Machiavelli_T_587_630:Layout 1 29-07-2014 15:10 Pagina 589
TASSO, TORQUATO
Niccolò Capponi fu eletto gonfaloniere (31 maggio), successivo, al di là di alcuni soggiorni a Firenze e
e il 10 giugno T. fu designato come segretario dei Napoli, tra Mantova e Roma, con la progressiva be-
Dieci, con amara delusione di Machiavelli. In effetti, nevolenza delle gerarchie pontificie, soprattutto sot-
T. restò in ufficio solo fino al 9 agosto, quando lasciò to Clemente VIII Aldobrandini. Continuò a scrive-
Firenze per venire a morire a Montepulciano (11 ago- re le tessere di un poderoso corpus lirico e di un
sto). L’incarico passò allora a Donato Giannotti (→). sistema di dialoghi, impegnandosi in due grandi pro-
getti: un poema sulla genesi, il Mondo creato, e la re-
Bibliografia: P. Villari, Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, 3° visione della Liberata, che approdò alla Gerusalemme
vol., Milano 1897, pp. 366, 478-79; D. Marzi, La cancelleria della
Repubblica fiorentina, Rocca San Casciano 1910; O. Tommasini, conquistata, edita a Roma nel 1593. Stanco, di una
La vita e gli scritti di Niccolò Macchiavelli nella loro relazione col delusione fattasi sofferenza fisica, T. non riuscì ad
machiavellismo. Storia ed esame critico, 2° vol., Roma 1911 (rist. arrivare all’incoronazione poetica in Campidoglio
anast. Bologna 1999, p. 906); R. Ridolfi, Vita di Niccolò Machia- che gli era stata promessa, e morì a Roma, presso il
velli, Roma 1954, Firenze 19787, p. 374.
monastero di S. Onofrio, il 25 aprile 1595.
Valentina Lepri
In uno dei dialoghi filosofici composti nella
prima stagione di S. Anna, il Della precedenza, si
Tasso, Torquato. – Nato a Sorrento l’11 marzo legge l’unica menzione esplicita di M. entro tutte le
1544, da Porzia de’ Rossi e da Bernardo, già scritto- opere tassiane:
re celebre, T. subì assai presto i riflessi delle lotte [Agostino Bucci] [...] la distinzione che io farò sarà tol-
politiche che percorrevano l’Italia di medio Cinque- ta dalla diversità de’ fini e de gli oggetti, dalla quale
cento. A seguito del difficile percorso del padre, in- suole derivare ogni diversità.
fatti, negli anni della fanciullezza a Torquato tocca- [Agostino Forni] Con grande attenzione io m’apparec-
rono una serie di spostamenti: prima a Bergamo, poi chio ad udire.
a Urbino e Venezia. Gli studi, condotti a Padova e [A.B.] Gli stati tutti o sono ordinati all’accrescimento o
Bologna, e gli esordi poetici diedero i segni di una alla conservazione.
eccezionale precocità: già alla metà degli anni Ses-
[A.F.] Riconosco nelle vostre parole la dottrina del pru-
santa, dopo la pubblicazione del Rinaldo (1562) e la dentissimo Nicolò Machiavelli, che delle cose de’ stati co-
stesura di uno scritto teorico (i Discorsi dell’arte poe- sì bene scrisse ne’ suoi Discorsi che dopo Aristotele niuno
tica), T. si guadagnò un posto a Ferrara, al servizio altro per aventura ugual lode ha meritato, se non forse
del cardinale Luigi d’Este, con l’incarico di compor- Polibio e ’l Guicciardino.
re un grande poema sulla crociata. La stesura della [A.B.] È dottrina del Machiavelli; ma gli stati che sono
Gerusalemme liberata si protrasse lungo un decennio ordinati alla conservazione non possono in alcun modo
e giunse al termine nel 1575. La ‘revisione romana’ proporsi il fine della monarchia, e tanta ampiezza di
paese lor si conviene quanta basta alla conservazione: e
cui T. decise di sottoporre il poema (1575-76) si ri- se eccedono, l’eccesso non di perfezione ma d’imperfe-
velò molto complessa e la stampa dell’opera venne di zione è cagione. Or, se ’l governo degli stati viniziani e
fatto abbandonata, mentre il poeta prese ad alterna- se parimente il governo di quelli del duca di Ferrara
re viaggi con soggiorni sempre più inquieti a Ferra- alla conservazione è dirizzato, con altra misura debbo-
ra. I rapporti con il duca Alfonso II d’Este si fecero no essere misurati che con quella che misura gli stati
ordinati all’accrescimento...
tesi, anche per le preoccupazioni del poeta che giun-
se ad autodenunciarsi all’Inquisizione, prima a Fer- (Della precedenza 59-61, in Dialoghi, a cura di E. Rai-
mondi, 3° vol., 1958, pp. 487-88).
rara, poi a Roma. L’ennesima reazione eccessiva a
corte, nel marzo 1579, determinò la sua reclusione Questa pagina venne letta da Luigi Firpo come
nell’ospedale di S. Anna, appena fuori dal castello una sorta di elogio accademico, realizzato da «un con-
estense. formista succube al principio di autorità» (introdu-
La prigionia fu lunga e dolorosa (oltre sette an- zione a Tre scritti politici, 1980, p. 27) che si aggirava
ni), e T. tentò in vari modi di guadagnarsi appoggi con scarsa consapevolezza su un terreno rischioso.
per la liberazione, impegnandosi in una stagione in- Del passo è in effetti sorprendente la menzione pia-
tensa di letture e composizioni: anzi tutto le rime, na, posto che le opere machiavelliane erano all’Indi-
poi i dialoghi filosofici e diverse centinaia di lettere. ce da un paio di decenni, e l’ammirazione nitida per
Nel frattempo, nel 1581, la Gerusalemme liberata ven- la quale M. risultava autorità indiscutibile in mate-
ne pubblicata, in un testo messo insieme da diversi ria politica, pareggiata a due storici per diversi moti-
editori e che T. non avrebbe mai approvato. La libe- vi a lui contigui, Polibio e Francesco Guicciardini. Il
razione giunse nell’estate del 1586, per interessamen- luogo richiamato era Discorsi I vi, un capitolo cru-
to di Vincenzo Gonzaga: T. trascorse il decennio ciale, nel confronto tra il modello romano e quello
589
Machiavelli_T_587_630:Layout 1 29-07-2014 15:10 Pagina 590
TASSO, TORQUATO
rappresentato da Sparta e Venezia, colto da T. e ap- Retrodatata da Firpo al 1578, la lettera a Giorda-
plicato nel confronto, entro un contesto assai diverso, ni nacque a margine di una conversazione urbinate,
tra la Repubblica veneziana e il ducato di Ferrara. probabilmente stimolata anche dall’indiretto coin-
La cronologia di questa pagina del Della prece- volgimento di Sperone Speroni: T. vi si impegnò a
denza non è certa, ma sono convincenti le argomen- discutere la preminenza di repubblica o principato
tazioni di Ezio Raimondi che vogliono il dialogo (e la sull’asse della durata, con richiami, ancora secondo
terna di cui fa idealmente parte, insieme al Forno Firpo, di «inconscio machiavellismo» (Tre scritti poli-
overo de la nobiltà e al Della dignità) pertinente alla tici, cit., pp. 73 e 146-47). Altrettanto significativa la
prima stagione trascorsa a S. Anna, tra il 1579 e il tangenza con passi dei Discorsi (I iv e II i) della Ri-
1580. Possibile dunque che la volontà tassiana di sposta di Roma a Plutarco, un’impegnativa orazione
provarsi sul terreno del dialogo filosofico, così atte- composta da T. verso la fine degli anni Ottanta, an-
stando la propria lucidità, spingesse le argomenta- che qui su richiesta di un nobile interlocutore quale
zioni anche su versanti non troppo prudenti. È sem- Fabio Orsini. Nel prendere le difese della virtù dei
pre della stessa stagione, e più precisamente della Romani, rispondendo puntualmente al De fortuna
prima redazione del Nifo overo del piacere, il Gonza- Romanorum e al De fortuna vel virtute Alexandri di
ga overo del piacere onesto, una discussione sul con- Plutarco – l’esemplare postillato si conserva oggi nel-
trasto tra una prospettiva morale e una prospettiva la Biblioteca Apostolica Vaticana – T. andava a recu-
utilitaristica (Dialoghi, cit., 2° vol., t. 1, pp. 186-88, perare la riflessione dei Discorsi e in diversi passaggi,
per una pagina pertinente al Nifo; si veda anche 3° come anche nello scorcio conclusivo, echeggiava ele-
vol., pp. 448-57 per il Messaggiero) che sembra ri- menti e luoghi machiavelliani, seppure con prudenza
sentire delle argomentazioni di Principe xviii (L. e senza mai citare la celebre pagina del Segretario.
Firpo, introduzione a Tre scritti politici, cit., p. 22). Nell’insieme, i testi tassiani raffrontabili con
Oggetto del Gonzaga è la figura del perfetto amba- l’opera machiavelliana attestano un’apertura che in
sciatore, investito nella zona conclusiva del testo di taluni passaggi sembra sormontare il contesto com-
una funzione di consiglio e persino di istruzione del patto di proibizioni, condanne e di crescente antima-
principe che rimanda in modo nitido al precedente chiavellismo; sono pagine distribuite lungo poco più
del Cortegiano. In questo intreccio di tematiche si di un decennio, dal 1579 ai primi anni Novanta, ma
conferma come la prospettiva della corte rimanesse è probabile che T. conoscesse le opere di M. già dal-
costante nella riflessione del T., e si conferma anche la giovinezza. Mancano supporti documentari per
la sua tensione a misurare uno scarto e un declino ri- questa conoscenza e per le concrete letture che la de-
spetto a quanto idealmente fissato da Baldassarre terminarono: non solo non rimane traccia di volumi
Castiglione: lo si nota soprattutto nel Malpiglio ove- machiavelliani nei resti della biblioteca di T., né ri-
ro de la corte (1584), che ambiva a rappresentare un mane alcuna registrazione negli inventari noti dei
aggiornamento del Cortegiano e che individuava suoi libri, ma neppure entro l’epistolario si trova una
amaramente nell’infingere la virtù più necessaria al menzione del Segretario, fosse pure la richiesta di
cortigiano di secondo Cinquecento. un’autorizzazione di lettura come quella che T. inol-
Entro questa dinamica le tracce machiavelliane si trò per un altro capolavoro finito all’Indice, il Deca-
concentrano intorno all’avvio degli anni Ottanta, e meron di Boccaccio (Le lettere, a cura di C. Guasti,
sembrano poi, come per una consapevole scelta di 2° vol., 1854, pp. 224-25, nr. 230).
prudenza, quasi dissolversi nel seguito della scrittu-
Bibliografia: Tutte le citazioni dai dialoghi tassiani sono
ra dei dialoghi, anche in quella zona più avanzata, tratte da Dialoghi, a cura di E. Raimondi, 3 voll., Firenze 1958. Si
primi anni Novanta (Minturno overo de la bellezza, vedano inoltre: Le lettere, a cura di C. Guasti, 5 voll., 1852-1855
Porzio overo de la virtù), nella quale T. esaminava a (con indicazione del numero d’ordine); Tre scritti politici, a cura di
L. Firpo, Torino 1980, (in partic. introduzione pp. 7-82); Rispo-
fondo, su base aristotelica, le virtù di prudenza e sag- sta di Roma a Plutarco, testo a cura di E. Russo, commento a cura
gezza che sono state analizzate da Gian Mario An- di C. Gigante, E. Russo, Torino 2007, pp. 93-96.
selmi. Fuori dalla scrittura di dialoghi, e lasciando Per i testi critici si vedano: G. Sasso, Machiavelli e i detrattori,
antichi e nuovi, di Roma: per l’interpretazione di Discorsi I 4, in Id.,
qui indiscussa la questione della sovranità e del- Machiavelli e gli antichi e altri saggi, 1° vol., Milano-Napoli 1987,
l’esercizio del potere entro la Liberata – questione pp. 401-536 (in partic. pp. 430-31); G. Scianatico, La questione
implicata con la complessa riflessione sulla necessa- della sovranità nei Dialoghi di Torquato Tasso, in Id., L’idea del
perfetto principe. Utopia e storia nella scrittura del Tasso, Napoli
ria unità del poema – o ancora ricordando solo di 1998, pp. 94-96, 120, 133; Torquato Tasso e la cultura estense, a
passaggio alcuni versi del Torrismondo (I iii, vv. 795 cura di G. Venturi, 3 voll., Firenze 1999 (in partic. G.M. Anselmi,
e segg.), altri due testi meritano una segnalazione in Etica e politica nei Dialoghi, 1° vol., pp. 237-46; S. Prandi, I tre
chiave machiavelliana: la lettera politica a Giulio tempi della dialogistica tassiana, 1° vol., pp. 293-313).
Giordani e la Risposta di Roma a Plutarco. Emilio Russo
590