LEZIONE 5 (5/03)
Čajanov e “l'economia contadina” (1925; trad. inglese 1966):
Aveva la finalità mirata alla autosussistenza e non al mercato. Importante l’unità famigliare: aumento produttività
legato all’aumento dei membri. Effetto di freno all’innovazione: regime di ‘semi-autarchia’ (Meuvret, 1947). Ma:
frammentazione e riduzione proprietà contadina per effetto aumento popolazione e spinta ‘mercato’ (es. Inghilterra
dal 50 al 30% nel XVI-XVII: Germania dal 70 al 40% tra 1550 e 1750). Inizia una riduzione delle terre comuni e dei
diritti collettivi.
Sostiene quanto poco sia facile comprendere l’impresa contadina con le categorie di tipo commerciale e
capitalistiche sviluppate dall'economia. La famiglia contadina guarda all'auto sussistenza. L’aumento della
produttività è legato alla famiglia. In questa famiglia contadina rientra il: paternalismo, divisione sessuale del
lavoro, pluriattività, stagionalità, elasticità.
PROTOINDUSTRIA
Il concetto di protoindustria si sviluppa in un area rurale. Questa situazione ha a che vedere con un'ipotesi
interpretativa che parte dagli studi di Mendels sulle Fiandre. Si accorge che l’economia non era così facile da
comprendere e sviluppa una teoria per comprenderla. Nota che le famiglie contadine lavorano d’inverno e lo
vendono ai mercanti non tenendolo per loro per auto sussistenza. Il contadino non lavora per se stesso ma per
conto di un mercante. Si crea un legame stretto tra città e campagna.
Si crea una ”nebulosa proto-industriale".
L’ampio settore manifatturiero che si è sviluppato il modello di Mendels è stato ampiamente criticato. Il primo
problema era che Mendels non aveva capito che non solo e aree contadine e rurali offrono manodopera a basso
costo ma anche molte città. L'innovazione tecnologica non la considera tanto, sbaglia basta prendere ad esempio
il torchio e la stampa.
La carta diventa un genere di alto consumo, e la sua lavorazione avviene dentro alle manifatture. La carta si
faceva con gli stacci dei vegetali lasciati a macerare fino a che non diventa una pasta. Un mulino frantuma gli
stracci. Le nebulose tessili si vanno a collocare in aree con un terreno poco fertile, con un corso d’acqua molto
forte.
Il mercante imprenditore è un imprenditore molto specializzato che aveva delle reti di comunicazione informative
internazionali. È molto spesso anche un finanziere.
Le nebulose sono indicate in Europa, nel fine 700 a macchie di leopardo:
A ovest importante lo Yorkshire per lo sviluppo di un’area a produzione laniera che si divide in due. Verso est si
vede una zona agricola mentre l’ovest è l’area laniera. Altre strutture proto industriali nelle Fiandre di lino e lana.
Questa carta mette in luce le aree emergenti.
Mendels aveva ragione in parte, le regioni proto industriali spesso sono quelle che transitano all’
industrializzazione. La Linguadoca nel 600-700 si sviluppa un industria laniera molto forte che fa perno su
Marsiglia. Non è vero che con la protoindustrializzazione c’è coincidenza tra le aree di industria e di
industrializzazione vera.
Le industrie metallurgiche, aree fondamentali per l’estrazione di piombo. Lavorato nella Toscana in Italia.
Queste aree vista la situazione dell’epoca fino al 700 l’estrazione era molto difficile per il pompaggio dell’acqua.
Una grande serie di giacimenti venne usati molto più tardi.
Si possono trovare degli impianti di lavorazione del ferro anche al di fuori delle aree minerarie. Che si avvalgono
della lavorazione del ferro vecchio.
L’industria serica italiana è indicata da Luciano Cafagna come il settore che ha consentito le prime ondate di
sviluppo industriale. Ebbe un enorme impatto della seta sulle campagne e l’intera economia, specie del centro-
nord dell’Italia, a partire almeno dal XV secolo. Produzione di greggio italiano pari a circa il 40% del consumo
europeo. Veneto e Lombardia producono da sole oltre il 35% della seta greggia europea.
La tessitura della sete coinvolge solo alcuni centri. A Bologna si concentra sulla produzione dell’opera bianca e
dell’opera nera (veli bianchi e neri). I grandi centri si concentra a Venezia, Vicenza, Como.
Il lino e la lana in Boemia: Putting-out system per filatura e tessitura + nuclei accentrati per lo ‘apparecchio’ e per
la pettinatura. Presenza anche di grandi manifatture: Johann von Waldstein nel 1715 con manodopera straniera
specializzata (oltre 200 addetti nel 1731). Compresenza di manodopera in condizione servile e di lavoratori liberi.
West Riding laniero (Yorkshire): Integrazione con l’East Riding agricolo (Berg). Evoluzione positiva verso
l’industrializzazione nella prima metà del XIX secolo. Cardati: settore più antico, kaufsystem tranne ‘apparecchio’
(ma tintura in lana), qualche grande manifattura attorno a Leeds. Pettinati: più recente e solo per esportazione,
putting-out system, pochi grandi mercanti e centralità delle cloth-halls di Bradford e
Leeds.
Verona, città commerciale con Valpolicella come grande produttrice di un vino pregiato. Nelle zone del
Bergamasco, Vicentino, Bresciano si ha una forte continuità di fabbriche industriali. Vi sono due nebulose in
pianura per la lavorazione di lino e tela in lino e canapa per la tessitura delle vele soprattutto per la richiesta
mercantile a Venezia. Nella zona di Teolo si costruiscono i passamani lavorando per i mercanti di Padova
soprattutto quelli ebrei, che avevano avviato tutto ciò. Queste attività non hanno bisogno della forza dell’acqua per
lavorare.