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Il Lavoro Sulla Pietra Grezza 1998

Il documento esplora il significato simbolico del lavoro massonico, evidenziando il percorso di trasformazione personale attraverso i principi di Volere, Osare e Tacere. Sottolinea l'importanza della ricerca interiore e della purificazione per raggiungere la Verità e la conoscenza, paragonando il processo a quello della costruzione di un Tempio. Infine, il testo enfatizza la fratellanza tra gli uomini e il dominio delle passioni come chiavi per una vita armoniosa e significativa.

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Il Lavoro Sulla Pietra Grezza 1998

Il documento esplora il significato simbolico del lavoro massonico, evidenziando il percorso di trasformazione personale attraverso i principi di Volere, Osare e Tacere. Sottolinea l'importanza della ricerca interiore e della purificazione per raggiungere la Verità e la conoscenza, paragonando il processo a quello della costruzione di un Tempio. Infine, il testo enfatizza la fratellanza tra gli uomini e il dominio delle passioni come chiavi per una vita armoniosa e significativa.

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IL LAVORO SULLA PIETRA GREZZA

(1998)

Il profano che accede per la prima volta ad un tempio massonico, prima di essere ammesso nel
tempio vero e proprio, deve compiere il primo viaggio simbolico all'interno della terra. Qui, nel regno dei
morti, su un tavolo appena illuminato da una candela, campeggia un gallo, simbolo del risveglio delle forze
addormentate, ed una scritta: VITRIOL, ossia Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum
Lapidem. La traduzione a senso potrebbe suonare così: Scava in profondità, correggendo via via il tuo
stesso lavoro. Troverai, al fine, la "chiave perduta", la pietra filosofale, in grado di aprirti alla conoscenza. E'
una libera interpretazione, ma credo che senza dubbio rispecchi il senso della criptica frase alchemica. Con
questo significato VITRIOL è affine all'Oracolo di Delfo "Conosci te stesso, conoscerai l'universo e Dio",
come pure è affine alla massima di Pindaro "Impara a diventare ciò che tu sei" e fa da eco all'espressione di
Kant "Divieni ciò che tu sei". In Massoneria, quindi, celato da un messaggio simbolico, si apprendono gli
strumenti per divenire se stessi. Sembra un paradosso, ma in realtà nessuno di noi, fin tanto che è agitato
dalle passioni profane, è realmente ciò che dovrebbe essere. Il lavoro massonico è proprio questo, la
trasformazione della materia bruta in modo che, attraverso il piano del Divenire, giunga finalmente al piano
dell'Essere. In che modo ciò è possibile? Il primo lavoro si compie "Rectificando", rendendo se stesso
"rectus", in grado di armonizzarsi perfettamente con altre pietre rette, squadrate, nell'edificazione del
Tempio.
"Ciascuno di noi deve cercare la fresca oasi che lo ristori dall'arido deserto della vita non tra le
nevose giogaie dell'Imalaia, ma nel proprio cuore. Purtroppo la quasi totalità degli uomini, resi ciechi dalle
loro passioni, ignora di possedere questo bene supremo. Come per gustare il dolce frutto della mandorla -
non a caso i grandi Maestri della Kabbala hanno scelto lo stesso nome per designare anche il luogo Santo -
si deve spezzare il nocciolo che la rinserra, così, per conoscere la Verità dovremo, innanzi tutto, rompere il
durissimo e spesso involucro in cui il nostro intransigente egoismo l'ha rivestita"1
La Verità alberga in noi. Inutile cercare fuori di noi ciò che può renderci felici e può donarci la vita.
Il lavoro massonico consiste nello sgrossare se stessi ogni giorno, incessantemente, togliendo tutto ciò che
è ingannevole per far finalmente risplendere la Vera Luce.
Il bussante, dopo essere stato riconosciuto degno di varcare la soglia del tempio, deve dimostrare
tenacemente di continuare a volere e, ad ogni ostacolo superato, continuare ad osare, affrontandone altri
maggiori. Perseverando su questa via, autonomamente si renderà conto che occorre soprattutto tacere.
Volere, Osare, Tacere sono i tre verbi che riassumono ciò che viene chiesto al bussante. Nella iniziazione
simbolica ad ognuno di questi verbi corrisponde un preciso momento del rituale.
VOLERE. Al profano che varca la soglia del tempio si chiede ripetutamente di manifestare
apertamente la sua volontà di proseguire il cammino iniziatico: per raggiungere la luce è necessario uno
sforzo di volontà, perchè nulla è dato in regalo, ma ogni cosa va conquistata.
OSARE. Seguono, poi, i viaggi simbolici: per compierli occorre osare, non indietreggiare, non
farsi vincere dalla paura. Bisogna dimostrare fiducia completa, abbandono nella guida che conduce i passi
incerti tra i rumori del mondo profano. A mano a mano che le prove procedono ci si sente più rasserenati,
perchè solo osando ci si rende conto che gli ostacoli possono essere superati.

1 D. Piantanida - La chiave perduta - Ed. Brancato, 1991


TACERE. Come dopo una lunga sosta al buio si deve pervenire alla luce solo in maniera graduale,
perchè altrimenti si rischierebbe di esserne accecati, così il mondo profano può ricevere la Vera Luce solo
con prudenza e gradatamente. Una rivelazione improvvisa e totale svilirebbe la Verità, col rischio che
nessuno la comprenderebbe. Il massone che ha appreso la vera arte sa che non può divulgarla
impunemente, ma deve tacere, rivelando ciò che gli altri sono in grado di ricevere. Solo così la sua opera è
promozione per il genere umano; diversamente avrebbe gettato le perle ai porci.
La leggenda simbolica di Hiram insegna proprio questo: tre muratori, ancora non maestri nella loro
arte, credendo di poter carpire ad Hiram il segreto della sua maestria, finiscono con l'ucciderlo, senza
ottenere ciò che speravano. Non potevano ottenerlo perchè il segreto di un maestro è la perfezione alla
quale il muratore giunge, applicandosi ogni giorno. Credere di estorcere il segreto di un maestro è
altrettanto stupido come credere di rubare il segreto di un atleta. I risultati agonistici che questi compie,
infatti, sono raggiungibili solo da chi, come lui, si applica a diventare atleta e si perfeziona ogni giorno di più.
Nessuno può far partire un altro dal punto esatto a cui egli è pervenuto, ma può, invece, indicare all'altro la
strada da seguire. Ad un profano, quindi, non si può comunicare il proprio "sentire" massonico, perchè
incomunicabile ed incomprensibile, ma si può indicare la via della loggia, dove, con il costante impegno,
può giungere a comprendere il segreto massonico.
Ma tacere assume anche un altro significato: il silenzio è la prima condizione perchè ci si possa
raccogliere in meditazione. Nel silenzio si ascolta la voce del maestro, ma soprattutto si ascolta la nostra
anima. In silenzio l'asceta ascolta Dio, il Grande Architetto dell'Universo!
Le purificazioni alle quali si viene sottoposti nell'iniziazione hanno un alto significato simbolico: Aria,
Acqua e Fuoco sono i tre elementi che temprano il quarto elemento, Terra, cioè la materia palpabile,
l'uomo. I quattro elementi sono le basi di tutto l'Universo. Al bussante, Terra, si richiede di impastarsi con
gli altri elementi perchè da questa unione profonda scaturisce la vita: l'uomo, infatti, è terra impastata con
acqua, animata dall'aria (il soffio divino), in cui brucia il fuoco dei sentimenti.
Il simbolismo massonico, quindi, rimanda al grande mistero della vita e dell'universo. Il massone si
armonizza con tutto l'universo perchè è parte di esso. In questo senso riconosce l'altro come fratello,
perchè partecipe della stessa vita. Non è necessario far derivare da un unico Padre la fratellanza tra gli
uomini: questo, infatti, è un concetto teologico elevato di chi attribuisce una Entità Personale al principio
stesso della vita. Per riconoscersi fratelli basta la considerazione che il principio vitale è uno solo, uguale
per tutti. La fratellanza impone il dominio delle passioni, perchè l'armonia regna nella grande famiglia umana
solo se ognuno rinuncia alla sua porzione di egoismo. E' da questo, infatti, che derivano la sete di potere,
di denaro, di possesso, la chiusura ai bisogni degli altri, l'intolleranza, e quanto altro di turpe è capace il
nostro cuore.
Il dominio delle passioni rende l'uomo veramente libero, perchè lo affranca dal desiderio di
possesso materiale e dal giudizio altrui. L'uomo che domina le passioni si riconosce per quello che è, non
per quello che ha. Ecco il significato profondo di VITRIOL.
Allora, tacere assume anche un altro significato, il riserbo sull' Ordine e sulle cose che si
apprendono in loggia. Sbandierare ai quattro venti la propria appartenenza potrebbe voler significare
vantarsi di una propria condizione culturale e sociale. Ecco perchè il vero iniziato tace, perchè il massone si
deve riconoscere per il suo stile di vita, non per altri segni esteriori, simboli di un profano pavoneggiarsi.
Tacere, quindi, come primo impegno nel dominio delle proprie passioni. Tacere anche di fronte a
torti subiti, non rendere pan per focaccia, non covare odio e vendetta: è la pacifica rivoluzione dei grandi
iniziati, è la forza della non violenza, capace da sola di trasformare il mondo.
Volere, Osare, Tacere, sono, quindi i tre categorici del massone. Ma sono anche lo stile di vita del
massone. In loggia, durante l'iniziazione, il futuro massone deve acquisire un metodo che dovrà poi
contraddistirlo nella vita profana e nei successivi lavori dell'officina. Mazzuolo e scalpello sono i primi
strumenti del lavoro muratorio, simbolo della forza di volontà e della tenacia. Sono questi gli strumenti da

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usare sempre, lungo la via di perfezionamento interiore che non avrà mai fine. E' illusorio credere di
raggiungere la luce e di possedere la verità con una celebrazione di qualche ora. Luce e verità non si
posseggono, ma si ricercano lungo i sentieri irti di difficoltà, di cadute, di rumori profani, di inganni, di
sentimenti sinceri. Sui sentieri della luce si cammina incontro alla verità, in un continuo divenire che è morte
e resurrezione. In loggia tutto ciò è scandito dai rintocchi di un orologio: a mezzogiorno si inizia a lavorare,
quando la luce è maggiore e più sicuro può essere il cammino; i lavori terminano a mezzanotte, quando
inizia il nuovo giorno, a simboleggiare che le nostre fatiche sono protese al raggiungimento del nuovo
giorno, in un continuo morire al vecchio e rinascere al nuovo, con rinnovato entusiasmo, con più
esperienza, con maggior maturità rispetto al giorno che muore. E con il giorno muore anche il nostro uomo
vecchio, in modo che possiamo rinascere nuovi, rimodellati dai tre elementi, acqua, fuoco, aria, che
vivificano la materia terra, di cui l'uomo è formato. In questa accezione l'acqua è simbolo della profondità in
cui, morti, scendiamo; il fuoco è simbolo del regno degli inferi, ma anche simbolo del sole che tutto vivifica;
l'aria è simbolo dello spirito che tutto anima. Nella sequenza iniziatica, una lettura del simbolo potrebbe
essere questa: la Terra (l'iniziando) riceve il soffio vitale (Aria) e con la morte (Acqua) e resurrezione
(Fuoco) dal piano del divenire approda al piano dell'essere. E' la parabola dantesca in cui il Poeta,
attraversando il fiume giunge all'inferno e da lì ritornerà alla vita, al paradiso, in cui il fuoco rappresenta Dio.
Da notare che la morte e resurrezione è possibile alla materia solo dopo che è stata vivificata dal soffio. Il
divenire, quindi, richiede una condizione essenziale che è la vita materiale. Diventa ciò che sei, ovvero
scova in te stesso il tuo spirito reale e liberalo. Questa è la vera Arte, questa è l'Arte Reale!
Tutto questo insegnamento è racchiuso nell'emblema rosacruciano, un cerchio che circoscrive un
quadrato ed entrambi sormontati dal triangolo. Il cerchio è l'Universo, il quadrato la Terra, il triangolo Dio.
L'interpretazione più semplice: Dio che sovrintende all'Universo, in cui è inserita la Terra. In altra chiave
questo stesso simbolo indica i quattro elementi, la ciclicità del divenire, le tre luci del lavoro massonico,
forza, saggezza, bellezza. In questo modo è identico al simbolo massonico squadra e compasso, che sono
gli strumenti necessari per tracciare un cerchio, un quadrato ed un triangolo. In questa interpretazione,
l'uomo (il quadrato), illuminato dall'arte muratoria ( le tre luci, il triangolo) è inserito in un continuo divenire
( il cerchio). Lavorare da mezzogiorno a mezzanotte, quindi, significa camminare nella luce come i figli della
luce e portare questa luce, attraverso le tenebre, al giorno nuovo che inizia.

________________________________________________
BIBLIOGRAFIA:
Paul Arnold: Storia dei Rosa-Croce, ed. Bompiani, 1991
Ulisse Bacci: Il libro del Massone Italiano, ed. I Dioscuri, 1992
Christian Jacq: La Massoneria Storia e iniziazione, ed. Mursia, 1978
Papus: Ciò che deve sapere un Maestro Massone, ed. Brancato, 1988
Donato Piantanida: La chiave perduta, ed. Brancato, 1991
Sedir: Storia e dottrina dei Rosacroce, ed. I Dioscuri, 1988

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