Bell'Italia - Gennaio 2025
Bell'Italia - Gennaio 2025
LA RIAPERTURA • TORINO
Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, LO/MI - Austria € 10,50 - Belgio € 8,90 - Francia € 8,70 - Germania € 9,00 - Lussemburgo € 9,00 - Portogallo (Cont.) € 7,50 - Svizzera chf 13,40 - Svizzera Canton Ticino chf 11,90 - Principato di Monaco € 8,70 - Spagna € 7,60
L’ITINERARIO • PARMA
NEI LUOGHI DI CORREGGIO
LA CHIESA • ABRUZZO
LA CATTEDRALE DI TERAMO
LA MONTAGNA • VALLE D’AOSTA
CIASPOLATA NEL PARCO
DEL MONT AVIC
il weekend
GORIZIA
>
30
e le Alpi sullo sfondo.
Foto di:
Massimo Ripani
|
PARMA I capolavori di Correggio
DOVE L’ARTE SALE IN CIELO 30
|
TORINO Museo Egizio
NUOVA LUCE SULL’ANTICO EGITTO 44
|
TERAMO La cattedrale
UN DUOMO A DUE FACCE 70
44
GORIZIA
CULTURA SENZA FRONTIERE 92
92
DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
[email protected]
14
Pietro Cozzi Caposervizio
IN AGENDA [email protected]
Carlo Migliavacca [email protected]
114
Ettore Pettinaroli, Vittorio Sgarbi, Angelo Surrusca
BUONA ITALIA
di Silvia Frau
I sapori dell’Aretino 106
La ricetta 114
CIBO&PAESAGGIO
a cura di Slow Food
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI
Gli agrumi di Palagiano 116 divisione di
A TAVOLA
di Paolo Massobrio PRESIDENTE
Bianca Trattoria a Roma 118 Urbano Cairo
CONSIGLIERE ESECUTIVO
Giuseppe Ferrauto
CANTINE D’ITALIA CONSIGLIERI
di Giuseppe De Biasi Andrea Biavardi, Alberto Braggio,
Roberto Cairo, Ugo Carenini, Giuliano Cesari,
Gli spumanti di Letrari 119 Giuseppe Ferrauto, Uberto Fornara,
26
Marco Pompignoli, Mauro Sala
CAIRO EDITORE S.P.A.
I SENTIERI DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE:
di Albano Marcarini Via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano,
tel. 02 433131, fax 02 43313927,
In cammino a Framura 121 www.cairoeditore.it
(e-mail: [email protected])
ABBONAMENTI: tel. 02 43313468,
LA DOLCE VITA 124 orario 9/13, da lunedì a venerdì
[email protected]
GUSTO 127 ARRETRATI A PAGAMENTO / UFFICIO DIFFUSIONE:
124
via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI)
Accertamento diffusione: Certificato n. 2756 del
14.12.1994 Periodico associato alla FIEG
(Feder. Ital. Editori Giornali)
CONCESSIONARIA ESCLUSIVA
PER LA PUBBLICITÀ
FILIALI
PIEMONTE-LIGURIA-VALLE D’AOSTA
(Filiale di Torino)
Via Cosseria 1 - 10131 Torino
Tel. 011/6600390 - Fax 011/6606815
e-mail: segreteriato@
cairocommunication.it
8 BELL’ITALIA
risponde la redazione | scrivete a: [email protected] | Bell’Italia, Via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano | @bellitalia_magazine
L’Abbazia di Vallombrosa,
immersa nell’omonima
foresta, si adagia alle
pendici del massiccio del
Pratomagno. Il cenobio
fu fondato nel 1028
da San Giovanni
Gualberto e ampliato
in fasi successive fino
al ’600-’700. Svettano
sul complesso la torre
campanaria del 1230 e
la torre quattrocentesca.
In alto a destra si nota
l’antico romitorio detto
“il Paradisino”, da cui
si gode una spettacolare
vista panoramica.
Vezzolano, incanto
medievale nell’Astigiano
10 BELL’ITALIA
in agenda
L’arte | le n o t i z ie | la lettura di Vittorio Sgarbi | la musica a gennaio
Emilia Romagna In questa foto:
Gorgona (1918),
piatto in maiolica
E DÉCO AL MIC
DI FAENZA
PAGINA 22
BELL’ITALIA 2
LA MOSTRA DEL MESE
TESTI L AR A LEOVINO
IL CONSIGLIO
DA VEDERE
Collegiata di Sant’Orso
(Aosta, via Sant’Orso 14, 0165/26.20.26).
Fondata nel V secolo e rifatta in forme
romaniche, è una delle chiese più antiche
della città. Il 30 e 31 gennaio nelle vie
del centro storico si tiene la millenaria Fiera
di Sant’Orso, protettore degli artigiani.
14 BELL’ITALIA
Quando definiva i suoi lavori diceva che per lui dipingere signi- escono dalla parete e invadono l’ambiente. La sezione intitola-
ficava «trovarsi con i diavoli alle spalle che spingono avanti la ta ”Come se questo dolore fosse insopportabile” si concentra
tua mano, il tuo braccio, tutto il corpo...». Non per niente Emi- invece su quel tragico esistenziale che ha segnato tutto il per-
lio Vedova è passato alla storia per il gesto potente della sua pit- corso di Vedova. La sua sensibilità emotiva, che diventa carne
tura, oltre che per i colori scintillanti e gli elementi materici. La viva e freme a ogni contatto con i drammi della vita, riverbera
mostra allestita al Forte di Bard, come dice la curatrice Gabriel- in molte opere. E così la pittura assume forme allucinate, urti di
la Belli, «aggiunge un tassello alla conoscenza dell’artista», che materia rosso sangue, tagli, sporgenze e intense pennellate ne-
è considerato tra i maggiori esponenti dell’Informale europeo. re. L’ultima sezione con i tre grandi Tondi disallineati, allestiti al
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il percorso attraverso otto sezioni racconta la visione creativa centro della sala, è un omaggio alla valenza simbolica del cer-
di Vedova e la sua evoluzione artistica. Si parte dalle influenze chio, forma geometrica tra le più sacre della storia dell’arte.
giovanili con i veneziani Tintoretto e Tiepolo fino alla folgora-
zione per l’arte moderna e il Cubismo. Ma la scelta definiti-
Pagina precedente, nella foto grande: Plurimo, 1962. Pagina
va dell’artista è per l’Astrattismo, con opere di grande impatto precedente, in basso da sinistra: Emilio Vedova al lavoro su Non Dove,
emotivo come i rivoluzionari Plurimi, lavori tridimensionali che 1988; veduta del Forte di Bard, a 40 minuti da Aosta. In alto: Tondo ’85, 1985.
BELL’ITALIA 15
LE MOSTRE D’ARTE
CUNEO
VEDUTE URBANE DEL GRAND TOUR
La Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo presentano 12 vedute di Venezia e di Roma nel
Settecento. Sono allestite nel Museo Civico situato all’interno del suggestivo Complesso
Monumentale di San Francesco, che comprende l’ex convento e l’annessa chiesa.
Le opere sono firmate da Canaletto, Van Wittel, Bernardo Bellotto e Giovanni Paolo Pannini.
Foto: Capriccio con la statua equestre di Marco Aurelio, di Giovanni Paolo Pannini.
CANALETTO, VAN WITTEL, BELLOTTO. Il Gran Teatro delle Città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali
di Arte Antica. Al Complesso Monumentale di San Francesco fino al 30 marzo. INFO gallerieditalia.com
MILANO
ARTE PER LA CULTURA DELLA LEGALITÀ
Ottanta opere d’arte moderna e contemporanea confiscate dalla pubblica autorità
alla malavita organizzata sono ospitate nelle sale di Palazzo Reale. Si tratta di dipinti,
sculture e lavori grafici firmati da grandi nomi: De Chirico, Fontana, Sironi, Tozzi,
Dalí, Warhol, Rauschenberg, Christo e molti altri. Dopo l’appuntamento milanese
la mostra verrà ospitata al Palazzo della Cultura di Reggio Calabria dall’8 febbraio
al 27 aprile. Foto: Busto e trecce blu, 1971, di Mario Tozzi.
SALVARTI. Dalle confische alle collezioni pubbliche. A Palazzo Reale fino al 26 gennaio. INFO palazzorealemilano.it
VENEZIA
CURIOSE MERAVIGLIE A PALAZZO GRIMANI
“A Cabinet of Wonders” si ispira al concetto di Wunderkammer, il “gabinetto
delle meraviglie” in cui i collezionisti esponevano oggetti eclettici e straordinari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
16 BELL’ITALIA
FOTONOTIZIA
A CURA DI SANDRA MINUTE
FOTOGRAFIA DI SALVATORE LAPORTA/KONTROLAB
|
NAPOLI RESTAURI A PALAZZO REALE
RISPLENDE LO SCALONE
Dopo cento giorni è tornato a brillare lo scalone d’Onore
di palazzo Reale. Si sono conclusi i lavori di restauro, pulizia
e lucidatura della monumentale scalinata in marmo di Carrara,
realizzata a metà dell’800, che tempo, agenti atmosferici
e incendi avevano macchiato e ossidato in più punti. È un’altra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BELL’ITALIA 19
TESTI SANDRA MINUTE
|
FIRENZE AGLI UFFIZI LA RIAPERTURA DEL TUNNEL AEREO DISEGNATO DA GIORGIO VASARI E IL NUOVO ALLESTIMENTO DELLA SALA DELLA NIOBE
20 BELL’ITALIA
|
PADOVA IL MONUMENTO EQUESTRE IN PIAZZA DEL SANTO
GATTAMELATA DI DONATELLO,
AL VIA IL RESTAURO
Due alleati per il condottiero nella guerra al degrado.
Partirà nei prossimi mesi il restauro del monumento
equestre a Erasmo da Narni, detto Gattamelata, scultura
in bronzo di Donatello che troneggia in piazza del Santo;
l’intervento avrà il sostegno finanziario delle associazioni
Friends of Florence e Save Venice e interesserà la statua,
il basamento in trachite e pietra d’Istria e i rilievi originari.
In particolare, le superfici bronzee presentano un degrado
comune ai monumenti in lega di rame esposti all’aperto.
Realizzata tra il 1447 e il 1453, la statua è il primo
monumento equestre in bronzo a grandezza naturale
fuso dopo l’età classica; occupa una posizione di rilievo
davanti alla basilica del Santo, dove il Gattamelata,
capitano dell’esercito veneziano, fu sepolto nel 1458.
INFO www.friendsofflorence.org, www.savevenice.org
|
ROMA FONDAZIONE ROMA APRE PALAZZO SCIARRA COLONNA E PALAZZO CIPOLLA
DUE MUSEI PER UN NUOVO POLO CULTURALE
Nell’iconica via del Corso è nato un nuovo, doppio polo culturale: il Museo del Corso, aperto
dalla Fondazione Roma, che unisce due edifici di grande pregio artistico e architettonico.
Il primo nucleo è palazzo Sciarra Colonna, che apre per la prima volta al pubblico le sue sale
settecentesche con la collezione permanente della Fondazione, con artisti da Gherardo delle
Notti e Pietro da Cortona a Giacomo Balla e Lucio Fontana, l’archivio storico e una raccolta
di monete e medaglie papali. Palazzo Cipolla, ottocentesco, è adibito alle mostre temporanee:
si comincia con La crocifissione bianca di Marc Chagall, per la prima volta esposta a Roma.
Orario: palazzo Sciarra Colonna, sabato e domenica su prenotazione; palazzo Cipolla, mostra “Chagall a
Roma” fino al 27 gennaio, tutti i giorni 10-20; ingresso gratuito. INFO 06/22.87.70.77; www.museodelcorso.com
di Donatello (1447-53),
in piazza del Santo
a Padova. Qui a destra:
la biblioteca del cardinale
Prospero Colonna a
palazzo Sciarra Colonna,
da poco aperto alle visite
dalla Fondazione Roma.
BELL’ITALIA 21
|
BRESCIA IL RIALLESTIMENTO DEL MUSEO DIOCESANO Sopra: una sala del
|
FAENZA (Ravenna) AL MIC UNA NUOVA SEZIONE TEMATICA
LA CERAMICA DALL’ART NOUVEAU AL DÉCO
La storia europea della ceramica e delle arti decorative della prima metà del ’900
come premessa per gli sviluppi contemporanei del secondo dopoguerra. È il racconto
che si sviluppa nella nuova sezione inaugurata al Mic-Museo Internazionale della
Ceramica. Un percorso in 14 aree tematiche, dalla riscoperta delle linee sinuose
dell’Art Nouveau alle linee stilizzate del Déco, alle grandi esposizioni, con opere
delle maggiori manifatture europee e di artisti come Achille Calzi, Gio Ponti, Galileo
Chini. Sono stati restaurati per l’occasione alcuni manufatti danneggiati nel 1944
dai bombardamenti, che sono quindi tornati nel percorso museale dopo 80 anni.
Orario: martedì-venerdì 10-14, sabato, domenica e festivi 10-18; biglietto 12 €. INFO www.micfaenza.org
|
RAVENNA UN MUSEO DEDICATO AL POETA NELLA DIMORA RESTAURATA
PALAZZO GUICCIOLI CELEBRA LORD BYRON
Poeta, dandy, eroe romantico per eccellenza: è dedicato a George Byron (1788-1824)
uno dei tre musei che hanno inaugurato palazzo Guiccioli, imponente edificio
storico restaurato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Nello stesso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
edificio sono stati aperti anche il Museo del Risorgimento e il Museo delle Bambole-
Collezione Graziella Gardini Pasini. Il museo dedicato a Byron racconta la storia
d’amore vissuta proprio qui dal poeta con la bellissima Teresa Gamba, giovane
moglie di Alessandro Guiccioli. Il percorso si snoda nelle sale affrescate tra libri,
lettere, ritratti, reliquie sentimentali e installazioni esperienziali di Studio Azzurro.
Orario: martedì-domenica 10-18; biglietto 10 €. INFO 0544/196.35.85; www.palazzoguiccioli.it
22 BELL’ITALIA
IL PATRIMONIO SALVATO PRIVATI E FONDAZIONI AL SERVIZIO DEI BENI CULTURALI
A CURA DI CARLO MIGLIAVACCA
PAVIA | COLLEGIO GHISLIERI Messa a dura prova dal gaudente ambiente universitario, quel-
la rettitudine doveva alimentarsi in primo luogo negli spazi sa-
UNA SORPRESA
cri: la cappella, dove in cattedra salgono i dottori della Chiesa,
scolpiti e dipinti, ma anche l’elegante sacrestia ottagonale, di
DEGLI STUDENTI
prio in una delle sale storiche del collegio. «In quasi 40 anni
di attività abbiamo sostenuto numerosi restauri», afferma Ales-
sandra Ferraresi, presidente dell’Associazione, «in particolare
Un restauro sostenuto dall’Associazione Amici a favore dei Musei Civici, ma anche della città e delle sue chie-
dei Musei e dei Monumenti Pavesi ha riaperto se: le basiliche di San Teodoro, di San Michele, del Santissimo
Salvatore, del Carmine e di San Pietro in Ciel d’oro».
alle visite la raffinata sacrestia del collegio pavese
PRIMO PASSO DI UN PIÙ AMPIO RECUPERO
Il restauro ha riguardato la zoccolatura della sacrestia, intac-
È un luogo vivo l’antico Collegio Ghislieri di Pavia. Voluto nel cata da umidità e muffe, e ha permesso di tornare ad ammi-
1567 da papa Pio V (Michele Ghislieri), assolve da oltre quat- rare i sorprendenti affreschi che rivestono le pareti, realizzati
tro secoli e mezzo al compito per cui è nato: offrire ospitalità probabilmente nel primo quarto del ’600. Nei riquadri, la via
e sostegno a giovani meritevoli iscritti all’Università di Pavia. per la Salvezza si dipana dal Battesimo di Cristo alla Pietà, dal
Ente di alta qualificazione culturale, il Ghislieri accoglie og- Redentore nel sepolcro, con i simboli della Passione, a due
gi 180 studenti e studentesse nella sede storica e in strutture scene dedicate al tema eucaristico: il Torchio mistico (Cristo
moderne; le loro biciclette sono parcheggiate tra le colonne nella pressa enologica), con il Salvatore “pressato” dal torchio
dell’elegante cortile porticato, fulcro del palazzo progettato della croce e stillante il sangue della Salvezza, e il Cristo fons
da Pellegrino Tibaldi, autore anche dell’altro grande collegio vitae, dove il sangue del costato alimenta il fonte della vi-
pavese, fondato da Carlo Borromeo. Protagonista dell’ar- ta. «Si tratta di iconografie proposte agli alunni del Collegio
chitettura controriformistica lombarda, Tibaldi concentrò nel come modello di vita e di condotta per la creazione di una
quadriportico le poche “frivolezze” concesse dal mandato ri- futura classe dirigente proveniente non dalle fila della nobiltà
cevuto da Pio V: erigere un palazzo funzionale, austero e rigo- ma dai ceti bassi, più vicini al rigore originario della fede cri-
roso che doveva ispirare rettitudine morale nei giovani ospiti. stiana», spiega Gianpaolo Angelini, docente di Museologia
24 BELL’ITALIA
I PROGETTI SOSTENUTI DA
ARTE SACRA
NUOVE VOCI PER I TESORI
DELLA DIOCESI DI BERGAMO
Nel 2023 Bergamo è stata, con Brescia, Capitale
Italiana della Cultura. Un anno ricco di eventi
che hanno contribuito alla conoscenza del suo
patrimonio storico e artistico. Per valorizzare
quello custodito in chiese, musei ecclesiastici e
monasteri della città e della provincia, la Diocesi
di Bergamo ha avviato il progetto Le Vie del Sacro,
affidandone la realizzazione alla Fondazione Adriano
Bernareggi. A progettare le attività indirizzate a dare
nuova visibilità ai 300 mila beni culturali conservati
in 1.300 edifici di culto, sono stati chiamati 43
giovani selezionati attraverso una call che hanno
seguito un percorso formativo professionalizzante
curato in collaborazione con Fondazione Enaip
Lombardia. Nuove voci diventate protagoniste
della mediazione culturale del patrimonio verso i
visitatori di chiese, monasteri, musei ecclesiastici,
e per questo compensate nelle forme previste
dalle normative. Dopo la pausa per i mesi freddi, le
attività riprenderanno in primavera con una speciale
programmazione pensata per l’anno del Giubileo:
l’iniziativa “Parole di Speranza” scandirà tutto il 2025
con appuntamenti di musica e poesia in piccole chiese
Foto grande e qui sopra: due scorci della sacrestia seicentesca del della città e della provincia che solitamente non sono
Collegio Ghislieri, riaperta alle visite dopo il recente restauro della zoccolatura. visitabili. Il nuovo format, che prevede la fusione della
Pagina precedente, a sinistra: il riquadro affrescato con il Torchio forma tradizionale della visita guidata con quella più
mistico, iconografia che nella “torchiatura” di Cristo richiama l’Eucarestia.
coinvolgente dell’evocazione poetica, è stato messo
a punto in due appuntamenti dei mesi scorsi nella
e Storia dell’arte moderna all’Università di Pavia, ex alunno cornice delle chiese di San Sebastiano e della Beata
del collegio e responsabile del restauro. «Questo intervento Vergine del Giglio, tesori nascosti di Bergamo
è il primo passo di una più ampia campagna di restauro», (foto sotto, un evento del progetto nel portico
sottolinea Alessandro Maranesi, rettore del Collegio Ghislieri. del palazzo della Ragione a Bergamo).
«Interesserà anche la cappella con l’obiettivo di riportare alla Le Vie del Sacro, 035/27.81.51. Visite guidate e attività si
luce gli affreschi secenteschi che, nei primi decenni del seco- prenotano sulla piattaforma web del progetto leviedelsacro.com
lo scorso, sono stati coperti da uno strato di intonaco. La resti-
tuzione di questi spazi al loro originale splendore permette al
collegio di far conoscere il suo patrimonio artistico, ma anche
di aprire le porte su una vivace comunità».
Di fronte agli ammonimenti dipinti nella sacrestia sostò for-
se anche il giovane Carlo Goldoni, dal 1723 al 1725 ospite
del collegio mentre studiava diritto. Anni in cui non mancò
di cogliere le occasioni di divertimento offerte dalla città e di
esercitare il suo talento comico, fino a che un’irriverente satira
su alcune donne pavesi gli costò l’espulsione. Tuttavia, degli
anni pavesi serbò sempre piacevoli ricordi. Il collegio conser-
va tracce del suo passaggio nell’archivio e nella biblioteca, tra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BELL’ITALIA 25
DI VITTORIO SGARBI
UNA CHIESA UN CAPOLAVORO
VIVACE PARATA che accenna col pennello a una mortifera falce. Lo stile è gar-
bato ed elegante, Bonomini slancia le forme e ravviva i colori
DOVE SI TROVA
LA CHIESA FUORI PORTA DI BORGO CANALE
Il corpo di Santa Grata, compatrona di Bergamo, fu sepolto all’inizio del IV secolo tra le
vigne ai margini del centro urbano, in quello che nel Medioevo sarebbe diventato Borgo
Canale. Sul luogo sorse forse una cappella e nel XIV secolo una chiesa, distrutta nel
’500 per far posto alle mura veneziane. Quella attuale (nella foto) risale al ’700 e si trova
fuori porta Sant’Alessandro. I dipinti di Bonomini sono posti nell’abside dietro l’altare
maggiore, intorno all’Invenzione della Croce (1617) di Pietro Ronzelli e a Santa Grata che
porge la testa di Sant’Alessandro e San Lupo (1653) di Gian Giacomo Barbelli.
Chiesa di Santa Grata inter Vites, Bergamo, via Borgo Canale 38, 035/25.35.89. Orario: la chiesa è visitabile
tutti i giorni dalle 16,50 alle 17,30 (ora della messa) e due sabati al mese dalle 9 alle 12; ingresso libero.
26 BELL’ITALIA
Coppia di contadini Due frati in preghiera Carpentiere
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sposi borghesi a passeggio Tamburino della Guardia Nazionale Pittore che dipinge la morte
BELL’ITALIA 27
MUSICA
A CURA DI VANNINA PATANÈ
Musica nel ghiaccio e fatta con Tomaselli e Matteo Aielli, tre musicisti ci si può fermare nel vicino rifugio
il ghiaccio. È l’originale formula nati e cresciuti tra Ponte di Legno e per una cena gourmet; per il dopo-
che caratterizza Paradice Music, Vermiglio. Dal 16 gennaio al 5 aprile concerto del 15 febbraio è invece in
la rassegna organizzata sopra il passo il calendario prevede due appuntamenti programma una cena “stellata” con
del Tonale, al confine tra la val a settimana, ogni giovedì e sabato, con Alessandro Bellingeri, chef dell’Osteria
di Sole (Trento) e la valle Camonica programmi che spaziano tra i generi Acquarol di San Michele (Bolzano).
(Brescia). A ospitarla è un teatro-igloo musicali, dal pop al rock, dal folk alla
(foto grande) da 200 posti, costruito musica classica e all’opera. A esibirsi
alla stazione di arrivo della cabinovia la Paradice Orchestra guidata dal PARADICE MUSIC
che dal Tonale sale al passo Paradiso direttore artistico Roberto Marzucchi, INFO 0364/920.97 e 920.66;
(2.600 metri), ai piedi del ghiacciaio a cui si affiancano di volta in volta www.visitvaldisole.it, pontedilegnotonale.com
Presena. E fatti di ghiaccio sono ospiti diversi, come i cantanti lirici I concerti si tengono giovedì e sabato alle 16,
anche gli strumenti: chitarre (foto Michela Dellanoce e Davide Peroni, alcuni con secondo turno alle 18; biglietti:
piccola), archi, percussioni e persino Marco Ligabue, i Tiromancino e i The impianto risalita a/r 15 €, concerti da 30 €,
uno strumento a fiato, il didgeridoo. Morsellis. In alcune date (18 e 25 cena in quota 50 €, cena stellata 100 €.
A crearli sono Lino Mosconi, Giorgio gennaio; 8 marzo), dopo il concerto
28 BELL’ITALIA
PARMA | I capolavori di Correggio
30 BELL’ITALIA
Putti che suonano strumenti musicali in un settore della cupola del duomo
di Parma, affrescata da Correggio con l’Assunzione della Vergine. Commissionata
nel 1522, l’opera fu realizzata dal maestro emiliano tra il 1526 e il 1530.
BELL’ITALIA 31
Nel duomo un turbine
di nuvole trascina
lo spettatore fino alla sommità
con la figura del Cristo
———————
U
n vortice di luce che abbaglia e risucchia lo in asse con quella di Gesù, la sua figura è visibile solo
sguardo. È il Transito di San Giovanni che Anto- spostandosi ai piedi dell’altare, nell’area del coro un
nio Allegri, detto il Correggio, dipinse a fresco tempo riservata ai monaci. L’illusionismo prospettico di
sulla volta della cupola della chiesa dedicata Mantegna, lo sfumato di Leonardo, la plasticità di Mi-
all’evangelista, nell’omonimo monastero benedettino nel chelangelo, l’armonia di forme di Raffaello: in quest’o-
cuore di Parma. L’opera fu portata a termine poco più di pera Correggio dimostra di conoscere le lezioni dei
500 anni fa, nel 1524, e ancora in questo mese l’anniver- grandi del Rinascimento e di averle rielaborate con una
sario è l’occasione per un itinerario in città sulle orme del cifra personale e fortemente innovativa.
grande pittore emiliano, a partire dall’installazione “Il Cie-
lo per un istante in terra”, allestita nel refettorio del mona- Nel “giardino segreto” della badessa
stero (vedere anche pgg. 36-37). Frutto di un progetto fo- Con i suoi interventi in San Giovanni, dove lavorò anche
tografico di Lucio Rossi, l’esposizione svela l’opera di nella navata e nell’abside, il pittore ottenne la definitiva
Correggio attraverso un’inedita visuale ravvicinata. Il fo- consacrazione a Parma, dove si era trasferito già dal 1518,
topiano della cupola riporta magicamente “a terra” l’affre- chiamato da Giovanna da Piacenza, badessa del conven-
sco, che si srotola sotto gli occhi dello spettatore, mettendo to femminile di San Paolo. La nobildonna, dotata di una
in evidenza gli splendidi dettagli. Emergono così la delica- raffinata cultura umanistica, gli aveva commissionato la
tezza delle cromie e la morbida plasticità delle figure. decorazione della sua stanza privata all’interno del mona-
Il cielo torna al suo posto quando si entra in chiesa. Con stero, dove amministrava gli affari e riceveva gli ospiti,
ancora negli occhi i dettagli svelati dalle immagini, la vi- umanisti e letterati. Oggi, visitando la Camera di San Pao-
sione dal vivo risulta più potente, come attraverso un’im- lo (o della Badessa), musealizzata e valorizzata da un
maginaria lente d’ingrandimento. Mirabilmente, Correg- nuovo impianto di illuminazione, l’impressione è quella
gio crea l’illusione di profondità spaziale senza ricorrere di entrare in un intimo giardino segreto, popolato di sim-
a elementi architettonici, ma unicamente tramite gli boli e allegorie che sono state interpretate in modo diverso
scorci e il moto delle figure: una soluzione che rappre- dai più celebri storici dell’arte del Novecento. Sul soffitto
sentava in quegli anni una assoluta novità, quasi un anti- a ombrello, scandito in sedici spicchi, è dipinto un fitto
cipo della pittura barocca. Al centro della composizione pergolato vegetale che crea l’illusione di stare all’aperto:
campeggia Cristo, ritratto con un audace scorcio da sotto immediato è il riferimento alla volta leonardesca della
in su, che scende dall’empireo per venire a prendere Gio- sala delle Asse, al castello Sforzesco di Milano. In ogni
vanni e portarlo con lui in Paradiso. Attorno, un’epifania spicchio si apre un ovale, che svela amorini festanti inten-
di luce in cui si intravvedono stormi di serafini, evane- ti in diverse attività, ritratti con un potente effetto illusioni-
scenti come increspature di nuvole. Gli altri apostoli, stico; alla base, una lunetta dipinta finge la scultura, raffi-
già in paradiso, assistono alla scena, ritratti a corpo gurando in monocromo scene mitologiche. Il ciclo
nudo alla maniera degli antichi e disposti in circolo su decorativo culmina nella dea Diana, che troneggia sul
nuvole morbide; fra di loro fanno capolino angioletti fe- camino. In una sala adiacente, la storia del monastero e la
stanti e sbarazzini. Giovanni, ritratto come un vegliardo, genesi degli affreschi è raccontata da “Hortus Conclusus
è raffigurato alla base della cupola mentre spalanca le 2.0: storia e sviluppo del Monastero di San Paolo”, un’e-
braccia in segno di stupore per il manifestarsi del divino: sperienza immersiva con visori a realtà aumentata.
32 BELL’ITALIA
In questa foto: scorcio ravvicinato
della cupola, animata dal vorticoso moto
ascendente delle nuvole che si apre
in uno squarcio di cielo. Nella pagina
precedente: la monumentale piazza
Duomo con la cattedrale, capolavoro
del Romanico, il campanile e il battistero.
34 BELL’ITALIA
Schiere di angeli e santi
affollano le cupole
delle chiese cittadine
———————
FACCIA A FACCIA
CON LA CERCHIA
DEGLI APOSTOLI
IN PARADISO
È il 2008 quando il fotografo Lucio Rossi ammira dai ponteggi posizionandosi alla massima distanza che i ponteggi
la cupola di San Giovanni (foto piccola in alto) e pensa: gli consentono. Per ottenere il risultato finale sono state necessarie
«La smonto e la porto a casa». Un complesso sistema circa un centinaio di foto realizzate con una macchina
di passerelle permetteva a tutti di salire a 25 metri da terra fotografica digitale Hasselblad, lavorando per strisce
per vedere da vicino l’opera del Correggio a San Giovanni verticali, cioè dividendo idealmente la calotta in spicchi.
e in duomo. Ammirare gli affreschi dallo stesso punto di vista La figlia Silvia, che fa parte dell’équipe dello studio, ha poi unito
del pittore stimola l’immaginazione del fotografo, che inizia i file digitali riproporzionando le dimensioni dei personaggi
a pensare al progetto di svolgere in piano qualcosa che e correggendo le inevitabili aberrazioni che provocano le superfici
era stato pensato e realizzato per una superficie circolare. incurvate. Il risultato (in queste pagine) è un pannello
Lo studio di Rossi non è nuovo a questo tipo di tecnica, già orizzontale di sette metri di lunghezza su cui si dipanano
utilizzata per altri luoghi del patrimonio artistico, come la sala i corpi degli apostoli adagiati su morbide nuvole. Il fotopiano
Bologna in Vaticano. Inizia così a realizzare gli scatti si allunga in due punti in verticale con le figure di Cristo
36 BELL’ITALIA
Un progetto del fotografo parmense Lucio Rossi restituisce
in un fotopiano gli affreschi della cupola della chiesa di San
Giovanni Evangelista, dipinti da Correggio tra il 1520 e il 1524
Simone
Mattia
BELL’ITALIA 37
Nella foto grande: la volta
a ombrello che copre
la Camera di San Paolo,
capolavoro di Correggio
realizzato nel convento delle
Benedettine. Il soffitto di una
stanza privata della badessa
viene trasformato in un grande
pergolato verde, suddiviso
in 16 spicchi in cui si aprono
altrettanti ovali. Alla base,
nelle lunette del fregio
monocromo sono dipinte
figure mitologiche. Sopra:
scorcio della Camera verso
il camino monumentale,
anch’esso affrescato da
Correggio con Diana sul carro.
Sotto: dettaglio di una
delle coppie di putti che
si affacciano dagli ovali.
BELL’ITALIA 39
Sopra: il refettorio parmense Nella parabola che parte dal convento di San Paolo e passa
del monastero Lucio Rossi.
di San Giovanni Sotto: l’infilata
per la chiesa di San Giovanni Evangelista, il vertice della pittura
ospita il fotopiano di monumenti murale correggesca a Parma è rappresentato dalla decorazione
della cupola tra piazza Duomo
della chiesa. e via Cardinal
della cupola del duomo cittadino, che gli venne commissionata
L’installazione, Ferrari con il già nel 1522, quando stava ancora lavorando a San Giovanni, e
dal titolo battistero in primo
“Il Cielo per un piano, il fianco
a cui l’artista si dedicò fra il 1526 e il 1530. Il soggetto assegna-
istante in terra”, destro della to, l’Assunzione della Vergine, gli consentì di sperimentare ulte-
è stata realizzata cattedrale
a partire dalle e il campanile
riormente, portando ai massimi livelli l’illusionismo spaziale e
immagini scattate di San Giovanni la libertà compositiva. Qui la visione si fa vertiginosa: inondata
dal fotografo sullo sfondo.
da una luce abbagliante, che sfuma dal giallo al bianco candido,
la cupola pare dissolversi in un gigantesco vortice elicoidale,
fatto di squarci di cielo, nuvole dense e decine di figure, rappre-
sentate con scorci insoliti e arditi. Al centro della scena, come a
San Giovanni, sta la figura del Cristo, che scende dal Paradiso
per venire incontro alla madre e portarla via con sé. Ma in que-
sto caso la posa scorciata all’estremo lo rende quasi irriconosci-
bile, in una postura che molti contemporanei di Correggio con-
siderarono scandalosa. Vista dal basso è anche Maria, che
attende il figlio a braccia aperte, circondata da una folla di ange-
li, santi e personaggi del Vecchio e del Nuovo Testamento. All’e-
vento presenziano poi tutti gli apostoli, raffigurati lungo un finto
cornicione che corre alla base della cupola. L’effetto d’insieme è
quello di una monumentale macchina teatrale dipinta, che gui-
da lo sguardo dello spettatore verso l’infinito.
L’ultima tappa dell’itinerario nella pittura di Correggio è nel ma-
stodontico complesso de La Pilotta, dove insieme alle preziose
pale d’altare sono conservati alcuni lacerti di affreschi strappati
dalla loro collocazione originaria. L’Incoronazione della Vergine
è quanto rimane del ciclo di pitture realizzate da Correggio a San
Giovanni Evangelista nel catino dell’abside, che venne demolita
nella seconda metà del Cinquecento per ampliare la chiesa e
successivamente ricostruita e ridecorata con una copia della figu-
razione originale. Anche se compromesse dalle vicende subite,
le figure della Vergine e di Cristo mostrano la grazia e l’eleganza
tipiche di Correggio. Traboccanti di dolcezza sono poi gli affre-
schi trasportati su tela che raffigurano la Madonna della Scala,
proveniente dalla porta cittadina dedicata a San Michele, e l’An-
nunciazione, dall’antica chiesa dell’Annunciata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
40 BELL’ITALIA
Dove Come Quando
PARMA
FACILE!
INQUADRA IL QR
CODE E RITROVA
TUTTE LE
INFORMAZIONI
DI QUESTE
PAGINE SUL
TUO CELLULARE
La Pilotta
TESTI VANNINA PATANÈ
BELL’ITALIA 41
Dove Come Quando PARMA
42 BELL’ITALIA
TORINO | Museo Egizio
In alto: la prima sala del nuovo allestimento della Galleria dei Re, inaugurato lo scorso novembre. Lungo le pareti,
statue della dea Sekhmet provenienti da un tempio di Karnak (Luxor), realizzate durante il regno di Amenhotep III
(1390-1353 avanti Cristo). Al centro, statua di Seti II da Karnak (1202-1198 avanti Cristo). In questa foto: statua
di Ramesse II (1279-1213 avanti Cristo), da Karnak, al centro della seconda sala della Galleria dei Re.
44 BELL’ITALIA
Nel palazzo
seicentesco
Pagina precedente:
statue della dea Sekhmet
nella prima sala della
Galleria dei Re. Sono 21
le sculture del Museo
Egizio raffiguranti la dea
con testa di leonessa,
tutte provenienti dallo
stesso tempio di Karnak.
In alto: la cappella
rupestre di Ellesiya
(presso Abu Simbel), fatta
scavare da Tutmosi III
(1479-1425 avanti Cristo).
Donata all’Italia nel 1966
dal governo egiziano,
è stata ricomposta
al museo. A sinistra:
dettaglio delle iscrizioni
sulle pareti della cappella.
Sotto: l’ingresso del
museo su via Accademia
delle Scienze. Dalla sua
fondazione, nel 1824, è
ospitato nel Collegio dei
Nobili, palazzo del ’600
ampliato nel XIX secolo.
D
all’oscurità alla luce». È racchiusa in queste parole del direttore
Christian Greco la cifra del Museo Egizio di Torino, che a 200
anni dalla fondazione si rinnova e guarda al futuro. «Oggi un
museo deve essere più trasparente e visibile», ribadisce, «un eser-
cizio di memoria che rielabora il passato e insieme si proietta verso il futu-
ro». La Galleria dei Re, che accoglie il pubblico, è in questo senso la no-
vità più grande, una ”rivoluzione copernicana” che mette al centro le
statue come vere protagoniste. La sala, allestita nel 2006 per le Olimpiadi
invernali dallo scenografo premio Oscar Dante Ferretti – una soluzione che
doveva durare pochi mesi ed è arrivata fino a oggi – giocava sul buio e sul
mistero. Ma l’Egitto è una civiltà di luce, che celebra Ra, il dio Sole. Così
oggi la galleria ha pareti di metallo che riflettono e moltiplicano la luce, ar-
tificiale ma anche naturale grazie alla riapertura delle finestre seicentesche.
E le statue sono scese dai piedistalli da scenografia, hanno ritrovato la loro
collocazione precisa e si possono guardare negli occhi. Entrare nella galleria
è come entrare in una navicella spaziale per un viaggio nel tempo.
Materiali, tecnica
e creatività
Nelle foto a sinistra:
particolari della sala
dedicata ai legni e ai
pigmenti nel nuovo
allestimento permanente
“Materia. Forma del
Tempo”, inaugurato
lo scorso 5 ottobre.
Il percorso espositivo,
che si sviluppa tra piano
terreno e piano ipogeo,
indaga l’uso della
materia (legni, pigmenti,
ceramica e pietra)
nell’antico Egitto
dall’Epoca Predinastica
(4000-3100 avanti Cristo)
a quella Bizantina
(565-642 dopo Cristo).
Tre sale documentano
le caratteristiche
dei materiali, ma anche
le competenze tecniche
e la creatività necessarie
per la realizzazione
di oggetti raffinati.
5
8
4
N
1
(1479-1425 avanti Cristo) presso Abu I manufatti esposti provengono dal ❾ Galleria della Scrittura
Simbel, era dedicato a Horus di Miam villaggio posto sulla riva ovest del Nilo, Nei ballatoi al terzo piano si sviluppa
e Satet. Nel 1967 è stato trasportato di fronte a Luxor, sede della comunità la galleria dedicata alla lingua egizia
a Torino in virtù della partecipazione di artigiani incaricati di scavare e alle sue diverse grafie, inaugurata
italiana al salvataggio dei templi e decorare le tombe reali delle vicine alla fine del 2023 (nuovo allestimento
minacciati dalla costruzione della Valle dei Re e Valle delle Regine. non documentato nell’illustrazione).
TORINO | Museo Egizio
UNA PIAZZA
TRA IL MUSEO
E LA CITTÀ
Si concluderanno nel corso
dell’anno i lavori per la copertura
del cortile del palazzo,
destinato a esaltare l’apertura
del museo verso l’esterno
La prossima tappa del rinnovamento
del Museo Egizio è la copertura in vetro
e acciaio della corte del palazzo, proposta
nei render di queste pagine. Il progetto,
affidato allo studio OMA di Rotterdam, è
in corso di realizzazione e sarà completato
nel 2025. La nuova piazza (1, 2) sarà uno
spazio pubblico condiviso tra il museo
e la città, un cortile multifunzionale che al
livello terreno vedrà ripristinate le aperture
storiche del palazzo verso l’esterno
(via Accademia delle Scienze e via
Eleonora Duse), e a quello ipogeo ospiterà
uno spazio per eventi, l’allestimento
del Giardino Egizio (3) e della sezione
Egitto Immersivo. La piazza e le sale
adiacenti introdurranno i visitatori
alla ricchezza delle collezioni attraverso
l’esposizione di alcuni reperti e saranno
accessibili gratuitamente al pubblico
anche oltre l’orario di chiusura del museo.
2
CHRISTIAN GRECO:
«L’EGIZIO VUOLE ESSERE
UN MUSEO TRASPARENTE,
APERTO AL MONDO»
colpirà direttamente le
statue della Galleria dei Re.
Il museo diventa trasparente,
percepibile anche dall’esterno,
si connette al tessuto sociale
in cui è inserito. La cifra del
nuovo Egizio è la visibilità».
BELL’ITALIA 45
Pietre dipinte
e delicati tessuti
Sopra: frammento
di calcare (ostrakon)
con raffigurazione
di una danzatrice
in posizione acrobatica
(1292-1076 avanti
Cristo, periodo del
Nuovo Regno, XIX-XX
dinastia). Proviene
dagli scavi del villaggio
di Deir el-Medina.
A destra: scorcio
della sala dei Tessuti,
aperta nel mese
di febbraio del 2024
al secondo piano.
Nelle teche sono
conservati ed esposti
oltre 700 reperti datati
all’epoca faraonica
(3000-322 avanti Cristo),
parte della rilevante
collezione di tessuti
del museo che copre
un arco temporale
di oltre cinquemila anni.
BELL’ITALIA 53
Le scritture
dell’antico Egitto
Sopra: statuetta lignea
di Ibis, raffigurazione
del dio della sapienza
Thot (722-332 avanti
Cristo), nella Galleria della
Scrittura al terzo piano.
Sopra, a destra: la sala
dedicata alla terracotta
nell’allestimento “Materia.
Forma del Tempo”.
A destra: una sala della
Galleria della Scrittura,
inaugurata nel 2023.
Le sue dieci sezioni
delineano un viaggio nelle
scritture dell’antico Egitto,
dai geroglifici allo ieratico,
dal demotico al copto.
Pagina seguente:
il Pyramidion (1292-1190
avanti Cristo) rinvenuto
a Deir el-Medina nella
tomba dello scriba reale
Ramose, esposto nella
Galleria della Scrittura.
54 BELL’ITALIA
Sguardi che
sfidano il tempo
Pagina precedente:
la Galleria dei Sarcofagi
al primo piano
del museo. Al centro,
il coperchio del sarcofago
esterno di Butehamon
(1076-944 avanti Cristo).
A sinistra: particolare
del coperchio in pietra
del sarcofago di Ibi
(664-610 avanti Cristo),
nella sala del primo piano
dedicata all’Epoca Tarda.
Sotto: la sala della
Pietra dell’allestimento
“Materia. Forma del
Tempo”. Al centro, statua
in pietra di divinità
femminile, Hathor o Iside
(1539-1292 avanti Cristo).
teriali: una sorprendente e inedita presentazione dei legni che gli artigiani
utilizzavano per oggetti di uso quotidiano, dei pigmenti e delle tecniche di
miscelatura dei colori. La seconda sala, proprio sotto la biblioteca dell’Ac-
cademia delle Scienze, comprende quasi 5.000 vasi, disposti proprio
come in una biblioteca, in grandi vetrine fino al soffitto. Statue, stele, fram-
menti di soffitti e vasi in pietra nell’ultima sala, con un videomapping che
disegna sul soffitto motivi decorativi di sorprendente modernità.
BELL’ITALIA 57
Dove Come Quando
TORINO
FACILE!
INQUADRA IL QR CODE
E RITROVA TUTTE LE
INFORMAZIONI DI QUESTE
PAGINE SUL TUO CELLULARE
Accademia delle Scienze
IN MOSTRA
Il segno di due grandi donne,
nella storia e nell’arte
Tra gli eventi per i 300 anni del Museo
Nello stesso edificio del Museo Egizio, è il
di Antichità, che fa parte dei Musei
luogo dove due secoli fa sono arrivati i reperti
Reali, spicca fino al 23 marzo la
dall’Egitto: una grande istituzione sabauda
mostra Cleopatra. La donna, la regina,
da riscoprire, fondata nel 1783 dal re Vittorio
il mito (Galleria Sabauda-Spazio
Amedeo III. Si visitano la bellissima sala
Scoperte, ingresso da piazza Castello,
dei Mappamondi e la biblioteca. Orario: visite
011/19.56.04.49). Cinque aree tematiche
guidate su prenotazione telefonica o via email
ricostruiscono il mito della regina
([email protected]).
d’Egitto attraverso l’arte, la letteratura e
la fortuna pop: dischi, fumetti, giochi da
PALAZZO CARIGNANO
tavolo, locandine, fotografie e spezzoni
(via Accademia delle Scienze 5, 011/562.11.47).
di film. Da non perdere anche, fino al
Come arrivare Il palazzo dove è nato Vittorio Emanuele II,
9 marzo 2025, Berthe Morisot. Pittrice
primo re d’Italia, è opera seicentesca
impressionista alla Gam – Galleria
Il Museo Egizio dista 10 minuti a piedi dalla dell’architetto Guarino Guarini. Spettacolari
Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
stazione di Porta Nuova (con il biglietto del la facciata in stile barocco piemontese
(via Magenta 31, 011/442.95.18).
treno si ha diritto a una riduzione sull’ingresso). e il cortile con la decorazione a stelle. Ospita
In occasione dell’anno internazionale
Il parcheggio più vicino è in piazza Castello. il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano
dell’Impressionismo, racconta l’unica
In aereo: l’aeroporto “Sandro Pertini”, a con l’aula del Parlamento Subalpino,
donna che figura tra i fondatori del
Caselle, è collegato al centro dai bus Torino sempre visibile attraverso una grande vetrata
movimento con circa 50 opere tra
Airport (bustorinoairport.arriva.it) e dai treni e aperta in occasioni speciali come il 17
dipinti, disegni e incisioni da prestigiose
di Trenitalia (trenitalia.com). marzo, anniversario dell’Unità. Fino al 16
istituzioni come il Musée Marmottan
In camper: area Caio Mario, corso Agnelli 187. febbraio la visita è arricchita dalla mostra
Monet e il Musée d’Orsay di Parigi.
“Rileggere il Risorgimento”. Orario: martedì-
Per la visita domenica 10-18; ingresso 10 €.
58 BELL’ITALIA
INFO Turismo Torino,
piazza Castello angolo via Garibaldi,
011/53.51.81; turismotorino.org
DA GUSTARE
Dolcezze ispirate
Torino Piazza Carlina all’Egitto dei faraoni
A Torino l’“Egittomania” si riflette
anche in fatto di gusto. Il maestro
cioccolatiere Guido Gobino
(via Cagliari 15b, 011/247.62.45)
propone la tavoletta Egizia, fondente
e al latte; sulla superficie, l’occhio
di Ra, il dio Sole degli antichi Egizi.
Stratta (piazza San Carlo 191,
011/54.79.20) ha creato un Tributo
Opera 35 Boutique Hotel Opera di Santa Pelagia all’Egizio, una scatoletta con la
pralina del Faraone e la tavoletta
Egizia, fatta con cioccolato fondente
al 66% e grano saraceno fermentato.
È sotto ai portici della piazza anche
il caffè storico San Carlo (piazza San
Carlo 156, 011/026.74.60), dove
si gusta il croissant Carla, a forma
Le buone soste locale che è bistrot e cocktail bar, con di occhio, rimando all’occhio di Ra
proposte di cucina piemontese e italiana. e alla simbologia religiosa
CASA VICINA Conto 30-40 €.
(presso Green Pea, via Fenoglietti 20, BALLATOIO
011/664.01.40). (via Principe Amedeo 22c, 011/19.64.07.71).
Il ristorante e la Fondazione Museo Egizio A pochi passi dall’Egizio, un piccolo bistrot
hanno creato un menu dedicato ai 200 anni piacevole che nell’aspetto rimanda alle case di
del museo, con la consulenza scientifica di ringhiera del centro storico. Cucina soprattutto
egittologi e la ricerca di prodotti e sapori già piemontese, a prezzi contenuti. Conto 25-30 €.
noti agli Egizi. Comprende insalata del Nilo,
l’“enkirotto” (farro monococco enkir con Per dormire
quaglia affumicata), baccalà mantecato
e dolci come granita alla melagrana e miele TORINO PIAZZA CARLINA
d’acacia, parfait di spezie ai frutti rossi, (piazza Carlo Emanuele II 15,
focaccia alla frutta candita. La chicca finale 011/860.16.11). Pasticceria Stratta
è la “Ciocco-Sfinge”, che si può acquistare Ha appena festeggiato i dieci anni
dell’antico Egitto. Croissant-piramide
da asporto, con il corpo di gianduiotto e un di attività l’hotel di NH Collection,
con cioccolato o crema alla
“tocco” di dattero. Menu completo a 110 €. ospitato in un bel palazzo del ’600
Pasticceria Orsucci (via Borgaro 65,
SCATTO con terrazza panoramica e ristorante.
011/21.09.05) e alla Pasticceria
(piazza San Carlo 156, 011/026.74.60). Nel cocktail bar si ammirano foto
Dell’Agnese (corso Unione Sovietica
È un ristorante fine dining dei Costardi Bros di Carlo Mollino e quadri di Carol Rama.
417, 011/61.61.57), oltre a
nello spazio delle Gallerie d’Italia, il museo HOTEL SANTO STEFANO
cioccolatini a forma di piramide
votato alla fotografia di Intesa Sanpaolo. (via Porta Palatina 19, 011/522.33.11).
e faraone. Cioccolatini piramidali,
Atmosfera ispirata al mondo della fotografia A pochi minuti dal Museo Egizio,
sfingi e faraoni anche da Ghigo (via
e cucina legata al territorio in modo creativo: in un palazzo d’epoca ripensato
Po 52b, 011/88.70.17). È dedicata
protagonista è il riso. Conto sui 60 €. dallo studio Gabetti e Isola con la torre
alla dea-leonessa Sekhmet la birra
BARATTI & MILANO centrale che rimanda alle vicine torri
all’egiziana Rufus del Birrificio
(piazza Castello 29, 011/440.71.38). Palatine. Con corte interna, terrazza
Torino (via Parma 30, 011/287.65.62),
Lo storico Caffè Baratti & Milano è anche panoramica, bistrot e prima colazione
con cui il gelatiere Miretti (corso
ristorante, con menu curato dallo chef firmata dalla Pasticceria Gerla.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BELL’ITALIA 59
PARCO NATURALE MONT AVIC (Valle d’Aosta)
Nell’abbraccio
delle Alpi
Una zona meno nota della Valle d’Aosta offre gli straordinari ambienti del Parco
Regionale. Con le ciaspole ai piedi, da Champorcher si raggiunge la valle di Champdepraz
e il Rifugio Barbustel, tra laghi ghiacciati e scorci sulla grande foresta di pini uncinati
TESTI ETTORE PETTINAROLI FOTOGRAFIE ROBERTO GANASSA E LAURA BIZZANELLI/CLICKALPS
60 BELL’ITALIA
In cammino al
Col du Lac Blanc,
nel Parco Naturale
Mont Avic; da
qui si arriva al
Rifugio Barbustel
(2.132 metri),
circondato da
laghetti ghiacciati
e panorami
sorprendenti.
BELL’ITALIA 61
PARCO NATURALE MONT AVIC
Il parco è stato istituito nel 1989 per tutelare una delle aree più selvagge della regione
———————
62 BELL’ITALIA
G
odersi tutto il piacere di andare oltre,
esplorando gli itinerari meno frequentati
senza però rinunciare a nulla della im-
mensa bellezza delle montagne della Val-
le d’Aosta. È un’esperienza che si vive inoltrandosi
nel Parco Naturale Regionale Mont Avic, l’area pro-
tetta di 7.300 ettari che si estende tra i comuni di
Champorcher, Champdepraz e, dal 2023, Fenis con
la parte alta della val Clavalité, arrivando a toccare i
3.185 metri di quota con il Mont Glacier. Le vette
che superano i quattromila metri sono distanti da
qui, ma si lasciano ammirare da lontano. La pirami-
de di serpentino del Mont Avic, la cima da cui pren-
de il nome l’area protetta, nonostante sia alta “appe-
na” 3.006 metri è invece sempre in primo piano e
attrae l’escursionista con la sua forma aguzza, facil-
mente riconoscibile già dall’autostrada che porta ad
Aosta e Courmayeur. Fatta eccezione per Champor-
cher, qui non ci sono impianti di risalita ad attrarre
gli sciatori. In queste vallate vincono il silenzio e,
soprattutto, la natura. Si entra quindi in punta di pie-
di, indossando un paio di ciaspole.
Sopra: l’accesso all’itinerario che conduce al Ristoro Lago Muffé (2.080 metri). Sotto, da sinistra: scorcio della valle di Champorcher,
con il profilo aguzzo del monte Torretta (2.538 metri); la traccia delle ciaspole nella neve abbondante; una baita in pietra.
PARCO NATURALE MONT AVIC
Nella foto grande: la piramide del Cervino domina il panorama verso nord dal Col du Lac Blanc. Sotto, da sinistra: due momenti
dell’escursione verso il Rifugio Barbustel, che dura oltre due ore; vista sulla sequenza di cime del gruppo del monte Rosa.
Salendo in quota il panorama si apre sui profili del Cervino e del monte Rosa
———————
BELL’ITALIA 65
PARCO NATURALE MONT AVIC
66 BELL’ITALIA
Emanuele per recarsi comodamente nella Riserva di fermarsi al lago Muffé senza spingersi fino al cri-
Reale di Caccia che aveva istituito nel 1856. Quella nale. Eppure da qui si gode una vista clamorosa ver-
di Champorcher è infatti la vallata della Valle d’Ao- so nord e nord-est, fino alla piramide del Cervino e
sta più vicina a Torino e da qui passò il sovrano al gruppo del monte Rosa. Questi scorci ci accom-
quando per la prima volte raggiunse Cogne. Le testi- pagnano anche durante la successiva discesa nel
monianze raccontano che proprio in quel viaggio vallone di Champdepraz, che in circa 30 minuti rag-
il re fu conquistato dalla ricchezza della selvaggina giunge il Rifugio Barbustel, situato a 2.132 metri.
presente nel vallone, stabilendo di riservare a sé stes-
so i diritti venatori su tutta l’area. Una corona di laghi circonda la meta
Usciti dal bosco, le pendenze del sentiero numero La struttura d’inverno è chiusa, ma vale ugualmente
10 si stemperano in un primo vasto pianoro, dal la pena raggiungerla per la bellezza dell’ambiente
quale è ben visibile il pinnacolo roccioso del monte che la circonda. In particolare sono i numerosi la-
Torretta. Un successivo balzo porta rapidamente nel- ghetti, ghiacciati d’inverno, ad attirare l’attenzione.
la conca del lago Muffé, a 2.080 metri. Sulle sponde Fiore all’occhiello del parco, se ne contano almeno
di questo specchio d’acqua si affaccia l’omonimo quattro – Lac Blanc, Lac Noir, lago Vallette e lago
ristoro, che d’inverno è aperto nei fine settimana, Cornu – nel breve raggio di pochissime centinaia o
meteo permettendo. L’ambiente invita alla sosta per addirittura decine di metri. Osservando il fondoval-
il vasto colpo d’occhio sulle montagne che lo cir- le lo sguardo si posa invece su una foresta di pini
condano, facilmente riconoscibili con l’aiuto di una uncinati, la più estesa in Italia (oltre 1.100 ettari) e
sorta di piramide in pietra allestita dal parco. tra le più vaste in Europa nel suo genere. Proprio per
Lasciato l’unico punto di appoggio dell’itinerario, si proteggere un’area naturale così peculiare, nel
sale ora alla volta del Col du Lac Blanc (2.307 me- 1989 è stato istituito il parco, che non a caso all’ini-
tri), sempre bene in vista, poco più in alto. «Questo zio comprendeva soltanto questa vallata. Raggiun-
tratto, non ripido, può essere pericoloso se il manto gere la foresta richiederebbe però troppo tempo,
nevoso è instabile», spiega Davide D’Acunto, guida quindi questa volta possiamo limitarci a osservarla
escursionistica ambientale del team di Trek Alps. «In da lontano. Per tornare al punto di partenza si riper-
questi casi, fatte le opportune verifiche, conviene corre semplicemente in senso opposto la traccia
dirigersi verso il Col de la Croix, con uno sforzo seguita all’andata. Con ancora maggior calma,
analogo a quello richiesto dal Col du Lac Blanc, e però. Solo così gli occhi e il cuore possono bearsi
da lì scendere poi verso il Rifugio Barbustel». La dello spettacolo silenzioso offerto dalla natura alpi-
traccia per il Col du Lac Blanc è chiara, anche se na invernale d’alta quota. Che, in questo angolo an-
naturalmente meno battuta di quella seguita fin qui, cora poco frequentato della Valle d’Aosta, non per-
visto che la maggior parte degli escursionisti sceglie de mai la sua capacità di sorprendere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina precedente, sopra: una baita nei dintorni del Rifugio Barbustel, nella valle di Champdepraz. Sotto, da sinistra: panorama
a monte del lago Vallette; in cammino a poca distanza dal rifugio; scorcio verso il monte Torretta mentre si scende dal Ristoro Lago Muffé.
Dove Come Quando
CHAMPORCHER (Valle d’Aosta)
FACILE!
INQUADRA IL QR CODE
E RITROVA TUTTE LE
INFORMAZIONI DI QUESTE
PAGINE SUL TUO CELLULARE
Forte di Bard
68 BELL’ITALIA
INFO Parco Naturale Mont Avic,
Champdepraz, località Covarey 21; montavic.it
realizzati in massima parte grazie a prodotti RELAIS DES REINES su richiesta), dove si passano
del territorio. Nel menu polenta concia, (Champorcher, Vigneroisa 8, 0125/372.38). in rassegna gli strumenti originali
carbonade, seuppa e selvaggina. Conto 25 €. Piccolo agriturismo ricavato in un edificio utilizzati per la lavorazione casearia
RISTORO LAGO MUFFÉ in pietra e legno con tre camere in stile locale. Per gli acquisti si va invece
(Champorcher, Lago Muffé, 346/543.15.11). valdostano. In tavola, dalla colazione alla al Caseificio Nicoletta (Donnas,
Collocato in un’ampia conca a 2.080 metri cena si gustano i prodotti dell’azienda. via Roma 92f, 0125/80.60.32).
BELL’ITALIA 69
TERAMO | La cattedrale
UN DUOMO
A DUE FACCE
Costruita in momenti diversi tra il XII e il XIV secolo, la chiesa dedicata
a Santa Maria Assunta e al patrono cittadino San Berardo ha conservato
il suo doppio prospetto, in un’originale sintesi tra Romanico e Gotico
TESTI CRISTINA GAMBARO FOTOGRAFIE GABRIELE CROPPI
70 BELL’ITALIA
La facciata principale
della cattedrale, su
piazza Orsini, squadrata
e coronata da merli
ghibellini. Al centro
spicca il portale
cosmatesco del 1332,
chiuso da colonnine
lisce e tortili sorrette
da leoni stilofori
e coronato dalla guglia
gotica. Il campanile
alto 48 metri sorge
all’innesto tra i due
corpi della chiesa,
eretti nel XII secolo
e a metà del ’300.
BELL’ITALIA 71
C
Pagina precedente: orreva l’anno 1158 quando il vescovo Guido
una veduta, verso
l’ingresso, del sobrio
II chiese a Guglielmo I d’Altavilla, sovrano
interno a tre navate. del regno di Sicilia, di costruire la nuova
Sopra: una lastra
di età romana con
cattedrale dopo che i Normanni, guidati
rilievi di armi murata da Roberto di Loretello, tre anni prima avevano ridotto
all’esterno, sul fianco
destro della cattedrale.
Teramo a un cumulo di macerie, distruggendo anche
Per la costruzione fu l’antica cattedrale di Santa Maria Aprutiensis. Per
reimpiegato materiale
di spoglio del vicino
il nuovo cantiere fu scelta un’area ai margini del borgo
anfiteatro romano, in medievale, un primo passo per il futuro ampliamento
parte smantellato per
fare posto alla chiesa.
verso occidente. La cattedrale e la sua piazza
Sotto: un capitello diventarono il nuovo centro della vita politico-religiosa,
corinzio trasformato
in acquasantiera.
simbolo della rinascita e punto di incrocio delle vie
principali che arrivavano dalle tre porte cittadine.
BELL’ITALIA 73
sostituite nella ristrutturazione del secolo scorso. Sopra: la navata è
coperta da un soffitto a
Nel XIV secolo, in età angioina, Teramo attraversò travature lignee dipinte
un periodo di prosperità: i vescovi conti acquisirono con motivi ornamentali
geometrici. Pagina
terreni e castelli, costruirono chiese, conventi, seguente: dettaglio
palazzi. In questa ondata di rinnovamento si inserisce di uno stemma tra le
decorazioni del soffitto.
anche l’ampliamento della cattedrale, voluto nel Sotto: il pulpito
1332-35 dal vescovo Nicolò degli Arcioni. Alla in pietra scolpita.
La cattedrale fu eretta
basilica romanica di Guido II fu aggiunto un nuovo in forme romaniche
corpo, un’intera nuova chiesa che allungava la nel XII secolo e
ampliata nel 1332-35
precedente, eliminando le absidi romaniche, dal vescovo Nicolò
e prevedeva una seconda facciata rivolta alla nuova degli Arcioni con
l’aggiunta di un nuovo
città. Una doppia chiesa, raccordata al centro dalla corpo di fabbrica.
cupola merlata: da un lato la struttura romanica,
dall’altro le arcate ogivali, i pilastri slanciati e le
grandi altezze del Gotico. Il nuovo corpo risultò
leggermente ruotato a destra rispetto al precedente,
tanto che le due facciate, come si vede ancor oggi,
non sono allineate. Gli studiosi escludono però
l’errore e propendono per una scelta consapevole,
di significato liturgico, visto che il disallineamento
verso destra ricorda il capo piegato del Cristo sulla
croce. Ma potrebbe essere stato causato anche dal
fatto che la parte sinistra della cattedrale romanica
era destinata a luogo di sepoltura dei canonici.
Il doppio stile, romanico e gotico, si ritrova
nella facciata su piazza Orsini, dove è evidente
l’intervento trecentesco di Nicolò degli Arcioni
che fece sopraelevare il muro in corrispondenza
delle navate laterali fino al livello di quella centrale,
decorandolo con merli ghibellini, simbolo del potere
temporale. Su tutto spicca il portale, realizzato nel
1332 da Deodato di Cosma, come attesta il fregio
a mosaico sull’architrave su cui compaiono anche
gli stemmi della città e del committente. Il portale
è chiuso da colonne tortili e da due colonne
74 BELL’ITALIA
Pagina precedente: sostenute da leoni mentre i capitelli hanno
il Polittico di
Sant’Agostino del
un arcangelo a sinistra e l’Annunziata a destra.
pittore veneziano Al centro del timpano gotico triangolare, il rosone
Jacobello del Fiore (XV
secolo) nella cappella
è circondato dalle edicole con le statue di Cristo
del Santissimo benedicente, San Giovanni Battista e San Berardo.
Sacramento. Sotto: la
tavola centrale con
l’Incoronazione della Due gioielli in uno scrigno austero
Vergine. Sopra:
il paliotto d’argento
Entrando nella chiesa tutto sembra portare
dell’altare maggiore al raccoglimento: l’interno è sobrio, quasi austero,
(1433-48) dello scultore
e orafo Nicola da
se non fosse per le lame di luce che penetrano
Guardiagrele racconta dalle finestre. Ma se si alzano gli occhi al soffitto
la vita di Cristo in 35
formelle d’argento.
si scorgono i colori dei motivi ornamentali delle
travature che contrastano con la nuda pietra del corpo
gotico. In fondo, lo sguardo è attratto dall’altare
maggiore e dal paliotto d’argento, uno dei capolavori
dell’arte abruzzese del XV secolo. A realizzarlo
in quindici anni di lavoro, dal 1433 al 1448, fu lo
scultore e orafo Nicola da Guardiagrele, che raccontò
la vita di Cristo in 35 formelle d’argento lavorate
a sbalzo, unite su una grande tavola in cui sono
incastonati anche rombi smaltati. L’altro gioiello,
custodito nella cappella del Santissimo Sacramento
dopo un restauro di diversi anni, è il Polittico di
Sant’Agostino, opera di Jacobello del Fiore, primo
pittore veneziano a lavorare in Abruzzo e a portare
nel centro-sud il linguaggio del Gotico
Internazionale. L’opera si compone di dodici tavole
con figure di santi disposti su due file, a cui si
aggiungono al centro l’Annunciazione, la figura del
Cristo e l’Incoronazione della Vergine, ai cui piedi
appare la città di Teramo tra due fiumi (da cui deriva
il nome latino Interamnia) e cinta da mura. Nel ’500,
con la Controriforma, il vescovo Giacomo Silverio
Piccolomini fece demolire gli altari laterali
per concentrare l’attenzione dei fedeli sull’altare
BELL’ITALIA 77
maggiore. All’esterno fece risanare le botteghe sul Sopra: la facciata
secondaria su piazza
fianco settentrionale che rappresentavano per la curia Martiri della Libertà,
una fonte di reddito. Il quarto grande intervento risale con la falsa porta
decorata da una
alla prima metà del ’700 con il vescovo Tommaso Annunciazione in
Alessio de’ Rossi, che con la decorazione barocca, bronzo dello scultore
Venanzo Crocetti
tutta stucchi, ori e marmi policromi, uniformò le due (1913-2003). Sotto:
parti della chiesa secondo lo stile in voga all’epoca. la cappella di San
Berardo, dalla
sontuosa decorazione
Nel ’900 il “ritorno” al Medioevo barocca. Pagina
seguente: veduta
A quel periodo risale la cappella di San Berardo, dell’interno verso
alla sinistra del transetto, e l’arco di Monsignore, l’altare maggiore,
decorato dal paliotto
un passaggio sopraelevato che collegava la cattedrale d’argento del ’400.
al palazzo vescovile. La decorazione barocca sparì
negli anni 30 del Novecento con un’ultima importante
ristrutturazione che riportò gli interni del duomo alla
nuda semplicità medievale, così come appare ancora
oggi. Unica a salvarsi fu la cappella di San Berardo,
che dietro a un’elaborata inferriata conserva
lo splendore barocco e le reliquie del santo patrono.
Lo stesso intervento portò alla demolizione dell’arco
di Monsignore e delle case addossate nel corso
dei secoli alle pareti esterne della cattedrale.
La facciata posteriore, affacciata su piazza Martiri
della Libertà e riportata alla luce solo negli anni 60
con la demolizione della casa dei canonici, ha una
scalinata che sale a una falsa porta, decorata oggi dal
pannello bronzeo dell’Annunciazione dello scultore
Venanzo Crocetti. Il campanile, che sorge all’altezza
dell’innesto tra i due corpi, riassume i due stili della
cattedrale. Alto 48 metri, ha forma romanica nella
parte bassa che diventa più ariosa man mano che
si sale, fino al prisma ottagonale sulla cima, decorato
con i tondi di terracotta smaltata gialli e turchini
provenienti da Castelli, il borgo ai piedi del Gran
Sasso specializzato in ceramica sin dal Medioevo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
78 BELL’ITALIA
Dove Come Quando
TERAMO
FACILE!
INQUADRA IL QR CODE
E RITROVA TUTTE LE
INFORMAZIONI DI QUESTE
PAGINE SUL TUO CELLULARE
Palazzo Melatino-Fondazione Tercas
NEI DINTORNI
Le ceramiche di Castelli
Ai piedi delle montagne, Castelli è
famosa per la ceramica fin dal Medioevo.
del Melograno di Giacomo da Campli. La produzione, iniziata dai Benedettini,
Orario: martedì-mercoledì 10-13, giovedì- ha raggiunto l’apice nel ’600-’700.
domenica 10-13 e 16-19; ingresso gratuito. Il Museo delle Ceramiche (salita Paradiso
4, 0861/97.07.25; martedì-domenica
CHIESA DI SAN DOMENICO 10-12,30 e 15-17,30; 5 €) espone opere
(corso di Porta Romana 68). dal Medioevo a oggi, con lavori di grandi
Un edificio austero in mattoni, costruito famiglie di ceramisti come i Grue e
nel XIV secolo come parte del convento dei i Gentili. Tra le botteghe spicca Simonetti
Domenicani. La navata unica, scandita (via Scesa del Borgo, 0861/97.94.99),
da arconi gotici, conserva sulle pareti i resti con negozio e laboratorio dove assistere
di affreschi quattrocenteschi sulla vita a tutta la lavorazione. In contrada Faiano
Come arrivare di San Domenico. Orario: 8-19. il laboratorio Arteceramica di Giuseppe
Mercante (0861/97.94.42) produce le
In auto: autostrada A14, uscita Giulianova, SITO ARCHEOLOGICO LARGO SANT’ANNA “CerAMIKE”, donne in abiti tradizionali
poi statale 80; da ovest, A24 Roma-Teramo. (piazza Sant’Anna). dipinte a mano. E a 1 km vale una
In treno: linea Bologna-Pescara, intercity In pieno centro storico, l’area archeologica puntata la chiesa di San Donato (strada
fino a Giulianova e poi regionale per Teramo. comprende i resti di una domus romana del Provinciale 37), con il soffitto formato da
In aereo: aeroporto di Pescara a 65 km. I secolo avanti Cristo e quelli della cattedrale 780 mattonelle in maiolica del 1615-17.
di Santa Maria Aprutiensis, distrutta dai
Per la visita Normanni nel XII secolo, con le tre navate,
l’abside e il pavimento di marmo bianco.
CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA Orario: venerdì 10-13, sabato 10-13 e 16-19,
(piazza Orsini, 0861/24.26.21). domenica 16-19; ingresso gratuito.
Orario: 8,30-12,30 e 16-19,30.
PALAZZO MELATINO-FONDAZIONE TERCAS
Da vedere (largo Melatini, 0861/24.18.83 e 25.28.81).
È uno degli edifici civili più antichi della città,
PINACOTECA eretto ai tempi della ricostruzione seguita
(viale Bovio, 0861/25.08.73). alle distruzioni normanne. Restaurato dalla
Allestita nella palazzina neoclassica nella villa Fondazione Tercas, ospita una collezione
Comunale, espone pale medievali, dipinti di importanti ceramiche e alcuni pezzi
di scuola teramana del XV secolo, di scuola antichi come la statua togata di Sextus
napoletana del XVII-XVIII secolo, di artisti Histimennius, di tarda età augustea, e la stele
abruzzesi dell’800-’900 e una bella collezione di Sant’Omero, con iscrizioni in lingua Museo
di maioliche di Castelli dal ’600 all’800. paleosabellica. Orario: 8-18, sabato 10-13 delle
Ceramiche
Un capolavoro è il Polittico della Madonna e 16-19, domenica 16-19; ingresso gratuito.
80 BELL’ITALIA
INFO Infopoint Teramo, via Oberdan 16,
0861/24.42.22; www.scopriteramo.it
CANTINE
Montepulciano d’Abruzzo
e altri vini d’eccellenza
Spoon
Intorno a Teramo si estendono gli
uliveti e le vigne di Montepulciano,
Trebbiano e Passerina. Molte cantine
organizzano visite con degustazioni
e sono dotate di un punto vendita
in cui è possibile acquistare anche
olio. L’Azienda Agricola Faraone
(Giulianova, strada Statale 80 290,
085/807.18.04), azienda biologica
e sostenibile, è nata all’inizio del
Hotel Gran Sasso Entroterra Trattoria Sostenibile ’900 quando il bisnonno degli attuali
proprietari, emigrante di ritorno
da New York, comprò la terra. Fiore
all’occhiello è il Montepulciano
d’Abruzzo Docg Santa Maria
dell’Arco; degustazioni guidate,
pomeridiane e serali, accompagnate
da prodotti locali e friulani, a partire
Le buone soste della tradizione: pecorino sott’olio, spaghetti da 25 €. Vicino a un bel borgo
alla chitarra con sugo di polpettine di carne e medievale, La Quercia (Morro d’Oro,
CIPRIA DI MARE grigliate di carne, agnello in primis. Conto 20 €.
(via Luigi Badia 30, 0861/41.19.88).
Tre locali in uno: pescheria, gastronomia Per dormire
e ristorante, dove ordinare i migliori prodotti
che arrivano dalle barche del vicino Adriatico. HOTEL GRAN SASSO
La specialità sono i grandi plateau di crudo. (via Vinciguerra 12, 0861/24.57.47).
Il pesce da arrostire si sceglie direttamente Un accogliente albergo nel centro storico con
al banco della pescheria. Conto 50 €. centro benessere, camere spaziose e suite
SPOON dotate di idromassaggio. Dispone anche
(via Mario Capuani 61, 345/037.07.64). di tre appartamenti con cucina e soggiorno.
A pochi passi dal duomo, un piccolo locale CORTE DEI TINI
dove lo chef Marco Cozzi lavora gli ingredienti (frazione Villa Vomano, strada statale 81,
stagionali del territorio che propone in due 0861/31.95.10). La Quercia
menu degustazione di quattro o sei portate. A otto chilometri dal centro, una villa del ’700
Da provare i topinambur, uovo di quaglia è stata trasformata in un relais di 16 camere strada Colle Croce, 085/895.83.66)
e tartufo. Menu degustazione da 45 e 55 €. dallo stile classico e con grande profusione produce con tecniche sostenibili
ENTROTERRA TRATTORIA SOSTENIBILE di tappeti orientali. Negli edifici rurali, cinque diversi tipi di Montepulciano
(via Vittorio Veneto 48, 328/358.79.66). un ristorante propone piatti di cucina d’Abruzzo, più due vini rosati,
Un locale intimo e contemporaneo con un abruzzese preparati con prodotti del territorio. alcuni bianchi a base di Trebbiano
menu di piatti ispirati alle ricette delle nonne. B&B DUOMO e Passerina e due spumanti; tutti
Al timone tre giovani: ai fornelli Jacopo Divisi (via Melchiorre Delfico 52, 329/558.94.06). si possono degustare e acquistare
e Paride Furia, in sala Luca Mercadante. Tra Si affacciano su piazza Martiri della Libertà insieme all’olio novello multivarietà,
le specialità, la coratella di agnello in umido. e sul duomo le tre camere e la suite di questo pronto proprio a gennaio.
Conto 40 €, menu degustazione 45 €. b&b in un edificio storico, ristrutturato nel San Lorenzo Vini (Castilenti, contrada
ENOTECA CENTRALE rispetto della struttura originaria. Sono tutte Plavignano 2, 0861/99.93.25) è attiva
(corso Cerulli 26, 0861/24.36.33). ampie e luminose, alcune su due livelli. dal 1890 e propone anche ospitalità,
Famoso per la sua cantina, questo ristorante CASA DELFICO passeggiate in vigna e visita alla
ha negli abbinamenti con i vini una delle sue (contrada Delfico, 0861/55.42.01). bottaia nelle cantine del castello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
peculiarità. Menu di terra e di mare basati Sulle colline, in mezzo a uliveti e campi, De Sterlich; degustazioni da 15 €.
in gran parte su prodotti locali. Conto 30 €. una grande casa con dieci camere semplici
TRATTORIA DA MAURO ma panoramiche, tutte con balcone.
(via Cesare Battisti 69, 0861/24.00.10). La conduzione è familiare e offre, oltre
Una storica trattoria abruzzese in pieno alla prima colazione con torte fatte in casa,
centro, con porzioni abbondanti e menu un ristorante di cucina abruzzese.
BELL’ITALIA 81
CULMINE DI SAN PIETRO (Lecco-Bergamo)
Tra i silenzi
delle Orobie
Il valico a circa 1.300 metri di quota che da secoli collega la lecchese Valsassina
con la bergamasca val Taleggio è una classica base di partenza per facili escursioni
verso i Piani di Artavaggio o il monte Due Mani. Anche in questa stagione,
per camminare in solitudine tra pascoli imbiancati e faggete in riposo sotto la neve
TESTI ALBANO MARCARINI FOTOGRAFIE VITTORIO GIANNELLA
La neve copre le sponde del torrente Vallone, che dai Piani di Artavaggio scende verso Moggio (890 metri), l’ultimo
paese della Valsassina che la provinciale 64 tocca prima di arrivare al Culmine di San Pietro dal versante lecchese.
82 BELL’ITALIA
L
o spettacolo a cui assistiamo è un film rigorosa- abito di foglie, possano mettersi a riposo. Non c’è un pro-
mente in bianco e nero con qualche tocco di colo- tagonista assoluto, perché nel bosco innevato ognuno se-
re. La location è tra le montagne che dividono il gue la propria storia, a piedi, con le ciaspole, con gli sci,
Lecchese dalle valli bergamasche, in Lombardia, a perfino in bicicletta. Ascoltando il frastornante rumore del
circa 1.300 metri d’altitudine. La stagione è invernale. La silenzio. Un’esperienza unica, difficile da descrivere: biso-
visione è per tutti, specialmente per i bambini, da quando gna viverla. Lasciare l’auto prima che si può, inerpicarsi su
la neve in città è diventata cosa rara. Invece al Culmine di per la montagna e di tanto in tanto fermarsi e mettersi all’a-
San Pietro – o alla Culmen, al femminile, come si usa dire scolto. Può essere un tonfo sordo: è la neve scossa da un
da quelle parti – arriva sempre, tanta e puntuale, ogni ramo che precipita a terra. Può essere un gorgoglio sotter-
anno, appena in tempo perché gli alberi, spogliati dal loro raneo: è acqua che scorre sotto una fragile lastra di
BELL’ITALIA 83
ghiaccio. Può essere il fulmineo battito d’ali di un essere più ciclo-alpina», precisando che «l’itinerario da Lecco a Ber-
spaventato di noi, magari un gufo infreddolito. Può essere, gamo per il Culmine è veramente splendido senza eccessi-
ancora, un soffio di vento che sibila sopra gli abeti, o pos- va tratta con macchina a mano». Per “macchina” si deve
sono essere i nostri passi che affondano soffici nella neve intendere la bicicletta e per “ciclo-alpina” un’escursione
o scheggiano una pozza ghiacciata. Non è necessario che alternava tratti pedalati a tratti con la bici in spalla. Infat-
però attendere un giorno di sole per seguire i sentieri del ti a quei tempi la strada non esisteva ancora. Venne molto
Culmine, quando il bianco abbacina gli occhi e queste più tardi, nel 1969. Sul versante della Valsassina esisteva,
sensazioni si perdono nei vasti orizzonti. Sono meglio le secondo la Guida militare delle Prealpi Bergamasche, redat-
giornate bigie, di nebbia, più intime, quando si vive in una ta nel 1913, una precaria carreggiabile fin sopra Moggio e
sorta di sospensione del tempo e le figure del bosco, viste poi una mulattiera; sul versante bergamasco della val Taleg-
d’incanto a ogni passo, ci paiono più vere. gio saliva invece una rotabile a forti pendenze fin dopo Avo-
Nel 1926 la Guida d’Italia del Touring Club Italiano definiva lasio e quindi, dopo il ponte dei Bordesei, confine provin-
l’ascesa al Culmine di San Pietro una «raccomandabile gita ciale, un sentiero «sassoso ed irregolare che si può meglio
84 BELL’ITALIA
La Valsassina
immersa nella
nebbia invernale
vista dal Culmine di
San Pietro; sullo
sfondo la cima del
Pizzo dei Tre Signori
(2.554 metri).
ritenere un letto di un torrentello che una strada di comuni- i due versanti del Culmine. All’inizio della dominazione ve-
cazione», come puntualizzava Edmondo Brusoni nella sua neta della Bergamasca, a metà del XV secolo, l’alta val Ta-
Guida Itinerario-Alpina-descrittiva di Lecco (1903). leggio si divise in due parti: la “bassa” faceva capo a Vene-
zia, mentre quella “alta”, con il paese di Vedeseta, rimase
Un secolare riferimento per i viaggiatori pertinenza del Ducato di Milano, gravitando sulla Valsassi-
Eppure l’itinerario era battuto, e non solo dai ciclo-alpinisti. na. Probabilmente perché, risalendo addirittura all’epoca
Fin da tempi remoti costituiva uno dei principali collega- carolingia, si professavano nell’alta val Taleggio i riti religio-
menti fra la Valsassina e le valli bergamasche. Tramite la val si ambrosiani della pieve di Valsassina. Gli abitanti di Vede-
Taleggio si poteva scendere, letteralmente sospesi sopra la seta erano dunque inevitabilmente attratti verso occidente,
gola del torrente Enna, a San Giovanni Bianco e in val oltre il Culmine, portando regolarmente sul mercato di
Brembana, oppure, con una via più tranquilla, attraverso la Lecco i loro rinomati prodotti caseari. I fedeli, il 29 giugno
Forcella di Bura, nella val Brembilla, e quindi a Sedrina. Ma di ogni anno, festa di San Pietro, usavano raggiungere il Cul-
soprattutto vi erano forti legami amministrativi e religiosi fra mine per celebrare un’affollatissima e gioiosa festa cam-
BELL’ITALIA 85
In questa foto: la
superficie ghiacciata
del torrente Vallone
presso Moggio.
Sopra: in mountain
bike nella faggeta
dello Zucco di
Maesimo (1.650
metri) salendo dal
Culmine verso
i Piani di Artavaggio.
Pagina seguente,
dall’alto: la nebbia
avvolge il bosco
e le rare abitazioni
al Culmine di San
Pietro; case al valico
sotto una nevicata.
86 BELL’ITALIA
BELL’ITALIA 87
In questa foto:
la galaverna incrosta
i tronchi dei faggi
lungo il sentiero
che sale ai Piani di
Artavaggio.
Pagina seguente:
panorama sulla
val Taleggio dal
Culmine; sullo
sfondo, il Resegone.
88 BELL’ITALIA
pestre sul sagrato della chiesa e sui prati del roccolo di di là sul pendio dei monti nelle loro cascine, ed essendo
caccia di proprietà del curato. Una festa dove, a dire di Giu- tutti mandriani abitano sul luogo solo dal giugno all’ottobre,
seppe Fumagalli, estensore nel 1881 della Guida di Lecco, scendendo nella cattiva stagione nelle basse lombarde».
«s’innalzano tende e assiti tutte destinate ad apprestar deschi Nel 1790 vivevano al Culmine 762 persone, nel 1828 si ri-
agli arrivati. L’ameno della festa consiste nella democratica dussero a 97, oggi vi si trovano un rifugio e un ristorante,
confusione di tutti i ceti: le distinzioni pretese dalla vanità provvidenziali punti di ristoro per gli escursionisti che seguo-
umana là sono soppresse: sono tutti uguali: e si vede il citta- no la DOL (Dorsale Orobica Lecchese), il lungo trekking di
dino villeggiante giuocare alla mora con il primo venuto, il cresta che unisce il monte Albenza a sud e il Legnone a nord,
carabiniere ballare col curato, il sagrista che fa da guattero, e e per i molti ciclisti che nella bella stagione affrontano la sa-
via di seguito...». «Gli abitanti della Colmine», scrive invece lita. Una tradizione di accoglienza che risale ai tempi in cui
nel 1904 Fermo Magni nella Guida Illustrata della Valsassina, era lo stesso curato, che seguiva gli alpigiani al Culmine in
«vivono sparsi per le belle praterie che si stendono di qua e estate, a rifornir di vino e alloggio i viandanti di passaggio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dove Come Quando
CASSINA VALSASSINA (Lecco)
FACILE!
INQUADRA IL QR
CODE E RITROVA
TUTTE LE
INFORMAZIONI
DI QUESTA
PAGINA SUL
TESTI ALBANO MARCARINI TUO CELLULARE
Con le ciaspole al Culmine di San Pietro
FOTOGRAFIE VITTORIO GIANNELLA
Ambiente da rifugio alpino che offre conforto calda e familiare negli ambienti comuni e dimora. Per saperne di più su Antonia
gastronomico senza fronzoli ma di qualità. nelle 18 camere. Al ristorante (conto sui 35 Pozzi: www.antoniapozzi.it
Nei piatti la parola d’ordine è la sostanza: €) abbinamenti originali e ricercati: risotto
polenta taragna, brasati, pizzoccheri, ravioli scamorza affumicata e cioccolato fondente, INFO Comune di Cremeno,
di grano saraceno, casoncelli e torta di mele; ravioli di torrone, burro e parmigiano oppure via XXV Aprile 14, 0341/99.61.13;
chiuso martedì. Conto sui 35 € con bevande. di polenta taragna con crema di taleggio. valsassinatrekking.it
90 BELL’ITALIA
il weekend
GORIZIA
CULTURA SENZA
FRONTIERE
Nell’anno che la vede Capitale
Europea della Cultura insieme
alla gemella Nova Gorica, la città
friulana si rimette a nuovo. Nel
segno di una storia condivisa e
del superamento di ogni confine
TESTI VANNINA PATANÈ
FOTOGRAFIE AGNESE DIVO
92 BELL’ITALIA
In questa foto: in piazza della Vittoria, la piazza principale di Gorizia, la fontana del Nettuno (1756) e la chiesa di Sant’Ignazio. La facciata
del tempio, progettata nel 1721 dall’architetto e pittore austriaco Christoph Tausch, allievo di Andrea Pozzo, è un modello di Barocco
mitteleuropeo. Pagina precedente: la galleria tra i valichi del Rafut e di San Gabriele lungo la nuova pista ciclabile transfrontaliera.
BELL’ITALIA 93
il weekend
GORIZIA
A
dagiata in una conca fra il Carso e le Prealpi Giulie,
Gorizia è una città di confine che guarda all’Europa.
Nata nell’alto Medioevo alla confluenza tra il mondo
latino e quelli germanico e slavo, ha visto per secoli
convivere popoli che parlavano lingue diverse: italiano, friulano,
sloveno, tedesco. Agli inizi del Novecento, quando ancora faceva
parte dell’Impero austroungarico, molti dei suoi abitanti erano in
grado di usare almeno qualche espressione in ognuno dei diversi
idiomi. E si sentivano goriziani. Un’identità messa alla prova dai
conflitti del ventesimo secolo: durante la Grande Guerra, la città
si trovò al centro dei combattimenti sul fronte dell’Isonzo e venne
pesantemente bombardata; negli anni del fascismo, una politica
di italianizzazione forzata discriminò la comunità slovena.
All’indomani della Seconda guerra mondiale, Gorizia si vide
privata a favore della Iugoslavia di buona parte della sua periferia,
dove in seguito sorse Nova Gorica, ovvero “nuova Gorizia”.
94 BELL’ITALIA
BELL’ITALIA 95
il weekend
GORIZIA
96 BELL’ITALIA
BELL’ITALIA 97
il weekend
GORIZIA
98 BELL’ITALIA
BELL’ITALIA 99
il weekend
GORIZIA
100 BELL’ITALIA
La consegna gratuita e diretta a casa tua.
Le spese postali L’Italia
sono incluse.
più bella
ogni mese
Il prezzo
bloccato. a casa tua.
TIS
GN A GRA
CONSE
Il risparmio immediato
Nessun Scegli tu quanto vuoi
numero perso. risparmiare: sconto
fino al 40%
più di 9 mesi gratis.
Il Calendario
in regalo.
ABBONATI QUI
I privilegi del Club
degli Abbonati.
FACILE!
INQUADRA IL QR CODE
E RITROVA TUTTE LE
INFORMAZIONI DI QUESTE
PAGINE SUL TUO CELLULARE
Ossario di Oslavia
LE ESCURSIONI
A piedi e in bicicletta nei
luoghi della Grande Guerra
Nel 1915 Gorizia si trovò all’improvviso
DUOMO
al centro del fronte dell’Isonzo: la città
(corte Sant’Ilario, 0481/53.01.93).
venne pesantemente bombardata
Documentata dal XIV secolo, la cattedrale
e i monti circostanti (Sabotino, Calvario,
dedicata ai santi patroni Ilario e Taziano
Monte San Michele) furono teatro
ha subìto nei secoli diversi rimaneggiamenti:
di scontri durissimi. A quegli eventi
oggi ha una facciata in stile neoclassico,
drammatici è dedicato il Museo della
ricostruita dopo la Grande Guerra, e un
Grande Guerra (Borgo Castello 13)
interno barocco a tre navate. Le originarie
che riaprirà nei prossimi mesi. I luoghi
forme tardogotiche sopravvivono solo nella
del conflitto sono oggi attraversati
quattrocentesca cappella di Sant’Acazio, dal
dal Walk of Peace, un cammino di oltre
bel soffitto affrescato con angeli e i simboli
500 chilometri che si snoda nel Carso
Come arrivare degli evangelisti. Nella cappella del Santissimo
e lungo l’Isonzo dalle Alpi a Trieste.
è conservato il cenotafio di Leonardo, ultimo
Gli escursionisti hanno a disposizione
In auto: autostrada A4, uscita Gorizia. conte di Gorizia, morto nel 1500. Orario:
anche una nuova passerella
In treno: stazione di Gorizia, sulla linea 8,30-19, domenica e festivi 8,30-20.
ciclopedonale sull’Isonzo e piste
Venezia-Udine-Trieste, servita da treni
ciclabili transfrontaliere. Un facile
regionali veloci. CHIESA DI SANT’IGNAZIO
anello ricco di spunti storici parte
In aereo: aeroporto Friuli Venezia Giulia (piazza Vittoria, 0481/53.51.06).
dal piazzale della Transalpina, tocca
a Ronchi dei Legionari, a 25 km da Gorizia. Presenti a Gorizia dall’inizio del Seicento,
l’Ossario di Oslavia e il monte Calvario,
In camper: area sosta in viale Oriani 2. a fare da diga contro la diffusione del
scende verso Piedimonte e, attraverso
protestantesimo, i Gesuiti fecero costruire la
il sottopassaggio Baruzzi e il ponte 8
Da vedere loro chiesa tra 1654 e 1747 ai margini di un
Agosto, raggiunge il centro di Gorizia.
grande spiazzo erboso ai piedi della collina
Ridiscendendo verso l’ex valico
CASTELLO DI GORIZIA del castello. Classico esempio di Barocco
del Rafut e passando dal monastero
(Borgo Castello 36, 0481/53.51.46). mitteleuropeo, con la facciata stretta tra
della Castagnevizza (in Slovenia)
Le sale dell’edificio – risalente all’XI secolo i campanili gemelli dai coronamenti a cipolla,
si ritorna alla piazza di partenza.
ma ricostruito dopo la Grande Guerra – fu progettata e affrescata dal tirolese
conservano arredi e dipinti d’epoca, busti Christoph Tausch, architetto e pittore gesuita
originali e una collezione di riproduzioni allievo di Andrea Pozzo. Orario: 7,45-18,
filologiche di armi bianche e di strumenti sabato 7,45-19, domenica 9-18. nelle battaglie della Grande Guerra combattute
musicali antichi. Sulle pareti del salone degli nella zona di Gorizia e Tolmino (oggi in
Stati Provinciali è proiettato uno spettacolo OSSARIO DI OSLAVIA Slovenia). Il complesso in pietra a forma di
multimediale; nella sala del Conte personaggi (via Oslavia, 0481/53.17.88). triangolo, con una torre a ogni vertice e una al
famosi “raccontano” al visitatore la storia Sul monte Calvario spicca candido centro, custodisce i resti di quasi 60 mila caduti.
del castello, di Gorizia e del territorio. e imponente il sacrario militare eretto nel 1938 Orario: 9-14 e 14,30-16, sabato 9-14, chiuso
Orario: martedì-domenica 10-18; ingresso 8 €. per raccogliere le spoglie dei soldati caduti lunedì (fino al 15 marzo anche domenica).
102 BELL’ITALIA
INFO Gorizia Infopoint, corso Italia 9,
0481/53.57.64 e 335/108.47.63;
www.turismofvg.it/it/gorizia
Merletto Goriziano
ANTEPRIMA DI GO!2025
Grandi eventi d’arte
e concerti rock
Chincaglieria Gastronomica
Nova Gorica-Gorizia è la prima
Capitale Europea della Cultura
“assegnata” a due città di due Stati
diversi, che hanno condiviso i drammi
del “secolo breve” e hanno saputo
annullare le frontiere. Proprio il
superamento delle barriere è il perno
di GO!2025, al via l’8 febbraio
con una cerimonia di inaugurazione
che coinvolge per tutta la giornata
Palazzo Lantieri B&B Grand Hotel Entourage con eventi diffusi entrambe le città.
Tra gli eventi a Gorizia, la mostra
“Andy Warhol. Beyond Borders”, 180
opere dell’artista più iconico della Pop
Art esposte fino al 4 maggio a palazzo
Attems Petzenstein (piazza De Amicis
2, 0481/38.53.35). Intensa e articolata
la mostra “Ungaretti poeta e soldato”,
Le buone soste Per gli acquisti fino al 4 maggio al Museo di Santa
Chiara (corso Verdi 18, 0422/42.99.99),
AL CHIOSTRO BISTRÒ MERLETTO GORIZIANO
(piazza sant’Antonio 10, 0481/22.72.07). (corso Verdi 86, 0481/38.53.00).
In questo ristorante-bistrot affacciato sulla Il merletto goriziano, realizzato al tombolo,
piazza più bella della città il menu è “corto”, ha una tradizione iniziata nel Seicento. Oggi
ma di qualità. Nella bella stagione si mangia è portata avanti da una scuola regionale
sotto il porticato. Conto sui 35 €. e le creazioni delle allieve sono in mostra
CHINCAGLIERIA GASTRONOMICA e in vendita nel negozio-showroom: manufatti
(via Rastello 60, 320/675.52.85). classici ma anche originali bijoux di merletto.
Da una vecchia osteria con bottega di metà
’800 la giovane personal chef Chiara Per dormire
Canzoneri ha ricavato un ristorante originale
dove assaggiare cucina del territorio GRAND HOTEL ENTOURAGE
leggermente rivisitata ma anche acquistare (piazza Sant’Antonio 2, 0481/198.80.60). Mostra “Da Boccioni a Martini”
prodotti di qualità (miele, confetture, formaggi, In pieno centro, un albergo ricavato
farine bio...), gli stessi che la chef utilizza nell’antico palazzo che fu la dimora dei nobili cui fa da pendant “Da Boccioni
nei suoi piatti. Accanto, al civico 62, ha aperto Strassoldo e che nel 1835-36 ospitò la corte a Martini. Arte nelle Venezie al tempo
1848 Chef’s Rooms, 3 camere con bagno francese di Carlo X di Borbone, in esilio di Ungaretti sul Carso”, aperta nelle
privato, arredate con gusto. Conto sui 35 €. a Gorizia. Offre 40 camere arredate in stile, stesse date alla Galleria Comunale
OSTERIA VECIA GORIZIA ristorante con vineria e giardino. d’Arte Contemporanea di Monfalcone
(via San Giovanni 14, 0481/324.24). BEST WESTERN GORIZIA PALACE HOTEL (info: 0422/42.99.99). In parallelo
Raccolto e accogliente, questo storico (corso Italia 63, 0481/821.66). al programma ufficiale, GO!2025 &
ristorante vicino al quartiere ebraico propone Affacciato sul corso, questo albergo Friends prevede mostre, concerti e
i piatti del territorio, dai cjarsons agli žlikrofi moderno e accogliente offre una settantina iniziative in tutta la regione. Da non
(i ravioli sloveni). Per finire, una gubana, di camere rinnovate, ampie e confortevoli. perdere, la mostra “McCurry-Sguardi
lo squisito dolce goriziano di pasta lievitata Staff prodigo di consigli, servizi dedicati per sul mondo”, oltre 150 scatti del grande
ripiena di uvetta e pinoli. Conto sui 30-35 €. ciclisti e noleggio biciclette. fotografo Steve McCurry, aperta fino
TRATTORIA DA GIANNI PALAZZO LANTIERI B&B al 4 maggio al Salone degli Incanti di
(via Carlo de Morelli 8b, 0481/53.45.68). (piazza sant’Antonio 6, 338/205.67.29). Trieste e i concerti di Alanis Morissette
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Atmosfera casalinga e cucina robusta in Si dorme nella storia nell’antica dimora (22 giugno) e di Sting (9 luglio)
questa trattoria senza pretese, molto amata dei conti Lantieri, ancora abitata dai a villa Manin di Codroipo (Udine).
dai goriziani. Fra i classici, il gulasch con proprietari: 2 camere al piano nobile e un Info e programma: www.go2025.eu
polenta, le patate in tecia e la ljubljanska, mini appartamento nella foresteria, tutti
cotoletta farcita con prosciutto e formaggio. arredati con mobili di famiglia e pezzi antichi.
Porzioni abbondanti. Conto sui 25 €. Parcheggio nella corte interna.
BELL’ITALIA 103
buona italia | cibo & paesaggio | cantine | la dolce vita didi
novembre
gennaio
Alto Adige In questa foto:
le scenografiche
vetrate del rifugio
BELL’ITALIA 105
Arezzo e provincia
PAESAGGI E SAPORI
A REGOLA D’ARTE
Nella terra che ha dato i natali a Vasari, Piero della Francesca
e Michelangelo, scopriamo le specialità del capoluogo, della val di Chiana
e della Valtiberina, dalla finocchiona ai dolci di castagne
A CURA DI SILVIA FRAU • FOTOGRAFIE FRANCO COGOLI
N
el settore più orientale della Toscana,
Arezzo e il territorio aretino hanno dato
i natali ad alcuni protagonisti assoluti
dell’arte italiana come Piero della
Francesca, Michelangelo Buonarroti
e Giorgio Vasari, di cui fino a febbraio si celebrano
i 450 anni dalla morte. L’itinerario sulle loro tracce,
tra borghi, chiese e paesaggi, si accompagna alla
scoperta delle tante specialità locali come il Pane
Toscano Dop, la Finocchiona Igp, salume-simbolo
della zona, e la carne di Vitellone Bianco dell’Appennino
Centrale Igp, che è protagonista nei ristoranti. Dopo
un giro in val di Chiana, risaliamo verso la Valtiberina
e i monti ammantati dalle affascinanti nebbie invernali.
Da Arezzo, con la magnifica piazza Grande su cui
affacciano il palazzo delle Logge e quello della
Fraternita dei Laici, ci si sposta verso il centro storico
di Cortona, arroccato sulla collina, e poi a Sansepolcro
e a Caprese Michelangelo, che conserva la casa
natale del suo figlio più illustre. Sono terre di sapori
ma anche di profumi tipici, come quello del
finocchietto, di cui si utilizzano semi e fiori, o quello
dell’aglione, che dona ai piatti un sapore particolare.
Da sempre abbondano le castagne: la farina è alla base
di dolci stagionali come il baldino o il castagnaccio.
106 BELL’ITALIA
In questa foto: il dolce paesaggio della campagna
che circonda Cortona; al centro spiccano la palazzina
e l’edificio del ristorante del Falconiere Relais & Spa.
Nella foto piccola: un assaggio di Finocchiona Igp,
specialità della Salumeria di Monte San Savino.
BELL’ITALIA 107
AREZZO
L’antica Fraternita della carità e dei sapori bio
La storia della Fraternita dei Laici, la cui attività fu regolata
nel 1262 dallo statuto custodito nella sede di via Vasari,
è molto legata al territorio, anche nel settore agricolo e agro-
alimentare. Nel museo di questa istituzione laica, dedita
in origine soprattutto all’assistenza di poveri e infermi, si ammira
la bella pittura murale della Madonna della Misericordia.
Fuori città, tra i possedimenti c’è l’agriturismo delle Tenute di
Fraternita – nel vicino casolare vennero girate le prime scene
del film La vita è bella – e lo spaccio dove si trovano tutti
i prodotti, disponibili anche nello shop del museo, tra cui l’olio
biologico, il miele, le mele e il vino; in prevalenza le uve sono
di Sangiovese, come da tradizione toscana, ma non mancano
Cabernet Sauvignon, Merlot, Canaiolo, Colorino e Trebbiano
Toscano. Sono tutti prodotti bio, come anche il grano antico
Senatore Cappelli; degustazioni in azienda di tre vini a 20 €.
108 BELL’ITALIA
In questa foto: scorcio di piazza della Libertà ad Arezzo
con il palazzo dei Priori e la statua di Francesco I de’
Medici. Pagina precedente, dall’alto, in senso orario:
farina di marroni della Cooperativa Agricola Valle
Singerna; nella cattedrale, la cappella della Madonna del
Conforto; la birreria in città del Birrificio San Girolamo.
della birra, lì vicino ha piantato il proprio luppolo e l’orzo,
che tengono viva la radice locale delle sue birre “a metro zero”.
Il progetto prende il nome dal santo al quale venne intestata
la cappellina di famiglia, che mostra sulla facciata lo stemma-
simbolo del birrificio. Tra le referenze spiccano Rovina, Traccia,
Sassaia e Cavadenti, che si trovano nel negozio dell’azienda
(dove sta per aprire una tap room). In birrificio si gustano invece
molte birre alla spina, che girano anche a bordo di un food truck.
CORTONA
Audaci sperimentazioni casearie
Il suo aspetto e la sua tempra svelano l’origine sarda.
Come di derivazione sarda è anche l’attività che Elisa Mameli Veduta di Cortona, distesa su un colle a quasi 500 metri
porta avanti: è una piccola produttrice di formaggi, con 500 di quota. Da sinistra, si individuano la cattedrale di Santa
Maria Assunta, adiacente alle mura, la cupola della chiesa
pecore al pascolo a Le Chianacce, località che dà il nome di San Filippo Neri e la chiesa di Sant’Agostino; più in alto,
all’azienda. Lei si impegna in un lavoro non facile: lo fa con il campanile a vela, la chiesa di San Francesco.
110 BELL’ITALIA
In questa foto: scorcio del salone del Falconiere Relais
& Spa a Cortona. Pagina seguente, sopra da sinistra:
una delle preparazioni del ristorante stellato; la coltivazione
dell’aglione all’Orto Fortunato. Sotto: un cesto di aglioni.
con molta creatività e voglia di sperimentare ma anche con
grande rispetto per la materia prima. Il latte crudo e l’aglione
danno vita, ad esempio, a un pecorino particolarmente
ben riuscito, dove il sapore tipico dell’ortaggio non sovrasta
quello del formaggio. Oltre al pecorino in varie stagionature,
Mameli produce anche ricotte e formaggi freschi.
BELL’ITALIA 113
In questa foto:
i bringoli dell’Osteria
Il Giardino di Piero
pronti da gustare.
INQUADRA
IL CODICE
E GUARDA
COME SI
REALIZZA
LA RICETTA
La ricetta
114 BELL’ITALIA
La chef e proprietaria Silvia Baracchi aveva riqualificato
FACILE!
con il marito questa dimora di famiglia, un borgo composto INQUADRA
anche da una limonaia e da una chiesetta. Oggi porta avanti IL QR CODE
E RITROVA TUTTE
il progetto con il figlio, impegnato nella cantina, dedicandosi LE INFORMAZIONI
DI QUESTA PAGINA
all’ospitalità e alla cucina, lavorando con gli ingredienti SUL TUO
CELLULARE
del territorio ed esaltandoli in preparazioni mai scontate.
Tra le “invenzioni” più recenti, i pici al caffè con l’aglione.
Una ricetta nata per caso: «Mentre facevo un tiramisù durante
una lezione di cucina», spiega Baracchi, «ho pensato di provare
a impastare la farina con il caffè avanzato». Il piatto che
è venuto fuori, molto equilibrato, si sposa bene con il sapore
dell’aglione. L’accompagnamento ideale è una delle bottiglie
blasonate della Baracchi Winery; menu degustazione da 150 €.
Indirizzi
SANSEPOLCRO
Suini e bovini allo stato brado AREZZO piazza San Francesco 4, 0575/
Nel centro di Sansepolcro, l’Osteria il Giardino di Piero Tenute di Fraternita, via Vasari 29.92.55; fino al 2 febbraio ospita,
prende il nome dall’area verde antistante dedicata a Piero 6, 347/620.90.06; agriturismo insieme alla Sala Sant’Ignazio,
della Francesca, originario del borgo. Di proprietà di Aboca a Castiglion Fiorentino, via la mostra “Vasari. Il Teatro delle
Setteponti 55, 371/156.60.91. Virtù”. Orario: lunedì-venerdì
(si trova davanti al loro museo), l’azienda che si occupa di cura
Birra San Girolamo, località 10-18, sabato-domenica 10-19,
della salute attraverso prodotti naturali, propone agli ospiti Vitiano 229, 333/220.11.04; chiusa martedì; ingresso 14 €.
materie prime biologiche, cercando di mantenere il gusto birreria, via Giuseppe Garibaldi 28. Museo di Casa Vasari,
originario del cibo. Un’attenzione particolare è riservata alla MONTE SAN SAVINO Arezzo, via XX Settembre 55.
proposta delle carni suine e bovine, tutte provenienti dagli Salumeria di Monte San Savino, Orario: lunedì-sabato 8,30-19,30,
allevamenti dell’Agricologica, il marchio alimentare di Aboca, viale Santa Maria delle domenica 8,30-13,30, chiuso
e da animali allevati allo stato brado. Una cucina vera, che Vertighe 2x, 0575/84.93.98. martedì; ingresso 7 €.
mette al primo posto «tradizione, gusto, salute», in un ambiente Sapori della Valdichiana, via
Basilica di San Francesco-
elegante ma rilassato con un bel dehors; conto 35 €. della Costituzione 1, 0575/81.01.48.
affreschi di Piero della Francesca,
MARCIANO DELLA CHIANA Arezzo, via di San Francesco,
CAPRESE MICHELANGELO Panificio Menchetti, località Cesa, 0575/169.62.56. Orario:
via Cassia 9, 0575/84.25.23. lunedì-sabato 9-18, domenica
Le castagne, il pane di un tempo
CORTONA 13-17,30; ingresso 9 €.
«I nostri nonni ci dicevano che le vivande sono solo
Azienda Agricola Elisa Cattedrale dei Santi
quattro: brice (“caldarroste”), baloce (“bollite”), baldino
Mameli, località Le Chianacce, Pietro e Donato, Arezzo,
(un dolce di castagne con olio, pinoli, noci e rosmarino) 333/603.73.51. piazza del Duomo, 0575/239.91.
e castagne» raccontano sorridendo i ragazzi della Cooperativa Orto Fortunato, località
Museo dell’Accademia Etrusca
Agricola Forestale Valle Singerna. Un tempo i marroni, Riccio, 366/950.13.50.
e della Città di Cortona, piazza
che oggi sono raccolti e trasformati e hanno anche Il Falconiere Relais & Spa,
Luca Signorelli 9, 0575/63.04.15.
il riconoscimento della Dop, erano pane e companatico. località San Martino
Orario: martedì-domenica
a Bocena 370, 0575/61.26.79.
I frutti, che sono naturalmente biologici, continuano a essere 10-17; ingresso 10 €.
lavorati con metodi tradizionali: le castagne vengono SANSEPOLCRO
Museo Civico Sansepolcro,
Osteria Il Giardino di Piero,
vendute fresche (a ottobre) o essiccate e trasformate in farina via Niccolò Aggiunti 65. Orario:
via Niccolò Aggiunti 98b,
con la macinatura a pietra. La farina si usa per dolci, come 10-13 e 14,30-18; ingresso 8 €.
0575/73.31.19.
il castagnaccio, ma anche per paste prive di glutine. Aboca Museum, Sansepolcro,
CAPRESE MICHELANGELO
via Niccolò Aggiunti 75,
Cooperativa Agricola
Un pranzo a casa di Michelangelo Forestale Valle Singerna,
0575/73.35.89. Orario: 9-13
Con una bella vista sull’alta valle del Tevere, che si gode e 15-19; ingresso 8 €.
località Capanno dei Romagnoli,
dalle vetrate delle due grandi sale principali, la Buca 0575/79.38.70. Museo Casa Natale
di Michelangelo è un albergo-ristorante immerso tra faggi Buca di Michelangelo, di Michelangelo, Caprese
e castagni. Propone una cucina casalinga e territoriale, con via Capoluogo 51, 0575/79.39.21. Michelangelo, via Capoluogo 1,
0575/79.37.76. Orario: sabato,
porzioni generose. Si inizia con dei crostoni ai porcini;
seguono paste fresche o gnocchi a base di tartufo e poi i
Da vedere domenica e festivi 10-13
Museo Palazzo e 15-17, 30; ingresso 5 €.
secondi di carne, tra cui spiccano sia gli arrosti misti allo
della Fraternita, Arezzo,
spiedo, sia le costolette di agnello e il cinghiale con polenta. INFO
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BELL’ITALIA 115
Cibo & Paesaggio TESTI ANGELO SURRUSCA FOTOGRAFIE EZIO D’ONGHIA
L’arco ionico tarantino, in cui si trova il varietà ibride, senza semi, a maturazione la volta dell’arancia Tarocco dal Muso,
comune di Palagiano, si caratterizza per precoce o tardiva, che hanno rischiato di che deve il nome alla tipica forma allun-
terreni omogenei, quasi sempre pianeg- soppiantare le cultivar tradizionali, sal- gata verso l’attacco del picciolo; di di-
gianti e con un’ottima esposizione a mez- vate unicamente dalla tenacia di alcuni mensioni medie e buccia sottile, ha una
zogiorno, e inoltre con un clima soleg- agricoltori, autentici custodi di biodiver- polpa arancione-rossastra. Nello stesso
giato e poco umido: tutte condizioni sità. Il Presidio Slow Food, sostenuto periodo si trovano l’arancia Washington
ideali per la coltivazione degli agrumi, dalla Regione Puglia, è nato per preser- o Antica, dalla buccia di spessore medio
che sono presenti qui dalla fine del ’700. vare, oltre ai frutti, i paesaggi agrari sto- e dal gusto mediamente aromatico, e il
Fino alla metà del secolo scorso, gli albe- rici e le tecniche colturali tramandate di mandarino Marzaiolo, piccolo, dolce,
ri venivano piantati in prossimità delle generazione in generazione. aromatico. Da febbraio ad aprile suben-
lame, cioè i solchi poco profondi scava- tra l’arancia Portoghese: di dimensioni
ti dall’acqua che costituiscono i tratti UN RACCOLTO SEMPRE RICCO medio-grandi, leggermente appiattita,
terminali delle gravine. In seguito alla DA DICEMBRE A MAGGIO ha buccia di spessore medio, polpa dolce
Riforma Fondiaria del 1951, con l’espro- Tutti gli agrumi tradizionali di Palagiano e mediamente acida. Nello stesso perio-
priazione dei terreni dei latifondisti e la si distinguono per l’elevata resa in succo. do si raccoglie l’arancio Sanguinello Pic-
loro assegnazione alle famiglie meno Il primo a essere disponibile in questo colo, che deve il nome al colore rossastro
abbienti, la coltivazione di agrumi co- periodo è il mandarino Avana, che si rac- della buccia come della polpa, contrad-
nobbe il suo massimo splendore e aree coglie da dicembre a gennaio. Di picco- distinta da un’acidità elevata.
marginali e poco produttive divennero le dimensioni, ha una buccia sottile di Ancora tra febbraio e aprile è tempo del
veri e propri giardini mediterranei. Ad colore arancione scuro; la polpa è dolce limone Femminello: di grossa pezzatura
agevolare la trasformazione del paesag- e poco acida. Disponibile da dicembre e colore giallo dorato, ha una polpa dol-
gio fu anche l’accresciuta disponibilità di ad aprile, l’arancia Vaniglia o Maltese è ce, aromatica e di media acidità. Infine,
acqua, ottenuta grazie alle opere dei con- di grosse dimensioni e forma leggermen- tra marzo e maggio, tocca all’arancia
sorzi di bonifica. Negli ultimi decenni, la te appiattita; la buccia di colore giallo Bionda: di grandi dimensioni, legger-
globalizzazione dei mercati e dei consu- dorato intenso è molto fine e sottile, la mente appiattita, ha una polpa dolce,
mi ha determinato l’avvento di nuove polpa poco acida. Tra febbraio e marzo è aromatica, dall’acidità medio-alta.
116 BELL’ITALIA
Dove Come Quando
PALAGIANO (Taranto)
Pagina precedente: del Presidio. Al centro:
un agrumeto di Palagiano. i produttori del Presidio
Qui sotto: una pianta di con il responsabile Slow
arancio Amaro, il portainnesto Food Salvatore Pulimeno.
utilizzato per tutti gli agrumi In basso: limone Femminello.
BELL’ITALIA 117
A tavola A CURA DI PAOLO MASSOBRIO IL GOLOSARIO | |
UN INNO
AI PIATTI DELLA
ROMANITÀ
Davide Del Duca e Luca Carucci
guidano questa “trattoria di lusso”
con una cucina saldamente
ancorata alle materie prime locali
LA BOTTEGA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
118 BELL’ITALIA
TESTI GIUSEPPE DE BIASI Cantine d’Italia
ROVERETO (Trento) | LETRARI
IL VINO
Brut Rosè +4
Riserva 2011
La “signora in rosa” di
casa Letrari è un prezioso
spumante metodo classico
Trentodoc composto
da 60% Pinot Noir e 40%
Chardonnay. Trascorre
BOLLICINE DI TRADIZIONE
ben 110 mesi sui lieviti
per esprimere tutta la sua
suadenza e complessità,
presentandosi nel calice Caposaldo del metodo classico in Vallagarina, l’azienda
con un finissimo perlage
e un manto luminoso d’oro
della famiglia Letrari vanta una storia che risale al XVII secolo
antico con venature ramate.
L’olfattivo è fruttato e floreale Un uomo d’armi che preferisce la vite dopo la scomparsa di Leonello nel 2017,
con scorza d’agrumi, pesca all’archibugio. Inizia così, nel 1647, la ha 12 ettari vitati disseminati nelle aree
gialla, marasca e melograno pluricentenaria storia vinicola della fami- più vocate della Vallagarina e una nuova
a far da bordone a cenni glia Letrari. Di quella microparcella di cantina a Rovereto. Negli accoglienti
di erbe aromatiche e note Borghetto d’Adige dell’avo Stefano Letra- spazi l’ultima generazione di famiglia,
di pasticceria. In bocca
ri, tre secoli dopo Leonello raccoglie l’i- rappresentata da Margherita, aiuta la ma-
freschezza e struttura
lasciano che il sorso
deale testimone, diplomandosi in enolo- dre Lucia nell’illustrazione ai tanti enotu-
resti a lungo in memoria. gia al prestigioso Istituto “Edmund Mach” risti delle caratteristiche dei corposi tagli
Una bottiglia perfetta di San Michele all’Adige. Da subito è tra bordolesi di casa Letrari, come il Ballista-
per un regalo di classe, i sostenitori della sperimentazione degli rius, ma soprattutto delle eleganti e pre-
considerato anche l’ottimo uvaggi bordolesi e degli spumanti me- giate bollicine di Trentodoc.
rapporto qualità-prezzo todo classico, che sarebbero diventati le Tra le etichette che lasciano il segno spic-
(poco più di 50 €). Ampio “bollicine di montagna” Trentodoc. cano l’ammiraglia Riserva del Fondatore
lo spettro di abbinamenti, Nel 1976 insieme alla moglie Maria Vit- Brut 976, capolavoro di finezza e struttura
da un risotto agli scampi toria fa nascere la prima etichetta e nel che aspetta 120 mesi sui lieviti prima di
ai tagliolini funghi e tartufo.
frattempo la figlia Lucia segue le orme essere imbottigliata, e la sua affascinante
paterne, diplomandosi in enologia. Lucia “signora in rosa”, la Riserva Brut Rosè +4,
In alto: scorcio dei vigneti lo affianca poi nelle sue idee innovative, che di anni ne passa da un minimo di 8 a
della Vallagarina, incorniciati
dalle montagne. Qui sotto,
come quella di selezionare le uve Mar- un massimo di 10 per ricamare la sua ve-
da sinistra: le barrique zemino per valorizzare l’omonimo vino ste rosa antico. Entrambe rappresentano la
nella nuova cantina di Rovereto; trentino decantato da Lorenzo da Ponte vetta nella piramide qualitativa della de-
Margherita e Lucia, nipote
e figlia di Leonello Letrari, nel libretto del Don Giovanni mozartia- nominazione e nel cuore degli affeziona-
entrambe alla guida della cantina. no. Oggi l’azienda, diretta dalla figlia ti consumatori degli spumanti Letrari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BELL’ITALIA 119
TESTI E DISEGNI DI ALBANO MARCARINI I Sentieri
L’ITALIA A PIEDI E IN BICICLETTA | FRAMURA (LA SPEZIA)
L
a singolarità di Framura, lungo
la Riviera ligure di Levante,
è quella di presentarsi non come
un unico abitato ma come una piccola
costellazione di insediamenti. Questi
grumi di case color pastello sono posti
a digradare a vari livelli, in forma
di anfiteatro, sullo scosceso versante
costiero. Vi spiccano alcune vecchie
torri, prive di intonaco e fiere
di mostrare il loro abito in pietra.
Sul significato del nome c’è un certo
dibattito. Alcuni, agevolmente,
lo fanno derivare da “fra le mura”,
poiché in antico un recinto avvolgeva
la contrada Costa con il castello
e il luogo dove i monaci benedettini
avevano eretto la chiesa intitolata
a San Martino. Altri invece pensano
all’espressione dialettale fera la mula,
ovvero “metti i ferri al mulo”, per via
degli accidentati sentieri. Sia come sia,
se esiste a Milano un Bosco Verticale,
qui potremmo parlare di “giardino
verticale”. È proprio una parete verde
che inizia in alto, a Costa, e finisce
in basso, vicino al mare ad Anzo,
passando per Setta e per Ravecca.
Fra basso e alto corrono in verticale
quasi 300 metri, cioè un’ora di
cammino lungo un’incredibile tessitura
di sentieri e scalinate, profumata
dai fiori del gelsomino, dalle foglie
del timo, del rosmarino, della salvia,
ombreggiata dagli ulivi e dai pini
marittimi. Si dice che l’origine di
questi abitati risalga all’alto Medioevo,
o forse anche prima, quando i Liguri
erano sparsi nei loro “vici”, dediti
a dissodare la terra anche nei luoghi più
difficili per disporvi le colture. Questa
passeggiata, ideale anche d’inverno,
tocca tutte le frazioni del comune
eccetto la lontana Castagnola.
Una torre di Framura Parte dalla stazione e vi fa ritorno,
poiché sarebbe un’offesa utilizzare
qui un altro mezzo di trasporto.
BELL’ITALIA 121
I sentieri
Quasi due ore
di cammino,
anche d’inverno,
fra sterrati e scalinate
122 BELL’ITALIA
4 ITINERARIO CIRCOLARE A PIEDI a Framura
(La Spezia), sulla Riviera di Levante.
Costa PARTENZA E ARRIVO: stazione
Si sale ora al parcheggio, dove ferroviaria di Framura, lungo la linea
si diparte una nuova gradonata. che collega Genova a La Spezia.
L’ulivo, coltivazione Si perderebbe il conto a mettere in fila LUNGHEZZA: 4,2 chilometri.
tipica di Framura tutti gli scalini che da Setta rimontano DISLIVELLO: 260 metri.
Legenda a Costa, la frazione più panoramica.
TEMPO DI PERCORRENZA:
Attraverso le sue case correva forse
anello di circa 1 ora e 45 minuti.
la primitiva “Via ligure marittima”,
citata da Strabone. Un edificio ha SEGNAVIA: seguire le indicazioni
ancora oggi funzione di alloggio per locali delle diverse destinazioni.
i pellegrini in transito. Costa ha pure QUANDO ANDARE: in ogni stagione;
il vanto di possedere la più integra ideale in inverno con clima mite.
torre medievale del comune, a pianta CONDIZIONI DEL PERCORSO:
quadrata, usata poi come campanile scalinate e alcuni tratti di sentiero.
e primitivo accesso alla giustapposta INFO: Ufficio Informazioni Turistiche,
chiesa. La torre è certamente più Stazione di Framura, 0187/160.05.77.
antica della chiesa e risale forse
all’età carolingia. La parrocchiale,
ovvero l’antica pieve di San Martino,
si regge sopra un precedente tempio
paleocristiano. Le tre navate con tre
absidi sono state rimaneggiate e solo
i capitelli e i grossi pilastri a otto
lati rimandano all’aspetto originario.
Il ristorante di Costa potrebbe a SCOPRI
INQUADRA IL PAESAGGIO
questo punto suggerire una meritata IL CODICE LUNGO
PER L’ITINERARIO
sosta, prima di intraprendere la più SAPERNE E SCARICA
DI PIÙ
riposante discesa che deve avvenire, LA TRACCIA GPX
fino a Setta, sulla scalinata già coperta
in precedenza. Al fondo, percorsa
la via interna si prosegue per Ravecca,
con la sua cappella, e per Anzo. LE BUONE SOSTE
5
Per mangiare
Questo tratto di salita lungo una bellissima quadrata, in pietra con un accenno Per dormire
scalinata giunge a Setta, formata da alcuni decorativo a corsi di mattone. Dalle
distinti nuclei edilizi. Ognuno di essi possiede case una scalinata scende alla OSTELLO NININ DE MA’
un fabbricato di spicco, più elevato in altezza stazione, altrimenti si può seguire (Costa di Framura 52, 347/277.12.01).
e munito di quegli elementi che lo fanno la meno acclive strada asfaltata che Sistemazione ideale con cucina
discendere da un precedente fortilizio. vi arriva con un giro più lungo. L’ultimo comune presso la spiaggia Arena,
Sono probabilmente quanto rimane delle torri panorama è occupato dallo scoglio con vista mare. Tariffe da ostello
che i genovesi fecero erigere nel XVI secolo. Ciamia, in origine isola, poi collegato per una sistemazione economica: 32 €
Framura, fino al 1285 possesso dei signori Da alla terraferma da una lingua per posto letto a notte a persona.
Passano, fu ceduta alla Repubblica di Genova. di terra con funzioni di porticciolo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BELL’ITALIA 123
la dolce vita TESTI LARA LEOVINO
A sinistra: veduta
del palazzo del ’600
che ospita l’Hotel
Flora, gestito da
Gioele Romanelli,
terza generazione
di albergatori
veneziani. L’albergo
è vicino a piazza
San Marco e dietro
calle XXII Marzo,
una delle strade più
eleganti di Venezia.
Sopra: una delle
camere. Nella
pagina seguente,
dall’alto: Nicolao
Atelier, negozio
specializzato nella
tessitura artigianale
e confezione
di costumi e abiti
di scena; il maestro
VENEZIA | HOTEL FLORA Stefano Nicolao tra
i suoi preziosi capi;
lezioni di navigazione
124 BELL’ITALIA
L’arte dell’ospitalità all’Hotel Flora è di visita. Lo scopo è quello di uscire dai
casa: basti pensare che la famiglia Ro- cliché turistici, promuovere connessio-
manelli è nel mondo dell’hotellerie da ni, sostenere attività virtuose e far co-
tre generazioni. Gioele è cresciuto in noscere autentiche realtà locali. Tra
albergo e spiega come una delle sue queste le Fie a Manetta, associazione
priorità sia mantenere lo stesso spirito di donne veneziane che insegnano a
di accoglienza con cui i suoi nonni e navigare in laguna con piccole imbar-
suo padre ricevevano gli ospiti, cin- cazioni, mostrandone inedite prospet-
quant’anni fa. I tempi cambiano ma in tive. Oppure c’è Osti in Orto, un pro-
chi soggiorna al Flora resta la sensazio- getto agricolo nato da 13 ristoratori che
ne di essere a “casa” di amici: ogni coltivano verdure e spezie nell’isola di
spazio ha un’anima e un calore fami- Sant’Erasmo. Si passeggia con un re-
liare non replicabile nei resort di grandi sponsabile sull’isola e si scoprono e
catene. Il palazzo del ’600 in cui ha degustano questi prodotti accompa-
sede ospita una deliziosa corte inter- gnandoli con vino e formaggi. Da non
na con un giardino segreto su cui affac- perdere poi il tour tra i banchi del mer-
ciano gran parte delle camere. Ognu- cato di Rialto e un giro al Ghetto e a
na ha una sua eleganza sottolineata Cannaregio, il più “veneziano” dei se-
da mobili d’epoca, tessuti preziosi, stieri. E proprio qui sorge l’atelier di
tappezzerie di gusto e molta cura dei Stefano Nicolao: mille metri quadrati
dettagli. Nella sala colazioni si gode per una collezione di 250 capi origina-
un’atmosfera piacevolmente d’antan li d’epoca e 15 mila costumi. L’elenco
con tavolini rotondi, poltrone rosse, di film “vestiti” dal maestro Nicolao è
boiserie in legno, vetrate a piombo. lungo: da Il mercante di Venezia a Ca-
La filosofia del Flora, oggi come ieri, è sanova da Pirati dei Caraibi a Eliza-
quella di mostrare all’ospite il meglio beth. Si può visitare l’atelier accompa- INFO
©RIPRODUZIONE RISERVATA
di Venezia. Gioele Romanelli con sua gnati dallo stesso Nicolao che svela gli Hotel Flora, Venezia, San Marco
moglie Heiby e sua sorella Zoe ha cre- ambienti di questa sartoria, vera eccel- 2283, 041/520.58.44; www.hotelflora.it
ato Inside Venice (www.insidevenice. lenza dell’artigianato veneziano. E poi Camere: 40. Prezzi: doppia
it), una piattaforma digitale in cui far è possibile vivere un momento unico con colazione a partire da 250 €.
incontrare chi vive in città con chi la indossando i suoi preziosi capi.
BELL’ITALIA 125
La dolce vita TESTI LARA LEOVINO
GENOVA
NERVI: UN NUOVO HOTEL TRA ALBERI SECOLARI
Più che un hotel con un grande parco, è un parco con al centro un hotel. Non c’è
miglior definizione per la bellezza del Capitolo Riviera (nella foto), 5 stelle lusso con
37 camere immerse in 1.800 metri quadri di verde. È stato inaugurato a luglio a Nervi,
quartiere di levante con giardini, musei e una celebre passeggiata di due chilometri
sul mare. Lusso e raffinatezza caratterizzano i suoi ambienti, dalla hall alle stanze
con ampie terrazze, dalla spa al centro fitness. Il ristorante, aperto anche a clienti esterni,
celebra la tradizione ligure e le produzioni locali (anche di vini), senza tralasciare
ispirazioni internazionali e celebri etichette. Doppia con colazione da 340 € a notte.
CAPITOLO RIVIERA INFO 010/700.16.16; capitoloriviera.com
PALERMO
SOGGIORNI ESCLUSIVI NEL CUORE DELLA CITTÀ
Storico albergo di recente entrato nel gruppo Mangia’s, il 5 stelle Grand Hotel et des
Palmes inaugurato nel 1874 vanta illustri ospiti tra cui Richard Wagner, che qui terminò
la stesura del Parsifal proprio nella suite a lui intitolata (nella foto). Oggi l’hotel in stile
liberty, dopo una lunga ristrutturazione, è di nuovo un punto di riferimento per l’ospitalità
© RIPRODUZIONE RISERVATA
a Palermo. Non offre solo eleganti sale comuni, camere spaziose e un eccellente servizio
ma anche un ventaglio di esperienze in città. Come le passeggiate nel centro storico
con guide esperte per conoscere storia e curiosità dei monumenti, tour con gli Apecar
e visite a musei del territorio meno noti. Due notti in doppia con colazione da 480 €.
GRAND HOTEL ET DES PALMES INFO 091/804.88.00; grandhotel-et-des-palmes.com
126 BELL’ITALIA
Gusto TESTI PIETRO COZZI
BOLOGNA
Profondamente bolognese, la storia di For- vani fornai, aiutati anche dalla possibilità
no Brisa nasce in realtà un po’ più a nord- di panificare di giorno. Al centro della
ovest, all’Università delle Scienze Gastro- storia imprenditoriale di Forno Brisa c’è
nomiche di Pollenzo (Cuneo). È qui che si un’innovativa rilettura del pane artigianale
incontrano i fondatori Pasquale Polito e italiano in tutte le sue fasi, all’insegna del-
Davide Sarti, uniti dalla comune passione la riconoscibilità degli ingredienti e della
per la panificazione. Il primo ha comincia- sostenibilità. La produzione, che privilegia
to a praticarla da semplice dilettante nel i grandi formati, prevede l’utilizzo di lievi-
suo appartamento, mentre il secondo, do- to madre e farine ottenute da cereali anti-
po dieci anni di attività come graphic & chi (Monococco, Solina, Saragolla) maci-
web designer, decide di tornare al mestie- nati a pietra, così da conservare tutte le
re del nonno. Dal dicembre 2015, data parti del chicco. Questa “materia prima”
della creazione ufficiale, in meno di dieci proviene per circa un terzo dai campi di
Qui sopra: di grano alla base
anni il loro progetto ha fatto passi da gigan- Nocciano (Pescara). Nei negozi, aperti un angolo dei prodotti
te e oggi può contare su un laboratorio e all’arte e alla cultura, ad aiutare le chiac- del negozio aziendali. In alto,
cinque punti vendita dove lavorano una chiere e la condivisione provvedono i caf- di Forno Brisa da sinistra:
in via Galliera una pagnotta
trentina di ragazzi di età media sotto i fè “della casa”, gli Specialty Coffee dalle con le illustrazioni di farro e il pane
trent’anni: una nuova generazione di gio- piantagioni del Perù e dell’Honduras. delle spighe in cottura.
FORNO BRISA, Bologna, via Nicolò dall’Arca 16. INFO 051/021.70.86; www.fornobrisa.it
la Trattoria Taiocchi di Curno (nella foto, i casoncelli di nonna Alda), nella Bergamasca,
alla Campania con la Taverna del Marchese di San Giorgio La Molara (Benevento). L’itinerario
tra i nuovi ingressi tocca anche Verona, Firenze, Castellabate (Salerno) e Napoli. I locali
raccontati nella guida ufficiale, consultabile sul sito web, salgono a 115, di cui 11 all’estero.
UNIONE RISTORANTI DEL BUON RICORDO INFO www.buonricordo.it
BELL’ITALIA 127
Italia da leggere A CURA DI CARLO MIGLIAVACCA
Un secolo
d’incanto
I cento anni di
Pandolfini e il
collezionismo italiano
di Marco Riccomini,
fotografie di Massimo Listri,
Silvana Editoriale 2024,
192 pagine, 35 €.
Formato: 24x30 cm
128 BELL’ITALIA
Il Giardino
Pantesco
a cura di Gaia Agnello
e Emilio Barbera,
Kalós 2024, 96 pagine, 15 €.
Formato 16,5x24 cm
PAESAGGI
I geniali giardini di Pantelleria
Tra le maggiori sfide affrontate dall’uomo
nel suo rapporto con la natura c’è la
coltivazione degli agrumi nell’ambiente
arido e ventoso di Pantelleria, l’isola al
centro del Mediterraneo. Questo volume
della collana I quaderni del Parco
Nazionale Isola di Pantelleria, edita
da Kalós, è dedicato alla straordinaria
invenzione del giardino pantesco
che abbraccia aranci, limoni e cedri
con i suoi alti muri in pietra a secco,
proteggendoli dal vento e favorendo
la creazione del microclima umido
indispensabile per la loro vita. Sono 50
i giardini presentati in schede tecniche,
proposti in più itinerari di visita.
Piccolo manuale
teorico-pratico
sulla fotografia
di paesaggio
di Alessandro Mallamaci,
autoproduzione 2024,
122 pagine, 23 €.
Formato 15x23 cm
Per acquisti: www.
alessandromallamaci.it/go/PMFP
FOTOGRAFIA
A scuola dai grandi maestri
Un volume illustrato e di facile
consultazione che invita alla
riflessione sulle possibili forme
di rappresentazione del paesaggio.
Alessandro Mallamaci, fotografo
professionista pluripremiato
e docente all’Accademia di Belle
Arti di Perugia, propone un manuale
che individua nelle tecniche
dei grandi fotografi di architettura,
reportage, paesaggio e street
photography le modalità
per migliorare la propria tecnica
fotografica. La proposta di alcuni
esercizi aiuta a mettere in pratica
i capitoli teorici. (Susanna Scafuri)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
febbraio
Nel prossimo numero
|
TOSCANA SAN GIMIGNANO
Il complesso
di Santa Chiara,
musei e gallerie
|
PUGLIA RUVO DI PUGLIA |
ALTO ADIGE VAL D’ULTIMO
La maestà del Romanico Masi e villaggi ancora
nella cattedrale come un tempo
Inquadra il QR e abbonati
CERTIFICATO DI ABBONAMENTO A BELL’ITALIA
Sì, sottoscrivo un abbonamento alla rivista e scelgo la seguente formula: ITALIA ESTERO
1) PER 1 ANNO (12 numeri) con sconto ......................................................................................................................................... € 36,00 € 75,00
2) PER 2 ANNI (24 numeri) con sconto .............................................................................................................................................. € 65,00 € 122,00
Cedola fotocopiabile
INVIO L’IMPORTO CON:
versamento sul c/c postale n. 43459346 intestato a Cairo Editore di cui allego ricevuta (indicare sul davanti la causale)
carta di credito: Visa American Express Master Card N. Scadenza
Cognome ...................................................................................................... Nome ....................................................................................................
Via ..................................................................... N. ......... Cap ................. Città............................................................................... Prov. .........
Telefono ......................................................................................................... E-mail (facoltativo) .............................................................................
La sottoscrizione dell’abbonamento comporta l’iscrizione gratuita al Club degli Abbonati Cairo Editore. disposizione e può essere richiesto al Responsabile del trattamento all’indirizzo privacy.abbonamenti@
cairoeditore.it
Informazioni sul trattamento dei dati personali ai sensi del Regolamento UE 2016/679. La informiamo che Tempo di conservazione dei dati.
i dati da Lei forniti saranno trattati da Cairo Editore in qualità di Titolare del trattamento per effettuare il I dati da Lei conferiti saranno trattati e conservati per tutta la durata di esecuzione dei Servizi (ovvero sino
servizio di alla scadenza dell’abbonamento o, alternativamente, alla richiesta di cancellazione dal Club degli Abbonati)
abbonamento indicato nel buono d’ordine e l’iscrizione al Club degli Abbonati (i “Servizi”). Per ulteriori
dettagli relativi al “Club degli Abbonati” si rinvia al regolamento disponibile all’indirizzo www.cairoeditore. e per 12 i mesi successivi per il completamento delle attività amministrative e contabili dei Servizi.
it/club Al termine di tale periodo i dati saranno cancellati.
Cairo Editore provvederà alla gestione dell’ordine al fine di inviarLe la/e rivista/e alle condizioni precisate Diritti dell’interessato.
nel buono d’ordine e i dati personali forniti verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti Ai sensi della vigente normativa, Lei ha il diritto di
e trattati con adeguate misure di sicurezza anche associandoli e integrandoli con altri DataBase. Il conferi- - Accedere ai dati che la riguardano, chiedere la loro rettifica o la cancellazione, la limitazione del trattamen-
mento dei dati anagrafici e l’indirizzo postale sono necessari per attivare i Servizi, il mancato conferimento to ottenendo riscontro dell’avvenuta applicazione delle richieste inoltre può esercitare la portabilità dei dati a un altro
dei restanti dati non pregiudica il diritto all’abbonamento. I dati non saranno diffusi ma potranno essere Titolare
comunicati, sempre per le predette finalità, a società che svolgono per conto di Cairo Editore compiti di - Opporsi in tutto o in parte al trattamento dei dati per invio di materiale pubblicitario e ricerche di mercato,
natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura dei Servizi, l’elenco aggiornato dei Responsabili del e ha il diritto proporre reclamo all’Autorità Garante all’indirizzo [email protected]
Trattamento dati di cui alla presente informativa è disponibile, a richiesta presso il Titolare del trattamento. I
dati, solo con il Suo consenso esplicito saranno trattati per l’invio di informazioni sui prodotti e sulle iniziati- Per l’esercizio dei diritti sopraccitati può rivolgersi al Data Protection Officer [email protected] c/o Cairo
ve promozionali di Cairo Editore e per effettuare analisi statistiche, indagini di mercato. Editore S.p.A., Via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano.
Inoltre, con il Suo consenso esplicito, tali dati potranno essere forniti ad aziende terze operanti nei settori Con l’invio del buono d’ordine, dichiaro di essere maggiorenne, dichiaro di avere letto le informazioni sul
editoriale, finanziario, assicurativo automobilistico, energetico, largo consumo, organizzazioni umanitarie trattamento dei dati personali ai sensi del regolamento UE 2016/679 qui riportate e dichiaro di essere infor-
e benefiche le quali potranno contattarla come Titolari di autonome iniziative - l’elenco aggiornato è a Sua mato sul trattamento di tali dati, sul tempo di conservazione e sui miei diritti.
Data…………………………………........................ Firma X..………………………………………………………………………………...............
(obbligatoria)
Autorizzo Cairo Editore S.p.A. al trattamento dei miei dati per ricevere informazioni promozionali mediante
posta, telefono, posta elettronica, sms, mms, a effettuare analisi statistiche e sondaggi d’opinione. Sì No
Autorizzo Cairo Editore S.p.A. alla comunicazione dei miei dati a terzi per ricevere informazioni promozionali mediante posta,
telefono, posta elettronica, sms, mms, a effettuare analisi statistiche e sondaggi d’opinione. Sì No
Per sottoscrivere l’abbonamento a Bell’Italia, inviare questo tagliando o una fotocopia in busta chiusa a: Bell’Italia - Cairo Editore - Servizio Abbonamenti - Via Angelo Rizzoli 8 - 20132 Milano.
Per i suoi ordini con carta di credito, può inviare via fax al n. 02/460869 o una mail ad [email protected] Con l’abbonamento è prevista l’iscrizione gratuita al Club degli Abbonati
Il borgo disegnato DI MATTEO PERICOLI A CURA DI SANDRA MINUTE
Un viaggio tra i borghi più belli d’Italia che metterà alla prova la vostra conoscenza del Bel Paese.
Riconoscete la località interpretata dalla matita di Matteo Pericoli?
Qualche indizio qua e là... Il monumento più singolare è la monumentale fontana, custodita in un palazzo
rinascimentale e ornata da figure scolpite direttamente nella pietra. Ma a catturare per
Chi invierà la risposta esatta primo lo sguardo è il castello, un massiccio parallelepipedo posato in cima all’abitato.
potrà proporre il soggetto Poco lontano dal borgo si trova un’antica torre pentagonale, molto amata da un grande
per uno dei prossimi numeri scrittore italiano. Su tutto domina un monte coperto da una estesa foresta secolare.
Il borgo di dicembre
Si eleva sulla sponda veronese del lago di I primi lettori che hanno indovinato:
Garda con il suo castello Scaligero, fondato Ottorino Beda, Chiara Ghirardini, Daniela
forse dai Longobardi e passato sotto diverse Tatò, Maurizio Suagher, Enrica Morucci,
dominazioni. Malcesine era territorio Daniele Torri, Carlos Urbani, Gian Luigi
di Venezia il 12 settembre 1786, quando Strobino. Abbonati: Marco Galindo,
il poeta tedesco Goethe, nel corso del suo Giovanni Bosi, Silvestro Ezio, Cristiana
Grand Tour italiano, si fermò a disegnare Goldin, Angela e Michele Galante, Marco
il castello, venendo scambiato per una spia Bucci. Dall’estero: Dani Vandecasteele
austriaca (suggerimento di Elisa Pagliarini). MALCESINE (Verona) (Belgio), Elfriede Goritschnig (Austria).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
132 BELL’ITALIA