Rudolf Steiner - Verso Un'Etica Della Liberta
Rudolf Steiner - Verso Un'Etica Della Liberta
VERSO UN’ETICA
DELLA LIBERTÀ
Fondamenti
di una morale moderna
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Testo originale tedesco: Rudolf Steiner Wahrhaftigkeit, Liebe, Indice
Lebensweisheit (Archiati Verlag e. K., Bad Liebenzell 2007).
1a conferenza
Il povero Enrico e Francesco d’Assisi:
il bene nella natura umana
pag. 17
Archiati Verlag e. K.
Am Berg 6/1 • D-75378 Bad Liebenzell • Germania
[email protected] • www.archiati.com
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2a conferenza
▪ La saggezza si trova fra i due estremi costituiti dalla
Il coraggio si trasforma in amore: ottusità e dalla passionalità, e la si conquista con l’inte-
Buddha e Cristo all’opera nell’uomo resse e la veracità pag. 87
pag. 47 ▪ Il coraggio spontaneo si trasforma in amore liberamen-
te esercitato e guidato dall’interesse e dalla comprensio-
▪ Dopo il diluvio le quattro “caste” superiori emigrarono ne, come equilibrio fra la temerarietà e la viltà pag. 98
in India, le tre inferiori si fermarono in Europa e in ▪ La temperanza nei confronti del corpo, il giusto equi-
Africa pag. 47 librio fra l’ascesi e la sregolatezza, diventa saggezza di
▪ È necessario distinguere fra sviluppo del corpo (delle vita in virtù della libertà pag. 105
razze) e sviluppo dell’anima. Il buddismo ha sottolinea- ▪ Grazie alla scienza dello spirito, di fronte ad ogni feno-
to per primo il diritto di ogni uomo al conseguimento meno spirituale sorgono lo stupore (fede), l’amore e la
del massimo pag. 58 coscienza morale pag. 112
▪ La natura dell’uomo è “buona”: ogni decadimento mo- ▪ L’impulso cristico è la fonte di tutta la moralità: me-
rale può essere trasformato in un’ascesa dalle forze del- diante le forze della fede, dell’amore e della coscienza
la fede, dell’amore e della speranza pag. 69 gli uomini creano tre involucri con cui avvolgere l’Io
cristico pag. 117
3a conferenza
Appendice: Quadro riassuntivo: lo sviluppo delle virtù
Veracità, amore e saggezza di vita: pag. 126
la ricerca continua di un equilibrio
pag. 81 Termini specifici della scienza dello spirito pag. 129
A proposito di Rudolf Steiner pag. 131
▪ Per essere libero, l’uomo deve sempre poter diventare
“unilaterale” in due sensi opposti: il bene sta nella ricer-
ca del giusto equilibrio pag. 81
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Prefazione
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sere cattivo. Senza libertà sarebbe semplicemente un essere ne la libertà, e amare l’uomo significa amare la sua libertà.
naturale, e parlare di morale o di etica non avrebbe alcun La dignità di tutti gli esseri umani consiste nel loro uguale
senso. In questo caso anche le regole di comportamento diritto a vivere esercitando la propria libertà individuale: il
stabilite avrebbero a che fare con il diritto o la legislazione, rispetto per l’uomo è il fondamento di ogni vita giuridica
ma non con la morale. o statale, di ogni legislazione. L’amore per l’uomo si espri-
La domanda se l’uomo “sia” libero o no è posta nel me nel sostegno attivo alla sua libertà: l’aiuto reciproco è il
modo sbagliato. Se fosse già libero, lo sarebbe per natura e fondamento della vita economica, dove ciascuno dipende
quindi non lo sarebbe veramente. Posta nei giusti termini, dall’aiuto dell’altro, dalla “fratellanza”.
la domanda sulla libertà chiede: l’uomo ha o no la capacità Per quanto riguarda l’etica della vita giuridica, della leg-
di diventare sempre più libero? E la risposta è: ce l’ha, ma deve ge, si tratta di evitare o impedire tutto quello che contrasta
esercitarla. Questo non significa che l’uomo è libero di fare la libertà dell’uomo. Una sana vita giuridica dovrebbe co-
qualunque cosa, ma che se esercita costantemente questa noscere solo divieti e nessun precetto, dovrebbe limitarsi
facoltà saranno sempre più numerose le azioni che potrà a proibire tutte le azioni che rappresentano un ostacolo o
compiere in piena libertà. Per l’etica è importante defini- una restrizione alla libertà altrui. Anche i Dieci Comanda-
re buone o cattive soltanto le azioni liberamente compiu- menti della Bibbia sono sostanzialmente dei divieti, delle
te dall’uomo, vale a dire: il male è sempre l’omissione di proibizioni. Nessun legislatore al mondo ha il diritto di dire
un’esperienza di libertà che era possibile fare. o ordinare a un uomo quello che deve fare. Il “dovere” di
Se sviluppato fino in fondo, questo pensiero dà come un uomo è del tutto individuale, poiché ogni essere uma-
risultato che la libertà non è una qualità marginale dell’uo- no ha un compito da svolgere completamente diverso da
mo, ma la sua essenza più profonda. La libertà rappresen- quello degli altri. Ognuno deve dare il proprio contributo,
ta la più intima e oggettiva natura dell’uomo. Ogni azione ognuno ha delle doti assolutamente individuali che se svi-
che realizza o favorisce la libertà è “naturale” per l’uomo luppate liberamente gli consentono anche di soddisfare nel
e quindi moralmente buona, mentre ogni azione che lede modo migliore i bisogni dei suoi simili.
o distrugge in qualche modo la libertà è contro natura, e Ben altra è la situazione della vita economica e profes-
quindi malvagia, cattiva. sionale: qui va fatto tutto quello che rende possibile la li-
Ne consegue che rispettare l’uomo equivale a rispettar- bertà di ogni individuo, qui ad ognuno vanno messe a di-
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sposizione gli strumenti necessari — merci e servizi — a Quando ha adempiuto a tutti i suoi doveri, un uomo
garantire una vita in libertà e nello sviluppo dei talenti in- non ha ancora fatto nulla che appartenga all’effettiva sfera
dividuali. Questo “amore per l’uomo” non può tuttavia es- morale. Il bene morale consiste nello sviluppo delle for-
sere trasformato da nessuna legge in un dovere, non può ze della fantasia dell’amore, che sono del tutto individuali:
da nessuno essere fatto valere come un diritto. Nella vita da questa fonte straordinaria nascono progetti di vita e di
economica la solidarietà fra gli uomini può essere vissuta azioni che sono diversi in ogni uomo e che arricchiscono
solo nella misura in cui essi generano in sé a partire dalla in modi vari l’umanità.
propria libertà le forze dell’amore reciproco. Nessuna legge Alla base di questo corso fondamentale di etica c’è il
può ordinare all’uomo: “Devi amare il tuo prossimo come peso morale della libertà umana. L’uomo diventa buono
te stesso, altrimenti finisci in galera!” nella misura in cui individualizza le antiche virtù platoniche
La morale di Kant si limita a delle norme di validità “universali”. Grazie alla libertà individualizzata del singolo
generale, per questo tende anche a trasformare i divieti in uomo, l’antica virtù della sapienza si trasforma in veracità.
ordini. Ma nessuna norma può imporre di fare il bene: il Essere veraci vuol dire non solo comprendere intellettual-
tralasciare il male, l’evitare tutte le azioni che compromet- mente la verità, i fatti oggettivi di una situazione di vita,
tono la libertà, non è una cosa moralmente buona in senso ma anche assumersi la responsabilità individuale del pro-
proprio, ma costituisce solo la condizione necessaria per prio destino e del proprio agire. L’uomo verace risponde
il bene morale, che consiste nell’agire in base alla propria in prima persona della verità concreta della sua vita, della
libertà individuale, con puro amore all’azione che si com- sua realtà e dei suoi effetti reali.
pie. Solo nella misura in cui il dovere — il non fare ciò che Lo stesso vale anche per l’antica virtù del valore o del
è vietato — si mette al servizio della vita in libertà viene coraggio: grazie all’esercizio della libertà da parte del sin-
esso stesso “innalzato” all’esperienza della libertà, ne en- golo individuo si trasforma in forza di amore, quell’amore
tra a far parte. Solo in virtù della libertà realmente vissuta per l’uomo di cui si è appena parlato. Un amore di tal genere
anche il dovere diventa moralmente buono, mentre quan- presuppone un interesse che nasce dal cuore, un interes-
do è fine a se stesso è moralmente “cattivo”, in quanto si se per l’altro che non può essere imposto dalla legge o dal
rifiuta di servire lo sviluppo libero e del tutto individualiz- dovere, poiché può scaturire solo da una forza del cuore
zato di ogni uomo. traboccante, esercitata quotidianamente.
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La terza virtù platonica è la temperanza, la moderazio- convinzione che nel suo nucleo più profondo la natura del-
ne, il giusto mezzo fra l’ascesi e la sregolatezza nel rappor- l’uomo sia buona. Ogni uomo cerca e vuole il bene, il che
to col proprio corpo. Questa virtù fa nascere la saggezza di equivale a dire che ognuno cerca e vuole la libertà. L’atteg-
vita, l’arte del vivere, nella misura in cui la libertà dell’indi- giamento moralmente buono nel senso più profondo del
viduo le imprime la sua caratteristica particolare. È l’arte termine è quello della fiducia nella natura umana, nella li-
di affrontare creativamente la propria vita, il destino indi- bertà dell’uomo.
viduale. Lì i consigli dall’esterno non valgono, e neppure la Chiunque nutra questa fiducia nella bontà originaria del-
legge uguale per tutti, poiché il peso morale della biografia l’uomo e la dimostri ai suoi simili la susciterà anche in loro,
di un uomo consiste meno nelle leggi e nelle forze che ha e questo è un bene! Non c’è niente di moralmente più buo-
in comune con quella di altre persone, e più nella sua uni- no della fiducia reciproca che favorisce il bene a cui ognu-
cità e irripetibilità. no nel proprio intimo è portato. In questo modo gli uo-
La quarta virtù, la più importante di tutte, è quella che mini non si limitano a predicare la morale, ma la fondano.
Platone chiama la giustizia. Essa consiste nella ricerca del L’uomo diventa buono quando dà fiducia al bene che vive
giusto equilibrio fra gli estremi, un equilibrio a misura d’uo- in lui e nel suo prossimo.
mo. La caratteristica essenziale di ogni equilibrio è la sua Pietro Archiati
precarietà: un equilibrio statico non esiste. Proprio questa nell’estate 2007
“instabilità” esistenziale apre il campo di azione specifico
della libertà. Essere liberi significa tendere costantemente a
ristabilire di nuovo il giusto mezzo fra i vari estremi del-
la vita.
In queste conferenze si parla molto di Francesco d’As-
sisi, che indubbiamente era un uomo “buono”. Ci si può
solo stupire delle energie di amore e di compassione per
il prossimo di cui disponeva. L’etica si domanda da dove
provengano queste energie, come siano sorte in Francesco
d’Assisi. Fa parte dei fondamenti di ogni morale o etica la
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Prima conferenza
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ra della morale umana dev’essere per noi di primaria im- Miei cari amici, quando dall’episodio verissimo appena
portanza. citato si deduce che agli uomini è sufficiente sapere che de-
Ma ciò che va ribattuto a questa critica è che, proprio vono amarsi l’un l’altro, non si tiene conto di una cosa: co-
per il fatto che sentiamo tutta la portata del modo di pen- lui al quale vengono attribuite queste parole le ha pronun-
sare e di vivere scientifico-spirituale, possiamo accostarci ciate al termine di una vita ricca di saggezza, di una vita in
a questa sfera solo con timore riverenziale, così da essere cui ha steso il più profondo e più importante dei Vangeli.
ben consapevoli che, se la si prende in considerazione nel Chi ha pronunciato queste parole si è acquistato il diritto
senso giusto, essa tocca l’uomo da vicino più di ogni altra di formularle solo avendo alle spalle quella vita pregna di
cosa e richiede la più degna e seria preparazione. saggezza che l’aveva portato a risultati così grandiosi.
L’obiezione che ci viene fatta si può esprimere chie- Sì, miei cari amici, chi ha dietro di sé una vita come
dendo: a che scopo prolisse riflessioni sul mondo? A cosa la sua può permettersi di riassumere tutto ciò che le ani-
servono i racconti sulle numerose reincarnazioni di mol- me umane colgono nella profonda saggezza contenuta nel
ti esseri, sui complessi rapporti karmici, se la cosa più im- Vangelo di Giovanni nelle parole appena citate come som-
portante nella vita sono le parole ripetute ai suoi seguaci da ma della sua sapienza, che da abissi imperscrutabili dell’ani-
un saggio giunto al culmine dell’esistenza quando, ormai ma fluiscono anche nelle profondità di altri cuori, di altre
debole e malato dopo una vita all’insegna della sapienza, anime. Ma chi non è in condizioni analoghe deve prima
non era più in grado di muoversi da solo e diceva: “Figlio- guadagnarsi il diritto di esprimere in maniera così semplice
li, amatevi l’un l’altro”? le più alte verità morali, deve prima immergersi nelle pro-
Come tutti sanno, così diceva in tarda età l’apostolo fondità dell’universo.
Giovanni, l’evangelista. Spesso si è sottolineato che le pa- Per quanto banale, la frase ricorrente secondo la quale
role “Figlioli, amatevi a vicenda” contengono l’essenza del- “La stessa cosa detta da due persone non è la stessa” vale
la più profonda saggezza morale. Qualcuno potrebbe al- qui in misura particolare. Il caso di una persona che sempli-
lora chiedersi: a che serve tutto il resto, se il bene, se i più cemente si rifiuta di sapere qualcosa sui segreti del mondo,
sublimi ideali morali possono essere realizzati in maniera di sfiorarli, sostenendo che descrivere la vita morale è fa-
così semplice come indicano queste parole dell’evangeli- cilissimo, e usa le parole: “Figlioli, amatevi”, è ben diverso
sta Giovanni? da quello dell’evangelista Giovanni che pronuncia le stesse
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parole, al termine di una vita così ricca di saggezza. za nel saggio ordinamento del mondo se davvero la cosa
Per questo proprio chi capisce le parole dell’evangelista di cui si ha più bisogno si può ottenere solo alla fine della
Giovanni dovrebbe trarne una conclusione completamente ricerca umana.
diversa dalla solita. Dovrebbe dedurne che prima occorre La risposta a questi interrogativi ci viene fornita in ab-
tacere e che parole così significative possono essere pro- bondanza dai fatti della vita. Ci basta accostare due fatti a
nunciate solo quando si hanno la preparazione e la matu- noi senz’altro noti nell’una o nell’altra forma per vedere
rità necessarie. immediatamente che può essere giusto
Ma ora che abbiamo affrontato questo aspetto, facendo
▪ sia il fatto che solo a conclusione della ricerca della
un’affermazione da cui alcuni non si sentiranno forse toc-
saggezza giungiamo ai massimi principi morali, alla loro
cati nel profondo, nella nostra anima emergerà qualcosa di
comprensione,
completamente diverso, qualcosa di infinita e fondamentale
▪ sia il fatto che le cose a cui abbiamo appena accenna-
importanza. L’uomo si dirà:
to — comunità e opere morali e sociali — non potreb-
“Certo, è ben possibile che i principi morali possa- bero esistere senza la morale.
no essere compresi nel loro significato più profondo
Ce ne renderemo conto esaminando due realtà che nel-
solo al culmine di tutta la saggezza, ma l’uomo ne ha
l’una o nell’altra forma abbiamo senz’altro ben presenti.
bisogno sempre. Come sarebbe possibile promuo-
Chi non ha mai notato come un uomo molto evoluto
vere nel mondo una comunanza morale, un operare
culturalmente, il quale magari oltre ad aver coltivato una
sociale morale qualsiasi, se per conoscere i massimi
comprensione scientifica esteriore ha capito anche molte
principi morali si dovesse aspettare di essere giunti al
verità spirituali a livello teorico e pratico, possa essere una
compimento della ricerca della saggezza? La mora-
persona moralmente non tanto buona? Chi non ha consta-
le è l’elemento più indispensabile per la convivenza
tato come certi uomini intelligenti e molto evoluti sul piano
umana, e adesso c’è chi sostiene che i principi mo-
intellettuale si siano allontanati dalla via morale?
rali si possono assimilare solo al termine della ricer-
E chi non ha sperimentato l’altro fatto, dal quale pos-
ca della saggezza!”
siamo trarre infiniti insegnamenti, di una bambinaia intel-
Qualcuno potrebbe dire che c’è da perdere ogni speran- lettualmente modesta e poco istruita, che ha allevato non i
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propri figli, ma quelli delle persone presso cui era a servizio, te agli uomini di vivere finché i principi morali non siano
uno dopo l’altro dalle prime settimane di vita, ha contri- stati scandagliati.
buito alla loro educazione e magari fino alla propria morte È allora forse del tutto inutile preoccuparsi tanto del-
ha sacrificato tutto ciò che aveva per quei bambini, in un l’analisi dei principi morali? Non si potrebbe allora dire che
modo assolutamente amorevole, nella dedizione più altrui- la cosa migliore per gli uomini sia di abbandonarsi ai loro
stica che si possa immaginare? istinti morali originari, senza lasciarsi confondere da discus-
E se fosse stata avvicinata da qualcuno con principi mo- sioni teoriche sulla morale?
rali tratti dai più sublimi tesori di saggezza, quella donna Miei cari amici, queste conferenze hanno proprio lo
probabilmente non avrebbe mostrato nessun interesse par- scopo di dimostrare che le cose non stanno nemmeno così.
ticolare per quelle massime morali, ritenendole forse del Vogliono dimostrare che, perlomeno nell’attuale ciclo di
tutto incomprensibili e inutili. Ma l’azione che ha esercita- evoluzione umana, dobbiamo cercare la morale in senso
to a livello morale provoca ben più di una semplice teoria: scientifico-spirituale, che tale morale è un compito che si
un caso come questo ci fa spesso inchinare con rispetto manifesta come frutto del nostro anelito scientifico-spiri-
davanti a ciò che tracimando dal cuore fluisce nella vita e tuale, della nostra complessiva scienza dello spirito.
compie una quantità infinita di bene. Schopenhauer, un filosofo moderno sicuramente co-
Spesso fatti del genere danno una risposta molto più nosciuto anche qui al nord, oltre ad alcune considerazioni
chiara agli enigmi della vita di quanto non facciano le di- filosofiche piuttosto errate, ha fatto anche un’affermazio-
scussioni teoriche: la creazione e l’evoluzione più sagge non ne molto giusta proprio per quanto riguarda i principi del-
hanno aspettato che gli uomini scoprissero i principi mo- la morale, vale a dire: “Predicare la morale è facile, il diffi-
rali per attuare nel mondo l’agire in senso morale, il com- cile è fondarla.”
portamento morale. Questo aforisma è vero, poiché in effetti è facilissimo
Per questo dobbiamo dire: lasciando per ora da parte dire ciò che l’uomo deve o non deve fare per essere una
le azioni immorali, delle quali conosceremo il motivo nel brava persona, appellandosi ai principi più vicini alla sensi-
corso di queste conferenze, esiste nell’anima umana una bilità e al sentimento umani. Qualcuno si offenderà a sentir
specie di eredità divina, infusa come moralità innata e alla affermare che è facile, ma è così. E chi conosce il mondo
quale si può dare il nome di moralità istintiva, che permet- e la vita, non ha dubbi sul fatto che non c’è altro argomen-
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to su cui si è discusso tanto come sui giusti principi della di agire moralmente.
condotta morale. Quanto sia difficile attivare queste forze reali ce lo di-
E in particolare è vero anche che si incontra il massimo mostra il semplice fatto che in effetti si è tentato innume-
consenso fra i propri simili quando si parla di principi ge- revoli volte — da parte della filosofia per esempio — di
nerali di una condotta morale. Si potrebbe dire che fa bene fondare un’etica, una morale. Infinite sono le risposte date
all’animo di chi ascolta, e che forte è il bisogno di trovarsi alla domanda: “Cos’è il bene?” o “Che cos’è la virtù?”
d’accordo con le parole dell’oratore quando questi espone Miei cari amici, provate un po’ a fare un elenco di tutto
i principi più generali della morale. quello che hanno detto i filosofi, a partire da Platone e Ari-
Ma con gli insegnamenti e le prediche sulla morale non stotele, passando per gli epicurei, gli stoici, i neoplatonici,
si è ancora fondata la morale, proprio no. Se la si potes- fino ad arrivare alle moderne concezioni filosofiche, riassu-
se fondare con gli insegnamenti e le prediche, allora oggi mete tutto quello che è stato detto sulla natura e l’essenza
non ci sarebbe più immoralità, l’umanità dovrebbe per così del bene e della virtù da Platone fino a Herbert Spencer, e
dire essere straricca di azioni morali. In fondo a chiunque vedrete quante vie diverse sono state seguite per giungere
si è sempre presentata l’occasione di ascoltare i più bei alle sorgenti della moralità.
principi morali, soprattutto perché alla gente piace tanto Queste conferenze vogliono mostrarvi che in realtà solo
predicarli. con l’approfondimento spirituale dell’esistenza, con l’ad-
Ma sapere che cosa si deve fare, che cosa è giusto mo- dentrarsi nei segreti spirituali della vita, è possibile giunge-
ralmente, è la cosa meno importante in campo morale. La re non solo agli insegnamenti morali, ma anche agli impulsi
cosa fondamentale a livello morale è invece che in noi pos- morali, alle sorgenti morali della vita.
sano vivere degli impulsi interiori che, grazie alla loro rea- Ci basta un breve sguardo per capire che nel mondo
le forza ed energia, si trasformano in azioni morali, mani- questa morale non si manifesta affatto così semplicemen-
festandosi quindi moralmente all’esterno. Si sa che questo te come si potrebbe credere. Lasciamo per un momento
non avviene affatto con le prediche o con i loro contenuti da parte ciò a cui oggi si dà il nome di morale e prendiamo
teorici. in esame la vita dell’uomo in quegli ambiti che ci possono
Fondare la morale significa condurre l’uomo alle sorgi- forse esser d’aiuto per una concezione morale della vita.
ve dalle quali attingere quegli impulsi che gli danno la forza
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Fra le tante cose che la scienza dello spirito ci ha già civiltà indiana.
dato, una delle più importanti, è la conoscenza del fatto Dapprima vediamo che il valore che veniva maggior-
che presso i vari popoli della Terra si sono affermate le mente onorato e santificato era la devozione, la dedizione alla
più diverse concezioni, gli impulsi più molteplici. Comin- spiritualità.
ciamo a confrontare fra loro due territori molto distanti E tanto più vediamo venerare e apprezzare questa de-
l’uno dall’altro. dizione allo spirito quanto più l’uomo è in grado di racco-
Andiamo indietro fino alla venerabile vita dell’antica In- gliersi in se stesso, di vivere nel silenzio interiore e dedicare
dia ed osserviamo come si è evoluta gradualmente fino ai il meglio di sé alle cause prime che sono nei mondi spiritua-
giorni nostri. li — indipendentemente da ogni attività nel mondo esterno
Miei cari amici, sapete certamente che in nessun luogo e da ogni ruolo che l’uomo può avere sul piano fisico.
della Terra quanto in India si è mantenuto fino all’era mo- Riscontriamo questa dedizione devota dell’anima alle
derna ciò che era caratteristico per quei tempi remoti. Non cause prime dell’esistenza come sommo dovere negli ap-
c’è altra regione per cui questo valga di più che per la vita partenenti alla casta più elevata della società indiana, nei
nella civiltà indiana e in alcune altre civiltà asiatiche. I sen- brahmani.
timenti, i pensieri e i punti di vista che troviamo in questi Tutte le loro azioni, tutti i loro intenti sono improntati
insediamenti già in età antichissima si sono conservati fino a questa devozione. E non c’è niente che tocchi l’animo e
ai nostri tempi. la sensibilità di quegli uomini più profondamente di questa
La cosa che ci colpisce è che in quelle civiltà sia rimasto dedizione al divino dimentica di ogni fisicità, in un’intensa
un riflesso di tempi remotissimi, che quando osserviamo e profonda introspezione e abnegazione di sè.
quello che si è conservato fino ai nostri giorni è come se E come la vita morale di questi uomini fosse pervasa da
potessimo gettare uno sguardo in epoche antiche. quanto ho appena descritto lo potete desumere dal fatto
Ma occupandoci di certe zone specifiche non ci gio- che per chi in tempi antichi apparteneva ad altre caste era
va applicare il nostro criterio morale. Per questo voglia- del tutto ovvio che la casta della devozione, della vita reli-
mo oggi metter da parte quel che ci verrebbe di dire sulle giosa e rituale, fosse ritenuta eletta e degna di venerazione.
questioni morali di quei tempi e chiederci invece che cosa Quindi la vita intera era pervasa dagli impulsi della devozio-
si è sviluppato dai tratti particolari dell’antica e veneranda ne al divino, allo spirituale che vi ho appena descritto.
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Con i principi morali generali fondati da una qualsiasi incontro al cristianesimo come tesoro morale, come eredità
filosofia non è possibile capire ciò di cui stiamo trattan- morale, dai popoli i cui discendenti costituiscono l’attuale
do, perché in tempi in cui si sono sviluppati nell’antica In- popolazione dell’Europa settentrionale, centrale e dell’In-
dia questi impulsi erano inimmaginabili presso altri popoli. ghilterra.
Essi infatti avevano proprio bisogno del temperamento, del Ci basta nominare una sola delle virtù principali per sa-
carattere particolare di quel popolo per potersi sviluppa- pere immediatamente che ci stiamo riferendo a qualcosa
re con quell’intensità. Poi, con lo svolgersi della cultura, si di tipico di questa popolazione nordica centroeuropea. Ci
sono da lì diffusi in tutto il resto della Terra. basta pronunciare le parole ardimento, valorosità, coraggio, l’en-
Se vogliamo capire cosa si intende per divino-spirituale, trare in campo con tutta la forza personale, per realizzare
dobbiamo risalire a questa fonte originaria. nel mondo fisico tutto ciò che l’uomo può volere a partire
Ed ora distogliamo lo sguardo da questa civiltà per rivol- dai suoi impulsi più intimi.
gerlo ad un’altra. Prendiamo in considerazione il territorio E con ciò abbiamo nominato la virtù principale che gli
europeo e dirigiamo lo sguardo verso le popolazioni euro- europei hanno portato incontro al cristianesimo. E le altre
pee dei tempi in cui il cristianesimo non era ancora pene- virtù derivano in definitiva da questa — lo notiamo quan-
trato nella cultura europea ma si accingeva ad entrarvi. to più risaliamo alle epoche antiche.
Voi tutti sapete che la civiltà europea ha per così dire Se prendiamo in esame la prodezza, il sincero ardimento
contrapposto impulsi ben precisi, valori e forze interiori di in base alle sue caratteristiche fondamentali, vediamo che
un certo tipo, al cristianesimo che da est e da sud si inol- consiste in una esuberanza di vita interiore in grado di ri-
trava nel continente. Chi studia la storia dell’ingresso del versarsi al di fuori. È questa la caratteristica che più ci salta
cristianesimo in Europa, nell’Europa centrale e anche qui all’occhio nei popoli europei.
al nord, e soprattutto chi la studia con strumenti spirituali, Un uomo che appartiene all’antica popolazione euro-
sa quanto è costato nelle varie zone controbilanciare con pea ha dentro di sé più di quanto gli occorra, distribuisce
certi impulsi cristiani ciò che l’Europa centrale e settentrio- attorno a sé questa eccedenza perché sente il bisogno di
nale portava incontro al cristianesimo. farlo. Segue del tutto istintivamente l’impulso di dare ciò
E adesso, come abbiamo già fatto con la civiltà indiana, di cui dispone in sovrabbondanza. Si potrebbe dire che
chiediamoci quali erano gli impulsi etici più elevati portati l’antico nord europeo in nulla fosse tanto prodigo come
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nell’elargire la propria esuberanza morale, la propria bra- tamente valida per tutto ciò che l’uomo considera prezio-
vura e destrezza, nel riversare le proprie energie morali sul so per la vita in fatto di bravura individuale, di impegno
piano fisico. personale.
Era veramente come se ogni singolo uomo dei primordi Per l’organizzazione del mondo ciò vale circa i valori
europei avesse ricevuto in dote una quantità di forze supe- morali dell’antica popolazione europea. Ognuno aveva per
riore al suo fabbisogno personale. Un’abbondanza di ener- così dire ricevuto la sua propria eredità divina, se ne sentiva
gia che l’uomo ha potuto irradiare e distribuire a profusio- stracolmo e la dispensava attorno a sé, ponendosi al servi-
ne, che ha potuto utilizzare nelle sue imprese guerresche, zio della propria stirpe, della famiglia, e anche di legami et-
per esempio, di quell’antichissima virtù, la cosiddetta “ma- nici più vasti. Così si agiva, si amministrava e si lavorava.
gnanimità”, che l’era moderna ha relegato fra i difetti. Ora abbiamo definito due aree di insediamento umano
ben diverse fra loro, poiché la popolazione europea era del
▪ Agire con generosità è tipico della popolazione europea
tutto priva del senso di devozione caratteristico degli antichi
degli inizi, così come
Indiani. Proprio per questo, per il fatto che le premesse era-
▪ vivere con devozione è caratteristico dell’antica popolazione
no completamente diverse, il cristianesimo ha fatto tanta fa-
indiana.
tica a trasmettere il senso di devozione ai popoli europei.
I principi morali teorici non sarebbero stati di alcun Dopo aver preso in esame queste cose, interroghiamo-
aiuto alla popolazione europea dei primordi, dal momen- ci sul risvolto morale — indipendentemente da ogni tipo
to che non sarebbe stata in grado di comprenderli. Fare di concettualità morale. Non occorre riflettere a lungo per
prediche morali a un europeo di quei tempi sarebbe stato rendersi conto che, laddove questi due orientamenti di vita
come consigliare a uno che non ama fare i conti di fissare e di sentimento si sono sviluppati nella loro forma più pura,
con la massima precisione le entrate e le uscite. Se non gli l’effetto morale è stato quanto mai poderoso:
piace farlo, basta semplicemente il fatto di non averne bi-
▪ il mondo ha ricevuto qualcosa di infinito grazie all’esi-
sogno, cioè di possedere abbastanza denaro da spendere.
stenza di una civiltà come quella indiana, con tutto il
Se ha una fonte inesauribile può evitare di tenere una con-
suo sentimento di devozione, col suo tendere verso le
tabilità meticolosa.
sfere più alte;
È una cosa tutt’altro che irrilevante, in teoria è assolu-
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cominciato col citarvi ad esempio due realtà note, pregan-
▪ e il mondo ha ricevuto qualcosa di infinito anche gra-
dovi di tener conto unicamente che
zie alla valorosità, alla prodezza degli europei dell’epoca
precristiana, affermazione che potremmo documentare ▪ la realtà della devozione e
nei particolari. ▪ la realtà della prodezza
Entrambi gli elementi hanno dovuto agire, insieme han- hanno effetti morali sull’evoluzione culturale dell’uma-
no prodotto l’effetto morale che ancor oggi continua ad nità.
operare. L’apporto dell’uno e dell’altro è tornato utile non
solo a una parte dell’umanità, bensì all’intero genere uma- Ed ora rivolgiamo lo sguardo ad altri tempi ancora. Se
no. In tutto ciò che l’uomo considera il sommo bene vive prendete in considerazione la nostra vita presente con i suoi
e opera: impulsi morali, vi direte naturalmente che al giorno d’oggi
non è possibile — perlomeno in Europa — aderire al più
▪ sia l’apporto dell’induismo
puro ideale dell’induismo, dato che non si può instaurare la
▪ sia quello proveniente dall’antico germanesimo.
cultura europea con la devozione indiana. Ma sarebbe altret-
Possiamo allora affermare senza esitazione che sia un tanto impossibile raggiungere la nostra cultura odierna con
bene ciò che produce questo effetto morale per l’umanità? l’antico e lodevole ardimento della popolazione europea.
Indubbiamente lo possiamo dire. In entrambe le correnti Vediamo chiaramente che nel profondo del sentimento
culturali deve esserci un bene, qualcosa che possiamo de- morale della popolazione europea c’è ancora qualcos’altro.
finire tale. Dobbiamo cercare qualcos’altro per poter rispondere alla
Ma se dovessimo chiederci che cos’è il bene come tale, domanda: che cos’è il bene? Cos’è la virtù?
ci troveremmo di fronte a un enigma: cos’è il bene che ha Ho fatto spesso notare che dobbiamo distinguere fra
agito nell’uno e nell’altro caso? l’epoca greco-latina, il quarto periodo culturale, e quella in
Non ho intenzione di far prediche morali, poiché non cui viviamo attualmente, che consideriamo il quinto perio-
ritengo questo il mio compito. Credo che il mio compito do culturale.
sia piuttosto quello di presentarvi i fatti che conducono ad Di fatto quanto ho da dirvi a proposito della natura mo-
una morale scientifico-spirituale, ed è per questo che ho rale deve contraddistinguere la nascita del quinto periodo
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culturale dei tempi dopo il diluvio universale.
della malattia stare fra la gente, vive appartato in una
Cominciamo con una cosa che in un primo tempo po-
cascina gestita da un vecchio servitore devoto, che
treste ritenere contestabile, dal momento che viene pre-
con la figlia lo accudisce fedelmente. Un giorno la fa-
sa dal mondo della letteratura, delle leggende. Ma si tratta
miglia del contadino, figlia compresa, viene a sapere
di qualcosa che caratterizza il modo in cui impulsi morali
che c’è una cosa sola che può salvare il cavaliere dal
nuovi hanno cominciato ad agire, penetrando negli uomi-
suo destino. Nessun medico e nessuna medicina lo
ni man mano che prendeva piede l’evoluzione del nostro
possono aiutare: egli potrà guarire solo se una ver-
quinto periodo.
gine pura offrirà la propria vita per amor suo. No-
C’è un poeta vissuto tra la fine del XII e l’inizio del XIII
nostante tutti gli ammonimenti dei genitori e dello
secolo: Hartmann von Aue, morto nel 1213. Questo poeta
stesso cavaliere Enrico, nella figlia nasce la certezza
ha creato la sua opera più importante, Il povero Enrico, par-
di essere la persona chiamata a sacrificarsi. Enrico
tendo dal modo di pensare e di agire del suo tempo, vale a
si reca allora a Salerno, dove ha sede la più famosa
dire dalla concezione che allora viveva in tutto il popolo.
scuola di medicina di quei tempi, e la giovane non in-
Questo poema esprime in maniera sublime il pensiero
dietreggia davanti alle richieste dei medici: è disposta
che a quei tempi regnava in certe zone e cerchie riguardo
a sacrificare la vita. Il cavaliere però non le permette
agli impulsi morali. Il contenuto dell’opera è il seguente:
di arrivare a tanto, impedisce il suo sacrificio e torna
C’era una volta il povero Enrico, ricco cavaliere che a casa con lei. Ma il poema ci racconta che, una vol-
in origine non era affatto “povero”, ma era noncu- ta giunto a casa, il cavaliere cominciò a poco a poco
rante del fatto che le cose del mondo materiale sono a guarire e visse a lungo felice fino alla fine dei suoi
periture, effimere. Viveva alla giornata, procurandosi giorni con colei che aveva voluto salvarlo.
con gran rapidità un karma negativo. Viene poi col-
Certo, potreste dire: si tratta di una invenzione poetica
pito da una specie di lebbra, si rivolge ai più insigni
e non dobbiamo credere letteralmente ai fatti che ci rac-
medici del mondo allora conosciuto senza che nes-
conta.
suno sia in grado di aiutarlo. Si considera spacciato e
Ma le cose cambiano se confrontiamo ciò che il poe-
mette in vendita i propri beni. Non potendo a causa
ta medievale Hartmann von Aue ha scritto nel suo Il pove-
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ro Enrico con un fatto realmente accaduto che ben cono- lazioni in forma di visione, una specie di consapevolezza
sciamo: con la vita di un uomo a voi ben noto e con le sue che sarebbe nato un grande personaggio. Dal gran numero
azioni. Intendo dire se paragoniamo ciò che Hartmann von di persone che hanno sognato, o meglio che hanno avuto
Aue ha voluto descrivere alla vita di Francesco d’Assisi, nato la visione profetica del fatto che sarebbe nato un grande
in Italia nel 1182. personaggio, la storia ha segnalato in particolare Sant’Ilde-
Ora, per descrivere quanto di morale personale si con- garda. Ancora una volta sottolineo la verità dei fatti emersi
centra nella particolare personalità di Francesco d’Assisi, dalle ricerche nella cronaca dell’invisibile, che sono da con-
lasciamo sfilare davanti all’anima le cose così come si pre- siderare autentici.
sentano all’indagatore scientifico-spirituale, anche a rischio
A Santa Ildegarda apparve in sogno una donna dal
di passare per folli o superstiziosi. Prendiamo le cose sul
volto graffiato e grondante di sangue che le disse:
serio, proprio come lo sono state realmente in quel perio-
“Gli uccelli hanno i loro nidi qui sulla Terra, le volpi
do di transizione.
hanno le loro tane, ma io di questi tempi non ho nul-
Sappiamo che Francesco d’Assisi era figlio del mercante
la, neppure una pietra su cui potermi riposare.”
italiano Bernardone, che girava in lungo e in largo la Fran-
cia per affari, e di sua moglie Pica. Sappiamo anche che il Quando si svegliò da quel sogno Ildegarda seppe che
padre di Francesco teneva molto alla reputazione esteriore, quel personaggio rappresentava la vera forma del cristia-
e che la madre era una donna di pie virtù e preziose qualità nesimo.
del cuore, una donna che viveva secondo il proprio senti- Molte altre persone fecero quel tipo di sogno e capiro-
mento religioso. no che la struttura e l’istituzione esteriore della Chiesa non
Gli elementi che sotto forma di leggende aleggiano in- potevano essere un involucro adatto per accogliere il vero
torno alla nascita di Francesco e alla sua vita corrispondo- cristianesimo. Di questo si resero conto.
no in tutto e per tutto a realtà spirituali. Le immagini delle Una volta, mentre il padre di Francesco d’Assisi si trova-
leggende usate dalla storia per avvolgere le realtà spirituali va in Francia per affari, un pellegrino — si tratta anche qui
sono aderenti alla realtà stessa. di un fatto reale — fece una sosta a casa di Pica, la madre
È quindi assolutamente vero che prima della nascita di del santo, e le disse esplicitamente: “Non devi partorire il
Francesco d’Assisi un gran numero di persone ebbe rive- bambino che aspetti in questa casa in cui c’è tanta abbon-
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danza. Devi darlo alla luce nella stalla, dovrà giacere sulla Ci basti ora sottolineare solo qualche aspetto della vita
paglia per seguire le orme del suo Maestro.” di quest’uomo straordinario, soprattutto la sua giovinez-
La madre di Francesco ha veramente ricevuto questa za. Che di tipo di persona vediamo in Francesco d’Assisi
esortazione ed è anche vero che, essendo il marito in viag- adolescente?
gio d’affari in Francia, ha potuto far sì che Francesco ve- Ci si presenta come un discendente degli antichi cava-
nisse al mondo davvero sulla paglia in una stalla. lieri germanici, cosa che per via delle numerose mesco-
E anche questo è vero: poco dopo la nascita del bambi- lanze di popoli a seguito delle migrazioni dal nord non ci
no, in quella cittadina di pochi abitanti apparve uno strano deve stupire più di tanto. Valoroso, ardimentoso, mosso
personaggio, un uomo che non s’era mai visto in paese pri- dall’ideale di conquistarsi fama e onore in battaglia. Era
ma di allora e che non fu mai più rivisto in seguito. Costui questa la caratteristica nella personalità di Francesco d’As-
percorse ripetutamente le strade dicendo: “In questa città sisi come elemento ereditario, come caratteristica per così
è nato un uomo importante.” dire di razza.
In quel periodo la gente, ancora in grado di condurre Si potrebbe dire che in lui si manifestano in modo più
una vita all’insegna delle visioni, aveva anche sentito suona- esteriore quelle qualità presenti in modo più interiore, più
re le campane mentre veniva al mondo Francesco. intimo nell’animo ardimentoso negli antichi popoli germa-
Potrei citarvi ancora tutta una serie di fenomeni, ma per nici, dal momento che durante la sua gioventù Francesco
il momento ci bastano questi per indicare il modo signifi- non era nient’altro che quel che si chiama un prodigo, uno
cativo in cui tutto ciò che proviene dal mondo spirituale si scialacquatore. Aveva le mani bucate riguardo alle ricchez-
concentrava allora nell’apparizione di una singola persona. ze del padre, a quel tempo agiato mercante. Ovunque si
Tutto questo diventa particolarmente interessante per noi recasse, dilapidava abbondantemente i beni, i frutti del la-
nel momento in cui osserviamo un’altra cosa ancora. voro del padre. Distribuiva a piene mani a tutti i suoi amici
Secondo la madre il bambino avrebbe dovuto chiamarsi e compagni di gioco.
“Giovanni”, e così venne chiamato. Solo al ritorno del pa- Non c’è allora da stupirsi se i suoi compagni lo sceglie-
dre dalla Francia, dove aveva concluso buoni affari, questi vano sempre come capo quando giocavano a darsi batta-
gli impose il nome “Francesco” (francese), ma in origine il glia, e se lui poi è cresciuto in modo da sembrare in tutto e
piccolo si chiamava Giovanni. per tutto un ragazzo bellicoso, al punto da essere famoso
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per quello in tutta la città. Fra i ragazzi di Assisi e quelli di
“Non è nel servizio esteriore che devi essere un ca-
Perugia nascevano contese di ogni genere, alle quali anche
valiere. Sei destinato a trasformare tutte le forze di
lui prendeva parte. Gli capitò pure di venir catturato e te-
cui disponi in forze dell’anima, in armi da usare per
nuto prigioniero insieme ai suoi amici.
il cammino dell’anima. Tutte le armi che ti sono ap-
Non solo sopportò la prigionia come un cavaliere, ma
parse nel palazzo rappresentano le armi dell’anima e
incoraggiava i suoi compagni ad affrontare la situazione
dello spirito, le armi della misericordia, della compas-
con altrettanta dignità finché, dopo un anno, poterono far
sione e dell’amore. Tutti gli scudi simboleggiano la
ritorno a casa. E quando fu necessario intraprendere una
ragione che devi usare per mantenerti saldo di fronte
spedizione bellica contro Napoli al servizio della cavalleria,
alle tribolazioni di una vita trascorsa all’insegna della
quel giovane ebbe in sogno una visione:
misericordia, della compassione e dell’amore.”
Vide un grande palazzo pieno di scudi e armi, una
Questo episodio fu seguito da una breve ma pericolosa
sorta di edificio che conteneva ovunque ogni gene-
malattia, dalla quale comunque guarì. Dopo di che speri-
re di armi.
mentò per parecchi giorni una specie di visione retrospet-
Fece questo sogno, lui che nella casa di suo padre ave- tiva della vita che aveva condotto fino ad allora.
va visto solo stoffe di ogni tipo. E si disse: “Questa è una Il cavaliere che nei suoi sogni più arditi aveva desidera-
esortazione a diventare un guerriero.” Dopo di che decise to diventare un eroe di guerra era stato in un certo senso
di unirsi alla spedizione contro Napoli. riplasmato e temprato in un uomo dedito alla ricerca asso-
Già per strada e ancor più una volta raggiunto l’eserci- luta di tutti gli impulsi della misericordia, della compassio-
to, ebbe impressioni di tipo spirituale. Sentiva una specie ne e dell’amore. Tutte le forze che voleva mettere al servi-
di voce che gli diceva: “Non proseguire! Hai interpretato zio del mondo fisico si erano trasformate in energie morali
in maniera sbagliata l’immagine vista in sogno. Torna ad della vita interiore.
Assisi e saprai come decifrare la visione.” Vediamo allora come in una singola persona sorge un
Francesco diede ascolto a quelle parole, ritornò ad As- impulso morale. Il fatto che stiamo prendendo in esame
sisi, ed ebbe una specie di dialogo interiore con un Essere che un grande impulso morale non è irrilevante: infatti, anche
gli parlò spiritualmente dicendogli: se il singolo non sempre riesce ad innalzarsi fino alle vette
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più alte della moralità, noi possiamo imparare da colui nel punto tale che nelle meditazioni si sono espressi in una
quale si esprime radicalmente e lo vediamo agire al massi- rappresentazione particolare e gli sono apparsi sotto for-
mo della sua forza. ma della croce con il Cristo crocifisso.
Proprio nel momento in cui dirigiamo l’attenzione sui In quelle situazioni sentiva un rapporto intimo e perso-
fenomeni estremi e osserviamo le cose piccole alla luce di nale con la croce e con il Cristo, e da lì gli provenivano le
quelle grandiose, possiamo avere una giusta visione delle forze con cui aumentava all’infinito le energie morali che
leve morali della vita. lo attraversavano.
Ma cosa è successo a Francesco d’Assisi? Non occorre Escogitò un modo singolare di far buon uso di ciò che
descrivere gli scontri che ha avuto con suo padre quando è si stava sviluppando dentro di lui. A quei tempi su molti
passato a tutt’altro tipo di “prodigalità”. Il padre poteva an- paesi europei si erano abbattuti gli orrori della lebbra.
cora comprendere l’atteggiamento scialacquatore del figlio La Chiesa aveva ideato uno strano tipo di “terapia” per
finché questo aveva procurato fama e lustro alla sua casa. i lebbrosi, all’epoca così numerosi. Il sacerdote li convo-
Non capiva invece come mai, dopo la trasformazione cava a sé e diceva loro: “In questa vita sei afflitto da que-
subita, il figlio si fosse privato dei suoi migliori vestiti, trat- sta malattia, ma proprio il fatto che tu sei perso per la vita
tenendo solo il minimo indispensabile, per regalarli ai biso- terrena sei guadagnato per Dio, sei consacrato a Lui.” Poi
gnosi. Non riusciva a rendersi conto perché mai suo figlio però il malato veniva relegato in luoghi lontani dagli uo-
fosse stato preso da un impulso che lo portava a dirsi: “È mini, costretto a concludere la propria esistenza solo e ab-
pazzesco quanto poco stimati siano coloro grazie ai quali bandonato.
i valori cristiani hanno ottenuto risultati così grandi in Oc- Non voglio biasimare questa “cura”, a quei tempi non
cidente.” Dopo di che si recò in pellegrinaggio a Roma e se ne conosceva una migliore. Ma Francesco d’Assisi ne co-
depose un’ingente somma di denaro sulle tombe degli apo- nosceva un’altra, e per questo motivo ne parliamo, perché
stoli Pietro e Paolo. Suo padre queste cose non le capiva. seguendo l’esperienza diretta ci condurrà alle reali sorgenti
Non ho bisogno di descrivervi gli scontri che ci sono della moralità. Nei prossimi giorni sarà sempre più chiaro
stati, mi basta accennare che in Francesco si sono concen- come mai ci occupiamo di questi argomenti.
trati tutti quegli impulsi morali che hanno trasformato il Le cose descritte hanno spinto Francesco a cercare
vecchio coraggio in qualità dell’anima. Si sono evoluti al ovunque i lebbrosi, a non provare nessun timore nell’en-
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trare in contatto con loro. E di fatto quello che non pote- quello che aveva dentro di sé si trasmetteva a tutte le per-
va essere guarito dai rimedi allora noti e che rendeva ne- sone a cui elargiva il suo amore.
cessario allontanare le persone dalla comunità, in moltis- Non c’è dubbio che ci troviamo di fronte a una realtà
simi casi venne guarito da Francesco, poiché si accostava simile a quella dell’aria che respiriamo e senza la quale non
a quelle persone con la forza dei suoi impulsi morali, che potremmo vivere!
non gli facevano aver paura di niente, ma gli infondevano Era una realtà di questo tipo quella che pervadeva tutte
invece il coraggio non solo di asciugare con cura le piaghe le membra di Francesco d’Assisi e da lì fluiva in tutti i cuo-
che affliggevano quei malati, ma anche di vivere insieme a ri a cui lui si dedicava, poiché il santo distribuiva con ge-
loro, curarli intensamente, e addirittura baciarli, infonden- nerosità e in abbondanza le forze che emanavano dalla sua
do loro tutto il suo amore. persona. E questo è qualcosa che è confluito in tutta la vita
La guarigione del povero Enrico grazie alla figlia del ser- matura dell’Europa, si è trasformato in patrimonio dell’ani-
vo fedele non è una pura finzione, ma esprime quanto acca- ma e ha in un certo senso agito nel mondo esterno.
deva a quei tempi in numerosi casi per opera di Francesco Proviamo a riflettere su questi fatti che in un primo mo-
d’Assisi, che è un personaggio storico ben reale. mento sembrano non avere nulla a che vedere con le attuali
Cerchiamo di capir bene che cosa è successo: è accaduto questioni morali.
che in un uomo come Francesco d’Assisi ci fosse un’enor- Cerchiamo di capire cosa c’è
me dovizia di vita psichica, ciò che nell’antica popolazione
▪ nella devozione indiana e
europea abbiamo trovato sotto forma di prodezza e forza
▪ nella prodezza nordica.
d’animo, qualità che si sono trasformate in qualcosa di ani-
mico-spirituale e che poi hanno agito in quell’ambito. Proviamo a considerare l’effetto risanante delle forze
Come nei tempi antichi la magnanimità e l’ardimento morali prodigate da Francesco d’Assisi, e così domani po-
avevano portato allo sperpero di energie personali, che si tremo parlare di quelli che sono i reali impulsi morali. Ve-
erano ancora manifestati nella prodigalità giovanile di Fran- dremo allora che non sono solo parole, ma realtà che ope-
cesco d’Assisi, così ora facevano di lui un uomo prodigo rano nell’anima e danno un fondamento alla morale.
delle proprie forze morali.
Francesco traboccava di forza morale da tutti i pori, e
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