Sono giorni e giorni che ti scrivo lettere e che non riesco ad inviarti. Ci riprovo.
Ho pensato tanto a noi. Per un attimo ho anche avuto uno spiraglio di luce, ma era un’illusione. Le “fiamme
gemelle” no, non siamo io e te. Illusione.
Te sei altro per me e sono sicura che lo sai.
Ti scrivo, non per riaprire, ma per chiudere. Con amore, sì, ma non più con amore che lega. Con amore che
libera.
Ho ripercorso tutto in questi giorni, dal primo incontro e nulla era per caso. Io e te dovevamo incontrarci,
era già scritto. Come era già scritto che te dovevi spezzarmi in quel modo. Come era già scritto che te
dovevi entrare e fuggire continuamente dalla mia vita.
I miei ricordi felici con te sono racchiusi in quei primi 2 mesi, dopo sono stati attimi rubati e pagati
veramente a caro prezzo.
Non era colpa tua, ma io che dovevo imparare…
Ti ho conosciuto che ero una ragazzina. Non sapevo chi fossi, non sapevo chi fossi io. Ma tra noi c’era
qualcosa che andava oltre la logica: un filo teso tra due anime che si sono già incontrate, altrove, in altri
tempi. E quel filo ci ha tirati l’uno verso l’altra, di continuo, per anni.
Mi hai insegnato cos’è l’attaccamento, il desiderio, il dolore della mancanza, l’illusione del ritorno. Ed io,
inconsapevolmente, ti ho permesso di restare lì, tra una porta chiusa e una finestra socchiusa. Te entravi e
uscivi dalla mia vita, continuamente. Ci vedevamo, si faceva l’amore…e poi sparivi. Quei momenti in cui io
avevo più bisogno di te, di sentirti vicino…te sparivi. Un’ora d’amore in cambio di giorni e giorni di
sofferenza. Ma era colpa mia che lo permettevo. Era colpa mia che non comprendevo di meritare di più. Era
colpa mia che ricadevo sempre, continuamente, nello stesso loop, senza imparare nulla da quella
sofferenza. Io meritavo di più. Meritavo di più di essere quella da nascondere. Meritavo di più di vederti
fidanzato, sposato. Meritavo molto di più. Ora ne sono consapevole.
Non era quello l’amore che volevo, non era tranquillità…in quel filo c’era un nodo da sciogliere, che io ho
dannatamente e ostinatamente fatto finta di non vedere. Ora quel nodo l’ho visto. L’ho riconosciuto. E ti
dico: grazie. Grazie per avermi mostrato quanto valgo quando smetto di elemosinare attenzione. Grazie per
avermi fatto capire la differenza tra amarmi e non amarmi.
Io amavo te, alla follia, ma non amavo me.
Quando ho riprovato a spalancare quella porta, sono stata assalita da una valanga immensa di emozioni,
incontrollabili. Credevo di svenire e te lo sai. Però le paure, i sensi di colpa, il mio non esser più bimba, il
mio aspettarmi di più, più di quella stramaledetta ora d’amore. Tutto questo mi esplose dentro e non
riuscivo nemmeno io a capirlo. Ci ho messo un po’. Non ho mai voluto intenzionalmente fare “ghosting”,
nel modo più assoluto. Ma ho sempre dannatamente temuto le tue reazioni (ma tanto tanto eh), per cui mi
chiudevo cercando le parole giuste, i momenti giusti. Te non sei facile.
Non è vero che non ho elaborato il passato. L’ho fatto e mi sono perdonata per tutto il male che mi sono
lasciata fare e ti ho perdonato per questo e per non averlo compreso. Non mi sento vittima, ma mi sento
una guerriera sopravvissuta che, comunque, ha ritrovato l’amore in 2 signorine che sono la mia vita, la mia
essenza, i miei respiri, il mio cuore.
Hai ragione, devo, dobbiamo lasciarci andare. Questo mio ultimo dolore ti darà la libertà che meriti e basta
sensi di colpa, non devi averne più.
Ti ho amato infinitamente, talmente tanto da aver avuto una sincronicità con te pazzesca. Ancora oggi, se
rallento, riesco a percepire i tuoi umori. E gli occhi pieni di lacrime mentre facevo l’amore con te. E sentirmi
quasi le parti addormentate, tipo anestetizzate dal sentire troppo. Camminare insieme mano nella mano…
Ecco, io voglio tenermi i ricordi belli di quei 2 mesi lì.
Ti lascio andare dal mio cuore, dalla mia mente. Non per cancellarti, sarebbe impossibile, ma per lasciarti
dove appartieni: nel passato. Ti auguro tutto il bene del mondo. Ti auguro amore. Ma fuori da me.