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La Mafia Di San Gallo Il Piano Per Sovvertire La Chiesa

Il libro 'La mafia di San Gallo' di Stefano Fontana esplora un gruppo riformista segreto all'interno della Chiesa, attivo negli anni Novanta e nei conclavi del 2005 e 2013, con l'obiettivo di sovvertire le posizioni tradizionali della Chiesa. Attraverso una serie di eventi e incontri, il libro delinea le strategie e le ambizioni di questo gruppo, culminando nell'elezione di Bergoglio come Papa. L'autore sostiene che le azioni del gruppo siano parte di una rivoluzione teologica più ampia, mirata a modificare radicalmente la dottrina e la pratica ecclesiastica.

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La Mafia Di San Gallo Il Piano Per Sovvertire La Chiesa

Il libro 'La mafia di San Gallo' di Stefano Fontana esplora un gruppo riformista segreto all'interno della Chiesa, attivo negli anni Novanta e nei conclavi del 2005 e 2013, con l'obiettivo di sovvertire le posizioni tradizionali della Chiesa. Attraverso una serie di eventi e incontri, il libro delinea le strategie e le ambizioni di questo gruppo, culminando nell'elezione di Bergoglio come Papa. L'autore sostiene che le azioni del gruppo siano parte di una rivoluzione teologica più ampia, mirata a modificare radicalmente la dottrina e la pratica ecclesiastica.

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IL LIBRO

La mafia di San Gallo: il piano per sovvertire la


Chiesa

ECCLESIA 25_11_2022

Stefano
Fontana

Le edizioni Fede & Cultura pubblicano in italiano La mafia di San Gallo, un libro che ha
fatto tanto parlare di sé non appena uscito in America nel 2021. Il sottotitolo traduce alla
lettera quello americano: Un gruppo riformista segreto all’interno della Chiesa. Come è
noto, l’espressione da cui prende il titolo il libro è stata coniata da un membro del
gruppo, il cardinale belga Daneels, in riferimento ad alcuni alti prelati, poi cardinali, che
si incontravano sistematicamente a San Gallo, in Svizzera (ma non solo lì), per
coordinare gli sforzi in vista di un cambiamento nella Chiesa: lo stesso Daneels, Martini,
Kasper, Murphy O’Connor, Lehmann.

Il libro mette in sequenza numerosi fatti, incontri, cene nelle trattorie romane
avvenuti in prossimità dei due conclavi del 2005 e del 2013; frasi insinuate, depistaggi
programmati, rivelazioni tendenziose. Non tutto è dimostrato, alcune ricostruzioni si
basano su ipotesi, come quando, durante il conclave del 2005, dopo un colloquio
riservato tra Ratzinger e Martini a pranzo, le cose si sbloccarono a tal punto che al
pomeriggio stesso di quel giorno fu eletto Benedetto XVI. La lettura del libro, però, rivela
molto più di una ricostruzione da giornalismo d’inchiesta.

Il suo significato va oltre la dimensione della spy-story tinteggiata di "giallo


vaticano". Il lettore percepisce che la ricostruzione è molto verosimile, sostanzialmente
attendibile e capace di spiegare un trentennio di storia vaticana. Il libro ha il merito di
mettere i dati in ordine, di esporli con chiarezza e completezza e – ci ritorneremo a
breve – di inserirli nella più ampia vita della Chiesa. Non è solo gossip da vaticanisti.

Il “gruppo” di San Gallo nasce a metà degli anni Novanta, quando cominciò a
manifestarsi la malattia di Giovanni Paolo II, per opporsi all'eventuale elezione
di Ratzinger in vista di un futuro conclave. La Meloni ricostruisce le azioni concordate dal
gruppo alla morte di Giovanni Paolo II e, soprattutto, l’apparentemente strano
comportamento di Martini che – dopo il famoso colloquio a tavola di cui sopra – fece
confluire i propri voti su Ratzinger. Proprio Martini che – spiega la Meloni – il gruppo di
San Gallo avrebbe voluto come candidato anti-Ratzinger se non avesse contratto il
morbo di Parkinson.

Nell’impossibilità di candidare Martini, già allora l’attenzione del gruppo si era


indirizzata sull’arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio, che nel 2005 emerse come
possibile candidato della mafia di San Gallo, ma per la “tenuta” della candidatura
Ratzinger e per la scelta di Martini di confluire su di lui, anche Bergoglio si indirizzò su
Benedetto XVI. Una cosa diversa avvenne nel conclave del 2013, dopo le dimissioni di
Benedetto XVI. Anche in questo caso l’autrice ricostruisce i fatti, molti dei quali accertati,
altri molto probabili ma non dimostrati, come per esempio l’invito a dimettersi che il
cardinale Martini avrebbe rivolto a Benedetti XVI.

La narrazione si incentra sull’emergenza del primate d’Argentina, Jorge Mario


Bergoglio, e sulla convergenza progressiva delle sue prese di posizione con gli auspici
del gruppo di San Gallo. Lascio al lettore queste numerose e interessanti pagine, per
segnalare, piuttosto, una delle dimensioni più interessanti del libro.

Come dicevo sopra, la Meloni non scrive solo un giallo ecclesiastico, una storia di
trame e trabocchetti, da leggersi come un libro di spionaggio. Le azioni del gruppo di
San Gallo hanno dietro di sé una visione teologica e sono finalizzate a un “cambio di
regime” nella Chiesa, non solo e non tanto sostituendo una persona con un’altra, ma un
paradigma con un altro.

Il gruppo voleva attuare nella Chiesa la rivoluzione liberale che nel 1972 Karl
Rahner aveva espresso nel dettaglio nel suo libro La ristrutturazione della Chiesa come
compito e come chance. Revisione della posizione della Chiesa su sessualità,
contraccezione ed omosessualità, celibato dei sacerdoti, diaconato femminile,
decentramento dottrinale, comunione ai divorziati risposati, sinodalità: questo il
programma della “rivoluzione” del gruppo di San Gallo, già codificato alla sua nascita.

La qual cosa ci dice che non si trattava solo di un comitato di adepti clandestini,
seppure di alto rango ecclesiastico, ma di un mondo teologico, di un’ampia fetta di
Chiesa che da decenni combatteva contro Giovanni Paolo II e Ratzinger per una “svolta”
progressista radicale. Era una “avanguardia” della rivoluzione con dietro a sé molte
truppe.

Secondo la Meloni, Bergoglio fu eletto nel nuovo conclave del 2013 come esito
finale di una lunga macchinazione durante la quale il gruppo aveva dovuto
pazientare, aspettare il momento opportuno, rivedere momentaneamente la propria
tattica, riposizionarsi, ma senza mollare mai, nemmeno dopo il suo assottigliamento per
la morte di Silvestrini prima e di Martini poi. Ed infatti l’autrice elenca i provvedimenti
con cui oggi Bergoglio/Francesco sta realizzando tutti i punti dell’agenda del gruppo
richiamati sopra.
Due sono i criteri tattici seguiti per la “rivoluzione” nella Chiesa, oggi in piena
attuazione, secondo la nostra Autrice. Il primo è la velocità: Murphy O’Connor diceva
che sarebbero bastati quattro anni di Bergoglio per avere una Chiesa diversa. Ne sono
passati di più e tutti vedono che si sta procedendo a tappe forzate. La seconda, solo
apparentemente contraria, è quella della prudenza. Gettare le basi dei cambiamenti,
produrli indirettamente, fermarli temporaneamente quando si fanno troppo dirompenti
e, quindi, passibili di una pericolosa reazione, farli camminare sottotraccia per farli poi
emergere al momento opportuno.

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