La Parola Ebreo
La Parola Ebreo
TRAMA.
La protagonista del romanzo, che sarebbe anche la stessa autrice, inizia il racconto dicendo come
la parola ebreo è entrata nella sua vita. Nello specifico, ricorda di guardare da casa sua
nell'appartamento al di là della strada, dove dai vetri aperti vede un evento che viene poi
descritto, anche se in maniera grossolana, come la circoncisione. Vedi infatti tanto sangue e la sua
fräulein in tedesco, ovvero la sua istitutrice, cerca di spiegarle quello che vede. Descrive una sua
vicina di casa, ovvero la signora della seta. La descrive come una signora anziana con i capelli grigi
che è ebrea. La signora Le fa spesso dei regali. Al di sopra di casa sua abita la famiglia Levi. Loro
sono più numerosi. La famiglia della protagonista non è esplicitamente fascista, ma vivendo in
quel contesto, ogni volta che la bambina deve riferirsi a loro, dice che sono brave persone,
anche se sono ebree. Descrive l'amico del fratello, ovvero Giorgio, anche lui ebreo.
Successivamente inizia a descrivere tutti gli avvenimenti politici che si stanno verificando. Inizia dal
1933, ovvero dal concordato fra la Chiesa e il Terzo Reich. Tuttavia, si dissociano molti personaggi,
come per esempio il vescovo di Monaco. Anche in Francia la parte cattolica ha una grande
importanza. Molti si schierano contro le ingiustizie. Tuttavia, tutte queste manifestazioni finiscono
per restare isolate. Successivamente viene descritto Hitler, In particolar modo la sua presa di
potere avvenuta nel 1933. E di conseguenza la ragazza racconta che nel 1937 il Papa Pio 11 va a
promulgare un'enciclica contro il neopaganesimo nazista (vs il nazismo). Infatti, vedremo che Pio
undicesimo, sarà un personaggio fondamentale perché sarà colui che condannerà sia il nazismo
che il comunismo ateo e materialista. Tra gli anni 20 e 21 sono pubblicati anche in Germania,
Inghilterra, Francia e Polonia. Alcuni libri. La rivoluzione bolscevica appare come la prima tappa del
progetto di dominio ebraico. Molti striscioni vengono collocati al confine tra l'Austria e la Baviera,
dove a caratteri cubitali è scritto, non vogliamo ebrei. A ottobre il nostro panorama scolastico, dice
la protagonista, subisce il primo mutamento. I ragazzi iniziano ad andare a scuola, indossano la
divisa. Sono felici di cominciare la scuola. Contemporaneamente, a Marzo del 1938, le truppe
tedesche oltrepassano il confine con l'Austria. Il paese poi viene chiamato a far parte del Grande
Reich. Il 14 Marzo Hitler entra a Vienna fra due ali di folla festante. All'Austria viene richiesto di
decidere se far parte o meno della provincia della Germania (1938 ANNO IN CUI FURONO
EMANATE IN ITALIA LE LEGGI RAZZIALI IMITANDO QUELLE CHE C’ERANO GIA IN GERMANIA DAL
1935). Hitler cerca di convincere dicendo che tutti i cristiani credenti, sapendo ciò che devono la
loro nazione, dovrebbero dichiararsi per il Reich tedesco Perché questo rappresenta un dovere
nazionale. Successivamente, il 10 aprile, l'ex impero asburgico diventa una nuova provincia del
Reich. La caratteristica di questo romanzo è proprio questa, ovvero si alternano eventi e fatti che
fanno parte della vita quotidiana della protagonista, che quindi racconta la sua storia e la sua
infanzia, ad avvenimenti politici. In questo modo la vita politica non rimane sullo sfondo, ma è
parte integrante della vicenda. Per esempio, La bambina racconta di aver visto i cosiddetti film
luce. In seguito all'annessione dell'Austria, il tema della razza diventa attualità anche in Italia, su
tutta la stampa nazionale. Infatti, non si parla più di razze solo su quelle testate dichiaratamente
antisemite, come per esempio il Tevere, oppure l'assalto oppure il regime fascista. Ma anche altri
quotidiani, come per esempio il Resto del Carlino, la stampa, Il Messaggero, iniziano a parlarne. Gli
attacchi agli ebrei coprono un vasto orizzonte, si va dagli ebrei nella finanza, nella borsa,
nell'agricoltura, nel commercio, nel teatro, nel cinema, nella musica. Non sono risparmiati
nemmeno gli ebrei che si impegnano nello sport. Anche gli intellettuali vengono presi di mira,
pensiamo a Moravia, sebbene fosse ebreo misto. Oppure Benedetto Croce, FU PROMOTORE DEL
MANIFESTO DEGLI INTELLETTUALI ANTIFASCISTI.
Ovviamente i maestri di tutti questi narratori sono quelli che sono considerati patologici, ovvero
Marcel Proust e James Joyce. Questi personaggi che avrebbero ispirato i nostri intellettuali sono
nomi molto importanti, perché non solo sono stranieri, ma sono anche ebrei fino al midollo. Viene
emanato anche un libretto che viene recensito per il Corriere della Sera, che si chiama contra
judaeos. A recensire questo poemetto è un autore che si chiama piovene. Sta parlando
fondamentalmente della razza come qualcosa di scientifico e biologico, basato sull’affinità di
sangue (ESPONENTI DELLA COMUNITA’ SCIENTIFICA ITALIANA NEL 38 PUBBLICA IL MANIFESTO
DEGLI SCIENZIATI RAZZISTI PARLANDO DI RAZZA ITALIANA E CONSIDERANDOLA APPARTENENTE AL
CEPPO ARIANO dando vita ad una politica razziale). Definisce gli ebrei nemici e sopraffattori della
nazione che li ospita. Come stranieri tentano di ottenere il trionfo sulla cultura nazionale altrui.
Quasi contemporaneamente i ragazzi scoprono euro ragazzo aviatore. Questo è un libro di Ghino
Chelazzi. Racconta la storia di un giovane audace e temerario che pilota un apparecchio per una
prova da cui l'Italia deve uscire vittoriosa. Euro rappresenta un ragazzo della Grande Italia
fascista. È messo in contrapposizione con un ragazzino ebreo che invece rappresenta una lurida
figura di vecchio con una lunga zazzera e una barbetta caprina, sporca. Nonostante l'autore si
impegni moltissimo, euro riscuote fra noi bambini, dice l’autrice, scarsissimo successo. Pian piano i
segnali di quello che sta per succedere diventano sempre più evidenti. Papa Pio 11 si oppone a
Mussolini. Comincia a delinearsi in tutta la sua durezza quest'uomo che è consapevole di numerosi
ostacoli. A partire dalla norma che riguarda i matrimoni fra cattolici ed ebrei convertiti che, se
considerati nulli, vengono a contraddire il concordato firmato nel 1929 (PATTI LATERANENSI che
sanciscono fine della controversia tra chiesa e stato). Padre Enrico Rosa, che è stato direttore
della rivista Intitolata La Civiltà Cattolica è un riduttore molto autorevole. Egli scrive numerosi
articoli in cui condanna il razzismo(vs razzismo e antifascista). Un giorno, però, andando a
comprarlo in edicola, il padre della protagonista lo trova più il giornale diretto da padre enrico.
Contemporaneamente, la bambina racconta di essere andata in vacanza ad Ortisei durante
l'estate. In quel periodo, il 25 luglio, un comunicato del partito nazionale fascista rende noti i nomi
degli illustri estensori del manifesto degli scienziati razzisti. Il documento si chiama il fascismo e i
problemi della razza e viene elaborato da Guido Landra. Ovviamente su indicazione di Mussolini e
di un altro studioso chiamato Dino Alfieri. Sono tutti esperti di antropologia. Il risultato è che
Mussolini potrà ufficialmente dichiarare che l'orientamento del razzismo italiano è Ariano nordico.
Infatti, il manifesto non fa altro che accertare l'esistenza delle razze. È una spiegazione scientifica
che comporta la sventura dell'istituto di fisica e matematica. Infatti, molti professori, ovviamente
di razza ebraica, verranno estromessi dall'insegnamento e da qualsiasi altra carica. Pensiamo per
esempio al professore Tullio Levi Civita. In particolar modo, dove morirà nel 1941, senza neanche
l'assistenza di un'infermiera, perché sarà proibito agli ebrei avere alle proprie dipendenze
personale Ariano. Oppure Emilio Segrè, Beniamino Segre o Enrico Fermi.Questo nuovo ufficio
(ufficio per la demografia e la razza) per 5 anni deciderà la sorte di migliaia di ebrei, italiani e
stranieri. Ovviamente affiancato anche da un tribunale molto agguerrito che è sempre un
tribunale della razza. Il manifesto della razza provoca una reazione contraria in Pio undicesimo
che considera un grave errore quello di unirsi ad un nazionalismo esagerato perché non cristiano
e soprattutto non religioso e di conseguenza non umano. E un movimento antitetico con il quale i
cristiani non hanno niente a che fare. Questo è quello che dice il Papa. Il Papa cita infatti anche le
parole di San Paolo dicendo che non è possibile per i cristiani partecipare all'antisemitismo, perché
spiritualmente sono dei semiti. Neanche un mese dopo, però, durante la seduta del Gran
Consiglio, le leggi razziali saranno approvate. E il Papa viene dichiarato nefasto alle sorti della
Chiesa cattolica. Ovviamente la posizione del Papa non è condivisa da tutto il sacro collegio.
Nonostante ad oggi vengano perseguitati, gli ebrei hanno avuto modo di dimostrare il loro
patriottismo combattendo valorosamente nella Prima guerra mondiale e facendosi stimare come
funzionari nella pubblica amministrazione in Italia. Infatti, sia che siano intellettuali, commercianti
o imprenditori che vivono a Roma oppure no, hanno cercato tutti di dimostrare la loro fedeltà
all'Italia. Tanto che molti hanno addirittura aderito al fascismo. Le loro cerimonie sono molto
discrete e non danno nell'occhio (dice l’autrice). I decreti-legge riguardanti la razza vengono
approvati dal Gran Consiglio del fascismo la notte fra il sei e il 7 ottobre 1938. In particolare, ad
opporsi a questi leggi sono state varie figure. Per esempio Italo Balbo. Egli, nello specifico, si è
opposto con demenza su tutto quello che era stato proposto e questo gli costerà la morte. Morte
che resterà per sempre un mistero. Questi decreti stabiliscono vari criteri, in primis quello di
appartenenza alla razza Ariana e alcuni provvedimenti che verranno adottati nei confronti dei non
ariani, ovvero gli ebrei. Viene stabilito che è ebreo chi ha entrambi i genitori ebrei, anche se
pratica una religione diversa; Chi ha un solo genitore ebreo e l'altro di nazionalità straniera e chi ha
solo un genitore ebreo ma pratica la religione ebraica (BASTA AVERE UN GENITORE EBREO PER
ESSERE CONSIDERATO TALE, ANCHE SE SI PRATICA UNA RELIGIONE DIVERSA). L'elenco dei divieti
alle persone dichiarate di razza ebraica è molto lungo, per esempio è vietato l'insegnamento, è
vietato di frequentare scuole dove ci sono alunni italiani. È vietato iscriversi alle scuole di ogni
ordine e grado, è vietato a essere proprietario o gestore di aziende, è vietato avere alle proprie
dipendenze domestici di razza Ariana. È vietato al cittadino italiano di razza Ariana il matrimonio
con persona appartenente ad un'altra razza, pena l'annullamento ecc. Gli ebrei sono estromessi
praticamente da tutto, ovvero dalle amministrazioni civili e militari, da quelle amministrazioni che
riguardano le province e i comuni, gli istituti, le aziende, i trasporti. L'adozione di libri di testo di
autori ebrei viene vietata. E questo si estende anche ai libri che sono frutto di più autori dei quali
solo uno ebreo. Questi vengono spogliati infine di gran parte dei loro beni e la maggioranza perde
il lavoro e per tutti quelli che ne avevano ancora diritto perdono il diritto allo studio. Ovviamente,
come conseguenza molte famiglie, come per esempio la Treves di Milano che era proprietaria di
una casa editrice, la perdono. Viene comprata da Aldo Garzanti.E per dimostrare l'assurdità dei
provvedimenti razzisti, un altro personaggio, formiggini di modena, si uccide buttandosi dalla
torre ghirlandina di Modena. Aveva solo sessant'anni. Poi viene vietata agli ebrei la professione di
notaio è anche quella di giornalista. Inoltre, tra ariani e semiti, viene proibita qualsiasi forma di
associazione e collaborazione. Contemporaneamente, gli alunni di razza ebraica sono cacciati da
tutte le scuole pubbliche del Regno. Mentre in Italia gli ebrei perdono il diritto al lavoro insieme a
quello allo studio, in Germania squadre poco numerose e perfettamente organizzate prendono
come pretesto l'assassinio a Parigi del consigliere d'ambasciata von rath, compiuto da mano
israelita per saccheggiare, nella notte di novembre fra il 9 e il 10, i negozi degli ebrei. Incendiare le
sinagoghe. Questa notte è conosciuta come la notte dei cristalli. Dalla parte degli ebrei, però, c'è
qualcuno. In particolare, esiste il vicario generale della cattedrale di Berlino Bernard Lichtenberg.
Egli è una sorta di prete coraggioso che esulta e invita tutti i suoi parrocchiani a pregare per gli
ebrei. Stessa cosa fa l'arcivescovo di Westminster a Londra. Dice infatti che tutti quelli che sono
perseguitati per motivi razziali religiosi devono unirsi in una dichiarazione pubblica per affermare
che per Cristo non esistono discriminazioni razziali e che la grande famiglia umana deve restare
unita. Anche padre gemelli, da cui porta il nome la piazza dove si trova l'Università Cattolica di
Milano, ma anche il conico Gemelli di Roma non è nuovo a questo genere di interventi.Tuttavia,
l'autrice dice che nelle sue giornate, sebbene intorno a sé accada, tutto questo non cambia
assolutamente nulla. Continua a raccontare dei suoi pomeriggi con Anna Marie. Di letizia, la cuoca
che non le piace. La ragazza ora frequenta le elementari. Si accorge però, e ne parla anche con i
genitori che Elsa, ovvero la portinaia della sua casa, è molto prepotente nei confronti della famiglia
Levi. Cerca di osservare tutto quello che fanno, li guarda finché non scompaiono e solo allora
risulta rassicurata e se ne rivà nel buio antro della sua casa. D'altronde lei è Ariana e loro miserabili
giudei. I suoi genitori però definiscono comunque i Levi bravissime persone, anche se ebree. Nel
frattempo, pio 11 è morto. A lungo si ipotizzerà sul mancato discorso che il Papa Pio, undicesimo,
avrebbe voluto fare. Fino a quando nel 1959, grazie a Giovanni Ventitreesimo, appena eletto, verrà
reso pubblico il testo tramite alcuni appunti. È difficile però ad oggi ipotizzare quali sarebbero
state le parole scelte per denunciare l'infamia che insieme agli innocenti uccideva ogni pietà. Non
ci dimentichiamo che Pio undicesimo aveva definito la svastica croce nemica della Croce di Cristo.
La domanda però che si sono posti in molti è questa. Papa Pio undicesimo, morì d'infarto oppure
fu ucciso dal padre di claretta? Quest'ultima non è altro che l'amante di Mussolini. Nonché figlia
del professore Francesco Petacci. È vero che il Papa aveva 82 anni ed era in un'età vulnerabile? Ma
è anche vero che, quando era stato detto attraverso le Radio Vaticane che il Papa aveva avuto un
malore, in realtà egli era già morto. Quando infatti aveva manifestato la sua insofferenza al Duce e
quando quest'ultimo aveva scoperto che il Papa era morto, si dice che abbia pronunciato la frase,
finalmente è morto quest'uomo dal collo rigido. Successore sarà Papa Pio dodicesimo. Egli era
romano, di famiglia nobile e di origine viterbese. Ciò nonostante, fosse stato minacciato con la
pistola durante i combattimenti fra i bolscevichi e le truppe governative repubblicane, il Papa
aveva un ruolo importante in Germania, infatti, era Nunzio. Fu proprio lui, Segretario allora di
Stato, a portare avanti le trattative per far firmare nel 1933 un concordato fra la Chiesa e il Reich di
Hitler (Papa pio 12 cerca un accordo). Un incontro molto importante che si è venuto a scoprire
però tanti anni dopo è stato quello fra Pio undicesimo è un uomo di nome John Lafarge.
Quest'ultimo era imparentato per parte di madre con Beniamino Franklin ed era un giovane
sacerdote che si era occupato negli Stati Uniti. Dei problemi dei Negri e del razzismo nel Maryland.
Essi si erano incontrati a Castel Gandolfo. Molto probabilmente nella testa di Pio undicesimo c'era
un progetto di un'enciclica sul razzismo. Infatti, padre la fayette doveva preparargli proprio questa
enciclica, impegnandosi a mantenere il segreto più assoluto. Quando però, a settembre, alcuni
mesi dopo la farge parte per Roma per inoltrare questa enciclica a Pio undicesimo il progetto
finisce nelle mani di Enrico Rosa. Quest'ultimo era il redattore della Civiltà Cattolica. Tuttavia, il
progetto muore in quanto lafarge esprime poi in una lettera il sospetto che padre Ledochowski
Cerchi di sabotare Il loro lavoro. Infatti, quest'ultimo non aveva alcuna fretta nel consegnare al
Papa il lavoro di John. L’enciclica, di conseguenza, muore sul nascere. Nel 1939 le truppe tedesche
occupano quello che rimane Della Cecoslovacchia. Successivamente entrano in Polonia. La ragazza
racconta di sentire dalla voce dell'Altoparlante che interrompe la musica, una voce nera scura. È
proprio la voce di Hitler? Probabilmente sì, ma la bambina questo non lo sa ancora.
Successivamente racconta la Pasqua. Vive in questa festività in famiglia, tenendo sempre presente
tutte quelle regole cristiane cattoliche, come per esempio il fatto che non si lascia niente nel piatto
che il cibo va rispettato perché c'è gente che muore di fame. Fai il fioretto per la Quaresima. E
festeggia quando Cristo risorge. Ella racconta anche di sentire a messa, per esempio, durante il
pomeriggio di Pasqua in Cappella, un prete che parla di Dio. In particolar modo, dice che il figlio di
Dio è morto a causa nostra e che i farisei, ovvero un gruppo di persone che quel prete definisce
una folla dal cuore di macigno, gridava a morte nei confronti del figlio di Dio. In seguito, racconta
la Via crucis. Nonostante i genitori vivano in questo contesto, cercano sempre di essere rispettosi
nei confronti dell'altro. Infatti, per esempio, quando la bambina chiede alla madre se ebrei e giudei
siano la stessa cosa, la madre risponde di sì, ma dice che a loro bisogna riferirsi chiamandoli ebrei,
perché giudei per loro non è bello e volgare. Potrebbero offendersi. Racconta Giovedì Santo e i
Sepolcri. Ho tante domande, dice la bambina, soprattutto su come gli ebrei vivono la Pasqua. In
particolar modo, lo chiede ad una suora presso la cui scuola frequenta le elementari e questa
donna di nome madre immaculeè Le risponde dicendo che anche loro festeggiano ma
diversamente. Infatti, gli ebrei non credono né in Gesù, né che fosse risorto, né che fosse figlio di
Dio. Ovviamente la bambina non capisce e quasi si arrabbierà. Che razza di Pasqua festeggiano? E
soprattutto, è chiaro che non festeggiano visto che Cristo l'hanno ucciso loro. Ovviamente a fare
queste riflessioni, quasi con ironia, e una donna adulta che si confronta con i suoi pensieri di
quando era bambina, cresciuta in un certo contesto e con determinate idee, inculcate sia a scuola
che in chiesa. Tuttavia, come dice anche la protagonista, la guerra è ancora qualcosa che non la
riguarda. Anzi, in certi momenti, essendo comunque una bambina, sembra quasi esaltata all'idea
della guerra. Racconta infatti che la prima notte che suona l'allarme per un aereo francese che
sorvola la Roma lanciando dei volantini e si mette quasi a saltare sul letto per l'eccitazione. Difatti
la sua vita continua come se niente fosse e la guerra sembra quasi stare semplicemente sullo
sfondo. Tanto che lei racconta delle sue recite scolastiche, delle sue vacanze a Cortina. Quando
l'Italia entra in guerra gli ebrei vengono definiti ufficialmente stranieri. Sono arrestati e sono
condotti con le manette nei campi di internamento. Segue l'operazione Barbarossa in cui viene
attaccata l'Unione Sovietica. Il Vaticano nasconde la sua soddisfazione per l'attacco all'Unione
Sovietica e le brillanti vittorie tedesche. Viene poi raccontato di padre Kolbe, prete polacco morto
ad Auschwitz. Egli si era offerto volontario al posto di uno dei prescelti. Prescelti per cosa? Infatti,
quando avveniva una fuga da parte dei prigionieri, la rappresaglia delle SS all'interno del campo
prevedeva che 10 prigionieri selezionati dal medesimo blocco del fuggitivo fossero rotte le ossa a
bastonate oppure che fossero murati in celle verticali fino a morire di fame e di sete. Giusto per
renderci conto i morti durante i 5 anni di guerra saranno solo in Europa, oltre 50 milioni. Nel 1941
c'era attacco a sorpresa in cui i giapponesi bombardano la flotta americana a Pearl harbor. In
seguito a questo, Churchill lancia in aria il berretto in simbolo di felicità. Tuttavia, come dice la
protagonista del romanzo a casa sua, nella Viuzza in cui vive, ovvero via Flaminia, tutto sembra in
ordine. La famiglia Levi è ancora lì, Giorgio Levi e lì con la sua mamma, che da giovani si era
diplomata in università di Cambridge, ora da lezione di inglese. Giorgio frequenta una comunità e
una scuola allestita da quella comunità ebraica a Trastevere. Nel frattempo, Elsa (la portinaia)
vigila sulla moralità razziale del palazzo. Descrive poi la soluzione finale che, infatti, si articolava in
quattro tempi, ovvero schedare le vittime sfogliarle dei loro beni, ridurre la loro libertà di
movimento e infine portarle per l'eliminazione. Tuttavia, di fronte a tutto questo, la protesta del
clero francese non si fa attendere. L'arcivescovo di Tolosa, l'Arcivescovo di Lione, l'arcivescovo di
Vichy, invitano i fedeli a pregare per i francesi scherniti obbligati a portare la stella gialla, inviano
lettera ai sacerdoti delle diocesi, cercando di farli manifestare per il loro dissenso. Tutti si ispirano
all'operato di Pio undicesimo che ha condannato il razzismo. Tuttavia, al contrario, altri vescovi,
come per esempio quello di Nizza di Monaco, mandano un telegramma dicendo che vogliono
dissociarsi da quei cattolici che sono cattivi patrioti, la cui preoccupazione per gli ebrei maschera
soltanto la loro mancanza di fedeltà al regime. In seguito, la protagonista racconta del suo
trasloco. Racconta del suo ultimo incontro con la signora della seta. Questa era una signora che in
un piatto aveva una spigola lessa. L'aveva cucinata per i ragazzi. La ragazza dice che questa è
l'ultima volta che la vede. L'ultima volta che ha la possibilità di appoggiare le labbra sulle sue
guance rugose. Quella casa rimane vuota. Ovviamente ad oggi la donna matura è cresciuta, cosa
che non poteva fare all'epoca, essendo solo una bambina. Si pone la domanda del perché del
perché lei, proprio lei, sia stata scelta per quell'interminabile viaggio verso la morte. Perché non si
sia messo al sicuro in tempo?
Il Papa Pio Dodicesimo cerca di fare qualcosa. Aveva creato un intervento molto duro da far
pubblicare sull’osservatore romano per denunciare tutte le atrocità naziste. Tuttavia, ad un certo
punto decide di evitare perché ha visto che in seguito all'intervento pubblico dei vescovi olandesi i
tedeschi, per rappresaglia, avevano invitato nelle camere a gas 40.000 ebrei. Quindi Pio
dodicesimo nell’agosto del 1942 sapeva dello sterminio finale delle camere a gas. Molti ebrei in
questo periodo si rifugiano qui, in una piccola parte di territorio compresa fra le Alpi e la Costa
Azzurra. La polizia italiana protegge gli ebrei con ogni mezzo. La Costa Azzurra diventa la terra
promessa per gli ebrei residenti in Francia. Successivamente, tutta la vicenda si sposta al 1943. La
ragazza racconta che Mussolini il 25 luglio è caduto. Che lei è cresciuta, che i vestitini le vanno
corti, che il tempo è scuro, fa freddo e che quella euforia per la sua caduta è finita da un pezzo.
Successivamente la famiglia deve tornare a Roma. Tuttavia, il fratello della protagonista non vuole
tornare a Roma. Il fratello non vuole tornare a Roma, dice che la moriranno di fame. Quando
ritornano a casa il portiere informa che i Levi sono stati portati via dalle SS quella mattina alle sei.
Si racconta che il sabato, ovvero sempre il sabato, veniva scelto come giorno per i tedeschi perché
sapevano che era più facile quel giorno trovare le famiglie riunite dalle quattro del mattino. Inizia a
sparare nelle strade del ghetto per impedire a chiunque di uscire. Dal 1938 gli ebrei romani erano
circa 12.000. Nel 1943 era difficile dire quanti ne fossero rimasti. Molti venivano uccisi nelle Fosse
Ardeatine e anche nel campo di Fossoli. Gli altri erano portati da Auschwitz. Gli istituti religiosi
lasciati liberi di accogliere chiunque fosse in pericolo, ospitavano generosamente bambini, adulti,
battezzati e non. Ovviamente c'erano rischi nell'ospitare gli ebrei. Ma nessun religioso è stato
arrestato o deportato per averli ospitati, cosa che invece accadeva nel regime fascista. Ma la
domanda che la bambina si pone è, dove sono i Levi? Perché non si sono messi in salvo in tempo?
Chiaramente l'astuzia e tedesca ha giocato un ruolo non secondario. Infatti, Herbert Kappler, che
era il comandante delle SS a Roma, aveva chiesto alla Comunità 50 kg d'oro, pena la deportazione
di 200 ebrei. Questi avevano raccolto tutto questo denaro, ma alla fine nessuno era stato
risparmiato. I nazisti si presentavano come l'emblema di ordine. Di responsabilità, ma
contemporaneamente di spietatezza con cui esigevano che le regole venissero rispettate. Per
salvarsi conclude la protagonista ci sarebbe voluta una malizia in più, quella cattiveria che i Levi
non avevano. All'interno del Vaticano c'è chi ha riconosciuto il deicidio e chi invece si è lavato dalla
colpa, chinando il capo sotto l'acqua del battesimo. Così dice la protagonista. C'è chi ha voltato le
spalle all'indifferenza e c'è chi li ha traditi e venduti per poche lire. Ad oggi la protagonista, da
adulta dice di conoscere storie meravigliose di persone che hanno nascosto intere famiglie,
dividendo con loro scarsissimo cibo e pochissimo denaro. Per esempio Mirella calo. Lei era una
bambina di quattro anni con tre sorelle poco più grandi di lei. Quando i nazisti erano andati a
prenderli, il padre era riuscito a scappare e aveva portato tutte e 5 le bambine al bordello di via del
Pellegrino. Qui la tenutaria si era detta disposta a nasconderle nella cantina per una notte. In
realtà li Mirella e la madre sono rimaste ben 8 mesi. I due proprietari scendevano tutti i giorni a
portar loro da mangiare. È così, Le protagoniste, queste bambine raccontano di aver imparato a
giocare a tressette, a briscola, e a scopone. Alberta era invece una ragazza di 24 anni. Era arrivata
a Roma da Ferrara insieme alla sua famiglia. Lei in una lettera racconta quella mattina. In cui è
stata prelevata dai nazisti. Erano arrivati a Roma perché si diceva che a Roma gli alleati sarebbero
arrivati velocemente. Racconta l'ultima cena vissuta a casa della zia Alba. Ricorda Giorgio che
suonava il pianoforte, un valzer di Chopin. Ricorda le SS alle sei del mattino che suonavano la
porta. Urlando KOMMT, KOMMT in tedesco. E poi il rumore della porta che si chiudeva.
Ovviamente era piccola per capire. Riesce a salvarsi, si mette in contatto con il padre. Riesce a
farsi falsificare la carta d'identità che da Levi diventa levigati. Entra in contatto con il padre
credendo che fossero rimasti solamente lei e lui. I due riuscirono ad ottenere carte d'identità false.
Lei racconta che ha cercato a lungo la storia della signora della seta. Riesci a scoprire che si era
Rifugiata dal fratello a Pisa. Qualcuno li aveva traditi. Era stata probabilmente poi portata anche lei
nei campi di concentramento, è morta appena arrivata nelle camere a gas. Delle tracce di Giorgio,
invece, si perde tutto nel 1943. Dopo che arrivo ad Auschwitz Birkenau. Qual è il primo giorno in
un luogo sconosciuto. Alba Levi, invece, a soli 52 anni entrò nella Camera a gas ad Auschwitz
Birkenau (TUTTA LA FAMIGLIA LEVI E LA SIGNORA DELLA SETA SONO MORTI NEI CAMPI DI
CONCENTRAMENTO).
SCHEDA AUTRICE.
Rosetta Provera Loy era l'ultima dei quattro figli nati dal matrimonio tra un ingegnere piemontese
e una impiegata romana. Scrisse all'età di nove anni il suo primo racconto, ma la vocazione
letteraria vera e propria si manifestò verso i 25 anni. Tuttavia, dovette aspettare fino al 1974 per la
sua prima pubblicazione, La bicicletta. Seguirono numerosi altri romanzi, ben accolti dalla critica e
insigniti di prestigiosi premi letterari. Proveniente da una ricca famiglia dall'impostazione cattolica,
Rosetta Loy appartenne a una certa borghesia italiana che, pur non essendo apertamente
schierata a favore del fascismo, non si schierò contro le leggi razziali, forse perché non
completamente informata della tragedia che si stava compiendo. Sono, questi argomenti, al
centro della trama di uno dei suoi lavori: La parola ebreo del 1997. La scrittrice dedicò molte
interviste per sensibilizzare i giovani ad affrontare tematiche tanto spinose, sino a tracciare un
ardito parallelo tra lei stessa e Anna Frank, rilevando la casualità dei loro destini così differenti.
È morta a Roma, dove risiedeva, il 1° ottobre 2022 all'età di 91 anni.Nata nel 1931, Rosetta Loy era
ancora una bambina ai tempi della Resistenza. Di questa ricorda solo lo shock delle Fosse
Ardeatine ( L'eccidio delle Fosse Ardeatine fu l'uccisione di 335 civili e militari italiani,
prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni, trucidati a Roma il 24 marzo 1944 dalle truppe di
occupazione tedesche come rappresaglia per l'attentato partigiano di via Rasella, compiuto il 23
marzo da membri dei GAP romani, in cui erano rimasti uccisi 33 soldati del reggimento
"Bozen" appartenente alla Ordnungspolizei, la polizia tedesca. L'eccidio non fu preceduto da alcun
preavviso da parte tedesca.). Il padre, che cercava di tenere le figlie al riparo dai fatti terribili che
avvenivano fuori casa, entrò urlando: "Ne hanno ammazzati 320", riferendosi a
quell'eccidio. “Stavamo studiando tutte e tre le sorelle nella stessa stanza ed è entrato papà col
giornale in mano e ha detto: 320, ne hanno ammazzato 320 [...] questo è forse il momento che io
ricordo di più di tutta la Resistenza”. La scrittrice Rosetta Loy racconta le difficoltà che incontrò
quando, tra la fine degli anni '60 e i primi '70, sia in quanto donna, sia perché non apparteneva a
certi ambienti e cercava di pubblicare il suo primo libro, La bicicletta, edito poi da Einaudi nel
1974. Le persone che hanno inciso nella sua vita sono state il marito, fotografo e appassionato di
letteratura. Rosetta Loy si sofferma sull'importanza di suo marito nella propria formazione
culturale e poi sulle figure di Cesare Garboli e Natalìa Ginzburg, entrambi suoi grandi maestri. Lei
ha amato molto Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu) è l'opera più
importante di Marcel Proust, scritta tra il 1909 e il 1922, pubblicata in sette volumi tra il 1913 e
il 1927. Rosetta Loy si discosta dall'ambito narrativo a lei consueto per affrontare le pagine buie
degli attentati terroristici, delle stragi di mafia, dei misteri italiani.Lo fa usando lo strumento
della cronologia: anno dopo anno, dal 1969 al 1994, mette in fila i nomi delle vittime e quelli degli
assassini, ricostruisce la durata dei processi, i loro esiti spesso ingarbugliati e non definitivi. L'idea è
quella di fissare il ricordo perché gli omicidi non restino impuniti, i mandanti non godano
dell'oblio; pochi gli interventi più personali in corsivo, proprio per dare spazio ai fatti storici. Un
libro animato da una forte passione civile che scuote la coscienza dei lettori. Lo scrive anche
pensando ai suoi nipoti, giovani e che tante situazioni non le hanno capite.