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Andrea Palladio e Jacopo Barozzi Da Vignola. Dialogo Tra Bruno Adornio e Howard Burns

Il documento esplora il concetto di stile nell'architettura, evidenziando la sua funzione come linguaggio e codice di segni che riflette i valori culturali di un'epoca. Si discute l'importanza della relazione tra forma e storia, con particolare riferimento a figure come Jacopo Barozzi da Vignola e Andrea Palladio, e come le loro opere siano state influenzate dalle rispettive committenze e contesti sociali. Infine, si sottolinea la dimensione etica e culturale dello stile, che unifica architettura, città e territorio nella creazione di un'esperienza spaziale condivisa.

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Il documento esplora il concetto di stile nell'architettura, evidenziando la sua funzione come linguaggio e codice di segni che riflette i valori culturali di un'epoca. Si discute l'importanza della relazione tra forma e storia, con particolare riferimento a figure come Jacopo Barozzi da Vignola e Andrea Palladio, e come le loro opere siano state influenzate dalle rispettive committenze e contesti sociali. Infine, si sottolinea la dimensione etica e culturale dello stile, che unifica architettura, città e territorio nella creazione di un'esperienza spaziale condivisa.

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(TU ORNL MLL Sen oat Lostile identifica -unita linguistica di un codice di segni a cui la cultura artistica di un’epoca fa riferimento, rappre~ sentandone i valori ¢ le forme nell'unita di linguaggio, pensiero e teenica-!, Lo stile & dunque, innanzitutto, linguaggio Ce eee eee ee ee ey epifania formale. E anche perd un codice, un sistema di segni, portatore di signific Dr ruolo nella storia é anzi, direttamente collegato alla sua capacita di comunicare, “tradurre”, concetti ed esperienze, da un luogo alaltro, da un tempo alfaltro, Nella sua astrazione latente sta la sua dimensione universale, sta la misura del suo permanere, Se da un lato, infatti lo stile & espressione di un’epoca e di una’societa, trovando declinazioni diverse a seconda dei luoghi e delle culture con cui entra in contatto ¢ da cui verra poi assorbito, letto e reinterpretato; dallaltro possiede una dimensione “altra’, astratta ed universale, rivolta ai grandi cieli della storia della civilta, ai suoi momenti di forte contrazione eivile, d'insicurezza, di erisi, a quelli di massima diffusione ¢ affermazione, che in tempi e Inoghi diversi hanno traeciato la storia delI'umanita. «Clo Stile e ci sono gli stilis ricorda Viollet-le-Due nel suo Dictionnaire, Tuno é fissato nell'universalita dei prineipi delVarchitettura, Valtro 2 la sua manifestazione fenomenica; Puno langue, Taltro & parole’, ovvero “lingua parlata’, espressione della molteplicita delle figures physiques attraverso cui uno stile pud manifestarsi nelle sue interpretazioni. Lo stile dunque, ? il «rapporto tra la forma e la storia nel suo farsi« serivera o che fluisce dal passato, sostanzia il presente, per aprire all’avvenire=*che lo fa portatore. La vera differenza che distingue i percorsi artistici di Jacopo sta proprio, innanzitutto, nella profonda diversita delle rispettive committenze © quindi delle societa ~ quella pontificia romana e quella oligarchica veneta, di ee ee ae sostanziato, indirizzato, condizionato il lavoro. E sara cosi la lettura palladiana, in quanto interprete innovativa della societa veneta della meta del XVI secolo, ad essere accolta ¢ filtrata dalla lunga stagione “moderna” delParchitettura ¢ della societa inglese (e pitt tardi americana), tra il XVI ed il XIX secolo, che fara del Palladianesimo il linguaggio Coo eee I coneetto di stile, ed il suo valore per la contemporaneita, risiede dunque, probabilmente, proprio nella sua di- mensione etica e culturale; nella sua capacita di ritrovare un linguaggio consapevole, una “misura” civile, un “minimo”, coinvolgente la scala dell'architettura con quella piit ampia della citta e del territorio, unificandole nell'esperienza de coed Pern eee re SS ee Se ey ee ee eee magine spaziale, [...] nella eapacita che esse hanno di restituirci, nel cuore del presente, la successione intensa del loro "Voce Stile in Auvo De Pou (a cura di) Enciclopedia dell architettura, Motta Ed., Re ee ete ere eee Oe ce en eee ' Rosanto Asstsro, Il paesaggio e Uestetica, Napoli 1973. Nella pagina a fianco: Grovaxst Atosto Canat, detto Caxaterto, Veduta del Canal grande verso il Ponte di Rialio, 1723-24, eattiinen! nM “m Me a Jacopo Barozzi da Vignola, Disegno preparatorio in controparte per la tarola XIX della Regola delli Cinque Onini d’Archite Nella pagina a fianco da sinistra: Regola delli Cingue Ordini d’Architettura di M. Jacomo Barozzio da Vignola, 1562, partica fontespizio con i itratto dell architeto;ipotetio rtratto giovanile di Palladio raffigurato nel frontespizio di The Architec of Andrea Palladio, Londra 1715 (traduzione inglese di Giacomo Leoni de quattro libri del’ architettura) ANDREA PALLADIO E JACOPO BAROZ ZLDA VIGNOLA Dialogo tra Bruno Adorni ¢ Howard Burns A li Marco Maretto, Bruxo studioso di tra cil professor Howard Burns. o, non so dire se di tutti i tempi, ma degli ultimi trentanni s Quindié per me un onore il fatto di potere in qualche modo rival il punto di vista di un altro architetto, ed anche se Faccio una piccola presentazione anche se dopo aver affe i pit grande studioso di Palladio non so cosa potrei aggiungere. Sul’ onda personale del ricordo, posso dire che 'ho conosciuto bene alla fine degli anni ‘70 ¢ poi ho avuto la fortuna di andarlo a trovare a Londra nelVottobre 1980, dove fra Valtro, proprio a casa di Howard Burns, ho avuto la notizia della vineita della mia ¢ iolto interessante per v: tanto il Courtauld Institute of Art dove lui lavorava di Robert Adi essere considerato il pitt grande c. Questo ? il mio parere sineero, pur nel tentativo di evidenziare che probabilmente ci lascerd le penne. che, grazie ad i disegni, ho avuto lonore di ungerd a Paolo esto gi di per s di Palladio con un oc wrafie tra Howard Burns, gid allora ui vedere uno per uno. Non lo Portoghesi. a Manfredo Tafu Attualmente Howard Burns ® professo professore Ordinario di Storia dell’ Arc! ra a Venezia, al posto che era di Manfredo al Courtauld Institute ¢ in seguito, dove ho di nuovo avuto la fortuna di andarlo a trovare, Cambridge, Massachusetts, alla Graduate School of Design ed ha ragg studioso di prim’ordine ¢ come presidente del C.LS.A. Palladio. eme a James Ackerman a ‘esperienza internazionale come Howann Buns: Eh, basta cost Grazie. BruNo AvorMt: Partird dal mio Vignola per cereare di eapire, molto veloceme di Vignola all'antico, ricordando - ma ei dard qualche aceenno ben pid approfondito Howard Burns naturalmente il rapporto che in generale il Rinascimento aveva con Vantico. Tale rapporto quasi doveroso per tutti gli architetti del Ri- nascimento, ma lo & stato in modo particolare direi per Palladio (che in un certo senso & forse 'unico a voler veramente essere un architetto antico). alcune particolarita del riferi Jacopo Barozzi da Vignola, Proget Firenze, Bib Anticipo delle cose che puoi anche sm Itima opera, ultimo capolavoro di Palladio (anc non completato quando lui era vivo) ali effetti un teatro romano antico 2 »gico, che Palladio aveva ben imparato collaborando con Barbaro, tra 'altro c jose proprio del teatro greco e del teatro romano soprattutto. Anche Vignola li particolarmente approfondito ¢ i (come tanti altri architetti, compreso lo stesso Palladio) di il grande retaggio del primo Cinquecento romano. Questo rapporto fra Pa studio ¢ 'amore per Bramante, Raffaello, Peruzzi, ¢ An un tema complesso: pit sbilan che mi sembra molto interes nche se & tu une illust ore per antic io Da Sangallo, ® divers to verso lantico Palladio, pitt verso il primo C in Vignola e che leggendo Vintroduzione alla Regola delli Cinque Ordini d’Architettura e da altre cose, & questo uso abbastanza dell'ordine architettonico nelle facciate delle chiese, e secondariamente anche nei pochi interni che ha progettato. Come vede nel progetto autografo per Santa Maria in Traspontina a Roma, Vordine dorico, oltre a mostrarsi cosi imponente rispe alla pochezza del secondo piano, appoggia direttamente sul filo del disegno, si starebbe per dire, e quindi 'appoggio de hase della colonna & proprio sul piano di calpestio, come era del ano. Poi ci pote essere lo stilobate, perd certamente la visione del’ ordi come avviene normalmente invece in Leon Battista Alberti Questa mi sembra un’aderenza molto sottile di Vignola all’an ho capito di Vignola, infatti, egli era una persona molto gentile d’ distrarre e questo forse, nella chiesa del Gesi in qualche misura gli certo senso, ¢ la sta adesione all'antico in Santa Maria dell’Orto, che credo sia in qualche modo il suo capolavoro nel te della a della chiesa: siamo sempre verso il 1565-66. Anche qui, addi ialzata comporta che l'ingresso le basi siano quasi sotto terra: c anche qui di far partire la base della colonna, o della parasta, dal piano di calpestio che 1 Consideriamo il progetto del Gesit, che & del 1570: & la seconda o la terza volta che Vignola fa un disegno per la face del Gesii ed é la prima grande sconfitta della sua carriera e anche Pultima perché muore poco dopo. Di questa sconfit abbiamo varie letture, comunque il eardinale Alessandro e i Gesuiti non glielo approvano. Anzi il cardinale Alessandro, da quaranta scudi, come a dire

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