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Come Fotografare Il Cielo Notturno 2022

Caricato da

Lorenzo Cornia
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COME FOTOGRAFARE IL

CIELO NOTTURNO
ANGELO PERRONE
Prefazione
COME FOTOGRAFARE IL CIELO NOTTURNO è un manuale di fotografia scritto da
Angelo Perrone con lo scopo di istruire il fotografo amatore ed esperto a imparare la
tecnica della fotografia paesaggistica notturna, fotografia con astro inseguitore,
fotografia Deep Sky e Startrail. Questo manuale tratta l’argomento dalla A alla Z
riguardo l’utilizzo di fotocamere reflex e mirrorless in Astrofotografia.

La prima versione del manuale è uscita il 12 settembre 2021 e ha riscosso un


grandissimo successo negli ultimi 6 mesi vendendo oltre tremila copie digitali e
cartacee in cinque lingue diverse. Per questo motivo volevo ringraziare tutti coloro
che hanno contribuito a questo enorme e inaspettato successo.
Nella post-produzione è illustrato come effettuare lo Stacking delle immagini
astronomiche e il workflow ideale per raggiungere degli ottimi risultati con il software
Astro Panel Pro (versione 6).
Angelo Perrone si occupa di Fotografia paesaggistica notturna, post-produzione
astrofotografia, Deep Sky e Via Lattea. Organizza durante l’anno workshop in tutta
Italia ed è l’autore di Astro Panel, uno dei plug-in migliori per Adobe Photoshop
Creative Cloud.
Per dubbi o domande potete visitare la nuova pagina
https://digitalimagingsolutions.it .
Vorrei dedicare questo manuale a mia moglie Roberta e mio figlio che sono la mia
famiglia e che mi danno la forza tutti i giorni per non mollare mai.
Ringrazio il mio amico Earl Mallia Duca per il supporto alla traduzione in lingua
inglese, Jerome Sartre per la traduzione in lingua francese e Antonio Jesús Alcaraz
Vázquez per la traduzione in lingua spagnola. Troverete alcune delle loro immagini
astronomiche sfogliando il libro.
Vi auguro una buona lettura.
L’autore
Angelo Perrone

1
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Indice
1 La Tecnica Fotografica

1.1 La Reflex digitale (DSLR) - Mirrorless

1.1.1 Come è costruita una DLSR (Digital Single Lens Reflex)

1.1.2 L'Esposizione Manuale

1.1.3 La modalità Manuale

1.1.4 I tempi di esposizione e il Diaframma

1.1.5 Il valore ISO

1.1.6 Il Bilanciamento del Bianco

1.1.7 Esposizione in Live View

1.1.8 La Messa a Fuoco

1.1.9 L'Iperfocale

1.1.10 La Composizione

1.2 Il Rumore Digitale

1.2.1 Cos'è il Rumore Digitale

1.2.2 Le Tecniche per eliminarlo

1.3 Scegliere l’ottica giusta

1.3.1 La Focale migliore

1.3.2 Le Aberrazioni Cromatiche

2
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1.3.3 La Vignettatura

1.3.4 L’Effetto Coma

1.3.5 La Diffrazione

1.4 Come si scatta in Astrofotografia

1.4.1 Scatto singolo e la Regola del 300

1.4.2 Usiamo l’Astro Inseguitore

1.4.3 Calibrazione con Dark, Bias e Flat

1.4.4 Esposizione multipla

1.4.5 Astrofotografia in HDR

1.4.6 Startrail

1.4.7 La tecnica Timelapse (secondo aggiornamento del libro)

1.4.8 Come realizzare una Panoramica (secondo aggiornamento del libro)

2 Pianificazione dello Scatto

2.1.1 Accessori per la Fotocamera

2.1.2 Filtri per Astrofotografia

2.1.3 Abbigliamento e complementi

2.1.4 L'inquinamento luminoso

2.1.5 Mappe Terrestri e software per Smartphone e PC

2.1.6 Seeing Astronomico e Meteo

3
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3 La Post Produzione

3.1 Conosciamo Astro Panel Pro

3.1.1 Installazione

3.1.2 Il Pannello

3.1.3 La Sezione Landscape

3.1.4 La Sezione Astro

3.1.5 La Sezione Export / Masks

3.1.6 La Sezione Fusion

3.2 Stacking delle immagini in Astro Panel Pro

3.2.1 Tutorial Merge (Silk, Focus Stacking, HDR, Night HDR, Mean Stack)

3.2.2 Stacking Startrail

3.2.3 Stacking Immagini Astronomiche e HDR

3.2.4 Stacking Canali Deep Sky

3.3 Workflow delle immagini in Adobe Photoshop con Astro Panel

3.3.1 Elaborazione di una posa singola

3.3.2 Elaborazione doppia esposizione

3.3.3 Elaborazione Cielo Profondo (Deep Sky)

3.3.4 Elaborazione di uno Startrail

4
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3.3.5 Rimuovere l’Inquinamento Luminoso

3.3.6 Elaborazione Immagini per Video Timelapse in PS (secondo aggiornamento del


libro)

3.3.7 Montaggio Video Timelapse in Adobe After Effects (secondo aggiornamento del
libro)

3.3.8 Creazione Immagini Panoramiche in Adobe Photoshop e Adobe Lightroom


(secondo aggiornamento del libro)

4 Pillole di Astronomia
4.1 Impariamo a riconoscere il Cielo
4.1.1 Il Cielo Boreale
4.1.2 Il Cielo Australe
4.1.3 L'aurora Boreale e Australe
4.1.4 L'Eclissi di Sole e di Luna
4.1.5 Il Sistema Solare
4.1.6 Glossario Astronomico

5 Bibliografia e Conclusioni

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1. La Tecnica Fotografica

In questo capitolo impareremo a usare la nostra


fotocamera digitale in maniera completamente manuale
riuscendo a gestire la messa a fuoco in ogni situazione.
Riusciremo a gestire la luce che abbiamo in natura e
come catturarla nelle nostre fotografie. 7
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1.1 La Reflex Digitale (DSLR) - Mirrorless
Le DSLR (Digitale Single Lens Reflex) o più comunemente chiamate Reflex digitali,
sono la scelta più diffusa da parte dei fotografi professionisti e amatoriali. Queste
sono l'evoluzione tecnologica delle SLR a pellicola, e nonostante il funzionamento
rimane sempre lo stesso, al posto delle pellicole a 35mm troviamo dei sensori
fotografici che ci permettono di eseguire lavori incredibili. Inoltre, la tecnologia ha
permesso l'abbattimento dei costi e la diffusione su larga scala delle reflex digitali
rendendo accessibile a tutti la fotografia.

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1.1.1 Come è costruita una DLSR (Digital Single Lens Reflex)
Una DSLR è composta da un sensore digitale e da un sistema di specchi.
Il meccanismo usato fino ad oggi delle macchine a pellicola è rimasto lo stesso; gli
elementi che compongono il sistema Reflex sono:
- Pentaprisma;
- Specchio;
- Mirino;
- Obiettivo con lenti;
- Sensore digitale;
- Otturatore.

Nel momento in cui puntiamo (primo dello scatto), la luce attraversa l'obiettivo,
giunge sullo specchio rimbalzando nel pentaprisma finché non vediamo l'immagine
nel mirino o nel display della fotocamera. Successivamente, la pressione del tasto di
scatto servirà a sollevare lo specchio, aprire l'otturatore e trasformare i fotoni che
giungono sul sensore in pixel digitali.

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APSC, FULL FRAME E MIRRORLESS
Il formato 35mm nella fotografia è composto da una pellicola sensibile di altezza pari
a 24mm e larghezza di 36mm. Le grandi case costruttrici di sistemi reflex hanno
cercato di mantenere costante questo formato, ma con l'avvento della fotografia
digitale e la tecnologia, sono stati creati sensori più piccoli rispetto al formato pieno,
per ridurre i costi e creare fotocamere adatte al grande pubblico.
Infatti, il componente più costoso di ogni fotocamera è il suo sensore che in base alle
sue dimensioni farà lievitare il prezzo finale. L'introduzione di sensori ridotti, come il
formato APSC (Advanced Photo System - Classic), di dimensioni pari a 25,1mm per
16,7mm è il più diffuso fra gli amatori e semi-professionisti. In seguito, produttori
come Canon hanno introdotto un altro formato come l'APS-H (Advanced Photo
System High Definition) di dimensioni pari a 28,7mm per 19mm.

L'avvento di questi nuovi formati ha permesso la creazione di sensori economici in un


corpo macchina più compatto e meno costoso, con elevata riduzione del peso
complessivo e delle dimensioni più piccole di tutte le componenti del sistema.
Tuttavia, questi nuovi sensori (Apsc, 4/3 per sistema mirrorless) hanno alcuni
svantaggi rispetto al pieno formato e sono:
- maggiore disturbo digitale (rumore digitale);
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- minore sensibilità in condizioni di scarsa luminosità;
- variazione dell'angolo di campo che si riduce fino a 2x (mirrorless 4/3), 1,6x (Reflex
Canon e 1,5x (Reflex Nikon);
- minore gamma dinamica;
- maggiore profondità di campo;
- creazione di obiettivi super-grandangolari ad hoc spesso non compatibili con il
pieno formato.
Le mirrorless rispetto ai sistemi APSC e FF (Pieno formato), rinunciano allo specchio e
al pentaprisma riducendo notevolmente l'ingombro e le dimensioni della reflex. Sony,
uno dei principali produttori di sistemi mirrorless e il principale produttore di sensori
al mondo, ha introdotto con la Serie Ar7 la prima Mirrorless al mondo Full Frame
creando una macchina professionale che non ha niente a che vedere con i sistemi
tradizionali DSLR vantando dimensioni e peso ridotti.

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1.1.2 L'Esposizione Manuale
Riuscire a gestire l'esposizione manuale è importante nella fotografia digitale perché
possiamo catturare la luce che abbiamo di fronte come meglio ci piace.
La capacità di saper padroneggiare la nostra reflex potrà immortalare momenti unici
della nostra vita e della nostra quotidianità come un bellissimo tramonto, un'alba o
addirittura la Via Lattea. Lasciamo perdere gli automatismi perché la foto non sarà
frutto dell'idea che abbiamo nella nostra mente, ma di un calcolo che il sensore e il
processore della reflex ha elaborato in base alla scena.
Quindi immergiamoci in questo capitolo e impariamo quali sono i principali strumenti
che la fotocamera ci propone:
- l'esposimetro;
- l'istogramma;
- la modalità "Live-View";
- il diaframma e il tempo di esposizione;
- la sensibilità ISO;
- il bilanciamento del bianco;
- la messa a fuoco.

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1.1.3 La Modalità Manuale
Non avere paura di imparare la Modalità Manuale, gira la ghiera delle scene della tua
reflex su "M" (modalità Manuale) e comincia a giocare con la luce.
Quando attiviamo la Modalità Manuale, abbiamo a disposizione numerosi strumenti
per calcolare la quantità di luce che deve giungere sul sensore. Primo fra tutti è
l'esposimetro, che ci indica quanta luce sta raggiungendo i pixel del sensore.

COME FUNZIONA L'ESPOSIMETRO E COME SI REGOLA?


In base alle impostazioni di tempo/diaframma e rumore digitale (cosiddetto triangolo
dell'esposizione) l'esposimetro calcola l'effettiva luce che sta raggiungendo il sensore.
Per interpretarlo al meglio basta guardare il cursore che si muove alla destra o alla
sinistra del valore "Zero". Se il cursore va verso sinistra l'esposimetro ci indica che la
scena che stiamo per catturare è sottoesposta (scura), viceversa se va verso destra, la
scena sarà sovraesposta (luminosa).
Per una corretta esposizione il cursore deve rimanere quanto più vicino allo "Zero" in
modo da non bruciare le luci o chiudere troppo le ombre.
Esistono diverse modalità con cui l'esposimetro può lavorare e in ogni reflex
possiamo impostarne ben quattro:
- Esposizione Matrix (la più utilizzata in ambito fotografico) consente alla fotocamera
di prendere in esame un'ampia area della scena inquadrata;

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- Esposizione Ponderata Centrale: la fotocamera esegue la misurazione nell'area
centrale del fotogramma; è utile nella fotografia di ritratto o quando si utilizzano filtri
di intensità superiore a 1x;
- Esposizione Spot: la fotocamera esegue la misurazione su un 2% circa della scena
inquadrata e coincide con il punto centrale dell'autofocus che abbiamo impostato;
utile quando si devono fotografare soggetti con lo sfondo molto luminoso o molto
scuro;
- Esposizione Ponderata su Alte Luci: la fotocamera assegna la misurazione alle alte
luci per non ridurre la perdita di dettaglio. È utile quando si fotografano gli artisti su
un palcoscenico.
L'esposimetro risulta fondamentale quando utilizziamo la fotocamera appoggiando
l'occhio al mirino ottico, ma nel momento in cui attiviamo il "Live View"(pag. --) come
ci regoliamo con l'esposizione? A questo punto entra in gioco un altro strumento che
si chiama "Istogramma". Vediamo cos'è e come funziona.

L'ISTOGRAMMA
L'istogramma è una misurazione espressa in un grafico che ci indica quanti pixel e in
che modo stanno arrivando sul sensore della fotocamera. Per attivarlo in modalità
Live consultare il manuale della propria fotocamera.

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Se osserviamo il grafico possiamo notare come questo sia diviso in tre sezioni
principali e come i pixel si muovano al variare della luminosità della scena: se
l'istogramma viene schiacciato verso sinistra avremo una foto sottoesposta con la
conseguenza di ottenere una perdita di dettagli nelle zone scure, al contrario avremo
una foto sovraesposta con le luci completamente bruciate e le informazioni in esse
contenute completamente irrecuperabili. Quindi per una corretta esposizione della
foto è fondamentale variare le impostazioni (tempo di esposizione, diaframma e
sensibilità ISO) per contenere i pixel al centro dell'istogramma come nella foto
seguente.
In questa pagina illustreremo in modo dettagliato come interpretare e cosa fare con
l'istogramma.

Possiamo attivare l'istogramma per regolare l'esposizione in modo corretto


utilizzando la modalità "Live-View" premendo un preciso tasto sulla fotocamera che ci
mostrerà tutte le informazioni raccolte dal sensore durante la scena che stiamo
fotografando. Per esempio, sulle fotocamere Nikon il tasto "Su" del cursore ci attiverà
questa funzione oppure sulle fotocamere Canon basterà premere più volte il tasto
"Info". Consultate il manuale della vostra fotocamera per scoprire se ha questa
funzionalità e come attivarla.

Quindi come abbiamo visto precedentemente, regoliamo i parametri della reflex


affinché i picchi dell'istogramma rimangano al centro del grafico per avere la scena
esposta correttamente.

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1.1.4 Tempi di Esposizione e Diaframma
Il tempo di esposizione è lo spazio di tempo entro il quale l’otturatore (figura sotto)
resta aperto permettendo alla luce di raggiungere il sensore. Per questo motivo con
tempi più lunghi possiamo ottenere una maggiore quantità di luce e fotografie più
chiare. Viceversa, se vogliamo cogliere l’attimo o dobbiamo fotografare un soggetto
che si muove velocemente, dovremmo usare tempi rapidissimi.

NEL MOMENTO IN CUI VIENE PREMUTO IL TASTO DI


SCATTO DELLA FOTOCAMERA LO SPECCHIO VIENE
SOLLEVATO E LA LUCE ARRIVA SUL SENSORE, DOPO CHE
LE LAMELLE DELL'OTTURATORE SI SONO APERTE.

Il diaframma è il meccanismo attraverso il quale confluisce nel sistema ottico la


quantità di luce necessaria che deve raggiungere il sensore della fotocamera ed è
composto da una paratia regolabile a lamelle. In base al tipo di sistema ottico
possiamo trovare obiettivi a partire da 7-8 lamelle fino a un massimo di 15, come
negli obiettivi più costosi. Una maggiore presenza di queste lamelle influenza
positivamente la qualità dello sfocato, detto “Bokeh”, rendendolo piacevolmente
"cremoso", al contrario si ottengono effetti visivi particolari e ricercati.

Il diaframma è posizionato al centro del sistema ottico, in modo da evitare distorsioni


a "barile" o "cuscino" tipici degli obiettivi grandangolari. È importante conoscere a
fondo come utilizzare il diaframma per raggiungere un buon livello di qualità
dell'immagine e nitidezza; un diaframma molto chiuso permette di ottenere una foto
con un ottimo livello di nitidezza generale e una buona profondità di campo
riducendo aberrazioni cromatiche. Al contrario con un diaframma molto aperto,
avremmo nitidezza solo sul piano di messa a fuoco e ridotta profondità di campo,
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facendo risultare il resto della foto sgranato e sfocato con evidenti aberrazioni
cromatiche.

Per raggiungere la massima nitidezza dell'obiettivo bisogna utilizzare lo stop


intermedio fra quelli disponibili nell'obiettivo; per esempio, su un obiettivo come il
Samyang 14mm, lo stop migliore sarà f/8 perché è intermedio fra f/2.8 e f/22. Non
cercate di diaframmare troppo perché peggiorerete la qualità dell'immagine generale
in quanto si verifica il fenomeno della diffrazione. I raggi diffratti sono sempre
presenti ma a diaframmi aperti il loro effetto è meno rilevante. Questa dipende dal
rapporto tra la focale utilizzata e l'apertura del diaframma, così detto "f-numero".
Questo valore identifica la quantità di luce che passa dall'obiettivo, dando lo stesso
valore di esposizione indipendentemente dalla lunghezza focale utilizzata. Per
esempio, il calcolo dell'apertura relativa corrispondente a f/4 in una focale di 200mm
è di 50mm. Infine, la sequenza di stop che utilizziamo oggi nei sistemi ottici è stata
introdotta dal Congresso di Liegi nel 1905, ed è composta così: f/1.0 - f/1.4 - f/2.0 -
f/2.8 - f/4.0 - f/5.6 - f/8.0 - f/11 - f/16 - f/22 - f/32 ...

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1.1.5 Il Valore ISO
Nella fotografia digitale, il valore ISO è uno degli elementi che determinano la
quantità di luce che deve essere catturata dal sensore. Più alto è questo valore, più
sensibile sarà il sensore alla luce. Di conseguenza a un valore ISO predefinito, con
l'aiuto dell'esposimetro digitale e regolando automaticamente o manualmente il
tempo di esposizione e l'apertura del diaframma, l'immagine scattata risulterà
correttamente bilanciata, come nelle fotocamere a pellicola.

Per regolare questo parametro è stato definito lo standard ISO-12232:2006, che


attribuisce al sensore le sensibilità in base alla quantità di luce, il rumore aggiunto al
sensore e le specifiche di apparenza dell'immagine risultante.

Allo stesso modo dei tempi di esposizione e dell'apertura del diaframma, anche il
valore ISO procede a stop. Infatti, i parametri ISO delle più comuni fotocamere digitali
vanno da ISO 100 a 12800. Nella figura sotto potete notare come il rumore digitale
diventa evidente aumentando il valore ISO.

AUMENTO DEL RUMORE DIGITALE AL VARIARE DEGLI ISO

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QUANDO BISOGNA AUMENTARE IL VALORE ISO?

Nelle situazioni in cui la luce disponibile è scarsa, possiamo impostare un valore ISO
elevato. Bisogna analizzare che tipo di scena o soggetto dobbiamo riprendere, perché
con tempi velocissimi dobbiamo aumentare gli ISO per raggiungere l'esposizione
corretta; al contrario con tempi lunghi o con aperture maggiori usiamo dei valori ISO
più bassi. Il discorso si fa più articolato quando parliamo di fotografia notturna poiché
non bastano tempi lunghi e obiettivi con diaframmi luminosi, ma anche un valore ISO
elevato.

Bisogna tenere in considerazione che utilizzare un valore ISO elevato amplifica il


segnale ricevuto dal sensore con conseguente aumento del rumore digitale, che si
manifesta nelle immagini con la comparsa di punti colorati e un calo della nitidezza.

Quello che vi consiglio è di utilizzare questo parametro in modo ponderato per


ottenere un file con rumore digitale accettabile. In fotografia notturna, su
fotocamere con sensore ridotto, è consigliato non superare i 3200 ISO, mentre su
sensori Full Frame possiamo toccare anche i 12800 ISO. Possiamo ridurre il rumore
digitale delle foto utilizzando specifiche tecniche di fotografia che spiegheremo nei
paragrafi successivi e in post-produzione, come lo Stacking di immagini utilizzando i
Dark Frame, Bias Frame e Flat Frame.

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1.1.6 Il Bilanciamento del Bianco
Il bilanciamento del bianco è una funzione presente nelle moderne fotocamere che
consente di ottenere dei colori naturali nelle nostre fotografie nonostante ci siano
delle dominanti di colore. Durante l'arco della giornata la luce solare cambia intensità
e colore, passando da una luce fredda e azzurrina dell'alba fino a una calda e rossa
del tramonto. Questa variazione viene misurata in gradi Kelvin, e per ogni situazione
potete impostare una temperatura diversa per eliminare le dominanti di colore.
Infatti, a mezzogiorno, in una giornata di sole, la temperatura consigliata per
impostare la fotocamera è di 5000 kelvin, mentre sotto un cielo nuvoloso possiamo
arrivare sui 6500-7000 kelvin. Invece in un ambiente chiuso illuminato artificialmente,
dobbiamo impostare una temperatura di 3000 kelvin per eliminare la dominante
gialla. Guardate la figura qui sotto per avere un'idea su come impostare la
temperatura della nostra fotocamera in base al tipo di luce disponibile nella scena:

Le moderne fotocamere hanno il bilanciamento del bianco automatico e preset per


ogni tipo di scena, ma con frequenti cambi di luce non riescono a interpretare
correttamente i colori. Per questo motivo un giusto bilanciamento del bianco è
importante e facilita il lavoro in fase di post-produzione; vi ricordo che per
correggerlo è necessario impostare il formato delle immagini in RAW in modo da
mantenere inalterata la qualità del file.

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IL "BILANCIAMENTO DEL BIANCO" PERSONALIZZATO

Come impostiamo il bilanciamento del bianco per ogni tipo di scena? Esiste in ogni
fotocamera digitale la funzione "WB personalizzato" e adesso spiegheremo come
impostarlo per ottenere una foto corretta. Per prima cosa dobbiamo scattare una
foto campione (senza sovraesporre né sottoesporre) ad un foglio bianco o cartoncino
grigio al 18% (che trovate in vendita in qualsiasi negozio di fotografia).

Aprite il menù della vostra fotocamera e selezionate "WB personalizzato" o “Pre-


misurazione manuale". Dalle opzioni scegliete il comando "scegli una foto campione"
e selezionate quella che abbiamo appena scattato. Effettuate varie prove per
accertare se avete individuato il corretto bilanciamento del bianco, altrimenti
ripetete la procedura appena descritta.

Potete impostare il bilanciamento del bianco anche in post-produzione, con


conseguente perdita di tempo, facendo attenzione alle dominanti di colore e a non
bruciare i livelli del bianco nell'istogramma.
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1.1.7 Esposizione in Live View
Quando abbiamo a che fare con la regolazione dell’esposimetro sulle reflex e
mirrorless moderne troviamo uno strumento fantastico che si chiama “Live View”.
Questa modalità si attiva tramite un pulsante dedicato sulla fotocamera chiamato
nella maggior parte dei modelli “LV” o “Start/Stop” e ha la funzione di mostrarci
direttamente nello schermo della fotocamera quello che accade in tempo reale
davanti alla vostra fotocamera secondo i parametri che voi avete impostato (Tempo
di esposizione, ISO e diaframma). Tramite il Live View possiamo fare una messa a
fuoco precisa tramite i tasti zoom avanti e indietro e questa è una delle modalità per
non sbagliare la messa a fuoco nelle foto notturne. Vi ricordo che se sbagliate la
messa a fuoco in astrofotografia potete cestinare la vostra foto.

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1.1.8 La Messa a Fuoco
Per prima cosa specifichiamo che cosa vuol dire "Messa a Fuoco". Essa consiste nel
regolare la giusta distanza delle lenti dell'obiettivo dal sensore o dalla pellicola in
modo da proiettare un'immagine nitida. Quando l'immagine non è nitida si dice che è
fuori fuoco o sfocata.

Possiamo impostare la messa a fuoco tramite l'Autofocus della fotocamera digitale


premendo a metà corsa il pulsante di scatto o agendo sulla ghiera di messa a fuoco
dell'obiettivo manualmente.

La messa a fuoco manuale viene usata per scattare foto creative o per avere un
maggior effetto sfocato. Ogni singolo obiettivo ha una distanza minima di messa a
fuoco, sotto la quale non è possibile raggiungere una fotografia nitida.

Generalmente una focale di 50mm equivale a una distanza di circa 45cm. Se il


soggetto da fotografare è molto lontano si imposta direttamente la modalità Infinito,
che corrisponde al simbolo di un numero "otto rovesciato".

La distanza che va dal centro ottico della lente sino al piano focale è detta distanza
focale. La distanza focale è una misura assoluta che è utilizzata in fotografia per
catalogare i sistemi ottici. La messa a fuoco influisce anche sulla profondità del
campo inquadrato, potete trovare l’approfondimento sulla PDC (acronimo di
Profondità di campo) a pagina 19.

MODALITÀ' LIVE VIEW

Adesso impareremo a impostare la messa a fuoco nella fotografia notturna/diurna


che è la cosa più importante quando si scatta una fotografia. Infatti, se sbagliate la
messa a fuoco, dovrete cestinare la vostra foto.

Innanzitutto, impostate la messa a fuoco manuale dalla ghiera o attivatela da uno dei
pulsanti posti sul corpo dell'obiettivo. In questo caso ci viene in aiuto la modalità Live

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View che consente di vedere la scena in tempo reale sullo schermo LCD della
fotocamera rendendo più semplice catturare immagini da posizione scomode o dal
treppiede. La visione nel display LCD della fotocamera può essere ingrandita fino a
dieci volte con il tasto “Zoom +” della fotocamera per agevolare la messa a fuoco
manuale. In questo modo, posso anche controllare l'esposizione e la profondità di
campo.

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1.1.9 L’Iperfocale
La profondità di campo, detta anche PDC, è quella zona del piano focale in cui gli
oggetti inquadrati appaiono nitidi e a fuoco. Nella fotografia macro la PDC è ridotta a
un paio di millimetri al contrario di quella paesaggistica in cui abbiamo a disposizione
qualche chilometro. La profondità di campo è influenzata da questi fattori:

- la distanza di messa a fuoco;


- la lunghezza focale dell'obiettivo;
- l'apertura del diaframma;
- il diametro del Circolo di Confusione, detto CDC.
Nella figura sotto viene spiegato come funziona la messa a fuoco e i limiti della
profondità di campo quando dobbiamo fotografare un soggetto.

La profondità di campo diventa ridotta utilizzando focali con una maggiore escursione
focale (300-400mm). Infatti, utilizzando una focale di 500mm con un sensore full
frame a diaframma F/8, per riprendere un oggetto alla distanza di 10 metri, la
profondità di campo risulterà essere di 29 centimetri. Viceversa, con una focale di
50mm sempre con un diaframma a f/8 la profondità di campo si estende a 218 cm. La
Profondità' di campo 24 Impostare la giusta profondità di campo nella fotografia
paesaggistica è importante per avere tutto a fuoco.
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Inoltre, l'apertura del diaframma coincide con la profondità di campo a fuoco. Infatti,
se vogliamo aumentarla dobbiamo necessariamente chiudere il diaframma, al
contrario se apriamo il diaframma la profondità di campo diminuisce e la sfocatura
intorno al soggetto da mettere a fuoco aumenta. Ricorda però che quando chiudi il
diaframma il tempo di esposizione aumenta (specialmente in condizioni di luminosità
scarsa).

CALCOLARE LA PROFONDITÀ' DI CAMPO E L'IPERFOCALE

Per calcolare la PDC e raggiungere il punto di Iperfocale, dobbiamo conoscere il


diametro del Circolo di Confusione, che varia in base alla grandezza del sensore della
reflex, il diaframma utilizzato e la focale. La formula per calcolare l'iperfocale è:

Focale^2
I (Iperfocale) = ------------------
Diaframma * CdC
Quindi su un obiettivo di 14mm impostato con diaframma a f/8 l'iperfocale
corrisponde a:

14mm*14 (F^2)
--------------------- = 980mm (Iperfocale)
8 (F) *0.025 (CdC)
Trovato il punto di Iperfocale impostiamo la messa a fuoco manuale sull'obiettivo
seguendo la scala delle distanze di messa a fuoco. Ricorda che il Circolo di
Confusione, nei sensori APS-C (formato ridotto) corrisponde circa a 0,015 metri,
mentre nei sensori Full Frame (pieno formato) 0,025 metri. Puoi anche calcolare
l'Iperfocale corretta su smartphone e tablet cercando sull'App Store o Play Store app
specifiche con le parole chiavi "Depth of Field".

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1.1.10 La Composizione
La Composizione ha il compito di influenzare chi guarda la fotografia e sapere come
guidare l’occhio dello spettatore sul soggetto o su un altro punto focale
dell’immagine. In questo capitolo troverai un elenco di alcune delle tecniche di
composizione fotografica più utilizzate. Queste tecniche sono utili anche se sei
diventato un fotografo professionista.

SEMPLIFICARE
La tecnica per avere una composizione chiara e forte è basata sulle cose semplici.
Invece di avere troppi oggetti contenuti nell’inquadratura, mantieni la messa a fuoco
su un singolo soggetto utilizzando una ridotta profondità di campo ed eliminando
elementi inutili che potrebbero disturbare la visuale del soggetto principale. Prima i
tuoi spettatori saranno in grado di determinare il punto focale della tua immagine,
più potranno dedicare tempo ad apprezzare e decifrare il messaggio contenuto
nell’immagine stessa.

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RIEMPIRE L’INQUADRATURA

Per utilizzare questa tecnica dovrai avvicinati al soggetto per riempire il campo
inquadrato. In questo modo, la messa a fuoco cade sul soggetto, come l’interno di un
fiore e su dettagli che possono essere invisibili a occhio nudo.

Questa tecnica ti aiuterà a liberarti degli elementi di disturbo posizionati sullo sfondo
con interessanti schemi astratti. Il ritaglio durante la post-produzione funziona per far
sembrare la tua foto un primo piano ma tieni presente che corri il rischio di ridurre
significativamente la risoluzione dell’immagine. Questo tipo di tecnica è spesso usata
in ritrattistica e fotografia Macro.

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REGOLA DEI TERZI
Questa tecnica di composizione alla base di qualsiasi corso di fotografia di base è
fondata sull’idea che posizionare i soggetti fuori centro produce una composizione
più forte e dall’aspetto più naturale consentendo di fare un uso creativo dello spazio
negativo. Seguire la regola dei terzi può essere l’occasione perfetta per riprendere i
tuoi soggetti da diverse angolazioni creando immagini uniche.

Mentre stai scattando una foto immagina una griglia 3×3 che divide la tua
inquadratura in nove sezioni uguali (da due linee verticali e due orizzontali).

Posiziona l’orizzonte, gli alberi e altri punti focali come gli occhi e le labbra lungo le
intersezioni e le linee. In questo modo potrai produrre immagini migliori e guidare lo
spettatore su ciò che vuoi focalizzare. La maggior parte delle fotocamere è dotata di
una griglia per aiutarti a comporre le immagini in questo modo.

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CORNICE
Questa tecnica chiamata anche sub-inquadratura, prevede l’uso o l’aggiunta di
elementi di cornice per enfatizzare e guidare l’occhio dello spettatore verso il
soggetto e aggiungere interesse alla tua immagine. Può essere qualsiasi cosa, da
cornici naturali come formazioni rocciose o artificiali come finestre e tunnel.
Qualunque sia la forma, questa tecnica aiuterà a mettere a fuoco il soggetto previsto,
creando un’immagine esteticamente più piacevole.

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COLORE
Un’altra tecnica di composizione fotografica è l’uso del colore per creare fotografie
spettacolari e rafforzare il messaggio dietro le immagini. Puoi scegliere di includere
uno o più colori audaci e sorprendenti per far risaltare i tuoi soggetti. Oppure puoi
optare per tonalità pastello per immagini luminose e graziose.

Anche i colori complementari (come i tramonti blu e arancione) hanno la


combinazione perfetta per creare un’immagine bellissima e ben bilanciata. Puoi
anche modificare la temperatura del colore per produrre risultati interessanti in post-
produzione. Oppure puoi usare le tonalità dei colori per evocare varie emozioni,
come la felicità con il colore giallo o una scena tetra con le tonalità più scure.

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CONTRASTO
Il contrasto funziona in modo simile ai colori per migliorare la composizione
soprattutto per le immagini monocromatiche. Può anche essere utilizzato per far
risaltare il soggetto: circondalo e riempi l’inquadratura con colori più chiari e tenui.
Anche le immagini monocromatiche come seppia e bianco e nero si basano sul
contrasto per rivelarne i dettagli e le trame.

Quando si cerca il contrasto tonale, è importante notare che le aree più scure
tendano ad essere “più pesanti” sugli occhi. Quindi bilanciali aggiungendo aree più
grandi e più chiare. Questa tecnica viene spesso utilizzata nella fotografia
paesaggistica.

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LINEE E FORME PRINCIPALI
Altri elementi significativi dell’arte sono le linee e le forme che possiamo usare a
nostro vantaggio. Le linee hanno un modo naturale di guidare gli occhi dello
spettatore, rendendo l’elemento perfetto per attirare l’attenzione sui punti focali
desiderati. Strade, ponti e corridoi sono ottimi per mostrare una prospettiva lineare.
Hanno linee che si restringono verso l’estremità, potenzialmente portando gli occhi
dove potrebbero essere i tuoi soggetti principali. Mentre pratichi questa tecnica di
composizione fotografica, scoprirai che anche le forme sono tutt’intorno a te.
Troverai spesso forme convenzionali e definite nelle case (finestre e porte) e in altre
strutture architettoniche. Triangoli e rombi tendono ad aggiungere un tocco
piacevole ai tuoi scatti.

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EQUILIBRIO SIMMETRICO
La simmetria è una tecnica compositiva largamente utilizzata per creare equilibrio
visivo nelle immagini fotografiche. Noi stessi cerchiamo involontariamente la
simmetria in tutte le cose. Una fotografia con elementi quasi perfettamente bilanciati
di solito crea un’immagine molto affascinante.

Basta esaminare la foto sotto. Potrebbe essere stato incredibilmente facile per il
fotografo posizionare sé stesso e la fotocamera in modo da catturare il profilo
distinto, il tramonto spettacolare e l’immagine corrispondente nella parte inferiore
dell’inquadratura. Ma uno spettatore impiegherebbe più tempo per osservare i molti
dettagli di questa foto, rendendola così ancora più coinvolgente.

EQUILIBRIO ASIMMETRICO
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Se eseguita correttamente, anche un’immagine visivamente non bilanciata può
essere una foto interessante. Per quanto ci soddisfi guardare un’immagine
simmetrica, c’è anche qualcosa di coinvolgente in un’immagine che non sembra
“seguire le regole”. Questa tecnica è molto difficile da acquisire, ma migliora con
tanta pratica.

Per ottenere l’asimmetria, prova a riprendere due soggetti o elementi diversi e


contrastanti, posizionandoli fuori centro seguendo la regola dei terzi. Possono essere
qualunque cosa: due oggetti diversi, due dello stesso oggetto che differiscono per
dimensioni o colore, quantità irregolari ma bilanciate di toni chiari e scuri o due idee
diversi.

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PRIMO PIANO, PROFONDITÀ E STRATIFICAZIONE
Introdurre la stratificazione nella composizione comporta l’inclusione di altri elementi
a distanze variabili dalla fotocamera per aggiungere profondità a un’immagine.
Questa tecnica consente chi la guarda di essere guidato attraverso l’immagine e di
saltare da un elemento all’altro. Il risultato diventa visivamente più coinvolgente
quando ci sono tre livelli predominanti nell’immagine: primo piano, centro e sfondo.
Il soggetto può essere collocato in primo piano, al centro o sullo sfondo, dipende da
dove ti focalizzi. Nel caso in cui gli elementi siano fissi, come nella foto, un semplice
cambio di prospettiva può alterare le dimensioni del tuo primo piano rispetto ai livelli
sullo sfondo. Puoi eseguire la stratificazione durante la post-produzione modificando
il primo piano nel modo più naturale possibile. Fai attenzione a mantenere
l’immagine complessivamente bilanciata e assicurati di avere un soggetto
riconoscibile che i tuoi spettatori possano identificare facilmente.

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LA SEZIONE AUREA
La sezione aurea è un concetto estetico solitamente discusso in fotografia. Questo
termine si riferisce a una spirale, di forma simile a una conchiglia Nautilus,
sovrapposta a un’immagine. Le parti dell’inquadratura attraversate dalla spirale
forniscono un impatto visivo maggiore rispetto alle altre porzioni della stessa
immagine.
La sezione aurea esiste in numerosissimi luoghi del mondo naturale. Spazia dalle
attività artistiche della fotografia al design dell’architettura fino alla musica. Si basa
sul concetto matematico chiamato “La sequenza di Fibonacci”, quindi potresti anche
sentirlo descritto come la “Spirale di Fibonacci”.
Mentre fotografi, prova a immaginare una spirale che scorre attraverso
l’inquadratura. Per migliorare ulteriormente le tue composizioni, prova a utilizzare le
sovrapposizioni della griglia nel mirino per aiutarti a considerare questi rapporti
mentre scatti.

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QUALI SONO I 7 ELEMENTI DELLA FOTOGRAFIA?
Ciascuno di questi sette elementi della fotografia viene utilizzato nelle arti visive per
contribuire a rendere le composizioni più avvincenti e accessibili. Queste includono:

• Linea: creare uno scorrimento visivo per lo spettatore attraverso linee guida sia
letterali che implicite.
• Colore: utilizzare una collezione di colori, o un’assenza di colore, per creare
impatto e atmosfera.
• Profilo: Evidenziare gli oggetti in modo bidimensionale, ad esempio attraverso
l’uso della silhouette.
• Forma: dare profondità a un’immagine implicando la tridimensionalità
attraverso le luce e le ombre.
• Trama: raffigura il modo in cui una superficie può percepirsi attraverso l’ombra
e la luce.
• Tono: Suggerisce una sensazione generale attraverso la luminosità o l’oscurità
in un’immagine.
• Spazio: riempire selettivamente il fotogramma o lasciare aree vuote per
l’impatto.

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1.2 Il Rumore Digitale
Il Rumore Digitale nella fotografia moderna è il tallone d’Achille di tutte le reflex e
mirrorless. Anche se alcune di esse hanno sensori moderni e ben collaudati per
ridurre il rumore digitale e cromatico, alcune tecniche che descriveremo in questo
capitolo potranno eliminarlo definitivamente.

Illustreremo le tecniche da utilizzare nella pratica fotografica e metodi da utilizzare in


fase di post-produzione per eliminare il rumore digitale.

Nell’immagine sottostante un esempio di rumore digitale contenuto nell’immagine


della Via Lattea scattata in Cile. In questa immagine si nota chiaramente del rumore
generato da alti ISO e qualche hot pixel.

ESEMPIO DI RUMORE DI LUMINANZA E CROMINANZA

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1.2.1 Cos'è il Rumore Digitale
Se fotografate utilizzando ISO elevati, il più grosso problema è rappresentato dal
rumore digitale. Quando si parla di rumore in fotografia digitale ci si riferisce alla
grana che compare sulle immagini quando si utilizzano ISO alti.

Più è grande il sensore della fotocamera, meno rumore essa produce. Inoltre, il
rumore varia anche in base al tipo di fotocamera che state utilizzando. Le compatte
hanno un sensore piccolo (quindi generano più rumore, mentre le reflex hanno un
sensore grande e generano meno rumore).

Potete ridurre il rumore usando ISO bassi, aumentando i tempi di esposizione e


utilizzando un cavalletto o in astrofotografia un inseguitore astronomico.

Qui sotto, è possibile distinguere le diverse tipologie di rumore, spesso confuse tra
loro.

LUMINANZA: tipico rumore generato dall’alta sensibilità (ISO alti)


CROMINANZA: rumore generato dalle lunghe esposizioni.
TERMICO: rumore generato dal surriscaldamento del sensore.

LUMINANZA CROMINANZA TERMICO

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1.2.2 Le Tecniche per eliminarlo
Quando parliamo di eliminare il rumore digitale in fotografia ci sono alcuni metodi
per poterlo fare. Questi devono essere obbligatoriamente applicati durante la
sessione fotografica e non solo in post-produzione.

Il primo metodo è la tecnica del “Mean Stack”. Per poter effettuare questa tecnica
basterà scattare da tre a sette scatti consecutivi uguali per il soggetto che vogliamo
fotografare. In questo modo ogni singola foto avrà informazioni diverse per ogni pixel
e nel caso in cui in una di essi sia presente rumore di luminanza o crominanza questa
verrà sostituita con un altro pixel privo di rumore digitale di una delle foto della
sequenza che abbiamo scattato. Il risultato finale in post-produzione sarà una somma
della sequenza senza rumore digitale.

Il secondo metodo che possiamo utilizzare è la funzione “Riduzione rumore nelle


esposizioni lunghe”. Questa funzione, presente in tutte le fotocamere, esegue
automaticamente un doppio scatto impostando la sottrazione automatica dei pixel
rumorosi dallo scatto originale. È una funzione utile in alcune situazioni in cui
fotografiamo il paesaggio ma che consiglio di disattivare in astrofotografia. Questo
metodo non necessita di un intervento in post-produzione perché la fotocamera
produce direttamente un RAW da elaborare.

Il terzo metodo utilizzato in astrofotografia è la “Calibrazione tramite dark, flat e


bias”. Ciascuno di essi serve per correggere difetti ed imperfezioni dei singoli scatti, i
light frames, che poi verranno sommati in una immagine finale. Bias, dark e flat
frames devono essere acquisiti seguendo delle impostazioni ben precise, in
particolare i fattori determinanti per scattarli in maniera corretta sono: ISO / gain,
temperatura e tempo.

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1.3 Scegliere l’ottica giusta
Per la complessità tecnica di questo genere fotografico, l'attrezzatura ricopre un
ruolo fondamentale se vogliamo raggiungere dei buoni risultati. Non è necessario
investire ingenti somme di denaro per acquistare costosissimi obiettivi o fotocamere
digitali (reflex o mirrorless). Infatti, le moderne fotocamere, soprattutto APSC, hanno
una soddisfacente resa fotografica e troverete nelle prossime pagine consigli su quale
obiettivi acquistare in base al vostro budget e all’esperienza che ho maturato negli
anni. Ma quello che conta dopo l'attrezzatura è conoscere le tecniche sia in fase di
ripresa che in post-produzione. Infatti, la tecnica prima della post-produzione è
fondamentale per realizzare foto di ottima qualità. Potremmo realizzare una foto
perfetta anche con l’obiettivo kit che viene venduto con la nostra fotocamera, come
per esempio, il classico 18-55mm.

CONSIGLI DA SEGUIRE

Ecco alcuni accorgimenti tecnici che consiglio per fotografare il cielo notturno e
ottenere dei buoni risultati.
Per la fotografia a largo campo dovete munirvi di un obiettivo grandangolare
luminoso. Ce ne sono davvero tanti ma quelli che vi consiglio sono fra i migliori sul
mercato e hanno un buon rapporto qualità/prezzo.
Le caratteristiche migliori per questo tipo di obiettivi sono:
- una lunghezza focale che va dagli 8mm (su APSC) fino a un massimo di 35mm;
- La minima apertura del diaframma a f/4 o massima fino a f/1,4;
- Una buona nitidezza alla massima apertura del diaframma, bassa presenza di
aberrazioni cromatiche, coma e vignettatura.
Tenendo conto di queste fondamentali caratteristiche ecco alcuni degli obiettivi e
fotocamere digitali che posso consigliarvi per ogni tipo di budget.

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1.3.1 La Focale migliore
In questo capitolo vi consiglierò le migliori ottiche che potete acquistare in base al
vostro budget.
OBIETTIVI SOTTO I 1000€

SAMYANG 14MM F/2.8 TOKINA AT-X 11-20MM F/2.8 AF PRO DX


IL MIGLIORE GRANDANGOLO PER FULL FRAME PER IDEALE SU APSC, LUMINOSO E
RAPPORTO QUALITÀ/ PREZZO. NITIDO, LUMINOSO INCISIVO, VIGNETTATURA
A F/2,8 E CON UNA BUONA RESA CROMATICA. INESISTENTE. AUTOFOCUS PRECISO.

SAMYANG 10MM F/2.8 ED AS NCS CS SIGMA 20MM F/1.4


UNO DEI MIGLIORI GRANDANGOLI PER APSC, NITIDEZZA A F/1.4 E ABERRAZIONE CROMATICA
NITIDO A F/2.0, LEGGERO E OTTIMO PER LIEVISSIMA. COSTRUZIONE AL TOP. AUTOFOCUS
ASTROFOTOGRAFIA GRAZIE ALLA SUA LUMINOSITA’ VELOCISSIMO.

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SAMYANG XP 14MM F/2.4 IRIX 15MM F/2.4 BLACKSTONE
IL MIGLIOR OBIETTIVO PER ASTROFOTOGRAFIA SU UN OTTIMO GRANDANGOLO, NITIDO AL CENTRO DEL
CANON E NIKON DSLR. FOTOGRAMMA MA POCO INCISIVO AI BORDI. SOFFRE
DI UNA FORTE VIGNETTATURA.

SIGMA 24MM F/1.4 DG HSM ART ZEISS BATIS 18MM F/2.8


LA LUNGHEZZA FOCALE DI 24 MM SI ADATTA NITIDEZZA A F/2.8. COSTRUZIONE AL TOP.
ESATTAMENTE ALLE ESIGENZE DI MOLTI AUTOFOCUS VELOCISSIMO. RAPPORTO
ASTROFOTOGRAFI, SPECIALMENTE SE UTILIZZATA QUALITA’/PREZZO CONVENIENTE
COME COMPLEMENTO AL SIGMA 14 MM F/1.8 ART

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OBIETTIVI SOPRA I 1000€

OLYMPUS 7-14MM F/2.8 PRO MICRO 4/3 FUJI XF 8-16MM F/2.8 R LM WR


OBIETTIVO FLESSIBILE ADATTO PER IL MIGLIOR OBIETTIVO ULTRA GRANDANGOLARE PER
L'ASTROFOTOGRAFIA, L'OLYMPUS M. ZUIKO 7- ASTROFOTOGRAFIA PER FOTOCAMERA FUJIFILM.
14MM F/2.8 PRO È UN'OTTIMA OPZIONE. TROPICALIZZATO E COSTRUZIONE AL TOP

SIGMA 14MM F/1.8 DG HSM ART SIGMA 14-24MM F/2.8 DG HSM ART
È GRANDE E PESANTE, MA UN ULTRA IL MIGLIOR OBIETTIVO ZOOM. FLESSIBILITÀ DELLA
GRANDANGOLARE DI GRAN CLASSE CON LUNGHEZZA FOCALE, SUPERBA QUALITÀ
UN'APERTURA MASSIMA MOLTO AMPIA. SOFFRE DELL'IMMAGINE A 360°, COSTRUZIONE AL TOP,
UN PO’ DI EFFETTO COMA AI BORDI. TROPICALIZZATO.

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TAMRON SP 15-30MM F/2.8 DI VC USD G2 CANON EF 16-35MM F/2.8L USM III
È IL MIGLIOR OBIETTIVO STABILIZZATO PER UNO ZOOM GRANDANGOLARE DI ALTA QUALITÀ,
REFLEX DIGITALI CANON E NIKON. DIAFRAMMA ANCHE SE PIUTTOSTO COSTOSO, PER LE REFLEX
F/2.8 SU TUTTE LE FOCALI E AUTOFOCUS DIGITALI CANON.
VELOCISSIMO.

SONY FE 12-24MM F/2.8 G MASTER


UN OBIETTIVO STRAORDINARIO PER
L'ASTROFOTOGRAFIA, MA A UN PREZZO
ELEVATO. IL MIGLIOR ZOOM GRANDANGOLARE
PER SONY

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PERCHÉ' UN GRANDANGOLO?

Perché una focale molto corta (dai 14mm su full frame e da 8mm su formato
ridotto), include una scena molto ampia e inoltre, più la focale è corta, più aumenta il
tempo di esposizione evitando di registrare il movimento della rotazione terrestre in
fase di scatto. Se scattate sopra i 35mm i risultati possono essere deludenti, perché la
«profondità di campo» sarà ridotta, ritrovandovi con delle scie luminose a causa della
rotazione terrestre. Per risolvere il problema e se volete aumentare i tempi di
esposizione vi consiglio l'acquisto di un inseguitore astronomico.

FOCALE 14MM STELLE PUNTIFORMI E TEMPO FOCALE 35MM STELLE STRISCIATE PER UN
DI ESPOSIZIONE CORRETTO CALCOLO DEL TEMPO DI ESPOSIZIONE ERRATO

COME SCEGLIERE L'OBIETTIVO?

Gli obiettivi fotografici non sono perfetti e possono soffrono di disturbi ottici in modo
evidente. Nelle pagine precedenti vi ho illustrato alcuni consigli per gli acquisti, ma
adesso spiegherò nei prossimi capitoli quali sono i principali disturbi ottici che
affliggono gli obiettivi fotografici.

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1.3.2 Le Aberrazioni Cromatiche
L'aberrazione è un difetto dell'ottica che si verifica quando otteniamo un'immagine
differente da quella reale, dovuto al fatto che il sistema ottico si allontana dalle
condizioni dell'ottica parassiale. I difetti ottici aberranti possono essere
ridimensionati utilizzando materiali migliori per la costruzione dei gruppi ottici e si
manifestano come una perdita di nitidezza ai bordi dell'immagine (diffrazione), colori
non corrispondenti alla realtà (aberrazioni policromatiche), non uniformità della
luminosità (vignettatura), immagine a forma di barile o cuscino (distorsione) e molte
altre.
Le aberrazioni policromatiche si verificano nei sistemi rifrattivi e sono riconoscibili
come un contorno sfumato intorno agli oggetti fotografati di colore rosso, blu e
verde. Per ridurre l'aberrazione cromatica, alcuni sistemi ottici hanno delle lenti
apocromatiche, che riducono notevolmente questo disturbo in quanto sono in grado
di mettere a fuoco nello stesso punto tre diverse lunghezze d’onda. Qui sotto
l'aberrazione cromatica è stata corretta in post-produzione utilizzando il comando
"Rimuovi Aberrazione Cromatica" di Adobe Camera RAW.

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1.3.3 La Vignettatura
Quando parliamo di Vignettatura intendiamo la diminuzione della luminosità ai bordi
dell'immagine rispetto al centro.
Questo difetto affligge la maggior parte delle lenti fotografiche e si classifica in:
- Vignettatura fisica, quando è causata dall'utilizzo di appositi filtri o oggetti posti
davanti all'obiettivo fotografico;
- Vignettatura ottica, causata dalla progettazione della lente ed è più accentuata nelle
ottiche grandangolari rispetto a quelle con focale più lunga. Può essere corretta
regolando l'apertura del diaframma o in post-produzione, dove si possono creare
effetti artistici particolari. In Astrofotografia la vignettatura può essere corretta
utilizzando la calibrazione dei light frames con l’utilizzo dei Flat frames.

LA VIGNETTATURA OTTICA È DIVERSA IN OGNI SISTEMA OTTICO, ED È FACILMENTE CORREGGIBILE


IN POST-PRODUZIONE O DIAFRAMMANDO DI 1-2 STOP

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1.3.4 L’Effetto Coma
Un'altra aberrazione ottica è la Coma che avviene quando il sistema ottico non riesce
a trasformare in immagini puntiformi gli oggetti che si trovano lontano dall'asse
ottico, assumendo una forma a "cometa". Questa aberrazione può essere corretta
diaframmando di 2-3 stop in base all'obiettivo che viene utilizzato. Ecco un esempio
di aberrazione da coma in astrofotografia nella figura sotto.

NEGLI SCATTI NOTTURNI, POTETE NOTARE COME AI


BORDI DELLE IMMAGINI LE STELLE APPAIANO SIMILI A
UNA COMETA INVECE DI ESSERE PUNTIFORMI.

È possibile ridurre l’effetto coma chiudendo il diaframma, a discapito della


luminosità.

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1.3.5 La Diffrazione
Nei precedenti capitoli abbiamo parlato del diaframma, accennando il tema della
Diffrazione. La diffrazione è un fenomeno che si verifica quando le traiettorie di
propagazione delle onde (come quelle del suono, delle onde radio, della luce...)
incontrano un ostacolo sul loro cammino. Nel caso della luce, in fotografia, l'unico
ostacolo è rappresentato dal diaframma degli obiettivi. Come si può notare dalle
figure, nella prima la diffrazione è bassa perché la luce attraversa un foro più largo
(diaframma aperto); al contrario, nella seconda figura la diffrazione è alta perché il
foro è più piccolo (diaframma chiuso).

Ricordati che con diaframmi aperti, la profondità di campo (vedi a pag. 23) è ridotta a
pochi centimetri, viceversa a diaframmi chiusi è estesa da diversi metri fino a infinito.
Un esempio pratico di come la diffrazione influisce negativamente sulla qualità
dell'immagine è rappresentato dalle figure qui sotto, dove tra la prima immagine a
f/8 (diaframma intermedio di molti sistemi ottici) e la seconda immagine a F/22 si
nota una notevole differenza di nitidezza.

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Precisiamo che la diffrazione colpisce solo il sistema ottico, dove la qualità generale
della foto dipende dai materiali di costruzione del diaframma e delle lenti. Quindi
regolate in modo adeguato la quantità di luce che passa dall'obiettivo e lavorate
vicino allo stop intermedio in modo da sfruttare al massimo la capacità di risoluzione
del sensore della fotocamera digitale.

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1.4 Come si scatta in Astrofotografia
Nei capitoli precedenti ho spiegato come usare la modalità manuale con la vostra
fotocamera digitale e come scegliere i migliori obiettivi e fotocamera digitali in base
al vostro budget. In questo capitolo analizziamo quali sono le tipologie di scatto da
utilizzare in Astrofotografia con la nostra fotocamera digitale:
- Scatto Singolo;
- Fase di Scatto utilizzando l’Astro Inseguitore;
- Calibrazione con Dark, Bias e Flat;
- Esposizione multipla;
- Astrofotografia in HDR;
- Startrail;
- Fotografia Timelapse.
Prima di passare ad analizzare uno ad uno tutti i tipi di scatto ci sono delle regole da
seguire fondamentali per la riuscita delle fotografie notturne. Installiamo la nostra
fotocamera digitale sul treppiedi fotografico e assicuriamoci che sia ben stabilizzato a
terra. Assicuratevi che il terreno su cui poggia il treppiedi con la fotocamera sia
stabile e se siete vicini al mare evitate di lasciare l'attrezzatura troppo vicina all'acqua.
La prima operazione da effettuare è la “Messa a Fuoco” dell'obiettivo, fondamentale
per non sbagliare la messa a fuoco altrimenti l'immagine sarà da cestinare.
Ruotiamo la ghiera di selezione di modo della fotocamera e impostiamo la modalità
«M» (manuale) o Bulb (esposizioni lunghe) cercando di seguire questi semplici
passaggi:
- la qualità dell'immagine deve essere settata assolutamente su RAW (dati grezzi, non
elaborati), in modo da poter intervenire senza perdita di qualità in post-produzione;
- il bilanciamento del bianco è consigliabile impostarlo a una temperatura da 3200K a
3800K, o nelle macchine entry-level sulla funzione “Tungsteno”. Evitiamo di lasciare il
bilanciamento su Automatico per evitare che cambi fra uno scatto e l’altro nel caso in
cui volessimo effettuare uno Stacking (media degli scatti);
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- per evitare che luci esterne arrivino sul sensore è consigliato avere il mirino chiuso;
- evitiamo i piccoli movimenti della macchina fotografica bloccando il sollevamento
dello specchio dalle impostazioni della fotocamera o impostando la modalità di scatto
su "M-up" (in questa modalità bisogna premere due volte il pulsante di scatto);
- assicuratevi che il telecomando sia ben fissato al cavalletto evitando vibrazioni o
oscillazioni;
- riduciamo il consumo di batteria spegnendo il display quando non lo utilizziamo
(soprattutto in modalità Live View);
- in fase di scatto singolo, di uno Startrail o se siete in grado di utilizzare tecniche di
scatto con astro inseguitore, disattivate tutte le impostazioni riguardanti la riduzione
del rumore digitale;
- controllate spesso lo stato della batteria, soprattutto se effettuate Startrail o riprese
intervallate (timelapse).

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1.4.1 Scatto Singolo e la Regola del 300
Per eseguire uno scatto singolo perfetto dobbiamo seguire tutti gli accorgimenti
tecnici descritti nel paragrafo precedente e imparare la tecnica fotografica del 300.
Per calcolare il tempo di esposizione necessario a non registrare sul sensore la
rotazione terrestre (scie luminose), dobbiamo fare una semplice divisione. Dividete la
lunghezza focale del vostro obiettivo fotografico (14mm, 16mm) per 300.

REGOLA 300 / F (focale) = T (tempo esposizione)


Sensore Focale equivalente Tempo di Esposizione Rapporto di focale

FULL FRAME 14mm 22” 1.0x

APSC CANON 21mm 15” 1.5x

ASPC NIKON 22mm 14” 1.6x

MICRO 4/3 28mm 11” 2.0x

Questo calcolo è valido se utilizziamo una fotocamera a pieno formato (Full Frame),
ma se abbiamo a disposizione un sensore ridotto (APSC) o un sensore micro 4/3
(Quattro/Terzi) dobbiamo dividere il risultato rispettivamente per 1.5x (su Nikon DX),
1.6x (su Canon APSC) o 2.0x (Micro 4/3) come nella tabella sopra.
Tenendo conto di questo tipo di calcolo da effettuare prima della sessione di scatto,
le impostazioni di scatto che possiamo utilizzare per catturare la Via Lattea o il cielo
stellato sono in linea generale queste:
Tempo di Esposizione Apertura Diaframma ISO
30” f/1.8 800

30” f/2.0 1600

30” f/2.8 3200

30” f/4.0 6400

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Utilizzando una tra queste impostazioni dovreste ottenere un file che contiene
informazioni sufficienti per l'elaborazione in post-produzione. Cercate di non
sbagliare il tempo di esposizione, in base alla vostra lente e sensore della fotocamera
digitale, per non avere le stelle strisciate nelle vostre fotografie notturne.
I parametri descritti nella pagina precedente possono essere usati per riprese con
una focale di 10mm su fotocamera Full-frame. Ovviamente, voi dovreste fare i
compiti a casa per capire quali sono i tempi precisi da utilizzare con le vostre lenti
fotografiche. Per la ripresa su fotocamera con sensore ridotto dovete moltiplicare la
focale per 1.5x su sensore Nikon, 1.6x su sensore Canon e 2x su sensore micro 4/3
come abbiamo spiegato precedentemente.
Alla pagina seguente uno scatto effettuato sull’Isola di Creta in Grecia nell’estate
2016. Il Cielo stellato è stato ripreso con una fotocamera Nikon D750 con sensore
modificato e senza filtro Infrarosso, Tempo di Esposizione 15 secondi, obiettivo Nikon
20mm f/1.8 G, diaframma a f/2.8 e Sensibilità ISO 3200. Potete notare che le stelle
risultano puntiformi perchè il tempo di esposizione è stato impostato correttamente
in base al tipo di sensore e lente utilizzata. Infatti, un 20mm su sensore a pieno
formato equivale come tempo di esposizione esattamente a 15 secondi. La
temperatura colore era impostata a 3200K e il formato dell’immagine RAW. La Post
Produzione è stata rifatta in Adobe Photoshop 2021 con l’ausilio di Astro Panel Pro.
Infine, non esagerate nell'utilizzo della sensibilità ISO e impostatela in modo da avere
un buon rapporto tra qualità dell'immagine e rumore digitale. Se i vostri file
risulteranno difficili da elaborare e con evidente perdita di nitidezza, provate ad
applicare ai vostri lavori la tecnica dello Stacking delle immagini descritta nelle pagine
successive.

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Nikon D750
Nikon 20mm F/1.8 G ED
Tempo di Esposizione 15”
ISO
57 3200
digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it Diaframma f/2.8
Nikon D750
Samyang 14mm F/2.8 If Ed UMC
Tempo di Esposizione 25”
ISO
58 3200
digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it Diaframma f/2.8
1.4.2 Usiamo l’Astro Inseguitore
Se vogliamo alzare la qualità delle nostre foto e avere dei file puliti e con un segnale
del cielo stellato maggiore da estrarre in post-produzione, è obbligatorio usare l’Astro
Inseguitore.

L’Astro Inseguitore è uno strumento ormai fondamentale per il fotografo paesaggista


notturno e per l’astrofotografo perché ci consente di inseguire la volta celeste
aumentando i tempi di esposizione e abbassando gli ISO. Dalla mia esperienza ho
imparato che per lavorare con l’Astro Inseguitore bisogna ragionare in modo diverso
rispetto alle foto effettuate con il metodo classico (lo scatto singolo e la regola del
300).

SUGGERIMENTI PER FOTOGRAFARE


Una volta arrivati sul posto, le foto che andremo a scattare alla volta celeste usando
l’astro-inseguitore dovranno essere effettuate da una posizione priva di oggetti di
disturbo, alzando l’inquadratura il più possibile per avere una maggiore porzione di
cielo o spostandoci fisicamente se nella scena son presenti alberi, rami, edifici ecc.
Infatti, l’astro-inseguitore non è altro che una testa motorizzata che simula il
movimento dell’asse terrestre per fermare le stelle ed è meglio non includere
elementi terrestri che possono disturbare la ripresa del cielo e rendere difficile il
lavoro in post-produzione. Quindi giunti sul posto, suggerisco di fotografare o di
memorizzare la posizione della Via Lattea rispetto alla scena che si vuole fotografare
(il soggetto della foto).

I parametri per effettuare gli scatti cambiano in funzione dell’astro inseguitore che
utilizziamo. Infatti, alcuni sono talmente precisi che possiamo spingerci fino a 5
minuti di esposizione per singolo scatto mentre altri ci permettono di effettuare
massimo 120 secondi di esposizione. Altri fattori da tenere in considerazione sono il
peso della nostra attrezzatura che andremo a collocare sulla testa motorizzata della

59
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montatura. Il peso che gli astro inseguitori portatili possono sopportare va dai 3 kg a
un massimo di 5kg e dobbiamo fare attenzione a non esagerare in quanto il tempo di
esposizione può diminuire per compensare il peso della fotocamera e della lente.
Ecco alcuni astro inseguitori in commercio e che potete acquistare in base al vostro
budget e attrezzatura.

Modello Carico in Kg Fascia di Prezzo


Minitrack LX3 3KG 189€-229€

Move Shoot Move Rotator 3KG 199€-249€

Vixen Polarie 3KG 349€-399€

SkyWatcher Star Adventurer 5KG 349€-449€

Ioptron Sky Guider Pro 5KG 499€-599€

Fra gli astro inseguitori elencati nella tabella, attualmente utilizzo sia lo Skywatcher
Star Adventurer e il Move Shoot Move Rotator. Il primo mi permette di inseguire il
cielo stellato con lenti ultra-grandangolari fino a un massimo di 3-4 minuti per scatto
e con focali spinte (non oltre i 300mm) fino a 90 secondi. Il secondo, invece, lavora
benissimo con lenti ultra-grandangolari e standard per un paio di minuti e con focali
fino a 135mm fino a 90 secondi. La scelta del vostro Astro Inseguitore ricade sul tipo
di fotografia astronomica che volete fare. Se avete l’idea di montare un telescopio,
questi strumenti non fanno per voi.

Per far funzionare un Astro Inseguitore alla perfezione dobbiamo allineare il


cannocchiale polare della montatura verso la Stella Polare.

Nella pagina successiva possiamo scoprire come imparare a riconoscerla.

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COME RICONOSCERE LA STELLA POLARE

Con l'aiuto del Grande Carro, nella costellazione dell’Orsa Maggiore a partire dalle
due stelle situate dalla parte opposta al timone, tracciamo una linea immaginaria
passante per le stesse, riportando circa cinque volte la distanza che le separa: questa
linea intercetterà la Stella Polare.

È difficile cadere in errore in quanto in questa parte di cielo la Polare è la stella di


luminosità apparente maggiore, pur non essendo di per sé molto luminosa. Queste
due stelle del Grande Carro hanno i nomi arabi di Merak e Dubhe e proprio per
questo motivo geometrico vengono denominate puntatrici. La Polare è molto
importante, anzi sarebbe meglio dire fondamentale se si pensa al servigio che ha
prodotto, per millenni, agli uomini in viaggio.
La stella polare, infatti, è l'unica stella che non appare muoversi durante la notte.
Dista per l'appunto circa 1° dal polo del cielo: il punto attorno al quale tutto il cielo

61
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apparirà ruotare, in senso antiorario, nell'arco della notte. Tale punto si chiama Polo
Nord Celeste, proiettando dal quale la perpendicolare all'orizzonte, si otterrà il punto
cardinale Nord.
Se invece siamo pigri, possiamo utilizzare una delle tante app per smartphone
(StarWalk2, PhotoPills, Stellarium Mobile, SkyMap ecc.) e puntando al cielo, grazie al
GPS e all’accelerometro dello smartphone o tablet, sapremo in tempo reale come
trovare non solo la Stella Polare, ma anche tutte le altre costellazione insieme alla Via
Lattea.

SCREENSHOT DELL’APP DI STAR WALK 2 PER INDIVIDUARE LA VIA LATTEA

62
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ALLINEAMENTO ALLA STELLA POLARE
L’allineamento alla Stella Polare dell’astro inseguitore può essere facilitato montando
direttamente l’astro-inseguitore sulla testa fotografica (meglio se a cremagliera);
questo permetterà di orientare e mettere in bolla facilmente l’astro-inseguitore.
Possiamo allineare la Stella Polare secondo il metodo classico guidando con i nostri
occhi l’allineamento nella posizione del reticolo stampato nel cannocchiale polare e
che possiamo scoprire tramite l’ausilio di tante app per smartphone come
“SynscanInit” o “Polar Finder”.
Posso facilitare l’individuazione della Stella Polare anche grazie all’utilizzo di un
comune laser astronomico (Modello 303), collocandolo in prossimità del
cannocchiale polare. Per far questa operazione esistono in commercio accessori
stampati in 3D che mantengono fermo e acceso il laser dentro l’oculare del
cannocchiale polare.
Concluso il puntamento verso la Stella Polare, posso cominciare a testare
l’allineamento scattando alcune foto con i parametri descritti alla pagina seguente.

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I PARAMETRI CONSIGLIATI PER FOTOGRAFARE
Fatta questa premessa, passiamo a illustrare quali impostazioni utilizzare per
riprendere il cielo stellato. Rispettando le indicazioni scritte al capitolo 1.4, nelle mie
fotografie astronomiche utilizzo sempre i seguenti parametri:

- Due minuti come tempo di Esposizione;


- Valore ISO impostato a 1600;
- Diaframma f/4.0;

Questi parametri sono uno studio effettuato su migliaia di scatti sulla base della mia
attrezzatura fotografica, il luogo in cui scatto e la lente che utilizzo. Oltre due minuti
di esposizione con un grandangolo sono inutili perché la maggior parte delle volte
troviamo sempre l’inquinamento luminoso presente nella foto, quindi aumentare il
tempo di esposizione non farà altro che avere più luce artificiale da gestire in post-
produzione.

Il Valore ISO impostato a 1600 non solo è ideale per la mia fotocamera digitale, una
full frame Nikon D750, ma anche per la maggior parte delle fotocamere digitale in
circolazione.

Il diaframma F/4 è un MUST perché è la via di mezzo per avere maggiore nitidezza
fino ai bordi e poca vignettatura nell’immagine. Inoltre, possiamo ridurre le
aberrazioni cromatiche e “limare” l’effetto Coma che potrebbe verificarsi con
obiettivi molto luminosi.

Effettuate almeno una decina di scatti per controllare che l’allineamento sia corretto,
che le stelle siano puntiformi e non strisciate. Questi scatti dovranno essere sommati
in post-produzione e per questo motivo introdurrò un argomento molto importante:
la Calibrazione tramite Dark, Bias e Flat.

64
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Nikon D750
Nikon 20mm F/1.8 G ED
10 Light Frames
5 Dark Frames
25 Bias Frames
Tempo di Esposizione 120”
ISO 1600
Diaframma
65 f/4.0
digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.itSky Watcher Star Adventurer
1.4.3 Calibrazione con Dark, Bias e Flat
Per ottenere immagini di qualità in ambito astronomico, è importante riprendere
oltre ai light frames (la classica foto detta fotogramma di luce) altri tipi di file per la
calibrazione dell'immagine: i Dark, i Flat e i Bias. Questi file verranno elaborati e
sommati con l’aiuto di Astro Panel Pro nella sezione Sky Stack. Grazie alla calibrazione
e alla ripresa di questi files possiamo ridurre o azzerare i difetti dei light frames quali
rumore cromatico, di luminanza e termico, vignettatura e disturbi della lente.
I Dark, i Flat e i Bias devono
essere ripresi seguendo dei
parametri ben precisi e
strettamente collegati fra loro
in base agli ISO / gain,
temperatura e tempo di
esposizione. L’immagine nella
pagina è un light frame
ripreso con le impostazioni
consigliati nel paragrafo
precedente:
- Nikon D750;
- Nikon 20mm f/1.8 g ED;
- Diaframma f/4.0;
- Sensibilità ISO 1600;
- 120” di esposizione;
- Temperatura colore
3400K;

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A COSA SERVONO I DARK, I BIAS E FLAT FRAMES?
Un Dark Frame è un fotogramma ottenuto con le stesse impostazioni del light frame,
quindi con lo stesso tempo di esposizione, sensibilità ISO, diaframma e temperatura
ambiente. A differenza del light frame, il dark frame è un file dove è assente la luce
che arriva sul sensore. Infatti, osservandolo possiamo notare che ci sono tanti punti
bianchi (hot pixel, pixel caldi) e neri (dead pixel, pixel morti), che rappresentano il
rumore termico e i pixel difettosi del sensore della reflex.
Per riprendere il dark frame dobbiamo fare in modo che non arrivi nessuna fonte di
luce sul sensore, quindi inseriamo il tappo sull'obiettivo o sul telescopio e copriamo il
mirino della fotocamera con l'apposito coperchio. È molto importante riprendere un
numero elevato di dark frame
(minimo cinque per sessione) per
ottenere delle immagine di qualità
ed è necessario avere la stessa
temperatura ambiente del light
frame. Cercate di effettuare un
numero dispari di dark frame, in
modo da ottenere una mediana
corretta durante la calibrazione con
Astro Panel Pro. Nel caso della foto
che si trova alla pagina precedente,
a fianco trovate il dark che ha gli
stessi parametri del light frame della
pagina precedente. Sottraendo il
dark, il software eliminerà il rumore
termico (hot pixel) e i pixel
"morti"(dead pixel) dalla vostra foto.

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I Bias Frames servono per correggere il rumore elettronico del sensore della camera,
ovvero il rumore che si genera quando questo si attiva per leggere i valori di carica
dei fotoresistori. La quantità di questa tipologia di rumore varia da sensore a sensore
e le moderne camere CMOS presentano un valore molto basso rispetto a quelle degli
anni passati.
I Bias vengono acquisiti scattando una quantità di pose moltiplicate per cinque volte
le riprese dei dark, impostando la stessa sensibilità ISO, ma con un tempo di
esposizione nullo in base alla vostra fotocamera (1/4000s - 1/8000s). In pratica se
avete scattato cinque Dark dovrete acquisire venticinque Bias Frames.
I Bias risultano utili anche se durante la notte è presente una variazione della
temperatura ambiente.

I Flat Field sono essenziali per eliminare la polvere depositata sul sensore e sulle
lenti/telescopio e la vignettatura della lente che stiamo utilizzando. Addirittura,
questo tipo di file è obbligatorio se stiamo facendo Deep Sky, se stiamo utilizzando
filtri specifici per attenuare l’inquinamento luminoso e se stiamo fotografando in
zone con inquinamento luminoso elevato.
Questi contengono le informazioni riguardo la quantità di luce che arriva sul
sensore e si effettua dopo la sottrazione del dark. Per la ripresa si deve puntare
l'obiettivo o il telescopio verso una superficie con una sorgente di luce uniforme;
per questo esistono varie tecniche di ripresa come l'utilizzo di un pannello bianco,
il monitor di un pannello LCD, un muro bianco o anche una maglietta bianca ma
non sempre si raggiungono risultati ottimali.
Infatti, per una luminosità costante è meglio utilizzare o auto-costruirsi un
pannello luminescente o una Flat field box, che collocheremo sull'obiettivo o sul
telescopio (potete trovare alcuni tutorial su internet su come costruire una flat
field box molto facilmente). Bisogna fare particolare attenzione in fase di ripresa

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perché dobbiamo cercare di registrare una corretta esposizione, impostando la
fotocamera in modo che l'istogramma dell'immagine abbia il picco a metà del
grafico. A differenza del dark frame, gli unici parametri che non dobbiamo variare
sono la messa a fuoco e il diaframma, avendo la possibilità di modificare i tempi di
esposizione e la sensibilità ISO. Per la ripresa cercate di riprendere un numero di
Flat Field uguale o superiore a quindici. Nell’immagine sottostante potete vedere
un flat field di una lente Sigma 300mm f/2.8 utilizzando un filtro Optolong L-PRO.

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COME EFFETTUARE LA SESSIONE DI SCATTO PER I DARK, BIAS E FLAT?
DARK FRAMES
1. Collocate il tappo sull’obiettivo o telescopio.
2. Impostate lo stesso tempo di posa dei vostri light frames.
3. Utilizzate la stessa temperatura dei light frames. Se avete una reflex o
mirrorless vi consiglio di scattarli sempre a fine sessione.
4. Utilizzate lo stesso ISO / gain dei light frames. Il rumore varia a seconda dell’ISO
/ gain utilizzati, quindi non cambiatelo!
5. Scattatene in base al numero dei vostri light. Il numero minimo di dark frames
che mi sento di consigliarvi è cinque. Tuttavia, se avete scattato molti light
frames, sarebbe bene scattarne almeno 10-15, ma non oltre.

BIAS FRAMES
1. Mettete il tappo sull’obiettivo o telescopio.
2. Impostate il tempo di scatto più veloce per la vostra fotocamera. Se avete una
reflex selezionate il tempo più veloce che la vostra camera supporta (1/4000,
1/8000), con una CMOS dedicata fate riferimento alla documentazione della
camera. Questo perché vogliamo che il sensore sia attivo il minimo tempo
possibile in quanto stiamo misurando il rumore di attivazione.
3. Utilizzate la stessa temperatura dei light frames
4. Utilizzate lo stesso ISO / gain dei light frames.
5. Scattate un numero di Bias 5 volte quello dei Dark Frames. Oltre non avrebbe
senso creando solo dispendio di RAM in fase di elaborazione.

FLAT FRAMES
1. Disponete una fonte luminosa uniforme sopra al vostro obiettivo o telescopio.
Potrebbe andare bene anche una tavoletta led per disegnare, lo schermo di un

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monitor o una flat field dedicata (opzione più costosa!) che è il modo migliore
per ottenere una illuminazione uniforme del sensore.
2. Non toccate né modificate in alcun modo la vostra attrezzatura. Non cambiate
la messa a fuoco e non toccate assolutamente nulla che possa alterare il flusso
ottico. I flat frames sono la prima cosa che dovete fare a fine sessione,
altrimenti correggeranno in maniera errata i vostri light frames.
3. Scegliete il tempo di scatto giusto. Se avete una reflex selezionate il
programma A (priorità all’apertura) e lasciate che sia la camera a scegliere il
tempo. Il diaframma deve essere lo stesso usato durante la fase dei light
frames. Se avete una camera dedicata giocate con il tempo fin quando il picco
dell’istogramma non è al 45% del grafico. È un lavoro all’inizio scomodo e
frustrante, ma una volta presa confidenza con il metodo impiegherete
pochissimo tempo.
4. Quindici è il numero ideale di flat frames, a prescindere dal numero di light
frames scattati.

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1.4.4 Esposizione Multipla
Per Esposizione Multipla si intende una composizione di due sessioni di scatto fatte
nella stessa serata ma con parametri diversi.
Quando parliamo di esposizione multipla eseguo lo scatto del paesaggio in due modi
diversi a seconda delle condizione meteo o dell’inquinamento luminoso che è
presente nella scena in cui sto fotografando:
- Effettuo la ripresa del paesaggio subito dopo il tramonto durante l’ora blu per
avere un soggetto abbastanza luminoso ma senza la luce del sole;
- Effettuo la ripresa del paesaggio durante la notte utilizzando le stesse
impostazioni di scatto del light frame. Questa tipologia di scatto mi consente di
avere un rumore digitale molto simile alla sessione di scatto del cielo stellato e
l’immagine finale sarà omogenea.
Per quanto riguarda la fotografia al cielo stellato eseguo sempre la sessione di scatto
con l’ausilio dell’Astro Inseguitore o effettuo una decina di scatti senza che sommerò
in Astro Panel. La sessione di scatti senza Astro Inseguitore può essere eseguita fino a
un massimo di dieci scatti e in base alla focale che stiamo utilizzando. Infatti, più
aumenta la focale meno saranno gli scatti che potremo sommare perché la
fotocamera ferma sul treppiedi non può compensare la rotazione terrestre.
Se sommiamo molte immagini non inseguite il risultato sarà un’immagine finale in cui
le stelle saranno puntiformi e allineate al centro, ma ai bordi stelle strisciate come se
fossero piccoli Startrail. Vi riassumo in una tabella il limite da rispettare per riprese
senza Astro Inseguitore su fotocamere Full Frame.
Focale Tempo di Esposizione Numero di scatti
10mm 30” 11
20mm 15” 7
35mm 9” 5
50mm 6” 3

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Nikon D750
Nikon 20mm F/1.8 G ED
15 Light Frames Cielo
5 Dark Frames Cielo
25 Bias Frames Cielo
Sky Watcher Star Adventurer
Optolong filter L-Pro

1 Frame Paesaggio
Tempo di Esposizione 120”
ISO 1600
73 f/4.0
Diaframma
digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it
Nikon D750
Nikon 20mm F/1.8 G ED
10 Light Frames Cielo
5 Dark Frames Cielo
25 Bias Frames Cielo
Tempo di Esposizione 120”
ISO 1600
Diaframma f/4.0
Sky Watcher Star Adventurer
Optolong filter L-Pro

3 Frames Paesaggio
Tempo di Esposizione 120”
ISO 1600
Diaframma f/4.0

1 Frame Flash
Tempo di Esposizione 30”
ISO 1600
74
digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it Diaframma f/4.0
1.4.5 Astrofotografia in HDR
In questo capitolo spieghiamo come realizzare immagini di alta qualità e con una
gamma dinamica perfetta utilizzando la tecnica HDR in Astrofotografia. Quando
parliamo di HDR nella fotografia notturna ci riferiamo all’utilizzo di ripresa che
variano in base a valori ISO differenti o tempi di esposizione differenti. Queste riprese
servono a effettuare Stacking della Via Lattea e di grandi nebulose con una gamma
dinamica ampia senza bruciare le stelle e i nuclei.
Come impostare la fotocamera per queste riprese? Con la ripresa della Via Lattea
preferisco utilizzare tre set di scatti con ISO diversi fra loro (800 – 1600 – 3200 ISO)
mentre nella fotografia Deep Sky con lunghe focali prediligo Tempi di Esposizione
diversi fra loro (30” – 60” - 120” di Esposizione).
Per fotografare la Via Lattea in HDR, effettuo sempre, con l’utilizzo dell’Astro
Inseguitore, tre set di dieci scatti ciascuno:
- 10 Light Frames a ISO 800 – 1600 - 3200, Esposizione 120”, Diaframma f/4.0;
- 5 Dark Frames a ISO 800 – 1600 - 3200, Esposizione 120”, Diaframma f/4.0;
- 25 Bias Frames a ISO 800 – 1600 - 3200, Esposizione 120”, Diaframma f/4.0;
Queste impostazioni mi permettono di avere una gamma dinamica incredibile del
cielo notturno e mi facilitano tantissimo la post-produzione in Adobe Photoshop.
Infatti, la copertina del libro è realizzata utilizzando questa tecnica di scatto.
Riguardo alla fotografia Deep Sky, tutto dipende dall’oggetto che dobbiamo
fotografare. Nebulose come M42 (La Grande Nebulosa di Orione) e M8 (Nebulosa
Laguna) obbligano il fotografo a usare tempi diversi per poter acquisire tutti i dettagli
dei nuclei che altrimenti verrebbero bruciati nelle alte luci.
Per effettuare lo somma delle immagini in HDR possiamo utilizzare Astro Panel Pro e
la scheda Sky Stack HDR che unirà le immagini prendendo per ciascuna di esse il pixel
con la miglior gamma dinamica possibile. Leggi l’approfondimento “3.2.3 Stacking
Immagini Astronomiche e HDR”.

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Nikon D750
Nikon 20mm F/1.8 G ED
30 Light Frames Cielo
5 Dark Frames Cielo
25 Bias Frames Cielo
Tempo di Esposizione 120”
ISO 800-1600-3200
Diaframma f/4.0
Sky Watcher Star Adventurer
Optolong filter L-Pro

1 Frame Paesaggio e Tenda


Tempo di Esposizione 30”
ISO 1600
76 f/8.0
Diaframma
digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it
Nebulose M8 e M20
“Laguna e Trifida”
Nikon D750
Nikon 200-500mm F/5.6 G
120 Light Frames Cielo
15 Dark Frames Cielo
60 Bias Frames Cielo
15 Flat Frames Cielo
Tempo di Esposizione 120”
ISO 800-1600-3200
Diaframma f/5.6
Sky Watcher Star Adventurer
Optolong filter L-Pro

Nebulose M8 e M20
Nikon D750
Nikon 200-500mm F/5.6 G
180 Light Frames Cielo
25 Dark Frames Cielo
125 Bias Frames Cielo
15 Flat Frames Cielo
Tempo di Esposizione 120”
ISO 800-1600-3200
Diaframma f/5.6
Sky Watcher Star Adventurer 77
Optolong filter L-Pro digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it
Nebulosa M42
“La grande Nebulosa di Orione”
Nikon D5300
Nikon 200-500mm F/5.6 G
25 Light Frames Cielo
5 Dark Frames Cielo
25 Bias Frames Cielo
15 Flat Frames Cielo
Tempo di Esposizione 90”
ISO 800-1600-3200
Diaframma f/5.6
Sky Watcher Star Adventurer
Optolong filter L-Pro

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1.4.6 Startrail
Lo Startrail è un tipo di fotografia in cui viene acquisito dalla fotocamera il
movimento della rotazione terrestre. La macchina fotografica ferma sulla terra
registrerà questo movimento tramite la cosiddetta “strisciata” delle stelle. Viene
subito in mente guardando questo tipo di fotografie, che sono le stelle a muoversi,
ma in realtà queste sono fisse ed è la terra a muoversi con il suo movimento rotatorio
attorno al proprio asse.
Le stelle lasciano un punto circolare intorno a un punto che è sempre fisso: La Stella
Polare. Infatti, l’asse terrestre passa proprio in corrispondenza di questa stella e nei
nostri scatti questa risulterà sempre ferma e immobile al contrario delle altre stelle.
Quindi una delle regole per effettuare uno Startrail circolare è cercare proprio la
stella polare. Leggi il paragrafo “Come Riconoscere La Stella Polare” a pagina 44.

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COME EFFETTUARE UNO STARTRAIL
Per effettuare uno Startrail abbiamo bisogno di qualche accessorio come il
telecomando con filo o l’intervallo-metro, che consente di programmare una
sequenza automatica di esposizioni distanziate fra loro da un intervallo temporale.
Sono valide tutte le impostazioni che abbiamo descritto per lo scatto singolo nei
capitoli precedenti. Possiamo sottoesporre anche di 2 stop l’esposizione per non
surriscaldare molto il sensore e chiudere il diaframma (f/3,5 - f/4) per una maggiore
nitidezza. Possono bastare anche due ore di scatti consecutivi (240 scatti da 30
secondi ciascuno) per avere un buon risultato.
Dovete disattivare la funzione di “Riduzione del Rumore per le Lunghe Esposizioni”
della vostra fotocamera, attivare la modalità M e RAW come formato per le vostre
foto. Questa è la tecnica per ottenere buoni risultati, ma il lavoro dello Startrail può
essere frutto della tua fantasia. Ci sono diversi tipi di Startrail, quelli classici circolari e
quelli fatti puntando la Via Lattea. Nello Startrail classico, ci sono quelli colorati e con
le linee nette e quelli con le scie dense e morbide. Infatti, in post-produzione puoi
ricreare le scie morbide e dense, ma per ottenere questo risultato devi impostare le
stelle leggermente fuori fuoco in fase di scatto. Prima di effettuare tutti gli scatti dello
Startrail ti consiglio di riprendere qualche foto del soggetto che vuoi utilizzare, quindi
dopo il tramonto all’ora blu, ci orientiamo per la Via Lattea o per la stella polare e
facciamo una lunga esposizione per avere un file a bassi ISO e pulito da rumore
digitale che successivamente utilizzeremo in post-produzione come soggetto. Per la
realizzazione di un ottimo Startrail è consigliato andare lontano dai centri abitati e in
zone senza illuminazione artificiale. L’ideale sarebbe andare in montagna dove l’aria è
meno umida con la possibilità di immortalare una quantità di stelle maggiori rispetto
a zone dove l’umidità crea una fastidiosa foschia, come vicino al mare o laghi e corsi
d’acqua. Il cielo deve essere completamente libero da nuvole, anche sparse.
Una volta a casa sommeremo i nostri scatti con l’aiuto di Astro Panel Pro in Adobe
Photoshop.
80
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Nikon D750
Nikon 20mm F/1.8 G ED
480 Light Frames
Tempo di Esposizione 30”
ISO 800
81
digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it Diaframma f/4.0
Nikon D750
Nikon 20mm F/1.8 G ED
480 Light Frames
Tempo di Esposizione 30”
ISO
82 800
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Nikon D750
Nikon 20mm F/1.8 G ED
300 Light Frames
Tempo di Esposizione 30”
ISO 800
83
digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it Diaframma f/4.0
1.4.7 La Tecnica Timelapse
“Questo capitolo sarà disponibile con il secondo aggiornamento del libro che sarà
disponibile fra 15 giorni. Riceverai una mail per scaricarlo”

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1.4.8 Creazione Immagini Panoramiche
“Questo capitolo sarà disponibile con il secondo aggiornamento del libro che sarà
disponibile fra 15 giorni. Riceverai una mail per scaricarlo”

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2. Pianificazione dello Scatto

In questo capitolo spiegheremo come pianificare lo Scatto


per aumentare il livello delle nostre fotografie,
86
organizzare l’uscita fotografica evitando l’inquinamento
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luminoso e controllando il Meteo.
2 Pianificazione dello Scatto
Una parte importante dello scatto è la pianificazione della foto. Questo genere di
fotografia, che sia paesaggio con la Via Lattea, Star-Trail o Deep Sky, è molto
influenzato dalle condizioni atmosferiche, dalla fase lunare, dall’inquinamento
luminoso, dal luogo ed anche dal periodo dell’anno in cui vogliamo fotografare.
Un errore molto diffuso è quello di fotografare la Via Lattea o il cielo stellato senza un
soggetto o un bel panorama. Per farlo consiglio di recarsi di giorno e trovare qualche
primo piano da immortalare, valutando rischi e pericoli riguardo al luogo e procurarsi
una mappa o un dispositivo GPS (un comune smartphone) per registrare le
coordinate del punto che abbiamo scelto. Dobbiamo fare riferimento alla posizione
della Via Lattea o del corpo celeste (nel caso di fotografia deep sky) in cielo nel
momento in cui andremo a fotografare durante la notte. Per quanto riguarda
l'individuazione della Via Lattea, l'osservazione dei punti cardinali e le costellazioni del
cielo estivo e invernale andate al capitolo “4.1 – Impariamo a riconoscere il Cielo”.
Le condizioni Meteorologiche e l’Inquinamento luminoso artificiale e naturale sono
due aspetti che non bisogna sottovalutare quando si organizza un'uscita fotografica
notturna. Il meteo ricopre un ruolo fondamentale e bisogna controllarlo sempre per
evitare un cielo nuvoloso o la nebbia. Altri fattori che influenzano la resa fotografica
delle stelle sono l'umidità, che comporta una riduzione della nitidezza delle stelle e
l'inquinamento luminoso artificiale. Questo è provocato dalle luci dei centri abitati e
dalle strade che si riflettono nel cielo, rendendo difficile catturare con il giusto
contrasto, le stelle e la Via Lattea. Da evitare assolutamente è l'Inquinamento
luminoso naturale, causato dalla Luna. Infatti, quando la Luna è sopra a 1/8 o 1/6
riflette una quantità di luce che impedisce la visibilità delle stelle, perché
all'aumentare della sensibilità del sensore questo cattura solo luce riflessa lunare.
Quindi rischieremo di avere solo un paesaggio notturno con la luna che fa da
protagonista e alcune stelle in cielo.

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2.1.1 Accessori per la Fotocamera
Uno strumento necessario e obbligatorio è il treppiedi fotografico. Il consiglio è
quello di procurarvene uno solido e robusto, affinché le vostre foto siano
perfettamente nitide e le stelle puntiformi. Purtroppo, gli agenti atmosferici come il
vento possono provocare oscillazioni in fase di scatto con conseguente registrazioni
di foto micro-mosse.
Procuriamoci una batteria di scorta visto l'uso intensivo del Live-View e per le lunghe
esposizioni che riducono drasticamente la durata della batteria e durante le nottate
fredde ancora di meno.
Un altro strumento fondamentale per ogni astrofotografo è la torcia frontale,
indispensabile per muoversi durante la notte e per poter regolare i parametri
dell’obiettivo, della fotocamera e della messa a fuoco.
Altro accessorio obbligatorio è il telecomando con filo per ridurre al massimo ogni
singola vibrazione in fase di scatto.

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2.1.2 Filtri per Astrofotografia
I Filtri in Astrofotografia diventano sempre più diffusi e consigliati per poter
fotografare la Via Lattea e gli oggetti del cielo profondo. Questi filtri servono per
impedire che il sensore della fotocamera fotografi l’inquinamento luminoso presente
nelle zone in cui viviamo regalandoci immagini più contrastate e con tempi di
esposizione che prima non potevamo effettuare. Sul mercato esistono molti
produttori che hanno a listino tantissimi filtri differenti per tipologia e target precisi.
Questi filtri hanno costi molto differenti fra di loro, ma qual è il filtro che fa per voi?
Io personalmente uso il filtro L-PRO della Optolong per la mia Nikon D750 e questa
sotto è un’immagine ottenuta grazie a questo filtro con soli 60 minuti di esposizione.
È una regione della costellazione del Cigno vicina alla stella Sadr.

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FILTRI A BANDA STRETTA E FILTRI A BANDA LARGA
Esistono due categorie di filtri per l’astrofotografia e in base all’oggetto che

dobbiamo fotografare possiamo usare l’uno o l’altro. I filtri a banda stretta lasciano

passare solo l’emissione luminosa dell’oggetto che stiamo riprendendo e tutto il resto

della luce visibile viene bloccato. Questi filtri vengono utilizzati principalmente per

fotografare nebulose del cielo profondo e lasciano passare singolarmente emissioni

di:

- Idrogeno Ionizzato (H-Alpha);

- Ossigeno Ionizzato (OIII);

- Zolfo Ionizzato (SII).

Grazie all’utilizzo di questi filtri otterrete delle immagini monocromatiche che

andrete a sommare ottenendo una tricromia (un’immagine a colori R-G-B) che è alla

base del materiale presente nella nebulosa ripresa.

Questi filtri non funzionano per tutti gli oggetti del cielo profondo come le galassie e

sono sconsigliati anche per le riprese della Via Lattea.

L’immagine che vedete alla pagina successiva è un’elaborazione di una tricromia della

Nebulosa Crescent (NGC 6888) fotografata utilizzando dei filtri a banda stretta (H-

Alpha, SII, OIII) ed elaborata utilizzando Astro Panel Pro in Adobe Photoshop 2021. Il

risultato ottenuto da questi filtri e con camere monocromatiche è di gran lunga

superiore rispetto a quello ottenuto utilizzando solo filtri a banda larga e camere a

colori.

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I filtri a banda larga lasciano passare gran parte dello spettro andando ad eliminare
precise frequenze sullo spettro. Infatti, i più diffusi sono quelli che riducono
l’inquinamento luminoso presente nel cielo tagliando le frequenze delle luci artificiali
e bloccando la luce
che giunge alla
nostra fotocamera
nello spettro di
lampade al sodio e
lampade ad arco di
mercurio, da circa
580nm a 610nm.

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Potete utilizzare vari filtri contro l’inquinamento luminoso:

- Filtri Clip che si inseriscono nella baionetta della fotocamera;


- Filtri a vite circolari;
- Filtri a lastra con relativo adattatore.

I filtri a clip più diffusi sono quelli della Optolong tra cui il filtro L-PRO che riduce
drasticamente l’inquinamento luminoso contenuto nella scena e potete utilizzarlo
con qualsiasi obiettivo perché si inserisce prima della lente. Questi filtri sono molto
più costosi di quelli standard ma specifici per astrofotografia. Vi consiglio sempre di
effettuare dei flat frames accurati per togliere la vignettatura che lasciano questi filtri
nelle vostre immagini.

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I filtri a vite circolari e a lastra, invece, si inseriscono direttamente di fronte alla lente
e dovrete scegliere il diametro adatto del vostro obiettivo prima dell’acquisto. Questi
filtri a volte lasciano nell’immagine una dominante magenta o blu facilmente
correggibile in post-produzione. Questi filtri sono in vendita con i marchi più famosi di
filtri e posso consigliarvi senza problemi quelli di Nisi e Haida avendoli provati.

Sotto un esempio con e senza filtro a vite “Haida Clear Night” da 77mm con
l’obiettivo Nikon 20mm f/1.8 G ED e la fotocamera Nikon D750 Full Spectrum. Come
potete notare nell’immagine a sinistra ci sono molti più dettagli del nucleo della Via
Lattea e l’immagine è molto più contrastata.

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Ecco una lista dei migliori filtri che potete acquistare in Astrofotografia:
- Filtro Haida Slim Nano Pro MC Clear Night - https://amzn.to/3hdhrvp
- NiSi Filtro Natural Night Circolare - https://amzn.to/3zSt5mR
- K&F Concept Filtro Naturale Notte - https://amzn.to/3kZc0S4
- Filtro Clear Sky 77mm Optolong - http://www.optolong.it/prodotto/filtro-clear-
sky-77mm-optolong/
- Filtro L-PRO EOS CLIP Optolong APSC - http://www.optolong.it/prodotto/filtro-
l-pro-eos-clip-optolong/
- Filtro L-PRO Nikon CLIP Optolong APSC -
http://www.optolong.it/prodotto/filtro-l-pro-nikon-clip-optolong/
- Filtro L-PRO Nikon APSC Optolong - http://www.optolong.it/prodotto/filtro-l-
pro-nikon-aps-optolong/
- Filtro L-PRO EOS FF Optolong - http://www.optolong.it/prodotto/filtro-l-pro-
eos-ff-optolong/
- Filtro L-eNhance EOS CLIP Optolong -
http://www.optolong.it/2019/03/28/filtro-l-enhance-optolong/

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Nikon D750
Nikon 20mm F/1.8 G ED
10 Light Frames
Tempo di Esposizione 120”
ISO 1600
Apertura f/4.0
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digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it Optolong filter L-Pro
Nikon D750
Carl Zeiss 135mm f/2.0
10 Light Frames
Tempo di Esposizione 120”
ISO 1600
Apertura f/4.0
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digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it Optolong filter L-Pro
2.1.3 Abbigliamento e complementi
Nella fotografia notturna l’abbigliamento è molto importante. La maggior parte del
tempo ci troviamo in luoghi o periodi freddi dove un abbigliamento idoneo è
obbligatorio perché la fotografia notturna richiede di stare molto tempo all'aperto, e
soprattutto indossare adeguate calzature per non raffreddare i piedi, guanti, cappelli,
scalda collo e giubbotti.
I capi di abbigliamento che nessun fotografo paesaggista può trascurare sono:
- cappello;
- guanti;
- calzini e scarpe;
- giacca;
- pile o camicia;
- k-way o altro impermeabile;
- gilet multitasche;
- pantaloni (anche questi di diverse tipologie)
- occhiali da sole;
- qualsiasi altra cosa ti aiuti ad assicurarti un ottimo comfort.
Non dimenticare di acquistare delle scarpe comode e che si adattino al tipo di
escursione che dovrai fare.
In particolare, quando si sta a contatto con la natura, la scelta è tra:
- Scarpe da arrampicata, se si va in alta montagna;
- Scarpe da trekking, se l’escursione fotografica avviene in media montagna;
- Scarpe da Trail, se il sentiero è più semplice ma comunque all’aperto;
- Sandali, nel caso in cui dovremmo stare spesso a contatto con l’acqua.
Infine, lo zaino, l’accessorio più importante per il fotografo perché oltre a custodire
tutta la nostra attrezzatura senza creare danni e senza che gli oggetti dentro si
danneggino fra di loro, deve essere ergonomico e comodo per le nostre
caratteristiche fisiche. Alcuni fotografi preferiranno scegliere uno zaino leggero, di
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piccole dimensioni, magari per uscite di trekking, passeggiate in montagna o per la
città, altri saranno più rivolti verso uno zaino per fotocamera che contenga la
maggiore quantità possibile di attrezzatura per uscite professionali.
In ogni caso, prima di acquistare lo zaino fotografico, considerate tutte le
caratteristiche e necessità per le vostre esigenze, così da scegliere il più adatto in fase
d’acquisto. La caratteristica che consiglio di mettere al primo posto è la qualità
costruttiva, poiché lo zaino conterrà attrezzatura costosa e che sicuramente vorrete
proteggere.
Ci sono anche diversi livelli di protezione. Se dovrete usare la fotocamera in ambienti
anche bagnati, esistono zaini fotografici impermeabili, ma se il vostro scopo è
semplicemente girare per la città per scattare foto e fare video, uno zaino con livello
di protezione di base sarà sufficiente.

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2.1.4 L'inquinamento luminoso
L'inquinamento luminoso è un'alterazione dei livelli di luce naturalmente presenti
nell'ambiente notturno. Questa alterazione, più o meno elevata a seconda delle
località, provoca danni di diversa natura: ambientali, culturali ed economici.

La definizione legislativa più utilizzata lo qualifica come "ogni irradiazione di luce


diretta al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata, ed in particolare
verso la volta celeste". L'inquinamento luminoso dovrebbe essere regolato da leggi
regionali che sono entrate in vigore per far fronte a questo spreco ed eccesso di
luminosità nel cielo. Ma come vediamo ogni volta che andiamo a fotografare queste
non vengono rispettate.

Nell'immagine sotto abbiamo un forte inquinamento luminoso causato da una fonte


di luminosità a destra e le luci della città a sinistra.

COME RICONOSCERLO ED EVITARLO


Per valutare un luogo che vorremmo fotografare, occorre documentarsi prima sulla
quantità di inquinamento luminoso (artificiale) presente nella zona dovuto alla
presenza di illuminazione di città o paesi vicini. Grazie a Internet possiamo consultare
il sito “Light Pollution Map”, ovvero una mappa che riporta attraverso la
sovrapposizione di alcuni colori basati sulla scala di Bortle, il grado di oscurità del
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digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it
cielo notturno. La scala del cielo buio di Bortle è una scala di nove livelli che misura la
luminosità del cielo notturno e la magnitudine limite degli oggetti visibili da un certo
punto di osservazione. Elenchiamoli tutti:

- Classe 1: sito con cielo buio eccellente


- Classe 2: sito con cielo veramente buio
- Classe 3: cielo rurale
- Classe 4: cielo rurale/suburbano
- Classe 5: cielo suburbano
- Classe 6: cielo suburbano chiaro
- Classe 7: cielo suburbano/urbano luminoso
- Classe 8: cielo cittadino
- Classe 9: cielo di centro della città
Per la Via Lattea, una buona classe di riferimento è la 4, tenendo conto che il centro
galattico sia in direzione di un’area della stessa classe o più buia (puntando per
esempio in mare aperto). Difatti, ha poco senso fotografare da un’area molto buia
per poi ritrovarsi la Via Lattea in direzione di un centro cittadino molto illuminato.

MAPPA DELL’EUROPA SUL SITO HTTPS://WWW.LIGHTPOLLUTIONMAP.INFO/

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Esiste anche un altro inquinamento luminoso da tenere in considerazione ed è
naturale. Questo è causato dalla presenza della Luna in cielo che tende ad ostacolare
l’osservazione e la fase di scatto della Via Lattea e dei corpi celesti.

Quindi prima di andare a fotografare controllate le fasi lunari in modo che la Luna
non dia fastidio durante la sessione fotografica oppure in sua presenza, potremmo
sfruttare a nostro vantaggio per avere un soggetto, un primo piano ed un paesaggio
illuminato senza dover alzare eccessivamente ISO, allungare il tempo di esposizione o
ricorrere a illuminazione artificiale. In questo caso consiglio di effettuare gli scatti alla
Via Lattea, o prima del sorgere o dopo il tramontare della Luna.

ARCO DELLA VIA LATTEA CON LA PRESENZA DELLA LUNA AL 70% DELLA SUA LUMINOSITÀ

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2.1.5 Mappe Terrestri e Software per Smartphone e PC
Il modo migliore e più semplice per verificare in tempo reale la posizione della Via
Lattea e luoghi interessanti da fotografare è quello di consultare Google Maps o
Google Earth sia su Pc che smartphone. Successivamente consiglio di recarvi sul
posto durante le ore diurne per cercare di fotografare qualcosa di interessante da
inserire nelle nostre fotografie notturne.

Una volta sul posto, potete controllare in tempo reale e con la realtà virtuale dove si
troverà la Via Lattea con coordinate e orario preciso per poterla fotografare. Questo
metodo è molto utile se non conoscete bene il cielo estivo e quello invernale, le
costellazioni principali per individuare la Via Lattea e altri oggetti del cielo profondo.
Potete utilizzare alcune app come PhotoPills, StarWalk2, Sky Map, Stellarium Mobile
e Planit! Pro che sono disponibile sia per Android che iOS Apple.
Grazie alla tecnologia e alla programmazione informatica, sui desktop e notebook pc
possiamo avere a disposizione diversi software per l'individuazione della volta

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celeste. Alcuni software che vi consiglio sono Stellarium, un planetario gratuito Open
Source, molto completo e facile da usare e Google Sky consultabile anche online.

Per completare il parco software vi consigliamo qualche programma per le fasi lunari,
in modo da controllare quando sarà luna nuova e avere un cielo scuro. Non
dimenticate anche i programmi meteo che approfondiremo nel prossimo capitolo.

UNO SCREENSHOT DELL’APP DI STARWALK2 CON LA REALTÀ VIRTUALE IN TEMPO REALE.

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2.1.6 Seeing Astronomico e Meteo
In astronomia, con il termine “seeing” (dall'inglese to see = vedere) ci si riferisce a
diversi fenomeni dovuti principalmente all'atmosfera terrestre che peggiorano
l'immagine di oggetti astronomici come l'umidità, il caldo eccessivo, la nuvolosità e il
vento. A questi si aggiungono altri fattori molto più complessi. Una complicazione è
data dal fatto che nella PSF (detta funzione di sparpagliamento dei punti, dall'inglese
Point Spread Function) si devono prendere in considerazione anche gli effetti di
disturbo strumentale che degradano l'immagine come, ad esempio, aberrazioni delle
ottiche e errori di inseguimento.

C'È UN METODO PER CALCOLARE IL SEEING


L'Astronomy seeing (o visibilità astronomica) in italiano di Meteoblue offre un servizio
per astronomi, meteorologi, astrofotografi nonché altri utenti che dipendono da una
buona previsione della visibilità dell'aria e delle condizioni atmosferiche dei seguenti
giorni.

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Sul sito meteoblue.com possiamo impostare la località e nell'opzione a sinistra
denominata "Outdoor & Sports" selezioniamo "Astronomical seeing".
Così facendo ci apparirà una finestra con tutte le informazioni utili riguardo
l'osservazione astronomica compreso nuvole, pianeti visibili, umidità e visibilità
astronomica. Leggendo i numeri potete notare che nelle ore notturne non ci saranno
nuvole mentre per quanto riguarda il Seeing astronomico il valore non sarà dei
migliori e bisogna sperare in un valore che si avvicini a 5. Come scritto nella legenda
del sito gli indici di visibilità stimati (1 e 2) vanno da 1 (scarso) a 5 (eccellente)
condizioni di visibilità (Seeing Astronomico). Questi valori sono calcolati in base
all'integrazione degli strati turbolenti nell'atmosfera. Consultate sempre il sito per
avere informazioni utilissime prima di partire da casa.

LA MAGNITUDINE DELLE STELLE


La magnitudine visuale (o magnitudine limite) è la stima che viene fatta per valutare
la qualità delle condizioni osservative. Ci indica la magnitudine della stella più debole
che l'occhio riesce a distinguere senza aiuti, quindi descrive abbastanza bene lo stato
del cielo in quel momento: trasparenza, nebbia, umidità.
Questa può essere stimata anche da congegni appositi per le osservazioni Deep-Sky,
meteore e in modo approssimativo per la stima dell’inquinamento luminoso.
Il metodo più' semplice per valutare la magnitudine limite è quello di cercare delle
stelle di magnitudine contrassegnate da un atlante e controllare quali di queste siano
visibili. Un altro metodo è contare le stelle visibili delimitate da figure geometriche
semplici come triangoli e quadrilateri formati da stelle note e ben visibili. Questo
sistema fu originariamente inventato dai cercatori di meteore.

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CONDIZIONI METEOROLOGICHE
Un altro fattore importante per la riuscita delle nostre immagini notturne sono le
condizioni meteo. Inutile recarvi sul posto se il meteo vi avvisa che sarà nuvoloso o
addirittura ci sarà la presenza della pioggia. Il consiglio è quello di controllare sempre
il meteo attraverso siti di meteorologia online e controllare ora per ora l'andamento
della nuvolosità. Elenchiamo alcuni siti web utili per pianificare la sessione di scatto.
Sat 24: Una Mappa dell’Europa che ti mostra il movimento delle nubi in «timelapse»
ogni 15 minuti, e non solo. Il sito mostra anche pioggia, temporali e venti. Con un po'
di logica capirete se le nuvole si muoveranno verso la nostra posizione.
Meteo AM è un servizio di meteorologia che fornisce dati precisi e aggiornati, ma a
differenza di SAT24 in questo caso si può scegliere il comune di residenza.
Se non abbiamo a disposizione la possibilità di aprire i precedenti siti web un trucco
infallibile per vedere se le nuvole vengono verso di noi è questo:
- Puntiamo la nostra reflex sul treppiede verso le nuvole;
- Mettiamo a fuoco;
- Scattiamo una decina di foto con un intervallo di almeno dieci secondi tra uno
scatto e l’altro;
- Rimettiamo la prima foto nell’anteprima e scorriamo le foto velocemente, in
modo da poter vedere in che direzione si muovono le nuvole.
Un altro fattore è l’umidità, quantità d'acqua o di vapore acqueo contenuta
nell'atmosfera. Le principali cause per cui non bisognerebbe fotografare in sua
presenza sono:
- come già detto prima, degrada il “Seeing Astronomico” restituendo scarsi risultati;
- appannerebbe la lente della nostra reflex impedendo la sessione di scatto.
L’ultimo fattore da non sottovalutare è la nebbia. A tutti è capitato almeno una volta
di trovarsi in mezzo alla nebbia durante la notte. Se il nostro occhio non vedesse
nulla, il sensore della fotocamera restituirebbe solo fotografie annebbiate.

106
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3. La Post Produzione

In questo capitolo spiegheremo passo-passo come


modificare le immagini ottenute con le nostre fotocamere 107
in Adobe Photoshop con l’ausilio di Astro Panel Pro. - angeloperrone.it
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3.1 Conosciamo Astro Panel Pro
Astro Panel Pro è un plug-in con funzionalità avanzate per ridurre drasticamente il
flusso di lavoro del fotoamatore, del fotografo professionista, del videomaker in una
manciata di minuti. Il flusso di lavoro illustrato in questo capitolo insieme alla
descrizione delle funzioni vi aiuterà a raggiungere elaborazioni digitali di ottima
qualità. Le funzioni integrate all’interno del pannello ti guideranno durante il
processo di elaborazione digitale perché sono disposte in ordine cronologico per un
corretto metodo di post-produzione digitale.

Astro Panel Pro integra le funzionalità avanzate di Fusion, quindi non è più necessario
usare il vecchio Fusion.

Astro Panel Pro è interamente in HTML5 ed è stato realizzato in collaborazione con


personale qualificato esperto per massimizzare al massimo l’esperienza d’uso e
rendere fantastiche le funzioni
integrate.

Astro Panel Pro non è compatibile con


le versioni di Photoshop CS, ma solo
dalla versione CC 2015 fino all’attuale
CC 2022. La compatibilità con la
versione CC di Photoshop serve per
garantire prestazioni eccellenti e
aggiornamenti continui. Per usufruire al
meglio delle funzionalità del plug-in vi
consiglio di aggiornare sempre Adobe
Photoshop CC all’ultima versione
disponibile. Adesso descriverò come
effettuare l’installazione nel vostro PC o
MAC.
108
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3.1.1 Installazione
Per installare Astro Panel sul PC è possibile utilizzare Anastasiy Extension Manager.
Scarichiamo dal sito https://install.anastasiy.com il programma Anastasiy’s Extension
Manager ed eseguire questi semplici passaggi:

- Selezionate dalla pagina il vostro sistema operativo;

- eseguite il download in formato .exe o .dmg dell’Estensione;


- installate il pacchetto sul vostro PC o Mac;
- eseguire il programma Extension Manager;
- dalla lista delle applicazioni Adobe selezionate Photoshop CC e poi INSTALL;

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- estratti i file di Astro Panel in una cartella del vostro PC, selezionate il file
“it.angeloperrone.astropanel.v5zxp”.

Una volta installato il pacchetto sul vostro PC, da Adobe Photoshop aprite il menù
“Finestra” -> “Estensioni” e cliccate su “Astro Panel Pro”.

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Se state aggiornando da una vecchia versione alla 5.0, dovrete obbligatoriamente
disinstallare la vecchia versione e installare la nuova sempre con l’utilizzo di Anastasiy
extension manager tramite il comando “Remove”.

Qui trovate il video tutorial di installazione:

https://www.youtube.com/watch?v=SdSMwN9HS64&t=2s

Se avete problemi con l’installazione di Astro Panel provate a eseguire l’installazione


manuale.

Aprite il file che avete scaricato dal sito Astro Panel e copiare solo la cartella
denominata “it.angeloperrone.astropanel” contenuta nella cartella “Manual
Installation” in una di queste cartelle, a seconda del sistema operativo:

Win: C: \ Program Files (x86) \ File comuni \ Adobe \ CEP \ estensioni

Mac: / Library / Application Support / Adobe / CEP / estensioni

Dopo questo, aprite Adobe Photoshop CC e verificate che il pannello è presente nel
menu Finestra -> Estensioni.

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3.1.2 Il Pannello
Con l’ultimo aggiornamento sono state introdotte tante novità per quanto riguarda
l’esperienza d’uso di Astro Panel Pro. Una volta avviato troveremo quattro sezioni
principali con le relative funzioni dedicate:

- La sezione “LANDSCAPE” dedicata alla post-produzione delle immagini, è stata


completamente rinnovata. Ora le funzioni integrate in questa scheda si adattano a
qualsiasi tipo di fotografia. Sarai in grado di elaborare il bilanciamento del bianco e la
tonalità del colore con un clic, rimuovere il rumore digitale e fastidiosi pixel caldi,
aumentare la nitidezza dell'immagine, recuperare ombre e luci e gestire molti effetti
come Orton e Glow;

- La sezione “ASTRO” è dedicata alla post-produzione delle immagini astronomiche.


La sezione Astro è stata ridisegnata con l’aggiunta di nuove funzionalità e semplificata
per accelerare il flusso di lavoro delle immagini astronomiche (Via Lattea, Startrail e
Deep Sky);

- La sezione “EXPORT” integra il ridimensionamento delle immagini per il web, per il


salvataggio dei file e per la stampa;

- La sezione “FUSION” ha integrato con l’ultimo aggiornamento una nuova tab “Deep
Sky” con la quale si possono sommare sessioni di file per canale e colore.

Le maschere di luminosità, colore e tonalità sono state spostate in basso per essere
disponibili ogni volta che servono durante il flusso di lavoro. Questa sezione integra
anche la selezione avanzate delle maschere di luminosità in tempo reale tramite il
contagocce posizionato a destra. Sono disponibili anche gli slider per il controllo delle
maschere dei livelli di Adobe Photoshop.

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digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it
L’immagine sopra raffigura tutte le sezioni dell’aggiornamento alla versione Pro.

Passiamo a illustrare le varie funzioni di “Astro Panel Pro” sezione per sezione.

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digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it
3.1.3 La Sezione Landscape
La sezione LANDSCAPE è stata nuovamente rivisitata per contenere tutte le nuove
funzioni di Astro Panel dedicate alla paesaggistica. Da questa sezione possiamo
modificare qualsiasi tipo di fotografia, dall’astrofotografia al paesaggio diurno.

Descriviamo a uno a uno i comandi di questa sezione.

COLOR CORRECTION, sono comandi


per la correzione del colore, del
bilanciamento del bianco e per la
saturazione del colore, precisamente:

- COLOR, regola le correzioni


automatiche di colore dell’immagine;
- TONE, regola le correzioni
automatiche dei toni dell’immagine;
- BALANCE, trova il colore medio
neutro di un’immagine e regoli i valori
della gamma (mezzi toni) in base a tale
colore neutro;
- SATURATION, aumenta la
saturazione dei colori RGB.

IMAGE CORRECTION, sono comandi


per la correzione degli artefatti e dei
difetti che affliggono tutte le immagini
digitali:

- REMOVE HAZE, esegue la


“sottrazione” della foschia presente
nella foto e può essere regolata a
114
digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it
piacere tramite l’opacità del livello;
- ABERRATION, è una funzione che analizza le aberrazioni cromatiche. Tramite il
pennello l’utente può rimuovere le aberrazioni presenti nell’immagine;
- BANDING, il banding o scalettatura è il fenomeno per cui le sfumature di colori
in un’immagine si mostrano come bande di colori. Questa funzione rimuove
facilmente questi difetti.

NOISE CORRECTION, sono comandi per l’eliminazione e la riduzione del rumore


digitale nelle immagini digitali:

- NOISE, sono regolazioni che aiutano l’utente a ridurre il rumore digitale


presente nella foto senza perdere dettagli importanti;

- SHADOWS, elimina il rumore digitale contenuto nelle ombre dell’immagine;


- CHROMATIC, elimina il rumore cromatico contenuto nell’immagine;

HOT PIXEL, questo set di funzioni rimuove in automatico anche gli “Hot Pixel”, quei
fastidiosi pixel bianchi o colorati che tipicamente compaiono quando si fanno foto
con poca luce e con tempi di esposizione lunghe. Cliccate su uno dei tasti colorati per
aumentare l’intensità della funzione.

SHARPNESS, è un gruppo di funzioni semi-automatiche che aumentano la nitidezza


nell’immagine. Analizziamo i comandi:

- BOOST, questa funzione molto utile nelle immagini diurni aumenta la nitidezza
sfruttando le maschere di luminosità (alte luci e ombre);
- HIGH PASS, il filtro "Accentua Passaggio" lavora sul contrasto dei bordi degli
oggetti e potete regolare voi il raggio ideale durante la post-produzione. Vi
consiglio di utilizzare con cautela per non esagerare con la nitidezza;
- SUPER SHARP, utilizza il filtro “Nitidezza Avanzata” regolabile durante la post-
produzione e esercita un maggior controllo sulla nitidezza delle immagini;

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digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it
- LAB PRO, aumenta la nitidezza dell’immagine sul canale “Luminosità”
lavorando in Color LAB.

RECOVERY, è un set di funzioni automatiche che servono a recuperare in un solo click


luci e ombre.

GLOW, racchiude quattro regolazioni per creare l’effetto Glow finale alla vostra foto.
Potete scegliere fra:

- SOFT, per creare un effetto Glow leggero;


- PRO, crea un effetto Glow professionale e regolabile a piacere con il
miscelatore dei canali;
- NIGHT, per creare un effetto Glow adatta a immagini notturne;

ORTON, racchiude quattro regolazioni per creare l’effetto Orton finale alla vostra
foto. Potete scegliere fra:

- BASIC, per creare un effetto Orton leggero;


- PRO, crea un effetto Orton professionale e regolabile a piacere con il
miscelatore dei canali;
- SHARP, crea un effetto Orton nitido;

D&B, il Dodge and Burn, conosciuto anche come scherma e brucia , è una tecnica
dedicata interamente alla gestione della luce nella fotografia. Tramite queste funzioni
potrete regolare il “dodge and burn”:

- D&B – SIMPLE, ci da la possibilità di intervenire sul dodge and burn tramite un


pennello nero/bianco per ottenere l’effetto desiderato;
- D&B PRO, crea automaticamente un dodge and brun aggressivo lavorando
sulle maschere di lumonosità e può essere regolato alla fine.

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FINALIZE, contiene gli ultimi comandi per migliorare la resa finale della nostra
immagine. Troviamo:

- CONTRAST, aumenta selettivamente i micro-contrasti nella foto;


- VIGNETTE, aggiunge la vignettatura regolabile a piacere;
- EXPOSURE, regola l’esposizione finale della foto utile prima della pubblicazione
sul Web o della fase di stampa;
- MIDTONES, aumenta il contrasto nei mezzi toni;
- CLARITY, aumenta la chiarezza delle nostre immagini.

117
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3.1.4 La Sezione Astro
La sezione Astro è stata nuovamente
rivista e adesso contiene altre funzioni
rispetto alla precedente versione.

Elenchiamo nello specifico tutte le


funzioni.

AUTOMATIC PROCESS, questo gruppo


racchiude due funzioni automatiche che
trasformano la tua foto astronomica in un
solo click. Sono disponibili due funzioni:

- UNDEREXPOSURE - Automatic
process Dark Images, (per immagini
sottoesposte o buie);
- OVEREXPOSURE - Automatic
process Bright Images, (per immagini con
esposizione corretta).

Esempio processo automatico (Automatic Dark Images).

118
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Il secondo gruppo chiamato FIRST STEP racchiude al suo interno alcune funzioni da
utilizzare all’inizio del workflow:

- 32 - Convert from 32 to 16 bit image (DSS), imposta il canale da 32 bit a 16 bit


del file Autosave.tif generato direttamente dal software Deep Sky
Stacker/Pixinsight dopo la somma dei file inseguiti.
- RC - Reset colors Astrophotography, resetta i toni e i colori della foto
rendendoli automatizzati;
- FALSE FLAT (REMOVE GRADIENT), serve a rimuovere in due step
automaticamente, il gradiente “antipatico” che troviamo nelle nostre foto
astronomiche. Si trovano 3 comandi che si differenziano fra loro in base al
quantitativo di gradiente che vogliamo togliere. Non abbiamo bisogno di
software esterni per fare ciò perché è tutto integrato in “Astro Panel”.

Esempio di False Flat 50% (premi “1” and poi il bottone 50%).

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STRECHING IMAGE, è un gruppo composto da tre comandi che serve a estrapolare il
segnale nascosto della Via Lattea/Deep Sky contenuto nella foto; sono previste due
modalità di estrapolazione sulla base dell’esposizione della foto (bright o dark image)
UNDER e OVER e un’altra modalità chiamata DYNAMIC (Dynamic Strecth), amplifica il
segnale della Via lattea o degli oggetti del cielo profondo;

Esempio di Dynamic Strecth

STARS, sono tre gruppi di funzioni che fanno un lavoro differente sulle stelle.
Vengono utilizzate maggiormente nelle immagini Deep Sky per mettere in risalto gli
oggetti del cielo profondo e spegnere la luminosità delle stelle.

Con il gruppo SELECT STARS possiamo selezionare le stelle in base alla loro grandezza.

Con STAR TOOLS possiamo effettuare alcune modifiche particolari come:

- FILTER – Star Filter, filtra le stelle contenute nell’immagine e in piccola


percentuale le spegne in modo da enfatizzare le nebulose. Cliccare più volte sul
tasto per filtrare più stelle possibile;
- FADE – Feather Stars, sfuma le immagine più nitide facendo risaltare i colori
delle stelle;

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- VIVID – Saturate Color Stars, serve a aumentare la vividezza e la saturazione
delle stelle;
- REDUCE – Reduce Stars Diameter, serve a ridurre il diametro e rendere
puntiformi le stelle nell’immagine;
- REMOVE – Remove all Stars, elimina tutte le stelle dall’immagine lasciando
tutta la nebulosità degli oggetti del cielo profondo libera.

Esempio di Remove Stars (Le stelle sono state rimosse parzialmente per enfatizzare la nebulosità).

Con il gruppo STAR SPIKES possiamo creare le punte alle stelle in modo artificiale.

Esempio di Star Spikes Large (Vengono aggiunti gli spikes solo alle stelle più grandi).

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ENHANCE-SHARPNESS, è un set di comandi che vengono utilizzati in astrofotografia.
Analizziamoli:

- NEBULA – Enhance NEBULOSITY, amplifica la nebulosità della Via lattea o degli


oggetti del cielo profondo riducendo il diametro delle stelle;
- BOOST – Precision Boost, permette di aumentare la nitidezza della foto in
modo controllato. E’ consigliabile utilizzare il pennello bianco sulla maschera di
livello nera per aumentare l‘effetto del comando scelto;
- AUTOBOOST – Automatic Precision Boost, aumentare la nitidezza della foto in
modo automatico;
- EXTREME – Deconvulation, è una tecnica utilizzata in astrofotografia che serve
a dare una ipernitidezza alle nostro foto. Regolare l’opacità del livello a vostro
piacimento.

Esempio della combianazione di “Nebula” e “Boost”

HOT PIXEL STARS, questo set di funzioni rimuove in automatico anche gli “Hot Pixel”,
quei fastidiosi pixel bianchi o colorati che tipicamente compaiono quando si fanno
foto con poca luce e con tempi di esposizione lunghe. Cliccate su uno dei tasti
colorati per aumentare l’intensità della funzione.

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DEEP SKY, contiene tre gruppi di funzioni studiati appositamente per le immagini del
cielo profondo.

Il primo è COLOR BALANCE, set di strumenti per la gestione del colore. Possiamo
regolare al volo la temperatura colore e correggere le aberrazioni cromatiche intorno
alle stelle:

- CAST - Remove Green color Cast, rimuove la dominante verde contenuta nelle
foto astronomiche automaticamente e potete regolare l’opacità a vostro
piacimento;
- LAB, satura l’immagine del 20% sfruttando il metodo di colore LAB;
- RED – Selective Color Red, estrai tramite pennello il colore rosso contenuto
nell’immagine;
- GREEN – Selective Color Green, estrai tramite pennello il colore verde
contenuto nell’immagine;
- BLUE – Selective Color Blue, estrai tramite pennello il colore blu contenuto
nell’immagine;

Il secondo gruppo è DEEP SKY, set di funzioni che migliorano l’immagine:

- RELIEF, mette in rilievo i dettagli della foto;


- DETAILS, accentua il dettaglio;
- BLACK SKY, rende il fondo dell’immagine più scura;
- HALOS, elimina gli aloni luminosi attorno alle stelle.

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Esempio di correzione dei colori e dei dettagli nelle luci e ombre

Ultima sezione riguarda alcuni funzioni studiate esplicitamente per le immagini


con gli STARTRAIL. In questa sezione potete rimuovere la moiré dalle immagini,
rendere fluide le vostre scie o saturare il colore delle immagini.

Nella sezione TONALITY potete regolare a piacimento quale tonalità si adatta alla
vostra immagine.

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3.1.5 La Sezione Export / Masks
La sezione Export è molto simile alla versione precedente di Astro Panel 4.
Elenchiamo nello specifico tutte le funzioni. Abbiamo la possibilità di ridimensionare
le immagini a piacimento sia per il
salvataggio in locale, per la stampa o
per web. In aggiunta troviamo anche
una comoda funzione per aggiunere il
watermark alla nostra immagine
prima della pubblicazione sui social.

Altre comode funzioni che saltano


subito all’occhio sono le regolazioni
rapide. Infatti non avremmo più
bisogno di regolare l’opacità del
livello, la sfumatura e la densità della
maschera perché potremmo farlo
direttamente dal pannello sotto. Sotto
queste regolazioni sono state
ottimizzate rispetto alla versione
precedente gli strumenti rapidi come
Avanti e Indietro, la Maschera Veloce
Bianca, Livello Curve e Valori tonali,
Pennello Bianco e Pennello Nero,
Tonalità/Saturazione e Bilanciamento
Colore.

Per quanto riguarda la gestione delle maschere In basso abbiamo le maschere di


luminosità, le maschere di colore e le maschere di Tonalità suddivise per Luci,
Mezzitoni e Ombre.
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A destra abbiamo il contagocce che ci consente di interrogare qualsiasi zona
dell’immagine e in tempo reale capire quale maschera di luminosità utilizzare. Infatti
una delle maschere si illuminerà di colore celeste.

Sopra alle maschere troverete alcuni comandi che vi aiuteranno a rifinire le


maschere:

- FINE, per rifinire la maschera con il livello curve;


- DESELECT, per deselezionare la selezione (CTRL+D);
- INVERT, per invertire la selezione;
- APPLY, per confermare e incollare la selezione della maschera nel nostro livello
di Photoshop;
- SUM, per sommare tutti i livelli in uno nuovo;
- DUPLICATE, per duplicare il livello sottostante;
- GROUP, per creare un gruppo dai livelli selezionati;
- CAMERA-RAW, per aprire il filtro Camera-Raw.

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3.1.6 La Sezione Fusion
Questa sezione è un concentrato di tecnologia in Astro Panel. Infatti, integra al suo
interno tutte le funzionalità di Fusion riviste e aggiornate con nuove caratteristiche.
La scheda Fusion si suddivide in cinque tab con le relative funzioni dedicate:

- La sezione “MERGE” contiene le più comuni tipologie di fusione dell’immagine


sviluppate da zero e con codice proprietario per velocizzare le operazioni di somma
delle immagini;

- La sezione “STARTRAIL” somma centinaia di immagini per ottenere bellissimi


Startrail lineari e con particolari effetti sulle stelle;

- La sezione “SKY STACK” permette di sommare immagini della Via Lattea e del cielo
profondo in maniera molto rapida. Potrai inserire light frames, dark, bias e flat;

- La sezione “SKY HDR” è una delle funzioni più avanzate di Fusion e fonde fino a 3
diverse esposizioni in una per ottenere una gamma dinamica in notturna senza
eguali;

- La sezione “DEEP SKY” permette di sommare più canali per ottenere l’immagine
finale a colori che vogliamo.

Passiamo a illustrare le varie funzioni della “Sezione Fusion” sezione per sezione.

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La Sezione MERGE
La sezione Merge ci consente di sommare tantissime immagini per creare un
bellissimo effetto “SILK” (Seta) che può essere ottenuto anche senza l’ausilio di filtri
ND. Non solo, puoi fondere le immagini per ottenere il Focus Stacking, unire
bellissime immagini in HDR classico e HDR notturno (multi-esposizione notturna).

Ecco la lista della descrizione dei comandi:

LOAD FILES: Questo tasto permette di selezionare i files da fondere per ottenere
l'effetto seta.

GENERIC ALIGNMENT: Questo switch attiva l'allineamento automatico dei livelli,


quello accessibile a tutti nella sezione Modifica > Allineamento automatico dei livelli,
e trova in automatico il metodo di allineamento. [Consiglio: quando si utilizza questo
metodo di allineamento, attivare possibilmente anche la correzione della lente per
un migliore risultato]

TRIPOD ALIGNMENT: Questo switch fa la stessa identica cosa dello switch di


allineamento generico, ma come metodo di allineamento utilizza ''Riposiziona''
invece che ''Automatico''.

LENS CORRECTION: Questa funzione permette di aprire i files applicando la


correzione di distorsione e vignettatura disponibili all'interno del plug-in Camera
RAW.

CHROMATIC ABERRATION: Con questa funzione possiamo attivare anche la rimozione


delle aberrazioni cromatiche, anch'esse disponibili nel plug-in Camera RAW.

SILK: Cliccando questo tasto si avvia la fusione per creare l’effetto seta desiderato.

FOCUS STACKING: Cliccando questo tasto si avvia la fusione per creare il Focus
Stacking. Il Focus Stacking è una tecnica fotografica digitale che prevede l'esecuzione
di una serie di scatti della stessa inquadratura ognuno su un piano di messa a fuoco

128
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diverso in sequenza, allo scopo di ottenere un'immagine finale con una profondità di
campo maggiore di quella ottenibile con le tecniche tradizionali.

HDR e NIGHT HDR: Le foto HDR vengono utilizzate per acquisire scene con un’ampia
gamma dinamica. Clicca sul tasto HDR per sommare immagini diurne o NIGHT HDR
per immagini notturne.

MEAN STACK per sommare immagini dello stesso soggetto e ottenere una sola
immagine finale “pulita” del rumore cromatico e digitale.

LA SEZIONE STARTRAIL
Ecco la lista della descrizione dei comandi:

LOAD FILES: Questo tasto permette di selezionare i files da fondere per ottenere
l'effetto startrail.

TRIPOD ALIGNMENT: Questo switch attiva l'allineamento automatico dei livelli, quello
accessibile a tutti nella sezione Modifica > Allineamento automatico dei livelli, e trova
in automatico il metodo di allineamento. [Consiglio: quando si utilizza questo metodo
di allineamento, attivare possibilmente anche la correzione della lente per un
migliore risultato]

COMET STAR EFFECT: Questo switch permette di attivare la fusione con l'effetto
stella cadente.

ROTATION DIRECTION: Questo switch permette di attivare la fusione con l'effetto


stella cadente.

LENS CORRECTION: Questa funzione permette di aprire i files applicando la


correzione di distorsione e vignettatura disponibili all'interno del plugin Camera Raw.

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CHROMATIC ABERRATION: Con questa funzione possiamo attivare anche la rimozione
delle aberrazioni cromatiche, anch'esse disponibili nel plugin Camera Raw.

BLEND: Cliccando questo tasto si avvia la fusione, e alla fine di essa comparirà un
messaggio che riporterà il tempo impiegato per il processo di fusione degli scatti.

LA SEZIONE SKY STACK E SKY HDR


Ecco la lista della descrizione dei comandi:

LIGHT: Questo tasto permette di selezionare i light files da fondere.

DARK: Questo tasto permette di selezionare i dark files da fondere.

BIAS: Questo tasto permette di selezionare i bias files da fondere.

FLAT: Questo tasto permette di selezionare i flat files da fondere.

È possibile selezionare o meno i files, tranne per i lights che devono essere sempre
selezionati.

ALIGNMENT: Con questo switch si può attivare l'allineamento dei livelli, ed è quello
disponibile su Photoshop in File > Automatizza > Photomerge. La sua precisione è
buona ma approssimativa. Se le foto non vengono allineate correttamente, vengono
scartate.

DUAL PASS ALIGNMENT: Con questo switch è possibile attivare il secondo step di
allineamento. Attivando questa funzione, infatti, le foto verranno allineate in maniera
approssimativa tramite l'allineamento automatico di Photoshop, per poi essere
allineate alla massima precisione in un secondo passo (con la tolleranza massima
impostata nello slider “ALIGNMENT PRECISION”). Questo algoritmo di allineamento è
proprietario e non è presente in nessun'altra funzione di Photoshop.

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ALIGNMENT PRECISION: Con questo slider è possibile modificare la precisione
dell'allineamento. Il valore raccomandato è 3 pixel, in quanto compromesso ideale
tra precisione e velocità di allineamento. Più il valore in pixel è basso, e maggiore sarà
la precisione ma anche il tempo necessario per l'allineamento.

MAX ALIGN RADIUS: Con questo slider è possibile modificare il raggio massimo nel
quale è possibile allineare due immagini. Se il valore impostato è ad esempio 15 pixel,
la distanza massima di allineamento possibile sarà di 15 pixel.

Se le foto non vengono allineate correttamente, vengono scartate.

AREA WIDTH: Con questo slider è possibile modificare la larghezza dell'area di


selezione. Questo comando va usato tenendo presente che maggiore sarà la
dimensione dell'area, e maggiore sarà il tempo di calcolo necessario per ogni
iterazione del DUAL PASS ALIGNMENT, a favore però della precisione.
Per una normale foto da 24MPX, la dimensione indicativa consigliata è 150/250px,
ma se possibile è sempre meglio preferire un'area più grande del necessario
piuttosto che troppo piccola.

LENS CORRECTION: Questa funzione permette di aprire i files applicando la


correzione di distorsione e vignettatura disponibili all'interno del plugin Camera Raw.

CHROMATIC ABERRATION: Con questa funzione possiamo attivare anche la rimozione


delle aberrazioni cromatiche, anch'esse disponibili nel plugin Camera Raw.

ALIGNMENT HELPER: In alcuni casi può capitare che l'allineamento di Photoshop non
riesca a elaborare correttamente l'allineamento delle immagini per via di condizioni
di luce particolari. Con questo switch è possibile favorire l'allineamento eseguendo 7
massimi tentativi variando alcuni parametri. In questo modo, se senza l'aiuto
dell'Alignment Helper una buona parte delle foto risultava scartate alla fine
dell'elaborazione, è possibile ripetere la fusione attivando questa funzione,

131
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permettendo con buona probabilità di allineare anche le immagini che erano state
altrimenti scartate.

THRESHOLD: Questo slider permette di agire sul parametro di soglia


dell'allineamento DUAL PASS ALIGNMENT. Se non si conosce a fondo il suo impatto, è
sempre meglio tenerlo a 128. È un comando avanzato che permette all'utente di
impostare la soglia per estrarre le stelle dal cielo. Per foto sottoesposte potrebbe
essere necessario portare questo valore verso sinistra, mentre per foto sovraesposte
verso destra.

Va usato con parsimonia, con il fine ultimo di rendere più evidenti le stelle
all'allineamento. Per settare il valore ottimale, basterà cliccare il tasto “PLACE” sotto
la voce “ALIGNMENT ZONE”, cliccare sulla selezione col tasto destro del mouse e
selezionare “Deseleziona” (o per i più esperti cliccare la scorciatoia da tastiera
CTRL+D per gli utenti Windows o COMMAND+D per gli utenti Mac), andare poi su
Immagine > Regolazioni > Soglia, e muovere lo slider facendo in modo che si vedano
le stelle in maniera definita, ma evitando artefatti come ad esempio stelle che
dovrebbero essere tonde che diventano macchie bianche deformi ecc. La perfezione
sarebbe una stella grande che si riesce a far diventare più tonda possibile. Trovato poi
il valore migliore per voi tenetelo a mente, e dopo aver cliccato Annulla (o
eventualmente anche OK, non è influente), potete impostare correttamente quel
valore sullo slider “THRESHOLD”.

Se non avete già selezionato precedentemente l'area di allineamento dovrete cliccare


nuovamente il pulsante “PLACE” e poi quando avete finito, cliccare su “CONFIRM”,
oppure se avete già selezionato precedentemente l'area, potete banalmente
chiudere il documento.

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PLACE: Questo pulsante permette di caricare la prima foto selezionata nella voce
Light e posizionare quindi nella maniera più opportuna l'area di allineamento.

Il posizionamento della zona di allineamento deve essere fatto con un criterio ben
preciso, ovvero va centrata su una stella più grande possibile. Oltre a selezionare
l'area di allineamento Dual Pass, può essere utilizzato per caricare in maniera
immediata una delle nostre foto, così da trovare il valore più adeguato della soglia in
base a eventuali necessità specifiche.

CONFIRM: Alla fine del posizionamento, basterà cliccare questo tasto affinché la
posizione dell'area venga registrata e applicata durante l'elaborazione.

START: Tramite questo tasto è possibile avviare il processo di Stacking.

RESET: Questo tasto ha la funzione di resettare i valori di tutti gli slider ai valori
predefiniti.

LA SEZIONE DEEP SKY


In questa sezione puoi sommare diversi file per canale e ottenere l’immagine finale a
colori automaticamente. Infatti, Astro Panel è in grado di determinare in base ai file
che inserisci quale somma effettuare.

Possiamo sommare file R G B, L RGB, L R G B, HA (R) OIII (G) SII (B), HA RGB.

ALIGNMENT: Con questo switch si può attivare l'allineamento dei canali.

ALIGNMENT TYPE: Con questo switch si può attivare l'allineamento dei canali su
automatico o riposiziona.

ALIGNMENT CYCLES: Con questo slider è possibile modificare la precisione


dell'allineamento. Il valore raccomandato è 3 pixel, in quanto compromesso ideale
tra precisione e velocità di allineamento. Più il valore in pixel è basso, e maggiore sarà
la precisione ma anche il tempo necessario per l'allineamento.

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3.2 Stacking delle immagini in Astro Panel
In questo capitolo spiegheremo come effettuare tutte le tipologie di Stacking con
Astro Panel Pro in Adobe Photoshop. In particolare approfondiremo:
- Tutorial della scheda MERGE per sommare immagini per avere l’effetto seta,
focus Stacking, HDR e HDR Notturno, Mean Stack;
- Tutorial per sommare centinaia di scatti per avere fantastici Startrail;
- Tutorial per effettuare lo Stacking delle Immagini Astronomiche classiche e
HDR;
- Tutorial per effettuare la Somma per canale delle Immagini Deep Sky.

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3.2.1 Tutorial Merge (Silk, Focus Stacking, HDR, Night HDR,
Mean Stack)
In questo tutorial spiegheremo
come utilizzare al meglio la scheda
MERGE per ottenere un bellissimo
Effetto Seta, Focus Stacking, HDR o
Night HDR. Il funzionamento è lo
stesso per tutti i metodi di fusione.

Per questo tutorial ho scelto una


serie di file notturni da caricare
come “NIGHT HDR”.

Primo pulsante da premere è


“LOAD FILES” per caricare le nostre
foto. Una volta selezionate
dobbiamo scegliere il tipo di
allineamento che vogliamo fra
“GENERIC” o “TRIPOD”. Scelgo
“TRIPOD” (metodo riposiziona) e
attivo “LENS CORRECTION” per
correggere la distorsione della lente
e “CHROMATIC ABERRATION” per
correggere le aberrazione
cromatiche. Una volta impostati
tutti i parametri premo il tasto
“NIGHT HDR” e attendo l’elaborazione finale.

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Il risultato finale è un livello come oggetto avanzato in modo che possiate modificare
i parametri nuovamente in Adobe Camera RAW (vedi l’immagine sopra).

Questo procedimento è uguale per le altre tipologie di fusione degli scatti e il


risultato ottenuto dalla fusione può essere valorizzato e modificato con le
funzionalità presenti nella scheda LANDSCAPE / PRO.

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3.2.2 Stacking Startrail
Adesso passiamo a illustrare come si effettua la fusione delle immagini per creare
Startrail. Il procedimento è simile a quello della scheda MERGE.

Primo pulsante da premere è “LIGHT” per caricare i fotogrammi dello Startrail. Se


disponibili, possiamo caricare anche i Dark, Bias e Flat frames. Una volta selezionate
le foto da caricare dobbiamo attivare
l’allineamento “TRIPOD ALIGNMENT”.
Questo switch attiva l'allineamento
automatico dei livelli, quello accessibile
a tutti nella sezione Modifica >
Allineamento automatico dei livelli, e
trova in automatico il metodo di
allineamento.

Nella scheda Startrail possiamo


applicare anche l’effetto “COMET STAR
EFFECT” per dare un effetto “stella
cadente” alle stelle strisciate oppure
invertire la direzione dello Startrail
tramite lo switch “ROTATION
DIRECTION”. Attiviamo “LENS
CORRECTION” per correggere la
distorsione della lente e “CHROMATIC
ABERRATION” per correggere le
aberrazione cromatiche. Clicchiamo su
BLEND per far partire la fusione delle
immagini e attendiamo il nostro
Startrail.

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3.2.3 Stacking Immagini Astronomiche e HDR
In questo tutorial spiegheremo come effettuare uno Stacking delle immagini della Via
Lattea o del cielo profondo utilizzando la scheda Sky Stack e Sky Stack HDR.

La differenza tra le due tipologie di


fusione sta nel caricamento dei file. Nel
primo tipo sommeremo solo file che
hanno un’unica esposizione mentre nel
secondo possiamo sommare più file
con esposizioni diverse (Tempi o ISO
diversi). Possiamo anche caricare dark,
bias e flat per aumentare la qualità
finale del file.

Prima di cominciare la fusione delle


immagini, possiamo editare tutti i
nostri file in Adobe Camera RAW senza
aprirli in Photoshop CC (basta cliccare
sul tasto CHIUDI di Adobe Camera
RAW) in modo da generare i file XMP
che verranno letti da Fusion. In questo
modo potremmo per esempio
correggere il bilanciamento dei colori o
del bianco delle nostre immagini per
avere un risultato finale corretto. Dopo
questa premessa e dopo aver fatto
Chiudi, il primo pulsante da premere è “LIGHT” per caricare i fotogrammi di luce, poi i
dark, i bias e i flat. Se non abbiamo tutti i tipi di file richiesti non importa, Fusion
elaborerà lo stesso la fusione delle immagini.
138
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Per utilizzare al meglio gli strumenti di allineamento, è fondamentale capirne il
funzionamento e quando e come utilizzare ciascuno slider.
L'allineamento normale, di per sé, è capace di allineare le foto con precisione e
velocità ma, talvolta, quando questo allineamento non risultasse efficace, si può
ricorrere all'attivazione dell'Alignment Helper. Questa funzione, come già detto,
variando alcuni parametri, cerca di rendere meno "indigeste" alcune tipologie di foto,
rendendole meglio allineabili dall'allineamento automatico, pagando però un prezzo
in termini di tempo di elaborazione.
Se fosse necessaria invece una precisione assoluta, è sufficiente attivare il Dual Pass
Alignment. Questo strumento è estremamente preciso, ma anche più lento, in base
alla quantità di disallineamento di ciascun fotogramma. Riassumendo, in ordine
abbiamo:
1) Allineamento - Veloce e abbastanza preciso, ma a volte non riesce ad allineare
alcune foto;
2) Allineamento + Alignment Helper - Leggermente meno veloce e abbastanza
preciso, e dovrebbe avere meno problemi con alcune tipologie di foto;
3) Allineamento + Alignment Helper + Dualpass Alignment - Meno veloce ma
estremamente preciso;
4) Allineamento + Dualpass Alignment - Ancora meno veloce ma estremamente
preciso.
Nota: Nel caso di grandi disallineamenti, l'opzione 3 risulta più veloce del caso 4, ma
nel caso di disallineamenti di pochi pixel, risulta più veloce l'opzione 4.
In base alle necessità è quindi possibile impostare una delle quattro configurazioni
per avere il risultato desiderato nel tempo desiderato.
In questo tutorial ho scelto 5 immagini della Via Lattea inseguite con Astro
Inseguitore Skywatcher Star Adventurer per un totale di 120 secondi a ISO 1600.
Possiamo attivare tutti e tre tipi di allineamento oppure decidere di attivarne solo
due (Allineamento + Dualpass Alignment). Prossimi parametri da impostare saranno
139
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“ALIGNMENT PRECISION” e “MAX ALIGN RADIUS” che ho impostato su 2 pixel per
avere una precisione maggiore dell’allineamento e 20 pixel il raggio massimo nel
quale è possibile allineare due immagini e per evitare che venga scartato qualche
light frame.
Se avete attivato anche il “DUAL PASS ALIGNMENT” dobbiamo fare una piccola
premessa. Il “DUAL PASS ALIGNMENT” è un tipo di allineamento personalizzato con il
quale possiamo decidere noi la precisione dell’allineamento. Questo tipo di
allineamento si attiva impostando la soglia massima delle stelle per avere una
precisione di allineamento massima, ovvero impostando lo slider “THRESHOLD”.
Per impostare la soglia procedo in questo modo:
- Imposta l’area campione dell’immagine, senza esagerare, per “AREA WIDTH”;
- Premo il tasto PLACE e vado a cercarmi una zona dell’immagine campione. Nel
mio caso ho usato il pianeta Giove come stella campione per l’allineamento;
- Vai su Immagine > Regolazioni > Soglia, e muovi lo slider facendo in modo che
si vedano le stelle in maniera definita (guarda l’immagine seguente);

140
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- Trovato il valore migliore, clicchiamo su Annulla o OK (non è influente), potete
impostare correttamente quel valore sullo slider “THRESHOLD”.

- Premete “CONFIRM” per confermare questi parametri;

- Potete correggere anche la distorsione della lente tramite lo switch “LENS


CORRECTION” e le aberrazioni cromatiche con lo switch “CHROMATIC
ABERRATION”.

- Per avviare lo Stacking delle immagine premete “START”.

Se le immagini non dovessero allinearsi in modo perfetto, clicchiamo sul tasto


“RESET” per reimpostare tutti i parametri originali e modificarli in modo che la
fusione vada a buon fine.

Suggerimento: Se state utilizzando light frame fotografati con lenti ultra-


grandangolari e non astro inseguiti non utilizzate la funzione “LENS CORRECTION”.

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3.2.4 Stacking Canali Deep Sky
In questo tutorial spiegheremo come effettuare uno Stacking per canali delle
immagini della Via Lattea o del cielo profondo utilizzando la scheda DEEP SKY.

Nel nostro esempio caricheremo


tre file R G B e Astro Panel
caricherà automaticamente i file
negli appositi canali per creare
l’immagine finale RGB.

Questa funzione è essenziale per


allineare immagini in bianco e
nero con estrema precisione e in
una manciata di secondi facendo
risparmiare all’utente tempo
prezioso.

Carichiamo i file e selezioniamo


AUTO ALIGNMENT su ON e
ALIGNMENT TYPE su SHIFT in
quanto i nostri file non sono
scattati nello stesso modo.

ALIGNMENT CYCLES lasciamolo su


3 per avere un allineamento
bilanciato fra velocità e
prestazioni. A questo punto
clicchiamo su PROCESS e
attendiamo l’elaborazione.

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Somma canali R G B

Una volta completato l’allineamento ritagliamo i bordi in eccesso e andiamo al


capitolo “3.3.4 Elaborazione Cielo Profondo (Deep Sky)” per imparare come post
produrre questa Immagine del cielo profondo.

143
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3.3 Workflow in Adobe Photoshop con Astro Panel
In questo capitolo spiegherò il flusso di lavoro ideale da utilizzare con Astro Panel Pro
in Adobe Photoshop CC con le immagini astronomiche. Nei capitoli precedenti ho
spiegato i passaggi da eseguire per lo Stacking delle Immagini della Via Lattea, del
Cielo Profondo e Startrail. Prima di cominciare con la Post Produzione vi consiglio di
tenere sempre aggiornata la versione Adobe Photoshop in modo da sfruttare a pieno
le potenzialità del plug-in.

Per eseguire step-by-step tutti i passaggi della post-produzione impostate la vostra


area di lavoro su “Fotografia” dal menù di Photoshop “Finestra -> Area di Lavoro”.

Spostate Astro Panel come nell’immagine sottostante e la finestra “Storia” sotto il


plug-in o se non c’è abbastanza spazio in un’area vicino al pannello. Questo vi aiuta a
ricordare i passaggi da effettuare per la post-produzione e tornare indietro quando
sbagliate qualcosa.

144
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3.3.1 Elaborazione di una posa singola
In questo capitolo effettueremo lo Stacking e la Post-Produzione di un’immagine
della Via Lattea composta da:
- 10 Light Frames, 120” di Esposizione, Apertura F/4.0, ISO 1600;
- 5 Dark Frames, 120” di Esposizione, Apertura F/4.0, ISO 1600;
- 25 Bias Frames, 1/4000s di Esposizione, Apertura F/4.0, ISO 1600.
- Nikon D750, Nikon 20mm F/1.8 G ED;
- Filtro Optolong L-PRO pre ridurre l’inquinamento luminoso;
- Montatura Equatoriale Skywatcher Star Adventurer.
Utilizziamo il nostro Astro Panel Pro e impostiamo i parametri per questa foto. Vi
ricordo che le impostazioni della scheda Sky Stack variano in base alla vostra
attrezzatura, tempi di esposizione e se avete utilizzanto l’Astro Inseguitore.

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Per questo Stacking ho impostato:
- Alignment e Alignment Helper;
- THRESHOLD (SOGLIA) a 131 pixel;
- Il resto dei parametri Default;
Impostato tutto, premo CONFIRM (CONFERMA) e START (INIZIO) e attendo la somma
delle immagini in Astro Panel.

Dopo aver effettuato lo stacking della Via Lattea con le avanzate funzioni di Fusion
passiamo alla post produzione del nostro file. Nel caso in cui dovete lavorare con un
singolo file RAW, potete saltare l’introduzione riguardo lo Stacking delle immagini.
Il workflow della post produzione è identica anche per un singolo file RAW.

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Il primo step da effettuare è resettare i colori dell’immagine e diminuire, se presente,
la dominante verde nell’immagine. I comandi da utilizzare sono “RESET COLORS” nel
menù Automatic – First Step e “CAST” nel menù Deep Sky.
Se avete già corretto i colori prima dello stacking delle immagini in Adobe Camera
Raw, cercate solo di rimuovere (se presente) la dominante verde.
Nel momento in cui clicchiamo sul comando “CAST” lo sfondo viene duplicato e
possiamo regolare l’opacità per raggiungere il risultato che vogliamo. In questo caso
ho impostato un’opacità del 30%. Uniamo i livelli dopo aver sistemato i toni e
regolato la dominante verde.

Adesso dobbiamo analizzare la nostra immagine guardando l’istogramma in alto a


destra. L’analisi è fondamentale per passare all’altro gruppo di comandi e capire
quale funzione usare.

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Stiamo parlando del gruppo “STRECH IMAGE” che serve a estrarre il segnale nascosto
della Via Lattea dal RAW e contrastare l’immagine. Quindi, clicchiamo sul pulsante
“UNDER” che viene usato per le immagini sottoesposte (in questo caso l’immagine è
leggermente sottoesposta).
Utilizzate il pulsante “OVER” quando la vostra immagine risulta sovraesposta e i pixel
dell’istogramma sono rivolti verso destra al contrario di quello che accade
nell’immagine.
Il risultato sarà un’immagine leggermente luminosa che andremo a correggere con il
tool “Valori Tonali” oppure “Curve”. Tramite Curve e lo strumento “Manina”,
abbassiamo leggermente la luminosità nel punto più luminoso dell’immagine
contrastando la Via Lattea. Non provate a scurire troppo l’immagine altrimenti le
ombre verranno troppo scure. Se l’immagine rimane ancora luminosa, provate con
“Valori Tonali” a chiudere leggermente le ombre spostando il cursore sinistro verso il
centro.

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Con il nuovo aggiornamento abbiamo a disposizione una potente funzione che si
chiama “DYNAMIC” che amlifica ancora di più il segnale della Via Lattea e degli
oggetti del cielo profondo.

Durante l’elaborazione grafica può capitare che la nostra immagine abbia tonalità
molto diverse dalla realtà che abbiamo fotografato. Quindi, con il comando SUM in

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Astro Panel Pro facciamo una Copia dei livelli sottostanti in un nuovo livello e
aprendo il filtro “Adobe Camera RAW”, gestiremo la nostra immagine con l’utilizzo
del pannello HSL.

Cercate di muovere i cursori delle varie tonalità per ottenere un cielo quanto più
neutro o blu possibile e le sfumature della coda della via lattea più calde. Il nucleo
della via lattea deve avere una dominante gialla. Se presente, l’airglow di colore
verde o rosso nell’aria sopra l’orizzonte, possiamo eliminarlo o aumentarlo con
l’utilizzo di un filtro graduato in Adobe Camera Raw.
L'Airglow o luminescenza notturna è una debole emissione luminosa dell'atmosfera
terrestre e come conseguenza, il cielo notturno non è mai completamente buio.

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Prossimo step è la riduzione del rumore cromatico e rumore digitale presente nella

nostra immagine. Per fare questo possiamo utilizzare il gruppo di funzioni dedicate

“NOISE” (RUMORE DELL’IMMAGINE). Utilizziamo tutte le funzioni presenti nel gruppo

per pulire l’immagine da ogni difetto.

Possiamo regolare l’opacità dei livelli duplicati per salvaguardare il dettaglio.

Abbiamo a disposizione altri tool ma per adesso non li useremo. Adesso daremo un

aspetto più soft alla nostra post produzione utilizzando i comandi del gruppo “STAR

TOOLS” della scheda ASTRO. Con il comando “FILTER” che trovate nel menù “STARS”

possiamo sfumare le stelle presenti nell’immagine per esaltare le zone gassose e

rendere più soft la Via Lattea come se fosse una nuvola.

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Sono disponibili altri comandi per lavorare sulle stelle e potete utilizzarli in base alle

vostre preferenze.

Lo step successivo ci consentirà di estrarre ancora più segnale dalla via lattea e

aumentare il contrasto delle parti gassose della nostra galassia.

Stiamo parlando dei comandi presenti nel menù “ENHANCE – SHARPNESS”

(MIGLIORA-NITIDEZZA). Il comando “NEBULA” (FILTRA) esegue in modo automatico il

lavoro riducendo il diametro delle stelle e mettendo in risalto la nebulosità della via

lattea o degli oggetti del cielo profondo. Questo step può essere saltato se avete

eseguito il “FILTER” sulle stelle ed è consigliato per le immagini Deep Sky. Inoltre il

comando “NEBULA” necessita di molto tempo per essere completato e di un PC/MAC

abbastanza potente.

Ora lavoreremo sul dettaglio della nostra immagine. Nel nostro caso possiamo
utilizzare “BOOST” per mettere in risalto i filamenti della via lattea tramite un
pennello di colore nero oppure “AUTOBOOST” che lo farà automaticamente per noi.

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La differenza fra le due funzioni è che con la prima puoi lavorare in modo manuale
mentre con l’altra in modalità automatica ma poco precisa.
Possiamo decidere di lavorare passo – passo per raggiungere un risultato fine senza
produrre artefatti e distruggere l’immagine. Infatti, utilizzando il pennello bianco
posso accentuare le zone dell’immagine interessate da questo aumento di nitidezza e
lasciare il resto dell’immagine che è composta da stelle.
Successivamente impostiamo una sfumatura di 350/400 pixel sulla maschera per
ridurre lo stacco di nitidezza fra le due zone dell’immagine. Possiamo impostare
questo valore in Astro Panel sullo slider in basso chiamato FEATHER (SFUMATURA).
Esiste un altro modo per fare questo lavoro ed è quello di utilizzare le maschere di
luminosità per selezionare i filamenti della Via Lattea. Questa procedura è più
complessa rispetto alla selezione con il pennello e dovrete tornare al punto di
partenza “BOOST” senza utilizzare il pennello.
Per iniziare utilizziamo il contagocce in basso a
destra di Astro Panel e interroghiamo con il
mouse la zona dell’immagine che ci interessa.

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Una volta individuata la zona preferita, una delle maschere di luminosità diventa
celeste e clicchiamo sopra con il mouse per vedere in anteprima la maschera.

Se la selezione effettuata ci soddisfa, premiamo il comando “APPLY” (APPLICA) per

incollare la selezione dentro la

maschera attiva nera del livello

“BOOST”. Se vogliamo effettuare una

modifica della maschera clicchiamo su “REFINE” (RIFINISCI) per aumentare o

diminuire la selezione tramite il livello CURVE che si è aperto come

nuova finestra.

Se l’anteprima della selezione della maschera di luminosità ci soddisfa, premiamo

“OK” sul livello Curve e nuovamente il comando “APPLY” (APPLICA) su Astro Panel.

In questo modo abbiamo selezionato quei filamenti che volevamo mettere in

evidenza con il comando BOOST in modo perfetto, senza artefatti e senza toccare le

stelle.

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Arrivate a questo punto lavoreremo sul bilanciamento dei colori aiutandoci con il

comando di Photoshop “Correzione colore selettiva” dal menù Immagine ->

Regolazioni, per regolare i colori della Via Lattea. Grazie a questo tool possiamo

regolare selettivamente la quantità di un colore di quadricromia in qualsiasi colore

primario, senza alterare gli altri colori primari.

Con il comando SUM in Astro Panel Pro facciamo una Copia dei livelli sottostanti in un
nuovo livello e apriamo la funzione “Correzione Colori Selettiva”.

Le regolazioni che farò serviranno a aumentare il giallo nel nucleo della Via Lattea e
rendere ancora più neutro il colore del cielo. Per prima cosa regolo i cursori in questo
modo:

Rosso:
- Cyan – 50%
- Magenta -25%
- Giallo +100%
- Nero +70%
Giallo:

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- Cyan – 100%
- Magenta 0%
- Giallo +100%
- Nero +100%
Verde:
- Cyan +100%
- Magenta 0%
- Giallo -100%
- Nero 0%
Ciano:
- Cyan -30%
- Magenta 0%
- Giallo 0%
- Nero 0%
Blu:
- Cyan +10%
- Magenta 0%
- Giallo -10%
- Nero 0%
Magenta:
- Cyan -50%
- Magenta -20%
- Giallo +50%
- Nero +50%

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Se la vividezza dei colori non è soddisfacente, nella scheda “Deep Sky” di Astro
possiamo cliccare su “LAB” in Color Manager che vivacizza i colori applicando un 10%
circa di vividezza in Color Lab. Possiamo applicare anche due volte questo comando
per raddoppiare l’effetto.

Ma cosa succede se i colori diventano molto saturi o vogliamo correggere una


tonalità in particolare? In questo caso possiamo ridurre la saturazione del colore blu e
per fare questo possiamo utilizzare sempre il contagocce di Astro Panel per
individuare se la zona satarata dell’immagine appartenga alle ombre, ai mezzitoni o
alle alte luci.
Adesso apriamo Adobe Camera Raw e cerchiamo di ridurre con pochi click
l’inquinamento luminoso che si trova sulla destra dell’immagine. Tramite il filtro
graduato possiamo selezionare la zona dove andremo a ridurre l’inquinamento
luminoso e impostiamo questi parametri.

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Una volta terminata la correzione dell’inquinamento luminoso consiglio di gestire e
sperimentare le maschere di luminosità in tempo reale. Tramite le maschere di
luminosità in tempo reale e la combinazione di funzioni con le maschere attive,
possiamo tirare fuori altri dettagli dall’immagine che sono nascosti nel nucleo della
Via Lattea o nella coda.

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Prendiamo il “contagocce” di Astro Panel Pro e cerchiamo di scoprire quale maschera
di luminosità utilizzare. Riutilizziamo il comando “BOOST“ e incolliamo nella maschera
attiva la selezione della maschera di luminosità “LIGHT3”, ottenendo
automaticamente nuovi dettagli nel nucleo della Via Lattea.

Aumentiamo il contrasto dell’immagine con la funzione “CONTRAST” (CONTRASTO)

nel menù “FINALIZE” (FINALIZZA) nella scheda LANDSCAPE. Anche qui posso applicare

la combinazione della funzione “CONTRAST” con le maschere di luminosità,

precisamente con i Mezzi toni 2. Infatti, la combinazione di questi due elementi dà un

impronta più precisa e contrastata all’immagine finale.

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Rimaniamo nella scheda LANDSCAPE per dare un tocco magico alla nostra foto.
Finalizzo sempre le mie foto con un tocco di “Dodge and Burn” combinato alle
maschere di luminosità. Nel menù DODGE AND BURN, cliccando su BASIC vengono
creati due livelli, Dodge e Burn. Al livello Dodge applico sempre una maschera di
luminosità nelle alte luci, mentre a Burn una delle ombre. In questo modo la
procedura diventa precisa e con il giusto impatto sull’immagine.

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In pochissimi minuti e con i comandi giusti siamo arrivati a un risultato soddisfacente
senza creare artefatti, mantenendo un dettaglio notevole e colori corretti.
Alla pagina seguente potete visualizzare il prima e il dopo dell’immagine appena
elaborata.
Nel capitolo successivo illustrerò come gestire la doppia esposizione con un
paesaggio scattato di notte o all’ora blu inserendo il cielo elaborato in questo
capitolo.

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3.3.2 Elaborazione Doppia Esposizione
Nel capitolo precedente abbiamo visto quali sono i passaggi da eseguire per lo
sviluppo di un’immagine inseguita o posa singola che ha come soggetto la Via Lattea.
In questo capitolo spiegheremo come elaborare una doppia esposizione in cui
abbiamo due file:

- Il cielo stellato (elaborato nel capitolo precedente);


- Il paesaggio o altro soggetto che abbiamo fotografato all’ora blu o durante la
notte con una lunga esposizione.

L’immagine che analizzeremo ora ha come soggetto un paesaggio fotografato


durante la notte con queste impostazioni:

- Nikon D750;
- Nikon 20mm f/1.8 G ED;
- 1 Light frame da 120”, Apertura F/4.0, ISO 1600;
- Nikon D750, Nikon 20mm F/1.8 G ED;
- Filtro Optolong L-PRO pre ridurre l’inquinamento luminoso;
- Montatura Equatoriale Skywatcher Star Adventurer.
Lo scopo di questa post-produzione sarà elaborare il paesaggio in modo da inserire la
Via Lattea nella stessa posizione in cui si trovava all’ora in cui è stata scattata questa
foto. Ci sono molteplici procedure per fare questa elaborazione e ne spiegheremo
alcune durante questo workflow.

Per cominciare apriamo il file RAW del paesaggio in Adobe Photoshop e cominciamo
a regolare i parametri per sistemare la temperatura colore e la tinta. Nel mio caso la
Nikon D750 è Full Spectrum (senza filtro infrarosso) e devo sistemare il bilanciamento
del bianco.

Successivamente vado a variare altri parametri come l’esposizione, le luci, le ombre, i


neri e i bianchi come nell’immagine che vedete alla pagina successiva.
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Una volta effettuata la regolazione di questi parametri provvedo ad aprire l’immagine

in Photoshop cliccando sul tasto APRI di Camera RAW. Come potete notare

dall’immagine la lunga esposizione della foto ha registrato un po' di rotazione

terrestre.

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Facciamo uno zoom al 100% della foto per controllare se sono presenti degli hot pixel
o del rumore cromatico. In questo caso ho eliminato gli hot pixel con il comando
“SOFT” (LEGGERO) e dopo ho applicato la riduzione del rumore utilizzando i comandi
“NOISE” e “CHROMATIC”presenti nel menù “NOISE CORRECTION” (ultima immagine).

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Applichiamo una leggera nitidezza all’immagine dal menù SHARPNESS con il comando
“HIGH PASS” lasciando tutto di default (Raggio = 4 Pixel). In questo modo abbiamo
recuperato un po' di dettaglio tramite il filtro “Accentua Passaggia” modificato in
Astro Panel, che non riusciamo a registrare tramite il sensore durante la notte.

Giunti a questo punto, usiamo il Dodge and Burn come spiegato nel capitolo
precedente per dare un po' di contrasto alla foto e renderla tridimensionale. Dal
menù DODGE AND BURN, cliccando su BASIC vengono creati due livelli, Dodge e
Burn: al livello Dodge applico sempre una
maschera di luminosità nelle alte luci,
mentre a Burn una delle ombre. In
questo modo la procedura diventa
precisa e con la giusta tridimensionalità
sul paesaggio. Per Dodge applico la
maschera “LIGHT1” (LUCI-1) mentre per Burn seleziono “SHADOWS3” (OMBRE-3).
Con il pennello bianco schiarisco le zone luminose con una opacità del 30-40%,
invece con il pennello nero brucio le zone d’ombra.

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Terminata la post-produzione del paesaggio, clicchiamo su “UNICO LIVELLO” per
unire tutti i livelli e passare alla doppia esposizione. Adesso dobbiamo selezionare il
cielo e inserire la foto della Via Lattea che abbiamo elaborato nel capitolo
precedente. Per fare questo apriamo l’immagine precedente che abbiamo salvato in
TIFF e incolliamola in questa foto come nuovo livello inserendola sotto il livello del
paesaggio. Se avete la nuova versione 2022 di Photoshop potete selezionare il cielo
dal menù di Photoshop “Selezione -> Cielo”.
In pochi secondi Photoshop selezionerà il cielo
dell’immagine. Prima di cancellare la zona
della foto che non ci interessa, espandete la
selezione di 5-8 pixel (“Selezione -> Modifica -
> Espandi”) per avere una selezione più morbida. Adesso con lo strumento “Gomma”
cancellate in maniera accurata la parte della foto da eliminare. In alternativa, se non
avete l’ultima versione di PS, con lo “Strumento Selezione Rapida” dovete fare
manualmente la selezione del cielo. Cercate di far combaciare delicatamente la zona
del cielo con la zona terrestre e aiutatevi con un pennello nero per scurire le zone
illuminate vicino al cielo.
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Rispetto al passato questa procedura è semplice da effettuare soprattutto se
abbiamo tante foto da fare utilizzando questo workflow. Per uniformare il cielo alla
temperatura di colore del paesaggio possiamo effettuare delle modifiche, se
necessario, con il bilanciamento dei colori dalle regolazioni di Photoshop (“Immagine
-> Regolazioni -> Bilanciamento dei Colori”).

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Per ultimare la nostra foto, uniamo i livelli e aumentiamo la vignettatura per scurire i
bordi dando quel tocco magico di fotografia notturna.

Per fare questo andiamo nel menù “FINALIZE” della scheda “LANDSCAPE” e
clicchiamo su “VIGNETTE” per aumentare la vignettatura. Possiamo anche aggiungere
un tocco di effetto Orton, ma personalmente preferisco lasciare la foto cosi com’è.

Alla pagina seguente potete vedere il prima e dopo dell’immagine che abbiamo
appena elaborato in post-produzione.

Ad alcuni potrebbe sembrare un po' troppo semplice questo flusso di lavoro, ma se


avete una buona tecnica in post-produzione non dovrete fare miracoli. Per questo
motivo vi invito a studiare tutte le tecniche di astrofotografia descritte in questo libro
per semplificare il flusso di lavoro, risparmiare tempo in Photoshop e aumentare la
qualità dei vostri scatti.

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3.3.3 Elaborazione Cielo Profondo (Deep Sky)
Nei capitoli precedenti abbiamo spiegato il workflow per la post-produzione della Via
Lattea con Astro Panel. Il procedimento per la post produzione è molto simile e si
differenzia solo per l’utilizzo di alcuni gruppi di comandi come “STAR TOOLS” e
“FALSE FLAT”, “NEBULA”. Quello che fa la differenza è la tecnica di ripresa delle
immagini e quanto tempo di esposizione dedichiamo alla fotografia Deep Sky. E’
importante effetturare almeno due ore di light frames, una decina di dark frames,
bias frames e soprattutto è obbligatorio effettuare i flat per correggere la
vignettatura della lente o telescopio che utilizziamo.
In questo capitolo elaboreremo una sessione di scatto composta da:
- 31 Light Frames, 120” di Esposizione, Apertura F/2.8, ISO 800;
- 7 Dark Frames, 120” di Esposizione, Apertura F/2.8, ISO 800;
- 35 Bias Frames, 1/4000s di Esposizione, Apertura F/2.8, ISO 800;
- 29 Flat Frames, 1/20s di Esposizione, Apertura F/2.8, ISO 800;
- Nikon D750, Sigma 300mm F/2.8 EX DG HSM;
- Filtro Optolong L-PRO pre ridurre l’inquinamento luminoso;
- Montatura Equatoriale Skywatcher EQM35 Pro.
Lo Stacking è stato effettuato
utilizzando Astro Panel Pro in Adobe
Photoshop 2022 e l’immagine alla
pagina seguente rappresenta il file di
partenza. Per vedere come
effettuare lo Stacking con Astro
Panel delle immagini astronomiche
andate a leggere il capitolo “Stacking
Immagini Astronomiche e HDR”.

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Se avete utilizzato un altro software per effettuare lo stacking delle immagini
astronomiche, come Deep Sky Stacker, aprite direttamente il file di uscita
Autosave.tif a 32 bit in Adobe Photoshop. Tramite la funzione 32bit -> 16bit di Astro
Panel contenuta nel menù “AUTOMATIC – FIRST STEP” (AUTOMATICO – PRIMI PASSI)
convertite in modo completamente automatico il metodo di lavoro da 32 BIT a 16
BIT.
Fatta questa premessa la prima funzione da utilizzare è quella per il reset dei colori
chiamata “RESET COLORS” nel menù “AUTOMATIC – FIRST STEP” (AUTOMATICO –
PRIMI PASSI). Questa funzione resetta il tono e il colore automaticamente per darci
un’impronta iniziale per la post-produzione. Se il risultato non vi soddisfa, aprite
Adobe Camera RAW (nel caso di immagini effettuate con fotocamere modificate o
astronomiche) e regolate la temperatura e la tinta colore per unire i livelli RGB
dell’istogramma. Nel mio caso ho effettuato la regolazione in Camera RAW per unire i
livelli RGB.

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Come in tutte le immagini di astrofotografia può capitare che sia presente una
dominante verde. Per attenuare la dominante utilizziamo il comando da utilizzare è
“CAST” che si trova nel menù “DEEP SKY”.
Nel momento in cui clicchiamo sul comando lo sfondo viene duplicato e possiamo
regolare l’opacità per raggiungere il risultato che vogliamo. Questa funzione è molto
potente, per questo motivo vi consiglio un’opacità intorno al 30-40%.

Se nella nostra immagine è presente un leggero gradiente luminoso possiamo


elimanarlo utilizzando le funzioni “FALSE FLAT”. Primo comando da utilizzare è “1”
per generare il flat artificiale che poi dovremmo sottrarre alla nostra immagine di
partenza. Successivamente cliccheremo su “25” o “50” o “75” in base alla
percentuale di gradiente che vogliamo togliere dall’immagine. Se il risultato non ci
soddisfa possiamo tornare indietro con il tasto dedicato giù e ripetere le due
operazioni.

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Come potete vedere dall’immagine sopra, la foto risulta pulita da quel gradiente e
pronta per lo step successivo. Analizzando l’istogramma in alto a destra dobbiamo
estrarre il segnale nascosto delle nebulose e per farlo andiamo al menù “STRECH
IMAGE”. Come spiegato nei capitolo precedenti, il pulsante “UNDER” è usato per le
immagini sottoesposte e il comando “OVER” per immagini sovraesposte. In questo
caso utilizzeremo il primo comando per procedere con il workflow.

E’ consigliato utilizzare più volte il comando “UNDER” quando la vostra foto risulta
ancora sottoesposta dopo il primo click. Questa procedura se utilizzata più volte
tende a aumentare il rumore cromatico, quindi armatevi di tanti dark frame in fase di
scatto se la vostra fotocamera soffre di rumore digitale.

Nell’immagine alla pagina successiva potete vedere il risultato del comando “UNDER”
combinato alla funzione Valori Tonali. La combinazione di queste due funzioni aiuta a
estrarre zone gassose e dettagli nascosti e allo stesso tempo scurisce l’immagine
eliminando il gradiente. Con i Valori Tonali non dovete far altro che spostare il
cursore delle ombre verso destra per scurire limmagine e eliminare il gradiente.
Ripetete la procedura più volte finchè le nebulose non vengono fuori.

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Nel mio workflow ho ripetuto tre volte la combinazione (UNDER e VALORI TONALI) e
il risultato è soddisfacente. Adesso siamo riusciti a tirar fuori il segnale della nebulosa
che prima era praticamente nascosto.
In base alla potenza del vostro computer il comando impiegherà da 30 secondi a una
manciata di minuti per elaborare il flat artificiale. Per effettuare un lavoro migliore
consiglio tramite lo strumento “Timbro Clone” o “Toppa” di nascondere le nebulose e
altri oggetti del profondo cielo in modo da oscurarli dall’elaborazione successiva.

Arrivati a questo punto cercheremo di estrarre ancora più segnale e di dare


profondità alla nebulosa con i comandi “ENHANCE - SHARPENESS”. Come spiegato
nel capitolo precedente, con il comando “NEBULA” possiamo ridurre il diametro delle
stelle e aumentare la nebulosità dell’immagine. Questo step può essere saltato se
avete eseguito il comando “FILTER” sulle stelle (nel menù “STARS”).
Inoltre il comando “NEBULA” necessita di molto tempo per essere completato e di un
PC/MAC potente. Prima di lanciare il comando “NEBULA”, con il comando SUM
facciamo una Copia dei livelli sottostanti in un nuovo livello.

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Il risultato della funzione “NEBULA” è sempre gratificante agli occhi e ci da un
assaggio di quello che sarà la nostra immagine finale.

Da questo punto in poi lavoreremo sulle nebulose per estrarre il dettaglio e il colore
rosso delle nebulose che è dominante. Con il comando SUM di Astro Panel Pro
facciamo una Copia dei livelli sottostanti in un nuovo livello e apriamo la funzione
“Correzione Colori Selettiva”, dal menù di Photoshop “Immagine -> Regolazioni”.

Le regolazioni che farò serviranno a enfatizzare il colore rosso delle nebulose e


rendere ancora più neutro il colore del cielo. Per prima cosa regolo i cursori in questo
modo:

Rosso:
- Cyan – 50%
- Magenta -20%
- Giallo 0%
- Nero 0%
Verde:
- Cyan -100%
- Magenta +100%
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- Giallo -100%
- Nero 0%
Blu:
- Cyan +50%
- Magenta 0%
- Giallo 0%
- Nero 0%
Magenta:
- Cyan -25%
- Magenta -50%
- Giallo 0%
- Nero +35%
Questi parametri sono ideali per l’immagine che sto elaborando ma possono variare
per le vostre immagini in quanto non sono assoluti.

Adesso dobbiamo lavorare sul dettaglio fine con il comando “BOOST” con l’ausilio di
un pennello bianco. Oppure possiamo combinare la funzione BOOST con una
maschera di luminosità come abbiamo spiegato nei capitoli precedenti. Con il

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contagocce di Astro Panel (In basso a destra nel plug-in) interroghiamo una delle
zone oscure dell’immagine che daranno un forte contrasto alla foto. Non mettiamo
mai in risalto zone luminose e gassose per non bruciare le alte luci e diminuire
l’effetto soft dell’immagine.

Una volta individuata la zona preferita, una

delle maschere di luminosità diventa celeste

e clicchiamo sopra con il mouse per vedere

in anteprima la maschera.

Se la selezione effettuata ci soddisfa, premiamo il comando “APPLY” (APPLICA) per

incollare la selezione dentro la maschera attiva nera del livello “BOOST”. Se vogliamo

effettuare una modifica della maschera clicchiamo su “REFINE” (RIFINISCI) per

aumentare o diminuire la selezione tramite il livello CURVE che si è aperto come

nuova finestra.

Se l’anteprima della selezione della maschera di luminosità è corretta, premiamo

“OK” sul livello Curve e nuovamente il comando “APPLY” (APPLICA) su Astro Panel.

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In questo modo abbiamo selezionato quei dettagli oscuri della nebulosa che
volevamo mettere in evidenza con il comando BOOST in modo perfetto, senza
artefatti e senza toccare le stelle. Inoltre, come puoi vedere nell’immigine alla pagina
successiva, la nebulosa comincia ad acquistare quella tridimensionalità che era
nascosta.

Con il comando “EXTREME” (Deconvolution) abbiamo la possibilità di regolare il


giusto compromesso con la nitidezza avanzata. Questa tecnica è utilizzata tantissimo
in astrofotografia ed è utile per ridurre anche il micromosso delle immagini
astronomiche. E’ una funzione che non utilizzeremo con questa nebulosa, ma può
essere utile in altri contesti come le immagini planetarie, di galassie o paesaggistiche.

Se nella nostra immagine è ancora presente un po' di vignettatura ai bordi, possiamo


ridurla con l’aiuto dei mezzitoni nelle maschere di luminosità. Con il comando “HAZE”
(FOSCHIA), che trovate nel menù “IMAGE CORRECTION” della scheda LANDSCAPE e la
combinazione della maschera di luminosità “MIDTONES2”, possiamo ridurre la
“vignettatura” che è presente nella foto.

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Semplicemente basta cliccare sul comando “HAZE”, sulla maschera “MIDTONES2” e
fare “APPLY” (APPLICA).

La pesante elaborazione grafica effettuata fino ad ora può generare una percentuale
di rumore digitale e cromatico. Per correggere questo inconveniente ho utilizzato il
comando “NOISE” (RUMORE) della scheda ASTRO. Quando utilizziamo la riduzione
del rumore viene duplicato il livello base e possiamo regolare l’opacità dell’effetto
controllando il risultato in tempo reale con lo zoom al 100%. Applicare tutte le
funzioni presenti nel menù “NOISE”.

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Corretti i “difetti” dell’elaborazione grafica passiamo a gestire il colore. Abbiamo in
Astro Panel tantissime funzioni per la gestione del colore, ma le maschere di colore ci
consentono di tirar fuori il massimo dalle nostre immagini.
Con il comando Ctrl + Maiusc + Alt + E (su Windows) o Comando + Maiusc + Opzione
+ E (su Mac) facciamo una Copia dei livelli sottostanti in un nuovo livello e clicchiamo
su una delle maschere di colore presenti in basso per poter tirare fuori più colore.
Infatti nel nostro caso possiamo utilizzare la maschera di colore “R - Red Mask” nei
mezzi toni che seleziona in modo automatico il colore rosso che è presente nella
nebulosa nei mezzi toni. Dopo la selezione della maschera di colore e la conferma con
il tasto “APPLY” (APPLICA) potete saturare il colore rosso o o uno dei sei che avete
interrogato, utilizzando le regolazioni “Tonalità/Saturazione” o “Curve”.
Nell’immagine seguente ho lavorato con la saturazione del colore rosso per renderlo
più saturo e leggermente luminoso. Quando utilizzate le maschere di colore è
fondamentale creare un nuovo livello altrimenti il comando non funzionerà.

Ho corretto anche la dominante Magenta nelle ombre che è ancora presente ai bordi
sempre desaturandolo con la regolazione Tonalità/Saturazione.

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Applicate questo flusso di lavoro con qualsiasi maschera di colore o di luminosità.
Potete anche mascherare con un pennello nero le zone dell’immagine che non
interessano dalla modifica che state facendo.

Se il risultato non fosse soddisfacente, nel menù “DEEP SKY” della scheda “ASTRO” la
gestione dei colori e possiamo utilizzare uno dei comandi disponibili per saturare il
colore. Uso sempre il comando “LAB” che amplifica la saturazione del colore in
COLOR LAB senza esagerare.
Se nella vostra immagine risulta un po' di inquinamento luminoso, apriamo Adobe
Camera Raw e cerchiamo di ridurre con pochi click l’inquinamento luminoso che si
trova in alto a destra. Tramite il filtro graduato possiamo selezionare la zona dove
andremo a ridurre l’inquinamento luminoso e impostiamo questi parametri. Potete
leggere l’approfondimento nel capitolo “Ridurre l’inquinamento luminoso”.

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Nel menù DEEP SKY abbiamo a disposizione altri potenti comandi per estrarre
qualche dettaglio dalla foto e scurire il fondo cielo. In questo caso clicchiamo sul
comando “RELIEF” (RILIEVO) per aumentare il dettaglio fine e su “BLACK SKY” (CIELO
NERO) per scurire il background della foto. Questa funzione deve essere usata in
combinazione con le maschere di luminosità e per questo motivo aggiungo una
maschera di livello, seleziono il fondo cielo con il contagocce di Astro Panel e faccio
“APPLY” (APPLICA) per una selezione perfetta.
Guarda l’immagine alla pagina successiva per vedere il risultato di questa
elaborazione.

Terminata l’elaborazione con le funzioni astronomiche, ritorniamo nella scheda


LANDSCAPE per dare un tocco magico alla nostra foto. Qui abbiamo a disposizione
funzioni come “ORTON EFFECT”, “GLOW EFFECT”, “D&B EFFECT” per effetture le
ultime modifiche.
Alle immagini Deep Sky preferisco dare un tocco di Effetto Orton o Dodge and Burn.
L’effetto Orton risulta piacevole nelle immagini deep sky, quindi utilizzeremo il
comando “BASIC” (SEMPLICE) e un’opacità massima del 30-40% per finalizzare la
foto.
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Potete anche utilizzare il Dodge and Burn in combinazione con le maschere di
luminosità come spiegato nel flusso di lavoro della Via Lattea e della doppia
esposizione, ma la foto con questo workflow ha già acquistato la tridimensionalità
che volevo.

Se è presente ancora una leggere dominante usate la funzione “COLOR” nel menù
“COLOR CORRECTION”, prima di applicare l’Effetto Orton.
Questo tutorial serve a dare un imput al tuo flusso di lavoro rendendo l’elaborazione
grafica semplice e d’impatto, facendoti risparmiare tempo e ore al PC.
Con i comandi corretti siamo arrivati a un risultato piacevole senza creare artefatti,
mantenendo un dettaglio notevole e colori corretti.
Successivamente potete procedete a ritagliare la foto per eliminare porzioni
dell’immagine che non ci interessano o per escludere zone interessate
dall’inquinamento luminoso. Quest’ultimo è solo un consiglio.
Raggruppate tutti i livelli che avete creato con la post-produzione in un singolo
gruppo e noterete la differenza dal file di partenza.

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3.3.4 Elaborazione di uno Startrail
In questo capitolo illustreremo come effettuare la post-produzione di uno Startrail in
Adobe Photoshop con l’aiuto di Astro Panel. Il flusso di lavoro è molto semplice e
adatto a chinuque.

L’immagine che andremo a elaborare è composta cosi:

- 120 light frames, 30” Tempo di Esposizione, Apertura F/4.0, ISO 1600;
- Nikon D750, Nikon 20mm F/1.8 G ED;
- Treppiede Manfrotto.

Ho unito le immagini attivando “Tripod Alignment” e “Comet Effect”, per dare


l’effetto alle stelle strisciate di una cometa.

Adesso apriamo Adobe Camera RAW e regoliamo il bilanciamento del bianco, il


contrasto, abbassiamo le luci e apriamo le ombre.

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Clicchiamo su “OK” e ritorniamo in Photoshop per continuare l’elaborazione grafica.
Con questo passaggio non abbiamo fatto altro che rendere uniforme nell'esposizione
e nei colori l'immagine che all'inizio si presentava con una dominante blu e con le
linee che creavano un effetto moirè.

Duplichiamo il livello e apriamo di nuovo Adobe Camera RAW per contrastare e


abbassare nuovamente le luci dello Startrail. Impostate +50 sul contrasto e -100 alle
luci. Muovete il cursore della temperatura a +10/+15 se l’immagine diventa troppo
fredda.

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Creiamo una maschera di luminosità sulle alte luci e clicchiamo "LIGHT1" all'interno
del pannello. In questo modo Astro Panel selezionerà in maniera automatica le luci di
Livello 1. Selezioniamo il livello
copiato e facciamo “APPLY”
(APPLICA).

Così facendo applicheremo al


livello copiato le modifiche
fatte in Adobe Camera Raw e solo sulle stelle.

Riapriamo nuovamente Adobe Camera RAW e diamo più contrasto all’immagine


abbassando le luci.

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Arrivati a questo punto potremmo dire di aver finito la post-produzione dello star
trail lasciando le linee nette come si vedono nella maggior parte di foto fatte con
questa tecnica.

Ma esiste un’altra tecnica che ci consente di ottenere uno Startrail morbido


utilizzando la funzione di Astro Panel “FLUID” (FLUIDIFICA). Con questo comando
possiamo ammorbidire lo Startrail rendendolo fluido.

Clicchiamo sul comando “FLUID” e alla finestra che appare in sovraimpressione


facciamo “OK”. In questo modo viene creato un nuovo livello con una maschera nera
che servirà a fluidificare lo Startrail tramite l’utilizzo del pennello bianco.

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Ripetiamo l’operazione un’altra volta per rendere ancora più fluido lo Startrail. Non

badate a quello che succede al paesaggio perché tratteremo questo passaggio come

una doppia esposizione.

Dopo questo passaggio provate a raffreddare l’immagine in Camera RAW e

aumentate la saturazione dei colori di un 20% con la regolazione Tonalità/Saturazione

che si trova nel menù “Immagine -> Regolazioni” di Adobe Photoshop.

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Arrivati a questo punto facciamo unico livello, salviamo lo Startrail in formato TIFF e

riaprimo la foto originale del paesaggio che servirà per applicare lo Startrail.

Per cominciare apriamo il file RAW del paesaggio in Adobe Photoshop e cominciamo

a regolare i parametri per sistemare la temperatura colore e la tinta. Nel mio caso la

Nikon D750 è Full Spectrum (senza filtro infrarosso) e quindi devo sistemare il

bilanciamento del bianco oltre all’esposizione, le luci, le ombre, i neri e i bianchi per

rendere simile il paesaggio all’esposizione dello Startrail. Una volta completata la

modifica in Adobe Camera RAW, clicchiamo su “APRI” e continuamo la post-

produzione in Adobe Photoshop.

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Facciamo uno zoom al 100% della foto per controllare se sono presenti degli hot pixel
o del rumore cromatico. Nel mio caso non devo applicare nessuna riduzione del
rumore in quanto il file è buono.

Applichiamo una leggera nitidezza all’immagine dal menù SHARPNESS con il comando
“HIGH PASS” lasciando tutto di default (Raggio = 4 Pixel). In questo modo abbiamo
recuperato un po' di dettaglio tramite il filtro “Accentua Passaggia” modificato in
Astro Panel, che non riusciamo a registrare tramite il sensore durante la notte.

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Giunti a questo punto, usiamo il Dodge and Burn come spiegato nel capitolo
precedente per dare un po' di contrasto alla foto e renderla tridimensionale. Dal
menù EFFECTS D&B, cliccando su Simple vengono creati due livelli, Dodge e Burn: al
livello Dodge applico sempre una maschera di luminosità nelle alte luci, mentre a
Burn una delle ombre. In questo modo
la procedura diventa precisa e con la
giusta tridimensionalità sul paesaggio.
Per Dodge applico la maschera
“LIGHT1” (LUCI-1) mentre per Burn
seleziono “SHADOWS3” (OMBRE-3).

Con il pennello bianco schiarisco le zone luminose con una opacità del 30-40%,
invece con il pennello nero brucio le zone d’ombra.

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Terminata la post-produzione del paesaggio, clicchiamo su “UNICO LIVELLO” per
unire tutti i livelli e passare alla doppia esposizione.
Adesso dobbiamo selezionare il cielo e inserire la foto dello Startrail che abbiamo
elaborato precedentemente.
Per fare questo apriamo l’immagine precedente che abbiamo salvato in TIFF e
incolliamola in questa foto come nuovo livello
inserendola sotto il livello del paesaggio.
Se avete la nuova versione 2022 di Photoshop
potete selezionare il cielo dal menù di
Photoshop “Selezione -> Cielo”. In pochi
secondi Photoshop selezionerà il cielo
dell’immagine del livello del paesaggio. Cancellate il cielo del paesaggio con lo
strumento “Gomma” oppure direttamente con il “CANC” della testiera.
In alternativa, se non avete l’ultima versione di PS, con lo “Strumento Selezione
Rapida” dovete fare manualmente la selezione del cielo.

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Rispetto al passato questa procedura è semplice da effettuare soprattutto se
abbiamo tante foto da fare utilizzando questo workflow.

Per uniformare il cielo alla temperatura di colore del paesaggio effettuiamo delle
modifiche con il bilanciamento dei colori dalle regolazioni di Photoshop (“Immagine -
> Regolazioni -> Bilanciamento dei Colori”).

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Per ultimare la nostra foto, uniamo i livelli e aumentiamo la vignettatura per scurire i
bordi dando quel tocco magico di fotografia notturna.

Per fare questo andiamo nel menù “EFFECTS” della scheda “LANDSCAPE” e
clicchiamo su “VIGNETTE” per aumentare la vignettatura. Possiamo anche aggiungere
un tocco di effetto Orton, ma personalmente preferisco lasciare la foto senza effetti.

Ecco prima e dopo dell’immagine che abbiamo appena elaborato in post-produzione.

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3.3.5 Rimuovere l’Inquinamento Luminoso
In questo capitolo vi mostrerò come attenuare in post-produzione l’inquinamento
luminoso presente nelle nostre immagini. Da premettere che per ottenere immagini
con poco inquinamento luminoso, bisogna consultare le mappe terrestri online sul
sito https://www.lightpollutionmap.info/ per scegliere un luogo in cui fotografare la
Via Lattea o il Cielo profondo completamente al buio. Nonostante questo può
succedere di incorrere in qualche inconveniente e per questo motivo ti mostrerò
come attenuare l’inquinamento luminoso.

Apriamo la nostra immagine in Adobe Photoshop tramite l’utilizzo del filtro Camera
RAW o in Adobe Lightroom. Il procedimento è identico in quanto andremo a
utilizzare il filtro graduato che si trova in tutte e due i software.

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Adesso selezioniamo il filtro graduato e tenendo premuto il cursore del mouse
dobbiamo tracciare una tendina sulla foto per selezionare la zona che ci interessa.
Per effettuare una selezione precisa attivate la maschera del filtro graduato con il
colore che preferite (nel mio caso è verde).

Fatto questo, impostante i parametri come del filtro in modo da ridurre leggermente
l’esposizione, le luci, raffreddare la temperatura di quella zona in quanto
l’inquinamento luminoso è composte da luci calde e desaturare leggermente.
Premiamo “OK” per confermare la selezione e ritornare a elaborare la foto.

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202
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3.3.6 Elaborazione Immagini per Video Timelapse in PS
“Questo capitolo sarà disponibile con il secondo aggiornamento del libro che sarà
disponibile fra 15 giorni. Riceverai una mail per scaricarlo”

203
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3.3.7 Montaggio Video Timelapse in Adobe After Effects
“Questo capitolo sarà disponibile con il secondo aggiornamento del libro che sarà
disponibile fra 15 giorni. Riceverai una mail per scaricarlo.”

204
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3.3.8 Creazione Immagini Panoramiche in Adobe Photoshop
e Adobe Lightroom
“Questo capitolo sarà disponibile con il secondo aggiornamento del libro che sarà
disponibile fra 15 giorni. Riceverai una mail per scaricarlo.”

205
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4. Pillole di Astronomia

In questo capitolo spiegheremo come osservare e


riconoscere il cielo stellato, le aurore, le eclissi lunari e 206
solari e il Sistema Solare. digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it
4.1 Impariamo a riconoscere il Cielo
Il cielo fin dall'antichità è una risorsa di tutti. Pensate agli antichi egizi, ai Sumeri e ai
Maya, ai primi naviganti che si orientavano con le stelle. Oggi con l'era tecnologica
questo fascino di guardare le stelle si è affievolito, e in tanti si domandano cos'è la Via
Lattea e come vederla nel cielo e durante l'anno.

Purtroppo a causa dell'inquinamento luminoso individuarla è veramente difficile.


Infatti dobbiamo recarci in un luogo abbastanza buio dove si distingue ad occhio
nudo come una “macchia” bianca nel cielo (ecco perché viene chiamata Via Lattea fin
dall'antichità). Il Cielo non è lo stesso durante l'anno, infatti la Terra ruotando intorno
al Sole ci permette di vedere costellazioni e porzioni della volta celesti differenti.
Possiamo distinguere due differenti porzioni del cielo stellato: quello che vediamo
durante l'estate e quello d'inverno.

Ma anche il Cielo che vediamo nell’emisfero Boreale è diverso da quello Australe.


Infatti, se ci troviamo nell’emisfero Boreale alcune costellazioni di quell’Australe non
sono visibili e viceversa.

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4.1.1 Il Cielo Boreale
L'emisfero celeste boreale, anche detto emisfero celeste settentrionale o emisfero
celeste nord, è quella metà del cielo che contiene il polo nord celeste e che si ottiene
dividendo la sfera celeste lungo l'equatore celeste in due emisferi. Una delle
costellazioni più caratteristiche e conosciute dell’Emisfero Boreale è rappresentata
dal Grande Carro. La maggior parte dell’emisfero settentrionale non è visibile da
luoghi che si trovano nell’Emisfeto celeste australe o meridionale.

Con l'aiuto del Grande Carro, nella costellazione dell' Orsa Maggiore possiamo
riconoscere la Stella Polare. Questa è l'unica stella che non si muove durante la notte.
Per riconoscere la Stella Polare abbiamo scritto un approfondimento al capitolo
“1.4.2 Usiamo l’Astro Inseguitore”.

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IL CIELO ESTIVO
Durante l'estate, lo spettacolo della volta celeste è prettamente più scenografico e
interessante. Infatti possiamo notare l'intero Arco della Via Lattea già dalle prime ore
della sera, scrutare il Nucleo, l'immensa nebulosità del Cigno, la Galassia di
Andromeda, i grandi ammassi oscuri e interessanti ammassi stellari come quelli
presenti nel Sagittario e nello Scorpione.

Quella dello Scorpione è una delle costellazioni più caratteristiche del cielo, una delle
più luminose ed anche una delle poche che rendono davvero l'idea di quello che
intende rappresentare nel Cielo. La sua stella principale, Antares è una supergigante
dal colore rosso fuoco, che con la sua magnitudine di 1,07, è la sedicesima stella più
brillante del cielo.

Lo Scorpione è una costellazione dell'emisfero australe, visibile sopra l'orizzonte


estivo meridionale; si individua con grande facilità, a sud dell'Ofiuco, lungo la scia
luminosa della Via Lattea, in questo punto particolarmente brillante a causa della
vicinanza al centro galattico.

La testa dello Scorpione si evidenzia molto bene ad ovest di Antares, essendo


costituita da stelle di seconda magnitudine, tutte blu, che fanno contrasto col colore
rosso di Antares.

A sud-est invece si segue con facilità una concatenazione di stelle luminose, visibili
solo a patto di avere l'orizzonte meridionale libero da ostacoli; il gruppo della coda,
nella parte più meridionale della costellazione, è composto da un gruppo di stelle
brillanti disposte a formare una sorta di triangolo, che identificano il "pungiglione"
dell'animale. Puntando verso di essa possiamo individuare la parte più luminosa della
nostra galassia seguendo poi verso l’alto tutte le altre costellazioni della Via Lattea.

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RHO OPHIUCHI

La Nube di Rho Ophiuchi è una nube molecolare gigante composta


in parte da idrogeno ionizzato luminoso e in gran parte da polveri
oscure; deve il suo nome alla stella che domina la regione in cui si 210
trova, ρ Ophiuchi, situata tre digitalimagingsolutions.it
gradi a nord di Antares, -nella
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costellazione dell'Ofiuco.
SADR

Sadr è la seconda stella più brillante della costellazione del Cigno,


dopo Deneb. Situata al centro dell'asterismo noto come Croce del
Nord, possiede una magnitudine apparente di +2,23. Il suo nome 211
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deriva dall'arabo ‫ ﺻﺪر‬şadr, "busto", da cui deriva anche il nome- angeloperrone.it
della stella Shedir.
Il Sagittario è una ricca costellazione Zodiacale australe, situata tra il Capricorno e lo
Scorpione, visibile nelle regioni più meridionali; essa contiene la parte più densa della
Via Lattea dove si trova il centro della nostra Galassia, a circa 30 mila anni luce. Il sole
la attraversa da 18 dicembre al 19 Gennaio.

Oggetti interessanti:

- La “Teiera” è un asterismo di otto stelle: gamma(γ), epsilon(ε), delta(δ),


lambda(λ), phi(Φ) zeta(ξ), sigma(σ) e tau(τ) Sagittari;
- M8 (nebulosa “Laguna”) distante da noi circa 5200 anni luce, è una delle più
estese nebulose del firmamento, visibile anche a occhio nudo con cielo buio,
grande quanto tre volte la luna piena;
- M17(Nebulosa “Omega”)distante circa 4900 anni luce;
- M20(nebulosa “Trifida”) distante circa 5200 anni luce;

La costellazione del “Cigno” è situata in una regione ricca di stelle della Via Lattea.
Rappresenta un Cigno in volo, ma le sue stelle principali sono disposte in modo tale
da formare una croce, da qui la sua seconda denominazione “Croce del Nord”.

Oggetti Interessanti:

- Alpha(α) Cygni “Deneb” rimarca la coda del Cigno o anche la “testa della Croce
del nord”; è una supergigante che dista più di 3000 anni luce dalla terra, è uno
dei vertici del “Triangolo Estivo”.
- Beta(β) Cygni “Albireo” è il “becco del Cigno” una delle stelle doppie più belle
del cielo estivo, una arancione e l'altra ha un colore azzurro-verde.
- NGC 7000 la famosa nebulosa “Nord America” la sua forma richiama quella
zona geografica.
- NGC6992 la nebulosa “Velo”: è il resto di una supernova esplosa migliaia di
anni fa.

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Un'altra affascinante costellazione del cielo estivo e invernale è Cassiopea,
riconoscibile in cielo per la sua particolare forma a ”W” disegnata dalle sue stelle più
brillanti.

Oggetti interessanti: M52 un ammasso aperto a 5200 a.l., e NGC457 ammasso


aperto, il cui aspetto ricorda una civetta, con le stelle più importanti che segnano gli
occhi e M103 ammasso a forma di un dardo.

Possiamo distinguere durante le notti d'estate il cosidetto "Triangolo Estivo",


composto da tre stelle che sono Vega (nella costellazione della Lira), Deneb (nella
costellazione del Cigno) e Altair (nella costellazione dell'Aquila).

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NGC7000 – NORD AMERICA

La Nebulosa Nord America è una nebulosa a emissione visibile nella


costellazione del Cigno, vicino a Deneb. La forma della nebulosa disegna il
continente nordamericano, soprattutto la costa est, tra il Golfo del 214
Messico e la Florida. La scoperta digitalimagingsolutions.it
della Nebulosa Nord America - angeloperrone.it
è
attribuita all'astronomo William Herschel.
IL CIELO INVERNALE

Durante l'inverno possiamo vedere un'altra porzione del Cielo Stellato. Da Orione
all'Auriga, Gemelli, Cane Minore, Cane Maggiore, Toro e Pleiadi, lo spettacolo è
assicurato.

Orione è una delle più suggestive costellazioni; rappresenta un gigantesco cacciatore


o guerriero seguito da due cani, il Cane Maggiore e il Cane Minore. La sua principale
caratteristica è costituita dalla cintura di Orione, formata da tre stelle allineate poste
esattamente all’equatore celeste. Un insieme di stelle e da una diffusa nebulosità
rappresenta la “spada” che pende dalla “cintura”; li si trova la nebulosa di Orione o
M42: una grande regione di formazione stellare Ogni anno, in ottobre, lo sciame
meteoritico delle Orionidi sembra irradiarsi da un punto vicino al confine con i
Gemelli.

Miti e Leggende, Orione, figlio di Poseidone, dio del mare, era alto e di bell'aspetto. Il
poeta Omero lo descrive nell'Odissea come un grande cacciatore che brandisce una
clava di bronzo. Molto vanitoso, si vantò con la dea Diana di poter uccidere qualsiasi
animale sulla terra. La dea Gea(madre Terra) per punizione mandò uno scorpione che
lo punse a morte. Nel cielo Orione è collocato nella parte opposta rispetto alla
costellazione dello Scorpione e, ogni notte, il primo sparisce sotto l'orizzonte al
sorgere dell'altro. Secondo un'altra leggenda Orione si innamorò di un gruppo di
ninfe, le Pleiadi rappresentate dall'omonimo ammasso stellare della confinante
costellazione Toro, la sua posizione sembra infatti rincorrere quell'ammasso stellare.

Oltre a M42, la nebulosa di Orione, La nebulosa Testa di Cavallo rappresenta un altro


degli oggetti visibili in questa costellazione. Le stelle Betelgeuse Alpha(α) e Rigel
Beta(β) Orionis, sono le più luminose.

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Il Toro è una costellazione Zodiacale molto appariscente che si trova tra l’Ariete e i
Gemelli. (Il sole la attraversa tra il 14 maggio e il 21 giugno).

I due principali oggetti del Toro sono i due ammassi: Le Pleiadi E Le Iadi. Le prime
secondo la mitologia greca sarebbero le sette figlie di Atlante e Pleione, per questo
l'ammasso M45 viene anche chiamato “le sette sorelle”. L’ammasso dista dal sole
400 a.l.; la stella più brillante è eta(η) Tauri Alcyone gigante bianco azzurra di
magnitudo 2,9.

Le Iadi con la caratteristica forma a “V”, invece, sarebbero le figlie di Atlante ed Etra,
e marcano il muso del bovino, mentre la gigante rossa Aldebaran alfa(α) Tauri 65 a.l.
da noi, è l’occhio iniettato di sangue. L’ammasso dista 150 a.l. dal sole.

M1 (nebulosa Granchio) è il resto di una supernova osservata nel 1054 d.c.

Cane Maggiore

- Rappresenta il più grande dei cani del cacciatore ORIONE;

- È impreziosita da Sirio alfa(α) Canis Majoris la stella più brillante del Cielo magnitudo
-1,44; fosse al posto del sole sarebbe venti volte più luminosa ed è vicina a noi a 8,6
a.l.; è un astro di colore bianco, ma quando è basso all'orizzonte sembra scintillare
con colori cangianti per effetto della rifrazione atmosferica;

- M41 è un ammasso aperto a circa 2300 a.l.

Cane Minore

- è una piccolissima costellazione, rappresenta il cane più piccolo del cacciatore


Orione;

- Alfa(α) Canis Minoris (Procione) è l’8^ stella del cielo per luminosità, magnitudo 0,4
e il suo nome, di origine greca, significa “prima del cane”, intendendo con questo che
sorge prima di Sirio. E' una stella distante 11,4 a.l.

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COMPLESSO NEBULARE DI ORIONE

Il Complesso nebuloso molecolare di Orione è una grande nube


molecolare che prende il nome dalla costellazione in cui è visibile, quella
di Orione. La sua distanza dalla Terra è stimata fra i 1500 e i 1600 anni
luce e il suo diametro corrisponde ad alcune centinaia di anni luce; si
tratta del complesso nebuloso molecolare meglio osservabile, nonché il
più studiato e conosciuto. 217
digitalimagingsolutions.it - angeloperrone.it
Fotografia di Earl Mallia Duca
LA GALASSIA DI ANDROMEDA

La Galassia di Andromeda è una galassia a spirale gigante che dista circa


2,538 milioni di anni luce dalla Terra in direzione della costellazione di
218
Andromeda, da cui prende il nome.
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Fotografia di Earl Mallia Duca
4.1.2 Il Cielo Australe
L'emisfero celeste australe, anche detto emisfero celeste meridionale o emisfero
celeste sud, è quella metà cielo che contiene il polo sud celeste e che si ottiene
dividendo la sfera celeste lungo l'equatore celeste in due emisferi.

La prima cosa che un osservatore del cielo boreale nota quando alza per la prima
volta gli occhi al cielo del sud, è la grande abbondanza di stelle, sia luminose, che di
fondo, rispetto al cielo a cui è abituato. Le stelle più luminose del cielo si osservano
qui interrotte da un notevole numero di altre stelle, alcune decisamente brillanti,
allineate lungo la Via Lattea che in certi punti non appare meno luminosa del centro
galattico o del tratto del Cigno.

Lontano dalla Via Lattea, il cielo si fa invece molto meno ricco, e mancano, al
contrario dell'emisfero boreale, degli asterismi facilmente riconoscibili. La monotonia
è rotta dalla presenza di due macchie chiare estese, simili come apparenza alla
Galassia di Andromeda, ma più grandi e irregolari: le due Nubi di Magellano.

Le Nubi di Magellano sono due galassie molto vicine alla Via Lattea, al punto da
essere satelliti, ossia che compiono orbite attorno alla nostra Galassia.

LE PRINCIPALI COSTELLAZIONI DEL CIELO AUSTRALE


LA CROCE DEL SUD

Ciò che sicuramente più di ogni altra cosa colpisce nei cieli del sud è la presenza,
lungo la Via Lattea, di un gruppo di stelle molto luminose piuttosto vicine fra di loro;
due di queste, le più luminose, sono disposte in coppia, mentre ad ovest si trova un
secondo gruppo di stelle, disposte a formare una croce quasi perfetta. Questa
seconda parte è in realtà una vera e propria costellazione, la celebre Croce del Sud,
riportata anche nelle bandiere di molte nazioni meridionali, come l'Australia, e la
Nuova Zelanda. La Croce del Sud è uno dei simboli dell'emisfero australe, un po'

219
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come il Grande Carro lo è in quello boreale, e come quest'ultimo permette di
rintracciare il polo celeste.

La Croce del Sud diventa completamente circumpolare a sud del 32°S, ossia non
molto lontano dal Tropico del Capricorno; più a nord, anche se non appare
circumpolare, è pur sempre presente per gran parte delle notti.

IL POLO SUD CELESTE

Il metodo più semplice per rintracciare il polo sud celeste consiste, una volta nota la
Croce del Sud, nel tracciare una linea che parta dalla stella più settentrionale della
Croce, scenda alla più meridionale, secondo l'asse maggiore, e prolungandola nella
stessa direzione per circa cinque volte. Al termine, si arriva in un'area di cielo quasi
priva di stelle, dove sono osservabili, in un cielo limpido, solo alcune stelle di quinta
magnitudine sparse. Lì ricade il polo sud celeste, in un punto quasi al centro della
debole costellazione dell'Ottante.

L'Ottante è una costellazione introdotta a metà del Settecento da Nicolas Louis de


Lacaille, uno dei primi che studiò sistematicamente i cieli del sud, da Città del Capo;
egli individuò inoltre una quindicina di nuove costellazioni per riempire i "buchi" nelle
mappe celesti del periodo. Nacquero così costellazioni estremamente piccole e dai
nomi decisamente poco "poetici", come Sestante, Ottante, Macchina Pneumatica,
Bulino, Fornace, Scultore, Telescopio, Microscopio, e così via, tutte create per
colmare queste lacune nei raggruppamenti celesti, esistenti poiché queste parti di
cielo, essendo visibili solo a latitudini australi o al massimo equatoriali, non furono
mai osservate dagli astronomi delle grandi civiltà classiche del Mediterraneo.

220
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LA CROCE DEL SUD

Pur essendo la meno estesa delle costellazioni, la Croce del Sud risulta
essere una delle più brillanti del cielo serale dell’emisfero australe. È 221
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circondata da tre lati dal Centauro, - angeloperrone.it
mentre a sud si trova la piccola
costellazione della Mosca.
CENTAURO E CROCE

Il Centauro e la Croce del Sud sono le due costellazioni più caratteristiche del cielo
australe; mentre la parte centro-settentrionale del Centauro è osservabile anche
dalle latitudini italiane, la Croce del Sud resta sempre sotto l'orizzonte, così come
pure le stelle più brillanti del Centauro.

Vale la pena soffermarsi un po' su questa parte di cielo. La Croce del Sud giace per
intero nella Via Lattea australe; la sua stella più luminosa, che è anche la tredicesima
stella più brillante del cielo (magnitudine 0,77) e la stella di prima grandezza più
meridionale del cielo, è nota come Acrux: in realtà questa è una stella doppia.
Segue Mimosa, la ventesima stella del cielo (magnitudine 1,23). Gacrux e la δ Crucis
completano invece la figura della Croce. Anticamente queste stelle erano considerate
parte del Centauro, ma la loro particolare disposizione fece sì che in seguito venisse
riconosciuta come una costellazione a sé stante.

Il Centauro è invece un'importante costellazione australe; è molto estesa, e la sua


parte più meridionale ricade anch'essa sulla Via Lattea del sud. Le zampe anteriori
sono indicate da due stelle molto luminose; la più brillante delle due è la
famosissima Alfa Centauri (nota anche come Rigil Kentaurus), che oltre ad essere la
terza stella più luminosa del cielo (magnitudine -0,27) è anche la stella più vicina al
nostro Sistema Solare, con una distanza di appena 4,3 anni luce. In realtà anche
questa stella è doppia, anzi tripla, dato che oltre alle due stelle principali ve n'è una
terza, una nana rossa, invisibile ad occhio nudo, che in questo periodo si trova ancora
più vicina, ed è per questo nota come Proxima Centauri. La seconda delle due stelle
è Hadar, la decima stella del cielo per luminosità, con una magnitudine pari a 0,61.

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LA NAVE ARGO

A occidente della Croce del Sud si estende un'area di cielo in cui sono presenti un
gran numero di stelle di seconda grandezza, con uno sfondo ricco di piccoli astri. La
Via Lattea si fa qui estremamente luminosa, per poi disperdersi nei campi stellari.
Ancora più ad ovest, staccata dalla Via Lattea, brilla una stella giallastra
estremamente luminosa, isolata: si tratta di Canopo, la seconda stella più brillante del
cielo, quella che già dalle isole siciliane di Linosa e Lampedusa iniziava a mostrarsi
bassa sull'orizzonte meridionale.

La fascia di cielo fra Canopo e la Croce del Sud è invece meno semplice da
"districare". Il metodo più semplice per orientarvisi è cercare, ad ovest della Croce del
Sud, due asterismi, ancora una volta a forma di croce: uno si individua poco a sud
della densa Via Lattea, ed ha una forma allungata; quest'asterismo è noto
come Croce di diamante. L'altra "croce", più compatta e luminosa, si può osservare
ancora più ad ovest, dove la Via Lattea si fa meno intensa; quest'altro asterismo è
invece noto come Falsa croce, a causa della sua somiglianza con la vicina Croce del
Sud, e non è raro che all'inizio la si possa confondere proprio con la vera
costellazione.

Questi due asterismi aiutano ad individuare due costellazioni importanti, la Carena, la


più meridionale, in cui è contenuta Canopo, e le Vele, metà della quale risulta visibile
anche dalle latitudini italiane. Queste due costellazioni formavano, assieme alla più
settentrionale Poppa (visibile per intero dal sud Italia), la grande e antica
costellazione della Nave Argo, smembrata nel Settecento dal Lacaille.

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IL CENTRO DELLA VIA LATTEA

Il Centro della Via Lattea, noto anche come Centro Galattico, è il centro
rotazionale della Via Lattea; si trova a circa 7900 ± 430 parsec dalla Terra, 224
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in direzione della costellazione del Sagittario, - angeloperrone.it
nel punto in cui la Via Lattea
appare più luminosa.
LE NUBI DI MAGELLANO

Le Nubi di Magellano, come già visto, sono due galassie satelliti della nostra. Si
osservano ad una certa distanza dalla Via Lattea, in aree poco ricche di stelle, se se ne
escludono due, molto luminose: la prima è Canopo, come già visto, mentre la
seconda è Achernar, la nona stella più brillante del cielo, la foce del grande
fiume Eridano, visibile in Italia durante i mesi autunnali ad eccezione di questa stella.

La Grande Nube di Magellano è, oltre ad essere la più luminosa, anche la più vicina a
noi; ha una forma allungata e si osserva circa 20 gradi a sud di Canopo, ed è divisa fra
due piccole e oscure costellazioni australi, il Dorado e la Mensa. Nei pressi della
Grande Nube si trova il polo sud dell'eclittica, ossia il polo dell'orbita terrestre,
coincidente grosso modo con il polo del Sistema Solare.

La Piccola Nube di Magellano è invece più piccola e più lontana; la stella di


riferimento per individuarla è Achernar. Se si ha a disposizione nella stessa notte
Achernar e Rigil Kentaurus, la Piccola Nube si individua facilmente perché sta proprio
sulla congiungente delle due stelle, più vicina ad Achernar. La costellazione in cui si
trova è il Tucano.

Entrambe le Nubi sono luminose, ma per notarle occorre comunque un cielo non
inquinato e possibilmente senza Luna.

Achernar facilita il riconoscimento della costellazione dell'Idra Maschio, che è


formata principalmente da tre stelle di terza grandezza col vertice che punta verso
nord, quasi in direzione di Achernar. La stessa Achernar aiuta ad individuare la stella
del vertice. Fra Achernar e Canopo si trova, con facilità, la piccola costellazione
del Reticolo, in risalto perché formata da stelle di terza e quarta grandezza molto
vicine fra loro. La Croce di diamante invece permette il facile riconoscimento
del Pesce volante, una piccola costellazione ai piedi della Carena.

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LE NUBI DI MAGELLANO

Le Nubi di Magellano sono due piccole


galassie irregolari, che orbitano attorno alla
nostra Via Lattea come satelliti. Sono visibili
ad occhio nudo nel cielo notturno
dell'emisfero sud, e prendono il loro nome dal
navigatore Ferdinando Magellano, poiché 226
furono descritte nel resoconto digitalimagingsolutions.it
della - angeloperrone.it
spedizione da lui guidata.
4.1.3 L'aurora Boreale e Australe
Le Aurore polari sono fenomeni bellissimi e affascinanti che si possono osservare
vicino ai Poli Terrestri. A seconda dell’emisfero in cui si manifestano si parla di Aurora
Boreale e Aurora Australe.

Un’aurora polare consiste in una luminescenza diffusa di tonalità verde e rossastre


che colorano il cielo di notte e vengono dette polari perché si possono vedere in
corrispondenza dei Poli ad alte latitudini. Possono assumere delle forme svariate e
estendersi per centinaia di chilometri sviluppandosi in altezza e larghezza nel campo
magnetico terrestre.

Dal punto di vista fisico sono simili e vengono generate dell’attività solare che si
manifesta sul nostro pianeta. Tuttavia, uno studio recente suggerisce che i due
fenomeni sono diversi a seconda del comportamento del campo magnetico terrestre.
Le particelle cariche solari investendo l’atmosfera raggiungono l’esosfera ionizzando
gli atomi neutri presenti. L’effetto di ricombinazione tra ioni e elettroni emette di
conseguenza energia sotto forma di luce a diverse frequenze:

- Verde nel caso dell’ossigeno;


- Rosso nel caso dell’azoto.

Le aurore polari possono essere osservate nei Paesi Nordici Europei, Alaska,
Groenlandia e Canada nei periodi che vanno da Settembre a Ottobre e da Febbraio a
Marzo. Per quanto riguarda l’emisfero meridionale le aurore australi si osservano
dalle Isole Falkland, le zone più a sud dell’Australia, la Nuova Zelanda e l’Antartide. Il
periodo migliore per ossrvarle sono tra Aprile e Agosto.

Alla pagina seguente potete vedere uno scatto dell’Aurora Boreale realizzato dal mio
caro amico e fotografo professionista Earl Mallia Duca durante uno dei suoi viaggi in
Islanda.

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4.1.4 L'eclissi di Sole e di Luna
L’eclissi è un evento astronomico che implica l’oscuramento parziale o totale di un
corpo celeste a causa dell’intromissione di uno, o più corpi, tra esso e una fonte
luminosa; in altre parole, esso si verifica quando tre o più corpi celesti sono allineati
sullo stesso piano.

Nel caso del complesso Sole-Terra-Luna, possono avvenire due tipi di eclissi: Eclissi di
Luna ed Eclissi di Sole.

Illustriamo quali sono le differenze tra le due tipologie di eclisse.

ECLISSI DI LUNA
Le eclissi di Luna avvengono quando il cono d’ombra terreste investe in maniera
“totale” o “parziale” il disco Lunare. Questo tipo di fenomeno può avvenire solo
quando la Luna ed il Sole si trovano in due punti diametralmente opposti rispetto alla
Terra(fase di plenilunio), ossia quando la Luna si trova in vicinanza di uno dei nodi
della sua orbita.

Un’eclissi totale di Luna ha durata massima di 100 minuti, ma durante questo periodo
la Luna continua ad essere più o meno visibile assumendo una colorazione rossastra.
Ciò avviene perché, per effetto dell’atmosfera terrestre, i raggi solari vengono in
parte diffusi e in parte rifratti verso l’interno del cono d’ombra, e non
completamente schermati.

Questo tipo di eclissi è visibile da tutte le zone terrestri per le quali il nostro satellite
si trova al di sopra dell’orizzonte, ed avviene circa 4-5 volte l’anno.

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ECLISSI DI SOLE
Il fenomeno delle eclissi solare avviene a causa dell’interposizione della Luna fra la
Terra ed il Sole, il cui disco luminoso viene quindi coperto interamente o in parte,
dando luogo ad eclissi totali o parziali. Questo tipo di eclissi avviene, quindi, solo al
momento della congiunzione della Luna con il Sole, cioè al novilunio, quando la Luna
si trova in prossimità di uno dei nodi. A causa delle diverse distanze della Terra dal
Sole e dalla Luna e delle loro diverse dimensioni, la Terra non riesce mai ad entrare
interamente nel cono d’ombra lunare (la Luna è il corpo più piccolo tra i tre).

Questo implica che un’eclissi di Sole riguarda unicamente una parte limitata della
superficie terrestre: si avranno aree d’ombra in cui l’eclissi sarà totale e zone di
penombra in cui l’eclissi sarà parziale. L’eclissi apparirà totale solo in una zona
ristretta della Terra, che sarà una fascia larga poco più di 200 km e dovuta al
movimento dell’ombra lunare sulla superficie terrestre a causa del moto di rotazione
del nostro pianeta.

In un’eclissi totale il disco lunare copre interamente, ed in maniera quasi esatta, il


disco solare: ciò è dovuto al fatto che il diametro angolare apparente dei due astri è
pressoché identico. Il completo oscuramento del Sole si ha se, verificate le condizioni
di distanza relativa elencate fino ad ora, il diametro angolare della Luna è uguale o
maggiore di quello del Sole. Quando l’eclissi totale si verifica con la Luna all’apogeo,
quindi con diametro angolare minore di quello del Sole, l’oscuramento non può
essere totale: si ha una cosiddetta eclissi “anulare“. Nell’immagine alla pagina
successiva l’eclissi totale di luna del 27 Luglio 2018 scattata nei pressi di Otranto, in
Italia.

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4.1.5 Il Sistema Solare
Il sistema solare è un sistema planetario costituito da una varietà di corpi celesti
mantenuti in orbita dalla forza gravitazionale del Sole, cui appartiene anche la Terra:
con un diametro di circa 120-130 UA (Unità Astronomiche) è situato nel braccio di
Orione della Via Lattea, orbitando attorno al centro galattico ad una distanza di
30000 anni luce ed una velocità di 230 km/s. Si stima che il sistema solare impieghi
circa 230 milioni di anni per completare un giro attorno al centro galattico.

Il Sistema Solare è costituito dal Sole e da otto pianeti (quattro pianeti rocciosi interni
e quattro giganti gassosi esterni) e cinque pianeti nani, dai rispettivi satelliti naturali,
e da moltissimi altri corpi minori, quest'ultima categoria comprende gli asteroidi, in
gran parte ripartiti fra due cinture asteroidali (la fascia principale e la fascia di Kuiper),
le comete (prevalentemente situate nell'ipotetica nube di Oort), i meteoroidi e la
polvere interplanetaria. In ordine di distanza dal Sole, gli otto pianeti sono: Mercurio,
Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno; i cinque pianeti nani sono:
Cerere, situato nella fascia principale degli asteroidi, Plutone, Haumea, Makemake, e
Eris.

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4.1.6 Glossario Astronomico
Aberrazione
Rappresenta un difetto creato nei telescopi dalla forma delle lenti e dalla loro
posizione. Accade quando la forma dell'oggetto osservato viene distorta
(ABERRAZIONE GEOMETRICA), oppure i suoi colori sono sbavati e non coincidono
(ABERRAZIONE CROMATICA).

Adattatore
Accessorio di un telescopio utile ad accoppiare oggetti di differente diametro.

Alone
Indica un cerchio di luce intorno ad un oggetto. Possono essere descritti come delle
aureole di luminosità diffusa, che si possono osservare intorno al Sole o alla Luna.
Sono causati dalla RIFLESSIONE e dalla RIFRAZIONE della luce.

Altazimutale MONTATURA
Indica il sistema portante di uno strumento astronomico (telescopio o binocolo) che
fa riferimento al sistema di COORDINATE ALTAZIMUTALI. Permette il movimento sia
in verticale che in orizzontale.

Sistema Di Coordinate
È un sistema di coordinate avente come riferimento l'orizzonte e il meridiano. Vedi
COORDINATE ALTAZIMUTALI.

Ammasso
È un raggruppamento di stelle in una zona ben definita del cielo. Gli astri sono
fisicamente legati tra loro, tramite un'interazione gravitazionale, e non da
allineamenti visuali nel cielo.
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Si distingue:
Ammasso Aperto
Insieme di stelle poco denso. Possono contenere da poche decine a qualche migliaia
di stelle in una regione dal diametro di circa 1 PARSEC. Normalmente gli ammassi
aperti sono formati da stelle giovani formate recentemente nella galassia.
Ammasso Globulare
Denso raggruppamento di stelle, che possono arrivare da centinaia di migliaia a
milioni. Non ha forma irregolare come l'ammasso aperto, ma tende ad assumere una
forma sferica. Contengono molte stelle tra le più vecchie del nostro sistema stellare.

Anno
È il tempo impiegato dalla Terra a compiere una RIVOLUZIONE intorno al Sole.

Anno Siderale
Intervallo di tempo tra due successivi culminazioni di una stella. Corrisponde ad una
completa rivoluzione della Terra attorno al Sole.

Anno Tropico - Anno Solare


Intervallo di tempo fra due successivi passaggi del Sole per il punto dell'EQUINOZIO di
primavera. È più corto di quello siderale per effetto della PRECESSIONE degli
equinozi.

Anno Anomalistico
Rappresenta l'intervallo di tempo impiegato dal Sole per tornare al Perigeo della suo
orbita intorno alla Terra. Può essere calcolato anche tramite il tempo impiegato dalla
Terra per tornare al Perielio della sua orbita intorno al Sole. È leggermente più lungo
dell'anno siderale, perché il perielio avanza ogni anno di circa 11 secondi.

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Anno cosmico
Chiamato anche anno galattico, indica il tempo impiegato dal sistema solare per
compiere una rivoluzione intorno al centro della galassia.

Anno Luce
È un'unità di misura usata in astronomia per indicare le grandi distanze.
È pari alla distanza che la luce percorre nel vuoto in un anno solare, cioè equivale a
9460,5 miliardi di chilometri.

Apoastro
Punto dell'orbita ellittica di una stella binaria di maggior distanza dal fuoco.

Apertura
Rappresenta il diametro dell'obiettivo di un telescopio rifrattore, dello specchio
principale di un telescopio riflettore e dell'antenna parabolica di un radiotelescopio.

Apice
È il punto della sfera celeste verso cui si dirige il Sole e il sistema solare. In generale
l'apice è il punto della sfera celeste verso cui si dirige un astro o un corpo celeste.

Apogeo
È il punto dell'ORBITA della Luna o di un satellite artificiale, in cui si trova alla
massima distanza dalla Terra.

Arco diurno
Rappresenta la durata della permanenza di un astro al di sopra dell'orizzonte. È il
contrario dell'ARCO NOTTURNO.

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Arco notturno
Rappresenta la durata della permanenza di un astro al di sotto dell'orizzonte. È il
contrario dell'ARCO DIURNO.

Ascensione retta
È una delle coordinate del SISTEMA EQUATORIALE.
È l'angolo misurato in senso antiorario, tra il MERIDIANO FONDAMENTALE e il
MERIDIANO CELESTE passante per il corpo.

Asse celeste
Prolungamento dell’asse terrestre attorno al quale ruota apparentemente la sfera
celeste. Questo movimento è dovuto alla rotazione terrestre.

Asse del mondo


Rappresenta l'asse attorno al quale ruota la Terra, passante per il suo centro.

Asse maggiore
Diametro massimo di un'orbita ellittica.

Astrometria
Disciplina dell’astronomia che si occupa di determinare la posizione dei corpi celesti
nello spazio. I dati principali da cui si può trarre l'esatta posizione di una stella sono la
PARALLASSE e il MOTO PROPRIO. Solo in questo modo è stato possibile scoprire
pianeti e corpi oscuri al di fuori del sistema solare.

Atmosfera
Involucro gassoso di spessore variabile che circonda un pianeta.

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Atmosfera stellare
È l’insieme di strati superficiali di una stella che contribuiscono all’irraggiamento
verso l’esterno dell’energia prodotta negli strati inferiori. L'atmosfera si limita ad
essere un mezzo di trasmissione e quindi non produce energia.

Circolo di illuminazione
Il circolo di illuminazione è una fascia di una certa larghezza dove l’illuminazione varia
in modo graduale, fino a creare l'oscurità. Qui si forma il CREPUSCOLO, cioè il
passaggio dal dì alla notte e viceversa. Questo fenomeno è causato dall’atmosfera, in
cui i raggi solari producono effetti di diffusione e rifrazione della luce.

Circolo verticale
È una circonferenza immaginaria passante per lo ZENIT e il NADIR.

Circumpolare
In astronomia indica un oggetto che non tramonta mai, in quanto la sua

Congiunzione.
Esistono tre tipi di congiunzione:
- inferiore quando un corpo celeste di trova interposto tra il Sole e la Terra;
- superiore quando invece il corpo si trova al di là del Sole;
- planetaria quando tra i corpi allineati troviamo uno o più pianeti

Diametro apparente
È l'angolo sotto cui si osserva qualsiasi oggetto celeste non puntiforme.
Rappresenta la grandezza che noi valutiamo osservando un corpo celeste abbastanza
vicino alla Terra, come il Sole o la Luna.

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Disco di accrescimento
Rappresenta l'anello di materia attorno ad una stella o un altro oggetto celeste. Da
questo disco cade la materia, scendendo a spirale, attratta dall'oggetto che si trova al
suo interno.

Distanza zenitale
È la distanza angolare di un oggetto celeste dallo ZENIT. Può essere utile per calcolare
l'ALTEZZA tramite la seguente formula: 90° - distanza zenitale = altezza

Eclittica
È il piano dell'orbita della Terra intorno al Sole.

Effetto Doppler
È un fenomeno particolare per cui l'osservatore di una sorgente (principalmente
sonora o di radiazioni) in movimento rispetto all'osservatore stesso, riceve un suono
o una radiazione di frequenza maggiore o minore a seconda che la sorgente si stia
avvicinando o allontanando. In base a questo fenomeno si può capire se un corpo
celeste si sta avvicinando o allontanando rispetto alla Terra:
- se il suo colore tende al rosso si sta allontanando;
- se il suo colore tende al blu si sta avvicinando.
Questo fenomeno viene anche definito come RED SHIFT.

Ellissoide
Rappresenta una superficie geometrica che dovrebbe indicare idealmente la forma di
un corpo sferico, come la Terra o la Luna, non perfetto. La non perfezione della forma
dei due corpi è dovuto allo schiacciamento polare.

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Facole
È una regione della superficie solare intensamente brillante. Si può osservare in
prossimità delle macchie solari sulla FOTOSFERA o sulla RADIAZIONE
ELETTROMAGNETICA, emessa da una sorgente.

Lunghezza (onda)
La lunghezza d'onda rappresenta così la distanza tra due punti massimi (più alti)
successivi o due punti minimi (più bassi) successivi.

Magnitudine apparente
Rappresenta la LUMINOSITÀ' di una stella vista dalla Terra. Considerando solo la
magnitudine apparente è impossibile stabilire la luminosità intrinseca di una stella.
Infatti, oggetti posti a distanza diverse, come le stelle, ci appaiono meno luminosi se
sono più lontani. Per poter capire la vera luminosità di una stella è necessario
considerare la MAGNITUDINE ASSOLUTA.

Magnitudine assoluta
È la MAGNITUDINE APPARENTE che una stelle mostrerebbe se fosse spostata a 10
PARSEC (circa 32 ANNI LUCE) di distanza dalla Terra.

Nadir
Rappresenta il punto sulla sfera celeste sulla verticale dell'osservatore, posto però
verso il basso. È opposto allo ZENIT.

Nodo
Indica il punto in cui l'orbita di un pianeta o di un corpo celeste interseca l'ECLITTICA.
Esistono due tipo di nodi:
- ascendente, se l'astro passa dall'EMISFERO SUD a quello nord;
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- discendente, in caso contrario.

Obiettivo acromatico
Obiettivo corretto dall'ABERRAZIONE CROMATICA.

Red Shift
Lo spostamento verso il rosso è il fenomeno per cui la luce o un'altra radiazione
elettromagnetica emessa da un oggetto in allontanamento ha una lunghezza d'onda
maggiore rispetto a quella che aveva all'emissione.

Stelle doppie
Sono coppie di stelle molto vicine. Ne esistono di due tipi:
- binarie, due stelle legate fisicamente dalla reciproca attrazione;
- ottiche, appaiono vicine per un effetto di prospettiva.

Tramonto
Rappresenta la scomparsa di un astro sotto l'ORIZZONTE.

Transito
È il passaggio di Mercurio o di Venere sul disco del Sole, oppure un satellite sul disco
di un pianeta.

Velocità di fuga
È la minima velocità che un oggetto deve acquisire per riuscire a sottrarsi
dall'attrazione gravitazionale di un pianeta. Se non viene raggiunto questo valore il
corpo ricade sul pianeta.

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Vuoti
Il termine viene usato per indicare regioni dell'universo che non contengono molte
galassie luminose visibili. I vuoti occupano circa il 98% del volume del cosmo, mentre
la materia luminosa è concentrata in un misero 2%. Questo non significa che
l'universo è vuoto nel vero senso del termine. Gli astronomi, infatti, ritengono che nei
vuoti risieda la MATERIA OSCURA.

Unità Astronomica (UA)


L'unità astronomica rappresenta circa la distanza tra Terra-Sole ed è stata definita nel
2012 con il valore esatto di: 1 au = 149597870700 m

Zenit
Rappresenta il punto in cui la verticale passante per l'osservatore, interseca la sfera
celeste. La verticale, prolungata nella direzione opposta verso il centro della Terra,
incontra la sfera celeste nel NADIR.

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5 Bibliografia e Conclusioni
- Scala dei gradi Kelvin, Immagine, Fonte: http://polinice.org/wp-
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- Cartoncino bianco, grigio e nero, Immagine, Fonte: http://www.virtualfoto.it/16213-
thickbox_default/jjc-cartoncino-18-
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- Manfrotto, treppiedi, accessori, Fonte:
https://cdn.manfrotto.com/media/catalog/product/cache/9/image/df78eab33525d0
8d6e5fb8d27136e95/u/u/
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- Nikon mc-dc2, telecomando a filo, accessori, Fonte:
http://www.nikon.it/it_IT/product/accessories/slr/slr-connectivity/remote-
control/remote-cord-mc-dc2
- Inseguitore astronomico "Skywatcher Star Adventurer", Fonte:
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- Software a pagamento Adobe Photoshop CC 2022, Fonte:
http://www.adobe.com/it/products/photoshop.html
- Stellarium, planetario gratuito Open Source, Fonte: http://www.stellarium.org/it/
- Google Sky, planetario gratuito Google, Fonte: https://www.google.com/intl/it/sky/
- Mappa Stellare, software per dispositivi Windows Phone, planetario mobile, Fonte:
https://www.microsoft.com/it-it/store/apps/mappa-stellare/9wzdncrfhxn9
- Star Walk 2, software per dispositivi Android e iOS, planetario mobile, Fonte:
http://vitotechnology.com/star-walk-2-guide-sky-night-day.html
- Stellarium Mobile, software per dispositivi Android e iOS, Fonte:
http://noctua-software.com/stellarium-mobile
- Meteoblue, sito web servizio meteorologia, Fonte: https://www.meteoblue.com
- Sat24, sito web servizio meteorologia, Fonte: http://it.sat24.com/it/it
- MeteoAM, sito web servizio meteorologia, Fonte: http://www.meteoam.it/
- Constellations Map, Fonte: https://in-the-
sky.org/data/charts/constellations_map_equ110112.png
- Sistema Solare, Fonte: https://www.castfvg.it/sistsola/pianeti/planets_iau.jpg

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COME FOTOGRAFARE IL CIELO NOTTURNO
Edizione 2022
Versione 1.0
29/04/2022

Angelo Perrone

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