Bell'Italia (Monografici) #127 - 2015 06 - Sicilia, Itinerari Insoliti
Bell'Italia (Monografici) #127 - 2015 06 - Sicilia, Itinerari Insoliti
Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, LO/MI - Milano - NUMERO 127 GIUGNO 2015 - ALLEGATO AL N. 350 DI BELL’ITALIA
IL FASCINO DELLE
ANTICHE TONNARE
L’ISOLA DI USTICA
DA VIVERE IN E-BIKE
L’ETNA FIORITO
SUI SENTIERI
DI PANAREA
I LAGHI DELL’ENNESE
PALERMO A PIEDI
IN VIA MAQUEDA
CHIUSA AL TRAFFICO
DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
[email protected]
RESPONSABILE UFFICIO CENTRALE
Elisabetta Planca (Caporedattore)
UFFICIO CENTRALE
Michela Colombo (Caporedattore)
Rossella Giarratana (Caporedattore)
Pietro Cozzi, Giovanni Mariotti, Barbara Roveda
REDAZIONE
Filippo Cerrina Feroni (Inviato), Anna La Stella,
Lara Leovino, Elena Magni, Carlo Migliavacca,
Sandra Minute, Vannina Patanè, Raffaella Piovan
PHOTO EDITOR
Milena Mentasti, Susanna Scafuri
ART DIRECTOR
Luciano Bobba, Corrado Giavara, Simona Restelli
IMPAGINAZIONE
Franca Bombaci, Francesca Cappellato,
Isabella di Lernia, Claudia Pavesi (caposervizio)
SEGRETERIA E RICERCA ICONOGRAFICA
Mara Carniti, Paola Paterlini
PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
Silvia Garofoli
SPECIALE A CURA DI: Michela Colombo L’isolotto di Dattilo a Panarea
HANNO COLLABORATO A QUESTO SPECIALE
PHOTO EDITOR: Susanna Scafuri
RICERCA ICONOGRAFICA: Paola Paterlini
TESTI: Maria Cristina Castellucci, Isabella Colombo,
Pia Meda, Gabriele Miccichè
FOTO: Fabio Gambina, Alfio Garozzo, Paolo Giocoso,
Salvatore Orlando /Photo FVG
L’isola verde, l’isola buona
REDAZIONE TESTI: IceiGeo
CARTINA: Davide Bassoli
L’inizio dell’estate è il momento migliore per scoprire una Sicilia diversa, a caccia
FOTOGRAFIE: scheda Etna: Giuseppe Famoso/Cuboimages di fioriture che disegnano arabeschi multicolori sulla terra nera, di origine lavica,
(p.30). Tutti frutti: Alfio Garozzo (pgg. 64-65, 67, 68-69,
71), Laila Pozzo (pgg.66 e 71), Federico Mileto/Reda & delle pendici dell’Etna. Oppure lungo i sentieri che ogni primavera vengono riaperti
Co (pgg.67 e p.70), Paroli Galperti, Foodocollectiom/ nell’isola di Panarea, la perla dell’arcipelago delle Eolie nota per le frequentazioni
Cuboimages (p.70).
mondane, grazie all’aiuto dei volontari del FAI. O, ancora, inoltrandosi verso il cuore
STAMPA: Elcograf, via Nazionale 14, verde dell’isola, nella provincia di Enna, la meno battuta dai turisti, alla conquista dei
Beverate di Brivio (Lecco).
Pubblicazione periodica registrata presso sette laghi, tra monti e pascoli verdeggianti.
il Tribunale di Milano il 17/04/2002, n. 236 Vale la visita quel che resta delle tonnare, un tempo note per il rito cruento della
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI mattanza, oggi esempi magnifici di archeologia industriale, sempre in bellissima
divisione di posizione lungo la costa del Trapanese: delle vere e proprie cattedrali sull’acqua.
Ustica, a un paio d’ore di navigazione da Palermo, nota per i fondali profondi, rivela
la sua anima mediterranea a chi si inoltra, a piedi o con le bici elettriche, nell’interno.
E poi c’è Palermo, dove il passeggio è ancora più gradevole da quando la
PRESIDENTE
Urbano Cairo centralissima via Maqueda è stata chiusa al traffico delle auto.
DIRETTORE GENERALE Per completare il viaggio, ecco un itinerario alla scoperta dell’isola-frutteto: limone
Giuseppe Ferrauto
femminello, pistacchi, carrube, mandorle e fragoline sono delizie da gustare appena
CONSIGLIERI
Andrea Biavardi, Alberto Braggio, Giuseppe Cairo, colte oppure trasformate dal meraviglioso estro della pasticceria siciliana.
Ugo Carenini, Giuliano Cesari, Giuseppe Ferrauto,
Uberto Fornara, Marco Pompignoli, Mauro Sala
CAIRO EDITORE S.P.A
DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE:
corso Magenta 55, 20123 Milano,
tel. 02 433131, fax 02 43313927,
www.cairoeditore.it Itinerari insoliti
(e-mail: [email protected])
Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, LO/MI - Milano - NUMERO 127 giugno 2015 - ALLEGATO AL N. 350 DI BELL’ITALIA
L’ETNA FIORITO
In copertina: i faraglioni di Scopello
(Trapani), di fronte al complesso
SUI SENTIERI
DI PANAREA
I LAGHI DELL’ENNESE
PALERMO A PIEDI monumentale della tonnara.
Centro Direzionale Tucidide IN VIA MAQUEDA
14 Palermo
Il salotto pedonale di via Maqueda
24 Etna (Catania)
Il vulcano in fiore
32 Trapani Le tonnare
40
Cattedrali sull’acqua
48 Panarea (Messina)
Sui sentieri del paradiso
56 Enna
Il giro dei sette laghi
64 Tutti frutti
Sapori e profumi dell’isola-frutteto
72 Cartina
4
USTICA (Palermo)
4 Bell’Italia
L’abitato di Ustica,
sulla costa est dell’isola,
si raccoglie intorno
a cala Santa Maria,
piccolo porto naturale.
È sorvegliato dalla torre
omonima, che oggi
ospita una sezione del
Museo Archeologico.
Bell’Italia 5
6 Bell’Italia
In questa foto: la
caratteristica via Tre
Mulini, nei pressi
del porto. Nella pagina
precedente: uno dei
murales che decorano
i vicoli del centro.
Sono stati realizzati
da artisti e studenti
d’arte in occasione
della rassegna Biennale
dei Murales, che si tiene
a estati alterne.
Bell’Italia 7
8 Bell’Italia
In questa foto: la costa
settentrionale, cui si
arriva per la strada di
Tramontana. A destra,
in alto: la bici elettrica
è il mezzo migliore per
muoversi su Ustica,
che è percorsa da una
strada principale ad
anello e da diversi
sentieri; in basso: la
rigogliosa vegetazione
mediterranea dell’isola.
Bell’Italia 9
P
oco distante, tutto sommato, grotta delle Barche, a punta San Paolo,
dalla costa di Palermo, Ustica a punta Galera e alla grotta Verde.
è però tutt’un altro mondo. Il paese è presto visitato: dal porto una
Un paio d’ore di navigazione strada orlata di ibischi si incurva su per
portano in un’isola piccola, la costa e raggiunge il corso, cuore della
dall’atmosfera tranquilla e rasserenante, “vita mondana” dell’isola con bar, negozi
avvolta nel silenzio delle sue lave antiche e la piccola chiesa di San Ferdinando a
sotto un cielo immenso. chiudere la prospettiva. Da qui si dipar-
Solitario avamposto tirrenico, l’iso- tono strade e stradine, punteggiate di
la era frequentata fin dalla notte dei vasi fioriti e panni stesi. Le case di Ustica
tempi, come testimoniano i rinveni- sono piccole e semplici, dai colori pastel-
menti archeologici di epoca preistorica lo, alcune ornate di murales realizzati da
ma anche ellenistica e romana. Solo nel studenti d’arte ma anche da pittori affer-
’700, però, vi sorse una colonia stan- mati come Salvatore Fiume. Nella parte
ziale. Ogni insediamento, infatti, era più alta e più antica ci sono ancora le case
scoraggiato dalle frequenti incursioni bar- di pietra lavica e pure le strade qui sono
baresche. Chiunque s’azzardava a met- lastricate di basole nere, creando un in-
tere piede sull’isola veniva sistematica- sieme suggestivo.
mente depredato, e solo nel 1763, quan-
do furono completate le torri fortificate IN GIRO PER L’ISOLA
di Santa Maria e dello Spalmatore, ai due CON L’E-BIKE
capi opposti dell’isola, Ustica si poté popo- Per muoversi facilmente, in paese come
lare di pescatori provenienti dalle Eolie. nel resto dell’isola, la soluzione migliore
Ecco perché, a memoria della continua è quella delle bici elettriche, di cui Usti-
osservazione dell’orizzonte cui gli usticesi ca si è recentemente attrezzata. Le due
erano costretti, il punto più alto dell’isola ruote sono disponibili grazie al servizio
si chiama monte Guardia dei Turchi. di bike sharing che consente di prende-
re e lasciare la bicicletta a piacimento in
PASSEGGIATE NELLA NATURA una delle quattro “stazioni” presenti. Pur
E TRA I MURALES non essendoci sentieri esclusivamente
Oggi la vetta è meta delle passeggiate di ciclabili ci si può muovere in tranquillità
chi vuole godere di ampi panorami, così per via del traffico ridotto. Inoltre, a par-
come la torre di Santa Maria, in posizio- te un unico tratto della strada ad anello
ne suggestiva al limitare dell’abitato, e che compie il giro dell’isola, le pendenze
la rocca della Falconiera, sede di un in- non sono eccessive e la bicicletta offre
sediamento preistorico e fortificata dai la possibilità di ammirare al meglio la
Borboni, dalla parte opposta della torre e bellezza selvaggia di Ustica.
in splendida posizione per contemplare Punti panoramici si trovano lungo tutta
l’abitato di Ustica, il porto e l’orizzonte. la costa, aspra e rocciosa, spesso a stra-
Un’altra bella passeggiata è quella che piombo sul mare. Offre viste spettaco-
dal limite meridionale del paese, lungo lari la piccola cappella campestre di San
il sentiero di Mezzogiorno, ben traccia- Bartolomeo (o Bartolicchio, come viene
to e circondato da una lussureggiante affettuosamente chiamato il santo pro-
macchia mediterranea, conduce alla tettore, “importato” dalle Eolie),
12 Bell’Italia
PALERMO
IL SALOTTO
PEDONALE
A passeggio dal Teatro Massimo a Casa Professa lungo via Maqueda,
che ha cambiato volto con la chiusura al traffico: per rivivere
la storia di Palermo tra scenografici palazzi, musei e gioielli barocchi
TESTI Maria Cristina Castellucci ì FOTOGRAFIE Fabio Gambina
Piazza Pretoria,
tappa imperdibile
del percorso, con al
centro la grandiosa
fontana omonima.
Realizzata a Firenze
attorno al 1550, fu
acquistata dal Senato
di Palermo circa
vent’anni dopo.
Bell’Italia 15
D
a principio l’isola pedonale di via Maqueda non la voleva
nessuno. Non i commercianti, temendo che le difficoltà di
accesso potessero danneggiare gli affari. Non gli automobi-
listi, che perdevano un’importante strada di collegamento,
né i residenti, che già si vedevano costretti a lunghi tragitti
a piedi per rientrare a casa. Dopo un anno, però, tutti o quasi hanno
cambiato idea. I commercianti hanno infatti visto crescere il volu-
me di affari e sulla via aprono nuovi negozi e caffetterie, mentre gli
automobilisti e i residenti, per amore o per forza, si sono abituati
alla novità. I più felici sono comunque i turisti: la pedonalizzazio-
ne dell’antica strada, al momento tutti i giorni dalle 10 alle 20,
rende possibile passeggiare in tranquillità e godere di una delle
più belle aree della città. Lungo tutta la via, e nelle strade e piazze
vicine, è un concentrato di chiese e palazzi: d’altronde la strada
venne realizzata proprio per dare alle famiglie aristocratiche e agli
ordini religiosi una zona prestigiosa per le loro residenze.
A sinistra: da via
Maqueda una
breve deviazione
conduce alla chiesa di
Sant’Agostino, eretta
in epoca angioina.
Sopra: la sala
Pompeiana è uno
dei fiori all’occhiello
del Teatro Massimo,
punto di partenza
dell’itinerario. Accoglie
anche eventi e mostre.
Nella pagina seguente:
su piazza Bellini
prospettano le chiese
della Martorana
e di San Cataldo, con
le sue cupole rosse;
i due edifici fondono
elementi normanni,
arabi e bizantini.
16 Bell’Italia
Bell’Italia 17
18 Bell’Italia
A destra: via Maqueda,
pedonalizzata nel
2014; al momento è
interdetta alle auto
dalle 10 del mattino
alle 20 di sera. Sotto:
scorcio degli interni
di San Cataldo,
che si articolano
su tre navate. La
chiesa conserva
l’altare e i pavimenti
cosmateschi originali.
Pagina precedente: una
deviazione lungo la
via Bara all’Olivella
porta alla chiesa di
Sant’Ignazio, costruita
a partire dal 1598
e completata con
i campanili laterali
attorno al 1750.
Bell’Italia 19
A sinistra: la chiesa
del Gesù, detta Casa
Professa, è il punto
d’arrivo del percorso
pedonale. I suoi
interni sono decorati
a marmi mischi, cioè
con splendidi intarsi
di marmi policromi.
Sotto: un dettaglio
della fontana di piazza
Pretoria. Pagina seguente:
piazza Vigliena, detta
i Quattro Canti, si apre
all’incrocio tra via
Maqueda e via Vittorio
Emanuele, lo storico
Cassaro di Palermo.
Ai quattro angoli sono
collocate fontane che
raffigurano i fiumi
della città antica.
20 Bell’Italia
Bell’Italia 21
PALERMO
Shalai
MEDIOEVO, RINASCIMENTO
E BAROCCO IN 300 METRI
Arrivati ai Quattro Canti e superato il traf- INFORMAZIONI
ficato Cassaro, che oggi si chiama via Vit-
torio Emanuele, si arriva alle due piazze Bisso Bistrot Ke palle Caffè del Massimo
adiacenti Pretoria e Bellini, anch’esse pe-
donali. Nella prima si ammira una splen- INFORMAZIONI
dida fontana cinquecentesca con statue,
scalette, mascheroni e balaustre in mar- Gli alberghi Bisso Bistrot (via Maqueda 172,
mo, oltre alla storica sede del Comune, il Hotel Porta Felice ★★★★ (via Butera 45, 328/1.31.45.95). Ai Quattro Canti, nei
palazzo Pretorio o delle Aquile, costruito 091/6.17.56.78). Boutique hotel con 30 locali di una ex libreria, un nuovo spazio
nel ’400 e modificato via via nei secoli camere e 3 suite in bella posizione tra la dall’atmosfera shabby chic aperto da
Palermo storica e il mare. Wellness club colazione a cena. Conto medio 15 €.
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viene servita la colazione. Doppia
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si raggiunge una delle chiese barocche Maqueda 437, 091/32.56.57). In ottima 40 tipi di tisane e tè, torte e biscotti; la
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saldatura fra passato e presente. presentazioni. Conto medio 27 €. ingresso 6 €.
22 Bell’Italia
ETNA (Catania)
IL VULCANO
IN FIORE
A giugno la vita sboccia sopra le antiche colate laviche e l’Etna indossa
la sua veste più colorata. Un intreccio di sentieri sale tra faggi,
pini e rifugi, portando verso le specie endemiche che sfidano i crateri
TESTI Isabella Colombo ì FOTOGRAFIE Salvatore Orlando/Photo FVG
In questa foto: a giugno
sull’Etna, nei pressi
dei monti Silvestri,
sbocciano i fiori rosa
e rossi di una varietà
endemica di saponaria.
Si tratta di una pianta
cespugliosa, alta poco
più di 10 centimetri,
che è tra le prime a
svilupparsi sulle sabbie
vulcaniche in quota.
Sopra: tra i 1.750 e i 3.000
metri di quota sull’Etna
si trova una forma
endemica di romice,
il Rumex aetnensis, che
fiorisce tra maggio e
agosto; accanto cresce
anche la cosiddetta
“camomilla dell’Etna”.
A sinistra: saponaria
davanti a un cratere
formatosi nel 2001.
Pagina seguente,
dall’alto in senso orario:
vegetazione pioniera
sulle sabbie vulcaniche
della valle del Bove;
lupino selvatico in fiore
nell’area dei monti
Rossi; saponaria e
piante di romice.
26 Bell’Italia
Bell’Italia 27
A sinistra: nella valle del
Bove la vegetazione
comincia a colonizzare
i dicchi, intrusioni
magmatiche solidificate
che appartenevano
all’antico sistema di
alimentazione del
vulcano. Sotto: un pino
laricio si staglia sul
pendio del monte Nero
degli Zappini: zappinu
è il nome dialettale di
questi alberi. Pagina
seguente, da sinistra:
astragalo siculo in
fiore nella zona dei
Calcarazzi; un ginepro
emisferico etneo, specie
che cresce spesso
associata al pino laricio.
28 Bell’Italia
B
ianco di neve in inverno. spenti che si dipana intorno ai 1.800
Nero di lava in estate. Sono metri sui monti Sartorius. Lo chiamano
i due volti dell’Etna, appa- “la bottoniera” per via dei crateri dispo-
rentemente senza mezze sti in fila come fossero bottoni». Il pae-
misure. Ma, a sorpresa, “la saggio è dapprima dominato dai cespi
montagna” ha anche una veste mol- odorosi di tanaceto, una pianta erbacea
to più colorata: quella primaverile, in perenne a fiori gialli, e poi dalle spighe
cui appare tappezzata di fiori spontanei della festuca e della poa che con la lo-
e cespugli mentre esplode il verde delle ro azione alimentano la disgregazione
betulle, dei boschi di roverella, dei ca- delle rocce vulcaniche.
stagneti. E i faggeti e le pinete del Parco I più allenati possono arrivare fino al
dell’Etna, dove cresce anche il maestoso rifugio Citelli (1.741 metri) e qui no-
pino laricio, nascondono una macchia leggiare le mountain bike per esplora-
mediterranea che, nutrita di terra lavi- re i dintorni. Oppure deviare fino alla
ca, acquista un aspetto unico. Non c’è grotta dei Ladroni, detta anche “grotta
forse stagione migliore della primavera della neve” perché fino al secolo scorso
per scoprire il vulcano con escursioni vi veniva raccolta e pressata la neve du-
a piedi o in jeep: il clima è ideale e la rante l’inverno, in modo da conservar-
natura nel suo massimo splendore. la e poi rivenderla in estate per farne
granite e gelati. «Lo spettacolo che si
LUNGO I SENTIERI può ammirare durante il percorso è
COME IN UN ERBARIO fatto di tante piccole meraviglie bo-
«Per vivere il vulcano in questa stagio- taniche. Dalla betulla dell’Etna, l’unica
ne si possono scegliere diversi percor- in Europa a queste latitudini, al sene-
si», spiega Fabio Morreale, etnobota- cio, un tipo di saponaria che cresce solo
nico, guida naturalistica e presidente qui, con i suoi inconfondibili fiori giallo
dell’associazione Natura Sicula che intenso», continua Morreale. «Ci sono
organizza trekking sull’Etna. «Si può, poi la ginestra estiva, tipica dei terreni
per esempio, partire da Fornazzo in lavici, il romice scudato che colora la
direzione del rifugio Citelli. Circa 500 terra di un rosa delicato e lo stridolo che
metri prima parte il Sentiero dei crateri nasconde un segreto: le foglie, piatte e
lunghe, sfregate tra loro ricordano uno
stridìo. E i fiori rigonfi scoppiettano se
La macchia vengono schiacciati. C’è anche il guado,
i suoi pigmenti blu venivano un tempo
mediterranea, nutrita usati per tingere la tela dei jeans».
Un altro sentiero caratterizzato da al-
di terra lavica, acquista trettante ricchezze floreali, ma in un
contesto paesaggistico diverso, parte da
un aspetto unico Nicolosi (o volendo da Zafferana Etnea)
in direzione del rifugio Sapienza (1.910
—————— metri), il più famoso dell’Etna.
Bell’Italia 29
Shalai Resort Trekking sull’Etna
30 Bell’Italia
TRAPANI Le tonnare
CATTEDRALI
SULL’ACQUA
Esempi magnifici di archeologia industriale, in bellissima posizione
lungo la costa, le tonnare ricordano i tempi della mattanza, un’attività
cruenta, quasi un rito, che alimentava l’economia isolana
TESTI Maria Cristina Castellucci ì FOTOGRAFIE Alfio Garozzo
32 Bell’Italia
In questa foto: la
tonnara di Scopello,
affacciata sul golfo di
Castellammare, è una
delle più antiche della
Sicilia. Iniziò l’attività
nel XIII secolo; a
quell’epoca risalgono
il primo nucleo degli
edifici e una delle due
torri di guardia.
Bell’Italia 33
LOCALITÀ (Provincia)
Sopra, a sinistra: i ruderi della tonnara del Secco presso San Vito Lo Capo. Le prime notizie ufficiali del malfaraggio risalgono al 1412, quando re
Ferdinando permise la pesca del tonno nelle acque antistanti. Sopra, a destra: il golfo del Secco, davanti alla tonnara omonima. Pagina seguente,
da sinistra: l’ex tonnara di Bonagia, ora trasformata in lussuoso resort, e la sua secentesca torre di guardia, che oggi ospita un piccolo museo.
U
n tempo la pesca del tonno le tirrenico, soprattutto nel Trapanese. in bellissima posizione è la tonnara del
produceva in Sicilia circa il Ce n’erano di grandi e di piccoli, alcu- Secco, qualche chilometro a est di San
5% di quello che oggi chia- ni con qualche pretesa architettonica, Vito Lo Capo. Il complesso di edifici
meremmo prodotto interno altri più essenziali. Non c’era una tipo- della tonnara esiste ancora ma, poiché
lordo dell’isola, e dava lavoro logia costruttiva uguale per tutti, ma nessuno se ne occupa, è in condizioni
a migliaia di persone. Un lavoro impor- tutti avevano alcuni elementi comuni, precarie e si va pian piano sgretolando.
tante e rispettato, come testimonia un come la vicinanza di una torre di avvi- In funzione fino al 1969, comprendeva
decreto del 1524 in base al quale chi era stamento, sulla quale le sentinelle si diverse costruzioni fra cui il “palazzot-
impegnato nella tonnara non poteva es- alternavano per dare l’allarme nel caso to”, la residenza padronale, con una ter-
sere importunato dai creditori da aprile dell’avvicinarsi dei pirati. razza dalla quale i proprietari potevano
a giugno (quando si calavano le reti e si Purtroppo tutte le tonnare siciliane, osservare la mattanza. Il mare subito
procedeva alla mattanza). alcune prima e altre dopo, hanno ces- profondo, infatti, permetteva di calare
sato l’attività, gli edifici hanno chiuso i le reti a breve distanza dalla riva. Oggi
LE TONNARE OGGI battenti e sono stati lasciati più o meno ad ammirarla sono solo coloro che, sen-
SONO RESORT E MUSEI in abbandono. Solo qualcuno è stato za lasciarsi scoraggiare dall’assenza di
I malfaraggi (così si chiamavano gli edi- recuperato. Rimangono, in ogni caso, servizi, vengono qui per fare il bagno in
fici della “tonnara a terra”, a servizio notevoli esempi di archeologia indu- acque limpidissime e poco battute, che
della “tonnara a mare”) si susseguivano striale, su tratti di costa spesso tra i più lambiscono un litorale roccioso.
uno dopo l’altro lungo la costa isolana, affascinanti della Sicilia. È invece una tonnara recuperata e adi-
con massima concentrazione sul litora- Sul litorale della provincia di Trapani, bita a resort il grande complesso di
34 Bell’Italia
Bell’Italia 35
Bonagia. Negli anni ’80 è stata ceduta so edificio, con i numerosi ambienti,
a imprenditori del settore alberghiero, coperti e all’aperto, di pregevole fat-
che hanno ricavato stanze, ristorante tura architettonica, conserva tuttora
e ambienti comuni negli alloggi dei barche e scatolette, ancore, ciminiere
tonnaroti, nei magazzini e nelle sale e cisterne, cui si sono aggiunti allesti-
destinate alla lavorazione del pesce. menti multimediali e foto che narrano
A memoria della tonnara rimangono di un’attività dura, anche cruenta, ma
il nome e un piccolo museo allestito piena di fascino. Ai bordi del porto, lo
nella torre di difesa secentesca. stabilimento si staglia, scenografico, su
Ma il miglior esempio di tonnara re- acque azzurre trasparenti.
cuperata è senz’altro quello sull’iso- Non meno pittoresca la posizione del
la di Favignana, dove l’ex stabilimen- piccolo malfaraggio della tonnarella
to della tonnara Florio ha subito un dell’Uzzo, all’interno della Riserva
restauro a regola d’arte, diventando dello Zingaro. Domina una caletta dallo
l’unico, grandioso museo al mondo che stesso nome, un sogno di sassolini bian-
racconta l’universo della mattanza. Fu chi e acqua turchese che si raggiunge
l’unica, la tonnara delle Egadi, a diven- solo a piedi, lungo un sentiero circonda-
tare una vera e propria industria, con to di macchia mediterranea. L’edificio,
una produzione importante e la capa- restaurato con cura, ospita il piccolo
cità di imporsi sul mercato. L’immen- Museo delle Attività Marinare in
36 Bell’Italia
Sopra, a sinistra: cala Pirreca, sulla costa meridionale di Favignana, fronteggiata dall’isolotto del Preveto. Sull’isola delle Egadi si trova l’ex
stabilimento della tonnara Florio (pagina precedente, in basso), restaurato e trasformato in museo dedicato alla cultura del tonno; conserva le
ciminiere e i forni con le vasche di cottura. Sopra, a destra: la spiaggia di cala Tonnarella, dal nome assai esplicito, nella Riserva dello Zingaro.
Bell’Italia 37
TRAPANI Le tonnare
38 Bell’Italia
CAVA D’ISPICA (Ragusa)
PASSEGGIATA NEI
SECOLI
Un percorso a piedi di 13 chilometri che porta indietro di 4000 anni.
Tra migliaia di grotte e gallerie avvolte dalla profumata macchia
mediterranea. Con necropoli e catacombe, chiese rupestri e antiche
fortificazioni che continuano a regalare sorprese agli archeologi
TESTI Isabella Colombo ì FOTOGRAFIE Alfio Garozzo
In questa foto:
le catacombe della
Larderia, utilizzate
nei primi secoli del
Cristianesimo, si
aprono nella parte
nord di Cava d’Ispica.
Soltanto in questo
complesso si contano
più di 400 fosse per
inumazione.
CAVA D’ISPICA (Ragusa)
I
l percorso intero misura 13 chilo-
metri. Ma la vera lunghezza, qui
si misura in millenni. Cava d’Ispi-
ca porta i suoi visitatori fino al XX
secolo avanti Cristo, in un contesto
unico: la natura rigogliosa delle cave
iblee. Così, nel sud-est siciliano, vengo-
no chiamati i canyon scavati nell’alto-
piano dall’erosione della roccia. Sui suoi
fianchi Cava d’Ispica mostra migliaia di
grotte, un palinsesto di lontane testimo-
nianze archeologiche immortalate, tra
’700 e ’800, negli acquerelli e nei diari
dei viaggiatori del Grand Tour.
DALLE CATACOMBE
AGLI AFFRESCHI NORMANNI
Tuttora gli scavi portano alla luce re-
perti preziosi. Perché questa cava è uno
scrigno di tesori a cielo aperto, di cui ap-
pena il 20 per cento è stato esplorato. E
chi visita la zona in questo periodo, nella
zona di Calicatone (accanto al b&b Casa
al Castello), proprio sopra l’agglomerato
delle tombe, potrà vedere al lavoro la So-
printendenza ai Beni Culturali di Ragu-
sa e i laureandi in archeologia dell’Uni-
versità di Catania: sono all’opera sul sito
di una capanna scoperta da poco, pro-
babilmente un luogo sociale dell’antico
In queste pagine: le
villaggio. Appena sotto la superficie, il catacombe della
terreno ha svelato vasi, calici a fruttiera Larderia costituiscono
e monili. Ora si stanno cercando altri uno dei punti
reperti, perché qui i miracoli capitano più interessanti
dell’intera Area
più o meno a ogni scavo.
archeologica di Cava
Gli ultimi ritrovamenti sono conservati d’Ispica. Articolate
nelle stanze del piccolo museo all’en- in tre corridoi che
trata dell’Area archeologica di Cava si dipartono da un
d’Ispica, in territorio di Modica, punto vestibolo comune, si
estendono per circa
di partenza per un trekking tra storia 500 metri quadrati.
e naturA. A pochi passi dall’entrata si Al loro interno sono
aprono le catacombe della Larderia. stati rinvenuti oggetti
Sono le più grandi di tutta la Sicilia e simboli paleocristiani
del IV-V secolo, ma
dopo quelle di Siracusa: oltre 40 metri secondo alcuni studi
di loculi risalenti al IV secolo d.C., centi- recenti il complesso
naia di tombe distribuite in tre gallerie e potrebbe risalire
un bel colpo d’occhio per chi arriva addirittura al III secolo.
42 Bell’Italia
Ora si stanno cercando altri reperti, perché
qui i miracoli capitano più o meno a ogni scavo
———————
Bell’Italia 43
in fondo alla passerella: una straordi- deviazione prima dell’ingresso all’Area stribuite verticalmente su cinque piani,
naria tomba a baldacchino circondata archeologica, seguendo le indicazioni, che comunicavano tra loro grazie a una
dall’ambulacro, di certo una sepoltura in contrada Baravitalla si possono sco- serie di botole e passaggi. Una sorta di
prestigiosa, tipica dei villaggi rupestri prire altre due meraviglie: la Grotta dei condominio rupestre. Il complesso, alto
della zona. La tappa successiva sono le Santi (di età normanna, XII secolo) co- circa 25 metri, è tanto maestoso nella
Grotte cadute, un complesso abitativo sì definita per le pareti affrescate con struttura quanto oscuro da interpretare:
su sei livelli, dotato di silos per le gra- più di trenta santi e iscrizioni greche, e è un mistero sapere chi ci abitasse. Un
naglie, alcove e cisterne per l’acqua. I la Tomba a finti pilastri, con scenogra- po’ più avanti si entra invece nel Con-
piani erano collegati da gradini scavati fiche lesene intagliate nella roccia. La vento: grotte su sette livelli, dedicate a
nella roccia. sepoltura di una famiglia importante. Sant’Alessandra, con resti di affreschi e
Da qui, sul versante opposto della val- una fonte d’acqua sorgiva. Probabilmen-
lata si può vedere Poggio Salnitro, con TAPPE ARCHEOLOGICHE te un complesso termale.
una necropoli tardoromana e una TRA FELCI E LIMONI Man mano che si avanza nel canyon
chiesa rupestre. La chiamano Spezieria Continuando invece lungo il fondo della la storia lascia il posto alla natura e
perché le buche scavate sul pavimento cava (meglio affidarsi a una guida perché la frescura invita a non fermarsi. Ci si
sembrano i contenitori di pozioni e in- il percorso non è segnalato) ci si imbat- lascia accompagnare dai versi di falchi
trugli medicamentosi. Con una piccola te nel Castello: è un filare di grotte, di- e poiane e dai profumi intensi del-
44 Bell’Italia
Sopra e nella pagina
precedente: le
cosiddette Grotte del
Ginnasio, risalenti
all’età ellenistico-
romana, sono costituite
da due ampie camere
dotate di vasche; forse
erano utilizzate per
l’addestramento fisico
di giovani e soldati,
mentre secondo
altre interpretazioni
accoglievano riti
religiosi. A destra:
i resti della chiesa
dell’Annunziata,
nell’Area archeologica
Parco Forza, con
numerose fosse
sepolcrali.
Bell’Italia 45
Balarte Accursio
INFORMAZIONI
46 Bell’Italia
PANAREA (Messina)
SUI SENTIERI
DEL PARADISO
La “perla” delle Eolie, conosciuta per il suo
mare e le sue frequentazioni mondane, svela
un volto inedito e affascinante negli itinerari
a piedi lungo la costa o sul monte del Corvo
TESTI Pia Meda ì FOTOGRAFIE Alfio Garozzo
48 Bell’Italia
L’isolotto di Basiluzzo
si staglia tra il blu del
mare e l’azzurro del
cielo. Disabitato, sorge
a circa due miglia in
direzione nord-est da
Panarea; è da taluni
considerato l’ottava
isola delle Eolie. Sullo
sfondo campeggia il
vulcano di Stromboli.
Bell’Italia 49
PANAREA (Messina)
P
anarea, un’isola-paradiso co-
nosciuta soprattutto per il suo
mare da favola, è sempre più
spesso frequentata da chi
vuole conoscerne la natura,
sui suoi sentieri che si snodano nella
macchia mediterranea. Oggi, infatti,
alcuni di questi percorsi, un tempo uti-
lizzati per raggiungere i terrazzamenti
coltivati ma in seguito abbandonati e
quindi infestati dalla vegetazione spon-
tanea, sono facilmente percorribili per-
ché vengono tenuti sgombri con rego-
larità. I “Giovani Fai” della delegazione
Fai di Torino dal 2011, con il “Progetto
Panarea”, organizzano ogni anno in pri-
mavera squadre di ragazzi provenienti
da tutt’Italia per ripulirli dal mirto,
dall’erica e dal lentisco che li invadono.
LUNGO I SENTIERI
CURATI DAL FAI
Sono due i percorsi panoramici at-
tualmente ben tenuti che permettono
di scoprire l’isola a piedi: quello che
dall’abitato di Drautto porta a Capo
Milazzese, nella zona sud-orientale
dell’isola, e quello che dal paese di San
Pietro arriva a punta del Corvo che, con
i suoi 421 metri, rappresenta il luogo
più elevato di Panarea. In entrambi si
cammina tra vecchi coltivi e tracce di
insediamenti più o meno antichi, com-
piendo un emozionante viaggio a ritro-
so nel tempo: si può infatti individuare
la presenza umana sull’isola, dai tempi
preistorici fino al lavoro contadino atti-
vo sino alla metà del secolo scorso.
Più semplice e senza grandi dislivelli,
la passeggiata che da Drautto porta a
Capo Milazzese. A piedi o con un taxi
elettrico – le auto non possono circo-
lare sull’isola – si raggiunge l’abitato
di Drautto, dominato dall’imponente
roccia lavica del Castello, un torrione
rossastro in cima al quale si possono
avvistare, con l’aiuto di un binocolo,
esemplari di falco della regina. Dopo
una strada lastricata leggermente in sa-
lita, fiancheggiata da ginestre e fichi
50 Bell’Italia
Foto grande a sinistra: il
promontorio di Capo
Milazzese, che si
incurva a chiudere la
minuscola cala Junco,
con una piscina di
acqua trasparente e
una delle spiagge più
belle dell’isola. Pagina
precedente, in basso:
il Capo è raggiungibile
con un bel sentiero
panoramico. Qui sopra:
la chiesa di San Pietro,
patrono dell’isola. A
sinistra: da una delle
tipiche terrazze eoliane
la vista spazia dagli
isolotti di Basiluzzo e
Dattilo (verso destra)
fino a Stromboli.
Bell’Italia 51
Sopra: scorcio di una
casa di Panarea, con la
bianca terrazza fiorita
affacciata sul mare.
A sinistra: il sentiero
che da San Pietro sale
alla punta del Corvo, il
monte più alto dell’isola.
A destra: lungo il sentiero
per la punta del Corvo
un cartello ricorda
che Panarea fa parte
di un’area naturale
protetta, istituita nel
1997. Pagina seguente,
in alto: il promontorio di
Capo Milazzese, dove
si può visitare un sito
archeologico con resti
di capanne della media
età del Bronzo.
52 Bell’Italia
d’India, si arriva al promontorio di Capo staccarsi da un luogo così incantato. Per
Milazzese che, con alte e scure falesie, si consolarsi, prima di tornare sui propri
protende a picco sul mare. Sul suo pia- passi, si può scendere a fare il bagno sul-
noro, lontano da rumori e confusione, la spiaggia ciottolosa della piccola cala
c’è solo silenzio, il profumo speziato Junco, che si trova appena a destra di
dell’elicriso e una vista straordinaria Capo Milazzese.
con Lipari e Salina in lontananza. Sem- Più lunga e impegnativa, da compie-
bra di essere fuori dal mondo, ma in re nelle ore fresche della giornata, è
realtà questa fortezza naturale a stra- la passeggiata che dall’abitato di San
piombo sull’acqua è stata abitata fin dai Pietro, situato nella parte centrale
tempi preistorici: basta fare due passi dell’isola, arriva alla punta del Cor-
per notare, tra la bassa vegetazione vo. Il sentiero inizia nei pressi del ci-
esposta al vento e alla salsedine, i resti mitero e da subito comincia a salire,
di una ventina di capanne di un villag- mostrando straordinari paesaggi co-
gio della media età del Bronzo (XIV-XIII perti dalla macchia mediterranea. A
secolo a.C.). È difficile, soprattutto nel- perdita d’occhio si vedono distese di
le prime ore del mattino o al tramonto, cisti, corbezzoli, mirti e di moltis-
Bell’Italia 53
Sopra: tramonto sul simi lentischi che hanno oggi preso il per i paesaggi dal fascino potente e ina-
mare dal paese-porto di posto delle coltivazioni che con tenacia spettato, per il continuo cambiamento
San Pietro. Sullo sfondo
gli isolotti di Dattilo e
e costanza gli abitanti di Panarea hanno di prospettiva sulle isole vicine, per il
Lisca Bianca (a destra). curato sino agli anni 50 e 60. È affasci- meraviglioso punto panoramico che
Insieme a Panarea, nante cercare le tracce dei coltivi che si trova al termine del percorso. La
questi due isolotti e arrivavano un tempo sin quasi in cima fatica di avere percorso un sentiero a
altri quattro (Basiluzzo, alla montagna. Guardando con atten- tratti ripido e sconnesso è infatti ripa-
Spinazzola, Bottaro e
Lisca Nera), oltre agli zione si possono scorgere, spesso rico- gata, nel punto finale, da una vista a
scogli dei Panarelli e perti da un intrico di cespugli e ram- 360 gradi sulle isole Eolie, con Lipari e
delle Formiche, formano picanti, muretti a secco, antichi stazzi, Salina da una parte, Stromboli e i più
un microarcipelago tra canalizzazioni e cisterne per la raccolta vicini scogli di Dattilo, Basiluzzo, Lisca
le isole di Lipari e di
Stromboli. Sono ciò
dell’acqua piovana. Qua e là la chioma Bianca e Lisca Nera dall’altra.
che resta di antiche argentata di qualche ulivo, singoli albe-
bocche vulcaniche, ri da frutto inselvatichiti, la silhouette IN PROCESSIONE
forse anticamente scura di pochi cipressi probabilmente PER LA FESTA DI SAN PIETRO
unite a formare un’isola piantati presso un luogo di sepoltura. In primavera il sentiero dà il meglio,
maggiore.
Il percorso merita in tutte le stagioni, quando è tutto una fioritura di cisti
54 Bell’Italia
Hotel La Piazza Ristorante Adelina
INFORMAZIONI
Bell’Italia 55
ENNA
D
a noi si può dire che nevica
fuoco… E poi l’acqua che non
c’è o che bisogna trasportare
da tanto lontano che ogni
sua goccia è pagata da una
goccia di sudore». Sono le parole che
Giuseppe Tomasi di Lampedusa fa dire
al suo principe di Salina nel romanzo Il
Gattopardo. La sete, la fatica a trovare
l’acqua, l’aridità. Il cuore della Sicilia è,
per antonomasia, infuocato.
Eppure, proprio nella sua provincia
più interna, quell’Enna che d’estate ci
offre lo spettacolo di una Sicilia brulla
e ingiallita, si trovano ben sette laghi.
Pergusa, l’unico bacino naturale di tutta
la Sicilia, e altri sei artificiali, realizzati a
partire dagli anni ’50 fino alla fine degli
anni ’80. I laghi hanno portato l’acqua e
anche il verde, e con i boschi è arrivata
una nuova fauna.
IL LAGO DI PERGUSA,
PARADISO DEL BIRDWATCHING
Il più affascinante è sicuramente il lago
di Pergusa, creatosi per uno sprofonda-
mento vulcanico e quindi senza immis-
sari o emissari. Situato a quasi 700 me-
tri di altitudine, in primavera diventa
un paradiso per i birdwatcher in virtù
dei molti uccelli migratori. Per questo
motivo, oltre che per la bellezza dei bo-
schi circostanti e per preservare il fra-
gile equilibrio del luogo, nella zona è
stata istituita la prima Riserva naturale
speciale della regione. Inoltre, grazie a
un particolare gamberetto (Arctodiap-
tomus salinus) che si difende dai raggi
solari tingendosi di rosso, le acque del
lago acquistano talvolta una colorazio-
ne rossastra. Il lago è anche ritenuto
lo scenario di uno degli episodi più
noti della mitologia greca: il ratto di
Persefone, figlia di Demetra, dea delle
messi e della fertilità. Persefone (Pro-
serpina nella mitologia romana) viene
rapita dal dio degli inferi Ade, che ne
fa la sua sposa gettando nella dispera-
zione la madre: impietosito, Zeus ac-
consente a un ricongiungimento con
la figlia per sei mesi – in altre versioni
Il lago di Pergusa, dal mito
otto – all’anno. Con questo episodio si
spiega l’avvicendarsi delle stagioni: nei
al rombo dei motori
mesi in cui Persefone è negli inferi la
———————
tristezza della madre si riverbera sulla
Terra, al suo ritorno la gioia della
58 Bell’Italia
In queste foto: il lago
di Pergusa, pochi
chilometri a sud di Enna.
Dal 1995 l’omonima
Riserva naturale ne
tutela la biodiversità e
la ricchezza faunistica: le
sue sponde accolgono
infatti svariate specie di
uccelli migratori. Dopo
le gare automobilistiche
degli anni ’50, il lago è
ora ideale per praticare
attività sportive (sotto).
Bell’Italia 59
60 Bell’Italia
In questa foto: il lago di
Ancipa, da molti ritenuto
il più affascinante
della zona. Sotto: il
lago Nicoletti, regno
della vela. Nella pagina
precedente, dall’alto: al
confine tra le province di
Enna e Catania, il lago di
Ogliastro è circondato da
pascoli; il lago di Pozzillo,
sovrastato dall’Etna, è il
maggiore della regione.
Nella cartina: i sette laghi.
dea favorisce il rifiorire della natura. In di Morgantina, e non è lontano da due Ecco poi il lago di Pozzillo, il più grande
tempi recenti, il lago visse una certa no- delle più affascinanti mete archeologi- della Sicilia, nei pressi di Regalbuto, cre-
torietà per l’autodromo, costruito negli che siciliane: gli scavi di Morgantina, ato dalla diga sul fiume Salso. Si trova vi-
anni ’50, che ha ospitato anche gare di di epoca greca (VI sec. a.C.), e la villa cino al castello di Agira, da dove si gode
Formula 1 ed è tutt’ora in funzione. del Casale di Piazza Armerina, di epoca uno dei più bei panorami dell’isola,
romana (IV sec. d.C.). Anch’esso meta con i monti Nebrodi, gli Erei e l’Etna a
I LAGHI DI OGLIASTRO, delle migrazioni dell’avifauna, il lago dominare la scena. Nei suoi dintorni so-
ANCIPA, POZZILLO E MORELLO di Ogliastro si distingue per essere no nati un centro sportivo polivalente e
Non lontano da Pergusa si trova il la- stato realizzato secondo criteri “eco- numerose strutture sedi di attività spor-
go di Ogliastro, dedicato a don Luigi logici”: la diga sul fiume Gornalunga tive: non per niente il lago è teatro delle
Sturzo. Dista una ventina di chilometri è stata, infatti, costruita senza cemen- più importanti gare di canottaggio della
da Aidone, la cittadina che ospita nel to e calcestruzzo ma soltanto con la Sicilia. Ma, certamente, il più bello tra
Museo Archeologico la stupenda dea sabbia alluvionale presente in zona. i laghi siciliani è quello di Ancipa,
Bell’Italia 61
ENNA
62 Bell’Italia
TUTTI FRUTTI
I SAPORI
DELL’EDEN
Isola-frutteto, la Sicilia regala in questa stagione straordinarie
bontà, dalle mandorle alle carrube, dai pistacchi alle fragoline.
Da gustare appena raccolte o in mille preparazioni dolci e salate
TESTI Isabella Colombo
N
on c’è niente che esalti
la cucina e la pasticceria
della Sicilia come i
frutti e le verdure che
crescono sulla sua terra.
Sorta di giardino dell’Eden, l’isola
trae dai suoi frutteti e dai suoi orti
profumi e sapori incomparabili.
D’estate ecco mandorle, limoni
femminello al profumo di zagara,
pistacchi, carrube, quella bontà
che è la fragolina di Ribera e
anche, a sorpresa, il viola intenso
dei fiori di zafferano. Tutti da
gustare appena colti o nei dolci,
in confetture oppure nei piatti
degli chef.
64 Bell’Italia
In questa foto:
alberi di carrubo
nelle campagne
ragusane. Nella
pagina precedente,
dall’alto: un frutto
di carrubo, che può
raggiungere
i 20 cm di
lunghezza e
contiene una
polpa dolce molto
carnosa; la granita
di mandorle e caffè
del Caffè Sicilia a
Noto, dello chef
Corrado Assenza.
Bell’Italia 65
RAGUSA e rarissimo (sfiora le quotazioni del tartufo)
Nel mondo della carruba che nasce dal tronco degli alberi. Sempre
Nel giallo ocra della campagna arsa a Modica, originali i mieli e i liquori alla
dal sole, gli alberi di carrubo, fronzosi e carruba di Bottega Sicula, e la birra scura
verdissimi, si ergono come maestosi Tarì Qirat ottenuta dalla fermentazione
guardiani dell’ombra e della frescura. del frutto, del birrificio Rocca dei Conti.
Punteggiano la campagna del Ragusano Infine, per assistere alla raccolta si può
che delimita borghi celebri per le loro soggiornare nell’Agriturismo Il Carrubo
architetture tardobarocche, dal duomo di Acate, tra alberi secolari. E scoprire
di San Giorgio a Ibla alle cento chiese di che i semi hanno tutti uguale peso e
Modica fino ai palazzi di Scicli. Spostandosi dimensione: per questo gli Arabi li usavano
da un centro all’altro si vedono penzolare per pesare i diamanti. Infatti la parola
dai rami, in estate, i frutti del carrubo, “carato” viene proprio da carruba.
lunghi, neri e dal profumo intenso. Dalla
polpa si ricava una farina pregiata e AVOLA (SIRACUSA)
un’alternativa al cacao che trovano impiego Al gusto di mandorla
soprattutto nei dolci. Casalindolci a Sono quasi sinonimo di Sicilia. Perché
Modica propone biscotti alla carruba che dalle mandorle nascono i più conosciuti
ricordano nel sapore quelli alla mandorla, e apprezzati dolci dell’isola, dalle paste
il tradizionale cioccolato alla carruba e alle granite. E come ingrediente base
speciali caramelle che, oltre a deliziare del marzapane trionfano in quel
il palato, alleviano il mal di gola. Gli chef
usano la farina anche in cucina, spesso
Foto in alto, da sinistra: grande qui a destra:
per tagliatelle e cavati dal sapore intenso
limoni femminello fioritura di mandorli.
e originale. Da Andrea Sapori montani, appena colti Nelle due foto piccole
a Palazzolo Acreide, si può assaggiare dall’albero; corso a destra: il limone
persino la crème brûlée alla carruba; Vittorio Emanuele, femminello, in un
Al Galù di Scicli propone i quadrucci ai il “salotto” di Noto, piatto di acciughe
circondato da quinte impanate; le
gamberi mentre Le Magnolie di Frigintini, barocche (sulla mandorle di Avola,
vicino a Modica, in autunno prepara pizze e destra, la cattedrale impiegate per pesti,
piatti alla funcia di carrua, il fungo pregiato di San Nicolò). Foto dolci, creme.
66 Bell’Italia
capolavoro d’arte dolciaria che è la frutta anche in cucina, per trovarla esaltata al mano ci si aggrappa ai rami e con l’altra
martorana, nata all’ombra dei conventi in meglio occorre fare una traversata fino si staccano le drupe una a una per farle
epoca spagnola. La regina delle mandorle all’isola di Salina dove, nel ristorante cadere nella sacca di tela legata al collo.
è la pizzuta di Avola, in virtù delle sue note dell’Hotel Signum, la chef Martina Un processo faticoso che giustifica costi
aromatiche ricche e tonde. Fine agosto è il Caruso usa le mandorle nei suoi piatti di e pregi. In paese c’è chi i pistacchi li
periodo della raccolta, quando un esercito alta cucina, come l’impareggiabile tataki conserva, li sala, li trasforma in creme,
di braccianti invade i mandorleti che di tonno Alalunga in crosta di couscous e pesti, salse. Ogni anno, in autunno, viene
coprono i pendii di Avola e dell’entroterra bottarga, verdure aspre, miele di mandorlo organizzata la Sagra del Pistacchio: è
di Siracusa. Zone ricchissime d’arte e e mandorle pizzute. Chi vuole partecipare un’occasione ghiotta per assistere alla
natura, dalla valle dell’Anapo ad Avola alla raccolta, a fine agosto, può prenotare raccolta e assaggiare i frutti. Ma i percorsi
Antica, un luogo magico che conserva i al B&B Mille Mandorli, un vecchio casale di visita nei loci e nelle aziende si possono
monumentali resti della città spazzata via ristrutturato in ottica ecosostenibile e fare tutto l’anno con le guide di Itinerari
dal terremoto del 1693. Nel centro della immerso nel mandorleto: il sapore dei etnei del Gusto. Per gli assaggi, invece,
città nuova, l’InfoPoint organizza tour a frutti appena raccolti è tutta un’altra cosa. c’è solo l’imbarazzo della scelta: a Bronte
tema mandorla per gli ospiti delle strutture ogni pasticceria offre diverse specialità
ricettive affiliate: nelle aziende storiche BRONTE (CATANIA) dolci. Storica la Pasticceria Fratelli
si scopre come viene lavorata la pizzuta, La città del pistacchio Gangi che propone cannoli alla crema
nelle degustazioni si assaggiano i prodotti Il segreto è la terra che gli strati di lava di pistacchio, il gelato, le storiche fillette,
a base di mandorle, come il curioso hanno arricchito nei secoli di sali minerali dolcetti guarniti di pistacchi che si trovano
vino Mandolinero. Pesto di mandorle, e sostanze ideali per far crescere vigneti solo in città, e persino preparazioni salate
mandorle sottovuoto, creme e biscotti si e frutti. Come il pistacchio di Bronte, come gli arancini. Il pistacchio, infatti,
acquistano nei negozi di prodotti tipici del Dop e presidio Slow Food. La sua zona trova largo impiego anche in cucina.
Siracusano, come Campisi a Noto. Nella d’elezione è arrampicata tra l’Etna e i Così, dopo una visita alle bellezze di
città teatro del barocco le tentazioni si Nebrodi, con Bronte in mezzo. La cittadina Bronte, dal castello di Horatio Nelson
concentrano su corso Vittorio Emanuele: del pistacchio si svuota nel periodo della all’abbazia di Santa Maria di Maniace, ci
irresistibili i capolavori dolci del pasticcere- raccolta, tra la fine di agosto e l’inizio di si può sedere al Ristorante da Zino e
chef Corrado Assenza, che nel suo Caffè settembre, quando tutti vanno a lavorare assaggiare i pistacchi nel condimento dei
Sicilia offre il miglior latte di mandorla nei loci (come vengono chiamate qui le suoi caserecci e dei cavati. Squisiti anche i
dell’isola e una granita di mandorla che piantagioni). La raccolta è uno spettacolo: pansotti al pistacchio dell’agriturismo Etna
ha pochi eguali. Impiegata con successo si sta in bilico sui massi di lava, con una Quota Mille di Randazzo.
68 Bell’Italia
Foto in basso: un sempre fatta a
pistacchieto nella mano. Le piante, che
campagna di fruttificano ad anni
Bronte dominata alterni, crescono
dall’Etna. Risultato di infatti su terreni
stratificazioni laviche, troppo accidentati
il terreno intorno per poter utilizzare
al vulcano è ricco macchinari; un
di minerali e molto piatto di pasta con
fertile. A destra, frutti di pistacchio
dall’alto: la raccolta sminuzzati. Il
dei pistacchi di pistacchio ha un
Bronte, tra fine impiego vastissimo
agosto e inizio sia in cucina
settembre, viene che in pasticceria.
SIRACUSA
Profumo di zagara
Dalla Birmania la pianta del limone ha
attraversato il Mediterraneo, messo
radici un po’ ovunque ma trovato la sua
terra d’elezione in Sicilia, dove da secoli
rinfresca l’arsura estiva con sorbetti,
granite e gelati. Una delle varietà più
prelibate è il femminello di Siracusa,
Igp protetto dall’attivissimo Consorzio
Limone di Siracusa. Basta contattare la
segreteria per organizzare un itinerario
tra i limoneti verdissimi che si estendono
ai confini della città, tra il mare e i paesi
limitrofi di Floridia, Solarino, Augusta,
Sortino e Melilli. Percorsi dai fiumi
Bell’Italia 69
Qui a sinistra: lo In basso a sinistra: una
zafferano, insieme piantina di zafferano,
a sarde, pinoli, che raggiunge
finocchietto e al massimo i 35
uva passa, è alla cm di altezza. Dai
base di una delle delicati fiori viola
specialità più note si estraggono tre
della gastronomia pistilli; per 1 grammo
siciliana, la pasta di zafferano sono
con le sarde. necessari 150 fiori.
ENNA
Giallo zafferano
Dimenticato per decenni, lo zafferano,
una delle colture siciliane più antiche, è
tornato in auge nella cucina isolana.
E tante aziende dell’entroterra hanno
virato su queste colture costose ma
redditizie, che richiedono lungo lavoro.
I fiori, che punteggiano di viola la terra
arida delle alture, vengono raccolti a
mano in autunno, ogni mattina all’alba,
prima che il sole ne schiuda i petali.
Sempre a mano, entro sera, viene
eseguita la sfioratura, cioè la separazione
dei preziosi tre stimmi da ciascun fiore.
Per assistere a questo rituale, comprare i
pistilli oppure, in autunno, passeggiare tra
i campi fioriti, si può partecipare alle visite
guidate della Cooperativa Oro rosso di
Sicilia, a Enna, uno dei territori più votati
alla coltura dello zafferano. Un’occasione
in più per visitare il capoluogo insieme
alla Villa del Casale a Piazza Armerina e la
Dea di Morgantina nel Museo di Aidone.
E scoprire che a Enna lo zafferano si
70 Bell’Italia
abbina a un particolare pecorino locale, il
Piacentinu al pepe nero, di origini antiche.
L’aggiunta dello zafferano alla cagliata
regala gusto e profumo unici, oltre che
Shalai
un intenso colore giallo. Lo si acquista
nelle enoteche del centro o nelle aziende
come l’Agriturismo Casalgismondo, INFORMAZIONI
fattoria biologica didattica dove viene
illustrata l’origine di questa e altre Caffè Sicilia Casalindolci
preparazioni del territorio. Da Enna
l’itinerario dello zafferano prosegue verso INFORMAZIONI
l’Etna, sotto i castagni di Zafferana Etnea
Bel Bon, Siracusa, via Amalfitania 14,
dove cresce spontaneo. Mentre più a Carruba corso Umberto 42 e viale Zecchino
sud, a Giarratana, i giovani imprenditori di Casalindolci, Modica, corso Vittorio
142, 0931/41.22.39; www.belbon.it
Passione agricola, con il marchio “Note Emanuele 2a, 0932/94.20.64;
Gusto Gourmet Store, Siracusa,
di zafferano”, producono e vendono i www.casalindolci.it
via Tirso 1, 0931/6.17.06;
pistilli siciliani ai ristoranti più famosi. Andrea Sapori montani, Palazzolo
www.gustogourmetstore.it
Acreide, via Gabriele Judica 4,
Tomarchio, Acireale, Piano d’Api, via
RIBERA (AGRIGENTO) 0931/88.14.88;
Loreto Balatelle 52, 0957/65.21.92;
www.ristoranteandrea.it
Sapore di fragolina Al Galù, Scicli, via Pluchinotta 2,
www.tomarchiobibite.it
La fragolina che cresce spontanea tra Agriturismo Limoneto, Siracusa,
0932/84.12.49; www.ristorantealgalu.it
Sciacca e Ribera ha una storia particolare. via del Platano 3, 0931/71.73.52;
Le Magnolie, Frigintini, Modica, via
Pare che le piantine, raccolte in qualche www.limoneto.it
Gianforma 179, 0932/90.81.36;
sottobosco alpino, siano state portate www.ristorantelemagnolie.it
in Sicilia dai reduci della Grande Guerra. Bottega Sicula, Modica, corso Umberto
Zafferano
Cooperativa Oro rosso di Sicilia, Enna,
Qui hanno dato vita a un ecotipo unico, 126, 0932/75.25.15; www.ciomod.com
via Roma 353, 0935/95.86.01;
rosso intenso, profumatissimo, dal Rocca dei Conti, Modica, c.da Michelica,
www.lororossodisicilia.it
sapore delicato. Altra particolarità è che 0932/90.37.01, www.birratari.it
Agriturismo Casalgismondo, Aidone,
non crescono nei boschi, come altrove, Agriturismo Il Carrubo, Acate, S.P.
S.P. 103 Km 13, 095/80.95.65;
Acate-Gela Km 3, c.da Bosco Grande
ma ai piedi di limoni, aranci e peschi che www.casalgismondo.it
Canalotti, 392/0.31.95.56;
le proteggono dal caldo. La coltivazione Passione agricola, Giarratana,
www.ilcarrubo.it
e la raccolta (a mano e all’alba per via Manzitto 2b, c.da Badia,
preservare il profumo e la consistenza) Mandorla 333/16.51.721;
www.notedizafferano.it
sono, però, così impegnative che la InfoPoint, Avola, via Venezia 83,
produzione è minima, ora tutelata da 0931/1.88.16.93; www.infopointavola.it
un presidio Slow Food. Conoscere da Campisi, Noto, corso Vittorio
Fragolina
La Dea del Profumo, Sciacca,
vicino questo frutto impareggiabile è Emanuele 103, 0931/57.33.54;
via Turati 24, 327/9.38.10.30;
l’occasione per scoprire Ribera, la città www.campisiconserve.it
www.ladeadelprofumo.it
natale di Francesco Crispi, già nota per Caffè Sicilia, Noto, corso Vittorio
Pasticceria Sabella, Ribera, via
Emanuele 125, 0931/83.50.13.
le sue arance Dop e per alcuni notevoli Re Federico 113, 0925/6.10.95.
B&B Mille Mandorli, Noto, c.da Maccari,
esempi di architettura seicentesca come Scyavuru, Ribera, c.da Castellana,
347/9.25.05.00; www.millemandorli.it
il castello di Poggiodiana. Ma anche 0925/6.32.97; www.scyavuru.com
Hotel Signum, isola di Salina, Malfa, via
Sciacca, dove si estende la coltivazione Colle Vicario, Ribera, viale Garibaldi,
Scalo 15, 090/9.84.42.22;
della fragolina. La Dea del Profumo è il 0925/54.30.28 e 0925/6.39.06;
www.hotelsignum.it
www.collevicario.com
nome del consorzio dei cinque produttori
che si dedicano ancora alla coltivazione Pistacchio
di questo frutto (che va consumato entro Sagra del Pistacchio, Bronte, due
weekend tra fine settembre e inizio
due giorni dalla raccolta) e lo trasformano
ottobre; www.sagradelpistacchio.it
in deliziose marmellate per conservarne
Itinerari etnei del Gusto, Pro loco Bronte,
gusto e profumi tutto l’anno. Un indirizzo via Leanza 1, 348/6.41.19.97;
imperdibile è la Pasticceria Sabella www.itinerarietneidelgusto.it
di Ribera, che vende i prodotti freschi, Pasticceria Fratelli Gangi, Bronte,
le marmellate e le creme spalmabili via Giovanni da Verrazzano 20,
prodotte dalle aziende agricole Scyavuru. 095/7.72.37.50.
Ottime anche le confetture di Colle Ristorante da Zino, Bronte, c.da Tartarici,
Vicario, il re delle marmellate siciliane: 095/69.92.34; www.ristorantedazino.it
famosa quella all’arancia bionda di Ribera Etna Quota Mille, Randazzo, c.da
Marzarola, 095/5.18.72.93;
e tutta da scoprire la extra alla fragolina.
www.etnaquotamille.it
Si chiamano “Marmellate d’autore”
perché prodotte con una cura artigianale Limone femminello
estrema che le rende uniche. Tanto Consorzio Limone di Siracusa Igp, Siracusa,
da essere approdate sulle tavole del via De Caprio 57, 0931/3.82.34;
Fragoline di Ribera
Quirinale e del Vaticano. www.limonedisiracusa.org
Bell’Italia 71
ISOLE EOLIE
M a r e T i r r e n o Ustica
Tonnara del Secco
San Vito lo Capo Tonnarella dell’Uzzo Panarea
Tonnara di Bonagia Tonnara di Messina
Tonnara San Cusumano Scopello
Tonnara
Florio PALERMO
Erice Scopello
Trapani Rifugio Citelli
ISO
1.741 Taormina
Favignana
LE
EG Etna
AD
I Bronte 3.340
Marsala Fornazzo
Rifugio Sapienza
1.910 Zafferana Etnea
Nicolosi
Sciacca Caltanissetta Enna Catania
Ribera
M
a
r
d
i Augusta
S
i c Agrigento
i l
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Melilli
Palazzolo Solarino
Acreide Sortino
Roma
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a
Giarratana Siracusa
Ragusa Floridia
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Tirreno
Noto Avola
Modica
N
Scicli Cava d’Ispica
io
M Sicilia
Ion
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Me Ispica
ar
dit
err O E
M
aneo
0 10 20km
SIC Palazzo Mirto le opinioni sui locali. Strada del Vino dell’Etna
(per Android - gratuita) (per Android - gratuita) Terme Achilliane (per iOS e Android - gratuita)
Una guida complessiva La prima app regionale nata (per iOS e Android - gratuita) La app dell’omonima
della Sicilia: luoghi ed eventi, all’interno di un progetto di Per celebrare la nuova associazione vitivinicola
itinerari e distanze, hotel valorizzazione del patrimonio illuminazione delle terme permette di scoprire e
prenotabili online, parchi, artistico locale. Permette di romane di Catania è stata conoscere le aziende, gli
escursioni. In più un elenco di visitare il Museo Regionale realizzata questa app che, itinerari, i prodotti tipici del
visite gratuite e informazioni di Palazzo Mirto, casa-museo con accurate ricostruzioni territorio (a partire da olio
pratiche su farmacie e palermitana, con l’ausilio di virtuali degli ambienti, e pistacchio) e i percorsi di
bancomat, mappe interattive, mappe, info sulle collezioni, permette di immaginare il cicloturismo nell’area del
notizie di attualità, previsioni percorsi tematici, immagini luogo com’era in origine. Parco dell’Etna.
meteo, autonoleggi e transfer. e contenuti audio e video. Fornisce inoltre informazioni Valle dei Templi
A Palermo Appanelle sul luogo, gli scavi e i testi di (per iOS e Android - gratuita)
(per iOS e Android - gratuita) (per iOS e Android - gratuita) approfondimento. Uno strumento utile per
Vera e propria guida Lanciata nel contesto di EXPO Etna Tracking godere al meglio del
alla visita del capoluogo 2015, è dedicata al cibo di (per Android - gratuita) patrimonio artistico, naturale
siciliano, con notizie storiche strada siciliano: dove trovarlo, Nuovissima app per affrontare e folkloristico del Distretto
e artistiche, informazioni come prepararlo, e in più i preparati l’ascesa verso i Turistico Valle dei Templi.
pratiche, itinerari, alberghi mercati tipici e informazioni crateri dell’Etna, con mappe, Oltre alle informazioni su
e ristoranti, eventi in corso sulla cultura gastronomica sentieri, distanze, rifugi, strade punti d’interesse ed eventi
e possibilità di ricevere della regione. L’app è anche carrozzabili, previsioni meteo. propone itinerari sulle tracce
notifiche sulle promozioni. social, con possibilità di Consultabile in parte anche dei grandi scrittori di questo
Disponibile anche offline. condividere le proprie ricette e offline. lembo di Sicilia.