SAN BARTOLOMEO di ROSSANO :
(11 novembre 1055-2020) Con-Fondatore di Grottaferrata e
con-Patrono della Calabria, insieme a S. Nilo e a S. Francesco
di Paola e della Città Nuova di Corigliano-Rossano.
di Francesco Filareto
1
Ritengo che non possa passare sotto silenzio la data odierna dell’11 novembre, 965°
anniversario della morte di San Bartolomeo, con-fondatore dell’Abbazia bizantino-greca
di Grottaferrata, con-Patrono della Calabria e, quindi, della Città Nuova di Rossano-
Corigliano insieme a S. Nilo e a S. Francesco di Paola.
Onorare la memoria del Santo rossanese ci fa prendere coscienza delle “quattro R”,
ossia dei quattro principi-valori umanistici del Ricordo-Riconoscimento-Riconoscenza-
Restituzione verso chi ha fatto la propria parte e ha bene operato.
Essa, inoltre, afferma prepotentemente che la memoria vince la morte e mantiene in
vita chi non c’è più, che continua a vivere nella reminiscenza di chi resta.
La memoria, infine, quando è condivisa da una comunità di persone-cittadini,
garantisce a questa la coesione e l’unità sociali, l’identità culturale-valoriale di
appartenenza, la consapevolezza del primato dell’interesse generale e del bene comune
entro i quali sono assicurati l’interesse e il bene dell’individuo. Quando una popolazione
perde memoria ripete gli stessi errori e gli stessi orrori del passato, si spaesa, è
disorientato, si smarrisce, è affetta dal mal di vivere.
Con questo spirito di richiamo alla memoria profetica, fondamento dell’identità e del
futuro, affido alla riflessione personale e comunitaria di chi legge queste brevi note su S.
Bartolomeo di Rossano.
Il più importante, famoso e prediletto discepolo di San Nilo è San Bartolomeo il
Giovane (Ὁσίος Βαρωλομαῖος ὁ νέος - 980/1055), che rinnova il nome dell’apostolo
Bartolomeo, o semplicemente San Bartolomeo, il terzo Santo di Rossano.
Molte notizie sul Nostro le ricaviamo da due biografie in greco, databili in tempi
diversi: la prima, “Vita di S. Bartolomeo Juniore”, scritta tra il 1060 e il 1075, dal discepolo
prediletto lo ieromonaco Luca, settimo Egumeno di Grottaferrata, e, la seconda, “Breve
discorso in onore di San Bartolomeo grande fra gli asceti”, è un encomio composto nel
1230 dallo ieromonaco Giovanni Rossanese (Ἰά‘ά), detto “umilissimo
figlio di Rossano” (“ά‘ίό”) 1.
Basilio (ίè questo il nome di battesimo di Bartolomeo), figlio unico,
appartenente a genitori “di nobile casato e illustri per fama” (“con giudici e grandi governatori”
nei Themi di Calabria e Longobardìa), originari di Bisanzio, ma sconosciuti; nasce intorno
1 P. Germano Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo Juniore confondatore e IV Egumeno di Grottaferrata.
Testo greco e versione italiana con note illustrative, Grottaferrata 1962. Il testo contiene le due biografie di S.
Bartolomeo (Cod. Cript. B. . III, 431): il “Βίος καὶ πολιτεία τοῦ ὁσίου πατρὸς ἡμῶν ῖτοῦ
Νέου ῆά” (“Vita e attività del nostro santo padre Bartolomeo il Giovane di Grottaferrata”) dello
ieromonaco Luca e il “Λόγος σμικροτάτος εἲς ῖν τῶν μέγαν ἐν ἀσκηταῖς” (“Discorso breve in
onore di S. Bartolomeo Juniore grande fra gli asceti”) dello ieromonaco Giovanni Rossanese. Carlo Blasco, Le
Istorie della città di Rossano …, cit., pp. 101-110. Luca De Rosis, Cenno storico della città di Rossano, N. Mosca,
Napoli 1838 (ristampa Frama Sud, Chiaravalle C.le 1978), pp. 233-242. Alfredo Gradilone, Storia di Rossano,
MIT, Cosenza 1967, pp. 129-131, 133, 466. Luigi Renzo,Viaggio nella storia di Rossano. Curiosità, fatti, personaggi,
Studio Zeta, Rossano 1988, pp. 61, 121-122; Idem, S. Bartolomeo di Rossano e i suoi “Fioretti”, Grafosud,
Rossano 2005.
2
al 980/981 (ma è più probabile che sia nato molto prima) nella “bella terra di Calabria”
(“ήί”), a “Rossano città della santissima Madre di Dio Achiropìta”
(“‘άόῆΆήῆῆάό”), che in
quella ha posto “la sua dimora ormai da settecento anni nella sua icone” (dal 580 ca.), dipinta e
fatta (ma) non da mano umana, “anzi, per meglio dire, fatta e dipinta da Dio stesso” e perciò
chiamata con il nome di “Achiropìta” (“Άή”), nella cui chiesa cattedrale o
“Cattolica” (“ή”) viene battezzato; Rossano è inoltre “la capitale di tutta la Calabria”
(“… ἀῆί”); è la “città che ha dato i natali ai due luminosi astri, i celeberrimi
Nilo e Bartolomeo” (“όύόίἀέώό ἒ
ῖ ὢύώόέ”) 2; Rossano è la principale città
(“ό”) o capitale, “metròpolis”(“ό”), della Provincia bizantina d’Italia, allora
comprendente i Themi di Calabria e di Longobardìa o Italia 3, “l’aristocratica città più bizantina
della Calabria” 4, “la capitale della regione calabrese, città grande e ad un tempo inespugnabile” 5,
“ubi Graeci maxima ex parte principabantur” 6, importante zona ascetica o “Montagna Santa” o
“Oros Aghion” (ὊἌ), sede di Diocesi da circa 400 anni (secc. VI-VII), noto centro
umanistico-scientifico della Calabria e del Mezzogiorno.
Si forma culturalmente e religiosamente, prima, in famiglia, poi, nelle scuole
monastiche ed episcopali della sua città natale; a dodici anni (ma forse qualche anno dopo)
amplia e perfeziona i suoi studi nel Monastero di “S. Giovanni Calibìta”
(“Ἰὁέὶὶ”) 7, ubicato nella località di “Orìto” (“Ὀί”) presso
Giovanni Rossanese, “Λόγος σμικροτάτος εἲς ῖν …” (“Discorso breve in onore di S. Bartolomeo
…”) in P. Germano Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo …”), cit., pp. 125 e 147, 126 e 148, pp. 12-13.
3 Allora la Provincia bizantina dell’Italia meridionale comprende due Themi: quello di Calabria (di cui fanno
parte effettivamente l’ex Brutium, la Lucania e la Puglia) e quello di Longobardìa o d’Italia (dipendente de
jure ma soltanto nominalmente da Bisanzio, perchè i campani Principati longobardi di Benevento, Capua,
Salerno e le repubbliche di Amalfi, Gaeta, Napoli sono de facto autonomi e indipendenti). - P. Germano
Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo Juniore …, cit., pg. 67-68 n. 12. Costantino Porfirogenito, De
Thematibus, II, pp. 58-60. Gustave Léon Schlumberger, L’Epopée Byzantine à la fin du dexième siècle. Seconde
partie, Basile II le tueur de Bulgares, Hachette, Paris 1900, pp. 61, 403 n. 3. Ferdinand Chalandon, Histoire de la
domination normande en Italie et en Sicile, Tomi 2, A. Picard, Paris 1907 (Edizione italiana, Storia della
dominazione normanna in Italia ed in Sicilia, Voll. 3, Alife, Caserta 1999-2001), pp. 1, 3, 25. Jules Gay, L’Italia
meridionale e l’Impero bizantino. Dall’avvento di Basilio I alla resa di Bari ai Normanni (867-1071), Capone, Lecce
2011 (I edizione: L’Italie Méridionale et l’Empire Byzantin depuis l’avènement de Basile Ier jusqu’à la prise de Bari
par les Normamds (867-1071), Bibliothèque des Ecoles francaises de Athène et Rome, Paris 1905), pp. 169-170
4 P. Germano Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo Juniore …, cit., pp. 13, 65 n. 9.
5 Ὁ Ἅγιος Βαρωλομαῖος ὁ νέος, “Βίος καὶ πολιτεία τοῦ ὁσίου πατρὸς ἡμῶν Νείλου τοῦ Νέου”, testo
originale greco e studio introduttivo a cura di P. Germano Giovanelli, Badia di Grottaferrata 1972 , pp. 48, 90,
102. Germano Giovanelli, San Nilo di Rossano fondatore di Grottaferrata”, Grottaferrata 1966, pp. 14, 63, 77.
6 Ernesto Pontieri, Tra i Normanni dell’Italia Meridionale, Morano, Napoli 1948, pg. 118.
7 I monaci di detto monastero si richiamano all’exemplum ascetico e alla Regola di Giovanni detto Calibita,
vissuto nel sec. V tra il monastero di S. Ireneo sul Bosforo e Costantinopoli, dimora, al contrario di altri
monaci (che vivono in grotte ipogee o su alture e colonne come gli stiliti) in una spoglia e modesta capanna
(ύ), da qui l’epiteto “il Calibita” – Giuseppe Caliò, Un santo nel tempo, Laterza, Bari 1953.
3
il vicino paese di Caloveto (“ί”) e gestito dai monaci acemiti; qui “fu affidato ai
maestri di grammatica e retorica” 8.
Intorno al 992/993, sceglie di lasciare per sempre la sua città natale e di emigrare nelle
regioni latine del centro Italia.
San Bartolomeo e San Nilo
Dopo un breve soggiorno a Roma, si reca “all’insaputa di tutti” nel Monastero di “S.
Michele Arcangelo di Vallelucio” (“Τὸ Μοναστήριον τοῦ Ἁγίου Ἁρχιστρατήγου Μιχαήλ
τοῦ Βαλλελούκιου”) presso Montecassino, attratto dalla figura carismatica del suo più
illustre concittadino ed emigrante San Nilo, che aveva fondato quel Cenobio e lì
soggiornava dal 982. Accolto amorevolmente “a braccia e a palme aperte” tra “oltre sessanta
8 La Grammatica e la Retorica costituiscono, insieme alla Dialettica, le Arti del Trivio, che formano, con le
Arti del Quadrivio (Aritmetica, Geometria, Astrologia, Musica), il Cursus studiorum delle Scuole monastiche
medievali, in parte seguito dal Nostro - P. Germano Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo Juniore …,
cit., pg. 66 n. 11. Giovanni Rossanese, “Λόγος σμικροτάτος εἲς ῖν …” (“Discorso breve in onore
di S. Bartolomeo …”) in P. Germano Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo …”), cit., pp. 126-127, 149-
151. Giuseppe Caliò, Un santo nel tempo, cit., pg. 81.
4
monaci” costituenti la comunità niliana 9 e guidato dal suo Maestro, si fa monaco e anche
jeromonaco, ossia sacerdote, italo-greco-niliano, cambiando il nome in Bartolomeo
Juniore (Βαροομαἱοὁ νέο); lì soggiorna fino al 994.
Negli anni successivi (994-1004), segue il suo Maestro: nel Lazio da Vallelucio si
trasferisce successivamente nel ducato di Gaeta, dove Nilo fonda il Monastero di Gaeta
(Τὸ Μοναστήριον “τῆς Γαῖτας”) detto di Serpèri o Seràpide o Sàrapo, e dove trascorre gli
ultimi dieci anni della sua vita. Da qui accompagna il suo Maestro a Roma e partecipa agli
avvenimenti sconvolgenti di quegli anni 10: incontra nel 998 Ottone III di Sassonia,
imperatore del Sacro Romano Impero Italo-Tedesco, e il Papa Gregorio V per salvare il
loro concittadino Giovanni Filàgato, Papa Giovanni XVI, che era stato detronizzato da
quelli e sottoposto a sevizie inenarrabili. E’ vicino a Nilo nel 1004, nei suoi ultimi mesi di
esistenza terrena, a “S. Agata” e a Tuscolo. Confidente e allievo esemplare del suo
Maestro, insieme a lui avvia la costruzione della chiesa e del “monastero di
Grottaferrata” (”ὴότῆςή”), ne raccoglie l’eredità spirituale, ne
diventa il principale discepolo e continuatore, perfezionando ulteriormente la sua
formazione religiosa e culturale 11.
Asceta cenobita, animato da un’alta tensione spirituale e caritatevole, Bartolomeo vive il
messaggio evangelico nella prossimità e al servizio dei poveri, degli ultimi, degli invisibili.
Nello stesso tempo, intrattiene rapporti autonomi e fermi con i potenti di quell’epoca
travagliata di passaggio dall’Alto al Basso Medio Evo: gli Abati di Montecassino, il
principe di Capua, il duca di Gaeta, il principe di Salerno, il conte di Tuscolo, l’imperatore
del Sacro Romano Impero Ottone III di Sassonia (980-1002), i Papi Gregorio V (996/999),
Benedetto VIII (1012/1924), Giovanni XIX (1024/1032), Benedetto IX (1032/1055) e Giovanni
XVI Filàgato (996/97), quest’ultimo anch’egli di Rossano.
Fonda, nel 1004, insieme a San Nilo, sua guida morale-spirituale (deceduto nello stesso
anno), su un vasto terreno donato dal conte Gregorio di Tuscolo, un Monastero con attigua
Chiesa, battezzato “S. Maria della Criptaferata”, poi “Grottaferrata” (“ή”),
che completa in vent’anni, il 17 dicembre 1024 12. Lo organizza con una Regola nuova e
originale o “Typicon” (“ύ”) e ne fa uno dei più qualificati e famosi referenti della
religiosità e della cultura greco-bizantine d’Europa. Pur rifiutando “per umiltà e modestia”
13 il titolo di Egumeno o Abate, come già fece anche S. Nilo (i primi Egumeni eletti dopo la
morte di Nilo sono Paolo, Cirillo e Leonzio), dirige di fatto, per oltre 40 anni, fino alla
9 Luca, “Βίος καὶ πολιτεία …τοῦ ὁσίου πατρὸς ἡμῶν ῖτοῦ Νέου …” in P. Germano
Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo Juniore …, cit., pp. 31-32, 52
10 Giovanni Rossanese, “Λόγος σμικροτάτος εἲς ῖν …” (“Discorso breve in onore di S. Bartolomeo
…”) in P. Germano Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo …”), cit., pp. 129, 154
11
Giovanni Rossanese, “Λόγος σμικροτάτος εἲς ῖν …” (“Discorso breve in onore di S. Bartolomeo
…”) in P. Germano Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo …”), cit., pp. 129, 154.
12 P. Germano Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo Juniore …, cit., pg. 72 n. 17.
13 Luca, “Βίος καὶ πολιτεία …τοῦ ὁσίου πατρὸς ἡμῶν ῖτοῦ Νέου …” cit., pp. 31-32, 52; e
Giovanni Rossanese, “Λόγος σμικροτάτος εἲς ῖν …” (“Discorso breve in onore di S. Bartolomeo
…”) in P. Germano Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo …”), cit., pp. 130, 155
5
morte (11 novembre 1055) il suo Monastero, che acquista grande notorietà e diventa
attrattore di una nutrita schiera di giovani monaci (“un gran numero di fratelli”) 14. Fa del
Monastero una comunità o fraternità numerosa e tra le più qualificate d’Europa:
impegnata nella promozione umana (mediante lo Scriptorium, la Biblioteca, la Scuola),
nella missionaria ri-evangelizzazione, nella creazione di un’efficiente azienda agricola, che
richiama le disorientate popolazioni del territorio, salvandole dalle gravi carestie del
tempo 15 e assicurando loro sopravvivenza e aggregazione sociale, difesa dei loro
elementari diritti, guida morale e spirituale.
E’ amatissimo dalla gente, per la sua forte tensione solidaristica e accogliente,
soprattutto dagli indigenti (“i poveri sono corteggiati dal cielo”, “i poverelli sono i miei padroni”
suole ripetere spesso), tanto da essere considerato operatore di miracoli e Santo 16, è
tenuto anche in somma considerazione dai “migranti forestieri”, con i quali è sempre
“cortese e accessibile” 17, per avere costantemente professato e praticato il valore greco-
cristiano-niliano dell’accoglianza verso chi ha bisogno e chiede ospitalità.
E’ co-protagonista di quella grande stagione della “Riforma” della Chiesa cattolica che
porterà ai pontificati rinnovatori di Leone IX (1049-1054), di Niccolò II (1058-1061) e di
Gregorio VII (1073-1085), partecipando ad alcuni Sinodi romani (1036/37, 1044) ed
esercitando una decisiva influenza sui Pontefici Benedetto VIII, Giovanni XIX, Benedetto
IX. Su quest’ultimo, appartenente alla potente dinastia dei conti di Tuscolo, svolge una
tale azione magistrale di orientamento e di guida da persuaderlo a cambiare radicalmente
vita, a rinunciare al Papato (come farà, in anni recenti, Benedetto XVI), a farsi monaco e
suo discepolo a Grottaferrata (1048) 18.
14 Tra i quali ricordo Luca, suo biogravo e VII Egumeno di Grottaferrata, Leonzio, I Egumeno cripto ferrato,
Franco, il monaco del miracolo della colonna di cui ignoriamo il nome etc. - Luca, “Βίος καὶ πολιτεία …τοῦ
ὁσίου πατρὸς ἡμῶν ῖτοῦ Νέου …” e Giovanni Rossanese, “Λόγος σμικροτάτος εἲς
ῖν …, in P. Germano Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo Juniore …, cit., pp. 39, 61, 72-
73 n. 17; 144 n. 6.
15 Luca, “Βίος καὶ πολιτεία …τοῦ ὁσίου πατρὸς ἡμῶν ῖτοῦ Νέου …” in P. Germano
Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo Juniore …, cit., pp. 38, 58-59.
16 Giovanni Rossanese, “Λόγος σμικροτάτος εἲς ῖν …, in P. Germano Giovanelli (a cura di), Il
Bios di S. Bartolomeo Juniore …, cit., pp. 132-134, 148-162.
17 Luca, “Βίος καὶ πολιτεία …τοῦ ὁσίου πατρὸς ἡμῶν ῖτοῦ Νέου …” cit., pp. 32-33, 38-39,
52-54, 59-60; e Giovanni Rossanese, “Λόγος σμικροτάτος εἲς ῖν …”, pp. 130, 155 e 152, 157 in
P. Germano Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo …”), cit.
18 Luca, “Βίος καὶ πολιτεία …τοῦ ὁσίου πατρὸς ἡμῶν ῖτοῦ Νέου …”, pp. 34, 54, 65 n. 8; e
Giovanni Rossanese, “Λόγος σμικροτάτος εἲς ῖν …”), pp. 135, 163 in P. Germano Giovanelli (a
cura di), Il Bios di S. Bartolomeo …”), cit.
6
Per la sua autorevolezza e il suo prestigio è un pacificatore, accolto dalle parti in lite o
in conflitto come mediatore di pace: così lo percepiscono e lo accolgono i principi
longobardi Guaimario V di Salerno e Adenolfo di Aquino di Gaeta 19.
E’ certamente l’autore del “Bios” (1035-1055), ossia della “Vita di San Nilo” (“ Βίος καὶ
πολιτεία τοῦ ὁσίου πατρὸς ἡμῶν Νείλου τοῦ Νέου”), biografia di genere agiografico,
scritta in elegante lingua greca, che rappresenta l’opera storica e agiografica più
importante del sec. XI, quella che ci consente di conoscere le vicende umane di Rossano e
di gran parte dell’Italia a cavallo dell’anno Mille 20.
E’ anche un famoso innografo, il più grande nel sec. XI, fondatore della Scuola
Innografica di Grottaferrata, e autore di circa 70 inni sacri melodico-liturgici (30 o 32
canoni, 17 o 35 contaci, idiòmeli, prosòmi, cathismi, exapostilàri, fotagogàri apolitikìa etc.
“sapientissimi cantici …, ripieni di ogni sapienza e di bella armonia”) dedicati a una serie di
santi (Agata, Anastasio, Apollinare, Giovanni, Giuliano, Maria madre di Dio, Martino,
Nilo, Pietro e Paolo, Teodoro, Vitale etc.) 21.
E’ un abilissimo “scrittore e calligrafo” e amanuense nello “Scriptorium” del suo
Cenobio 22, che dota di un’immensa Biblioteca e di una Scuola calligrafica molto
produttiva: casa editrice ante litteram, officina librorum, di fattura eccellente, fornace
inesauribile di libri, codici, manoscritti che conservano la memoria storica dell’identità
collettiva di appartenenza, cristiana e pagana, salvandola, valorizzandola e trasmettendola
alle future generazioni nella consapevolezza che non ci sarà albero se si recidono le radici.
E’ un legislatore del genere ascetico-liturgico, ideatore del “Tipico” (“ύ”), ossia
la “Regola” originaria dell’Abbazia di Grottaferrata (1025 circa), la più antica tra quelle
italo-bizantine 23, che codifica le norme ascetiche di S. Nilo, sarà il modello di riferimento
di altri Cenobi (come “S. Maria Nuova Odigìtria” o “Patìr” di Rossano, del “S. Salvatore” di
Messina, di “Casole” di Otranto) e assicura al Monastero vitalità, longevità (e sono trascorsi
mille anni) e un ruolo insostituibile quale luogo ecumenico di incontro, confronto, sintesi
tra le due anime del Cristianesimo, quella greco-ortodosso mediterraneo-orientale e
quella latino-cattolico europeo-occidentale.
19 Luca, “Βίος καὶ πολιτεία …τοῦ ὁσίου πατρὸς ἡμῶν ῖτοῦ Νέου …”, pp. 35-36, 55-56; e
Giovanni Rossanese, “Λόγος σμικροτάτος εἲς ῖν …”, cit., pp. 135, 163 in P. Giovanelli (a cura
di), Il Bios di S. Bartolomeo Juniore …, cit.,.
20 P. Giovanelli Germano (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo Juniore …, cit., pg. 80 n. 42.
21
Luca, “Βίος καὶ πολιτεία …τοῦ ὁσίου πατρὸς ἡμῶν ῖτοῦ Νέου …” in P. Germano
Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo Juniore …, cit., Giovanni Rossanese, pp. 32, 53, 73 n. 19, 80 n. 42.
22 Luca, “Βίος καὶ πολιτεία …τοῦ ὁσίου πατρὸς ἡμῶν ῖτοῦ Νέου …” pp. 39, 61; e Giovanni
Rossanese, “Λόγος σμικροτάτος εἲς ῖν …, pp. 129, 154 in P. Germano Giovanelli (a cura di), Il
Bios di S. Bartolomeo Juniore …, cit.
23 P. Germano Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo Juniore …, cit., pp. 80 n. 42, 82 n. 50.
7
E’ un rappresentante autorevole della Civiltà Bizantino-Greco-Mediterranea e della
religiosità monastica italo-bizantino-calabrese e italiana, che, posta su solide basi, è la
testimonianza visibile e ancora attuale di quella Civiltà nel Monastero di Grottaferrata.
Muore l’11 novembre 1055 24 nel suo monastero di Grottaferrata, profondamente
rattristato dallo scisma della Chiesa bizantino-greca di Oriente da quella latino-cattolica di
occidente, operato dal patriarca di Bisanzio nel 1054: nei suoi inni aveva sempre auspicato
“l’unità, la concordia, la pace, la stabilità e la tranquillità delle Chiese”. Il biografo Giovanni
Rossanese, concludendo il suo encomio, esprime il compiacimento per avere accolto Nilo e
Bartolomeo a “Roma, metropoli delle metropoli”, a Grottaferrata, patria adottiva di quelli e,
prima di tutte, alla “metropoli di Rossano, madre di questi due luminari”
(“ήήῬίό”) 25.
Bartolomeo, secondo la sua volontà, viene sepolto accanto al suo maestro Nilo e le loro
spoglie, nel 1131, verranno collocate sotto l’altare della Cappella (dal rossanese abate Nilo
II) ed esposte alla venerazione dei fedeli; le reliquie saranno conservate fino al 1300 (e la
cosa è documentata); successivamente per motivi sconosciuti, forse qualche monaco a noi
ignoto, temendo azioni vandaliche da parte dei tanti eserciti e bande che funesteranno il
territorio del Lazio e volendo preservare per le future generazioni le spoglie dei SS. Nilo e
Bartolomeo, trasporterà altrove oppure nasconderà così bene i resti dei fondatori della
Badia che ancora non sono stati trovati, nonostante le numerose e infruttuose ricerche fatte
finora 26.
Rossano, sia pure tardivamente, smentisce il detto evangelico che “nemo profeta in
patria” e dedica a S. Bartolomeo e a S. Nilo una chiesa nel 1620: promotori il sindaco Mario
Malena e l’arcivescovo Ercole Vaccaro con una colletta popolare e con il patrocinio e un
consistente finanziamento della principessa di Rossano Olimpia Aldobrandini (della quale
si conservano in chiesa due stemmi lapidei gentilizi). La chiesa ora è dedicata soltanto a S.
Nilo da quando nel 1960 è stata edificata la chiesa di S. Bartolomeo sui ruderi dell’oratorio
bizantino di S. Biagio di Vale.
Questa breve e modesta commemorazione di un “illustre figlio di Rossano”, in occasione
del 965° anniversario della sua morte, ha lo scopo di fare memoria, attuale e prospettica,
di un nostro conterraneo, che, con la sua autorevole testimonianza di vita e il suo
“exemplum”, ha contribuito a fare bene la propria parte per costruire un mondo più giusto
e pacifico: credo che giovi ricordare che la memoria è, nello stesso tempo. il presente del
passato e il fondamento del futuro.
24
Giovanni Rossanese, “Λόγος σμικροτάτος εἲς ῖν …” in P. Germano Giovanelli (a cura di), Il
Bios di S. Bartolomeo …”), cit., pp. 136, 166.
25
Giovanni Rossanese, “Λόγος σμικροτάτος εἲς ῖν …” in P. Germano Giovanelli (a cura di),
Il Bios di S. Bartolomeo …”), cit., pp. 138, 168.
26 P. Germano Giovanelli (a cura di), Il Bios di S. Bartolomeo Juniore …, cit., pp. 83-84 n. 53, 155 n. 53.
8
Fare memoria di S. Bartolomeo, inoltre, equivale a restituire conoscenza, visibilità e
coscienza collettive a chi, essendo poco conosciuto e poco ricordato (persino nelle
giaculatorie dei Santi e nelle celebrazioni liturgiche), è puntualmente dimenticato e, di
conseguenza, è poco amato, cercando e sperando di smentire la massima evangelica di
“nemo profeta in patria”.
E tutto ciò sarebbe un’operazione culturale di non poco conto. Ma c’è di più. La
memoria di chi, come S. Bartolomeo e il suo maestro S. Nilo, con coraggio e rischi
personali, hanno bene operato e hanno lasciato tracce indelebili di sé, emergono dalla folla
degli ignavi e degli indifferenti (destinati a essere anonimi effimeri, oscurati dalla storia),
si sono conquistati una meritata notorietà, hanno contribuito a esportare dalla Calabria in
Italia e in Europa la Civiltà mediterranea, la cultura e la religiosità greco-bizantine,
hanno dato un apporto decisivo nel rendere Rossano famosa e prestigiosa nel mondo,
hanno irrobustito l’identità della nostra popolazione, dando a questa sia la fierezza
dell’appartenenza a una comunità di cittadini-persone che ha pari dignità rispetto alle
altre (e non è figlia di un Dio minore) e sia la base per un progetto di sviluppo locale,
endogeno, sostenibile, auto-propulsivo per il futuro.
Pertanto, fare memoria di S. Bartolomeo di Rossano significa dargli apprezzamento,
gratitudine e restituzione: infatti, nel 1958, è stato riconosciuto da Papa Giovanni XXIII
Con-Patrono della Calabria (insieme a S. Nilo di Rossano e S. Francesco di Paola). Si è in
attesa che venga riconosciuto Con-Patrono di Rossano, insieme al suo Maestro S. Nilo e
alla Theotòkos Achiropìta, già Con-Patroni della città bizantina.
Rossano, 11 novembre 2020.
Francesco Filareto