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La Prima Guerra Mondiale

La Prima Guerra Mondiale, iniziata il 28 giugno 1914 e conclusasi l'11 novembre 1918, fu causata da tensioni economiche, politiche e culturali tra le grandi potenze europee, culminate nell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando. L'Italia inizialmente neutrale entrò in guerra nel 1915 a fianco dell'Intesa, mentre la guerra si trasformò in un conflitto globale con pesanti perdite umane e materiali. Il conflitto si concluse con la sconfitta dell'Austria e della Germania, portando a un bilancio tragico di milioni di morti e un profondo impatto sulla società.

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La Prima Guerra Mondiale

La Prima Guerra Mondiale, iniziata il 28 giugno 1914 e conclusasi l'11 novembre 1918, fu causata da tensioni economiche, politiche e culturali tra le grandi potenze europee, culminate nell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando. L'Italia inizialmente neutrale entrò in guerra nel 1915 a fianco dell'Intesa, mentre la guerra si trasformò in un conflitto globale con pesanti perdite umane e materiali. Il conflitto si concluse con la sconfitta dell'Austria e della Germania, portando a un bilancio tragico di milioni di morti e un profondo impatto sulla società.

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LA PRIMA GUERRA MONDIALE

La Prima Guerra Mondiale è un lungo susseguirsi di scontri tra le grandi


potenze europee. Inizia il 28 giugno 1914 con l'assassinio dell'arciduca
Francesco Ferdinando e finisce l'11 novembre 1918 con l'armistizio di
Compiègne.

Cause economiche
Le cause economiche che fecero scoppiare la prima guerra mondiale furono:
- la necessità di materie prime reperibili presso le colonie; la Germania, ad
esempio, era molto sviluppata industrialmente ma aveva poche colonie.
Ogni stato voleva espandere i propri possedimenti;
- le nazioni volevano migliorare i propri commerci;
- le nazioni erano coinvolte in una corsa agli armamenti; ognuno
potenziava eserciti e flotte e investiva capitali nella produzione di armi.

Cause politiche e militari


Le potenze erano in forte tensione:
- la Francia rivoleva Alsazia e Lorena, perse nel 1870 nella guerra franco-
prussiana;
- la Russia voleva estendersi sui Balcani e avere uno sbocco sul
Mediterraneo;
- l'Italia voleva Trento, Trieste, Istria e Dalmazia per completare il processo
di unificazione.

Cause culturali
L'opinione pubblica riteneva positiva la guerra perché era vista come unica
soluzione ai problemi di natura economico-sociale.
Inoltre, vigeva un senso di nazionalismo estremo, di odio verso lo straniero e
affermazione della propria potenza attraverso la forza.
Alleanze
Durante la prima guerra mondiale si creano due alleanze militari:
- la Triplice Alleanza, tra Germania, Austria e Italia. Era un patto
difensivo, ovvero gli stati coinvolti sarebbero dovuti intervenire solo
qualora un altro stato fosse stato attaccato, e non se avesse egli stesso
attaccato;
- la Triplice Intesa, tra Russia, Francia e Gran Bretagna.

Il pretesto
La scintilla che fece scoppiare il conflitto fu l’attentato dell’arciduca Francesco
Ferdinando d’Asburgo, erede al trono dell’impero austro-ungarico, il 28 giugno
1914 a Sarajevo, da parte di uno studente irredentista serbo-bosniaco, Gavrilo
Princip, affiliato alla Mano Nera, società segreta di stampo terroristico.
Ovviamente questo fu solo un pretesto perché, come si è appena visto, le cause
furono molte. L’Austria, tuttavia, recepisce questo assassinio come un attacco
da parte della Serbia e il 28 luglio 1914 le dichiara guerra.

Dichiarazioni di guerra
- La Russia, alleata della Serbia, interviene al fianco di questa e dichiara a
sua volta guerra all’Austria.
- La Germania, alleata dell’Austria nella Triplice Alleanza, corre in suo
soccorso e dichiara guerra a Russia e Francia, rispettivamente il 1 e il 3
agosto.
- Il 4 agosto, la Germania, che voleva colpire i francesi alle spalle, penetra
in Belgio (paese neutrale), scatenando l’ingresso in guerra della Gran
Bretagna. Tedeschi e inglesi si affrontano sul mare per impedire reciproci
rifornimenti.
- La guerra diventerà mondiale quando entreranno in guerra anche il
Giappone a fianco dell’Intesa e contro la Germania, la Turchia a fianco
dell’Alleanza e contro la Russia, l’Italia nel 1915 e gli Stati Uniti nel
1917.
- A questo punto della guerra, le due grandi alleanze saranno così
costituite: Alleanza = Germania + Austria + Giappone + Turchia VS
Intesa = Russia + Francia + Inghilterra + Italia + Stati Uniti

L'Italia neutrale
L’Italia, inizialmente, si dichiarò neutrale perché l’Alleanza era un patto
difensivo ed era stata l’Austria ad attaccare la Serbia!

Dibattito tra forze politiche


Il governo italiano, guidato da Salandra, aveva idee differenti sulla guerra.
Alcuni credevano che fosse giusto partecipare, altri no.
In particolare volevano l’entrata in guerra:
- i nazionalisti, che vedevano la guerra come un’esaltazione del potere e
avevano rafforzato il loro odio verso lo straniero;
- i democratici interventisti, che volevano completare il processo di
unificazione dell’Italia;
- i socialisti rivoluzionari di Mussolini perché avrebbe significato la
liberazione dai debiti contratti in precedenza con la Germania e
un’opportunità di fare affari.
Non volevano la guerra:
- i cattolici e i cristiani in generale, per principi morali;
- i socialisti, perché credevano che la guerra avrebbe arricchito la
borghesia capitalistica;
- i liberali di Giolitti, che preferivano i trattati diplomatici.

I contratti di Salandra e Sonnino


Segretamente, però, Salandra e il ministro Sonnino, dialogarono con i
rappresentanti delle due grandi alleanze, che volevano l’Italia dalla loro parte.
Entrambi offrivano vantaggi territoriali:
- l’Alleanza avrebbe dato, in caso di vittoria, il Trentino e il Friuli (esclusa
Trieste) e il protettorato sull’Albania;
- l’Intesa offriva il Tirolo meridionale, Trieste, la Dalmazia, l’Adalia
(provincia turca) e alcuni territori africani.

Patto di Londra
È l’aprile del 1915 quando Sonnino firma il Patto di Londra, nel quale l’Italia
si impegna ad entrare in guerra a fianco dell’Intesa entro un mese. Infatti, il 24
maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria, nonostante fossero alleate nella
Triplice Alleanza a scopo difensivo.

Da guerra lampo a guerra di posizione


Il pensiero di tutti era che la guerra potesse durate al massimo qualche mese e
che a Natale i soldati sarebbero già tornati a casa: gli armamenti, sempre più
tecnologicamente avanzati, erano in grado di distruggere il nemico prima che
esso potesse organizzare la difesa. Ma l'idea era sbagliata. Nel giro di qualche
mese si crearono due fronti:
- quello “occidentale”, sul fiume Marna, che vedeva da una parte i tedeschi
e dall'altra i francesi scontrarsi in sanguinose battaglie, come quella del
Verdun e del Somme;
- quello “orientale” dove si svolsero le battaglie di Tannenberg e dei laghi
Masuri, tra tedeschi e russi.

Guerra totale
La guerra coinvolge tutta la popolazione nello sforzo bellico. L’industria è
convertita esclusivamente in industria bellica. Le donne iniziano a lavorare
nelle fabbriche perché gli uomini sono a combattere.

Rivoluzione russa e uscita dalla guerra


Nel marzo del 1917 in Russia avviene una rivolta operaia e lo Zar Nicola II è
costretto ad abdicare, verso la fine del 1917 la Russia capeggiata da Lenin esce
dalla guerra.
Pace di Brest Litovsk
La Russia e la Germania firmano la pace di Brest Litovsk, nella quale la Russia
perde: Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Ucraina e Finlandia.

Gli Stati Uniti in guerra


Uscita la Russia dalla guerra, nell'aprile del 1917 gli Stati Uniti entrano in
guerra a fianco dell'Intesa. La Germania affonda una nave americana con civili
e provviste per l'Intesa.

Reazione degli eserciti


Tra gli eserciti aleggia un clima di stanchezza: insubordinazione e diserzione
sono punite con la fucilazione. Tanti soldati si auto-feriscono o si arrendono,
diventando prigionieri di guerra. I civili non trovano i beni di consumo primari
e iniziano a procurarseli tramite il mercato nero.

Disfatta di Caporetto e ripresa dell'Italia


Dall’inizio della guerra il fronte austro – italiano non aveva subito grandi
stravolgimenti. I confini, dopo aspre battaglie, sostanzialmente rimanevano
sempre gli stessi. Per dare una svolta a questa situazione, gli austriaci chiesero
truppe ai tedeschi, in quel momento impegnati su altri fronti del conflitto.
Inizialmente riluttanti, i generali del Kaiser Guglielmo II di Prussia e Germania
aderirono alla richiesta. In gran segreto, facendole muovere di notte, l’alleanza
austro-tedesca ammassò le sue truppe nella zona di Caporetto, in quel momento
considerata, a ragione, la più debole delle linee italiane.
Gli scontri iniziarono il 24 ottobre del 1917, alle due del mattino, con un
massiccio bombardamento sulle linee italiane. Questo fu solo l’esordio della
disfatta di Caporetto. Proiettili al gas e convenzionali fecero strage dei soldati
del regio esercito. Successivamente gli austriaci, rafforzati da sette divisioni
tedesche, sfondarono le linee italiane nei pressi di Caporetto, penetrando in
profondità per 150 km.
La disastrosa ritirata italiana a questa offensiva, durante la quale gli austro-
tedeschi fecero un gran numero di prigionieri e misero le mani su una grande
quantità di armi e materiali, rischiò di aprire al nemico l’accesso alla Pianura
Padana. I bollettini di guerra tedeschi, esultanti, batterono la notizia di un
bottino di 250.000 prigionieri e 2.300 cannoni.
Re Vittorio Emanuele III, nel convegno dell’8 novembre a Peschiera, respinse
la proposta alleata di arretrare il fronte fino al Mincio. Così le truppe italiane si
attestarono sulla riva destra del fiume Piave e, dalla tenuta di questa linea di
resistenza, un anno dopo, iniziarono la riscossa verso la conclusione vittoriosa
della guerra.
Sul piano politico interno, per arginare il panico, al posto di Boselli venne
nominato presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando. Cambia anche il
vertice militare: Cadorna fu sostituito dal generale Armando Diaz, che
abbandonò la spietata disciplina del suo predecessore nei confronti dei soldati,
promettendo nuove terre ai contadini per invogliarli a combattere. Entrano
nell'esercito anche truppe di diciottenni.

Fine del conflitto


Nel 1918 ebbe luogo la Battaglia della Marna sul fronte occidentale, ultima
offensiva tedesca alla quale però l'Intesa resiste, anche grazie all’appoggio delle
truppe americane.
Sul fronte italo-austriaco il generale Diaz prepara un'offensiva a Vittorio
Veneto che porta alla vittoria l'Italia.
Il 3 novembre 1918 l'Austria chiede l'armistizio.
L’11 novembre si arrende anche la Germania che firma l’armistizio di
Compiègne.
L’impero tedesco e quello austro-ungarico dichiarano decaduti i regnanti e si
trasformano in repubbliche.

Il drammatico bilancio del conflitto


La Grande Guerra si conclude con un bilancio tragico di morti:
- oltre 500.000 soldati italiani;
- circa 900.000 soldati inglesi;
- circa 1.400.000 soldati francesi;
- circa 1.800.000 soldati tedeschi;
- circa 1.200.000 soldati austro-ungarici;
- circa 1.700.000 soldati russi.
Moltissimi sono i feriti, i mutilati e gli invalidi.
I disastrosi effetti della guerra continueranno a farsi sentire sulla società ancora
per anni e la severità delle condizioni di pace produrrà un diffuso risentimento
destinato a durare nel tempo.

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