a ritiri, a campiscuola?)


 Che “stile” hai nella tua vita? Sai guardare all’essenziale? Riesci ad essere sobrio , o lasci li-
bero sfogo ai tuoi desideri?

Proposte di attivita’
Ban / giochino con un ritmo
Ai ragazzi viene chiesto di eseguire, senza averlo mai provato prima, un ban o un ritmo con le
mani. Poi, dopo che ovviamente non saranno riusciti, gli si insegna il tutto con calma. Al termine
dell’“allenamento” si proverà di nuovo, con risultati ovviamente migliorati.
La riflessione potrebbe partire proprio dai differenti risultati ottenuti con e senza “allenamento”,
e di quanto questo sia fondamentale per giungere a dei risultati.

Mini torneo di dama cinese


Si può pensare di organizzare un paio di partite a dama cinese. È un gioco quasi sconosciuto ai
ragazzi, e che ha in sé alcune dinamiche che verranno comprese man mano che si gioca.
Può essere lo spunto per riflettere su quanto i risultati dipendano dall’impegno e
dall’applicazione che ci si mette.

Amici!! (questa attività si adatta bene anche a ragazzi delle superiori)


Ai ragazzi viene data una canzone da cantare con 10 minuti (o un tempo che si ritenga oppor-
tuno) per prepararsi.
Alla fine dovranno esibirsi davanti agli educatori (che faranno da giuria) e verranno giudicati
anche in funzione dell’impegno messo durante la preparazione.

Caccia al tesoro a tappe


Una caccia al tesoro divisa in 4 tappe: nelle prime 3 prove dovranno imparare a fare qualcosa,
mentre nell’ultima dovranno mettere insieme le 3 cose imparate precedentemente.
Per esempio:
Dividere i ragazzi in squadre. Ogni squadra dovrà sostenere 4 prove.
Prova 1: imparare a scrivere in alfabeto Braille la parola “FAMMI”
Prova 2: comporre una statua umana che rappresenti la parola “UN” utilizzando tutti i compo-
nenti della squadra.
Prova 3: imparare a dire in inglese, in spagnolo e in tedesco la parola “INDOVINELLO”
Inglese: riddle
Spagnolo: acertijo
Tedesco: geheimnis
Prova 4: andare dall’educatore e chiedergli “FAMMI UN INDOVINELLO!” . Per comporre la frase
utilizzare le modalità imparate nelle prove precedenti.
A questo punto l’educatore farà un indovinello e la squadra che risponderà prima vincerà il
tesoro.

Spunti per la preghiera quotidiana


Salmo 118 (145-
(145-152)
T`invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi precetti.
Io ti chiamo, salvami,
e seguirò i tuoi insegnamenti.
Precedo l`aurora e grido aiuto,
spero sulla tua parola.
I miei occhi prevengono le veglie

~ 18 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

per meditare sulle tue promesse.


Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
A tradimento mi assediano i miei persecutori,
sono lontani dalla tua legge.
Ma tu, Signore, sei vicino,
tutti i tuoi precetti sono veri.
Da tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite per sempre.

Guardami, Signore
Guarda a me, Signore! Per tua grazia mi sono levato.
Guida i miei atti, le mie parole, i miei pensieri,
affinché in tutto io compia la tua volontà.
Che io cammini nel tuo timore.
Dammi la compunzione del cuore,
l’umiltà della mente e la purezza d’intenzione.
Ch’io sollevi gli occhi dalla terra e li rivolga al cielo.
Ch’io abbia in odio il peccato e ami la giustizia.
Liberami dalla vanità e dalle preoccupazioni mondane,
dall’accidia della mente dalla vana allegria
e dalla tirannia della superbia.
Infondi in me, Signore, la virtù dell’astinenza,
la continenza della carne, la castità della mente,
la povertà volontaria, la vera pazienza,
la letizia dello spirito, la fermezza dell’animo,
la contrizione del cuore, l’umiltà non finta e la carità perfetta.
Custodisci, Signore, la mia bocca:
ch’io non dica parole vane e oziose, dannose al buon nome altrui;
non parole di maledizione, ma per tutti e per tutto di benedizione;
sulla mia bocca sia sempre la tua lode.
Non sino attratti i miei occhi da morbosa curiosità,
le mie membra dalle delicatezze del secolo.
Guida, Signore, i miei passi: ch’io cammini nella tua via
Tutti i giorni della mia vita.
(s. Girolamo)

Approfondimenti

L’allenamento sportivo
(tratto da Wikipedia; si consiglia una lettura completa della voce “Allenamento”)
Per allenamento sportivo si intende l'insieme delle procedure effettuate per migliorare la presta-
zione sportiva. Indica quindi un complesso processo pedagogico che si pone l'obiettivo di inter-
venire in forma pianificata ed orientata verso la pratica sportiva sulle capacità di esprimere le
migliori prestazioni in una situazione di competizione sportiva. Secondo gli obbiettivi tramite l'al-
lenamento si avrà un innalzamento delle capacità di prestazione, seguito da un periodo di re-
lativa stabilizzazione e da un periodo di diminuzione di queste capacità. Nell'allenamento sono
presenti la figura di chi si allena (atleta) e la figura di chi indirizza l'allenamento (allenatore) (v.
Röthig ed al. 1992)
[…]
Tipi di allenamento
Generale: ad esempio negli sport di resistenza serve a migliorare la mobilità complessiva e l'ap-
parato di sostegno.
Allenamento della resistenza: serve a migliorare la capacità di prestazione ad alto livello per

~ 19 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

lunghi periodi di tempo, attraverso la economizzazione del metabolismo, il miglioramento dei


processi ossidativi e dell'apparato cardiocircolatorio.
Allenamento della forza: migliora la forza muscolare, per lo più tramite l'allenamento con i pesi
oppure con macchinari speciali e migliora la funzionalità della contrazione muscolare.
Training intermedio: combinazione di allenamento della resistenza con quello della rapidità.
Allenamento specifico: allenamento caratteristico di ogni singola disciplina sportiva.
Circuit training (o Circle-Training): diversi esercizi vengono eseguiti uno dopo l'altro e la serie vie-
ne ripetuta più volte. È un allenamento generale per lo sviluppo della forza muscolare e della
forza resistente insieme all'incremento delle capacità cardiorespiratorie.
Training differenziale: vengono corretti errori motorii.

La preghiera è un esercizio spirituale


(tratto da www.uniroma1.it/cappella/la_preghiera.htm; si consiglia una lettura integrale)
La preghiera è un esercizio spirituale che risponde alle stesse caratteristiche dell’esercizio fisico.
Essa richiede un istruttore, un metodo e la mia persona.
1. un istruttore
Chi va in palestra per fare esercizi fisici o chi fa allenamento per sostenere una gara ha bisogno
di un istruttore o di un allenatore. […]
Anche nella vita spirituale è necessaria e fondamentale la presenza di un “istruttore o allenato-
re spirituale” chiamato guida spirituale o accompagnatore spirituale.
Chi è l’accompagnatore spirituale?
- è un istruttore o allenatore spirituale dal punto di vista “tecnico”
- è un mediatore dal punto di vista del discernimento spirituale
- è un testimone dal punto di vista ecclesiale
2. un metodo
La parola “metodo” deriva dal greco “métodos”= ciò che mi tiene sulla strada. Come ogni e-
sercizio fisico, anche la preghiera richiede una struttura che la ordini, la faciliti e la chiarisca.
La struttura universale che ordina, facilita e chiarisce ogni attività è quella che si fonda su tre
momenti:
I momento: La preparazione dell’esperienza
II momento: L’esperienza stessa
III momento: La revisione dell’esperienza.
[…]
I tre momenti della preghiera, preparazione, esperienza e revisione, non sono separati tra loro,
ma nella loro distinzione formano un’unità. La preparazione della preghiera è già preghiera,
così come la revisione della preghiera è ancora preghiera.
3. la mia persona
La mia persona è l’altro soggetto della preghiera, è il “partner” del Tu che è il Signore. La pre-
senza dei due soggetti, il Tu e l’Io, richiede collaborazione, ascolto reciproco e comunione. Il
frutto della preghiera consiste nell’incontro, nel cammino e nella scoperta di una Persona di cui
noi siamo immagine e somiglianza.

Il cambiamento
A un discepolo che si lamentava dei propri limiti il maestro disse:
“È vero che sei limitato. Ma hai notato che oggi riesci a fare delle cose che avresti ritenuto im-
possibili quindici anni fa? Che cosa è cambiato?”
“Sono cambiate le mie capacità”.
“No, sei cambiato tu”.
“E non è la stessa cosa?”
“No. Tu sei quello che pensi di essere. Quando il tuo modo di pensare è cambiato, tu sei cam-
biato”.
(A. De Mello)

I diversi tipi di preghiera


Esiste uno stretto legame tra l’immagine che ho di Dio e il mio modo di pregare. Per alcune per-
~ 20 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

sone Dio è un “carabiniere”, per altre il “tappabuchi”, per altre “l’Essere supremo”…
La persona quindi che vive una preghiera utilitaristica:
Vede in Dio soltanto l’Essere supremo che deve ingraziarsi; prega soltanto per chiedere, nella
speranza di ottenere (tende ad ottenere il favore di Dio);
Chiede a Dio di venire incontro ai propri capricci;
Chiede a Dio di adeguarsi ai propri progetti, invece di adeguarsi ai suoi progetti.
La persona che vive una preghiera difensiva:
Vede in Dio un carabiniere, un poliziotti sempre in agguato per coglierla in fallo;
Vede in Dio un dittatore, un despota, un sovrano assoluto, a cui sta più a cuore essere servito
dagli uomini piuttosto che amarli e salvarli;
Evita il peccato soltanto per paura dei castighi di Dio, pratica la religione soltanto per evitare
l’inferno.
La persona che vive una preghiera narcisista:
Pratica la religione non per adorare, amare, lodare Dio, ma per sentirsi a posto, per avere la
pace interiore…;
Prega soltanto quando ne ha voglia, quando si sente, per colmare un proprio bisogno di gioia,
di benessere…;
Vede in Dio il “biberon” che soddisfa la sua fame di sostegno, di affetto.
La persona che vive una preghiera esibizionistica:
Prega per farsi vedere;
Va a Messa per non perdere la faccia;
Si dedica ad opere di carità per ottenere l’approvazione degli altri;
Vede il proprio rapporto con Dio come mezzo per mettersi in mostra.
La persona che vive una preghiera emozionale:
Scambia la preghiera con il sentimento religioso;
Crede vera e autentica la sua religiosità soltanto se prova delle emozioni;
Dà più importanza a ciò che sente che a ciò di cui è convinta;
Non capisce che l’autentica preghiera richiede anche uno sforzo costante della volontà;
Ha una religiosità che funziona da canale di scarico del potenziale affettivo;
La sua religiosità crolla di fronte alla minima esperienza frustrante.
La persona che vive una preghiera matura, libera:
Vede in Dio il padre buono;
Si fida di Lui e anche nella prova si “perde” fino in fondo nel progetto di Dio;
Dimostra concretamente il suo amore verso di Lui amando e servendo il prossimo;
La sua preghiera si trasforma in vita;
Loda Dio per ciò che è e lo ringrazia costantemente;
Interiorizza i valori religiosi: si impegna per aderire a Cristo e alla sua Parola;
Ha il coraggio di approfondire la sua fede, di cercare sempre più in profondità;
Coltiva il desiderio di andare oltre il “già scoperto”.
(tratto da L. Festone, “Fatevi miei imitatori”, Ed. Paoline)

Un’idea di formazione
Che cosa intendere per formazione?[…]
Il termine formazione sembra potersi riferire d un’azione che dà forma.
La formazione è un’esperienza attraverso la quale una persona prende fisionomia: diviene se
stessa, assume la sua originale identità che si esprime nelle scelte, negli atteggiamenti, nei
comportamenti, nello stile di vita.
La nostra fisionomia più profonda e più vera è il volto di Cristo: ogni persona è creata a immagi-
ne e somiglianza di Dio e porta in sé l’immagine del Figlio. Formazione è far emergere nella vita
di ciascuno il volto del Figlio. Formazione è dare alla vita la forma del volto di Gesù, modello e
vocazione di ogni persona.
La formazione è impegno e scelta perché nella vita e nella coscienza di ciascuno risplenda
sempre più quel volto che è già impresso, ma che deve diventare consapevole ed entrare nel
gioco della libertà. È un’azione che non interviene dall’esterno, dando alla vita una forma non

~ 21 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

scelta; essa è un’azione interiore che libera le energie della coscienza, nel dialogo misterioso
con lo Spirito del Risorto che vive in noi. In questa prospettiva, formazione è un processo che in
ultima istanza avviene nel cuore, nella coscienza personale.
Non ci può essere nulla di passivo in un vero processo formativo: formazione è essere disposti a
prendere in mano la propria vita.
Sono tante le situazioni che suscitano questa “azione”: l’ambiente in cui viviamo, le persone
che incontriamo, le esperienze attraverso cui la nostra vita passa, le persone che hanno nei no-
stri confronti legami più stretti, in particolare quelli coniugali e familiari; soprattutto quanti hanno
responsabilità educative. In questa prospettiva si potrebbe dire che tutto forma, cioè tutto si
riflette dentro di noi e sollecita i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri desideri. Ma ci forma
veramente solo ciò che diviene nostro attraverso una scelta di libertà. Dentro di noi avviene
quel discernimento che decide quale significato attribuire alle esperienze che attraversiamo,
quale valore alle proposte che ci vengono offerte, quale peso alle parole che ascoltiamo.
L’azione formativa volta alla maturazione della fede attinge ad alcuni doni fondamentali: in-
nanzitutto la Parola di Dio, con cui Dio oggi continua a guidare la nostra vita e a darle una fisio-
nomia secondo il suo cuore; e poi la grazia, cioè l’azione gratuita che accompagna la vita di
ogni battezzato con una riserva di amore, di forza, di misericordia. I sacramenti permettono di
attingere a questo tesoro e di disporre di una forza che non sarebbe possibile darsi da soli. Infi-
ne, la vicinanza di una comunità. La Chiesa, a partire dalla forma concreta della parrocchia,
cammina con noi, ci accompagna, ci sostiene. Dentro questa comunità, vive l’AC: il suo idea-
le, le sue attività, le sue persone. Per noi che l’abbiamo scelta, essa costituisce un supplemento
di aiuto con le sue proposte, il suo progetto, la sua tradizione, i suoi testimoni. Gli educatori e gli
assistenti che vi incontriamo sono espressione della sollecitudine dell’associazione nel prendersi
cura della fede e del cammino di spiritualità dei suoi aderenti.
(tratto da “Perché sia formato Cristo in voi”, Progetto Formativo dell’AC, ed. AVE)

L’angolo del coach Paolo


- Atti 9, 20-22
- Rm 8, 26
- Filippesi 4, !3
- 1Tessalonicesi 5, 16-17

~ 22 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Tappa 4
La squadra
Idea di fondo
: Ogni comunità cristiana può essere considerata come una squadra iscritta a un campionato.
Per vincere è molto importante essere bravi nel gioco di squadra, molto più che essere cam-
pioni nel gioco individuale. Infatti per far punto sono necessarie molte qualità, il più delle volte
“divise” nei vari giocatori della squadra, e solo se si è in grado di armonizzarle in un gioco coor-
dinato si riuscirà a centrare l'obiettivo che ci si è posti. L'obiettivo non deve essere solo la vitto-
ria, ma il produrre un gioco efficace che possa portare a una vittoria condivisa da tutti, che
può essere anche solo il riuscire a migliorarsi.

Obiettivo
Far capire ai ragazzi che per funzionare una squadra ha bisogno di giocatori che si impegnino
a mettersi al servizio dei compagni, integrando le diverse doti che ognuno ha, passando in se-
guito dalla metafora della squadra alla realtà del campo, della comunità parrocchiale, e della
Chiesa Universale.

Brano guida
Corinzi 12, 4-
4-31
Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo
è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a cia-
scuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: a uno viene con-
cesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il
linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guari-
gioni per mezzo dell'unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a
un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l'inter-
pretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distri-
buendole a ciascuno come vuole. Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e
tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti
siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi;
e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di
molte membra. Se il piede dicesse: "Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo", non
per questo non farebbe più parte del corpo. E se l'orecchio dicesse: "Poiché io non sono oc-
chio, non appartengo al corpo", non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo
fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato? Ora, invece, Dio
ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un
membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo.
Non può l'occhio dire alla mano: "Non ho bisogno di te"; né la testa ai piedi: "Non ho bisogno di
voi". Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; e quelle parti
del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecoro-
se sono trattate con maggior decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio
ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse
disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. Quindi se un
membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra
gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. Alcuni
perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti,
in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assisten-

~ 23 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

za, di governare, delle lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori
di miracoli? Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?
Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.

Spunti per riflettere


Per essere vincente una squadra ha bisogno di giocatori con un obiettivo condiviso verso il
quale orientare le proprie individualità. E’ importante aiutarsi reciprocamente sia per migliorare
la tecnica (aiuto verso chi è più in difficoltà), sia per far crescere i valori importanti e che posso-
no migliorare le relazioni nello spogliatoio (amicizia, intesa, fiducia).
Alla tecnica è necessario aggiungere il dialogo, l'incoraggiamento reciproco (stima), il perdo-
no degli errori (evitare i giudizi distruttivi), l'accoglienza continua dei nuovi compagni di squa-
dra, e eliminare l'invidia verso i compagni più bravi.
Erano questi i valori a cui anche S.Paolo esortava le prime comunità Cristiane che si andavano
formando lungo il suo cammino e grazie al suo cammino. Egli non era egocentrico e, arrivato
in una comunità, non faceva tutto da solo mostrando agli altri quanto era bravo; il suo segreto
era il “fattore moltiplicatore”, che visti i risultati potremmo definire esponenziale (vedi la storia
del re di Persia negli approfondimenti): quando arrivava in una città egli formava degli evan-
gelizzatori i quali a loro volta avrebbero formato altri evangelizzatori … e così a seguire. San Pa-
olo puntava alla qualità più che alla quantità.
Allo stesso modo nella comunità parrocchiale occorre che ognuno di noi inizi a vedere le diver-
sità delle persone che “lavorano” in parrocchia come un arricchimento che permette di fare
ciò che le persone singole non potrebbero portare a termine da sole.

Spunti per riflettere


 Quando giochi con i tuoi amici, preferisci fare il protagonista o stai attento che partecipino
tutti?
 Quali sono le attività in cui puoi dire che viene fatto gioco di squadra nelle tue realtà quoti-
diane (scuola, parrocchia, sport, famiglia)?
 E' difficile per te accogliere amici nuovi? Cosa fai per accoglierli?
 Quali sono le caratteristiche che deve avere un vero gioco di squadra?
 Hai mai insistito perché venisse fatto gioco di squadra?
 Riesci a pensare alla tua parrocchia come ad una squadra?
 Conosci i componenti della squadra della tua comunità parrocchiale? I vari consigli pasto-
rale, economico, le catechiste, gli educatori, ecc.
 Quali ritieni possano essere i punti di forza del tuo gruppo o della tua parrocchia?
 Cosa potrebbe aiutare la nostra diocesi a mettere in pratica un gioco di squadra?

Proposte di attivita’
Torneone
-Organizzare durante un pomeriggio un torneo con vari sport di squadra (magari molto diversi
fra loro) in cui viene esaltato il gioco di squadra a scapito dell'individualismo

Lavoro di gruppo
Far fare ai ragazzi qualcosa di concreto, come per esempio una torta o costruire semplici og-
getti o fare un disegno tecnico, spezzettando però il “montaggio” in tanti piccoli passaggi ese-
guiti da ogni singolo componente del gruppo, al fine di mostrare che se non vengono eseguiti
tutti i passaggi, compresi i più semplici, non si riesce a raggiungere l'obiettivo.
Vai su http://www3.unicatt.it/pls/unicatt/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=12244 in cui
è presente un elenco di altri giochi

~ 24 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Spunti per la preghiera quotidiana

Salmo 132
Ricordati, Signore, di Davide,
di tutte le sue prove,
quando giurò al Signore,
al Potente di Giacobbe fece voto:
"Non entrerò sotto il tetto della mia casa,
non mi stenderò sul mio giaciglio,
non concederò sonno ai miei occhi
né riposo alle mie palpebre,
finché non trovi una sede per il Signore,
una dimora per il Potente di Giacobbe".
Ecco, abbiamo saputo che era in Efrata,
l'abbiamo trovata nei campi di Iàar.
Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.
Alzati, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l'arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si vestano di giustizia,
i tuoi fedeli cantino di gioia.
Per amore di Davide tuo servo
non respingere il volto del tuo consacrato.
Il Signore ha giurato a Davide
e non ritratterà la sua parola:
"Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono!
Se i tuoi figli custodiranno la mia alleanza
e i precetti che insegnerò ad essi,
anche i loro figli per sempre
sederanno sul tuo trono".
Il Signore ha scelto Sion,
l'ha voluta per sua dimora:
"Questo è il mio riposo per sempre;
qui abiterò, perché l'ho desiderato.
Benedirò tutti i suoi raccolti,
sazierò di pane i suoi poveri.
Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti,
esulteranno di gioia i suoi fedeli.
Là farò germogliare la potenza di Davide,
preparerò una lampada al mio consacrato.
Coprirò di vergogna i suoi nemici,
ma su di lui splenderà la corona".

Preghiera dello sportivo


Signore, aiutami ad essere un vero sportivo.
A vincere e restare modesto.
A perdere e conservare il sorriso e la dignità.
Ad accettare le decisioni dell'arbitro,
giuste o ingiuste che siano.
A saper vincere senza stravincere.
Ad essere forte senza essere brutale.
A pensare alla squadra e non solo a me stesso.
~ 25 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Ad apprezzare l'avversario
riconoscendo le sue abilità.
Con te Signore posso vincere.
Se sono sconfitto, donami, o Signore,
la forza di accogliermi perdente,
e di renderti lode.

Approfondimenti
Il re di Persia e l'inventore degli scacchi
Il re voleva premiare l'inventore degli scacchi, ma egli chiese solo del grano, facendo riferimen-
to ai sessantaquattro quadrati della scacchiera:
«Mi accontento di un grammo per il primo quadrato, due per il secondo, quattro per il terzo,
otto per il quarto … e così via».
«È molto poco ciò che chiedi. Tu meriti molto di più», disse il re.
«No, basta questo», replicò l'uomo con un sorriso furbo.
Il saggio inventore aveva calcolato usando il fattore moltiplicatore. Stava chiedendo
18.446.744.073.709.551.616 grammi = 18.446.744 tonnellate di grano.
Un granaio di 11,5 km di lato!

L’angolo del coach Paolo


- Colossesi 3, 12-17
- Efesini 4, 26-27, 31-32
- Corinzi 1, 1-10

~ 26 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Tappa 5
Il doping
Idea di fondo
: Se atleti già affermati, e ormai considerati “campioni” a tutti gli effetti possono aver paura di
perdere la loro fama, soprattutto a seguito di momenti difficili, o di una serie di sconfitte, e per-
tanto lasciarsi tentare da vittorie facili aiutate dal doping, tanto più ci possono essere situazioni
che mettono in difficoltà i ragazzi, che li pongono di fronte a “grossi” ostacoli nei diversi ambiti
della loro vita es. scuola, amici, famiglia, sport…
L’ostacolo porta spesso a cercare vie di fuga, a rispondere con false soluzioni che non aiutano
a crescere.
La realtà può mettere anche i ragazzi di fronte a scelte difficili, ma, come insegna Paolo, ab-
biamo a disposizione una forza inesauribile a cui attingere (cfr Fil 4, 13).

Obiettivo
Far riflettere i ragazzi su come si pongono di fronte alle difficoltà reali o percepite e su come
spesso si rischi di scegliere una via facile per aggirare l’ostacolo, senza superarlo.
Per i ragazzi più giovani si possono portare come esempi la scelta di mentire piuttosto che con-
fessare di aver preso un brutto voto o una nota, per quelli più grandi (medie, e ancor più supe-
riori), si può affrontare in questa sede la tentazione di fare uso di sostanze stupefacenti e/o do-
panti, che spesso vengono offerte dai coetanei e che, soprattutto in momenti di difficoltà, pos-
sono apparire come la soluzione ideale per ritrovare un po’ di serenità e autostima.
La discussione dovrebbe portare alla conclusione che tutti questi sono mezzi illusori di ricerca
della felicità, che peraltro distaccano dalla realtà invece che aiutare ad affrontarla.

Brano guida
II Cor 11, 26-
26-28
“Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli
dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi
fratelli; fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. E
oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese.”

Fil 4, 13
“Tutto posso in colui che mi dá la forza”

Spunti per riflettere


Quante volte ci siamo sentiti dire: “Tu sei giovane…che problemi vuoi avere!”? Se fosse davve-
ro così: perché la droga o l’alcool dovrebbero colpire proprio e soprattutto i giovani?
Certo non è difficile credere a S.Paolo quando ci dice che ha dovuto affrontare “pericoli di fiu-
mi, pericoli di briganti” ecc… Lui ha percorso chilometri e chilometri, incontrando i popoli e le
genti più diverse, è impossibile che non sia mai caduto nello sconforto.
Ma non è nemmeno difficile dedurre che dietro ogni ricorso a sostanze stupefacenti, dietro o-
gni “trasgressione” di noi giovani ci sia un senso di solitudine simile allo sconforto di S.Paolo, la
paura che tutti ci abbiano abbandonati. A volte è addirittura difficile capire quali problemi ci
siano dietro, quale molla abbia fatto scattare il “pessimismo cosmico”… un brutto voto, non es-

~ 27 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

sere stato invitato ad una festa, un no ad una richiesta di aiuto, una sconfitta o il non essere riu-
sciti a raggiungere un obiettivo che ci eravamo prefissati. Quando si cade nello conforto si
hanno davanti due possibilità: la “via di fuga” che può essere, ad esempio nel caso di S.Paolo,
la tentazione di rinunciare, oppure mentire e non confessare una cosa di cui ci vergognamo,
oppure ancora, cercare una felicità momentanea attraverso uno spinello, o esagerando con
le birre… o affrontare una gara in modo sleale perché le nostre sole forze ci sembrano non ba-
stare (è quello che purtroppo accade a molti atleti quando fanno uso di sostanze doppanti).
Alle volte accettare “una canna” può essere anche una forma di curiosità, o un modo per sen-
tirsi come gli altri, o per farsi notare; se però fossimo veramente felici, ci sarebbe più facile capi-
re che non ne abbiamo bisogno, che già stiamo bene così come siamo.
L’altra strada è più difficile, è quella che ha percorso S.Paolo ed è una strada che è tutto fuor-
chè momentanea e ingannevole. Per noi non è sempre facile trovare la forza nel Signore (cfr Fil
4, 13), in quanto non ci appare sulla strada come una luce accecante (o almeno non a tutti!),
dobbiamo sforzarci di cercarla quella luce, dobbiamo alle volte semplicemente avere fiducia
in Lui.

Domande di vita
 Quali sono i “pericoli” che la vita di tutti i giorni ti impone di affrontare?
 Ti è capitato di sentirti abbandonato come è capitato a S.Paolo in momenti di difficoltà?
 E’ successo che qualche amico, nel tentativo di aiutarti, ti abbia offerto delle vie di fuga?
Quali? Sono state efficaci?
 Quante volte utilizzi delle vie “facili” per affrontare i problemi?
 Come ti senti dopo? Pensi che ti saranno utili anche in futuro? Sono una soluzione duratura?
 Quali sono secondo te i problemi che devi affrontare nella tua vita? Ti sembra che siano fa-
cili da superare?
 Cosa fai quando ti trovi davanti ad una difficoltà? Fare esempi soprattutto per i ragazzi più
piccoli e/o che non riescono ad identificare i problemi es. Non ho studiato per il compito in
classe: copio, faccio fuoco oppure chiedo alla prof. subito di interrogarmi appena possibile
per rimediare…
 Quando ti senti debole cosa fai per ritrovare la forza?

Proposte di attivita’
Gimkana
Allestire una gimkana con ostacoli e scorciatoie. I ragazzi, divisi in squadre, dovranno superare
un percorso composto da ostacoli e prove, ma a differenza della consueta gimkana, in questo
caso le prove dovranno essere un po’ più complesse e verrà inserito “l’aiutino”. Quando cia-
scun ragazzo si troverà di fronte alla prova potrà decidere se tentare di superarla con le proprie
forze o avvalersi dell’aiuto, che gli consente di passare alla prova successiva senza difficoltà. Il
numero di aiuti non è limitato. Alla fine però scopriranno che il punteggio della prova viene da-
to “al contrario”, cioè ogni componente della squadra inizia la gara con un “monte punti” e
alla fina gli verranno scalati da questo, 50 punti per ogni aiuto che ha utilizzato e dati 50 per
ogni volta che ha superato la prova da solo. In alternativa, ogni volta che il ragazzo usa l’aiuto
gli viene caricata una pietra pesante dentro allo zaino che porta sulle spalle, per far capire che
scegliere la “via più breve” comporta poi una perdita, anche immediata. Questa seconda op-
zione però tenderà naturalmente a far scegliere ai ragazzi di non utilizzare l’aiuto troppo spesso
durante il gioco. E’ necessario quindi individuare l’obiettivo della discussione di gruppo per sce-
gliere il lancio del tema più confacente.

Scenetta con finale da inventare


Si può drammatizzare uno stralcio dei viaggi di S. Paolo in cui siano evidenti le difficoltà che ha

~ 28 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

incontrato sul suo cammino. Si chiederà poi ai ragazzi di pensare e inventare un finale per que-
sta storia. Dovranno quindi decidere cosa secondo loro S. Paolo ha fatto di fronte ai problemi:
ha scelto una soluzione facile, ha abbandonato la Missione, ha chiesto aiuto, ecc.? La stessa
modalità (drammatizzazione) può essere utilizzata con una storia moderna, magari legata allo
sport così da rimanere più aderenti alla metafora dell’allenamento.

La sfida
Per i ragazzi più grandi, un’attività più semplice per lanciare il tema può essere quella di far fare
una sfida a due ragazzi del gruppo, dando un forte svantaggio a uno dei due es. fare un ca-
stello di carte, uno però lo fa su un tavolo, l’altro avrà invece come base un prato o terreno-
ghiaia, oppure si fa una gara a chi arriva prima salendo delle scale o facendo una corsa, dan-
do però da portare a uno dei due uno zaino o una valigia piena di sassi. Dopo la sfida, la di-
scussione di gruppo potrebbe partire dalle sensazioni dei due ragazzi che hanno gareggiato: è
vittoria quella facilitata?-

TUn’alternativa potrebbe essere discutere in gruppo a partire dalle statistiche sul dopping tra i
giovani o dalle testimonianze riportate sotto.

Spunti per la preghiera quotidiana


Salmo 1
Beato l`uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.
Sarà come albero piantato lungo corsi d`acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.
Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde;
perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,
né i peccatori nell`assemblea dei giusti.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina.

Salmo 14
Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sul tuo santo monte?
Colui che cammina senza colpa,
agisce con giustizia e parla lealmente,
non dice calunnia con la lingua,
non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulto al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.
Anche se giura a suo danno, non cambia;
presta denaro senza fare usura,
e non accetta doni contro l`innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.

~ 29 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Preghiera dello sportivo


Signore !
E' bello per me correre con i miei amici,
nella gioia e nella fatica, nella vittoria e nella sconfitta.
Là, sul campo, ci metto tutto me stesso perché per me giocare è un po' come vivere e vivere è
un po' come giocare.
E se penso alla mia vita come a quel campo di gara allora, Signore, aiutami a viverla
con lo stesso entusiasmo
con lo stesso impegno
con la stessa voglia di vincere
e di diventare grande.
Sii tu la mia guida e il mio maestro.
Insegnami a giocare la mia partita,
indicami il mio ruolo in campo,
incoraggiamo a lottare
e dare sempre il meglio di me stesso.
E quando sarò tentato di arrendermi
e di non combattere più,
ti prego abbandona la panchina
ed entra in campo con me ! Con te vicino ricomincio a giocare.

Dai il meglio di te...


Se fai il bene, ti attribuiranno
secondi fini egoistici
non importa, fa' il bene.
Se realizzi i tuoi obiettivi,
troverai falsi amici e veri nemici
non importa realizzali.
Il bene che fai verrà domani
dimenticato.
Non importa fa' il bene
L'onestà e la sincerità ti
rendono vulnerabile
non importa, sii franco
e onesto.
Dà al mondo il meglio di te, e ti
prenderanno a calci.
Non importa, dà il meglio di te
(Madre Teresa di Calcutta)

Approfondimenti
Il doping e i giovani: fa male ma più della metà pensa che serve per vincere
Ecco cosa pensano i ragazzi sulle sostanze dopanti. Apprendono quasi tutte le informazioni dal-
la TV, quasi nessuna dal mondo sportivo e confondono integratori con sostanze vietate. Lo spie-
gano due indagini condotte dall’Università Tor Vergata e da La Sapienza, finanziate dalla
Commissione di Vigilanza ed il controllo sul doping per la Tutela della Salute nelle attività sporti-
ve
Poche informazioni e confuse. Sanno che il doping è illegale e ne temono i rischi per la salute
ma non sanno di cosa si tratta. Non conoscono la pericolosità dell’uso degli ormoni steroidei,
confondono integratori alimentari e sostanze vietate per doping, ma sono certi che possa aiu-
tarli a vincere. E’ l’identikit dei giovani italiani sul problema del doping.
I dati sono emersi da due indagini finanziate dalla Commissione di Vigilanza sul Doping e con-

~ 30 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

dotte dall’Università Tor Vergata di Roma e dal Dipartimento di Psicologia de La Sapienza, i cui
risultati si incrociano e si confermano in molti punti. La prima indagine rivela che su un campio-
ne di 921 giovani di età compresa tra i 12 e i 19 anni, il 64 per cento dichiara di sapere che
cos’è il doping ma soltanto una bassissima percentuale sa riconoscere le sostanze dopanti.
L’eritropoietina, infatti, è riconosciuta come sostanza vietata dal 20–38 per cento dei ragazzi (a
seconda della fascia d’età), l’ormone della crescita dal 24-35 per cento, l’efedrina dal 15 per
cento degli intervistati. Gli steroidi, invece, sono quelli più conosciuti (47-65 per cento) probabil-
mente perché si tratta di sostanze spesso citate dai media. Tv e giornali, infatti, sono le principa-
li fonti di informazione. L’80 per cento dei ragazzi conosce, infatti,il doping grazie al piccolo
schermo, il 65 per cento leggendo i giornali. Ma l’indagine dell’Università di Tor Vergata rivela
anche che l’89 per cento ritiene che sia sempre sbagliato fare uso di sostanze dopanti, ma sol-
tanto l’11 per cento pensa che sia un comportamento scorretto. Il 68 per cento, infatti, ha pau-
ra che possa arrecare danni alla salute.
In generale, dall’indagine emerge che i ragazzi (l’80 per cento) sono molto interessati a riceve-
re informazioni sulle sostanze dopanti e sono consapevoli dell’inadeguatezza delle notizie che
hanno a disposizione. Dalle interviste emerge un ruolo marginale degli allenatori e dei dirigenti
sportivi nell’informazione sui temi del doping tanto che, nel complesso, il mondo sportivo è
quello che fornisce loro meno informazioni. Il 18 per cento dei giovani, invece, vorrebbe riceve-
re informazioni proprio dal mondo dello sport e il 24 per cento dai medici. I più giovani, invece
preferiscono chiedere informazioni ai genitori, tra i 14 e i 15 anni preferiscono gli insegnanti,
mentre tra i 16 e i 19 confrontano le informazioni con gli amici. La famiglia con l’aumentare
dell’età è il luogo dove se ne parla meno.
La scuola diventa, invece, la risorsa informativa più importante per i ragazzi dai 12 ai 14 anni. I
giovani intervistati, inoltre, hanno dimostrato di fare ancora confusione sull’uso di integratori.
Soltanto il 36 per cento sa riconoscere tra una lista di sostanze quelle appartenenti alla catego-
ria degli integratori, percentuale che scende al 17 per cento se si escludono vitamine e sali mi-
nerali e il 38 per cento li considera importanti per l’attività sportiva.
(Ministero della salute)

"Mi piacerebbe che i nostri campioni fossero il simbolo di una positiva competitività, senza facili
scorciatoie. I campioni dello sport in questo senso possono essere un modello per i giovani".
"Siamo alla vigilia del riconoscimento della convenzione internazionale dell'Unesco per la lotta
al doping, che comporta l'istituzione di apposite autorità nazionali che assicurino una chiara
terzietà rispetto al mondo dello sport".
"Il doping - ha proseguito il ministro - non è solo il fenomeno di pochi atleti ad alto livello, ma an-
che un vero e proprio problema di salute del quale il sistema salute si deve fare carico. Il siste-
ma dei controlli, per come è strutturato, è legato alla sorveglianza del primo dei due fenomeni,
anche con un'insufficiente distanza fra controllori e controllati. Non abbiamo quindi dati per
contestare le voci che parlano di un diffuso abuso di sostanze nella massa degli atleti, e per
questo c'è ancora molto da lavorare". (Livia Turco, ex-ministro della salute)

“La droga (in tutte le sue forme) è una delle grandi trappole per gli adolescenti della nostra e-
poca. Forse non uccide come gli incidenti in motorino o in macchina, ma con le sue insidie de-
vasta una vita che è in pieno sviluppo. Anche ad uscirne dopo qualche anno, può essere trop-
po tardi per affermarsi nella vita sociale”. (F. Dolto, psicanalista)

“Vorrei dire a tutti una cosa: tutta la gioia, la noia, l’adrenalina, lo sballo, è dentro di noi, non
c’è bisogno di sostanze artificiali per tirar fuori da noi stessi cose che sono già in noi dalla nasci-
ta. Bere, farsi le canne, impasticcarsi, non serve a niente se non a impinguare il portafogli di chi
ha il potere, e se davvero siamo contestatori e vogliamo giustizia, perché assecondare sta raz-
za di gente?” (L. Grillo, Ferrara)

“Non la droga libera, ma l’uomo libero dalla droga”. Carla, ex tossicodipendente


“Io mi faccio le canne e ogni tanto prendo qualche pillola. Non è vero che fanno male, o al-
meno non fanno più male di tre tazzine di caffè. Questa demonizzazione non serve a niente;
~ 31 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

volete toglierci tutto! Condivido in pieno quello che diceva il grande Jim Morrison: <<Fatti le
canne ragazzo ribelle, ma non bucare la tua pelle>>.” (Carlo, 17 anni)

L’angolo del coach Paolo


II Tm 1, 15
“Tu sai che tutti quelli dell`Asia, tra i quali Fìgelo ed Ermègene, mi hanno abbandonato.”
II Tm 4, 16
“Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato.”
Atti, cap 17, 16-32: S.Paolo abbandonato da molti nell’areopago di Atene

~ 32 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Giornata di Deserto:

“Io sono la SPERANZA e la vita,


chi crede in me vivrà”
(Gv 11, 25)

Idea di fondo
La nostra sfida quotidiana è quella di riuscire a scegliere Gesù tutti i giorni; è una competizione
contro gli altri ma soprattutto contro noi stessi…a volte pigri, distratti, attratti dalle cose più sem-
plici e “alla moda”. È anche però un’occasione di confronto con il mondo, le cui logiche spes-
so si oppongono a quelle che Gesù ci offre. La carriera di uno sportivo comprende l’alternanza
di momenti facili e belli ad altri faticosi e inconcludenti. Non mancano per nessuno gli ostacoli:
limiti fisici e difficoltà caratteriali, imprevisti quotidiani e travagli affettivi. Anche san Paolo nella
sua “gara” di tutti i giorni ha incontrato la diffidenza dei fratelli di fede, il rifiuto da parte di tanti
Ebrei, il fallimento di alcune esperienze pastorali, la tensione tra i membri delle comunità da lui
fondate, la persecuzione (confronta quinta tappa). Gradualmente però l’Apostolo ha capito
che vincere la gara non equivale a successo, ma a conformarsi a Gesù crocifisso e risorto,
nell’offerta di sé, della propria vita. San Paolo ci dice infatti che nella nostra vita ci sono degli
aspetti negativi, delle difficoltà, ma anche che abbiamo un marcia in più perché abbiamo un
grande amico, un compagno di strada da cui nulla ci può separare. Allora, con la SPERANZA
che ci viene da questa certezza, cerchiamo di uscire vincitori da questa gara.

Obiettivo
Fare deserto! Deserto: “significa semplicemente fare un periodo (un'ora, una mezza giornata,
una settimana, un mese, un anno...) di preghiera nel silenzio e nella solitudine. È un momento in
cui si rientra in se stessi, si sta a tu per tu con Dio e si prega approfondendo la Parola. Il termine
deserto deriva dall'esperienza di Gesù durante la quale è stato tentato da Satana. Anche lui
ha fatto un periodo (40 giorni) di solitudine, silenzio e preghiera... Non è facile provare ad ascol-
tare Gesù che ci parla perché lui parla al nostro cuore, dobbiamo concentrarci profondamen-
te… sui nostri pensieri più profondi, i sentimenti, le paure e le speranze che solo noi conosciamo.
Il DESERTO è il luogo privilegiato in cui possiamo incontrare Dio; un luogo di silenzio e riflessione.”

Il Deserto
La traccia che segue ha come scopo quello di fare incontrare ancora i ragazzi con la figura di
san Paolo attraverso alcuni atteggiamenti ed esperienze vissute dall’apostolo e che emergono
da alcune delle sue lettere.
Il percorso proposto può essere affrontato autonomamente dai ragazzi nel tempo di silenzio
oppure si può far parlare direttamente l’apostolo facendolo interpretare da un educatore e
cercando di sottolinearne i sentimenti: delusione ma insieme fiducia e desiderio di non fermarsi
davanti alle difficoltà.
Punto di partenza è l’arrivo di Paolo a Corinto, dopo la delusione avuta per il rifiuto ad Atene.
Viene particolarmente sottolineata, a partire dal passo degli Atti, la sua capacità di leggere la
situazione, di stare, di abitare quella circostanza assumendo la condizione di lavoratore, per
non pesare sugli altri, pronto però appena possibile a ritornare a vivere quella che è la sua vo-
cazione di apostolo e di testimone. A partire dal brano viene poi proposta una breve riflessione
per fare comprendere ai ragazzi il messaggio del testo. Seguono cinque “percorsi” che eviden-

~ 33 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

ziano ognuno un aspetto importante che ha caratterizzato la vita dell’apostolo… e che non
sono altro che aspetti della vita dei ragazzi. A ogni testo della Scrittura seguono delle domande
che possono aiutare i ragazzi a riflettere per far proprie le parole dell’apostolo, i suoi sentimenti,
il suo modo di vivere… vivere pieno di speranza.

PER ENTRARE NEL GIUSTO CLIMA…

Il silenzio
Un uomo si recò da un monaco di clausura. Gli chiese: "Che cosa impari mai dalla tua vita di
silenzio?". Il monaco stava attingendo acqua da un pozzo e disse al suo visitatore:
"Guarda giù nel pozzo! Che cosa vedi?". L'uomo guardò nel pozzo. "Non vedo niente". Dopo un
po' di tempo, in cui rimase perfettamente immobile, il monaco disse al visitatore: "Guarda ora!
Che cosa vedi nel pozzo?". L'uomo ubbidì e rispose: "Ora vedo me stesso: mi specchio nell'ac-
qua". Il monaco disse: "Vedi, quando io immergo il secchio, l'acqua è agitata. Ora invece l'ac-
qua è tranquilla. E questa l'esperienza del silenzio: l'uomo vede se stesso!".
tratto da: Bruno Ferrero, Il canto del grillo, Elledici 1990

1- In ascolto della Parola


Dagli Atti degli Apostoli 18,1-11
Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corinto. Qui trovò un Giudeo chiamato Aquila,
oriundo del Ponto, arrivato poco prima dall'Italia con la moglie Priscilla, in seguito all'ordine di
Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei. Paolo si recò da loro e poiché erano del me-
desimo mestiere, si stabilì nella loro casa e lavorava. Erano infatti di mestiere fabbricatori di ten-
de. Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci. Quan-
do giunsero dalla Macedonia Sila e Timòteo, Paolo si dedicò tutto alla predicazione, afferman-
do davanti ai Giudei che Gesù era il Cristo. Ma poiché essi gli si opponevano e bestemmiava-
no, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente; da
ora in poi io andrò dai pagani». E andatosene di là, entrò nella casa di un tale chiamato Tizio
Giusto, che onorava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga. Crispo, capo della sina-
goga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e anche molti dei Corinzi, udendo
Paolo, credevano e si facevano battezzare. E una notte in visione il Signore disse a Paolo: «Non
aver paura, ma continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di
farti del male, perché io ho un popolo numeroso in questa città». Così Paolo si fermò un anno e
mezzo, insegnando fra loro la parola di Dio.

 Quali sono i fatti di cui parla il brano degli Atti?


Paolo arriva a Corinto dopo aver ricevuto una sconfitta, una delusione. Le persone che, ad
Atene, lo hanno ascoltato parlare di Gesù non hanno accettato la sua parola, quello che
egli aveva da dire sul Signore Gesù. Paolo arriva a Corinto, conosce una coppia di ebrei,
Aquila e Priscilla, giunti dall’Italia dopo essere stati espulsi a causa di un decreto
dell’imperatore. Aquila e Priscilla accettano di ospitare in casa loro Paolo, il quale trova la-
voro – essendo anche lui come Aquila fabbricatore di tende. Riesce così a non essere di pe-
so e a guadagnarsi da vivere. Quando giungono Sila e Timoteo dalla Macedonia ricomincia
a dedicarsi alla predicazione di Gesù e del Vangelo. Presto però avviene la rottura con la
sinagoga, ma Paolo non si scoraggia: davanti a questo rifiuto rivolge il suo impegno ai pa-
gani i quali rispondono in modo positivo, accogliendo le sue parole e lasciandosi coinvolge-
re. I frutti non tardano ad arrivare e persino il capo della sinagoga di Corinto giunge ad ab-
bracciare la fede in Gesù Cristo.
 Dov’è che Paolo ha imparato a lottare così per il Vangelo?
 Da dove riceve la forza e la capacità di non lasciarsi abbattere dalle fatiche e dalle delu-
sioni?
 Quali sono i suoi punti di riferimento e gli atteggiamenti che vive?

~ 34 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

2– Un incontro che ha trasformato la sua vita


Dalla lettere di san Paolo apostolo ai Filippesi (3,7-11)
Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di
Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo
Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spaz-
zatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivan-
te dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva
da Dio, basata sulla fede. E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurre-
zione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la spe-
ranza di giungere alla risurrezione dai morti.

 Fai memoria. Quali sono gli incontri che sono stati importanti per te?
 Quali hanno posto le basi delle tue amicizie, dei tuoi interessi?

3- L’amore di Cristo entusiasma la vita


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8,35-39)
Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione,
la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a
morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo
più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita,
né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né al-
cun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.

 Pensa alla tua vita fino ad oggi. Ti accorgi che sei dentro una storia di Bene? Di persone
che ti voglio bene e che vogliono il tuo bene, a partire dai tuoi genitori fino ad arrivare al
don e ai tuoi educatori?
 Come rispondere a questo bene?
 Quali sono le difficoltà, le fatiche, i pesi che ti impediscono di riconoscere il bene che ti cir-
conda?
 Ti è mai capitato di dover scegliere tra le tentazioni del mondo moderno e le Parole di Ge-
sù? Quando? Chi ha “vinto” la gara?

4- Guardare il Crocifisso
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1,22-25)
E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo cro-
cifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giu-
dei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza
di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

 Cosa vedo quando guardo la croce?


 Metti Gesù al centro della tua vita?
 Quali sono le parole di Gesù che conosci e che più ti hanno colpito?
 Che posto ha nella mia giornata la preghiera?

5- La speranza che non delude


Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1,22-25)
Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù
Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa gra-
zia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. E non soltanto que-
sto: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazien-
za, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude,
perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è sta-
to dato.

~ 35 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

 Sei capace di impegnarti, di portare avanti in modo serio un progetto anche se questo ti
costa tanta fatica e sacrificio?
 Come affronti le difficoltà? Scappi? Continui a cambiare idea “a mò di banderuola”?
 Sai prenderti la responsabilità delle tue scelte?
 Che cos’è per te la Speranza?

6- La gioia
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (4,4-7)
Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a
tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a
Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa
ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

 Quali sono i tuoi interessi, le cose che ti appassionano?


 Cosa pensi quando si parla di vocazione?
 “Rallegratevi nel Signore, sempre!” Dopo un errore ti sei mai sentito solo, triste e abbando-
nato? Abbandonato da chi? Da Gesù?
 Dopo aver perso una gara, è facile credere e rimettersi in gioco/affidarsi a Dio?

Proposte di attivita’
All’Asta!
Ai ragazzi viene dato un piccolo tesoretto di monete da poter spendere (es. foglio su cui sono
stampate 100 monete). Nella stanza dell’attività gli educatori preparano dei tavoli pieni di og-
getti di tutti i tipi prezzati (dalle scarpe all’ultima moda alla bibbia, dall’ultimo gioco del DS ad
un libro dei canti…). I ragazzi vengono invitati a girare e a stabilire (di nascosto) le loro preferen-
ze; i ragazzi devono indicare l’importo che sarebbero disposti a spendere per accaparrarsi
l’oggetto/i tanto desiderato/i. Andrà spiegato ai ragazzi che potranno scegliere di spendere
tutti i loro denari oppure tenerne di riserva per “combattere” all’asta al momento di acquistarli:
scegliere l’oggetto con una prima offerta significa solo acquisire il diritto di partecipare all’asta
di quel prodotto. Al termine dei giro iniziale i ragazzi vengono radunati di fronte al battitore
dell’asta e si comincia… Tra i ragazzi che hanno scelto ogni singolo oggetto comincia la gara
per comprarlo definitivamente.
 Riusciranno, i ragazzi, ad aggiudicarsi almeno uno degli oggetti indicati nella sua lista?
 Quanto sono stati disposti a spendere?
 Per quali oggetti hanno effettivamente combattuto?

Spunti per la preghiera quotidiana


Salmo 62
O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco,
di te ha sete l’anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta,
arida, senz’acqua.
Così nel santuario ti ho cercato,
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
Poiché la tua grazia vale più della vita,
le mie labbra diranno la tua lode.
Così ti benedirò finché io viva,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Mi sazierò come a lauto convito,
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.

~ 36 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo


e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe l’anima mia
e la forza della tua destra mi sostiene.

Approfondimenti
Il potere del pensiero
Un uomo camminava per un sentiero di campagna, quando sul margine di esso, tra l'erba,
scorse qualcosa, forse un sasso, dalla forma strana: "E' un serpente", pensò.
Il serpente si srotolò, scattò e lo morse a morte. Un altro pellegrino camminava per quel sentie-
ro, anche lui scorse il sasso dalla forma strana: "E' un uccello", pensò.
In un frullo d'ali, l'uccello volò via. Un automobilista restò con una gomma a terra su una strada
buia e solitaria. Scese dall'auto, ma si accorse di non avere in macchina il crick. Stava per la-
sciarsi prendere dalla disperazione, quando vide un lumicino in lontananza: era una casa colo-
nica. Si avviò a piedi in quella direzione, e intanto cominciò a rimuginare: "E se nessuno venisse
ad aprire?", "E se non avessero un crick ?", "E se quel tizio non me lo volesse prestare anche se
ce l'ha?". A ogni angosciosa domanda la sua agitazione cresceva, e quando finalmente rag-
giunse la casa colonica, e il contadino gli aprì, era talmente fuori di sè che gli sferrò un pugno
gridando: "Tieniti pure il tuo schifoso crick!".
Ti piaccia o no, sono i tuoi pensieri a tracciare la rotta del viaggio che si chiama vita.

Le tre pipe
Un vecchio saggio indiano dava questo consiglio agli irruenti giovani della sua tribù: "Quando
sei veramente adirato con qualcuno che ti ha mortalmente offeso e decidi di ucciderlo per
lavare l'onta, prima di partire siediti, carica ben bene di tabacco una pipa e fumala. Finita la
prima pipa, ti accorgerai che la morte, tutto sommato, è una punizione troppo grave per la
colpa commessa. Ti verrà in mente, allora, di andare a infliggergli una solenne bastonatura. Pri-
ma di impugnare un grosso randello, siediti, carica una seconda pipa e fumala fino in fondo.
Alla fine penserai che degli insulti forti e coloriti potrebbero benissimo sostituire le bastonate. Be-
ne! Quando stai per andare a insultare chi ti ha offeso, siediti, carica la terza pipa, fumala, e
quando avrai finito, avrai solo voglia di riconciliarti con quella persona".
tratto da: Bruno Ferrero, Il canto del grillo, Elledici 1990

L’angolo del coach Paolo


Eb 10,23
«Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che
ha promesso»

I Tessalonicesi, 5, 7-9
Quelli che dormono, infatti, dormono di notte (…).Noi invece, che siamo del giorno, dobbia-
mo essere sobri, rivestiti con la corazza della fede e della carità e avendo come elmo la spe-
ranza della salvezza.

I Corinzi, 13
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più
grande è la carità!

~ 37 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Tappa 6
Risultato finale: 100 a 1
Idea di fondo
Siamo al risultato della partita: 100 a 1! Gesù ci promette che già in questa vita ci ricompenserà
rendendoci felici, si ribalta quindi completamente l'idea che la vita di un buon cristiano sia triste
e piena di sacrifici: il Signore ci vuole felici.

Obiettivo
Portare i ragazzi a soffermarsi sulle “rinunce” che sono chiamati a fare per seguire Gesù e sulla
ricchezza che deriva da queste scelte (ad esempio: la felicità che si può provare nel dare piut-
tosto che nel ricevere, la gioia di sentirsi in pace con la propria coscienza o di sapere di aver
fatto una buona azione).
Essendo arrivati ormai quasi alla fine del campo, potrebbe essere anche opportuno far riflettere
i ragazzi sul loro stato d’animo attuale e sulla gioia che hanno provato nell’esperienza del cam-
po: già questo è un pezzettino del centuplo che Gesù ci ha promesso!
Partendo da questo spunto, si può anche chiedere ai ragazzi se se la sentono di affidare un po’
di più a Gesù la loro vita: sono (e siamo – questa domanda probabilmente interrogherà anche
gli educatori) pronti a credere che Gesù ci darà il centuplo su questa vita e la vita eterna, se lo
seguiremo?

Brano guida
Marco 10,28-
10,28-30
Pietro gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito». 29 Gesù rispose: «In
verità vi dico che non vi è nessuno che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o pa-
dre, o figli, o campi, per amor mio e per amor del Vangelo, 30 il quale ora, in questo tempo, non
ne riceva cento volte tanto: case, fratelli, sorelle, madri, figli, campi, insieme a persecuzioni e,
nel secolo a venire, la vita eterna.

Spunti per riflettere


Gesù non ci chiede di buttare a mare tutto quanto abbiamo: non è questo il senso della frase
evangelica. La decisione che questa pagina evangelica vuole provocare in noi riguarda il pri-
mato da dare a Dio sopra ogni cosa. Quel che chiede il Signore, a prima vista, ha i tratti di una
rinuncia e in parte lo è, ma è soprattutto una grande sapienza di vita. Ovviamente si tratta non
della sapienza del mondo che spinge a rinchiudersi in se stessi e nelle cose del mondo, ma del-
la sapienza che viene dal cielo, di cui ascoltiamo dalle Sante Scritture: "La preferii a scettri e a
troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto, non la paragonai neppure a una gemma i-
nestimabile, perché tutto l'oro al suo confronto è un po' di sabbia e come fango sarà valutato
di fronte ad essa l'argento." (Sap 7,8-9).
La frase iniziale di Pietro è quasi una richiesta di gratificazione, di ricompensa da parte di Gesù
per le scelte fatte dagli Apostoli e la risposta di Gesù a questa richiesta spiega concretamente
le conseguenze di tale sapienza evangelica: chi abbandona tutto per seguire Gesù (ossia, chi
pone Gesù al di sopra di ogni cosa) riceverà in questa vita il centuplo e, dopo la morte, la vita
eterna. E' l'esatto contrario di quello che normalmente si pensa, ossia che la vita evangelica sia
innanzitutto privazione. In verità, la scelta di seguire il Signore sopra ogni cosa è decisamente
"conveniente", non solo per salvare la propria anima nel futuro, ma anche per gustare "cento
volte" la vita su questa terra. Il brano tratto dal Libro della Sapienza conclude: "Insieme con es-
~ 38 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

sa (la sapienza che viene dal cielo) mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza
incalcolabile". Chi mette Dio al primo posto nella sua vita entra a far parte della Sua "famiglia"
dove trova fratelli e sorelle da amare, padri e madri da venerare, case e campi dove lavorare.
Trova l'amore.

Domande di vita
 Ti senti felice? Perchè? Quando?
 Che differenza c'è fra felicità e piacere? La felicità è una semplice assenza di sofferenza?
 Si può essere felici da soli?
 Crediamo a Gesù che ci assicura che l’uomo è nato per la felicità? Si può davvero raggiun-
gere la felicità? Qual è la strada?
 Hai mai pensato che l'essere cristiani possa essere una fonte di gioia? Pensi sia vero? Per-
chè? (Esempi)

Proposte di attivita’
Corsa delle macchine
Si dividono i ragazzi a gruppi di 5 e ciascun gruppo costruisce un'auto: uno al centro fa l'autista
e 4 attorno fanno le ruote (per tenere la macchina unita le ruote possono tenere in mano un
cerchio fatto con i nastro bianco e rosso). Le macchinine devono fare un percorso e superan-
do delle piccole prove possono accedere alle caselle "Gesù" che fanno accelerare da 0 a
100km/h ovvero permettono alla squadra di accorciare il percorso.
Un gioco analogo può essere fatto al chiuso tipo gioco dell'oca con caselle speciali che rad-
doppiano (o centuplicano) il punteggio.

Pigne (c'è più gioia nel dare che nel ricevere)


A ciascun ragazzo vengono consegnate tre pigne (o sassolini, o, in generale, tre elementi della
natura legati in maniera significativa al posto in cui si è vissuta l’esperienza del campo). A turno,
ogni ragazzo, educatori compresi, “dona” una delle sue pigne ad un altro membro del gruppo.
Il significato di ciascuna pigna è quello di una parte di se stessi, del proprio tempo o del proprio
carattere (che va esplicitata, ad esempio: io dono a te questa pigna come segno del tempo
che ti voglio dedicare in futuro, oppure come simbolo dell’impegno che voglio mettere nella
nostra relazione di amicizia) che si vuole donare all’altro. Questa tecnica di solito funziona mol-
to bene negli ultimi giorni di campo, come in questo caso, perché permette anche di ripercor-
rere in gruppo i momenti più significativi che si sono vissuti insieme ed immaginare il “poi”, ovve-
ro come si può mettere concretamente alla prova, in alcuni gesti pratici, quanto si è sentito e
condiviso a questo campo.
Variante: oltre che ai membri del gruppo, si può dare la possibilità di donare anche ad altre
persone del campo, al gruppo nel suo insieme, a persone che sono a casa o al mondo nel suo
insieme (questo ultimo forse è sconsigliabile perché spesso c’è il rischio di parole un po’ buttate
lì). In particolare, se si utilizza questa variante, si può richiedere ai ragazzi di completare la tecni-
ca, arrivati a casa, con il dono della pigna (esempio: dono la pigna ai miei genitori come se-
gno della mia volontà di aiutarli di più in casa; dono la pigna al mio ragazzo che è a casa per-
ché voglio provare a condividere con lui la mia fede, ecc…).

Spunti per la preghiera quotidiana


Salmo 23
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.
~ 39 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,


per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.

Preghiera
Mio Creatore
benedico il tuo nome
per i tuoi prodigi
e ti lodo
per la vita che mi hai dato.
Donami braccia forti
per aiutare chi è nella difficoltà,
passi veloci
per raggiungere chi è lontano dalla verità,
occhi dolci ed accoglienti
per comprendere chi sbaglia,
un sorriso sempre acceso
per scaldare il cuore di chi è solo.
tutto ciò che cerco è in te
e non ho paura
ne' di soffrire
ne' di essere felice
perché le mie lacrime
saranno come gocce di cera di una candela
che bruciando fa luce intorno a se'
e le mie risa
saranno come un canto lanciato nel mondo
per illuminare la malinconia delle anime.
Tu Signore
sei la mia pienezza
e grazie a Te:
la mia debolezza
diventa forza,
la mia pochezza
diventa abbondanza,
la mia durezza di cuore
diventa dolcezza.
A Te affido ogni giorno della mia vita
perché possa essere bello,
ma anche il momento della mia morte
perché possa essere sereno.
Amen

~ 40 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

Approfondimenti
Da una omelia di Giovanni Paolo II a Castel Gandolfo, 2 settembre 1979)
1. Il cristiano sa che lo scopo della vita è la felicità. Infatti la ragione e la Rivelazione affermano
categoricamente che né l’universo né l’uomo sono autosufficienti e autonomi. La grande filo-
sofia perenne dimostra la necessità assoluta di un Primo Principio, increato e infinito, Creatore e
Signore dell’universo e dell’uomo. E la Rivelazione di Cristo, Verbo Incarnato, ci parla di Dio che
è Padre, Amore, Santissima Trinità.
Nasce subito la domanda: perché Dio ci ha creati? E la risposta è metafisicamente sicura: Dio
ha creato l’uomo per renderlo partecipe della sua felicità. Il bene è diffusivo; e Dio, che è asso-
luta e perfetta felicità, ha creato l’uomo solo per se stesso, e cioè per la felicità. Una felicità go-
duta già in parte nel periodo della vita terrena, e poi totalmente nell’aldilà, in paradiso.
Ricordiamo ciò che disse Gesù agli Apostoli: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e
la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11).
Ricordiamo anche ciò che scriveva San Paolo ai Romani: “Io ritengo che le sofferenze del mo-
mento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi” (Rm
8,18). Così San Giovanni desiderava che la gioia dei cristiani fosse perfetta (cf.1Gv 1,4). Se la
moderna mentalità dubita e tentenna nel trovare il significato ultimo del perché dobbiamo na-
scere, vivere e morire dopo esperienze tanto drammatiche e dolorose, ecco che Gesù viene
ad illuminarci e a rassicurarci sul vero senso della vita: “Io sono la luce del mondo; chi segue
me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12).
Gesù ci assicura che l’uomo è nato per la felicità, perché è creatura di Dio, infinita felicità.
2. Il cristiano conosce la strada per raggiungere la felicità. Una volta accertato il fine della vita,
rimane il problema di raggiungerlo, ossia di non sbagliare strada, di conquistare veramente la
felicità che forma l’ansia e il tormento dell’uomo. E Dio, che è bontà e sapienza infinita, non
poteva lasciare l’uomo in balia dei dubbi e delle passioni che lo sconvolgono.
Infatti, il Signore ha indicato la strada sicura per il raggiungimento della felicità nella legge mo-
rale, espressione della sua volontà creatrice e salvifica, ossia nei dieci comandamenti, iscritti
nella coscienza di ogni uomo, manifestati storicamente al popolo ebreo e perfezionati dal mes-
saggio evangelico.
Ciò che Mosè diceva al popolo eletto vale per tutti gli uomini: “Osserverete i comandi del Si-
gnore Dio vostro che io vi prescrivo e li metterete in pratica, perché quella sarà la vostra sag-
gezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli” (Dt 4,6).
E Gesù ribadisce: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti... Chi accoglie i miei coman-
damenti e li osserva, questi mi ama” (Gv 14,15.21).
San Giovanni nella sua lettera ammonisce ancora che l’amore a Dio, fonte e garanzia della
vera felicità, non è vago, sentimentale, ma concreto e impegnato: “In questo consiste l’amore
di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi” (1Gv 5,3).
Chi, coscientemente e deliberatamente trasgredisce la legge di Dio, va fatalmente incontro
all’infelicità. Ma il cristiano possiede invece il segreto della felicità.
Con sapienti parole, Paolo VI diceva: “Se sono cristiano, io possiedo la chiave interpretativa
della vita vera, la somma fortuna, il bene superiore, il primo grado della vera esistenza, la mia
intangibile dignità, la mia inviolabile libertà” (Insegnamenti di Paolo VI, X [1972] 773).
3. Infine, un cristiano cammina con Cristo verso la felicità. San Giacomo nella sua lettera esorta
a camminare con coraggio e solerzia per questa strada della felicità: “Accogliete con docilità
la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime. Siate di quelli che met-
tono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi” (Gc 1,22).
E Gesù insiste sulla coerenza cristiana: non bastano le affermazioni e le cerimonie esterne; è ne-
cessaria la vita coerente, “una religione pura e senza macchia” (Gc 1,27), la pratica della leg-
ge morale.
Non è facile camminare verso la felicità!
Gesù stesso ci avverte: “Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e
quanto pochi sono quelli che la trovano” (Mt 7,14). Ma quali orizzonti schiude questa via! Il cri-

~ 41 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

stiano diventa partecipe della stessa vita trinitaria mediante la grazia; ha un modello in Gesù e
una forza nella sua presenza e nella lotta quotidiana per osservare la legge morale, si nutre del
Pane Eucaristico, si alimenta nella preghiera, si abbandona con fiducia tra le braccia di Cristo,
maestro e amico!
Il cammino verso la felicità, anche se talvolta faticoso e difficile, diventa allora un costante atto
di amore a Cristo, che ci accompagna e ci attende.
Carissimi fedeli!
Percorrete anche voi con coraggio e con amore questa strada verso la felicità e siate di esem-
pio al mondo, che, chiudendo gli occhi alla luce della verità, si trova talora sbandato come in
un drammatico labirinto.

L’angolo del coach Paolo


1Corinzi 2,12-14
Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò
che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sa-
pienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L'uomo
naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capa-
ce di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito.

2Corinzi 9,6-9
Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con lar-
ghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore,
non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. 8 Del resto, Dio ha potere di
far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate com-
piere generosamente tutte le opere di bene, come sta scritto: ha largheggiato, ha dato ai po-
veri; la sua giustizia dura in eterno.

~ 42 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

~ 43 ~
~ TRACCIA DIOCESANA CAMPISCUOLA 2009 ~

QN-quenne
Ferrara

Proprietario
Azione Cattolica di Ferrara-Comacchio

Direttore
Fausto Tagliani

Direttore Responsabile
G.Piero Fabbri Destro

Redazione
Paolo Gioachin
Michele Mingozzi
Damiano Debiagi
Augusto Pareschi

Direzione, Redazione ed Amministrazione


Via Montebello, 8
44100 Ferrara (Fe)
Tel/Fax 0532 207376

Reg. Tribunale di Ferrara


15/96 del 4/9/1996

Ciclostilato in proprio

www.acferraracomacchio.it
~ 44 ~

Potrebbero piacerti anche