1. Tutto prepara la grande veglia pasquale.
Ancora una notte dove la luce vincerà in
maniera definitiva. Ma prima che questo accada bisogna fare l’esperienza dei discepoli
che vivono la prova della rassegnazione. Tutto sembra finito ma in realtà tutto sta invece
iniziando. Quante volte nella nostra vita abbiamo la sensazione che tutto sia finito, che non
c’è più nessuna speranza, ma in realtà proprio in quei momenti dobbiamo ricordarci del
sabato santo. Non bisogna cadere nella trappola della rassegnazione. Bisogna
disobbedire a tutto ciò che ci dice “è finito tutto”. Dio ha il potere di riempire di vita ciò che
a noi sembra ormai morto. Bisogna esercitarsi a questa fiducia. Bisogna mettersi in
cammino con le donne che al mattino di Pasqua si recano al sepolcro. Loro vanno
convinte di trovare un cadavere, noi andiamo convinti di trovare il sepolcro vuoto. Ma
prima che questo accada bisogna attraversare la notte, bisogna passare attraverso il mar
rosso, bisogna scendere agli inferi e risalire. Il re dorme, ma presto si sveglierà, e la gioia
sarà piena.
2. È interessante che tutti gli evangelisti concordano su un dettaglio significativo: furono le
donne ad essere le prime testimoni della resurrezione. Ma accanto a queste figure
affidabili, l’evangelista Matteo colloca le figure nefaste dei sommi sacerdoti che tentano in
tutti i modi di bloccare l’evento della resurrezione attraverso una calunnia: … Perché è
così insopportabile per la mentalità del mondo accettare che Gesù sia risorto? Forse
perché la resurrezione libera le persone dalla paura della morte. E se tu non hai più paura
allora sei libero. E se sei libero allora non sei più manovrabile. Chi comanda in questo
mondo non ha bisogno di persone libere, ma di persone manovrabili, e fintanto che
l’uomo sarà in ostaggio della paura della morte allora sarà sempre gestibile. Ecco perché il
cuore del cristianesimo è proprio sulla resurrezione di Cristo, perché se Cristo non è
risorto, allora ha ragione San Paolo “vana è la nostra fede” (1Cor 15,17).