La Battaglia Di Castel Franco 1805
La Battaglia Di Castel Franco 1805
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24 Novembre 1805
L’ultima volta che ho visitato Parigi è capitata nell’estate prima del Covid-19, e, come qualsiasi turista, ho
visitato i monumenti della capitale francese. Mi sono anche fatto fotografare vicino all’arco di trionfo, dove
sono elencate le principali battaglie che hanno portato Napoleone al trionfo di Austerlitz1. La terza dal
basso nell’elenco è Castel Franco. In Italia ci sono diverse località che si chiamano Castel Franco2.
Incuriosito, ho chiesto informazioni a Google e qui la scoperta3: si trattava di Castelfranco Veneto4, dove il
24 Novembre 1805 avvenne uno scontro tra austriaci e francesi. Una volta a casa ho voluto approfondire
l’indagine, cercando materiale e lettere5 che potessero aiutarmi nel ricostruire i fatti e capirne le
conseguenze. Delle lettere parleremo dopo il resoconto degli avvenimenti di quel giorno.
Quello che sto per descrivere è uno scontro che non si trova nei libri di storia6, eppure, come vedremo, i
suoi esiti ebbero importanti conseguenze nella storia d’Italia e dell’Europa intera. In termini temporali,
1
vittoria che l’imperatore ha voluto commemorare con quel monumento
2
Castelfranco Veneto (TV), Castelfranco Emilia (MO), Castelfranco di sotto (PI), Castelfranco in Miscano (BN), solo per
citare le località più famose.
3
il primo risultato che mi ha dato Google è stato proprio l’articolo di Paolo Miotto: “La Battaglia di Castelfranco (24
novembre 1805) e la Casona di S. Martino di Lupari”, di cui potete trovare il link nella sitografia.
4
faccio notare che, seppur stia seguendo la storia di Castelfranco Veneto attraverso i documenti postali da più di
trent’anni, non avevo mai sentito parlare di questa battaglia né ho mai trovato menzione sul campo: né una lapide, o
un cippo od un monumento lungo la pista ciclabile sull’argine del Muson Vecchio che contorna il luogo dove si svolse
lo scontro.
5
riconosco che la fortuna è stata dalla mia parte: ho rinvenuto ben tre lettere di carattere militare dirette a
Castelfranco, complete di testo rigorosamente in francese, del 1, 10 e 11 Dicembre 1805.
6
a dire il vero, è anche difficile trovarne traccia nei testi specializzati: solo nelle memorie e diari militari dei
protagonisti è possibile trovarne qualcosa, seppure in forma frammentaria. Oppure articoli di cronaca nei giornali
d’epoca. Per saperne di più vi rimando alla lettura dei testi citati in bibliografia e ai frammenti che propongo più
avanti.
1
possiamo inserire questa battaglia nel conflitto fra francesi e le altre monarchie europee7 alleate nella Terza
coalizione che, come dicevo all’inizio, culminerà nella battaglia di Austerlitz8. I protagonisti dei fatti avvenuti
a Castelfranco sono principalmente nove: nomi più o meno noti che scrissero questa pagina di storia9.
Ma facciamo un piccolo passo indietro. Il maresciallo André Masséna era appena stato messo al comando
dell’Esercito del neofondato Regno d’Italia10 e ad Ottobre del 1805 si trovava in Veneto. Nello stesso
periodo, la campagna di Ulm11 aveva provocato il tracollo dell’esercito austriaco, quando Napoleone
circondò e distrusse la maggior parte delle sue unità. A causa della pesante sconfitta solo il corpo d’armata
del generale Michael von Kienmayer e un esercito russo, comandato dal generale Mikhail Kutuzov,
sbarravano a Napoleone la strada per Vienna. E quello che restava dell'esercito principale12 si ritirava
dall'Italia settentrionale mentre anche l'armata dell'arciduca Giovanni d'Austria si ritirava dalla contea del
Tirolo. Nella confusione, la brigata del principe di Rohan si separò dall'esercito del Tirolo e tentò di riunirsi
al grosso dell’esercito sulla strada per Vienna. Senza ottenere successo dalla manovra, il principe concepì
allora un piano ardito. Fece spostare i suoi soldati ancora più a sud e, passando da Bolzano, occupò
Bassano13 il 23 Ottobre. Dopo un'epica marcia, con l’intenzione di spingersi sino a Venezia per liberarla
dall’assedio, la brigata di Rohan era giunta a Castelfranco, pronta ad affrontare il nemico in uno scontro
decisivo. Se avesse vinto, avrebbe potuto unirsi alla guarnigione di Venezia e prendere alle spalle le truppe
francesi mentre si muovevano verso Vienna, facendo fallire i piani di Napoleone per l’Austria.
Per arginare la manovra austriaca, il maresciallo Masséna ordinò al generale de Gouvion-Saint-Cyr di
schierare i suoi uomini14 nel tratto di strada che va da Resana a Castelfranco15. La mattina del 24 novembre
i due eserciti erano pronti a darsi battaglia. Attaccarono per primi gli austriaci16. I francesi, inizialmente in
difficoltà, tennero duro17. Facendo convergere da Cittadella uno squadrone di mille cavalieri della brigata
polacca, i francesi attaccarono alle spalle l’ala destra austriaca, costringendo gli invasori a combattere su
due fronti. Indebolito lo schieramento centrale, la cavalleria polacca sfondò e mise in fuga la cavalleria
austriaca.
Nel tentativo di animare i suoi soldati, il principe di Rohan intervenne personalmente sul campo, ma venne
subito ferito e costretto a riparare all’interno delle mura di Castelfranco, dove, in poco tempo, fu costretto
ad arrendersi con tutto il suo esercito e lo Stato Maggiore18.
7
Gran Bretagna, impero austriaco, impero russo, regno di Napoli e Svezia.
8
il 2 dicembre 1805.
9
per comodità, le loro biografie sono tratteggiate in appendice, prima della bibliografia.
10
costituito da Lombardia, Romagna e parte dell’Emilia. Ai suoi ordini c’erano anche le truppe del generale de
Gouvion-Saint-Cyr, stanziate nel Regno di Napoli, che avranno una parte importante nella battaglia del 24 Novembre.
11
Ulm è una città del Baden-Württemberg, in Germania. Di solito è ricordata perché vi è nato Einstein.
12
armata austriaca dell'arciduca Carlo, duca di Teschen.
13
dal Proclama alle truppe del generale Massena prima della battaglia: «Camerati, avete di fronte a voi 4.000
giovanotti appartenenti alle più ricche famiglie di Vienna. Sono arrivati fino a Bassano con il servizio postale. Vi
raccomando questi damerini»
14
la divisione di Reynier contava 8.000 uomini in 11 battaglioni con 12 cannoni. Al suo comando c’erano il 1°
reggimento di fanteria svizzera, il 10°, 53°, 56° e 62° reggimenti di fanteria di linea francese. La forza e la composizione
della divisione di Gouvion Saint-Cyr non sono noti. il V reggimento di linea italiano (generale Lechi) e la cavalleria
polacca (colonnello Grabinski e ten. Colonnello Chłopicki), di riserva a Camposampiero.
15
con le ali spiegate grosso modo tra Campigo ed il Piagnon, muovendosi a cavallo tra le uniche due strade allora
esistenti: la via Aurelia (ora via Loreggia, di Campigo) e l'attuale ciclabile che, come un prolungamento del borgo Pieve,
corre tra i canali Musoncello e Musonello fino a Resana.
16
con tre cariche successive di cavalleria costituita da 700 corazzieri. La cavalleria di Rohan comprendeva otto
squadroni dell'arciduca Ferdinando, Corazzieri del Reggimento n.4, uno squadrone del reggimento Hohenzollern
Chevau-leger n.2 e uno squadrone combinato. La sua fanteria comprendeva quattro battaglioni del reggimento di
fanteria Duka n.38, il 2° e 4° Battaglione del Reggimento Fanteria Beaulieu n.58, e un battaglione combinato.
Complessivamente: 4.400 soldati, cinque pezzi di artiglieria e 700 cavalli.
17
secondo le memorie del Generale de Gouvion-Saint-Cyr, furono proprio i reparti italiani del generale Lechi a
sostenere maggiormente il peso dell’attacco e tenere la linea del fronte a Resana.
18
secondo le memorie del generale de Gouvion-Saint-Cyr, fu fatta prigioniera tutta la guarnigione di Castelfranco:
7.125 fanti, 1.066 cavalieri, 12 cannoni, 125 muli e 27 vetture per il trasporto delle vettovaglie.
2
Carta per l’indeligenza della battaglia
Nella mappa del campo di battaglia, fatta disegnare dal generale de Gouvion-Saint-Cyr per le
sue memorie, sono rappresentate in blu le truppe francesi e in giallo/nero quelle austriache.
Con la lettera K sono raffigurati i tre gruppi di cavalleria della brigata polacca 19 nel momento in
cui sopraggiungono da Cittadella per scontrarsi con la cavalleria austriaca.
19
si trattava della brigata di cavalleria polacca assegnata alla divisione Peyri, e formata dai dragoni di Napoleone, dal
1° squadrone Cacciatori e da una batteria a cavallo.
20
che ritengo le più storicamente corrette e da cui ho attinto tutti i dati riportati nell’articolo.
21
perché contiene una versione del rapporto del Generale Lechi, pubblicato dal giornale “Il Monitore” del I dicembre
1805, da confrontare con lo stesso rapporto pubblicato dal “Corriere milanese” del 28 novembre 1805.
3
4
5
Dispacci degli ordini
n. 92
[318]
Campo San Pietro, 2 frimaire Anno XIV (23 nov 1805)
Ore 10 di sera
Il generale GOUVION SAINT-CYR al generale
REYNIER, a Novale
Ho appena saputo, da un sergente scappato da
Castel Franco, che gli austriaci vi entravano alle
cinque e mezza di sera, dove vi trovarono ancora
molte munizioni; credevo che i vostri avamposti
sarebbero arrivati là a quest'ora.
Partite domani, un'ora o due prima dell'alba, per
prendere posizione a Castel Franco e sloggiarne i
tedeschi; sarà necessario che una colonna li attacchi
dalla sinistra. Io li farò attaccare alla loro destra dal
generale Peyri con i suoi polacchi; [egli] si sposterà
su Cittadella e ripiomberà su Castel Franco, nel caso
in cui il reparto che vi si trova sia in forza superiore a
voi; altrimenti, e se il nemico sembrerà cedere
terreno, marcerà su Bassano. Arrivato a Castel
Franco mi comunicherete notizie attraverso la
strada di Cittadella, dove mi recherò. Il sergente mi
disse che quello [l’esercito] che era entrato a Castel
Franco consisteva di 300 fanti e 700 cavalli.
n. 93
[318]
Campo San Pietro, 3 frimaire Anno XIV (24 nov 1805)
6
n. 94
[318]
Campo San Pietro, 3 frimaire Anno XIV (24 nov 1805)
n. 95
[323]
Stra, 3 frimaire Anno XIV (24 nov 1805)
7
Questo esercito contava circa 7.000 fanti e circa
1.200 cavalli; era quindi più forte delle forze di cui
potevo disporre per combatterlo; ma le truppe
mostrarono un tale valore che la vittoria non è mai
stata in dubbio venire. 6.000 uomini, 1.000 cavalli, il
loro comandate principe di Rohan, diversi colonnelli,
molti ufficiali, sette bandiere, dodici pezzi di
artiglieria con i rispettivi cassoni e molto bagaglio
sono nelle nostre mani. Si diceva che una colonna di
Croati doveva scendere dalle montagne. Lascio i
polacchi qui ad aspettarli, e sto tornando con la
divisione di Reynier di fronte a Venezia, supponendo
che domani M. de Bellegarde potrebbe fare una
sortita, credendo di disimpegnare il corpo del
principe di Rohan. Abbiamo trovato qui i prigionieri
che gli austriaci avevano fatto a Bassano, Castel
Franco e della divisione del generale Loison. Il
generale Reynier si è comportato con l’eroismo e
l’intelligenza di cui ci ha già dato tante prove; la sua
divisione ha preso 2.500 prigionieri.
n. 97
[315 e 323]
Stra, 5 frimaire Anno XIV (26 nov 1805)
Il generale GOUVION SAINT-CYR al maresciallo
MASSÉNA
Nella relazione che vi ho fatto sulla vicenda del 3, mi
sono dimenticato di indicarvi i reggimenti che
facevano parte del reparto del principe di Rohan, li
troverete nella nota allegata. Per tutta la giornata
del 3 gli austriaci non smisero di segnalare la loro
presenza su tutta la linea fino a Brondolo. Poiché la
distanza era piuttosto grande essi non potevano
sentire il rombo del cannone e rimasero persuasi
che il principe non fosse ancora abbastanza vicino
per uscire dalle loro linee e marciare verso di lui. Ho
permesso al colonnello Grabinsky di incorporare i
prigionieri polacchi del reggimento Beaulieu. Il suo
reparto sarà portato al massimo delle forze e avrà
uomini superbi, addestrati e che domani potranno
sparare con il fucile contro gli austriaci.
Designazione dei reggimenti che facevano parte del corpo comandato
dal principe di Rohan
Reggimento di Beliau, fanteria 5 battaglioni
Idem di Duka, ungheresi 5
Croati 2
Distaccamenti di diversi reggimenti organizzati sotto il nome di
battaglioni da campagna 2 battaglioni
Reggimento corazzieri dell'arciduca Ferdinando
Uno squadrone di cavalli leggeri di Hohenzollern
Uno squadrone di ussari di Blankenstein
Diverse compagnie di artiglieria
Un distaccamento di pontieri
8
La divisione Gardanne si portò nello stesso tempo a
Il Generale in capo era informato da diversi rapporti Venzone per rinforzare Ponteba. Il Gen. Regnier aveva
specialmente da una lettera del Gen. Vial, ambasciator ordine di marciare su Castelfranco; il nemico vi era
francese a Berna, che un corpo dell’Armata Austriaca giunto la sera innanzi e sentendo la difficoltà della sua
che si trovava tagliata fuori in seguito delle manovre posizione prevenne l’attacco: si precipitò sulla divisione
della grande Armata doveva discendere dalle montagne Regnier che lo ricevette col maggior rigore rispingendolo;
del Tirolo, calcolò che questa colonna cercherebbe o di ritornò più volte all’attacco ma sempre collo stesso esito.
traversare la linea dell’armata per giungere alla lagune Intanto il Gen. S-Cyr fece eseguire un movimento al
di Venezia e riunirsi alle truppe che occupano quella reggimento polacco che sconcertò il nemico e lo pose in
piazza, o a tentare passo di Feltre per unirsi agli avanzi rotta, il nemico si ritirò fuggendo a Castelfranco ove i
dell’armata dei principe Carlo verso Laybach. Nella francesi giunsero nello stesso punto. Quelli che non eran
prima ippotesi la posizione dell’ala dritta sotto gli ordini periti o stati presi sul campo di battaglia chiesero di
del Gen. S-Cyr che aveva lasciato per osservare Venezia capitolare. Sei mila uom. d’infant. e mille cavalli son
lo garantiva che il nemico non tenterebbe impunemente rimasti in nostro potere, tra questi vi è il Principe di
quel passo. Nella seconda ippotesi egli aveva fatto Rohan che comandava il corpo, diversi colonnelli e molti
occupare i due Ponteba e la Chiusa di Plez Austriaca da ufficiali: sei bandiere, uno stendardo, 12 cannoni coi loro
molti reggimenti di cavalleria e infanteria delle brigate cassoni, e immensi bagagli. Nella mischia si son perduti i
Lacour e Leuchantin. E per ultima la sua posizione due stendardi. La nostra perdita non è che di un
sull’Isonzo era tale che qualunque fosse la direzione centinajo d’uomini. Abbiamo anche trovato i prigionieri
dell’inimico, egli era sempre a tempo di staccare delle fatti a Bassano. Un corpo di Croati che si presume aver
forze per tagliarli la strada. La colonna nemica, forte di fatto parte di questa colonna si attende allo sbocco delle
circa 7m uomini d’infanteria 1200 cavalli, comandata montagne, e difficilmente potrà sfuggirci. Il
dal princ. Rohan è venuta il giorno 2 frim. a gettarsi luogoten.gen. S-Cyr ha spiegato una grandissima abilità
sopra Bassano; ha potuto facilmente far prigioniere un nelle manovre; ed egli poi loda molto il Gen. di divisione
piccolo distaccamento di 150 uom che ne formava la Regnier e i capi del 10° e 56° reggim. di lin. e il capo-
guarnigione e si è diretta su Castelfranco. Il batt. Clavel del reggim. Svizzero, il capo di brigata
luogoten.gen. S-Cyr informato di ciò e ben giudicando Grabiski e il capo-batt. Bialowiski. Il Gen. di brigata
che l’intenzione del nemico era di traversare la linea, Lacour è a Villach e spinge i suoi avamposti a
dette tutte le sue disposizioni per ben riceverlo. Il Gen. Clagenfurth ed è al momento di comunicare colla grande
in capo benché fosse tranquillo da questa parte, fece armata. L’avanguardia sotto gli ordini del Gen. Espagne
partire a marcie forzate i granatieri di Partanneau, e le fa seimila de nuovi prigionieri. Le strade l’Itria e di
divisioni Duhosme e Seras verso la Piave, e vi si portò Leibach sono coperte di cavalli uccisi, cassoni rotti e da
egli stesso per dirigere i movimenti che aveva ordinato. migliaja di palle da cannone abbandonate.
NB: ho trascritto il testo dell’articolo di giornale (mantenendo gli errori) perché risultava poco leggibile
9
Oggi si è qui reso pubblico l’8° bullettino dell’armata Questo corpo attaccò all’istante col massimo vigore
d’Italia datato dal quartier gen. di Gorizia li 23 novembre. e costrinse l’inimico a ritirarsi in Castelfranco con
Dopo avere annunciato che l’armata conserva la posizione una perdita di 150 prigionieri, tra quali un maggiore
che ha presa sulla riva sinistra dell’Isonzo ed i un colonnello, di due cannoni da 6 e d’un obizzo. Il
muovimenti di diversi corpi, così conchiude: “In questi general Regnier profittando di questa manovra del
diversi movimenti abbiamo fatti circa 400 gen. in capo attaccò di nuovo egli medesimo
prigionieri. Il gen. in capo ha lasciato verso Padova l’inimico, e gli fece 2m prigionieri. Il restante della
il corpo delle truppe che venivano da Napoli e vi ha colonna nemica si ritirò a Villafranca ove 3m.
aggiunto una divisione dell’armata, la leggione austriaci, bloccati dal reggimento d’infanteria
corsa ed il 2° reggimento italiano. Il luo.gen. polacca, resero le armi al colonnello Grabinski ed
Gouvion S Cyr che comanda queste forze riunite un corpo di 700 corazzieri si rese al luogotenente
sorveglia Chiozza e Brondolo. Egli sta pronto per colonnello Clopinski. Otto mille prigionieri, circa
piombare sopra i russi e gli inglesi se osassero 700 cavalli, 12 cannoni, 6 bandiere ed uno stendardo
tentare lo sbarco di cui minacciano le coste sono il risultato di questa giornata. Tra i prigionieri
d‘Italia”. Simultaneamente si è resa pubblica una lettera si ritrovano il princ. di Rohan, gen. Comandante, 3
del sig. gen. Lecchi a SE il sig. ministro della guerra. É colonnelli, 6 maggiori, 3 luogotenenti colonnelli, I
datala dal quartier gen. di Legnaro, lì 25 novembre, ed è morti furono circa 600, tra i quali 2 colonn., 4 magg.,
come segue: 2 luogotenenti colonnelli, i feriti altri 600 circa. Segn
“Mi affretto a prevenire VE che un corpo di truppe Lecchi”. S.A.S. il nostro principe vice-re, volendo
nemiche comandato dal principe di Rohan s’è garantire al popolo del regno d’Italia la durata della pace
mostrato presso Bassano. Il Generale in capo è di cui ha goduto fin qua con suo decreto dei 26 corr., ha
partito da Strà colla riserva composta dei due corpi prescritto: che debba formarsi un campo di riserva
polacchi comandati dal gen. Beyri, un reggimento di composto dalle truppe nazionali del regno d’Italia e da
cavalleria, ed uno d’infanteria francese, d’un quelle degli stati di Parma, Piacenza e Guastalla; che ogni
battaglione comandato dal gen. Regnier e dip. avrà l’onore d’inviarvi un corpo di 500 a 1000
finalmente di quattro pezzi d’artiglieria comandati uomini, ed i dip. del Mella, del Reno, del Crostolo e del
dal capo di battaglione Millo, e scortati dal 5° Panaro vi invieranno le truppe nazionali che per ordine
reggimento d infanteria italiana. Il gen. Regnier anteriore sono state or ora organizzate; che questo campo
partito da suoi accantonamenti s’è recato a sarà stabilito fra Bologna e Modena e che il vice-re passerà
Piombino ove egli tagliava per questo mezzo il in rivista tutti questi battaglioni dal 5 al 10 dicembre a
cammino di Mestre agli austriaci che tentavano di misura che giugneranno al campo; e la rivista gen. avrà
gettarsi in Venezia. Jeri 24 alla punta del giorno è luogo li 12 dicembre. Questo decreto contiene delle
stato attaccato e malgrado una vigorosa resistenza ulteriori disposizioni che per le angustie non possiamo
è stato tre volte obbligato a cedere il terreno. Il dire. Con altro decreto SAS ha ordinato che il bullettino
corpo d infanteria polacca che si trovava a campo S della grande armata che porta la nuova dell’ingresso di
Pietro col gen. in capo, si diresse avanti giorno SM l’imp. dei fran. e re d’Italia nella capitale dell’imp. di
verso Castelfranco col gen. in Capo medesimo, il Germania venga solennemente pubblicato in tutte le
quale essendosi accorto a mezza strada che la comuni del regno.
divisione Regnier cominciava a cedere, ordinava al [Mentre quanto abbiamo scritto è in procinto di essere posto solo i torchi
colonn. Grabinski di prendere l’inimico alle spalle. viene trasmesso alla stamperia un altro importantissimo bullettino. Per
affrettare affrettarne la cognizione anticiperemo anche l’edizione del
prossimo foglio; esso uscirà la sera del lunedì 2 dicembre]
NB: ho trascritto il testo dell’articolo di giornale (mantenendo gli errori) perché risultava poco leggibile
10
Proclama, tratto dal “Giornal italiano” dell’11 dicembre 1805 che parla degli avvenimenti successi il 9 dicembre, che condurranno alla
pace di Presburgo22, l’odierna Bratislava, tra Napoleone I e Francesco I d’Austria, che assegnò Venezia al Regno d’Italia.
22
firmata proprio l’11 dicembre 1805
11
Mappa del campo di battaglia. In cui
sono evidenziati i due schieramenti: in
blu i francesi, in rosso gli austriaci
12
Fin qui la narrazione storica. Ora cominciamo l’analisi dei documenti postali che ho trovato. Preciso subito
che la loro trascrizione è stata ardua e talvolta parziale a causa della pessima grafia impiegata, ma si sa:
erano dei soldati, mica scribacchini od impiegati. Le lettere sono sicuramente state scritte di getto, lo
testimonia qualche “ripensamento” o correzione che qua e la fa capolino nel testo.
Trascrizione:
13
Traduzione:
Trascrizione:
14
Traduzione:
Trascrizione
Castel Franco le 27 Frimaire an 14.
15
Traduzione:
Anche se non direttamente connessa coi fatti avvenuti a Castelfranco, presento quest’ultimo documento.
Forse un po’ triste, ma fa sempre parte dell’epilogo di un fatto d’arme dove alla fine, dopo una vittoria, si
contano i morti ed i feriti.
Foto dal web: caduto inglese recentemente rinvenuto a Waterloo. Musee de l’Armee: corazza da carabiniere
La causa di morte sembra essere la palla francese in primo piano a cavallo perforata da una cannonata
Si tratta di una lettera di servizio partita dal quartier generale dell’armata, in Piove di Sacco, e diretta al
sindaco di Cento, dipartimento del Reno. In essa si comunica la morte per tisi del granatiere Pietro
Bergamaschi, nativo di Cento, arruolato nelle file napoleoniche nel IV reggimento di fanteria di linea,
avvenuta il 14 settembre 1805. La morte per malattia, piuttosto che per fatti d’arme, non era rara in
quell’epoca: basti pensare alle scarse condizioni igieniche in cui versavano i soldati, alla precaria
alimentazione ed alle epidemie tristemente diffuse un po’ in tutti gli stati in quel tormentato periodo.
Probabilmente il veicolo del contagio erano gli stessi soldati che si spostavano “liberamente” qua e là per
tutta l’Europa del XIX secolo. Il IV reggimento, appartenente alla 2a brigata di fanteria di linea, era una delle
unità sotto il comando del generale G. Lechi, che si distinse particolarmente nella battaglia di Ulm
nell’Ottobre del 1805.
16
Lettera del 2 ottobre 1805 da Piove di Sacco a Cento via Bologna. Bollo ARM.D’ITALIE n.3 in nero
sul fronte e segno di penna indicante la franchigia
17
Uniformi indossate quel giorno a Castelfranco
Fanti ed ufficiali della fanteria di linea austriaca Caporale I reg.to fanteria volontari svizzeri
18
Artigliere francese Artigliere austriaco
Cannone francese da 12 lb, progettato e sviluppato da Napoleone per facilitare lo spostamento del pezzo.
Il carro di traino poteva trasportare oltre al cannone una cassa di munizioni e proiettili per l’artiglieria.
19
Fuciliere reggimento di linea polacco
Lanciere polacco
20
Biografie essenziali dei personaggi menzionati23
23
Tutti i testi e le immagini sono tratte da wikipedia
21
Giuseppe Lechi (Aspes, 15 dicembre 1766 – Brescia, 9 giugno 1836) è stato
un generale, rivoluzionario e patriota italiano. Fu già in vita considerato
uomo di grandi luci e ombre ("oscure e torbide"), temerario e spregiudicato.
Nato cittadino della Serenissima Repubblica intraprese la carriera militare
nell'esercito austriaco raggiungendo il grado di capitano. All'arrivo di
Napoleone Bonaparte in Italia organizzò e condusse la Rivoluzione bresciana
del 18 marzo 1797 contro il governo veneto. Giuseppe entrò quindi nel
governo provvisorio di Brescia ed organizzò la Legione Bresciana che
Bonaparte inviò in Emilia e nelle Marche e quindi nell'Italia centrale.
Combatté a Marengo (14 giugno 1800) dove fu nominato generale di
divisione sul campo. Nel 1806, agli ordini del generale Saint-Cyr, Giuseppe
Lechi partecipò alla conquista del Regno di Napoli combattendo nelle
regioni adriatiche. Morì di colera a Brescia nel 1836
22
Józef Grzegorz Chłopicki (Kapustyn, 14 marzo 1771 – Cracovia, 30
settembre 1854) è stato un generale polacco coinvolto nelle battaglie in
Europa nell'epoca napoleonica. Entrò nell'esercito nel 1795 e combatté
nell'insurrezione del 1794. Varsavia fu ceduta alla Russia l'8 novembre 1794
e in seguito Chłopicki si recò in Francia e si unì all'esercito della Repubblica
Cisalpina. Fu presente a tutte le battaglie combattute dal 1792 al 1794
durante la guerra con la Russia, distinguendosi specialmente alla battaglia di
Racławice, in cui era aiutante del generale Franciszek Rymkiewicz. Al
momento della formazione della legione italiana, si unì al secondo
battaglione come maggiore e fu lodato pubblicamente dal generale Oudinot
per il suo valore straordinario nell'assalto di Peschiera. Si distinse anche
nelle battaglie di Modena, Busano, Casablanca e Ponto. Nel 1807 comandò
il primo reggimento della Vistola e si distinse in brillanti azioni nelle
battaglie di Eylau e Friedland. In Spagna ottenne la Legion d'Onore e il rango
di barone imperiale francese per l'eroismo dimostrato nella battaglia di
Epila e nell'assalto a Saragozza; nel 1809 fu promosso a generale di brigata.
23
Bibliografia e Sitografia
A. Lissoni “Fasti e vicende degl'Italiani dal 1801 al 1815; o Memorie di un uffiziale per
servire alla storia militare italiana”, tomo II – Italia 1829
Todd Fisher “The Napoleonic wars (1)”. Osprey publishing 2014
A. Kippis “Il nuovo registro annuale o archivio generale di storia, politica e letteratura per
l'anno 1805” Londra. Smith, Digby (1998)
Smith, Digby Kudrna, “Un dizionario biografico di tutti i generali austriaci durante le guerre
Leopold rivoluzionarie francesi e le guerre napoleoniche 1792-1815” Serie Napoleone
(2012)
Ignoto “Fasti, sventure ed esilio di Napoleone Bonaparte” – voll. I e II - Tommaso
Fontana editore Venezia 1848
L. de Gouvion-Saint-Cyr “Mémoires sur les campagnes des armées” - Paris 1923 – ristampa 2010
(da dove ho ricavato i messaggi scambiati tra i generali e lo stato maggiore)
L. de Gouvion-Saint-Cyr https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k6532947c.texteImage
P. Miotto https://storiadentrolamemoria.wordpress.com/category/s-martino-di-lupari-la-
battaglia-di-castelfranco-24-novembre-1805-e-la-casona-di-s-martino/
Vari https://www.facebook.com/torrecivicacastelfranco/posts/la-battaglia-di-
castelfranconon-me-ne-vogliano-gli-appassionati-dellera-
napoleon/1012843502110050/
Vari http://www.wikipwdia.it/
A. Lissoni https://books.google.it/books?id=t4CJ86bl7q8C
Vari http://lampspw.wallonie.be/dgo4/tinymvc/a
pps/patrimoine/views/Documents/archeologie/soldat1815/Catalogue-waterloo-
web-EN.pdf
Internet culturale
Cat. e coll. Digit.biblioteche ita. http://www.internetculturale.it/ (per i giornali d’epoca )
Ringraziamenti
In conclusione, vorrei ringraziare queste persone, non necessariamente nell’ordine proposto, per la fattiva
collaborazione alla stesura di questo articolo:
❖ Il mio amico, Stefano Pertile, per il suo gentile permesso di pubblicare materiale della sua
collezione privata;
❖ il prof. Giorgio Quartesan per le trascrizioni e traduzioni dal francese;
❖ il prof. Michele Mattion, correttore ufficiale delle bozze e supporter.
Nelle didascalie delle immagini ho sempre cercato di citarne la provenienza. Ove ciò non sia stato possibile,
prego gli aventi diritto di farmelo presente.
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