Morfologia urbana e tipologia
edilizia || riassunto e concetti
Architettura
Università degli Studi di Ferrara (UNIFE)
23 pag.
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MORFOLOGIA URBANA E TIPOLOGIA
EDILIZIA
-LA FORMA DELLA CITTÀ-
1 GLI ALBORI DELLA CIVILTÀ
il passaggio dal pleistocene a olocene segna il passaggio da parte dell'uomo dell'abitare
lo spazio lasciandolo immutato, soddisfando le esigenze primarie, per poi cominciare ad
ottenere dalla terra coltivazioni e allevamenti, rendendo di conseguenza i suoi habitat
sempre più stabili.
Partito dunque dal nomadismo per poi arrivare a costruire i primi insediamenti, l’uomo è
condizionato in ciò da sviluppi tecnologici e di stile di vita.
Per uno stile di vita stabile, le capanne, costruite mediante legname, argilla, paglia e canne,
sono state per migliaia di anni la soluzione insediativa, per coloro i quali invece
intraprendevano una vita nomade, la tenda, realizzata mediante una struttura in legname e
pelli leggere e impermeabili, ne rappresentava il riparo, solitamente aperta su due lati, per
poi evolversi e creare una struttura conica, dove a pelle rappresentava la delimitazione
artificiale; quest’ultima rappresenta un antenata delle casa su palafitte.
Una variante presenta in Mongolia è invece la Jurta, più recente è la Wigwam con copertura
a cupola, dei pellerossa in canada, tutt'oggi citate per l’esistenza odierna; caso diverso in
Asia minore, dove la tecnologia della pietra, più sviluppata di quella lignee, caratterizzando
le prime costruzioni.
Dunque, lo sviluppo dell’agricoltura riduce il nomadismo e le tende vengono sostituite
da abitazioni stabili; influenzate nuovamente da materiali ed esperienze strettamente locali.
Abitazioni ancora ad uso promiscuo, animali e persone; all’aumentare del nucleo familiare,
rapporti di parentela e unirsi di più nuclei di famiglia, porta alla nascita delle prime forme di
comunità, corrispondenti dunque alle prime forme di villaggi.
Lo sviluppo di un villaggio è legato allo sviluppo tecnologico e l’abilità del costruire,
nascono le pareti divisorie e l’articolazione dei vani, molto presente e marcata l'influenza
gerarchica, “la legge del più forte” in vigore in questi bagliori di villaggi.
La legge del più forte e la voglia di ampliamento sfocia in competizione, si hanno le prime
forme di guerra, e la ricompensa, prede belliche e schiavitù necessitano di nuovo spazio:
perciò il vinvitore necessita di più spazio e viene istituzionalizzato il concetto di proprietà.
L’ampliamento deve però essere controllato da eventuali altri attacchi, perciò nascono le
fortificazioni: l’abitazione della classe dominante diviene palazzo e fortezza.
2 DALLA CITTÀ MURATA ALLA MESOPOTAMIA A QUELLA APERTA
DELL’EGITTO
Le prime popolazioni stabili nascono in valli fertili, caratterizzate da terre ottimali per la
produzione: la società la vita in villaggi richiede organizzazione, vi è la nascita della
scrittura.
Da luoghi caratterizzati da ottima terra, le città si spostano in nodi commerciali e luoghi
di incontro dei commerci.
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Si vede come tra il Tigri e l’Eufrate, in Mesopotamia, il re sollecita la popolazione ad abitare
in città, diventando perciò popolazione agricola in permanente prigionia.
Le mura, permettevano sicurezza, ma per un controllo maggiore sulla popolazione il re
divenne anche sacerdote, controllando la vita religiosa.
Gli abitanti di questo primo agglomerato andavano da 24 a 34.000, e presenta 2 cinta
murarie, una per protezione esterna e la seconda per isolare la cittadella, occupata da re e
sacerdoti.
introdotto dunque in questa occasione il tema del recinto, una delimitazione fisica ( da
questo concetto nascerà a casa a corte) un contrasto, invece, si ha in egitto, dove le mura
non sono presenti (in questa occasione e condizione viene a crearsi il tipo di case a
schiera).
Le città in Egitto presentavano un piano stradale per il passaggio pedonale, la densità era di
circa 50 case per ettaro con una popolazione complessiva di 300/500 persone, le case
erano caratterizzate da bagni, canali di scolo e condotti, su un impianto ad uno o due piani
aperto su una corte centrale, la quale rappresentava il disimpegno della casa stessa.
Dopo l’unificazione del paese, pace e stabilità politica era data dalla presenza del faraone,
sovrano e dio all’interno della città, il quale per mostrare la sua immortalità e per permanere
nel tempo, costruiva tombe monumentali, simboleggiando la sopravvivenza oltre la morte,
da questo passo nascono le città dei morti.
L’intento era la creazione di una città a sé stante, città divina, costruita in pietra in forme
elementari per restare immutabile nel tempo, lontane da proporzioni umane per
accentuare la differenza.
Alcune sono le testimonianze di città, rimaste immutate nel tempo, e non cancellate da
successive costruzioni: el-lahun mostra di come le case medie riflettono la gerarchia di chi le
abita, oppure l'insediamento di el-medina dove si vede la tipologia della casa media,
composta da 3 vani:
vestibolo (sulla strada), pranzo-soggiorno (illuminato dal dislivello della copertura) letto
(affaccia sulla piccola corte): cellula che diviene il modulo della struttura urbana.
3 LA POLIS GRECA E LA SUA INFLUENZA NELL’ITALIA PREROMANA
Il limitato sviluppo dell’età del bronzo non ha permesso notevoli passi avanti, la nuova
economia, l’invenzione dell’alfabeto e della moneta hanno permesso il passaggio dell’età
del ferro, caratterizzata da notevole sviluppo tecnologico.
La città greca, viene caratterizzata dalla polis (città-stato sviluppata sulla collina), la quale
sfrutta la conformazione del terreno, e dall’acropoli (spesso associata a quella
mesopotamica, bensì è errato, data la mancanza di conflitto tra le due), assume una
connotazione sacra (terra sacra della patria)
La dimensione è volutamente limitata, la volontà, l’esaurirsi dello spazio, è la fondazione
di una nuova colonia, legata alla città madre.
Le case sono uguali per struttura architettonica e si differenziano solo per dimensione.
Completano la città edifici ( templi, pritaneo, palestra) e spazi ( agorà, teatro, stadio)
pubblici; gli edifici pubblici sono di fatti resi facilmente riconoscibili da geometria ben
definita, dove la ricerca è di massima integrazione con il luogo circostante.
Grande è la cura dell’intervento il quale non prevale mai sulla natura, viene dunque
sottolineata la conformazione al sito.
I quartieri residenziali sono scomparsi sotto le successive realizzazioni, la rete stradale ha
avuto in parte la stessa sorte, la casa, il tipo ateniese, può però essere definito come una
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sintesi di tutte le esperienze alla base della costruzione della città: casa a corte, chiusa
all'esterno a parte l’ingresso, presentava dopo un portico, il quale si chiudeva su un chiostro,
con collegamento coperto con le varie stanze ( sala con l’altare, stanza comune, cucina e
servizi).
I tentativi di dare forma alla città vennero incarnati da ippodamo da Mileto, creatore tre
principali città: colito, mileto e priene (creatore del reticolo ippodameo).
operava nel rispetto di: unità nell’insieme, articolazione delle aree sacre, pubbliche e
residenziali, per poi l’introduzione di nuove regole comprendenti: gerarchia e regolarità della
rete stradale, modularità dei lotti e isolati e la tipizzazione delle residenze.
(olinto) le aree specializzate come civili e religiose non comandano il resto della
composizione ma si adattano alla griglia, il perimetro non segue una forma regolare e le
mura non corrono aderenti al lotto.
La casa standard di Olinto è di circa 306 mq ed è composta da oikos (soggiorno, cucina e
bagno) andron (annesso il vestibolo) corte con portico la pastas e la zona notte al primo
piano.
Le formule urbane nelle tre città si sviluppano in maniera differente: Olinto e Mileto sono su
un terreno pianeggiante, Priene si adatta su un impianto a scacchiera in un terreno
particolamente scosceso, su uno sperone roccioso (supera la rigidità e monotonia di
elementi standard).
La conformazione del terreno non consente estensioni piane, perciò verranno costruiti
più centri: teatro, mercato, tempio di atena, bouleuterion divengono i maggiori fuochi di
interesse.
Fondamentale è anche lo studio e la citazione di un’ultima civiltà, l’anello mancante, il
quale permette un collegamento tra la grecia e roma: la civiltà etrusca.
Gli etruschi e la loro vocazione cosmopolita, legata agli scambi commerciali marittimi, in
contatto con tutto il mediterraneo.
Le città fortemente codificate da Roma furono: Volterra, Veio, Arezzo e Cortona; dal punto di
vista archeologico, Marzabotto, rappresenta però notevole interesse:
Un impianto urbanistico a maglie regolari, grande strada che percorre da Nord a Sud viene
intersecata ortogonalmente da altre tre strade, costituiscono una serie di isolati
( impianto esempio di applicazione di schemi urbanistici ippodamici).
L'acropoli si trova però, a differenza dalla grecia, all’esterno, su un’altra collina (in
mancanza di quest’ultima si trova all’interno).
La struttura planimetrica della casa media è di una figura quadrangolare di circa
600-800 mq sulla quale, a perimetro, sono posti i locali abitativi attorno ad una corte
scoperta.
Sono presenti riferimenti alla grecia, questo potrebbe però essere un caso, dovuto a solite
soluzioni per problemi uguali, ottenuti in anni diversi e a distanza di centinaia di chilometri.
4 ROMA E LE CITTÀ ROMANE
Roma nasce in modo forse casuale nel luogo meno adatto per la vita, valli strette e
profonde, colline con acque stagnanti in abbondanza e grandi dislivelli; nata come piccolo
villaggio si sviluppa fino a diventare impero.
La cultura iniziale era una fusione di quella etrusca e greca, la nascita del primo centro
abitato (sul palatino) si espande fino ad occupare i restanti 6 colli.
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Il campidoglio, ovvero l’acropoli etrusca, si trova all’esterno, il centro cittadino è il foro, per
poi nel resto della città sorgere bagni, portici e giardini ( ma senza una regola generale
ben precisa, concepita da Cesare, ma svanita causa la sua morte).
L’espansione del dominio di Roma è dovuta a nuovi bisogni, si differenzia però dalla
Grecia e integrazione con la natura: Roma puntava a isolare l’edificio il più possibile
dall’ambiente, città come tanti compartimenti chiusi.
La casa Romana nasce da quella Etrusca (un solo piano ed uno familiare, attorno ad un
vano centrale) caratterizzandosi però dalla formazione su uno o due piani, chiusa verso
l’esterno ed aperta su una corte centrale.
le case prese in esame, con caratteristiche tipiche, sono 3:
-casa del chirurgo la più antica, sia per materiali che per soluzioni costruttive, di circa 450
mq, entrando dall’atrio tutti gli ambienti si affacciano sull’atrio
-casa del fauno circa 3000mq, frutto dell’aggregazione di diverse domus che
precedentemente occupavano l’isolato
-ceto basso-medio case a schiera, fulcro composto dall’atrio, coperto, il quale collegava 4
stanze, si estendevano per circa 160 mq
A Roma ottime condizioni, sviluppo economico e inurbamento, comportano la
saturazione degli spazi edificabili con conseguente necessità di riciclare quelli più vecchi.
nuove case vengono costruite in zone suburbane, dove è possibile reperire più spazio,
vecchie domus sono trasformate in case d’affitto.
Per guadagnare più spazio, l’edificio viene sopraelevato, nacquono dunque le insule: case
collettive a molti piani di una superficie di circa 400mq, le quali soddisfavano la richiesta di
ottimizzazione dello spazio.
La tecnica costruttiva poco sviluppata causò crolli, troppo ardite erano le elevazioni.
Nel 64 d.c. il grande incendio permette un'occasione di rinnovamento dell’impianto urbano,
gestito da Nerone, mediante norme e un nuovo disegno: allineamenti lungo il fronte stradale
e lunghe balconate; in questa occasione si hanno i primi esempi di pianificazione e
speculazione edilizia.
I principi vennero applicati solamente in quartieri completamente distrutti, causa mancanza
di fondi, lasciati a mere riparazioni i quartieri marginali, mostrando un contrasto netto vetus
Roma e nova urbs.
Grande importanza andò a: rete stradale, colonizzazione dei territori agricoli,
fondazione di centinaia di nuove città; la costruzione di una nuova rete di comunicazione
permetteva rapidi spostamenti favorendo il traffico commerciale e rapporti amministrativi (la
larghezza minima era quella che garantiva il passaggio di due carri).
La colonizzazione di nuove terre avveniva in guerra, gli apprezzamenti di terreno conquistati
venivano donati ai soldati come premio, il territorio coltivabile veniva diviso mediante la
centuriazione, ovvero una tecnica di suddivisione basata su cardo (perpendicolari alla
strada principale) e decumano (parallelo alla strada principale), assumendo sia carattere di
veste stradale, sia di limite.
Assegnata ad uno o più coloni, dalla misura di 700 m di lato, l'agricoltura rappresentava un
elemento essenziale per la forza economica, ordine sociale, stabilità politica.
Le città di fondazione, militari e non, utilizzavano gli elementi caratteristici della
centuriazione, cardo (ortogonale e minore dimensione) e decumano (senso maggiore della
città), come assi fondanti, per la costruzione di isolati, quadrati o rettangolari,
riprendendo dunque la lezione ippodamea.
disposti in maniera diversa a seconda delle caratteristiche proprie del terreno:
inclinato: cardo secondo linea di massima inclinazione
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vicino ad una costa: decumano parallelo alla costa.
Le città dove è possibile vedere questi elementi sono: Aosta, Lucca, Pavia, Firenze, Torino,
Piacenza…
Causa la grande espansione di Roma, queste caratteristiche si trovano anche in alcune città
extra europee.
5 LA CRISI E IL RILANCIO DELLA CITTÀ NEL MEDIOEVO
Invasioni barbariche, caduta dell’impero romano d’occidente causano nella popolazione
grande sfiducia e paura, soprattutto incertezza politica.
Cinta murarie vengano erette nella speranza di protezione e l’insicurezza continua a
perpetrare nella vita delle persone, andando a minare i commerci, rendendo sempre più
difficile alimentare le città.
La popolazione si ritira nelle terre più lontane e appetibili, andando a ristabilire
insediamenti simili a civiltà pre-romane.
Le città non rappresentano più il profilo direzionale bensì solo luogo di fortificazione e difesa.
Sul finire del primo millennio la sicurezza viene ristabilita, ciò accompagnato da un
progressivo rilancio dei commerci e attività economiche/ produttive.
i nuovi fattori sono:
-sviluppi dell’agricoltura a rotazione
-ripresa dei commerci marittimi
-stabilizzazione degli invasori dell’europa
-riconoscimento di zone di influenza politica: chiesa e impero
Le stesse mura che andavano a dividere la città da attacchi, andavano a dividere la città da
interno ( caratterizzato da mestieri borghesi, università e mercati) ed esterno ( campagne,
allevamenti e coltivazioni).
Notevole in questo periodo fu lo sviluppo dell’artigianato (motivo al margine del rilancio
delle città), esempio Lucca, che su tecniche antiche ha rilanciato il proprio commercio (oro e
argento in sottili foglie e filamenti) oppure, Pisa il pellame, Milano le armi.
Dalla rinascita delle città si passa alla creazione del comune, il quale riconosce come
autorità spirituale il papa e come istituzionale l’imperatore, con in cambio l’autonomia sul
piano urbanistico, vita e interessi.
Numerose sono dunque le forme urbane che questi nuovi paesi assumono:
-lineare: la strada è la generatrice
-a croce: due strade ad angolo retto sono le generatrici
-scacchiera: origine militare
-dominante:
-lisca di pesce: strada più importante la generatrice alla quale sono collegate strade
perpendicolarmente e presentano al termine sulla sommità, castello, chiesa
-fuso di acropoli: forma allungata, nasce su cittadelle etrusche abbandonate
-radiocentrica: condizione orografica del luogo ispirata ad accampamenti di invasori nordici,
tre anelli concentrici raccolgono lo spazio abitato
Ruolo fondamentale per combattere la saturazione edilizia, è il riutilizzo, principalmente di
edifici monumentali di epoca romana: anfiteatri ecc… esempio fondamentale Lucca,
mantenendo invariato il tessuto urbano ma testimoniando la permanenza di un forte
elemento urbano.
importante fu l’istituzione di ordini mendicanti: domenicani, francescani, carmelitani, serviti, i
quali si insediarono in luoghi periferici costruendo conventi e chiese, mettendo a
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disposizione terreno non utilizzato dei lotti acquistati per l’edificazione popolare, per
diminuire la pressione demografica sul centro.
Crescita dei borghi, guerre per i territori, necessitarono un evoluzione sul fronte della
sicurezza, si caratterizzò per la costruzione di case torri, atte alla protezione della famiglia,
per poi con il passare degli anni perdere la loro importanza difensiva per diventare
case-fondaco, diventando residenze; la facciata si apre sullo spazio pubblico contribuendo
all’ambiente urbano.
Importanti per il valore urbano furono i tetti, sviluppati in maniera differente date le differenti
cause al contorno: Germania e Olanda svilupparono tetti a falde perpendicolari alla strada,
per evitare caduta neve addosso alle persone, in italia, diversamente, si sviluppò
parallelamente per garantire protezione alla facciata della casa.
6 UMANESIMO TRA LA CITTÀ IDEALE E LA CITTÀ REALE
il XV viene caratterizzato da avvenimenti che portano l’uomo ad avvicinarsi alla cultura, oltre
che nuovi metodi di comunicazione, vivere e difendersi.
Sviluppo di artiglierie, possibili mediante tecniche di fusione, invenzione della stampa,
scoperta di nuovi continenti, ma soprattutto in maniera convenzionale il passaggio dal
medioevo al rinascimento datato 1492 con la scoperta dell’america.
La fine del medioevo non corrisponde però architettonicamente, individuata invece prima
del XV secolo; ciò è dovuto al termine di crescita delle città, in dimensioni e numero, che
porterà allo studio della stessa fino a delineare i problemi irrisolti delle epoche passate.
Il clima è quello del rinnovamento, fervore, dato dalla riscoperta dell’antico e dalla
posizione dell’uomo all’interno del panorama artistico-culturale che torna ad essere
centralissimo (come al centro dell’universo).
Tutto è reso possibile da grandi committenti, basti vedere Firenze e gli interventi di
Brunelleschi, interventi che in meno di 30 anni hanno caratterizzato la forma della città, la
sua figura e mostrato uno dei periodi più fecondi della stessa.
L'evoluzione in campo della teoria geometrica e i riferimenti a stilemi architettonici
antichi sono considerati il vocabolario del nuovo linguaggio espressivo.
La forma diventa scientifica, il suo controllo è dettato dalle leggi della prospettiva, presa in
prestito dai pittori ma utile nel campo architettonico; le opere di quel periodo erano prima
caratterizzate da studio in modelli tridimensionali e da schizzi preliminari, i quali fornissero
un’idea complementare del futuro costruito, oltre che utili a livello pratico per la
realizzazione.
Un tentativo di codificazione del linguaggio si ha da Leon Battista Alberti, uno dei
maggiori divulgatori, che grazie all'invenzione della stampa, riuscì a trasmettere nelle
maggiori città italiane i suoi studi a riguardo.
Dagli studi utopistici delle città poligonali o stellari, regolari e geometriche, si arrivò a chiarire
i concetti in termini concreti dell’innovazione umanistica.
Il mancato incremento delle città si tradusse in rinnovamenti e sistemazione delle stesse
(consolidazione), esempio si hanno documentazioni su nuove pavimentazioni, lavori a
piazze ecc…
Gli spazi pubblici, vie, piazze ecc… sono ispirati ad un nuovo senso di armonia
ambientale, mediato da un carattere proporzionale tra architettura e spazi liberi visuali.
Nasce, nel campo dell'architettura residenziale, la tipologia a palazzo e successivamente la
pluri familiarizzazione delle case a schiera.
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Il modo di costruire fu influenzato dagli studi prospettici, il tracciato delle vie, schemi lineari,
sono frutto del pensiero di proporzione e regolarità.
esempio: Pienza: la piazza del duomo è racchiusa da due edifici, guidano lo sguardo verso
il duomo stesso e creano de vie ai margini che lo racchiudono; il pozzo, non è posto in
mezzo, bensì al lato, introduce la scala metrica e diventa lo snodo per il disegno della
pavimentazione.
Proprio qua gli edifici non si distinguono per imponenza ne per materiali ma per regolarità,
ovvero con il prestigio della cultura, si ha così un'unione tra antico e nuovo.
7 LE TRASFORMAZIONI URBANE TRA RINASCIMENTO E BAROCCO
La ricerca del 500 ha sviluppato idee progettuali già emerse nel secolo precedente, nuovi
insediamenti seguono quasi sempre un percorso rettilineo e di rigidezza geometrica, a
contrasto con il tessuto medievale: impianti curvilinei vengono regolarizzati e resi quanto
possibile rettilinei.
Si arricchiscono le tipologie edilizie ( in campagna, ville casini di caccia e delizie )e nascono
gli ordini mendicanti ( cappuccini, compagnia di gesù, orsoline) i quali portarono a nuovi
conventi e chiese, oltre che il ritorno del papa nel 1420 che causa il fiorire della capitale del
cristianesimo.
Si consolida nelle campagne l’assetto agricolo oltre che potenziarsi insediamenti minori.
le forme architettoniche dipendono sempre più dalle regole prospettiche, le abitazioni
unifamiliari si orientano verso la pluri familiarizzazione; metà del XVI gli interventi di
nuovi tracciati viari o la regolarizzazione dei precedenti è sempre più frequente e improntata
al tema estetico:
- piazza del popolo: impostazione viaria delle tre strade rettilinee, “il tridente” di piazza
del popolo, formato mediante forme stellari convergenti
Le idee innovatrici della cultura del 500 investono particolarmente il progetto delle piazze,
dove la tendenza evidenziata è quella di disporre davanti ai monumenti spazi ampi e
squadrati:
- piazza farnese
- piazza del campidoglio
La ricerca si differisce dal medioevo, dove la progettazione dava luogo a spazi e percorsi
continuamente diversi, dove erano presenti sensazioni differenziate, quasi casuali, qua
invece le esperienze fruitive sono guidate dall’architetto, programmate, volute e artificiali;
da qui l’inizio dell’estetica urbanistica dei grandi spazi pubblici.
Esempio la vicenda di Caprarola, la nuova strada rettilinea a collegamento tra la piazza del
comune e fontana del sepale: la volontà dell’intervento è quella del coinvolgimento
dell’osservatore, l’edificio principale non si colloca più nel contesto ma diventa egli stesso il
contesto.
L'effetto di coinvolgimento si ha nelle piazze di Bramante, Michelangelo, Bernini (s. pietro
sopra braccia curve che invitano/accompagnano all'ingresso), con il quale si ha il culmine
dell’urbanistica barocca (ingresso poco a poco, fino a scoperta completa, per poi distruzione
degli edifici anteriori in epoca fascista; situazione che dimostra come soluzioni adatte per un
periodo si dimostrino poco efficienti in un diverso ambiente storico, ma soprattutto non
possano essere riproposte in epoca diversa e con altre finalità sperando di ottenere lo
stesso risultato).
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I caratteri dell'architettura e urbanistica Barocca non sono riferibili solamente a esempi
monumentali, bensì anche ad episodi minori; sempre nell’ottica di importanze dell’estetica
data la cultura basata sull’apparenza più che sulla realtà).
Se nel 500 prevale la linea retta, nel 600 la linea curva fonda la nuova immagine, la
facciata “mossa” permette un aspetto favoloso/aulico, ampliamenti e nuove costruzioni
avvengono in maniera scenografica:
- espansione barocca di filacciano: sviluppo lineare con al termine il palazzo orsini
- oriolo romano: 3 strade parallele che portano al palazzo santacroce
- genzano: viene nascosto il borgo medievale grazie ad un palazzo
perfino un borgo dimenticato diviene: “città ideale”
In funzione delle analisi riguardanti l’architettura è necessario precisare nuovamente
l’ambiente:
- riguardo al rapporto tra forma della città e i suoi abitanti, la gestione politica era
affidata a signorie o a legazioni pontificie, dunque in presenza di mezzi adeguati
nulla poteva fermare la realizzazione del disegno del signore; gli artisti, architetti,
scultori facevano a gara per procacciarsi i favori dei potenti (solitamente accomunati
da stessi valori umanistici, comuni nelle classe più evolute culturalmente della
popolazione)
- possibilità di una lettura facile ed immediata, delle diversità che legano i tessuti
urbani: esempio Campagnano
visibili le diverse fasi di sviluppo, grazie alla rocca iniziale (in alto a sinistra),
successivamente un asse rettilineo di espansione cinquecentesca per poi un
ampliamento voluto dalla famiglia chigi di origine seicentesca
8 DALLA CITTÀ BORGHESE ALLA CITTÀ DEL MOVIMENTO MODERNO
L’architettura è ricca di avvenimenti, riprese e contaminazione dei linguaggi, forme e
decorazioni proprie di ogni epoca che solo il movimento moderno ha saputo arrestare.
obiettivi e regole della città, secondo le quali si sono gestite le trasformazioni sono basati
su:
- accordo tra amministrazione pubblica e proprietà immobiliari: l’amministrazione
gestisce le opere di urbanizzazione primaria, la proprietà gestisce ciò che viene
realizzato sui terreni urbanizzati (servizi di interesse pubblico realizzati
dall’amministrazione)
- il privato può edificare ma secondo limiti fissati dal regolamento edilizio
- il disegno della città è definito dalle linee che segnano il confine tra spazi pubblici e
privati
- il privato può costruire a filo strada (più vantaggiosa dal punto di vista della densità,
ma con inconvenienti, ossia traffico e scarsità di soleggiamento) o in arretramento
(supera gli inconvenienti precedenti con maggior silenzio, privacy e quantità di verde)
Le città dunque, si espandono, si rinnovano al loro interno e gli edifici delle epoche
precedenti che non rendono, vengono sostituiti; la ricerca dei nuovi edifici è improntata
seguendo il massimo decoro, secondo le istanze della classe dominante la quale
privilegia apparenza alla realtà, ciò porta a nascondere dietro ad una cortina di facciate
ben ordinate, ciò che è disdicevole o imbarazza (miseria delle classi meno abbienti e
disfunzioni dell’assetto urbano).
Le regole vengono applicate nel rinnovo urbano:
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- esempio nell’esperienza di Parigi, possibile solo per circostanze favorevoli e
irripetibili:
Barone Haussmann a capo della prefettura della Senna, impostato il piano organico
concepito sul tracciamento di nuove strade e sul rinnovamento dei servizi primari e
secondari, in 20 rioni.
Il piano è impostato su tre anelli, i boulevards, corrispondenti alle fortificazioni di Luigi XIII,
Luigi XVI e Luigi Filippo e sull’intersezione a croce di due grandi direttrici urbane; il
sistema radiocentrico degli anelli e altri tracciati rettilinei, convergono ai centri di
irraggiamento del traffico, chiamati piazze a stella, dove al centro, il fulcro, viene
innalzato un monumento (es arco di trionfo).
Questo piano risalente al 1853/1865 incontra il favore delle società europee e i vecchi
problemi sembrano risolti.
- A Vienna venne deciso l’abbattimento delle mura urbane, il Ring, salvando però il
centro storico dalla furia demolitrice (piani analoghi, Germania, Colonia, Amburgo e
Francoforte)
- L’influenza Parigina si fa sentire anche nel piano di Londra, la quale però si
caratterizza per l’impianto triangolare
- Berlino, si afferma per la tendenza dello spostamento laterale della città e la
costruzione di due assi ortogonali.
- Italia nascono le circonvallazioni, sul tracciato delle vecchie mura
Firenze: piano Poggi 1965: demolizione delle mura, riempimento dei fossati, realizzazione
dell’anello e circonvallazione; apertura di una nuova strada che colleghi il centro e la
stazione; realizzazione di una via perpendicolare a questa.
La svolta nelle considerazione della città si ha con l’uscita del libro di Camillo Sitte 1889 a
Vienna “l’arte del costruire le città” dove esplica l’opportunità di adottare forme
planimetriche irregolari, la necessità che le piazze siano chiuse o raggruppate attorno
all’edificio più importante, vie non rettilinee o di sezione costante, che non sbocchino sulle
piazze in asse con l’edificio (ciò si distacca molto dalla gestione accademica utilizzata fino
ad allora).
Il libro non fornisce però risposte al problema fondamentale: l’inarrestabile sviluppo.
Alcune sono le risposte: Howard XIX secolo in Inghilterra, propone un decentramento,
costruzione di nuove città di campagna; Spagna ipotesi di una città lineare, sviluppo
linearizzato.
Italia i nuovi edifici sono realizzati sulla base della tipologia in linea, in parte con la stessa
logica delle case unifamiliari in lottizzazione a scacchiera, definite dalle garden cities
all’inglese; nel frattempo in periferia si sviluppano ville o villini, e al nord, insediamenti di
attività manifatturiera.
La prima guerra mondiale rallenta la rinnovazione, fino alla totale esplosione negli anni 20,
ondata di rinnovamento totale che coinvolgerà anche la forma delle città; dovuta al
bisogno, la grande richiesta e l’innovazione dei materiali e il loro costo di produzione.
Si può dire che il nuovo secolo, il passaggio dall’800 al 900, sia caratterizzato da uno
squilibrio, dovuto allo spostamento massivo della popolazione dalla campagna alla città, ciò
viene chiamato urbanesimo ed è conseguente all’industrializzazione.
( per quanto riguarda la prima rivoluzione industriale) dunque: in un primo tempo le grandi
masse afollarono le vecchie città, addensarono le stesse e costruirono baracche inumane, la
mancanza di servizi, igiene, portarono ad epidemie e morti (urbanesimo e tubercolosi sono
due sinonimi).
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Forte era dunque il contrasto tra stile di vita borghese, improntato all’apparenza, e quello
della classe operaia, le cui uniche esigenze erano quelle di riparo/involucro, elementari
prestazioni a carissimo prezzo di affitto.
Per un intervento sulla situazione, partendo dalle teorie utopistiche di inizio secolo, si arriva
a programmi per dotare la classe lavoratrice di una residenza adeguata, con i quali risolvere
i problemi creati.
Si parla così per la prima volta di Existenz Minimum, livelli minimi dimensionali con
dotazioni igienico sanitarie, il movimento che diede forma a queste esperienze fu il
movimento razionale, il quale mise appunto le ricerche nel secondo dopoguerra.
L’intento era di ottimizzare il rapporto costi/benefici, risolvere il problema e rivalutare la
dignità umana, mediante razionalizzazione degli aspetti costruttivi e eliminazione del
superfluo.
Le ricerche si misero a punto teorie riguardanti:
- residenza come elemento più importante della città, inseparabile dai servizi
- attività produttive alla pari dell’insediamento umano
- attività ricreative in appositi spazi liberi e sparsi, o vere e proprie isole separate dal
tessuto edilizio
- circolazione tradizionale con strada e marciapiedi separati
L’edificazione a filo strada e la continuità degli edifici vengono viste come errori; la città stava
man mano diventando una disposizione di edifici all'interno della natura, come in un parco;
L’edificazione a maglia aperta nasce, mettendosi a confronto con i villini (esempi aborriti di
bassa densità e spreco di territorio), le strade vengono tracciate in funzione dei problemi di
circolazione con differenziazione di percorsi pedonali e meccanizzati, infine gli edifici posti
andando a seguir il migliore soleggiamento e più in generale orientamento.
Nasce l’edilizia del discontinuo, residenza e servizi sono indipendenti e autonomi; i piani
che regolano l’espansione non si limitano più ai soli tracciati viari ma definiscono anche aree
delimitate dalle strade e altezza degli edifici; nasce dunque la nuova figura professionale che
dirige e controlla lo sviluppo delle città: l’urbanista
le classi tipologiche di riferimento sono:
classe tipologica per residenze unifamiliari
- casa isolata
- casa binata
- casa a schiera
- casa con patio
- casa a piastra o a tappeto
classe tipologica per residenze plurifamiliari
- casa a spina
- casa in linea
- casa a torre o a blocco
- casa a ballatoio
- casa a galleria
- casa a gradoni
9 CITTA E CASE NEL DIVENIRE DELLE SOCIETÀ POST-INDUSTRIALE
La seconda guerra mondiale colpisce molto duramente gran parte delle città europee, la
necessità è quella della ricostruzione.
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ferite in centri antichi, edifici rasi al suolo o danneggiati, nascono nuovamente problemi di
sovraffollamento e scarsità di servizi pubblici e igiene.
- lo stato si impegna per il restauro e la ricostruzione
- le amministrazioni si adoperano per la rifunzionalizzazione di reti distrutte e servizi
- i privati si agevolano per la riapertura delle industrie
Problema di come intervenire: zone distrutte interventi di sostituzione più radicali, zone
meno colpite sulle quali conservano gli stessi allineamenti stradali.
In parallelo la ricerca, in base di criteri urbanistici di matrice razionalista, ovvero basati su
massimizzazione dei parametri igienici.
- aree ritenute zone di espansione vengono lottizzate
- sorgono isolati, dove il verde ancora una volta si limita ad una striscia
- le strade non sono più corridoi ma dimensionate secondo caratteristiche proprie della
zona
Si spalanca dunque un abisso tra la ricerca e le applicazioni (stanche e appartenenti al
passato)
La dignità della vita e quindi dell’abitare, oggetto di sviluppo economico, ha causato un
appiattimento dei valori architettonici e urbanistici, fino alla mercificazione degli alloggi,
funzionale solo agli operatori economici del settore.
La ricerca è stata in minima parte portata avanti in Italia solo dall’edilizia pubblica, esempio
negli interventi di INA CASA, cercando un evoluzione del tenore di vita e innalzamento del
livello culturale, dunque facendo riferimento anche a ricerche sociologiche del periodo.
Lo sviluppo si focalizzò sull’edificazione aperta, in contrasto con lo sviluppo a fascia chiusa,
visibile nella compattezza dei centri storici.
Periodo delle grandi migrazioni, domande di alloggio, ha come risposta massiccia
realizzazione, qui si nota il massimo sviluppo dell’industrializzazione edilizia.
Il cuore della città si identifica nel centro storico che viene sempre più caricato di una
funzione direzionale, commerciale e culturale, dunque una lenta e progressiva espulsione
della funzione residenziale dei nuclei familiari a basso reddito verso la periferia; ciò induce
ad una politica di decentramento dei servizi.
Per spezzare la spirale degli squilibri urbani si è invece attuata una riforma di blocco
all’espansione e politica del recupero, dunque contrassegnazione di limiti e riutilizzo
di tutte le aree.
I tipi edilizi classici e codificati, di stampo razionalista, si pongono di fronte alle tendenze
odierne come un repertorio di possibili soluzioni, per reinventare nuove forme di
aggregazione.
I nuovi bisogni generano esigenze che superano quelle base per entrare nell’ambito dei
fattori socio-psicologici, che possono avere influenza sugli aspetti spaziali dell’abitazione.
L’abitazione è pensata e progettata adesso, per gusti, aspirazioni, consumi di famiglie
uniformi, dove la felicità non coincide più con beni di consumo; si ha lo slittamento dai
bisogni che si riferiscono alla sfera dell’avere ai bisogni della sfera dell’amare, soprattutto
nella sfera dell’essere riguardanti il ruolo ricoperto nella società.
Basti pensare come queste nuove teorie entrino nella progettazione: maggiore
considerazione del proprio corpo, ai rapporti sociali, fenomeni di insicurezza e ricerca di
evasione portano un'alternativa routine:
- bagno: con dimensioni ampliate
- cucina: come laboratorio dietetico
- stanza da letto: con dimensione più grande per più vestiti
- soggiorno: si estende per accogliere persone a scapito dell’ingresso
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La grandissima necessità di comunicazione, di rimanere aggiornato (telefono cellulare,
ampliamento di borse e tasche), le preoccupazioni derivanti atti criminosi e la richiesta di
protezione (porte blindate); insomma, una ricerca di autosufficienza.
La casa che ne consegue è un bunker, edificio intelligente; una ricerca di evasione dalla
realtà trovato nell’ambito della casa, forse per lo stress quotidiano.
Lo sviluppo di strumenti elettronici deriva da queste necessità, nulla da più libertà di poter
accendere il televisore, comunicando passivamente con l’esterno, essendo liberi di
spegnerlo ogni qualsivoglia.
Oggi la famiglia è improntata verso lo star bene insieme e alla realizzazione.
La casa non è più un contenitore essa diviene modalità di interazione e dello star bene.
PREMESSA
La volontà degli studi tipologici è di illustrare una metodologia di analisi serrata ed
omogenea, in tutte le parti del lavoro.
Lo spazio urbano viene dunque analizzato e classificato in base a tipi e tipologie,
soffermandosi in particolare su elementi fondativi e fornendo classificazioni molto generali.
I tipi residenziali, espressioni della cultura e della società, sono strettamente legati al
contesto, modi di vita, abitudini sociali, modelli economici, politici religiosi e filosofici.
Dopo il periodo chiamato urbanesimo, caratterizzato dallo spostamento massivo da parte
della popolazione dalle campagne alla città, coincidente con la rivoluzione industriale, si
giunge a nuovi parametri di definizione dei singoli alloggi e della città intera, attraverso
ideologie e sperimentazioni viene attuata una codificazione.
DEFINIZIONI PRELIMINARI
(1) Tipo: deriva da tipo e significa letteralmente impronta, modello.
Una classe o un gruppo che si distingue per qualche particolare caratteristica.
esiste da sempre ed è ampiamente trattato dagli studiosi; chiunque si sia imbattuto nel
costruire ha utilizzato la sua esperienza, la memoria, facendo obbligatoriamente riferimento
ai “tipi” di cui aveva memoria, confrontandolo successivamente con altre costruzioni.
L’idea di tipo comprende quella di organizzazione: mediante l’individuazione di tratti comuni
a un certo numero di edifici, le caratteristiche proprie di un tipo vengono individuate per
differenza, ponendo a confronto più tipologie (osservando dunque i tratti caratteristici)
concetto necessario, sviluppato negli anni 60 in Italia, dove la necessità era quella di una
scienza.
il tipo è dunque:
-elemento fondamentale per la conoscenza dell'architettura
-elemento su cui si fonda il processo di ideazione di nuove architetture
molte sono state le interpretazioni:
trattatista quatremère de quincy pensava che la parola tipi non dovesse rappresentare solo
un immagine a cui far riferimento, da copiare ovvero da non scambiare con modello
(1.1) Modello: oggetto che si deve ripetere, tutto è preciso e dato
si differenzia dal tipo, il quale è un punto di partenza, per opere che tra loro non si
assomiglieranno, dove tutto è fornito in maniera più o meno vaga.
Si è dunque evoluto nel tempo verso un riconoscimento, l’individuazione di una regola.
(i 3 tipi originali sono individuati nei primi tipi di abitazione: caverna, tenda e capanna)
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è perciò il frutto di un processo che tende ad evidenziare elementi comuni e ricorrenti,
riscontrabili in più edifici, riducendo la molteplicità degli elementi in uno schema morfologico
comune.
le teorie sono numerose:
-Argan: individua il tipo come qualcosa di dinamico, un organismo in costante evoluzione,
alla produzione di nuova architettura
-Giorgio Grassi: lo vede come il minimo comune denominatore, il principio elementare che
sta sotto ad ogni costruzione, una forma base e una sintesi a priori dell’edificio, assume
caratteri della necessità
-Aldo Rossi: vedeva il tipo come regola formale di base, la quale deve essere contenuta in
ogni architettura, pena la perdita dei valori dell’architettura stessa.
Assume per lui il valore di una legge, una modalità di affrontare la realtà, dice di fatti che
molte architettura sono brutte data la mancanza di individuare scelte chiare, un carattere che
le unifica.
-Aymonino: lo individua in 2 diverse modalità
Una ha il fine di classificare, mediante un metodo critico, atto all’analisi e comparazione
l’altra è di tipo funzionale, con intento conoscitivo per comparare epoche diverse,
osservando il nucleo comune
significato che verrà adottato nel parlare di tipo.
(2) Tipologia: la greco typos e logos, significa studio dei tipi, studio delle specie
lo scopo è di elaborare classificazioni per rendere riconoscibili: concordanze, distinzioni e
successioni.
TIPOLOGIA EDILIZIA E MORFOLOGIA URBANA
(3) morfologia urbana: studio delle forme della città
(4) tipologia edilizia: tipi che costituiscono fisicamente la città
Questi due elementi permettono di compiere una lettura dell’evoluzione della forma urbana,
ciò permesso mettendo in relazione sviluppo morfologico e individuazione tipologica di
alcuni fatti edilizi.
Importante è lo studio orientato a comprendere: processi di mutamento e deformazione,
che permettano di dedurre leggi di mutamento edilizio che possano essere generalizzate.
La città non possiede momenti in cui può definirsi conclusa.
Mediante l’analisi dei tipi si cerca di capire COME si è strutturato l’ambiente che crea la città.
Essenziale nello studio è l’esame di rilievi murari, i quali forniscono una base di partenza per
la lettura del costruito.
L’esame comparato alle piante permette di determinare la diversificazione dei processi
tipologici, ricavando le regole attraverso cui si è formata e si costruisce la città.
Due sono le categorie fondamentali di edifici di cui è costruita una città:
(5) edilizia di base: destinati alla residenza
(6) edilizia specialistica: chiese, conventi, teatri, ospedali ecc…
Questi edifici sorgono all’interno di un:
(7) tessuto urbano: tendenzialmente sono caratterizzazioni univoche, dimensione
minima su cui è riscontrabile l’intero modo di relazioni scalari esistenti tra edifici.
inizialmente si presenta come mono-tipologico, ovvero dove è presente un unico tipo
di unità urbana
Esistono casi di compresenza di tessuti, dove un tessuto storico è ricoperto dalla
costruzione di un nuovo tessuto.
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Necessita inoltre di avere la capacità di aggregabilità, ossia di formare un tessuto mediante
l’accostamento di più esemplari edifici del medesimo tipo.
Diviso inoltre in:
(7.1) tessuto di base: formato da edifici residenziali
(7.2) tessuto specialistico: formato per lo più da edifici di tipo specialistici
L’attitudine alle relazioni manca all’interno del tessuto, si può invece ritrovarsi nel:
(8) organismo urbano: dilatazione organizzata e complessa del tessuto, di una
dimensione di ordine superiore del tessuto
Insieme di residenze al quale viene aggiunto un sistema di attività ( es manifatturiero o
commerciale o di servizi)
SE TIPO TESSUTO E ORGANISMO sono concetti con cui si LEGGE IL COSTRUITO
PERCORSI, ISOLATI E AREE VERDI sono gli elementi base che LO COMPONGONO
(10) Isolati: formati da edifici per lo più residenziali, posseggono 4 scale di dimensioni
(10.1) scala del percorso
(10.2) scala dell’isolato
(10.3) scala del quartiere: composto dall’insieme degli isolati
(10.4) scala della città intera: composta dall'insieme dei quartieri
Tendenzialmente l’isolato è costruito da edifici che si sono formati nel corso della storia,
evoluti e trasformati, per questo una classificazione tipologica precisa la classe di
appartenenza:
casa a corte
casa a elementi di profondità
casa ad elementi accostati
casa a blocco
(11) questa progressione dimensionale è accompagnata man mano da un livello di
studio sempre più dettagliato che vada ad esaminare: oggetti singoli ovvero i tipi edilizi, il
modo di aggregarsi, vicendevole condizionarsi, ruolo posizionale dell’organismo
insediativo-urbano
(12) Percorsi: struttura atta a consentire il raggiungimento di un luogo, partendo da un
altro.
La sua classificazione avviene in base alle strutture urbane che sottende, esso organizza la
divisione del terreno e delimita i singoli lotti.
Da sempre utilizzato per la divisione dei terreni e del suolo, la sua dimensione dipende da
una serie di fattori: sezione necessaria per la viabilità corretta, rapporto in sezione con i
tipi edilizi, legata anche alla forma dell’impianto e cultura insediativa cui l’impianto
appartiene.
Alcuni tratti caratteristici nelle planimetrie di città antiche sono: chiesa, cattedrale, palazzo
comunale si trovano solitamente centrati, mentre alla periferia, cimitero, mattatoi e
fabbriche; da ciò si nota l’importanza dei percorsi, atti al raggiungimento e alla
valorizzazione di edifici.
altri elementi caratteristici del percorso:
(12.1) nodi: intersezione tra due percorsi
(12.2) percorso matrice: atto al congiungimento di due unità
(12.3) percorsi di impianto edilizio: perpendicolari al percorso matrice
(12.4) percorsi di collegamento: congiunzione di due edifici, per tagliare e abbreviare il
percorso.
(13) Isolato: la più piccola parte urbana circondata da strade, le dimensioni dipendono dal
sistema di tessitura stradale.
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Un isolato è dunque una porzione di suolo urbano delimitata perimetralmente dal tracciato
viario sul quale insistono gli edifici.
Le differenze tra i diversi tipi di edifici sono riconducibili alle diverse culture insediative,
risalenti a: periodo storico, area geografica, condizioni economiche e politiche.
Alcuni sono gli elementi caratteristici, sempre presenti, che consentono di analizzarlo:
(13.1) suolo urbano: legato alla natura della proprietà, lotto e frammentazione dello stesso
(13.2) percorso: ruolo fondamentale, lo si può constatare facendo riferimento ad un
impianto medievale ( isolati definiti da case che si ripetono con la stessa tipologia edilizia), a
confronto con quello di Haussmann (Parigi) (isolato nasce dal tracciamento di percorsi)
(13.3) edifici: formati da edifici per lo più residenziali chiamati: isolati residenziali, possono
essere di due tipi:
-ripetizione di case uguali: presente lo stesso tipo edilizio
-edifici differenti: epoche diverse e accostamento di differenti tipologie edilizie
oppure:
-a singolo edificio: il quale può essere formato da edifici residenziali o edifici pubblici
ulteriori classificazioni si hanno mediante l'individuazione di tipologie correlate:
isolato a schiera
isolato a blocco
isolato a corte
I TIPI EDILIZI DELLA RESIDENZA
per quanto riguarda l’analisi di tipi di base, ognuno verrà studiato facendo riferimento a:
dimensioni, distribuzione, modi di occupazione del luogo, il suo rapporto con l’esterno; nella
loro generalità e ripetibilità, andando a considerare l’applicazione dello stesso tipo nelle
differenti epoche, partendo dalla domus fino ad arrivare alla casa a blocco.
il concetto di tipo si va successivamente a distinguersi in:
Il tipo architettonico si riferisce alla configurazione spaziale e funzionale di un edificio. È un
concetto più astratto, legato alla struttura interna, alla distribuzione degli spazi, e alla
funzione che l'edificio deve svolgere. (Ad esempio, il tipo architettonico di una basilica è
caratterizzato da una pianta longitudinale con navate, transetto e abside, che deriva dalle
esigenze liturgiche della Chiesa.)
Il tipo edilizio, invece, si riferisce alle caratteristiche tecniche, costruttive e materiali di un
edificio. Si concentra sugli aspetti pratici della costruzione, come i materiali usati, le
tecnologie costruttive, e le soluzioni tecniche che definiscono l'edificio dal punto di vista della
realizzazione pratica. Il tipo edilizio può variare a seconda del contesto geografico, delle
risorse disponibili e delle tradizioni costruttive locali.
Approfondendo il tipo edilizio si notano, caratteristiche che man mano si vanno a specificare,
andando così ad introdurre il livello di tipicità:
Riassunto: quanto il tipo viene studiato nel dettaglio.
Esempio l’edificio assume in sé un primo livello di tipizzazione, di natura artificiale a
contrasto con il luogo naturale circostante.
Per poi differenziare in edifici, residenziali e specialistici, poi abitazioni singole o
plurifamiliari; possibile è una ricerca a ritroso del tessuto urbano, fino ad arrivare, risalire al
tipo base.
Il tipo individuato all’interno di questa analisi è la cellula elementare, matrice e
sottomultiplo di tutti gli edifici residenziali.
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||| come si è sviluppato |||
Nelle città non sottese a dominio o influenze romane si vedrà come la cellula elementare è
ricoperta da case monocellulari, costituite da un vano quadrangolare, basate su una cellula
edilizia di circa 25/35 mq, dotate di una sola apertura plurifunzionale (illuminazione e
ingresso).
Man mano, evolvendosi, ha assunto uno spazio di 60 cm circa chiamato ambitus, fino ad
arrivare al muro in comune (il quale porta con sé il differente senso dell’orditura del tetto).
All’aumento delle esigenze abitative si ha il raddoppio, dove solitamente la sovrapposizione
avviene verticalmente, questa modifica porta con sé lo spostamento della porta e la
creazione di una finestra superiore (non più legata all’ingresso bensì solo all’illuminazione),
e la creazione di una scala che potesse collegare i due vani (esterna), chiamata profferlo, il
cui compito era quello di occupare il minor spazio possibile.
La scala esterna indicava la differenziazione delle funzioni interne ( parte inferiore, focolare
e soggiorno, base per la vita diurna, superiore, zona notturna), quando le attività erano
complementari la scala si trovava internamente.
La necessità dell'aumento di spazio porta alla creazione di due tipi:
- casa a torre: epoca medievale, cellula elementare al piano terreno, si ripete in
altezza e la cellula alla base diventa bottega, collegata da scale semi verticali in
legno, interne
- casa a elementi accostati: il raddoppio della cellula avviene nella profondità della
stessa
CASA A CORTE
Si fonda sul concetto del recinto, definito dallo spazio aperto centrale, delimitato dai corpi di
fabbrica; la logica del fabbricato e la stessa distribuzione trova una logica nel rapporto
con la corte stessa.
La forma più compiuta di questa tipologia risale al tempo dei romani, con la domus, ogni
elemento ha un nome e una precisa collocazione, le misure sono fissate sia in pianta che in
alzato seguendo rapporti proporzionali.
Dalla nascita degli isolati che seguivano l’impianto ippodameo con misure prestabilite (120
piedi romani: 32.25m), la domus diviene misura stessa dell’isolato, attribuendosi dunque un
valore urbanistico.
Gli isolati divengono ripetizione di domus, uniformandosi alla loro misura.
La tipologia a seconda delle diverse locazioni, pur mantenendo la matrice originale,
derivando sempre dal concetto di recinto, assumerà caratteristiche proprie.
dato importante per la collocazione della domus: l’orientamento rispetto al sole.
Il passaggio dalla domus isolata all’aggregazione è segnata dal formarsi di tessuti in serie
aperta, formati da percorsi paralleli con una sola fascia di pertinenza.
Con l’accrescere del grado di urbanità si assiste alla nascita di tre fenomeni:
- il primo: la crescita del costruito a spesa dell'aria urbana
- il secondo: la taberizzazione, sul fronte, privilegiando l’uso della strada, nascita di
botteghe come punto vendita (elementi a corte-schiera)
- il terzo: insulizzazione, data la necessità di addensamento dell’aggregato, la domus
diviene edificio pluripiano
Arrivati alla coincidenza tra lotto e casa, si osserva un costruito unitario, dove la corte
diventa il polo del lotto, questa conquista edilizio-architettonica ha reso possibile massimi
risultati ambientali, portando ad un'evoluzione del tessuto che diviene a corte.
Si vede dunque come il tipo della casa a corte derivi dalla domus romana, favorendo uno
sviluppo degli spazi coperti a svantaggio di quelli aperti, i quali comunque ricoprono il ruolo
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fondamentale di illuminazione e distribuzione dell’edificio (aspetto che caratterizza questa
tipologia dalle altre).
L’accesso all’abitazione non è mai diretto ma mediato dal cortile, ciò permette di percepire
l’ambiente nella sua interezza prima di entrare (liceo artistico).
Con l’evoluzione in epoca gotico-medievale, l’edificio monofamiliare a piano terra possiede
una bottega che occupa il fronte strada, si va poi a differenziare l’ingresso tra le due.
La casa a corte diviene casa a fondaco, dove alle funzioni tradizionali, aereo-illuminanti e
di distribuzione, si aggiunge quella adibita a lavoro e scambio.
L’edificio a corte si apre verso l'esterno solo nel periodo tardo medievale, ponendo il nuovo
problema dell’estetica del prospetto esterno, si impone infatti sulla strada, luogo
fondamentale di scambio.
Con l’introduzione del palazzo, il tipo di riferimento è quello della casa a corte, lo schema
cerca di codificare simmetrie, proporzioni e regole, sia in pianta sia in alzato, lo spazio
aperto viene prevalentemente usato come luogo di svago oltre che per l’aereo-illuminazione,
si va invece a svincolare la funzione distributiva, sostituita dall’androne (luogo di accesso),
uno spazio semi-pubblico ben visibile nel percorso figurato (per enfatizzare la strada che nel
periodo gotico è il luogo pubblico per eccellenza).
Si ha in contemporaneo lo sviluppo, in alcune città, dell’isolato a corte, dove si ha l'edificio
che contorna l’interno isolato e lo spazio interno viene lasciato a servizio della popolazione;
classico esempio visibile nel progetto friedrichstadt a Berlino e Amsterdam, dove l’intero
tessuto residenziale è formato da isolati a corte.
Tema ripreso da Berlage per il piano per Amsterdam sud del 1915, il quale lega il tema
dell’isolato a corte con l’impianto viario e alla definizione di spazi collettivi; tentativo anche
nel periodo dei grandi interventi dell’edilizia popolare a Vienna dove vengono esaltati i valori
della collettività, dove il lotto costituisce solo una piccola parte del lotto edificabile 50%.
CASA AD ELEMENTI ACCOSTATI
Codificata in epoca medievale, se non sottesa da tessuti a corte di origine o derivazione
romana, la città presenta come modulo base l’elemento a schiera di passo monocellulare e
profondità e altezza variabile; prevede una cortina continua e parallela alla strada stessa.
Fatti storici: tutte le attività, dal dormire al lavoro venivano svolte in casa, intorno al XII
secolo i borghi mercantili fuori le mura diventano il fulcro della città dove si svolgono gli
scambi, i proprietari non sono possessori del suolo ma pagano l’affitto, il suolo è
tendenzialmente suddiviso in parti uguali; i lotti si ripetono regolarmente ed hanno al forma
rettangolare allungata con il lato corto verso la strada, coloro i quali affacciano su di essa
sono privilegiati dato lo svolgimento delle attività di commerci e scambio.
La risultante di un processo tecnico-culturale è l'incremento verticale a discapito di quello
orizzontale ma soprattutto, la codificazione della casa a schiera (tipo al quale si connettono
tutti gli individui edilizi nati nel corso del XIII secolo).
Data l’aggregazione in profondità presenta due fronti ciechi, perpendicolari al percorso si
trova inoltre raddoppiata sulla medesima, è inoltre a due piani sovrapposti.
La maggiore richiesta di abitazioni fa sorgere il fenomeno dell'insulizzazione della domus:
la plurifamilarizzazione del recinto.
I due tipi vengono fusi tra loro, con la conseguente creazione della casa: a corte-schiera,
nata sul finire del XII secolo, per far fronte alla carenza di spazio, spiegata così la crescita
verticale.
la casa a schiera si evolve successivamente in due tipi:
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- il primo dedicato a uso commerciale, dove la scala veniva posta parallelamente al
fronte e situata sul fondo della cellula
- la seconda dove il piano terreno era dedicato all’atrio dell’abitazione, la scala veniva
posta ortogonalmente al fronte
Altro aspetto fondamentale, il passaggio da casa unifamiliare a plurifamiliare ma
soprattutto l’inizio della gestione degli edifici modello affittacamere; tale fenomeno
incrementa l’altezza al di là dei due piani e si sviluppa in zone fortemente nodali: questa
conformazione porta a definire il tipo della casa a schiera matura.
L’avanzare dei tempi e il cambio di abitudini porta poi alla scomparsa dell’identità di luogo tra
casa e bottega.
CASA AD ELEMENTI IN PROFONDITÀ
Consiste nella totale occupazione del lotto, adattando la distribuzione degli ambienti e forma
dell’edificato alla forma del lotto; il costruito si estende dunque su tutta la superficie a
disposizione, ricavando al proprio interno, spazi aperti necessari per distribuzione e
illuminazione.
Lo spazio aperto (non è architettonicamente definito come nella corte) ha motivazioni
puramente funzionali; tutti gli ambienti tendono a relazionarsi con l'esterno e la strada.
- segna un’importante svolta all’interno dell’architettura come nella società, la
scissione, nella rivoluzione industriale, la fine della coincidenza fra luogo
dell’abitazione e del lavoro.
CASA A BLOCCO
Similmente alla casa a elementi di profondità: occupa tutta la superficie del lotto, bensì è
prevalentemente plurifamiliare.
Casa circondata da spazio libero su tutti e quattro i lati, di fatti chiamata villino, villa urbana
o palazzina.
- norma degli isolati riguardante lo spazio libero: chiusa (non consente accesso diretto
dalla strada) semiaperta (dotata di uno o più passaggi di dimensioni limitate) aperta
(con cortili in parte chiusi in parte aperti)
Tale tipo viene utilizzato nelle città a partire dal XVIII secolo, epoca in cui avvengono
trasformazioni nel modo di abitare e dalla natura proprietaria dei suoli (diritto di edificare
deriva dalla proprietà del suolo); gli abitanti della città sono svincolati dall’abitazione
familiare, grazie al passaggi dal lavoro artigianale al lavoro industriale e dalla necessaria
mobilità sociale.
I lotti venivano impiegati nell’ottica di massimo sfruttamento e speculazione, la casa a
elementi di profondità scompare, quella a blocco o in linea plurifamiliare divengono le
prescelte, la mobilità sociale porta al consolidamento delle case d’affitto.
L'isolato ottiene una nuova connotazione, misura stessa della città, unità elementare
della città (non è più la casa).
Esempio: Barcellona, con la rigida maglia stradale, regolare, geometrica che si ripete in
ogni parte della città.
Lo schema ippodameo viene ripreso con una dilatazione delle misure, l’isolato di forma
quadrata ha angoli smussati a 45°, ogni aggregazione di 4 isolati crea un incrocio, creando
apprezzamenti di edificio più costosi proprio sugli angoli.
Tutte le misure sono collegate al numero, nulla è lasciato al caso e alla spontaneità come in
epoca medievale.
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Il mutamento di scala tra città preindustriale e città industriale, con tempi e ritmi diversi nelle
principali città europee, comporta nonostante le differenze culturali, fenomeni simili:
Parigi e Berlino: interessi nella speculazione vanno d’accordo con interessi delle imprese
costruttrici e organizzazione generale, potendo vedere casistiche particolari:
- indifferenza tra zone residenziali rispetto a luoghi di lavoro
- attrezzatura viaria e meccanica permettono massima mobilità
- nuova regolamentazione di iniziative private e pubbliche
- interpretazioni di città, regolata attraverso lottizzazione
Per l’evoluzione la casa a blocco, la casa d’affitto, è lo strumento più adatto, in relazione
dell’investimento del capitale e condiziona lo sviluppo urbano; si trova di fatti largamente
diffusa nelle città europee (con particolari regolamentazioni a livello igienico sanitario e di
sicurezza) esempio Berlino, dove norme sull’altezza, dimensionamento derivavano dalla
possibilità di rapide manovre per carri e pronto interventi di pompieri (ordinanza di polizia
1853).
Parigi: larga adozione di edificio multipiano a blocco (il piano nobile è destinato al
proprietario) è dovuta a alta redditività e alta densità abitativa, mediante la tripartizione
dell’edificio che consisteva in:
- piano terreno e mezzanino: attività commerciali
- corpo centrale (dai 4 ai 6 piani) alloggi di affitto
- tetto a mansarda ( ulteriori alloggi)
Gli isolati seguivano gli obiettivi degli edifici: la massima rendita, possibile mediante una
rigorosa lottizzazione e parcellizzazione della proprietà (massima rendita e ricomposizione
morfologica).
Italia: la sistemazione a blocco è destinata principalmente a quartieri popolari, in genere
costruiti lungo il perimetro delle strade; tali quartieri come lo “Spaventa” a Milano hanno una
serie di servizi collettivi posti al centro del lotto.
IL TIPO E IL MODERNO
Importanti sono i cambiamenti sociali, politici ed economici che il movimento moderno si
ritrova ad affrontare:
Profonda crisi del mondo ottocentesco, esigenze di trasformazione della società, imperi che
si dissolvono, nuova geografia politica e sociale con conseguenti rivolgimenti in campo
economico, scientifico, filosofico e letterario.
L’architettura dimostra dunque i disagi complessivi e una volontà di trasformazione radicale.
La città ottocentesca incarna il luogo fisico in cui si sono concretizzate tutte le tensioni e
contraddizioni: mediante un'analisi, dopo una successiva discussione su forma e
funzionamento, nasceranno proposte innovatrici.
La volontà di conoscenza del periodo porta allo sviluppo di una serie di tecniche di
indagine, approfondite e sistematizzate, di carattere scientifico, le quali coprono diversi
ambiti: economia, statistica, censimento e comparazioni.
La discussione tipologica giunse nel diciottesimo secolo ad uno spartiacque:
- da un alto la rivoluzione industriale induceva a porre la natura dell’architettura sullo
stesso piano delle macchine
- dall’altro l’illuminismo cercava regole che determinassero la composizione in modo
immutabile
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Appartengo a questo periodo il trattato di Laugier, dove sulla base di forme geometriche
elementari sono proposte piante di nuova concezione
Boulle che nel progetto della biblioteca nazionale, ha l’intenzione di donare un carattere
sociale, per la creazione di un nuovo modo di considerare la biblioteca, basandosi sul
significato simbolico del libro (sede fisica in cui si conserva l’identità spirituale), associa ad
essa 3 riferimenti morfologici, i quali dovevano essere capaci di raffigurare questa
simbologia:
- scuola di atene: richiamo alla saggezza
- anfiteatro gradonato: il libro diviene elemento fisico attraverso cui si conosce
l’architettura
- basilica tardo imperiale: nasce da esigenze spaziali, per un servizio più veloce ed
efficiente
I principi compositivi di Laugier, vennero ulteriormente sviluppati da Durand, il quale
sviluppò una sistematica tanto chiara quanto meccanicistica analisi di tutti gli edifici e le sue
combinazioni; alla cui base vi era il duplice postulato funzionalità e economia (aprendo le
porte alle riflessioni del ventesimo secolo).
Un analisi che portava l’architettura ad una riduzione geometrica, la quale rende
leggibile il collegamento tra esistente e tipologie basate su geometria universale.
L’evoluzione della civiltà all’inizio del secolo: sviluppo scientifico industriale, dei mezzi di
trasporto, richieste di complessi bisogni; portò alla maggiore richiesta di manodopera in tutti i
campi.
Maggiore urbanizzazione, densità di popolazione nelle città, il conseguente caos urbano
dovuto all'inesistenza di attrezzature, miseria operaia e sovraffollamento, portarono agli inizi
del secolo ad una vera e propria crisi di inurbamento.
La situazione produsse ricerche tendenti alla rifondazione del concetto di città, che da
fenomeno naturale diviene prodotto artificiale.
L’architettura inizia dunque a confrontarsi con la metropoli, accettando dunque il nuovo
modello insediativo della cultura moderna: la grande città.
Prime proposte nacquero maggiormente a partire dal primo dopo guerra, il dibattito
sull’abitazione abbandonano il livello utopico per dedicarsi alla pura pratica
realizzativa, dato il bisogno successivo alla distruzione; la ricerca si direziona verso il
rapporto con la natura, colonie di tipo comunitario, di aspetto armonico come nel villaggio di
Owen oppure, all'opposto, soluzioni alla grande centralizzazione.
Il dibattito si focalizza maggiormente su due aspetti strettamente connessi: la definizione
dello spazio abitativo e la conformazione dell’assetto generale.
Nasce lo studio per la realizzazione della casa minima, portata avanti data la grande
richiesta sociale e politica, la quale potesse procurare a tutti un'abitazione dignitosa:
- più economica possibile
- più piccola possibile
- tempi veloci e abbreviati
Di conseguenza: tagliata nel modo più esatto possibile, in base alle esigenze vitali, uguale
per tutti.
Un'edilizia a basso costo che fosse disponibile per tutti.
Aiuta alla spiegazione di determinati impianti la proprietà del suolo, tra le cause che hanno
influito nel XVIII secolo all’accrescimento incontrollato delle città, il meccanismo di
speculazione che diventa l’elemento trainante per tutte le decisioni
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Le ricerche vertono verso:
- materiali diversi
- tecniche costruttive
- standardizzazione (fino a soppressione di differenze) e tipizzazione
(standardizzazione: si riferisce al processo di unificazione e definizione di norme o
criteri comuni. L'obiettivo è creare uniformità per garantire che prodotti, processi o
servizi siano coerenti e compatibili tra loro. Ad esempio, la standardizzazione delle
misure, delle parti industriali o dei protocolli di comunicazione.)
(tipizzazione: si riferisce alla classificazione o categorizzazione di oggetti, processi o
fenomeni in "tipi" distinti, basati su caratteristiche comuni. Questo concetto è
utilizzato per identificare e organizzare elementi in gruppi omogenei, facilitando la
comprensione e l'analisi. Ad esempio, la tipizzazione dei caratteri di personalità o dei
modelli di auto)
Esempio: cucine e insediamenti non erano più “sù misura” bensì a misura di un tipo familiare
astratto, dato da mezzi statistici, portando la qualità dello spazio interno a livello
generalizzato.
Innovazioni di tecniche costruttive si vendono nella ricerca di Le Corbusier: dom-ino,
svincolata la facciata dalla struttura, resa dunque libera.
"abitazione per il minimo vitale" fu il tema principale del secondo CIAM tenutosi a
Francoforte.
Minimo era inteso non tanto per le misure quanto di essenzialità per la vita, dunque non di
minimo assoluto (già precedentemente codificato) quanto di minimo relativo; tra spazio,
aria, luce, calore, per poter svolgere al meglio le funzioni vitali senza restrizioni dovute
all’alloggio.
Il parametro non era più il numero dei vani, bensì dei letti (divenne metro di riferimento),
minimo vitale (40/42 mq per ⅘ letti)
Il processo si articola per sommatoria:
- più letti formano un alloggio
- più alloggi formano un’unità
- più unità formano un insediamento
- più insediamenti formano una città
Scompare inoltre la necessità di rimanere attaccati a esperienze del passato, infatti la
casa minima costituisce anch’essa un tipo, ma non un tipo derivante dal passato.
La tendenza è quella alla scomposizione per esigenze, attività elementari, a cui dare
risposta.
Klein ha impostato la sua ricerca verso un'ottimizzazione, mettendo in rapporto il problema
della riduzione dimensionale con quello del miglioramento effettivo delle prestazioni.
Ponendo da parte la ricerca estetica, l’attenzione si è concentrata verso individuazione
logico matematica di parametri oggettivi, per la distribuzione di alloggi tipo:
- metodo grafico
- metodo a punti
- metodo a incremento successivo
per poi arrivare a:
- concetto iniziale: “effetto letto” dimensionamento degli spazi in rapporto al numero di
persone
- “effetto utilità” “effetto abitabilità”: i quali prendono in considerazione standard ottimali
di funzionalità e di confort per una cellula minima.
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Esiti delle ricerche riassunti nelle tavole sinottiche, le quali mostrano al mutare di spazio, il
mutare di distribuzione.
Razionalizzò inoltre l’arredamento, abbreviò la distanza tra le singole zone, ridusse al
minimo i percorsi e concentrò le superfici libere.
Le chiavi del periodo:
- funzionalità
- praticità (adeguare i diversi ambienti alle attività)
- essenzialità (sopprimere il superfluo e introdurre il necessario)
- economicità (attraverso una diminuzione di superficie)
Modifiche che portarono alla riduzione della casa tipo da 4 a 3 cellule, andando a dividere
zona diurna e notturna, lasciando spazio ad un numero di locali ristretto ed essenziale, con
studi riguardanti le misure minime, date da arredo, vivibilità e standard igienico sanitari.
Lo studio a riguardo di Le Corbusier lo ha condotto ad immaginare un altezza interna
minima fissata a 2.70m e la riduzione di una cellula minima di 14 mq, parametri visibili
anche nelle opere di ville radieuse e cité pour un milione d’habitant.
Un'ulteriore definizione di casa popolare si ha con la divisione in casa popolare ad
abitazione unifamiliare e case popolari ad abitazioni collettive.
Dal ciam di amsterdam 1924 al ciam di bruxelles 1931, la condizione del dibattito si
evolvette: nel 1924 c’era la ricerca di una casa giardino, per ridare all’uomo la natura che in
città era stata tolta, cercando l'equilibrio, nel 1931, questa tipologia venne abbandonata,
dato che la casa bassa crea nel tessuto una diluizione eccessiva.
Con il passare degli anni si ha dunque lo sviluppo delle città, andando alla ricerca di
verticalità, in risposta ad economia e densità, perfino Gropius, favorevole a questa
soluzione, constatò che quest’ultima permetteva una maggiore aereazione, soleggiamento e
assicurava massime superfici verdi.
Definite allora tipologie edilizie a schiera, evoluta poi a ballatoio: esempio nel progetto per il
quartiere di Berlino, ciò permetteva orientamento e soleggiamento adeguato nelle due
facciate.
Il quartiere funzionalista tipo aveva in maniera riassuntiva:
- distinzione del tracciato viario dalla trama degli edifici
- dislocazione dei blocchi di case in linea su area verde
- concentrazione dei servizi ai margini del tessuto residenziale
- tipizzazione delle cellule
- concezione addizionale del montaggio costruttivo
Infine, come testimoniato nel CIAM del 1933 il nucleo base dell’urbanistica è costituito da
una cellula di abitazione, ma soprattutto dal suo insediamento di gruppo andando dunque a
definire la modalità edilizia del movimento moderno, definita: aperta (non segue più la forma
dell’isolato ma si dispone liberamente su di esso, seguendo logiche proprie di occupazione
del suolo, favorendo il rispetto al verde, orientamento e sole).
La forma dei quartieri viene individuata da May e descritta come:
- isolato di dimensioni ridotte, spazi centrali a corte, chiusa o aperta a seconda dei casi
- edificazione per linee parallele, seguendo l’andamento della strada principale
- edificazione per file parallele isorientate
Nuovi tipi edilizi sono creati e zaffagnioni ne fa una classificazione:
- tipo edilizio a casa isolata
- tipo edilizio a casa binata
- tipo edilizio a casa a schiera
- tipo edilizio a casa con patio
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- tipo edilizio a casa in linea
- tipo edilizio a casa a torre
- tipo edilizio a casa a ballatoio
- tipo edilizio a casa a galleria
- tipo edilizio a casa a gradoni
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