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Fonetica Italiana by Gargano - Lezione 5 - 13.10.2022

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Lezione 5 – 13.10.

2022
Prima parte (Gargano)

QUANTITÀ (DURATA) CONSONANTICA


La distinzione tra consonanti tenui (brevi) e intense (lunghe) ha valore fonologico in italiano: dà
luogo a coppie minime:
faro /ˈfaro/ ∼ farro /ˈfarro/
cane /ˈkane/ ∼ canne /ˈkanne/
Le consonanti intense sono normalmente considerate ambisillabiche, cioè appartenenti a due
sillabe diverse: far-ro, can-ne, cas-sa, anche nella trascrizione fonetica e fonologica: [atˈto:re]
/atˈtore/
N.B. La denominazione di semplici e doppie è pertinente sul piano grafico (meno su quello
fonetico).

Cinque consonanti hanno solo realizzazione intesa in posizione intervocalica (anche quando si
trovano in principio di parola e vengono a trovarsi in posizione intervocalica nel contesto fonologico):
/η/, /λ/, /∫/, /ts/, /dz/.
sogno [ˈsoɲɲo], lo gnomo [lo ɲˈɲɔmo]
aglio [ˈaʎʎo]

I LIMITI DEL SISTEMA FONOLOGICO DELL’ITALIANO STANDARD


L’unificazione della pronuncia standard è particolarmente problematica (dunque solo parziale o del
tutto assente) nel caso di alcune opposizioni fonematiche che:
• Non sono rappresentate nella grafia
• Non sono prevedibili (in sincronia)
• Danno luogo a poche coppie minime

 /ε/ ∼ /e/, /ɔ/ ∼ /o/


 /s/ ∼ /z/
 /ts/ ∼ /dz/

Coppie minime per /s/ ∼ /z/?


Nell’italiano di oggi si assiste alla progressiva estensione di /z/ in posizione intervocalica anche nelle
regioni centromeridionali. /s/ ∼ /z/ si avviano a diventare varianti combinatorie di uno stesso fonema?

Coppia minima per /ts/ ∼ /dz/?


Nell’italiano di oggi si assiste alla progressiva espansione di /dz/ in posizione iniziale anche nelle
regioni centromeridionali (es. zampa, zappa, zio, zucchero)

LE APPROSSIMANTI
Sono realizzate con un avvicinamento, ma non un vero e proprio contatto tra due organi fonatori;
hanno un’articolazione intermedia tra quella consonantica e quella vocalica.
⇒ Approssimate palatale sonora /j/ <i> in dittongo (es. fiato /ˈfjato/)
⇒ Approssimante labiovelare sonora /w/ <u> in dittongo (es. questo /ˈkwesto/)

Il dittongo è una sequenza di due vocali grafiche appartenenti alla stessa sillaba: fio-re, zai-no, qua-
si, cau-sa.
Dal punto di vista fonetico/fonologico, solo una delle due vocali grafiche di un dittongo è
realmente una vocale; l’altra vocale grafica è in realtà un’approssimante, che viene denominata

1
semiconsonante se precede la vocale (/ˈfjore/, /ˈkwesto), semivocale se la segue (/ˈdzajno/,
/ˈkawza/).

Seconda parte (Conte)

Nella seconda parte della lezione, gli argomenti trattati sono stati:

• IL RADDOPPIAMENTO FONOSINTATTICO
• L’ACCENTO
• REGOLE PER LA TRASCRIZIONE FONETICA

IL RADDOPPIAMENTO FONOSINTATTICO

Si tratta di un fenomeno fonetico previsto nell’italiano standard: il fiorentino emendato prevede il


raddoppiamento fonosintattico, ma questo si realizza soltanto nelle zone dell’Italia centromeridionale.
Il raddoppiamento o rafforzamento fonosintattico consiste nella realizzazione intensa, come se fosse
graficamente doppia, della consonante iniziale di una parola, ma non viene rappresentato in grafia.

Bisogna sottolineare che il R.F. si verifica sempre in alcuni casi, ovvero:

• Dopo i monosillabi con accento grafico (es. è, dà, lì);


• Dopo tutti i polisillabi tronchi (es. città, perché);
• Occasionalmente dopo alcuni monosillabi privi di accento grafico (es. a, che, e ecc.)
• Occasionalmente dopo alcuni polisillabi piani (come, dove, sopra ecc.)

L’ACCENTO

In italiano, dal punto di vista fonetico, l’accento di parola consiste nel pronunciare una sillaba con
maggiore intensità rispetto a quelle che la precedono o la seguono. Nella trascrizione, l’accento di
parola è rappresentato dal simbolo [ˈ] /ˈ/.

L’accento di parola distingue coppie minime (es. principi / princìpi). A seconda di dove è posto,
dà vita a parole:

• TRONCHE: con accento sull’ultima sillaba;


• PIANE: con accento sulla penultima sillaba;
• SDRUCCIOLE: con accento sulla terzultima sillaba;
• BISDRUCCIOLE: con accento sulla quartultima sillaba, ecc.

REGOLE PER LA TRASCRIZIONE FONETICA

• Le varianti combinatorie, in ambito fonetico, vanno trascritte ma, in ambito consonantico, si


hanno varianti combinatorie soltanto per il fonema /n/:
2
Esempio: [/ŋ/] davanti a [k] e [g] (velare)

[/ɱ/] davanti a [f] e [v] (labiodentale)

• L’accento di parola va sempre prima della sillaba tonica;


• Le consonanti intense vanno rappresentate ripetendone il simbolo delle consonanti tenue. Per
le affricate, va ripetuto solo il primo simbolo, ad es. mazza [ˈmattsa].
• Le consonanti intense appartengono contemporaneamente a due sillabe. Se la consonante
intensa precede una vocale accentata, la consonante intensa è spezzata dall’accento. Esempio:
tonnara [tonˈna:ra].
• Le approssimanti /j/ e /w/ ricorrono nei dittonghi che hanno i ed u.
• Nelle trascrizioni fonetiche di prassi va indicato il rafforzamento fonosintattico. Es.: perché
ridi [perˈke rˈri:di]; non è vero [noˈn ɛ vˈvero].
• L’accento non va indicato nelle parole atone (come in non è vero: vedi sopra).
• Vista la standardizzazione solo parziale, in italiano, delle opposizioni: /s/ e /z/ - /ts/ e /dz/ e
del raddoppiamento fonosintattico, in sede di trascrizione fonetica, bisogna specificare la
provenienza geografica.

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