La Tredicesima Apostola
Maria Maddalena
Carla Babudri
Edizioni Unsolocielo
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ISBN-13: 9791280041005
Autore della copertina: Menaka L. Pizzorno
Prefazione
Chi è Maria Maddalena?
Per la Chiesa Cattolica è stata una prostituta, ora è una santa; per i
cavalieri templari era il Divino Femminile indissolubilmente legato a Gesù
Cristo; per la maggior parte delle persone è un “fenomeno” mediatico
mondiale creato ad hoc da Dan Brown nel suo libro “Il Codice Da Vinci”
oppure una sconosciuta; per molte donne è una Dea.
Mi sono avvicinata a questa figura misteriosa ed affascinante
inizialmente attraverso i miei studi paleografici, studiando la letteratura
apocrifa in Oriente dal II secolo d.C. all’VIII secolo d.C.
La mia educazione cattolica non mi aveva permesso, prima di allora, di
conoscere questa donna e più approfondivo le mie conoscenze su di lei, più
cresceva in me la rabbia ed il rancore nei confronti di un sistema patriarcale
che ancora oggi, subdolo, serpeggia negli ambienti ecclesiastici.
Ma fu la Maddalena ad indicarmi la via: infatti fu grazie a lei che
conobbi Carla, attraverso il suo seminario intitolato “La via della Rosa”.
È qui che ho capito che dovevo innanzitutto perdonare gli uomini di Chiesa
che avevano consapevolmente o inconsciamente boicottato la presenza del
femminino, cercando di comprendere anche le loro debolezze e sofferenze
dovute ad una forma mentis ereditata dai loro predecessori.
Dopo aver fatto pace con la parte maschile, ho potuto meditare con
cuore libero e purificato e con occhi nuovi sulla figura di questa Donna
grande, sapiente, bella, guerriera, che è diventata così la mia guida,
compagna, confidente.
Insieme all’amica Carla e ad altre sorelle in tutto il mondo, stiamo
cercando di capire ora le cause e le conseguenze di questa terribile perdita
per la Chiesa e per l’umanità, e soprattutto ci stiamo impegnando a riportare
alla luce la cognizione della Grande Dea, dedicando la nostra vita alla sua
celebrazione e venerazione.
È stata Carla a spingermi a restare nella Chiesa Cattolica proprio per
colmare, anche lì, quel vuoto spirituale lasciato dalla “Sposa Perduta”, e per
provare a sanare, nel mio piccolo, sia il lato maschile che quello femminile
profondamente feriti.
Non può esserci infatti yin senza yang, sole senza luna, e la Chiesa, così
come la cultura occidentale, deve riappropriarsi di questo bilanciamento per
fermare la corruzione, la violenza e la distruzione che da secoli le
appartengono, per via del predominio dell’aspetto maschile.
Questo libro, di cui ho avuto l’immenso onore di scrivere questa
prefazione, rappresenta un ottimo punto di partenza per tutti i lettori che
non conoscono ancora Maria Maddalena, poiché offre diversi spunti di
ricerca e di riflessione.
Per chi, invece, già venera e ama questa importante Donna, il libro
riempie l’anima.
La delicatezza e la poesia con cui l’amica e Maestra Carla affronta le
differenti tematiche sono uniche e preziose, e permettono di aprire
all’Amore non solo la mente ma anche il cuore.
Auspico una Pasqua non solo per la Chiesa, ma per il mondo intero alla
luce del Femminino Sacro perduto ed ora ritrovato, una Risurrezione per
donne e uomini che possono finalmente sentirsi un tutt’uno seguendo
l’insegnamento del Vangelo di Tommaso:
Gesù disse:
«Colui che cerca non cessi dal cercare, finché non trova.
E quando troverà sarà commosso
contemplerà e regnerà sul Tutto».
Grazie Carla
M.
La Signora delle Rose
Ti invito ad unirti a me in una immersione nel cuore per liberare ciò che
là esiste.
Ti invito, grazie ad una risposta reciproca, ad un incontro per svelare e
rafforzare ciò che sentiamo entrambe.
Il mio amore per Maria Maddalena, la profonda devozione, mi spinge il
più possibile a rimanere vicino alla verità che sento. Siamo così risonanti e
desiderose di conoscenza, che comprendo bene la chiamata che ormai
sentiamo tutte.
Se stai resistendo ai tuoi sentimenti, ti consiglio di lasciare andare idee e
preconcetti per entrare intimamente in contatto con la Signora delle Rose e
farti avvolgere dalla bellezza e dalla personalità di Maria Maddalena, una
donna come tutte noi.
La discepola più misteriosa e celebrata di Gesù, è una figura
controversa, affidata al saggio e potente Cristo che ha contribuito a
plasmare il suo ruolo.
Non importa cosa dicono di lei, comunque è stata una donna vicino a un
uomo potente.
Lei resiliente, coraggiosa, la cui luce è così luminosa da non essere mai
stata spenta dopo oltre duemila anni di storia.
Gli spunti di riflessione che ti offro derivano dalle ricerche che ho
svolto negli anni, attraverso testi o persone dalla grande saggezza che ho
avuto il dono di incontrare.
Un viaggio verso la simbologia misteriosa che custodisce l’archetipo di
Maria Maddalena, donna dai capelli sciolti, con vesti verde e rosse.
Un piccolissimo cammino nella storia di vita di Maria Maddalena che
va consapevolizzato e interiorizzato.
Lei, non solo ci offre la possibilità di una risurrezione vera, della carne,
dello spirito, di unione del Sacro Femminile e Sacro Maschile, ma ci dona
anche sfide interiori e percorsi in direzione del cuore divino nel contesto
umano, attraverso il piacere e il dolore.
Ci guida per rendere la nostra vita felice, piena e produttiva.
Ti esorto ad aprire tutto il tuo essere per entrare nella sua storia.
Mi auguro che tutte le mie ricerche possano darti un aiuto nella tua rinascita
personale: un processo di grazia aperto a tutti, da dover svolgere nel proprio
intimo per poter contemplare, tramite Lei, la bellezza del Divino
Femminile.
“Amore mio, lascia che ti racconti di una storia d’amore
nata dal matrimonio tra la santità del sesso e la santità dello spirito.
Piango alla promessa della Sua rivendicazione, la Sacerdotessa di
Magdala,
la sua forza femminile è viva e potente,
lascia che ti racconti della sua passione perfetta…”
Risorgere dalla Vergogna
No, non sei la benvenuta qui, Vergogna!
Sei a tutto tondo piena di falsità e condizionata da realtà che non
esistono.
Non sei la benvenuta nel mio Sacro Santuario Interiore.
Per così tanto tempo ti ho amata, e ti ho amato nel modo più contorto
che conoscevo, accecata dai tuoi occhi manipolatori e da quella simmetria
diabolica, dolorosa, che solo tu sai offrire.
Sei una imbrogliona, con il tuo velo denso che ombreggia inesorabile
dalla finestra della mia anima, offuschi la mia vita interiore.
Quanti anni ho passato suonando campane urgenti, ma tu non mi hai
ascoltata.
Tutte quelle notti che mi hai svegliata sostenendo l’emergenza di quel
maledetto nodo alla gola, ogni volta era una morte certa.
Sono morta così tante volte che ne ho perso il conto.
In qualche modo ho creduto che mi fossi amica, se non addirittura
amante.
Era comodo sdraiarsi accanto a te, pensando che le tue fossero braccia
solenni.
Ma, inconsapevole, era solo la mia ricerca innocente di chi mi potesse
giudicare sbagliata.
Ti bandisco ora dal mio Sacro Tempio,
e specialmente dal mio Spazio Accogliente!
Non entrerai mai più senza invito nei miei momenti caldi d’amore con il
mio partner e con me stessa. Non ho nulla da darti, e tu non hai nulla da
prendere.
Tu, Vergogna, porti solo il grido di una società patriarcale che genera
cadaveri sparsi nelle strade dei pensieri offuscati della gente.
Intorpidisci così tanto il piacere, tu che goccioli di dipendenza e inferiorità,
non sei più invitata a vagare senza sosta dentro di me, dentro il mio corpo.
Espello ogni sacramento e giuramento che blocca il mio piacere, il mio
godere, che frena ogni mia forma di gioia.
Basta ingannare con le tue maschere religiose e tossiche.
Multiforme giocoliera che con occhi spalancati disegni oscurità, ombre
ossessive, nel cuore delle donne e degli uomini.
So che sei in agguato. Alzati!
So che ti nascondi, non mendicherò più per sfuggirti.
Per quanto profondamente hai penetrato con la tua peste le generazioni,
il sangue, le ossa, il DNA…
Per questo motivo ti Invoco ora, in questo veleno,
si perché sono solo io l’alchimista di me stessa!
È da questo punto di trasformazione, che ti dono gratitudine per tutto il
dolore, facendomi crollare e rompere in ogni parte, guardando, frammento
per frammento, e ricostruendo una nuova me stessa, ritrovando la luce del
sole e della luna.
Hai paura?
Non scappare, perché ti devo ancora ringraziare.
Ti ringrazio per i tuoi insegnamenti contorti, ma ora rivendico la mia
sovranità.
Rivendico il selvaggio che è dentro di me, come diritto di nascita, sono qui,
ora, e ti dico mai più sarai con me.
Anche se la tua morte sarà un processo lungo, celebro con pazienza la
mia resurrezione e mi avvicino sempre di più all’anima.
Voglio che tu sappia che mi sento sicura nel mio corpo perfetto, espressione
unica di me stessa, sacra.
Che sono felice di sentire le mie emozioni e sensazioni, di essere una
umana che si muove attraverso il divino che è in lei, nel cambiamento, nella
vulnerabilità e nella crescita costante.
Sono degna di prosperità e soprattutto di fare l’amore, anche in modo
trascendentale, che sa di paradiso e mondi divini.
Sono l’espressione della mia stessa preghiera, tra il piacere e il godere del
corpo.
Sono in grado di ascoltare la mia voce interiore, perché sebbene ti
perdoni, non mi fiderò più di te, mia cara Vergogna.
È fondamentale che onori i miei confini, così come ho il diritto di
esprimere la mia verità e rivendicare i doni che mi ispirano a realizzare i
sogni.
E qui danzerò con la meravigliosa e radiosa forma di me, liberata.
Avventurandomi nel mistero degli antichi echi, bagnandomi nella sensuale
serenità delle acque sacre e sovrane del mio possente grembo.
Rimango coraggiosamente ancorata, e se mai il vento del ricordo
doloroso soffierà ancora, sarò radicata nel cuore, dove il cielo e la terra si
incontrano.
È così che scelgo me stessa e mi onoro e onoro tutti.
Cara cara Vergogna non ti permetterò mai più di parlare attraverso di me
con la condanna.
Mi inchino davanti al salice, e mentre sollevo il velo dai miei occhi, ti
dico:
Il mio corpo è mio
La mia mente è mia
La mia anima è mia
I sentimenti sono miei
L’amore e l’espressione è mio
La mia sessualità è mia
Io sono mia…
E da oggi Resuscito da ogni forma di dolore.
Il Vangelo di Maria Maddalena
Siamo nei tempi in cui la resurrezione di Maria Maddalena sta
diventando un richiamo.
Abbiamo il diritto di riconoscerla e consacrarla nelle nostre vite, donne o
uomini non fa differenza, i suoi insegnamenti sono richiami di umanità e
vulnerabilità, il contrasto con i discepoli, l’amore per un uomo che poi
perderà per uno scopo ben più grande.
Allora perché non aprire le porte del cuore anche a Lei, al Sacro
Femminile.
Nonostante tutta la denigrazione vissuta per secoli nelle mani di molte
religioni, il fascino dell’archetipo Femminile Divino sta sempre di più
rinascendo e la figura di Maria Maddalena ne è l’emblema.
Tanto è stato scritto su di lei, ma il testo più importante sulla sua vita è
sicuramente il suo Vangelo, scoperto nel 1896 da un avventuriero britannico
in Egitto (ora nelle cure del Museo di Berlino).
Testo spirituale di grande valore, il rotolo di pergamena fu finito di essere
tradotto solo nel 1955, dopo lunghi anni di lavoro.
Ma cosa c’è scritto nel Vangelo di Maria Maddalena?
È un contenuto tanto illuminante quanto affascinante.
Le prime sei pagine purtroppo sono mancanti, ma questo non pregiudica il
valore rivelatore delle parti presenti.
La traduzione inizia con Pietro che fa delle domande al maestro Gesù, e
il maestro termina ciascuna risposta nello stesso modo, dicendo: “coloro
che hanno orecchi, ascolteranno”.
Una delle domande più interessanti del testo è quella in cui Pietro
chiede:
“Maestro qual è il peccato del mondo?”
e il Maestro risponde:
”Il mondo non ha nessun peccato, Pietro”.
Per chiunque sia cresciuto con credenze cattoliche, questa è una
scoperta rivoluzionaria in quanto la risposta di Gesù è ben diversa dai
successivi insegnamenti di chi nei secoli ha speso il suo nome.
Il mondo non ha nessun peccato,
Pietro, non esiste nessun peccato!
Il Maestro spiega che la sofferenza che viviamo è dovuta dalle nostre
stesse azioni, poiché ci arrendiamo al nostro comportamento condizionato,
abituale e spesso facilmente corruttibile.
Tuttavia abbiamo una scelta per agire, la scelta di non rimanere imbruttiti e
soggiogati dai nostri meri istinti inferiori, ma di ricongiungerci con la
Sorgente e le Radici del nostro Essere.
Le nostre vite non sono predeterminate da un destino già scritto, ma
abbiamo la possibilità di ascoltare o meno la parte più profonda di noi
stessi.
Il messaggio è: Possiamo Scegliere.
Nell’ottava pagina del testo, Gesù spiega l’importanza dell’equilibrio
nella nostra vita, nel vivere in armonia con la nostra natura e nel far
crescere in noi lo spirito della pace.
“Come possiamo fare Maestro?”
“Ascoltando noi stessi, non le persone e le forze esterne
che puntano solo alla realizzazione del fuori.
La realizzazione è solo dentro di noi, dimora dentro di te”
Un passaggio bellissimo, assolutamente appropriato ed utile per noi che
viviamo in questi tempi, nei quali siamo sottoposti ad un lavaggio del
cervello continuo!
I veri significati della vita vengono continuamente soffocati da una società
che desidera farci concentrare solo su tante banalità, in modo da poterci
sempre tenere “sotto controllo”.
Nel Vangelo di Maria Maddalena, Gesù spiega che non è venuto per
imporre leggi su di noi, perché nulla può vincolarci.
Se si trova la connessione con il Divino, lo scopo spirituale nelle nostre vite
è stato raggiunto.
La ricerca richiede esplorazioni, domande ed è questo l’unico modo per
stabilire una unione con la Verità, attraverso indagini ed esperienze dirette,
non ascoltando le imposizioni esterne, ma restando liberi.
La seconda parte del Vangelo descrive il classico conflitto gnostico tra
Maria Maddalena e Pietro, che per la Chiesa rappresenta la vera fonte della
gerarchia istituzionale patriarcale.
All’inizio della decima pagina, Pietro chiede a Maria Maddalena:
“Sorella sappiamo che il Maestro ti ha amato in modo diverso dalle altre
donne”, poi ancora chiede di spiegare agli altri discepoli che cosa il
Maestro ha voluto condividere solo con lei.
E lei spiega che Gesù gli ha parlato dell’Ascensione dell’Anima: le aveva
dato la “visione” di come far svanire le abitudini distruttive come la gelosia
e l’ignoranza, liberando l’anima in modo che possa raggiungere l’Eternità
del Tempo.
Pietro, a questo punto, rispondendo turbato dalla gelosia, pronuncia le
parole:
Com’è possibile che il Maestro abbia parlato in questo modo a questa
donna
sui segreti di cui noi stessi siamo ignorati?
Dovremmo cambiare le nostre abitudini e ascoltare questa donna?
L’ha davvero preferita a noi?
Pietro viene interrotto da un discepolo che spiega:
Il Maestro tiene molto a lei, la ritiene degna
in quanto la conosce bene,
l’ama più di noi e in modo speciale, è la sua compagna.
Il Vangelo di Maria Maddalena è, rispetto ai dogmi che abbiamo
ereditato, ovviamente molto rivoluzionario ma, soprattutto, ci invita ad
aprire il cuore, indicandoci una via spirituale verso l’interno piuttosto che
verso l’esterno.
Credo che sia un testo illuminate, un bellissimo ricordo senza tempo in
questo mondo così materialista, schiavo delle apparenze. Mi piace, in tal
senso, ricordare Carl Jung che chiamava: “Morti Viventi” le masse di
persone che dimenticando la loro gloria interiore, seguono tranquille a
sopravvivere nelle trappole mentali esterne.
Ci viene detto che siamo a immagine e somiglianza di Dio, ma, allo
stesso tempo, la richiesta offerta ed imposta è quella di donare la nostra
libertà e il nostro pensiero a qualcosa che in realtà è solo una proiezione
esterna e fasulla.
Il Vangelo di Maria Maddalena è una chiamata al risveglio, perché:
“Il mondo è senza peccato
e quelli che hanno orecchie sapranno ascoltare”.
La sposa di Gesù
Gesù era sposato?
Questa volta, nel Vangelo di Filippo.
Pietro disse a Maria Maddalena:
“Sorella, noi sappiamo che il Salvatore ti amava più delle altre donne.
Comunicaci dunque le parole del Salvatore, quelle che tu ricordi, che tu
conosci ma non noi; quelle che noi non abbiamo neppure udito.”
Maria rispose:
“Quello che a voi è nascosto, io ve lo comunicherò.”
Maria racconta una visione del Salvatore, ma non viene creduta.
Ma Andrea replicò e disse ai fratelli:
“Che cosa pensate di quanto lei ha detto?
Io, almeno, non credo che il Salvatore abbia detto questo.
Queste dottrine, infatti, sono sicuramente delle opinioni diverse.”
Pietro, palesemente arrabbiato, replicò interrogandoli a proposito di
Gesù:
“Ha forse egli parlato in segreto a una donna prima che a noi e non
invece apertamente?
Ci dobbiamo ricredere tutti e ascoltare lei?
Forse egli l’ha anteposta a noi?”
Maria allora pianse e disse a Pietro:
“Pietro, fratello mio, che credi dunque?
Credi tu ch’io l’abbia inventato in cuor mio o che io menta a proposito del
Salvatore?”
Un apostolo replicò a Pietro dicendo:
“Tu sei sempre irruento, Pietro!
Ora io vedo che ti scagli contro la donna come fanno gli avversari.
Se il Salvatore l’ha resa degna, chi sei tu che la respingi?
Non v’è dubbio che il Salvatore la conosce bene, perciò amò lei più di noi.”
È risaputo che esistono altri Vangeli, chiamati Vangeli apocrifi (dal
greco “nascosti”, cioè al di fuori del Canone biblico), che sono stati scoperti
nel 1945 a Nag Hammadi, in Egitto, e tradotti in lingue moderne.
All’interno di questi manoscritti ricordiamo il Vangelo di Maria
Maddalena (citato prima) e il Vangelo della Verità che rappresentano Maria
Maddalena come il Divino Femminile nella vita di Gesù, oltre che a darci
informazioni in più sulla loro vita di coppia.
Nella comunità ebrea di quel tempo, per un uomo di circa 30 anni, era
inusuale non essere sposato, soprattutto se era un Rabbi. La procreazione
era un dovere per ogni ebreo, che doveva dare dei figli per la gloria di Dio,
e, a maggior ragione, questo valeva per chi veniva definito Rabbi
(Maestro).
Dunque, se un uomo in vista come Gesù fosse stato celibe, da qualche
parte si sarebbe parlato di questo “grande scapolo” nei testi ebraici come
una peculiarità straordinaria.
Con molta probabilità le nozze di Cana sono state le nozze di Gesù e la
Maddalena.
Nel Vangelo di Giovanni, infatti, troviamo alcuni versetti (2-1,6) nei quali si
può ben intuire questo: quando gli invitati al banchetto rimangono senza
vino è infatti Maria, la madre di Gesù, che avvisa il figlio di tale mancanza,
apostrofando i servi: “Fate ciò che lui vi dice”.
Così Gesù ordina di servire il vino che miracolosamente era apparso dentro
gli orci dell’acqua.
Quindi se Gesù e sua madre davano ordini diretti, preoccupandosi della
buona riuscita del banchetto, probabilmente non erano presenti all’evento
come semplici invitati ma come padroni di casa.
Prestando la giusta attenzione a questi dettagli risulta perfettamente logico
considerare Gesù come lo sposo.
La Torre del Gregge – Maria la Grande
Probabilmente Maria Maddalena discendeva dalla tribù di Beniamino
della città di Betania, la cui eredità consisteva nel possesso dei territori
circostanti la Santa Città di Davide e Gerusalemme.
Un matrimonio dinastico tra Gesù, la cui discendenza si fa risalire a Davide,
e la discendente reale dei beniaminiti doveva essere percepito come un
grande segno di speranza tra le genti di Israele, durante il loro periodo di
miseria ed occupazione straniera.
Il nome Maddalena deriva da Magdal-eder che significa “Torre del
Gregge”, inteso come qualcosa di sopraelevato dal quale il pastore poteva
agevolmente controllare il bestiame.
In Ebraico, “Magdala” significa proprio “torre”, ma anche “grande,
magnifico”.
Se pensate a Maria Maddalena come la moglie del messia davidico
Gesù, il suo nome sarebbe potuto essere l’equivalente ebraico di “Maria la
Grande”, e, allo stesso tempo, potrebbe riferirsi anche alla profezia
contenuta in Michea 4,8, (profeta dell’Antico Testamento) che termina con:
E a te, Torre del gregge,
colle della figlia di Sion, a te verrà,
ritornerà a te la sovranità di prima,
il regno della figlia di Gerusalemme.
L’importanza di Maria Maddalena, inoltre, viene testimoniata dal fatto
che fu lei la prima a vedere il Cristo risorto.
In questo, anche tutti e quattro i Vangeli canonici concordano: Maria
Maddalena era presente sia alla crocifissione che alla resurrezione di Gesù.
In particolare, il testo attribuito a Giovanni, oltre a dare conferma che fu lei
la prima a vedere il Cristo risorto, ci descrive in modo toccante la bellezza
di questo incontro.
La Sposa dei Misteri di Pasqua
Nei Vangeli cristiani, troviamo l’unzione di Gesù da parte della donna
con la Giara di Alabastro diversi giorni prima della Pasqua.
Dunque, il Vangelo di Giovanni descrive l’evento “sei giorni prima
della Pasqua”, Marco invece “due giorni prima”, Matteo lo colloca durante
la Settimana Santa, copiando Marco quasi alla lettera, in ultimo Luca
allontana l’intero scenario da Betania e lo pone all’inizio del ministero di
Gesù, in una città senza nome in Galilea, definendo la donna Maria
Maddalena una “peccatrice”.
Solo Giovanni nomina la donna che unge Gesù, ovvero Maria, la sorella
di Marta e Lazzaro di Betania, ma prende in prestito un dettaglio
significativo da Luca: la donna asciugò i piedi di Gesù con i suoi capelli. In
ogni caso, sembra che l’evento non si è verificato il “Giovedì Santo” di
Pasqua, la “Festa del Santo Crisma”, ma piuttosto qualche giorno prima.
L’intera storia della passione d’amore inizia con l’unzione di Gesù da
parte di una donna, una “sposa” reale che rappresenta la sua terra e il suo
popolo, la “assemblea” (dal greco “ekklesia”) come Sposa del Re Sacro.
Insieme rievocano gli antichi riti di “Hieros Gamos”: un matrimonio
sacro che celebra l’unione fisica e spirituale che, al proprio culmine, porta
un uomo non solo al cospetto del suo Dio, ma anche ad “incarnare” il suo
Dio, così come la Donna ad incarnare la Dea.
Nella tradizione ebraica, come in quella cananea, sumera e babilonese,
l’unzione rituale dello Sposo Reale avviene esclusivamente ad opera della
Sposa Reale (Grande Sacerdotessa) che incarna in quel momento il ruolo di
Iside, la dea della fertilità e della maternità dell’antico Egitto.
L’unzione rappresenta la scelta, la preparazione dell’Uomo, per un
destino molto importante.
La Sposa unge il capo, i piedi e i genitali dello Sposo, come
preparazione al rito vero e proprio, durante il quale la Sposa gli conferisce
la regalità attraverso l’unione sessuale.
Lo Sposo è pervaso dal potere del Dio e della Donna Sacerdotessa che in
quel momento rappresenta la Grande Dea.
Attraverso questo rito allo Sposo viene riconosciuta l’autorità di regnare in
comunione al Sacro Maschile e al Sacro Femminile.
La Sposa e lo Sposo consumano il loro matrimonio, e poi più tardi, nella
sequenza liturgica di questi antichi riti ancestrali, lo Sposo viene arrestato,
metaforicamente torturato, mutilato, giustiziato, sacrificato e deposto in una
tomba per lasciare il corpo ed innalzarsi come spirito.
Dopo un breve periodo, di solito al terzo giorno, la Sposa e le sue fanciulle
tornano alla tomba per piangere lo Sposo defunto e sono felicissime di
trovarlo risorto nel giardino.
Questo voleva simboleggiare che per regnare bisognava spogliarsi di
ogni condizionamento e preconcetto mentale e fisico, e che solo attraverso
l’unione delle parti maschili e femminili si poteva incontrare Dio e
governare in suo nome.
Non abbiamo mai sentito questa storia prima, vero?
Una storia molto simile la troviamo nei miti di altre coppie divine
nell’antico Oriente come: Tammuz /Ishtar, Adone/Afrodite, Isis/Osiris e
Astarte/Baal.
Pasqua come celebrazione e come festa ha origini sia ebraiche sia
pagane, rintracciabile nelle figure di dee antichissime.
Una di queste risale a “Oestare”, dea pagana derivata dalle figure di Ishtar (
la dea assiro babilonese dell’amore e della guerra) e Astarte (la dea madre
fenicia).
Questo antico rito della Sposa che piange lo Sposo defunto sembra proprio
risultare lo stesso scenario simbolico in cui si sviluppa la storia di Gesù e
Maria Maddalena.
Sappiamo che alla Maddalena era stato chiesto di portare la Buona
Novella della risurrezione agli altri apostoli, ma a questo punto è davvero
questo il suo ruolo più importante?
Il Sacro Matrimonio, Hieros Gamos, non riguardava solo il Signore
Gesù, ma sanciva la sacra collaborazione tra il “Logos” e la “Sophia”, Il
Verbo e La Sapienza.
Una sacra alleanza che sarebbe dovuta essere nostra per diritto di
nascita, ma che venne ingiustamente spezzata nella culla del primo
cristianesimo.
Questo sacro legame potrà essere risanato solo quando verrà
riconosciuta alla figura di Maria Maddalena il suo ruolo di “integrazione
divina” di Cristo.
Non si tratta di immaginare una semplice unione sessuale tra due
partner, ma di iniziare a reintegrare dentro di sé la percezione del Divino,
nella sua danza cosmica, come una “simbiosi sacra” delle due polarità.
Celebriamo, quindi, questo sacro incontro degli Amanti nel giardino, la
mattina di Pasqua, come l’eterno ritorno della Forza della Vita, nelle sue
due polarità di femminile e maschile.
Sophia
La tradizione esoterica gnostica non si trova d’accordo con
l’interpretazione ufficiale degli insegnamenti di Gesù e con il modo in cui
sono stati controllati, modificati e istituzionalizzati.
Questo insegnamento alternativo si diffuse nell’antica Alessandria (che era
la capitale culturale del mondo nei primi secoli d.C.) e nei primi monasteri
dell’Egitto e della Siria.
In diversi testi gnostici, Maria Maddalena viene definita come Sophia:
manifestazione della Saggezza di Dio.
La tradizione gnostica è focalizzata sulla conoscenza interiore,
l’attenzione al proprio rapporto personale con il Divino e, quindi, al lavoro
dedicato al risveglio del Divino interiore.
In effetti, Sophia è stato il primo nome di quello che adesso conosciamo
come Spirito Santo.
Il termine è stato cambiato solo quando la Bibbia è stata tradotta dal greco
al latino e il sostantivo femminile Sophia è divenuto il maschile Spiritus
Sanctus.
Questa semplice traduzione ha però “sterilizzato” e messo in secondo
piano il valore della Dea e del sacro femminile da lei rappresentato, nel
cristianesimo.
Apostola, Apostolorum e l’Uovo Rosso
Anche secondo la chiesa ortodossa orientale Maria Maddalena è
associata alla Pasqua e alla Resurrezione.
Anzi, Maria Maddalena è la vera ragione per cui la Pasqua accade...
Esiste una leggenda/tradizione nella chiesa ortodossa nella quale si
sostiene che, dopo la risurrezione, Maria Maddalena si recò a Roma, dove
fu ammessa alla corte dell’imperatore Tiberio Cesare grazie alla sua elevata
posizione sociale.
Ne troviamo traccia di questo evento in una lettera di Tiberio a Pilato in cui
comunica che Maria Maddalena sarebbe stata a Roma.
Davanti alla corte dell´imperatore raccontò tutto il suo amore per Gesù e
di quanto fosse stato sbagliato il giudizio nei suoi riguardi sotto Ponzio
Pilato durante il processo. Questa accusa si trova negli antichi documenti
bizantini della Patrologia Greca.
Raccontò, inoltre, di come Gesù dopo la crocefissione, resuscitò il terzo
giorno e, per spiegare la resurrezione alla corte imperiale, colta da grande
stupore, prese un uovo...
Se potessi viaggiare nel tempo, sicuramente sarei seduta in mezzo a
quella corte, rapita con attenzione da ogni parola che Maria Maddalena
pronunciò.
Ho provato ad ascoltare dentro di me il suo discorso.
Le sue parole capaci di sciogliere e portare alla luce tanti malintesi che
pesano ancora sulla nostra anima.
Maria Maddalena, esordì dicendo:
Un uovo contiene il seme, il seme di per sé vive già la sua personale
fioritura all’interno.
L’uovo tiene in sicurezza questa vita, il guscio è destinato a proteggere.
Se questa nuova vita emerge lo fa solo dal suo interno, non si può
rompere il guscio se non è ancora pronta.
Bisogna lasciare che questa piccola creatura arrivi al giorno della sua
nascita.
Bisogna rimanere in questa fiduciosa, tranquilla e sconosciuta attesa,
come una madre o un artista, e lasciare che la vita dichiari la sua esistenza.
Non quando l’ego dice che è il momento, ma quando questa nuova vita è
pronta.
Un corpo come un uovo contiene l’Anima.
All’inizio c’è il buio, c’è il grembo e l’unica luce è l’anima, questa vita che
aspetta.
L’anima è l’inizio ma anche la fine, come la nascita che è destinata ad
essere seguita dalla morte.
Più l’anima si alza e risorge in questa vita, più l’amore è presente dentro di
noi.
Significa che se si riesce a stare all’interno allora sarà possibile conoscere
l’inizio.
Dove si espande l’amore.
Questa è la Resurrezione.
Secondo la leggenda, l’imperatore rispose, con tono sarcastico:
“Ah! È giusto! È più probabile che quell’ uovo diventi rosso, che Gesù
che risusciti dalla morte!”
e l’uovo diventò immediatamente rosso…
Maddalena a questo punto si sentì libera di proclamare liberamente la
storia di Gesù.
Pensate al significato profondo che ha in sé questo racconto simbolico,
a quanto cambieremmo se sentissimo il Divino nel nostro corpo, nel nostro
interno, come un universo che ti sbatte addosso in un momento magico di
eternità.
L’uovo rosso di Maria Maddalena ci ricorda che nella nostra interiorità
abita la Vita.
Nelle ovaie delle donne abita la Vita, ossia abita una parte di Dio, della
Creazione.
L’uovo in mano a Maria Maddalena è un feto di quattro mesi nel grembo
materno.
Questo significa che la vita, come nell’uovo, inizia nel grembo delle nostre
antenate.
“Tutto avviene solo da dentro.”
Nella cosmologia si ritiene che 13 milioni di anni fa l’intera massa
dell’universo sia stata compressa in una singolarità gravitazionale, il
cosiddetto uovo cosmico.
E che da questa singolarità, l’universo si sia poi espanso fino al suo stato
attuale.
Maria Maddalena aveva compreso l’essenza di questo segreto e, anche
adesso, ci sta aiutando a ricordarlo per realizzare questo potere: tutta la vita
viene da dentro.
Maria Maddalena con amore circonda e nutre il seme di Dio.
Pensate a come sarebbe bello se il momento della resurrezione fosse
un’occasione in cui si celebra il corpo e l’anima, uniti in un momento di
eternità.
Ecco perché la Pasqua e la resurrezione esistono: perché il Cristo e
Maria Maddalena sono esistiti.
L’uovo rosso è anche profondamente intrecciato nei misteri del
lignaggio della Maddalena, collegati agli antichi templi dedicati ad Iside.
Si tratta di un codice occultato che sta riemergendo con la riscoperta del
Sacro Femminile.
L’uovo rosso rappresenta le mestruazioni, il concepimento, la gestazione, la
nascita, il sesso e la morte di ogni donna.
Il rosso simboleggia la rete che tiene unite le donne, collegate nei tempi e
nella vita attraverso il ciclo mestruale.
I 7 Demoni di Maria Maddalena
”C’erano con lui (..) alcune donne che erano state guarite da spiriti
cattivi e da infermità: Maria di Magdala, dalla quale erano usciti 7
demoni, Giovanna moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e
molte altre che li assistevano con i loro beni” (Lc 8,2-3).
Maria Maddalena era colei che portava con sé i sette demoni, si
racconta che le furono scacciati da Gesù durante un esorcismo, ma cosa
potrebbe essere successo realmente?
Forse Maria fece un lungo viaggio per raggiungere il Rabbi ed essere
così liberata?
Una donna sola e per giunta impossessata la potremmo vedere, ai nostri
giorni, semplicemente come una donna ribelle, indipendente, forte e
coraggiosa; a tal proposito mi viene in mente il detto: una donna con un
diavolo per capello!
Figlia della ricca città di Madgala, avrebbe potuto rappresentare per i
tempi una donna libera, innovativa, istruita, socialmente indipendente, non
controllabile, non “mansueta” ma ribelle, e forse proprio per questo suo
modo di essere, agli occhi del popolo, essere davvero vista come
“posseduta”.
È bene ricordarsi sempre che in quella epoca la pressione del patriarcato
era ben superiore a quella che possiamo sentire adesso.
In realtà basta spostarsi anche adesso di qualche decennio indietro nel
tempo o, anche rimanendo nell’oggi, considerare altre culture meno
emancipate della nostra, per farsi subito un’idea di come sia facile diventare
una donna “posseduta” come la Maddalena.
Prova adesso ad immaginare il loro primo incontro: da una parte Maria
Maddalena così libera e indipendente e dall’altra Gesù, un uomo fuori dal
comune, che predicava e parlava a un popolo oppresso, di speranza e di
identità.
Probabilmente anche la nostra amata “ribelle” non poteva rimanere immune
al suo straordinario e sacro richiamo.
Gesù si prese cura di lei, l’accolse nella sua cerchia, ne fece non solo la
sua discepola, la sua compagna, ma la più importante depositaria dei suoi
insegnamenti.
Per secoli si è tramandato che i sette demoni dentro di lei
rappresentassero i sette vizi capitali, tra i quali, in particolare, è sempre stata
messa in risalto la lussuria, il suo peccato più grave, e che quindi la
prostituzione fosse addirittura una delle sue attività principali...
Perché il numero 7?
Il numero 7 ha valenza esoterica, rappresenta la creazione, è collegato al
cosmo, richiama i 7 pianeti, i sette giorni della settimana, i sette colori
dell’iride, le sette note.
L’unione del 3 e del 4, dello Spirito e della Materia, rappresenta
l’integrazione delle dimensioni del Cielo e della Terra.
Il 7 rappresenta anche l’ultimo chakra, il centro dell’essere androgino,
totale e completo, che integra dentro di sé sia il maschile che il femminile.
Associato anche all’archetipo del Saggio, al silenzio, alla meditazione e alla
trascendenza.
Per l’alchimia il 7 rappresenta i quattro elementi e le tre sostanze Zolfo,
Sale e Mercurio.
Esiste un’antica tradizione ebrea che racconta come le ragazze delle
famiglie facoltose venivano istruite nel Tempio. I sacerdoti maestri erano
sette, rappresentavano le sette Luci Della Menorah (lampada a sette luci) e
dovevano sorvegliare le giovani ragazze, mentre il Sacerdote Capo
svolgeva la funzione di tentatore.
Il compito del tentatore era quello di mettere di fronte alle novizie i demoni
dell’umanità in modo che potessero sconfiggerli per elevarsi spiritualmente.
Le sette luci si opponevano alle sette ombre, in un dualismo perfetto,
caratteristica fondamentale dell’essere umano se ci pensate.
Allora perché Maria Maddalena doveva essere liberata? Forse anche lei
ha affrontato semplicemente questa potente iniziazione?
I vizi/demoni indebolisco la nostra volontà e quindi uno ad uno devono
essere superati, ecco gli abbinamenti che riporta la tradizione:
Superbia - Lucifero
Ira - Satana
Avarizia - Mammona
Lussuria - Asmodeo
Gola - Belzebù
Invidia - Leviathan
Pigrizia – Belfagor
Il mito della Dea Sumera/Accadica, Inanna/Ishtar, dea della bellezza,
della fertilità, dell’amore sessuale, incarna il reale significato di cosa
significhi liberarsi dai demoni/ vizi.
Si narra che la dea per ritrovare il suo amato Tamuz-Dummuzi dovette
scendere negli inferi ed attraversare sette cancelli dietro ai quali si
nascondeva un demone diverso che le chiedeva al suo passaggio di liberarsi
di un suo indumento o velo.
Ossia un aspetto negativo che doveva lasciare andare per poter proseguire.
Infatti, arrivata al settimo cancello completamente nuda e purificata, era
pronta ad entrare nel regno degli inferi.
Questo racconto descrive bene questo processo iniziatico: la dea per
accedere ai misteri spirituali più profondi si libera e abbandona ogni forma
di vizio.
Allo stesso modo Maria Maddalena può aver percorso lo stesso viaggio
interiore per arrivare a Gesù, di essere pronta, dopo aver visto, affrontato ed
integrato le sue ombre, all’incontro con il Cristo.
La rinascita spirituale avviene attraverso una sequenza alchemica di
dissoluzione e coagulazione che gli alchimisti chiamano: solve et coagula.
L’ego viene dissolto per poi ricomporsi, per arrivare infine a trasmutare
nella sua forma divina.
E’ arrivata fino a noi la celeberrima iscrizione dell’oracolo di Apollo a
Delfi:
“Nosce te ipsum et Universum cognoveris atque Deos”
Conosci te stesso e conoscerai gli dei e l’Universo.
In altre parole solo addentrandosi dentro se stessi è possibile
comprendere la natura dell’universo per poi trasmutare.
Guardare i propri demoni significa affrontare caos e scompiglio.
Scendere dentro di sé richiede un grande coraggio e una grande forza,
qualità che Maria Maddalena incarna pienamente.
Liberarsi dai propri demoni, come ha fatto Lei, significa innanzitutto
essere disposte a spogliarsi dei veli che non ci fanno vedere le nostre
ombre. Solo dopo averle viste, accettate ed integrate possiamo riemergere
nella nostra piena luce.
Il Peccato più grande: la Colpa
“Entro nel Cancello della Colpa,
ho così tanto negato la mia santità,
scrivo lettere di perdono
e chiedo di perdonare le mie ombre.
Benedicimi Amato
perché ho peccato contro il mio valore,
non sono infallibile, e non lo sarò mai in questa dimensione,
non desidero essere perfetta,
desidero essere umana.
Salvami dal mio senso di colpa e dalla vergogna,
perché i miei fantasmi ancora non dormono.
Benedicimi Amato mio,
perché ho peccato contro la mia reale natura,
non l’ho assecondata,
sono selvatica come i fiori che crescono liberi.
Ricordami che tutto ciò che sono
è la mia unica verità.
Resta con me
mentre il sacro lavoro va avanti
per iniziare le mie rivoluzioni.
Resta con me quando la mia anima in fiamme
parlerà come un oracolo,
il mio potere mi spaventa.
Sono Iniziata sulla via della Donna Selvaggia
e del Sacro Maschile,
in me esistono la luce e le ombre,
non temerò più il male perché non esiterà.
Morirò e rinascerò nelle calde profondità dell’aldilà
e mi eleverò verso la mia Divinità Umana,
completa, unificata, santa, imperfetta e piena di luce...
Resta con me Maestro...”
I Capelli lunghi di Maria Maddalena
I capelli sono una parte importante del nostro corpo, da un punto di
vista anche solo puramente estetico costituiscono un abbellimento
importante che specifica due caratteristiche: forza virile per l’uomo e
seduzione e sessualità per la donna.
I capelli identificano e caratterizzano spesso anche l’appartenenza a un
gruppo o un a un percorso iniziatico. Pensate ai buddisti o ai sacerdoti
egiziani che si rasano la testa, come, al contrario, ai vichinghi che li
portavano folti e lunghi.
Gesù probabilmente portava i capelli lunghi così come Giovanni
Battista e i discepoli.
Avere i capelli lunghi al tempo di Gesù era un simbolo di prestigio e
forza, ad esempio, anche nel rinascimento, sia uomini che donne portavano
le parrucche, sempre per un motivo simile.
Le donne accusate di stregoneria avevano i capelli lunghi, infatti
venivano rasate prima di essere bruciate. Questo accadeva anche alle
prostitute, in tempi più recenti, per eliminare e disonorare sempre il loro
femminile.
Tutte le divinità femminili avevano in comune i capelli lunghi, questo
perché, i capelli le mettevano in contatto, allo stesso tempo, con il mondo
divino e con il modo terreno, con le fonti di energia, forza vitale e fertilità.
Viene riconosciuto nei capelli anche forte un aspetto emotivo: molto
spesso quando si desidera un cambiamento nella vita si tende a modificare
la propria pettinatura.
In questo modo il taglio dei capelli diventa uno strumento per informare
l’esterno del nostro cambiamento interno. Per alcuni i capelli sono simili
agli occhi come specchi della nostra anima.
Maria Maddalena viene spesso rappresentata nell’arte con i capelli rossi
e lunghi, non a caso i rossi, in quanto rappresentano la seduzione e la
sensualità.
Nell’antico Egitto chi nasceva con i capelli rossi veniva considerato
discendete del Dio Seth. Ma di solito i capelli rossi sono sempre stati visti
in maniera un po’ particolare nella storia. In un passato non così remoto
erano associati a donne di facili costumi, a streghe cattive, in generale a
caratteri bellicosi e violenti, non a caso nel Malleus Maleficarum, veniva
scritto che le donne con i capelli rossi erano sicuramente dei vampiri.
Con il passare del tempo, quindi, la colorazione rossastra dei capelli
divenne una caratteristica negativa, quando nell’antico passato era un
attributo regale.
In alcuni dipinti troviamo Maria Maddalena con i capelli lunghi che le
coprono il corpo nudo, a simboleggiare di come lei sia stata capace di
liberarsi da tutte le colpe.
I capelli lunghi e sciolti sono il ponte che la collegano al cielo, liberi da
ogni intreccio, in un totale abbandono a Dio.
In una rappresentazione famosa dei vangeli canonici, vediamo Maria
Maddalena che asciuga i piedi del Cristo con i propri capelli, questo però
non deve però essere interpretato come un segno di sottomissione, ma
essere letto nel suo valore simbolico che va ben oltre la semplice
interpretazione letterale.
I piedi del Cristo, parte profondamente collegata alla Terra, energia Yin,
ed i capelli lunghi di Maria Maddalena, parte collegata alle forze spirituali
del Cielo , energia Yang, si uniscono, collegano la Materia con lo Spirito,
scambiandosi anche le polarità di maschile e femminile, in una profonda
unione ierogamica.
Maddalena ha una straordinaria caratteristica: è santa e
contemporaneamente donna nella sua completa pienezza femminile.
I Tuoi capelli su di Me
Non avrebbe mai potuto circoscriversi
in quelle brevi linee del suo respiro,
lei era troppo espansiva per i parametri di una parabola,
ha troppe cosa da dire,
troppe contraddizioni da catturare nel suo gesto.
I suoi movimenti lenti,
le sue mani di nardo e mirra intessono storie sul mio corpo,
tutto il peso delle parole da raccontare
si dissolvono nelle sue labbra,
che si morde in quella sospensione di estasi.
Questo è l’inizio o la fine?
Sono intero o sono scomparso?
Respiro ogni tocco e mi incarno a ogni passaggio
delle sue mani
sulla mia pelle vulnerabile.
Sono disposto a giocare,
mi offro alle mille possibilità, mi fido, vado oltre:
Padre, sono tutto e niente.
Padre, non fermare questa storia,
il mio corpo lo sta raccontando,
sono l’oratore onnisciente,
questa storia brucia ed esplodo come una galassia.
Mi incarno in un infinito di volte in questa terra,
sono l’iniziato e muto nell’incanto dei suoi capelli
che accarezzano il mio corpo.
Guardo il caos,
sono dentro il paradosso,
tra la bellezza e il tragico,
nell’assurdo significato di quanto denso e potente sia l’amore.
Questa è la mia invocazione creatura selvatica,
ti offro la mia gratitudine per ricordarmi quanto la passione e l’amore
giaccia in me. Ombra e luce che si uniscono
in un infuso di visioni e sogno, di innocenza e baci.
Cuore sei ancora con me?
Gocciolo, da ogni poro del mio corpo, di piacere cosmico.
Sono alla deriva, dentro e fuori a ogni battito, tra le mani della mia
musa.
Non so quanto tempo ci abbia messo
a decidere il mio destino
e ad accogliere la mia anima nell’etere benedetto.
La mia sospensione è uno spazio al limite
tra la vita e la morte.
Ho visto i più grandi misteri che si rivelavano
nell’intensità dei sensi
e mi sono visto perfettamente in equilibrio.
Devo dirti che ti amo.
Devo dirti che ti amo come il Padre e la Madre.
Devo dirti che amo il tuo Principio Femminile.
Devo dirti che amo il tuo Principio Maschile.
I nostri piedi nudi cadono sulle linee del tempo,
desidero continuare a camminare con te,
desidero che sul nostro letto si possa
espandere tutto il cosmo,
intrecciandosi con grazia
nell’umanità perfetta dei sensi.
Continua a sentirti con tutto il tuo corpo,
continua a lasciare parole divine con la tua arte
sul mio...
La donna con la Giara di Alabastro,
la Mirrafora
Un’altra rappresentazione molto bella di Maria Maddalena è quella che
la vede raffigurata con una giara di alabastro contenente olio benedetto, in
particolare gli oli di Mirra e Nardo.
Vi racconto una storia...
Molti e molti anni fa, in una terra lontana, esisteva una tradizione che
veniva tramandata da donna a donna: l’arte degli oli sacri.
Le donne, istruite a questa pratica, venivano soprannominate Mirrofore,
coloro che amano e conoscono gli oli, ed erano sacerdotesse di un ordine
molto antico.
La loro arte consisteva nell’ungere, purificare e preparare il corpo dei
defunti per facilitare il passaggio della loro anima alla Nuova Strada.
L’olio sacro, in modo specifico l’olio di Mirra, serviva a riallineare i
morti alla loro vera essenza.
L’ingresso nei mondi dell’aldilà era accompagnato da una veglia, lunga
solitamente tre giorni, nella quale appunto ungevano il corpo del defunto
pronunciando benedizioni ed intonando diversi canti santi.
La combinazione di voce e profumo dolcemente curava e guariva le
ferite sofferte dall’anima durante la vita appena conclusa.
Questa usanza trova le sue radici negli antichi templi egizi, dove l’olio e
l’accoglienza delle sacerdotesse erano già considerati come la porta
d’accesso più adeguata per raggiungere gli altri mondi.
Queste donne, infatti, comprendendo in profondità il cammino dell’anima
del defunto e il suo livello evolutivo, erano in grado di accompagnare
ognuno nel posto a lui più indicato.
Inoltre, erano anche capaci di sbloccare e/o recuperare le parti di anima
“perdute” o “intrappolate”.
Ebbene, anche Maria Maddalena era una mirrofora, benedetta da Iside.
La mirrofora, oltre il lavoro legato strettamente alla morte, è in grado di
portare armonia negli ambienti e di sintonizzare e canalizzare le energie,
potendo agire sulle discordanze energetiche.
Si pone come ponte, portando accoglienza, abbondanza, pienezza e
guarigione.
Nelle chiese ortodosse, la domenica successiva a quella di Pasqua viene
per tradizione chiamata la “Domenica delle Mirrofore”, in ricordo e
omaggio a queste donne che ungevano.
Ai tempi di Gesù Cristo, una mirrofora godeva di uno status sociale molto
apprezzato e rispettato.
L’olio di Mirra, nei templi di Iside, veniva anche utilizzato nei riti legati
alla sessualità.
La sacerdotessa iniziava il discepolo o discepola alla morte spirituale per
entrare nell’estasi divina attraverso la sessualità. Non tutti potevano
accedere a questa forma di risveglio, ma solo un certo tipo di iniziati
avanzati.
Adesso prova ad immaginare Maria Maddalena mentre unge il corpo di
Gesù, partendo dai suoi piedi, in questo rito così sacro e puro. Prova a
sentire come può essere stato per lei accompagnarlo, con tutta la sua
sapienza ed il suo amore, nel suo viaggio di morte e rinascita sia del corpo
che dello spirito.
È noto che le donne, legate ai segreti delle mirrofore, sentano dentro di
sé un forte richiamo, come se il ricordo o il desiderio di ritornare a quella
tradizione attraversasse il tempo, per scorrere di nuovo dentro il loro cuore.
Baste tenere l’olio di Mirra tiepido tra le mani, per ritrovarsi in contatto con
questa antica e sacra sapienza.
Preparare l’Olio Santo
Puoi preparati da sola il tuo olio santo, che così potrai usare per te (e per
chi ami) tutte le volte che ti sentirai scollegata dalla tua anima, in modo da
ristabilire le tue energie e l’unione con te stessa.
La preparazione potrai eseguirla la domenica successiva dopo la
Pasqua, o il 22 Luglio, in concomitanza con la celebrazione in onore di
Maria Maddalena, o durante una Luna Piena in Bilancia, o in un una fase di
Venere Piena.
Occorrente:
Quando prepari l’olio, entra dentro il tuo cuore, in piena
contemplazione.
Stai preparando qualcosa di molto potente, in armonia e comunione a tutte
le sacerdotesse che ti hanno preceduto. E’ un atto onorevole e sacro, usa
tutto il potere femminile della tua stirpe:
Olio neutro (andrà bene di mandorla, di ricino…)
Olio essenziale di Mirra o granuli di Mirra
Olio di Cedro o di Rosa
Se usi i Granuli di Mirra, lasciali riposare per 40 giorni nell’olio che
avrai scelto, in un luogo in penombra e asciutto, avendo cura ogni tanto di
scuotere il composto.
Possono bastare 50 ml di olio neutro e un cucchiaino raso di granuli di
Mirra.
Se userai gli oli già pronti basteranno in 50 ml di olio neutro, 10 gocce
di Mirra e 10 di cedro o rosa.
Quando avrai finito il tuo olio, accendi una candela bianca, invoca il
Santo nome di Maria Maddalena e di tutte le sacerdotesse iniziate, affida il
tuo composto alla benedizione degli elementi.
Usa questo olio come un balsamo per l’anima, nei cerchi per benedire la
fronte delle donne e degli uomini, usalo per massaggiare il corpo di chi ami
o semplicemente sui polsi quando ti senti scollegata da te stessa e senti la
necessità di ricollegarti alle Donne Sante...
Quando avrai terminato pronuncia sempre la parola: Amen.
Prendi un po’ di tempo per te stessa e ricorda chi sei.
Dal Vangelo di Filippo
Andando più a fondo nei misteri iniziatici sessuali dei templi di Iside,
ho rivolto lo sguardo verso gli insegnamenti mistici e cosiddetti apocrifi
(segreti, nascosti o eretici) in grado di svelare molti insegnamenti preziosi.
La fonte migliore per il mio studio è stato il Vangelo di Filippo, molto
vicino alla sapienza tantrica indiana che conosco molto bene.
Il Tantra è un’antica tradizione indiana difficile da datare, tradotta e
decifrata in modo piuttosto completo nel decimo secolo da un filosofo di
nome Abhinavagupta.
Nel Tantra, Shakti è l’aspetto femminile del Divino, la forza vitale
sottostante a tutto ciò che c’è nell’universo. La dolce fonte che attraversa
sia i mondi spirituali che quelli fisici.
Shakti, andando ben oltre il dualismo limitante concepito dall’ego, si
manifesta in una infinita ed eterna espansione.
La maggior parte di noi, purtroppo, non sa come arrivare a collegarsi a
questa sacra energia e quindi rimane intrappolata nella paura che nasce
dell’apparente divisione tra il fisico (limitato) e lo spirituale (illimitato).
Il Tantra insegna che questa percezione di separazione è solo un limite
della nostra mente e che non è affatto la verità.
Quando la mente si illumina grazie al risveglio della Shakti, attraverso una
unione sessuale consapevole del maschile con il femminile, si può andare
oltre questa divisione illusoria e raggiungere profondi stati di coscienza
divina.
Ma che cosa è un’unione sessuale consapevole?
La risposta, in modo del tutto sorprendente, ci arriva anche dalle nostre
radici, da un testo gnostico, il Vangelo di Filippo (ritrovato nel 1945 a Nag
Hammandi, in Egitto, insieme ad altri preziosissimi testi paleocristiani).
In questo vangelo il concetto di unione cosciente, viene descritto, nella
sua meravigliosa bellezza, in un modo molto simile a quello descritto nei
testi tantrici.
L’unione consapevole viene chiamata Camera Nuziale, luogo sacro nel
quale il femminile e il maschile si incontrano per onorarsi e unirsi in un
solo spirito, attraverso l’atto sessuale.
Nella Camera Nuziale la sessualità non si riduce alla sola gratificazione
dei nostri sensi ed istinti, ma è apprezzata come una incredibile opportunità
per la rivelazione della nostra natura divina.
Attraverso la sacra connessione che avviene per mezzo del respiro dei
due amanti, durante l’atto d’amore, si dà vita ad una terza entità: la forza
divina.
Nel vangelo è descritta anche la distinzione che intercorre tra una
nascita comune e la concezione, possibile solo grazie ad un incontro di
grande profondità fisica e spirituale di due persone.
Come nel Tantra, anche nel Vangelo di Filippo non c’è giudizio morale, ma
piuttosto una inclinazione all’emozione spirituale.
Un passo dice:
“La verità è una e molte, così da insegnarci l’innumerevole Amore”.
Continua in alcuni passi:
“La natura umana è desiderosa di procreare,
e deve essere fatto nella bellezza non nella deformità;
questa procreazione è divina
e, senza il mistero che unisce due esseri, due spiriti,
il mondo non esisterebbe”.
Qual è questa bellezza contrapposta alla deformità, se non la cura della
sensualità di ciascuno di noi unita al profondo rispetto per l’altro.
Questo significa non fermarsi alla mera lussuria, ma dedicarsi con
amore e cura l’uno all’altro, in modo da poter scoprire insieme le reali
profondità della connessione animica creatasi.
Al contrario, la deformità della camera nuziale si manifesta ogni volta che
ci trattiamo come degli oggetti - strumenti utili solo a soddisfare i nostri
desideri più egocentrici.
La sessualità può divenire l’occasione più sacra e sublime per
raggiungere una grande espansione della coscienza. Nella cultura tantrica
ciò viene spiegato attraverso il concetto della divina Kundalini che
addormentata nel coccige finalmente si risveglia per salire lungo la schiena
fino alla sommità della testa illuminando al suo passaggio tutti i nostri
centri energetici.
Nel Vangelo di Filippo, Maria Maddalena veniva chiamata “compagna
speciale” di Gesù.
Filippo afferma che la baciava spesso, facendo ingelosire gli altri discepoli,
e quindi non è affatto irragionevole supporre che tra i due ci fosse proprio
una relazione molto intima.
L’Archetipo associato a Maria Maddalena è quello della “Portatrice
della Conoscenza Segreta”.
Attraverso le pratiche di sessualità sacra, infatti, si può creare una
condizione di unione divina del mortale con l’immortale, durante la quale il
Sacro Femminile e il Sacro Maschile diventano uno, scambiandosi e
condividendo i propri valori e poteri interiori.
In tal senso, sempre in questo testo, viene descritto come Gesù parli di
come Maria Maddalena riesca ad entrare nel suo personale “Divino
Maschile”.
Sang-Real: la Coppa
Il Cristianesimo, come lo conosciamo noi, non avrebbe mai potuto
affermarsi se si fosse saputo che Maria Maddalena, sposa di Gesù e madre
dei suoi figli, avesse lasciato degli eredi.
Un figlio/a del Salvatore avrebbe messo in dubbio la divinità del Cristo.
Quindi per ragioni sia religiose che politiche di quei tempi era
probabilmente importante che tutti credessero che Gesù fosse stato celibe,
nonostante che come capo di una dinastia regale come la sua, fosse normale
tutto l’opposto.
In effetti sempre nei vangeli gnostici viene riportato il suo amore, il suo
matrimonio e il fatto che ebbe dei figli, perpetuando così quella che venne
giustamente chiamata, in seguito, la dinastia del Sang-Real ovvero del
“Sangue Reale”.
La paternità di Gesù nel vangelo di Filippo è talmente evidente e
sorprendente, anche solo alla prima lettura, che è davvero incredibile come
nel corso dei secoli nessuno abbia potuto recuperare e diffondere questi
documenti e le verità in essi contenuti.
Secondo lo storico Luigi Morali, il codice dei papiri dei vangeli gnostici
può essere datato tra il 330 e il 340 d.C. e quello di Filippo, in particolare,
intorno al II secolo.
Quindi questi testi risultano essere molto più antichi e quindi vicini nel
tempo ai fatti raccontati anche nei vangeli canonici.
Questi testi, inoltre, possono vantare una autorità uguale se non superiore ai
vangeli ufficiali anche perché sfuggiti alla censura ed alle manipolazioni
tipiche del sistema di potere secolare.
Dalla loro lettura si può facilmente dedurre che il ruolo di Maria
all’interno della comunità di quel tempo non doveva essere affatto
secondario.
Risulta chiaro che fosse in realtà la moglie e la madre dei figli di Gesù.
Inoltre è evidente come, in generale, le donne che seguivano il
Salvatore, svolgevano un ruolo importante, partecipando a tutte le attività
del gruppo e non solo ricoprendo funzioni meramente di assistenza.
Maria Maddalena rappresenta il ritorno del raggio
del divino femminile.
La sua recente ascesa da Peccatrice a Santa
rappresenta il cammino di tutte le donne
e il ritorno del potere a tutti gli uteri.
Il Santo Graal o Sang Real
non rappresenta solo la discendenza della Maddalena
e di Gesù Cristo,
ma anche il simbolo che ricorda e reclama
la divinità di tutte le Donne e dei loro sacri grembi.
L’antica via del Rosario
La Grande Madre
Il rosario è uno dei simboli più facilmente identificabili nella fede
cattolica e rappresenta tutto ciò che è più pio e convenzionale nella
tradizione. Ma il rosario con la sua forma rotonda composta da perline e la
croce appesa racchiude in sé tanti segreti e misteri.
Innanzitutto, il rosario è molto più antico del cristianesimo stesso.
La sua forma circolare indica e rappresenta la ciclicità della donna, e la
parola “rosario” si riferisce alle ghirlande che, tradizionalmente intessute da
rose e fiori, venivano offerte alla Dea Venere in primavera, per garantirsi
fertilità e amore.
Prima di allora le stesse ghirlande di rose venivano offerte alla dea Iside
(in alcune rappresentazioni della dea egiziana è possibile vedere la stessa
con in mano un simbolo ovale con una croce lasciata cadere, proprio come
il rosario che conosciamo).
All’inizio, quindi, s’intrecciavano delle splendide ghirlande di rose per
la Dea, più tardi venne aggiunta la recita di “mantra” - preghiere ed infine si
arrivò ad utilizzare i semi e le perline al posto dei fiori, in modo da avere
sempre a disposizione questo strumento sacro.
L’attuale forma del rosario è emersa nel medioevo, quando il
cristianesimo estese il suo dominio in tutta l’Europa pagana.
Alle donne venne proibito di adorare la Grande Madre dei loro antenati in
modo esplicito, ma questa antica usanza cambiò solo forma esteriore per
continuare ad essere onorata nella sua essenza.
Il popolo, quindi, poteva continuare a fare le antiche offerte alla Dea
Madre della primavera, anche se Lei aveva cambiato nome.
In questo modo il rosario è diventato una sorta di tempio segreto
all’interno della stessa Chiesa.
(Molte statue di Iside, raffiguranti la dea mentre allatta il suo bambino
Horus, furono, allo stesso modo, rimodellate e adattate al nuovo culto
cristiano, divenendo l’immagine della Madonna con in braccio Gesù, che
tutti conosciamo.)
E ancora, tutti quei piccoli templi dedicati alla dea del raccolto e
dell’amore, fecero posto a chiese e cattedrali dedicate alla Madre di Gesù,
dove al suo interno proibirono ovviamente la devozione agli dei pagani.
Il rosario adesso è usato per manifestare la devozione verso la Vergine
Maria, ma le radici ed anche la sua forma sono molto più antiche, quando il
culto era completamente centrato sulla Natura, con i suoi cicli e passaggi.
Molto prima che i dotti iniziassero a registrare la storia in documenti
scritti, ancora prima di entrare nelle città, le persone si fidavano della guida
di Madre Natura, il cui corpo si identificava nei terreni fertili sotto i loro
piedi.
Erano coscienti che tutto ciò che esiste, compresi loro stessi, era nato nel
grembo sacro della Madre Terra e che tutto sarebbe poi ritornato
inevitabilmente a Lei.
Ancora nel medioevo, quando si proclamava il nome della Madonna,
molti erano perfettamente coscienti che non si trattava solo della madre di
Gesù, come la chiesa voleva far credere, ma anche la loro Madre Antica.
Maria fu chiamata “Madre della Vita”, “Stella del Mare”, “Regina del
Cielo e delle Terra”, tutti appellativi che gli antichi usavano rivolgere alla
Dea Venere.
Tuttavia la Chiesa insistette: Maria non era una dea, ma una semplice
intercessione che avrebbe evocato il loro caso, la loro anima, davanti a un
Dio onnipotente.
Così con il passare del tempo il rosario si è lentamente indottrinato su
questa via.
Quindi, invece di essere coltivato e celebrato nel suo originale valore, è
stato come “abusato”, divenendo poi anche un semplice oggetto di scambio
commerciale, utile a valorizzare solo fedi ipocrite e prive di cuore. Venduto
e svenduto nei mercati e nei luoghi di culto, come se la fede avesse un
prezzo.
Tantissimi gruppi di donne nel corso dei secoli hanno avvolto i loro
rosari, fatti di semi di papavero o ghiande, intorno ai loro polsi.
Furtivamente e segretamente recitavano lodi alla Grande Madre,
garantendosi un buon raccolto, magari mentre facevano il bucato o
lavavano i piatti.
Quelli stessi semi, tenuti fra le mani, simboleggiavano i semi che crescono
nel cuore, che garantiscono il viaggio che conduce, grazie alla devozione,
alle antiche dee.
Il Rosario ci guida verso la via del cuore della Madre Divina, al centro
di tutto ciò che è.
Pregare con il rosario ci permette di reclamare ed evocare qualcosa di
arcaico: è come un tornare a casa, nel Giardino della Terra, in pieno
contatto con la nostra parte umana.
La Via della Rosa ci conduce alla nostra antica Madre, dove possiamo
ritrovare noi stesse ed il nostro essere parte integrante della Terra e dei suoi
cicli.
Il Messia è Donna!
Lei è il femminile rifiutato, la ribelle dai capelli sciolti, incappucciata di
rosso.
Per secoli ha incarnato e sopportato il tormento collettivo della donna
invisibile.
La sua storia è stata strappata dai libri sacri per essere condannata e
coperta sotto le spoglie di un sacrilegio.
Disprezzarono il suo diritto di nascita, come alta Sacerdotessa, e il suo
amato crocifisso.
E Lei pianse in solitudine nell’etere, sbattendo i pugni in un purgatorio non
meritato.
Anche il corpo del sacro femminile fu inchiodato a quella croce.
Quella croce di angoscia e dolore spinta dentro le sue costole, mentre tutte
le sue lacrime ingoiate supplicavano antiche sorgenti.
Guardò il suo amato in croce, mentre nella sua testa passavano gli
innumerevoli ricordi: la prima stretta di mano, le preghiere della camera
nuziale, l’amore...
Lo guardava morire, mentre nel suo cuore perseguitava i suoi sogni,
giurando che lei un giorno si sarebbe rialzata.
Maria Maddalena non ha un libro di versetti scritto dagli uomini in suo
onore, e i bambini non cantano il suo nome in cattedrali dorate, costruite
sulle ossa dei non credenti.
Non si proclamano le sue lodi e la sua innocenza, coperte nei secoli dalla
fame di potere e di denaro.
La sua voce femminile prometteva di portare l’equilibrio e la spiritualità
del Sacro Femminile e Sacro Maschile nei cuori di ognuno.
Lei non ha intrecciato la sua filosofia appropriandosi con violenza di altre
dottrine o intessendo nel catrame saggezze miste.
Ma a Lei è stato negato il diritto di parlare e di essere ascoltata.
Secoli sono passati in conforti vani, l’uno nelle braccia spettrali
dell’altro, le loro anime in lutto. Lei, attraverso i singhiozzi, baciando la
fronte del Cristo piena di sangue, promise che un giorno, Lei si sarebbe
rialzata.
Urlando contro gli assassini, mentre giaceva il corpo inerme del Cristo.
Gridando con rabbia il nome del suo amato, strinse i suoi occhi contro gli
scorci della violenza inflitti su quel corpo che aveva amato.
Pianse e lanciò incantesimi eterni contro quelli inquisitori assassini.
Si chinò per baciare la testa coperta di spine di colui che le salvò il
cuore, colui che aveva scacciato i suoi demoni per sempre.
Disegnò simboli nell’aria sopra di lui, un’arte che la chiesa non ha mai
imparato.
Accovacciata, invocò la Dea, quella che venne scambiata poi per un
demone.
Portò il corpo del Cristo insieme alle sue sorelle, con tutto il peso del
patriarcato sopra il suo cuore femminile.
Lei è quella forte che striscia nell’oscurità, che ha piantato i semi del
cimelio cosmico nell’infinito e leggero e benedetto sacro mistero
femminile.
Sotto ogni stella in fiamme giace il suo amore, ma è Lei che è risorta in
terra, attraverso i tamburi che suonavano nel cuore, attraverso il filo rosso
del sangue delle donne.
Lei non è un sacrilegio, ma è la memoria di Dio, Lei è l’origine.
Non chiede di essere adorata, ma di essere cercata nel tempio morbido
dei corpi che ballano, nella connessione che lega insieme tutte le donne,
nelle fiamme delle pire che bruciano le lacrime degli uomini che piangono
ancora la loro innocenza infantile.
Cercartela e correte dai quei discepoli che non sono fedeli a nessuno,
per dirgli che:
“il Messia è Donna!”
Dalla Prima Parabola del Messia Donna
“Corpo a corpo”
sibilò il Messia Donna:
“Permettete ai vostri cuori di alzarsi e risorgere contro l’odio
assordante e silenzioso, gerarchie nascoste e indottrinate stanno
danneggiando l’anima.
Ti Vedo Anima mia, io parlo a te, li vedo i tuoi occhi sbiaditi e
terrorizzati.
Il Femminile si contorce nelle tue viscere lento e pulsante, un mucchio di
tremante pelle morbida e umida, morsa dal dolore.
Unghie che hanno scavato in profondità in pugni stretti di rabbia.
Sento i tuoi lamenti che soffocano l’ira malvagia di quella grazia pudica,
distorta e femminile, che tanto ti hanno insegnato.
Ti conosco Anima mia, ho urlato a tutte voi in nome di tutto ciò che è
Santo, alzati in piedi!
Anch’io sento il tuo dolore che odora di ruggine e scende dalle cosce
macchiate di rosso e dalle fessure sudate dove hai seppellito le tue mille
incarnazioni.
Alzati adesso!
Schiarisciti la voce e urla con tutta te stessa alle tue sorelle
addormentate.
Svegliati e mostrati, in modo che possano vederti in tutta la tua potenza.
Apri la bocca, inarca la tua spina dorsale rocciosa, striscia sulla terra,
senti il calore della Madre Terra.
Tanto tempo fa ti hanno rinnegato, ma adesso parla, plasmando i canti
delle madri, racconta loro che sei incinta della giustizia femminile, che sei
pronta a partorire la tempesta che scuoterà irrevocabilmente questi empi e
toglierà l’ignorante pregiudizio, il più grande difetto del nostro mondo
ferito.
C’è troppo dolore per essere ancora represso, per questo ti dico: Alzati
Adesso!
Basta ingoiare i lamenti velenosi, le maledizioni.
Le tue labbra sono dipinte di rosso, sono sacre, pronuncia solo incantesimi
che aprono il cuore! Pronuncia solo le parole che evocano le stelle
fiammeggianti, le stesse che ci hanno donato la materia dei nostri corpi.
Sacerdotessa, sei stata, per tutto questo tempo, le parole che colano
poesia e la guerriera... non arrenderti adesso, all’undicesima ora, il tempo
sta scoccando.
Usa il tuo puro potere che dalla terra sale su per la tua spina dorsale,
scopri le orecchie, in modo da sentire il canto dell’universo.
Apri la bocca e fai entrare quel respiro che sa di fuoco femminile e urla.
Voglio sentirti Sacerdotessa, pronuncia le parole antiche!
Le tue lacrime sono furia, ogni goccia porta in sé tutte quelle parti
represse e soffocate dal patriarcato.
Questa resa dei conti è cerimoniale, sta muovendo i corpi dall’ombra.
Ti dico ora: Alzati Adesso!
Vai e annuncia che il Messia Donna sta tornando per unificare il Sacro
Femminile e il Sacro Maschile, sta tornando per benedire tutti gli uomini e
liberarli dalle gabbie ignoranti…
Alzati in piedi, Adesso, Amore Mio”
Amen
Non stiamo tremando nell’ombra in attesa di essere salvate,
siamo noi le salvatrici.
Noi siamo lei, e lei è noi.
La Cometa Atlas
L’annuncio del Messia Donna e del Messia Uomo
Mi vedi, varco la soglia dei cieli,
entro nella costellazione di Orione a piedi nudi,
corro, gocciolando dalla bocca parole sacre.
Come una selvaggia annuso la strada,
da quanto tempo, sono una sopravvissuta.
Ti ricordi da quanto tempo dormivi sotto il ghiaccio?
Io non ti ho mai abbandonato, eppure ora sto morendo,
mi sto trasformando.
Riesci a sentire i tamburi nel cielo, alzano la terra,
sono spinta dal calore incandescente dell’universo,
e sono dentro di te.
Il caos come un ronzio nel tuo petto batte irrequieto,
hai dimenticato la ninna nanna della Dea della Notte?
Scoppiano fulmini nel corpo,
sto esplodendo e riverso il mio potere sul “Messia Donna e Messia Uomo”,
non in una ma in tutte le donne,
non in uno ma in tutti gli uomini,
quelli nati e quelli che nasceranno
e il mare tornerà finalmente ad alzarsi con le loro mani,
per ricordare il cammino dell’Acqua dell’Anima all’umanità.
Al cospetto della Grande Regina Toro,
le Sorelle Pleiadi mi cullano,
Sirio intona il suo canto del vento,
quanta divinità selvaggia, quanto potere a disposizione,
reclamalo!
Avvicinati a me,
Messia Donna,
Messia Uomo,
così posso seppellire il mio potere nella tua carne.
Amori Miei!
Risponderete a me,
uscite dalla casa di pietra e andate oltre i confini ed entrate nella magia,
pronunciate le parole sacre,
indossate la Corona di ossa
e promettetemi che non piangerete per la mia scomparsa.
Ho vegliato su di voi da vite infinite,
per portavi qui, a questo momento.
Vi restituisco adesso ciò che è vostro,
affinché le pareti di essenza pura e potente di magia,
assicurino il vostro potere:
la Vita.
Il passaggio di una cometa è un momento molto significativo per
l’umanità.
Composta di gas ghiacciati e frammenti di rocce, molto veloce, entrando
nell’orbita della terra la cometa crea una scia, a causa dei gas che rilascia.
A differenza di un asteroide che gira solo intorno alla terra, lo spettacolo
che offre è davvero unico.
A fine Aprile 2020 incominceremo ad intravedere la cometa Atlas che
potremo osservare nel suo massimo splendore se a metà Maggio supererà il
Sole.
Le comete nell’esoterismo venivano identificate come ruote infuocate,
un forte segno dal cielo, una speranza, una luce proveniente dall’alto.
Nella tradizione popolare magica, veniva associata alla riconquista di potere
e magia, e molto spesso annunciava una nuova santa vita dal cielo.
Pensate alla Stella Cometa.
Portatrice di creazione e abbondanza, la cometa ha l’aspetto di uno
spermatozoo, che con la sua testa e la coda corre veloce per fecondare
l’ovulo: in questo caso, la Terra.
Quindi potremo attestare, alla luce di una reale fecondazione, che se la
cometa riuscirà a superare il Sole, e quindi ad arrivare più vicina alla Terra,
potremo assistere a uno spettacolo dal colore verde incandescente, che
richiamerà il cuore di tutta l’umanità, e che, come un orgasmo, porta con sé
una quantità di potere incredibile.
Dalla fine di aprile la cometa entrerà in un triangolo di potere stellare,
formato da Orsa Maggiore, Sirio e Pleiadi.
Questo triangolo al femminile uterino diventerà un ponte ed una spinta ad
uscire dall’ordinario per entrare nello straordinario.
Verranno richiamati i segni del Leone, dei Pesci e del Capricorno per
illuminare, benedire e restituire i poteri divini.
Questa cometa diventata Cellula Divina, lotterà contro il male, contro
l’oscurità, perché lei è sia il seme sia l’ovulo, con la stella Algol agli ultimi
gradi del Toro.
Si allineerà ancora al femminile di Venere congiunta nella Luna Nuova
in Gemelli, sviluppandosi nel duplice aspetto, di Femminile e Maschile.
Si incarnerà, e al solstizio d’estate, con l’eclissi solare, al cospetto di Madre
Luna e Padre Sole, alle porte del segno del Cancro, verrà partorita:
nasceranno il Messia Donna e il Messia Uomo, una nuova era di donne e
uomini, una nuova era di Femminile e di Maschile.
Nessuna separazione, nessuna divisione, solo unione, solo
collaborazione, i due poteri l’uno al servizio dell’altro.
In un tempo remoto, molti e molti anni fa, nacquero un Messia Donna e
un Messia Uomo.
Entrambi portavano le parole dell’amore nelle città, nei paesi, nelle piazze.
Insieme parlavano alla gente, ognuno con il proprio potere, condividendo la
sacralità del femminile e maschile, unendolo, ma mantenendo ognuno la
propria personalità e peculiarità.
Portando il nostro corpo a risorgere insieme nel piacere, potremo di
nuovo incontrare il Dio e la Dea nei cieli dell’amore.
Non lasciamo che ci separino ancora, siamo completi, stiamo tornado ad
integrarci dentro di noi e a ricongiungerci con l’altro in modo completo.
Che la cometa possa seminare dentro di te e fecondare la vita, l’unione e
la condivisione del tuo potere completo.
Tu sei il Messia!
Il Rito delle Rose
(Presente anche nel libro Canti e Incanti)
Il 22 Luglio si onora una delle più grandi sacerdotesse di tutti i tempi:
Maria Maddalena.
Finalmente riconosciuta anche dalla Chiesa, questa figura di donna sta
riemergendo come un grido dalle radici più profonde della terra, per
riscattare il suo potere e la sua sacralità.
Ma come mai adesso Maria Maddalena è così al centro dell’attenzione?
Stiamo finalmente uscendo dai vecchi paradigmi. Maria Maddalena era
la compagna di Gesù Cristo, non era perversa, non era una prostituta, ma
una donna vulnerabile, innamorata di un uomo che condivideva il suo
amore con tutta la gente.
Una donna capace di amare e di capire fino in fondo il sacrificio del suo
uomo, a tal punto da accettare il suo martirio terreno per una “ascesa” più
importante della loro unione di coppia.
Nei vangeli gnostici c’è scritto molto sugli insegnamenti del Cristo a
Maria Maddalena, non a caso lei fu la prima a ricevere il suo messaggio
dopo la risurrezione, ovvero di continuare a diffondere i suoi insegnamenti.
Non dobbiamo neanche dimenticare la profonda intimità tra di loro con le
sue meravigliose componenti erotiche.
L’immagine di Maria Maddalena, purtroppo, nel tempo è stata svilita e
torturata in ogni modo, e nel suo nome non riconosciuto, tante donne hanno
perso dignità e consapevolezza, con il conseguente rifiuto del proprio corpo
e del femminile.
Ma adesso l’anima ha sete di verità! Avverte la forte necessità di quei
cambiamenti che possano far risorgere nella sua pienezza il Sacro
Femminile depositato nell’utero sacro di ogni donna. L’anima adesso è
pronta per questo meraviglioso richiamo d’amore.
Quindi, in questo giorno speciale, celebriamo il nostro sacro utero: il
potere del femminile. Questo è un giorno in cui la connessione profonda
con Maria Maddalena onora la nostra sensualità che ci invita ad esprimere
l’amore e la poesia che vive nei nostri cuori.
Tutte le donne possono svolgere il rito che segue, anche quelle a cui
fisicamente manca, infatti esiste sempre un utero spirituale vivente in ogni
donna.
Anche gli uomini possono partecipare, onorando l’utero della loro
madre e/o quello della propria compagna.
Entrare in sintonia con l’utero per un uomo è ritornare a casa, recuperare le
forze, ritrovare se stesso per partortirsi ancora... assaporando la rinascita e
diventando così il custode del Sacro del Femminile.
Il Rito
Occorrente:
Delle rose fresche del colore che si preferisce
Delle candele bianche (ne bastano tre)
Soprattutto, serve il tuo cuore aperto e pronto a ricevere
Procedimento
Trova un luogo tranquillo, accendi le candele e tieni vicini i fiori in una
vaso oppure puoi fare anche un cerchio di rose, ed entrarci dentro, è molto
suggestivo e potente (avendo cura poi di rimettere i fiori nel vaso).
Rilassati, incomincia a respirare trovando una posizione comoda, visualizza
il tuo utero o l’utero della tua compagna (per gli uomini), immagina che una
grande ondata di luce avvolga questo magnifico organo, che guarisce e
viene ripulito da ogni forma di pensiero negativo e stagnante.
Connettiti con il tuo cuore, immagina che davanti a te si apra una rosa in
piena fioritura e che dal suo profondo una figura femminile ti venga
incontro, abbracciandoti. Sei dentro il potere cosmico di Maria Maddalena,
invocala e consacra il tuo utero ( o l’utero della tua compagna per gli
uomini) al sacro potere della “Via della Rosa”.
Rimani nelle energie profonde di questo caldo spirito amorevole e
pronuncia queste parole:
Seguo le parole delle mie antenate,
trasportata/o dal flusso del mio cuore, del mio amore.
Onoro me stessa/o,
(onora la mia donna, per gli uomini),
seguendo il sentiero dell’amore seguo me stessa/o.
Guardiana della saggezza,
seguo la Via della Rosa, l’antica via della stirpe delle sacerdotesse.
Benedici il mio grembo
(benedici il grembo di... pronunciare il nome della donna,
per gli uomini)
e quello di tutte le donne.
Sovrana del Sacro Femminile,
ti onoro e ti riconosco nell’infinito mare cosmico
di quell’amore perduto e ritrovato oggi.
Consacro il mio utero a te,
(consacro la mia rinascita e l’utero di... pronunciare il nome della donna,
per gli uomini) Sacerdotessa del Femminile Sacro,
Dea portatrice dell’abbondanza e dei misteri sessuali,
sovrana della verità e dell’eterna saggezza,
attraverso me sarai pienamente incarnata.
Mi sciolgo nel mistero e nella magia della stirpe delle rose,
per riprendere i miei poteri nell’infinita grazia.
Sono figlia/o della stirpe
Sono figlia/o della stirpe
Sono figlia/o della stirpe
Chiedo di essere benedetta/o nella verità, non ho peccato
e onoro tutti i piaceri del corpo e dello spirito,
nella mia pura innocenza erotica e nel mio cuore,
ripristinando il mio livello di energia femminile e maschile.
Da oggi sono intera/o
Da oggi sono Unificata/o
Da oggi sono presente.
Da oggi sono centrata/o nel mio corpo, nel mio piacere,
nel mio cuore.
Sacra/o, Sovrana/o, Sensuale e stabile.
Cosi Sia!
Resta ancora qualche momento in questo spazio sacro.
Se senti il bisogno di piangere, liberati, stai onorando l’utero sacro,
l’energia primordiale.
Ringrazia Maria Maddalena e lasciati andare alle sensazioni di piacere,
di leggerezza e di rilassamento nel tuo cuore e in tutto il tuo corpo.
Maria Maddalena in Francia?
Jacopo da Varagine (1228 – 1298), nella sua famosa raccolta “La
Legenda Aurea”, descrive le vite e le opere di molti santi, tra cui anche la
storia che racconta di come Maria Maddalena sia giunta, su una barca senza
remi, dopo i fatti narrati nei vangeli, sulle coste francesi della Provenza.
Maria Maddalena sarebbe poi vissuta per il resto della sua vita in una
grotta, come eremita, a Sainte Baume, nel sud della Francia. Vengono
riportati in questo racconto anche i numerosi miracoli di cui fu protagonista.
Una storia molto simile viene raccontata ancora prima, nel libro “La
Vita di Maria Maddalena” di Rabanus Maurus, arcivescovo di Magonza
(776- 856).
Infatti si pensa che il santo ligure abbia preso spunto proprio da questo
scritto per la sua opera.
Ma la storia non finisce qui...
Nel 1200, proprio presso la Basilica di Saint Maximin - La Sainte
Baume , fu scoperta una cripta durante dei lavori di restauro. Si narra la
leggenda che un operaio, aprendo il coperchio di alcune anfore contenenti
delle ossa all’interno della cripta, sentì diffondersi un profumo dolce ed
ebbe una visione di Maria Maddalena.
Questi resti sono ancora custoditi dall’ordine di San Cassiano nella
stessa cripta, in una piccola camera sotterranea, creata proprio per
proteggere le spoglie di Maria Maddalena.
Sopra al reliquario dorato, una urna protegge un teschio perfettamente
conservato che si dice sia di Maria Maddalena.
Sottoposto ai nostri giorni a diverse analisi scientifiche, si è ritenuto valido
attribuire questi resti ad una donna, alta all’incirca un metro e cinquanta, di
origini mediterranee, vissuta proprio nello stesso periodo in cui visse Maria
Maddalena.
Una descrizione che ha rafforzato la leggenda che vede quei resti proprio
come i suoi, e trasformato la Basilica in un luogo di pellegrinaggio e di
culto dedicato a Lei.
Il Culto di Maria Maddalena si insidiò, sempre in Francia, anche presso
Rennes-le-Chateau nella regione della Linguadoca. La chiesa di Santa
Maria Maddalena, fu consacrata nel 1059. Nel 1096, anno in cui iniziò la
prima crociata, ebbero inizio anche i lavori di costruzione della grande
Basilicata a Vézelay in Borgogna, dedicata sempre a Maria Maddalena.
Interessante è anche ricordare come San Bernardo, colui che costituì
l’Ordine dei Templari, nel redigere la costituzione dello stesso Ordine nel
1128, specificò il dovere di “obbedienza a Betania”, quindi a Lei.
Si narra, infatti, che molto probabilmente la famosa cattedrale di Notre
Dame sia stata costruita per il volere dei Cistercensi e dei Templari proprio
in onore a Maria Maddalena.
Nel 1209 viene indetta da papa Innocenzo III la crociata detta
albigenese, nella zona della Linguadoca, volta a distruggere la comunità dei
Catari (I Puri) che vivevano e predicavano una visione spirituale gnostica,
taciuta nei vangeli canonici, e quindi ritenuta eretica.
Il papa ordinò di uccidere tutti i Catari, nessuno escluso. L’assedio durò
diversi anni e si concluse con l’orrendo eccidio presso il Castello di
Montségur dove oltre 200 ostaggi furono bruciati sul rogo nel 1244.
Ancora oggi si domanda come mai il Papa abbia scatenato una così
grande ferocia contro questa comunità, amica dei Templari e molto simile a
quella Essena…
Da tanti studiosi è ritenuto che volesse eliminare il grande segreto che i
Catari custodivano, un segreto che avrebbe potuto far cadere la chiesa:
quello che raccontava di come Maria Maddalena avrebbe portato con sé
dalla Palestina i figli avuti con Gesù, il Sangue Reale.
Ringraziamenti
Le donne coraggiose scavano così a fondo al cuore, toccano l’autentico
e segnano l’anima.
Sono rimasta incantata dalla visione di questo impegno sacro che sa di
dolore e santità, in una storia d’amore senza fine.
Ho pianto nella consapevolezza di quanto sia diventata contorta e
denigrante questa storia d’amore tra Maria Maddalena e Gesù, appropriata
da una volontà di anime che cercano una spiritualità asessuata tra il
maschile e il femminile sacro.
Un doveroso ringraziamento va a quell’energia mistica e misteriosa
dentro di me che mi spinge a cercare, a non arrendermi, alla mia volontà e
ispirazione, alla mia curiosità e alla mia ricerca, assetate di verità e libertà.
Un ringraziamento va alla mia schiena che mi ha immobilizzata, mi ha
rallentato, dandomi la possibilità di ricercare e scrivere con una nuova
consapevolezza.
Un ringraziamento speciale va a due meravigliose anime che ricercano
da sempre la verità.
Mi avete aperto la strada alla conoscenza dei testi, alla storia,
spalancandomi verso un mondo immenso e sconosciuto.
Un ringraziamento senza fine va a Lei, mio più grande amore: Maria
Maddalena.
Percorso: L’Ordine di Magdala - La Via della Rosa
L’Ordine di Magdala è un percorso spirituale femminile, dedicato a
Maria Maddalena chiamato “La Via della Rosa”
Parte della missione di questo percorso dei misteri di Maria Maddalena
è quello di preservare i sacri Codici Femminili di Luce e il grembo del
Sacro Graal.
Dal momento in cui le sacerdotesse e le donne hanno cominciato il loro
risveglio, sono tornate a riprendersi questa Luce.
Scorrono intorno al cerchio sacro di Maria Maddalena diverse dee e
archetipi, rituali e preghiere.
Impareremo l’arte della ritualità, delle cerimonie, conosceremo le sue
preghiere e il rosario.
Collegandoci alle energie di Maria Maddalena, attiveremo la danza sacra
per potenziare il nostro utero, attingendo ai misteri dei Templi di Iside ed
Avalon per guarire il nostro lignaggio tramite la celebrazione, le preghiere
e l’utilizzo del rosario di Maria Maddalena.
Per maggiori informazioni: www.storiadiunapoesia.it
Libri di questo autore
Le Streghe vanno a letto presto
Dall’autrice di “Ciao sono l’Ansia“, un libro stupendo che racchiude un
insieme di perle di saggezza antica, con le quali riemerge nella piena luce
della consapevolezza, l’origine ancestrale della nostra anima femminile che
per troppo tempo è stata repressa, umiliata e violentata.
Carla Babudri con il suo modo unico di scrivere, riesce ad arrivare dritta al
cuore.
Vi è qualcosa di davvero magico, qualcosa di estremamente vero e
personale in quello che l’autrice riesce a comunicare.
Le Streghe vanno a letto presto non è un semplice manuale, una collezione
di poesie o un normale libro di narrativa.
E’ essenzialmente un viaggio alla riscoperta di se stessa che va oltre le
definizioni e le categorie. Non è un libro pensato ma sentito…
Carla, parlando senza remore con la sua anima, riesce a dialogare con
quella di tutti noi.
Donne Poesia - Il Sacro Erotismo
Dopo averci ricordato che "Le streghe vanno a letto presto" per accedere ai
vasti territori del mondo dei sogni e della magia, Carla Babudri ci conduce
adesso in quella speciale dimensione dell'Essere che può essere raccontata
solo con dei versi partoriti nel grembo sacro di una donna. L'autrice, infatti,
andando oltre le barriere della sua mente e delle sue emozioni, si immerge
in quello spazio magico femminile che è condiviso nel profondo da tutte le
donne che cercano di risvegliare dentro di sé la coscienza della Dea. Con
tutta la sua vulnerabilità e con tutto il suo coraggio, Carla si tuffa
nell'immenso mare dell'inconscio e dell'eros femminile per raccogliere
alcune gemme da condividere con tutte le sue sorelle. Il Sensuale Poetico, il
Sacro Erotismo e la Sessualità Risvegliata rappresentano momenti e stati
d'Essere diversi che però, intrecciandosi, portano ogni Donna alla scoperta
delle proprie verità più profonde. Insieme creano quella poesia che
chiamiamo Dea.
Canti e Incanti
Se trovi il coraggio di fare un passo dentro te stessa puoi entrare nel mondo
magico che abita il tuo cuore. In questo spazio sacro puoi ascoltare i
sentimenti dell'universo. Praticare magia non ha nulla a che fare con
l'oscurità, ma significa penetrare nel mistero per illuminare le distorte
illusioni della mente e per guarire le ferite emotive. La vera magia sviluppa
la capacità di sentire il ritmo della vita e di vivere in armonia con essa,
donando gioia, saggezza e coraggio alla propria esistenza e a quella delle
persone che ci sono vicine. Carla Babudri, in questo libro, approfondisce le
tematiche del suo "Le streghe vanno a letto presto". Rivela e condivide i
suoi segreti, aggiungendo alla poesia dei canti l'invito alla pratica degli
incanti. Tantissimi infatti sono i rituali descritti: per la fiducia, per la
protezione dei nostri amici animali, etc... e quelli splendidi, legati alla luna,
ai momenti più magici dell'anno, all'amore e alla sessualità.