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Terremoti

La Terra ha una struttura interna stratificata composta da crosta, mantello e nucleo, con un'età stimata di 4,543 miliardi di anni. Le informazioni sulla sua composizione interna derivano principalmente da evidenze indirette come onde sismiche, studi geofisici e meteoriti, dato che le trivellazioni raggiungono solo pochi chilometri. I terremoti, causati da rotture nella crosta terrestre, liberano energia sotto forma di onde sismiche che forniscono dati sulla struttura interna della Terra.

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Terremoti

La Terra ha una struttura interna stratificata composta da crosta, mantello e nucleo, con un'età stimata di 4,543 miliardi di anni. Le informazioni sulla sua composizione interna derivano principalmente da evidenze indirette come onde sismiche, studi geofisici e meteoriti, dato che le trivellazioni raggiungono solo pochi chilometri. I terremoti, causati da rotture nella crosta terrestre, liberano energia sotto forma di onde sismiche che forniscono dati sulla struttura interna della Terra.

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L’interno della Terra

La Terra può essere approssimata ad una sfera leggermente schiacciata ai poli, con raggio medio pari a
6360 km circa (per la precisione 6378 km all'equatore e 6357 km ai poli). Gli studi geologici hanno stimato
un’età di circa 4.543 miliardi di anni e la sua struttura interna presenta diversi strati che abbiamo chiamato
– dall’interno verso l’esterno – crosta, mantello, nucleo esterno fluido e nucleo interno molto denso.

Come è possibile ottenere notizie sulla composizione interna della Terra, sulla sua stratificazione?

Non possiamo ipotizzare delle trivellazioni: il raggio terrestre è 6370 km, le più grandi trivellazioni (quelle
petrolifere) raggiungono al massimo i 6-7 km.

La struttura stratificata della Terra

Raccogliere informazioni dirette sull’interno della Terra è possibile soltanto entro uno strato superficiale
prossimo alla decina di kilometri. Caverne naturali, pozzi minerari, perforazioni per la ricerca petrolifera
non superano i 6÷7 km.

Alcune informazioni dirette ci derivano dalle rocce esposte nelle catene montuose, dalle lave eruttate da
certi vulcani o presenti nei camini diamantiferi. Ciò che ipotizziamo sulla struttura dell’interno della Terra ci
proviene soprattutto da evidenze indirette: dalle caratteristiche del campo gravitazionale terrestre,
dall’analisi delle meteoriti, dallo studio del campo magnetico terrestre, dallo studio della propagazione
delle onde sismiche.

Le discipline delle scienze della Terra che ci forniscono dati indiretti sulla sua struttura interna sono:

-la geofisica che studia le componenti solida, liquida e gassosa della Terra con metodi basati su indagini
sismiche, elettriche, radiometriche o gravimetriche;

-la geochimica che studia la composizione delle varie componenti della Terra, incluse l’idrosfera e
l’atmosfera, e i processi chimico-fisici che hanno prodotto l’attuale distribuzione degli elementi in queste
zone;

-la petrologia che studia la composizione delle rocce e i processi che le hanno generate.

Il campo gravitazionale terrestre è il campo di attrazione esercitato dalla Terra nei confronti degli altri corpi
e si manifesta attraverso la forza di gravità. Se la Terra avesse una densità uniforme e simile a quella delle
rocce superficiali, la forza di gravità sarebbe la metà di quella esistente. L’interno della Terra deve quindi
essere costituito da materiali più densi delle rocce superficiali. (La densità media della Terra è 5,5 g/cm3
mentre densità crosta continentale è 2,7 e oceanica 3)

Altra prova indiretta deriva dallo studio delle meteoriti.Alcune risultano rocciose altre metalliche. Poiché
queste meteoriti derivano da planetesimi formati in epoche remote e poi frammentatesi si è ipotizzato che
quelle rocciose derivino dagli strati superficiali, quelle metalliche dal nucleo interno. Di conseguenza anche
il nostro pianeta potrebbe avere un nucleo interno denso e metallico.

La prova definitiva deriva dallo studio della propagazione delle onde sismiche.

Sul nostro pianeta si verificano di continuo terremoti che consistono nella liberazione di energia sotto
forma di onde meccaniche che attraversano tutto il pianeta e variano la loro frequenza e velocità in
funzione della diversa densità dei materiali che attraversano. In un mezzo omogeneo le onde P e S
viaggiano in linea retta e a velocità costante, ma passando da un mezzo a un altro subiscono una rifrazione
e cambiano direzione e velocità di propagazione. La velocità delle onde è tanto maggiore quanto più rigido
ed elastico è il mezzo che attraversano. Studiando quindi i tracciati delle onde sismiche si hanno notizie sui
diversi strati della terra e sui materiali di cui sono costituiti. Le onde S si arrestano addirittura quando
attraversano i liquidi e da ciò si è dedotto che il nucleo esterno è liquido.

Il terremoto

Il terremoto, detto anche scossa tellurica o sisma, consiste in rapidi movimenti del terreno prodotti, di
solito, dall’improvvisa rottura di grosse porzioni della crosta terrestre, in seguito all’accumulo nel tempo di
forti tensioni L’energia maggiore viene liberata durante la scossa principale.

Nelle repliche, comunemente chiamate «scosse di assestamento», è liberata minore energia e il loro
numero diminuisce con il passare del tempo. La sismologia è la branca della geofisica che studia i terremoti
e la struttura interna della Terra. Lo studio dei terremoti e dell’interno della Terra si basa sulle onde
sismiche. Le onde sismiche sono onde generate dai terremoti stessi, siano essi eventi naturali oppure
artificiali provocati durante esplosioni. Le vibrazioni del terreno possono manifestarsi sia come oscillazioni
orizzontali (scosse ondulatorie), sia come oscillazioni verticali (scosse sussultorie).

A seconda della profondità a cui si verifica la rottura delle rocce, i terremoti si suddividono in:

-superficiali (fino a 70 km di profondità);

-intermedi (da 70 a 300 km);

-profondi (da 300 a 700 km).

Comportamento elastico delle rocce

Le rocce, in funzione delle loro caratteristiche e della modalità con cui viene applicata una forza, possono
comportarsi in tre modi:

-fragile, se la roccia arriva a rottura dopo una piccola deformazione plastica iniziale (questo accade quando
la temperatura è lontana dal punto di fusione);

-plastico, se la roccia subisce una deformazione permanente che si mantiene anche quando la forza cessa di
essere applicata;

-elastico, se la roccia subisce una deformazione proporzionale alla forza applicata, cessata la quale la roccia
recupera la forma originaria.

Le rocce hanno un comportamento elastico. Secondo la teoria del rimbalzo elastico, formulata dal
sismologo Harry Fielding Reid, blocchi di roccia, sottoposti a tensioni prolungate, si deformano lentamente,
accumulando energia elastica, per poi fratturarsi all’improvviso quando viene superato un punto critico,
detto carico di rottura.

Teoria del rimbalzo elastico

Se pieghiamo un ramoscello, inizialmente si comporterà in maniera elastica ripiegandosi, fino però al punto
di rottura, quando si generano rapide vibrazioni che propagano onde nell’aria circostante e le due parti
tornano quasi istantaneamente rettilinee.

Meccanismo del rimbalzo elastico=Nei terremoti avviene un processo simile. Supponiamo di avere due
blocchi rocciosi sottoposti a sforzi in direzioni opposte. Le rocce si deformano pian piano con un
comportamento elastico. Fino a quando si raggiunge il punto di rottura e si crea una faglia. Le rocce libere
di reagire riacquistano bruscamente il loro volume e la posizione di equilibrio. Quando le rocce si
fratturano, l’energia elastica accumulatasi nel tempo si libera sotto forma di calore e di intense vibrazioni
che si propagano in tutte le direzioni. Il luogo nel sottosuolo dove ha origine un terremoto è detto ipocentro
o fuoco. La proiezione dell’ipocentro sulla superficie terrestre è detta epicentro.
Ciclicità statistica dei fenomeni sismici

Una volta esaurito il sisma, nella zona che l’ha originato inizia ad accumularsi nuova energia. I terremoti
sono fenomeni ciclici: si dice periodo di ritorno il tempo che intercorre mediamente tra due eventi sismici di
una certa intensità. Il periodo di ritorno dipende dalla geologia del sottosuolo e dalle forze che agiscono
dall’interno del pianeta. Più breve è il periodo di ritorno, minore è l’energia elastica accumulata e minore è
l’entità delle scosse. Più lungo è il periodo di ritorno (50, 100, 200 anni), più violento e disastroso è il sisma
che si produce, perché maggiore è l’energia accumulata nel frattempo.

Meccanismo del rimbalzo elastico

Dal punto di rottura, detto ipocentro, si liberano le onde sismiche che si propagano in tutte le direzioni ed
arrivano anche in superficie e che possono durare da pochi secondi a qualche minuto, dipende da quanto è
lunga la lacerazione. Le onde sismiche

-ipocentro: luogo di origine del terremoto

-epicentro: proiezione dell'ipocentro sulla superficie terrestre

-l'energia liberata nell’ipocentro si trasmette come onde sismiche in tutte le direzioni.

Il primo punto in superficie raggiunto dalle onde è detto epicentro ed è esattamente sopra all’ipocentro.

L’energia che si libera durante un terremoto è diffusa attraverso le rocce circostanti mediante onde
sismiche.

Dall’ipocentro si propagano le onde longitudinali (o onde P) e le onde trasversali (o onde S);

dall’epicentro si propagano le onde lunghe (o onde L).

La velocità delle onde sismiche dipende dalla densità e da altre caratteristiche delle rocce attraversate.

La velocità delle onde longitudinali cresce all’aumentare della densità delle rocce.

Le onde sismiche sono onde elastiche capaci di trasportare l’energia elastica liberata durante un terremoto
anche a distanze molto grandi. Per farlo si propagano all’interno di un mezzo che sono le rocce.

Onde P - prime

-onde si propagano dall’ipocentro

- onde longitudinali si trasmettono per compressioni e dilatazioni del mezzo

- sono più veloci

- attraversano solidi e fluidi, la loro velocità varia a seconda del mezzo che attraversano. Maggiore velocità
nei solidi rallentano quando attraversano dei fluidi.

Onde S - secondarie

Si propagano dall’epicentro sono onde trasversali: si propagano per spostamenti del mezzo lungo piani
perpendicolari alla direzione di propagazione si propagano nei solidi ma non nei liquidi la velocità è
inferiore alle onde P.

Le onde longitudinali sono le più veloci, sono dette anche onde prime o onde P e si propagano all’interno
sia dei solidi sia dei fluidi. Le onde trasversali sono più lente, sono dette anche onde seconde o onde S e si
propagano solo all’interno dei solidi. Le onde P arrivano per prime agli strumenti di registrazione, le onde S
arrivano per seconde.
Un terzo tipo di onde, le onde lunghe, o onde L, si propagano solo sulla superficie terrestre, partendo
dall’epicentro. Sono dette anche onde superficiali. Producono oscillazioni perpendicolari alla direzione di
propagazione e si smorzano con la profondità. Con un primo tipo di onde lunghe, la superficie del terreno
compie un movimento di rollio per cui ogni particella compie un’orbita ellittica in un piano verticale, prima
di tornare nella posizione di riposo.

Con un secondo tipo di onde lunghe, il terreno è scosso lateralmente, perpendicolarmente alla direzione di
propagazione, senza movimento verticale. Quando le onde interne raggiungono la superficie si trasformano
in onde superficiali: Sono meno veloci delle onde di volume e hanno un’ampiezza maggiore, si propagano
dall'epicentro e si suddividono in:

onde di Love: causano spostamenti trasversali tipo un serpente,

onde Rayleigh: producono movimento verticale come le onde oceaniche, sono le più distruttive

Le onde L, che hanno la massima ampiezza, arrivano per ultime al sismografo. Le onde L causano le
maggiori oscillazioni del terreno e sono quelle che provocano i danni maggiori.

Lo studio della propagazione delle onde sismiche consente di avanzare ipotesi sulla struttura interna della
Terra. In un mezzo omogeneo le onde P e S viaggiano in linea retta e a velocità costante, ma passando da
un mezzo a un altro subiscono una rifrazione e cambiano direzione e velocità di propagazione. La velocità
delle onde è tanto maggiore quanto più rigido ed elastico è il mezzo che attraversano. Lo studio della
propagazione delle onde sismiche consente di avanzare ipotesi sulla struttura interna della Terra.

Se la Terra fosse omogenea, la velocità di propagazione delle onde sismiche sarebbe sempre costante e il
fronte d’onda si propagherebbe lungo una retta. Il cambiamento graduale delle caratteristiche delle rocce
con la profondità determina un andamento curvilineo dei fronti d’onda. Lo studio della propagazione delle
onde sismiche consente di avanzare ipotesi sulla struttura interna della Terra. La presenza di superfici di
discontinuità tra materiali con caratteristiche reologiche diverse produce la rifrazione delle onde sismiche.

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