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Russo - Coincidenze Incredibili - Don Dolindo Wojtyla Civitavecchia Suor Eugenia Giussani e Fatima

Il documento esplora una serie di coincidenze incredibili legate a figure religiose come Don Dolindo Ruotolo, Suor Eugenia Giussani, e Papa Giovanni Paolo II, tutte collegate alle apparizioni della Madonna a Fatima. Viene raccontata la storia di Suor Eugenia, che ha avuto un ruolo significativo nella diffusione della devozione alla Madonnina di Civitavecchia, e la profezia di Don Dolindo riguardante la caduta del comunismo. Infine, si evidenzia il legame tra le profezie e gli eventi storici, tra cui la consacrazione della Russia da parte di Giovanni Paolo II.

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Russo - Coincidenze Incredibili - Don Dolindo Wojtyla Civitavecchia Suor Eugenia Giussani e Fatima

Il documento esplora una serie di coincidenze incredibili legate a figure religiose come Don Dolindo Ruotolo, Suor Eugenia Giussani, e Papa Giovanni Paolo II, tutte collegate alle apparizioni della Madonna a Fatima. Viene raccontata la storia di Suor Eugenia, che ha avuto un ruolo significativo nella diffusione della devozione alla Madonnina di Civitavecchia, e la profezia di Don Dolindo riguardante la caduta del comunismo. Infine, si evidenzia il legame tra le profezie e gli eventi storici, tra cui la consacrazione della Russia da parte di Giovanni Paolo II.

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Coincidenze Incredibili.

Don Dolindo, Wojtyla,


Civitavecchia e suor Eugenia Giussani. E
Fatima… Sergio Russo.
⋮ 15/02/2025

15 Febbraio 2025

Marco Tosatti

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Carissimi StilumCuriali, Sergio Russo offre alla vostra attenzione queste
riflessioni che hanno come punto di partenza le apparizioni della
Madonna a Fatima. Buona lettura e condivisione.

UN’INCREDIBILE STORIA DI COINCIDENZE

CHE HA PER PROTAGONISTI: DON DOLINDO,

LA MADONNINA DI CIVITAVECCHIA, SAN GIOVANNI PAOLO II,

IL SANTO VECOVO PAVEL HNLICA E SUOR EUGENIA GIUSSANI

Carissimi Lettori di Stilum Curiae, prima però di presentarvi questa incredibile


storia, mi preme portarvi a conoscenza della pubblicazione del Secondo
Volume della Collana “Il Terzo Segreto di Fatima: chiave di volta per capire
i tempi in cui viviamo” (qui), poiché esso contiene, in anteprima nazionale,
la traduzione italiana del più noto forse, fra i “romanzi” di padre Malachi
Martin, esperto conoscitore del Messaggio di Fatima e, ma soprattutto,
dell’enigmatico Terzo Segreto.

Quindi, è con una certa emozione, che metto oggi a disposizione di ogni
appassionato Lettore, proprio l’opera più famosa del grande Malachi Martin:
“Windswept House (A Vatican Novel) – La Casa spazzata dal vento”.

Testo che potrete appunto trovare all’interno di questo Secondo Volume della
Collana “Il Terzo segreto di Fatima” (qui).

Inoltre vi segnalo ancora il Primo Volume (qui), al cui interno si trova invece il
libro, inedito in italiano, di “El Sol eclipsado – Il Sole eclissato”, scritto
nell’anno Duemila, in occasione del disvelamento del Terzo Segreto, a Fatima,
il 26 giugno 2000.

Ed infine, sempre per gli appassionati delle tematiche legate agli Ultimi
Tempi, altri sei testi pubblicati dal sottoscritto (primo, secondo, terzo, quarto,
quinto e sesto).

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Il seguente articolo è comparso su “Roma”, Quotidiano d’informazione fondato
nel 1862, a firma della giornalista Rosa Benigno, in data 5 febbraio 2022, e
dal titolo “Don Dolindo, la Madonnina di Civitavecchia, Papa Woityla e
Suor Eugenia”:

Storia di una profezia, di una vocazione e della caduta del Comunismo


sovietico.

Se tra le mani di una giovane donna transita una statuina della Madonna che,
poi, a Civitavecchia, lacrimerà sangue e diventerà effigie sacra e di devozione
anche del Santo Papa Giovanni Paolo II.

E se la stessa giovane, dopo qualche anno, ritrova casualmente un documento


che testimonia due importanti profezie di Don Dolindo Ruotolo, il sacerdote
mistico di Napoli, parroco della Chiesa di San Giuseppe de’ Vecchi. Ebbene,
questa donna va cercata e conosciuta.

Stiamo parlando di una suora, che però non ha alcuna voglia di raccontarsi né
che si racconti nulla di lei. Ed è difficile risalire a queste due storie che la
riguardano. Per questo abbiamo voluto prima capire chi è Suor Eugenia
Giussani, per riuscire a ricostruire due momenti che hanno attraversato la sua
vita, due vicende importanti per chi vive con fede non solo la messa della
domenica, ma anche il dipanarsi dei cambiamenti della storia come un unico
sorprendente disegno divino e che approda alla caduta del Comunismo
sovietico.

Partiamo da Eugenia, lanciando uno sguardo nella sua vita, quando era una
ragazza degli anni Ottanta. Una bella giovane, bionda e solare, che vive la sua
vita con l’ottimismo e l’energia della sua fresca età: viaggia, scia, nuota,
pattina, gioca a tennis e frequenta i suoi amici tra la scuola e le aspirazioni di
formare prima o poi una famiglia. Non era per niente previsto che nel suo
armadio entrasse l’abito da suora, anzi si è trovata a un passo dal salire
sull’altare per coronare il sogno di diventare sposa del suo fidanzato: era tutto
pronto, abito di pizzo, scarpe e velo bianco.

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Una ragazza fortunata, perché lei stessa – in una rivista religiosa edita da “Pro
Deo et fratribus onlus” – si racconta come una persona che ha avuto
“un’infanzia felicissima, circondata dall’amore dei miei genitori. Sono cresciuta
a Varese, in una bella villa con piscina, dove non mi è mai mancato nulla”. Ma
tutto quello che la circondava e anche il fidanzato e quel matrimonio
all’orizzonte non erano per lei abbastanza: “sapevo che avrei avuto il 90 per
cento dalla vita, ma io volevo il 100”.

Ed eccola, nelle foto, interessata alle auto da corsa, ai motori, i cui è tuttora
appassionata, nello staff dei volontari per i soccorsi della Croce Rossa a
Varese, sulle piste del Gran premio.

Tuttavia, nel suo sereno percorso di giovane donna maturava la convinzione di


trasformare in una scelta consistente quel desiderio di “non accontentarsi del
90%”. Accadde che il matrimonio andò a monte per un diverbio tra fidanzati.
Eugenia riacquistò la leggerezza della libertà di scegliere un’altra strada.
“Quale?”, si chiedeva. In un’altra foto, sempre lei, è a Medjugorie con i genitori,
le sorelline e don Pablo Martìn, sacerdote amico di famiglia.

È il 1995, si prepara quel primo “avvenimento” che noi definiremo “mistico”


perché tale si rivelerà.

A Medjugorie, prima di rientrare tutti in Italia, don Pablo Martìn chiede di


essere accompagnato nell’acquisto della statuina di una Madonnina, che il
sacerdote aveva promesso in regalo a una famiglia della sua parrocchia di
Civitavecchia. È proprio Eugenia ad accompagnare don Pablo e a scegliere
quella Madonnina che il presule benedirà appena viene messo nelle sue mani,
nello stesso negozio.

“Alcuni mesi più tardi – racconta suor Eugenia oggi – il 2 febbraio 1995, questa
piccola statua pianse lacrime di sangue per la prima di quattordici volte e, in
seguito, divenne famosa come “la Madonnina di Civitavecchia”. La
soprannaturalità del fatto venne confermata perfino da Papa Giovanni Paolo
II”. La vocazione della ragazza si manifesterà mentre gestiva lo stuolo di fedeli
che cominciò ad affluire a Civitavecchia, nelle giornate che la videro impegnata
a disciplinare la folla, per dare una mano alla parrocchia di don Pablo, un
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aiuto che il sacerdote aveva chiesto a tutta la famiglia Giussani, giunta da
Varese per soccorrerlo. “Signore – pregò Eugenia – ho conosciuto la bellezza
dell’amore umano, ma non mi è mai bastato. Ti prego, fammi sentire com’è il
Tuo amore”.

“Quella notte – racconta – nel mio cuore si riversò un amore talmente


sovrabbondante che per la prima volta sperimentai la gioia della vera pienezza
e interiormente fu come se il Signore mi dicesse: ‘Figlia mia, ti ho fatto
conoscere e assaporare una goccia del mio amore, adesso sei libera di
scegliere!’. Compresi – prosegue – che Gesù mi avrebbe amato allo stesso
modo qualsiasi fosse stata la mia decisione, sarebbe solo cambiata la mia
felicità… scelsi Colui che mi avrebbe dato il 100%… scelsi Gesù!”. Nel
novembre 1995, a Civitavecchia, Eugenia conobbe il vescovo Hnilica,
fondatore della comunità Famiglia di Maria, e colui che divenne il suo padre
spirituale, padre Paul Maria Sigl. E dobbiamo tenere in mente questa tappa
della sua vita, perché il vescovo Hnilica era colui al quale Papa Giovanni
Paolo II affidò l’incarico di assolvere a uno dei messaggi che la Madonna delle
apparizioni di Fatima lasciò ai tre pastorelli nel 1917.

L’8 luglio 1996 Suor Eugenia vestì la gonna blu di novizia e le scarpe bianche
del suo abito da sposa, originariamente destinate a quel matrimonio che non si
celebrò. Il suo “sì” sull’altare lo ha pronunciato per diventare religiosa nel
Santuario mariano slovacco di Sastin.

E poi? “La pace e la gioia hanno pervaso interamente il mio cuore e tutt’oggi
ancora le sperimento”.

Non ci racconta più nulla Suor Eugenia.

Ma, c’è di lei un’altra storia da aggiungere in questo suo profilo. È un


accadimento che abbiamo trovato nel libro “Gesù, pensaci tu”, scritto dalla
nipote di don Dolindo Ruotolo, Grazia Ruotolo, insieme con il giornalista
Luciano Moio (ed. Ares).

Partiamo dal 2 luglio 1965. Don Dolindo invia una cartolina a un diplomatico
della Polonia, conte Vitold laskowski. Nel testo ci sono indicazioni che fanno

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presagire l’avvento di Giovanni Paolo II e il crollo del muro di Berlino,
rispettivamente con 13 e 24 anni di anticipo. La cartolina ritrae l’effigie di Maria
Regina Gloriosissima.

Il manoscritto di don Dolindo Ruotolo, la cui copia fu autenticata il 24 marzo


1979 dal vescovo slovacco Pavel Hnilica (1921-2006), amico personale di
Wojtyla, riguarda la fine del comunismo.

Come racconta il libro “Gesù, pensaci tu”, Don Dolindo scrive in quella
cartolina quanto aveva sentito nel suo intimo:

“Maria all’anima. Il mondo va verso la rovina, ma la Polonia, come ai tempi di


[Giovanni, ndr] Sobieski, per la devozione, sarà oggi come i 20mila che
salvarono l’Europa e il mondo dalla tirannia turca [sotto le mura di Vienna nel
1683, ndr]. Ora la Polonia libererà il mondo dalla più tremenda tirannia
comunista. Sorge un nuovo Giovanni, che con marcia eroica spezzerà le
catene, oltre i confini imposti dalla tirannide comunista. Ricordalo. Benedico la
Polonia. Ti benedico. Beneditemi. Il povero don Dolindo Ruotolo Via Salvator
Rosa 58, Napoli.”

Ma questo prezioso documento va perduto. Nel 1978, viene trovata una copia.
Accade proprio l’anno dell’elezione al soglio pontificio di Karol Wojtyla, il
“nuovo Giovanni”, come profetizzato da don Dolindo in quelle poche righe. La
copia fu rinvenuta da una delle figlie spirituali del sacerdote mistico
napoletano, che proseguivano l’opera dell’Apostolato Stampa, ma mancava
l’originale di cui iniziò la ricerca.

Venne contattato il destinatario di quel messaggio, il conte Vitold laskowski, il


quale spiegò che neppure lui possedeva più l’originale, perché lo aveva donato
al vescovo cecoslovacco Pavel Hnilica, profugo negli anni della dittatura
comunista.

Ricordate? Pavel Hnilica è proprio quel vescovo che Suor Eugenia


Giussani accenna di avere conosciuto nel novembre del 1995, a
Civitavecchia, dove la Madonnina acquistata da don Pablo e da lei a
Medjugorie pianse lacrime di sangue.

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Ed ecco, siamo al secondo accadimento “mistico” in cui troviamo Suor
Eugenia attiva protagonista. Poiché, il 2005, l’anno della morte di Giovanni
Paolo II, l’originale cartolina tanto cercata e andata dispersa viene ritrovata in
una cassa, in quel periodo, suor Eugenia Giussani era al servizio di
monsignor Hnilica – sono le strane vie che intreccia il Signore – che
assistette sino all’ultimo. Il Vescovo desiderava portare con le sue mani quel
prezioso manoscritto a Napoli e poter pregare sulla tomba di don Dolindo a
San Giuseppe dei Vecchi. Ma non ce la fece: era già molto malato e morì nel
2006. Ma, affidò quella immaginetta a suor Eugenia, incaricandola di portarla
ugualmente a Napoli, dopo la sua scomparsa. Un compito assolto da suor
Eugenia che ha un’amicizia con la nipote di don Dolindo Ruotolo, Grazia
Ruotolo, nelle cui mani è ritornato il testo della profezia a lungo cercata.

Per completezza di questa storia, che avevamo cominciato a raccontare per


conoscere questa dolce e tenace suora dell’ordine religioso “Famiglia di
Maria”, bisogna raccontare cosa esattamente ha rappresentato quel
manoscritto di don Dolindo, finito nella custodia della suora di Varese per
tornare a Napoli. Quella profezia su Giovanni Paolo II si intreccia, infatti, con
uno dei Messaggi di Fatima, quello che ha affidato ai Papi della Chiesa di
Roma il compito di consacrare la Russia al Cuore della Madonna. Ciò che San
Giovanni Paolo II fece in segreto, inviando il vescovo Pavel Hnilica nel
1984. Una specialissima missione che venne assolta il 24 marzo di quell’anno
a Mosca dove, mimetizzato in un gruppo di turisti stranieri, monsignor
Hnilica, dalla chiesa sulla piazza Rossa, fece solenne orazione, con i testi
consegnatigli dal Papa stesso. Hnilica fu l’uomo nelle cui mani era stato
consegnato il testo con la profezia di Don Dolindo sul ruolo che Giovanni
Paolo II avrebbe avuto nella storia.

Così è… se vi pare!

Sergio Russo

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