Riassunto Lo Spagnolo Antico
Riassunto Lo Spagnolo Antico
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Studocu is not sponsored or endorsed by any college or university
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Lo spagnolo antico
Capitolo 1
5. Genealogia
6. Lingua e dialetto
Tutti i dialetti nascono come una varietà di una lingua-madre viva o scomparsa.
Questi dialetti, a loro volta, sono dialetti del latino, ma il latino è un dialetto del gruppo italiano.
Per prestigio culturale o per imposizione politica o per entrambe le ragioni, spesso un dialetto che si
più o meno modificato secondo circostanze storiche diverse, diventa lo strumento linguistico di una
comunità.
Per esempio, il castigliano è la base dello spagnolo, ma nacque in un piccolo angolo della
Cantabria.
Gli altri dialetti, quando non scompaiono, continuano a restare dei veicoli di comunicazione usati in
porzioni più ridotte di territorio, quindi diventano delle parlate locali.
La differenza tra lingua e dialetto è di tipo storico-sociale, in più la lingua è il mezzo di espressione
di un’importante tradizione letteraria.
7. Il nome
Spagnolo e castigliano sono due denominazioni ritenute sinonimiche.
Per evitare equivoci, soprattutto nel territorio dell’America Latina, si considera:
Spagnolo = lo spagnolo universale, parlato sia in Spagna che in America Latina. In America si evita
di usare questa denominazione, dunque si utilizza Castigliano, anche per evitare di aprire il doloroso
capitolo della colonizzazione e delle guerre d’indipendenza.
Castigliano= lo spagnolo di Spagna, assume questo nome dalla città che lo ha ospitato: Castilla.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Per ragioni spesso ideologiche si preferisce il nome di castigliano.
8. Condizioni ambientali
Una lingua è un fatto umano e culturale, quindi i fattori geografici, climatici, etnici NON
determinano la sua nascita o il suo sviluppo.
Alcuni fattori geomorfologici possono, però, essere utili nel caso della Penisola Iberica per
comprendere alcuni fenomeni che hanno avuto delle conseguenze anche linguistiche.
Le condizioni climatiche possono spiegare alcuni eventi:
3) analogia tra culture periferiche, mentre la zona centro e nord-est mostra caratteristiche proprie
• Le parole di tradizione popolare vengono costantemente utilizzate nella loro forma originale
latino [chiamata etimo] , o finché non scomparvero e hanno subito anche dei cambiamenti fonetici
che a volte sono risultate irriconiscibili:
Lat. CASA -> sp. CASA [non ha subito nessun cambiamrnot]
Lat. AUTUMN -> sp. OTOÑO [ si è conservato solo un suono: t]
Lat. FECTI -> sp. HIZO [nessun suono conservato]
• I cultisimi sono parole che sono entrate nel lessico spagnolo in epoche successive alla formazione
della lingua, per esigenze culturali, quindi sono espresse in latino, subendo solo un leggero
adattamento.
Lat. AUDITORIU -> sp. AUDITORIO
Lat. AUDIRE -> sp. OIR
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
• A volte la stessa parola latina è etimo di una voce colta e popolare.
Lat. COLLOCARE -> sp. COLOCAR [collocare]
COLGAR [appendere]
Un momento fonetico può riguardare i lessemi che presentano le stesse condizioni [ per es. in
spagnolo non c’è nessuna parola che non inizi con la s preceduta da e -> STUDIO -> estudio ]
Ma a volte i cambiamenti o la conservazione dei fonemi non hanno la stessa diffusione generale,
per esempio la ’s’ normalmente si mantiene intatta : SALIRE -> salir , però in molti casi diventa un
altro suono:
Viene chiamata diffusione lessicale = cioè l'ipotesi secondo la quale i mutamenti linguistici sono
rapidi nell'aspetto fonetico, ma graduali nella loro estensione al lessico.
Se il mutamento riguarda poche parole, però non ha necessità di interessare tutto il campo
semantico, questo spiega perché alcune parole non sembrano cambiare.
Nei cultismi, per esempio non si hanno i mutamenti che si penserebbe ci siano:
Lat. FLAMMA -> sp. LLAMA
Lat. FLORE -> sp. FLOR
Alcune parole sono meno propensa il cambiamento di altre e le ragioni possono essere di vario tipo.
A volte agisce su una parola la forza del paradigma lessicale che appartiene.
Es: -GN- -> sp. Ñ
LIGNA -> LEÑA
PUGNU -> PUÑO
Però REGNU -> REINO e REGNARE -> REINAR, a causa di REY (in latino REGE) e REINA (in
latino REGINA) che sono i termini più forti della famiglia.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
E) cronologia relativa ai mutamenti
I mutamenti fonetici non si realizzano tutti allo stesso tempo, alcuni avvengono prima di altri.
F) patologia linguistica
Quando, come risultato dei mutamenti fonetici, due parole possono confondersi, la lingua, per una
delle due parole, ricorre ad un’altra forma.
Es. lat. FENUCULU e GENUCULU -> sp. HINOJO [finocchio e ginocchio]
Per il secondo termine, però si utilizza la parola RODILLA che deriva dal lat. ROTELLA
G) moda ed espressività
Es. BELLU ‘guerra’ si confondeva molto spesso con BELLU cioè ‘bello’, però viene sostituito dal
germanico WERRA, che ha dato come esito: GUERRA
LABORARE ‘lavorare’ viene sostituito da TRIPALIARE che ha dato come esito: TRABAJAR
A volte una parola è sostituita da un'altra perché ritenuta tabù o perché si crede che suoni male, per
esempio: nel 1208 gli abitanti di Coyanza [in provincia di León] chiesero di Alfonso IX di cambiare
il nome della città perché foneticamente era vicino a COLEONE che in spagnolo era COJÓN
[coglione].
Il re accettò e decise di cambiare il nome in Valencia de los Campos, oggi Valencia de Don Juan.
J) grafia e fonetica
Spesso allo stesso fonema possono corrispondere vari segni grafici : /0/ -> celos
zorro
Capitolo 2
11.
Quando i romani conquistarono la penisola iberica vi trovarono altre popolazioni che usavano
lingue diverse non solo dal latino, ma anche fra di loro.
L’adozione del latino si realizza con un processo di assimilazione graduale, che comporta una fase
di bilinguismo e alla fine le lingue dei conquistati, quindi le lingue di sostrato, possono scomparire
o meno.
Solitamente lasciano tutte dei relitti all’interno della lingua dei conquistatori.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Molto spesso queste tracce lasciate dalle lingue preesistenti riguardano soprattutto i nomi degli
oggetti sconosciuti [per esempio, i romani indossavano solo tuniche lunghe e quindi non sapevano
cosa fossero i calzoni, cioè le braghe. Appresero questo termine e questo utilizzo di tale indumento
solo dai certi, che erano soliti usare queste BRAGHE.
Ancora oggi in spagnolo il termine BRAGAS però si riferiscono ad un indumento intimo
femminile.]
Dunque in questo caso, si parla di prestiti di necessità, che aumento il patrimonio lessicale della
lingua che si impone.
A volte non si tratta di parole, ma di tratti fonetici, e questo perché i popoli conquistati
conservarono alcune abitudini del loro modo di pronunciare la nuova lingua.
In questo modo, c’è una vera e propria interferenza linguistica che non solo arricchisce la lingua dei
dominatori, ma al tempo stesso, fa sì che si possa modificare lentamente, la struttura.
In questo caso, la lingua del popolo sottomesso si chiama substrato o sostrato, ma spesso il sostrato,
più che la causa determinante dell’evoluzione della lingua, è solo il fattore di aiuto.
Le condizioni linguistiche della penisola iberica in epoca predomina sono molto complesse e
confuse, quindi non si sa con certezza quanti popoli la abitassero o chi fossero.
Si diffuse ai due lati dei Pierenei ed ebbe un’estensione molto maggiore in passato, rispetto ad oggi.
I baschi si ritirarono nella valle dell’Ebro sotto la spinta dei nuovi invasori che venivano da sud,
cioè gli iberi-
Per molto tempo si credette che gli iberi fossero gli antenati dei baschi, si suppose anche una
relazione genealogica tra l’ibero e il basco, ma oggi si pensa che le possibili coincidenze che ci sono
tra le due lingue siano dovute a un’influenza reciproca, cioè contatti paralleli con una terza lingua di
maggiore prestigio.
Una seconda invasione si fuse con gli iberi dando vita alla fusione celtoiberica, diffusa nelle
province attuali di Burgos, Guadalajara, Teruel, Zaragoza e nel sud della Navarra.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
I popoli della prima ondata, in gran misura celtizzati, si trasferirono verso il nord e l’ovest, in zone
di maggiore densità, dove in epoca romana vi erano i cantabri, lusitani.
VASCUENSE
Al vascuense si possono attribuire i toponimi in:
-
’-BERRI’, ‘nuovo’
-
‘-GORRI’ ‘rosso’
-
‘-URRI’ ‘città’
IBERICO
• All’iberico si possono attribuire i toponimi in
-
‘-ICI’
-
‘-IPPO’
-
‘-UBA’
LIGURE
• Suffisso ‘asco’
CARTAGINESE e FENICIO
• Toponimi come:
-
Cádiz [recinto fortificato ,Cadice] ,
-
Cartagena [città nuova],
-
Ibiza [isola dei pini],
-
Málaga [fattoria, allevamento]
-
Il nome stesso del.a Spagna, HISPANIA -> terra o costa dei conigli
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
I suffissi ‘AKO’ e ‘DUNUM’ diffusi per lo più in Catalogna e in Aragona risalgono a una posteriore
invasione gallica.
GRECI
Si trovano per lo più in area catalana.
CELTISMI
-
camisia -> Camicia [italiano]
Chemise [francese]
Camisa [spagnolo]
Quindi il vocabolario di origine predomina si riconduce per lo più a termini che hanno a che fare
con la natura e la vita materiale.
Secondo alcuni linguisti si dovrebbero attribuire a sostrati ispanici alcuni fenomeni dell’evoluzione
del latino della penisola, questo lo dimostrano anche antichi aneddoti che sottolineano il modo di
parlare degli abitanti ispani -> non è necessario ‘pronunciare male’ una lingua perché si producano
effetti d’interferenza linguistica.
L’aneddoto a cui si fa riferimento è quello del discorso dell’imperatore Adriano, di origine ispanica,
era di una località vicino Sevilla, ed un uomo di grande cultura: quando pronunciò il suo discorso
parlò con un accento così marcato che tutti i senatori ne risero.
Capitolo 3
15. La romanizzazione
La conquista romana della penisola iberica iniziò verso la fine del III secolo a.C. , ma i romani
conquistarono definitivamente la penisola nel 201.
Nel 206 si costruisce la provincia romana, divisa in più parti:
-Citerior
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
-Ulterior
Sebbene i romani imponessero la loro lingua, una serie di fattori sociali [come la superiorità della
loro cultura, le necessità amministrative, la diffusione delle scuole, i commerci, la presenza dei
soldati] agirono da elementi di acculturazione e assimilazione linguistica, che procedettero verso
l’interno e da sud a nord.
16. Latino
Il latino diffuso nella penisola iberica dagli agenti sociali non è una lingua unitaria come quella
degli autori classici, rigidamente codificata dai grammatici. Si tratta di un insieme di livelli
espressivi e di fasi cronologiche che si sovrappongono, coesistono e si influenzano reciprocamente
con risultati a volte diversi nelle diverse regioni della penisola.
Il latino dei primi soldati era una lingua ancora arcaica, parlato, di uso corrente, uno strumento
flessibile che assume dai diversi ambienti sociali, particolarità e tecnicismi.
La sua differenza dal latino delle ultime ondate è molto grande: le sovrapposizioni sia dei tratti
arcaici che di alcune innovazioni non si generalizzarono in tutto l’Impero.
A partire dal I secolo d.C. si diffonde anche la lingua letteraria e i due livelli linguistici, scritto e
parlato, si sviluppano in modo diverso nel corso dei secoli, allontanandosi sempre di più.
Il latino letterario diventa la lingua degli intellettuali, dei chierici, mentre il latino volgare si
trasformerà nelle lingue romanze.
Il termine ‘latino volgare’ viene spesso criticato e alcuni autori ne rifiutano l’uso.
In realtà nessuna etichetta è migliore di questa, nemmeno ‘preromanzo’ o ‘protoromanzo’ che
dovrebbe rappresentare l’insieme dei tratti e delle forme linguistiche che hanno avuto esito nelle
varie lingue romanze, mentre il latino volgare comprende anche quelle forme diverse dal latino
classico che non hanno avuto una continuazione romanza.
I testi scritti in latino riproducono la lingua usata da questa élite, mentre gli errori sono la spia delle
caratteristiche volgari che simultaneamente si stavano diffondendo e bisogna indirizzarli agli scribi
meno dotti, incapaci di scrivere correttamente il latino, che avevano imparato male.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
17. Caratteristiche del latino di Spagna
Lo spagnolo appartiene alla Romania Occidentale e condivide con le altre lingue presenti
[iberoromanze, galàloromanze e dialetti del Norditalia] alcuni tratti che li oppongono alla Romania
Orientale.
La penisola iberica è un’area laterale rispetto al centro di diffusione linguistica, cioè Roma, quindi
succede che spesso lo spagnolo presenti tratti in comune con le altre aree laterali [per esempio, il
rumeno].
17.1 L’accento
L’accento latino è musiate, mentre quello spagnolo si basa sulle differenze d’intensità.
Nel passaggio dal latino al volgare l’accento normalmente non si sposta dalla sillaba tonica latina.
Ci sono però alcuni casi:
-TENEBRAS [ténebras] -> spagnolo: tenébras -> tinieblas
17.2 Vocali
Il sistema vocalico del latino classico comprende 10 fonemi + 3 dittonghi.
La durata di una vocale era un tratto distintivo e aveva un’importanza morfosemantica.
Le vocali lunghe erano pronunciate più chiuse, quelle brevi più aperte.
Nel latino volgare l’apertura [chiuso-aperto] ha un valore distintivo e la quantità [la durata] diventa
un tratto secondario.
I fonemi passano da 10 a 7.
• E + R -> A
Camera -> Cámara
Passere -> pasaru -> pájaro
17.3 Consonanti
• Innanzitutto la ‘H’ scompare: HOMO si pronuncia senza nessuna aspirazione.
• I gruppi consonantici subiscono un0assimilazione regressiva [il suono successivo rende simile a
sé il suo precedente] e in più c’è un’assimilazione:
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
• RS / PS -> SS
Ursu -> oso [orso]
• PT -> TT -> T
Septem -> sette -> siete
• NS -> s
Mensa -> mesa
• CR e PR si sonorizza l’occlusiva
Pravu -> Bravo
17.4 Morfosintassi
Si passa da una morfologia sintetica a una analitica.
• Il latino classico esprimeva le funzioni sintattiche con delle modificazioni della forma della
parola, cioè i casi.
Il romanzo si basa sull’uso di preposizioni.
• Si crea l’articolo determinativo a partivo dalle forme del dimostrativo ILLE, ILLA [el, la] e
l’articolo indeterminativo a partire dal numerale UNU, UNA
• Perdita del neutro che passa al maschile, però alcune parole anche al femminile come: hoja che
deriva da ‘FOLIUM’.
Questo è dovuto o a una confusione di desinenze o al significato collettivo che possiede la parola.
• Cambiamenti di classe: i femminili della 4 e della 5 passano alla 1, SOCRUS -> suegra
-i maschili della 4 confluiscono nella 3, SENATUS -> senado
17.5 Lessico
-PULCHRU, FORMOSU e BELLU -> italiano e francese scelgono il terzo, spagnolo e rumeno
adottano il secondo. Il primo si perde.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Lo spagnolo introduce però delle innovazioni:
-
HERMANO da GERMANU -> invece di ‘fratre’.
-
CERRAR da SERRARE -> invece di ‘claudere’.
Secondo Wright fino alla riforma carolingia non ci furono due lingue parlate, ma una sola, che si
può chiamare o ‘latino tardo’ o ‘romanzo precoce’, o ‘protoromanzo’ o ‘romanzo primitivo’.
Il latino era solo una lingua scritta, ma nel leggere un testo scritto in latino, il parlante lo
pronunciava con le abitudini fonetiche del territorio nel quale si trovava.
Esempio: se in un testo vi era scritto ‘vita’ e il parlante viveva nella zona di Castiglia avrebbe letto
‘vida’.
L’esistenza di una sola lingua non significa che non vi fossero differenze sociali e locali.
Le differenze regionali si presentarono solo più tardi.
Alcuino di York stabilì, per la lettura ad alta voce nella pratica della liturgia romana, un’ortografia e
una pronuncia basata nella corrispondenza di un suono per ogni lettera.
In questo modo viene ‘inventato’ il latino medievale e inizia a sorgere la coscienza dell’esistenza di
due lingue diverse: il latino, scritto e parlato in un modo e il romanzo, parlato in un’altra.
Per il romanzo nasce anche l’esigenza di trovare una scrittura capace di esprimere i suoni.
Le tappe dell’evoluzione sono riassunte in quattro fasi:
1) FASE A -> Francia fino all’ 800 circa, Spagna fino al 1080
Vi è una sola lingua: il proto romanzo, che è scritta nel modo tradizionale, ma è parlata secondo
diversi modi di evoluzione e in diversi luoghi, ossia i volgari.
2) FASE B -> Francia dall’anno 800 all’842 circa, Spagna dal 1080 al 1206 circa
Vi è una sola lingua in ogni comunità che è scritta in modo tradizionale, ma parlata in due modi
distinti: il primo modo è quello del volgare corrente.
Il secondo modo è quello della lettura ad alta voce nella Chiesa secondo il metodo delle ‘litterae’
cioè pronunciando un suono per ogni lettera scritta.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
3) FASE C -> è instabile. Francia dall’842 al 1000 circa, Spagna dal 1206 al 1228 circa.
C’è una lingua in ogni comunità che è scritta in due modi diversi: il primo è quello del modo
tradizionale. Il secondo è la nuova maniera ‘romanza’, ossia con una lettera per ogni suono volgare
esistente. È diversa in luoghi diversi.
Inoltre è parlata in due modi distinti: il primo è il modo volgare normale, il secondo è ‘litterae’
nella chiesa.
4) FASE D -> Francia dal 1000 circa, Spagna dal 1228 circa
Ci sono due lingue: 1. Latino = scritta nel modo tradizionale, ma parlata in un modo nuovo.
2. Romanzo = scritta in un modo nuovo, parlata nel modo normale.
Secondo López le diverse componenti della lingua latina si trasformarono in tempi diversi, ma la
fonetica e la morfologia ebbero un’evoluzione lenta e progressiva. La sintassi romanza ebbe origine
dal III secolo d.C., quando le traduzioni bibliche ebbero un loro influsso sulla liturgia cristiana.
Per il linguista spagnolo il caso del latino non coincide né con la diglossia né con il pidgin [si tratta
di un codice semplificato che nasce in situazioni come la colonizzazione. Il vocabolario è ridotto e
deriva dalla lingua dominante e arriva nelle strutture morfosintattiche della lingua dominata.
Successivamente il pidgin può diventare una lingua nazionale, quindi una lingua creola].
Per López il caso del latino non può coincidere con la ‘diglossia’ perché scrivere per la
prima volta in volgare romanzo comportò un cambiamento e rinnovamento del latino.
Non può nemmeno coincidere con la ‘creolizzazione’ perché nella storia del latino si è
prodotta anche una sostituzione dei vecchi lessemi che valevano anche per la lingua scritta
con dei nuovi: es. FABULARE per LOQUI [parlare]
Nel VIII secolo in Francia, con la riforma carolingia, e verso la fine dell’XI secolo in
Spagna si inizia a scrivere il volgare romanzo sulla scia del latino cristiano biblico, mentre i
chierici si ispirano ai testi classici per inventare un nuovo latino, cioè il latino medievale.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
4) la componente morfologica ebbe un’evoluzione più interessante.
I morfemi subirono l’effetto dei cambiamenti fonologici. In questo modo si giunge ai
sistemi morfologici delle lingue romanze.
I testi latini che si scrivevano secondo il modello della lingua delle versioni bibliche tra il 3
e l’11 secolo non erano più soggetti alle regole rigide di pronuncia, perché ormai nessuno
sapeva come si dovesse pronunciare il latino classico, ma era necessario che continuasse a
sembrare latino.
Questo fece sì che i diversi autori nascondessero le loro sintassi, ormai pronto romanza, con
una morfologia appresa nelle grammatiche dei latini.
Questa morfologia è statica cioè non conosce cambiamenti, ma la maggiore o minore fedeltà alla
lingua latina nei singoli testi dipende dal livello di cultura dello scrittore.
Lo strumento più attinente adeguato per comprendere questo tipo di evoluzione, secondo il
linguista, è la cosiddetta teoria delle catastrofi: si tratta di un modello matematico che stato creato
per studiare fenomeni discontinui, che vengono chiamati appunto catastrofi.
Lo studioso applica il modello del lenzuolo rigido con una piega nel mezzo, se una pallina scivola
lungo il lenzuolo cadendo nella parte superiore può seguire delle traiettorie tranquille oppure può
avere dei cambi bruschi.
1) nel III secolo d.C., momento in cui le versioni latine della Bibbia creano una sintassi che non
corrisponde alla caratteristica del componente morfologico.questa sintassi rimane praticamente
invariata ma nell'XI secolo d.C. arriva la piega eccede bruscamente presentandosi come sintassi
romana.
2) la morfologia nel III secolo è più vicina alla componente fonologica della sintassi biblica, ma
versi secoli sesto e settimo arriva la piega e si ramifica in due traiettorie: la prima traiettoria è usata
nei testi latini e mantenuta dei vari grammatici, la seconda traiettoria evolve rapidamente fino a
presentarsi nei testi di sintassi romanza nel secolo 11º.
Capitolo 4
18. Le invasioni germaniche: fasi e importanza linguistiche
Con l’inizio del quinto secolo la penisola iberica iniziò a subire le invasioni barbariche dei popoli
germanici.
L’invasione più importante fu quella dei visigoti, popolo che i germani chiamarono per sottomettere
i vandali.
I vandali si stabilirono a Tolosa e fondarono il loro regno. In due secoli l’occuparono quasi per
intero, nonostante i Cantabri, gli Astures e i Vascones si ribellarono.
I visigoti erano un popolo germanico, profondamente romanizzato per via della lunga permanenza
in Dacia e nel sud della Francia. Nel 587 si convertirono alla religione cattolica e nel 654
promulgarono la loro compilazione giuridica in latino.
In queste leggi fusero gli usi visigoti con quelli romani.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
La presenza dei visigoti in Spagna non è così marcata pie via della minima incidenza numerica e del
loro carattere aristocratico.
Questo periodo di occupazione è determinante per la storia degli idiomi iberoromanzi perché segna
un distacco, non totale ma irreversibile delle terre ispaniche da un orizzonte che era quello del latino
imperiale ad una prospettiva peninsulare più ridotta e dotata di centri linguistici nuovi.
2) A volte, penetrano prima in una lingua romanza di grande prestigio, quasi sempre il francese o
il provenzale, per poi diffondersi nelle altre.
Es. germanico: GARDO -> tedesco: garten
Inglese: Garden
Antico francese: jart -> francese: jardin
Italiano: giardino
Spagnolo: jardin
Si verifica questa palatalizzazione di Ga, che è normale in francese, ma non nelle altre lingue,
perché se hanno una palatalizzazione si deve proprio all’influenza francese.
Fra i prestiti germanici più comuni abbiamo: BANCO - BANDERA - ESPÍA - FALDA - GRIS -
GUARDAR - GUIAR - JABÓN - ORGULLO - ROPA - SOPA - SALA - TOALLA - YELMO.
3) i germanismi che sono effetto del superstrada, sono: GAINON -> gana [voglia] , AT-LEWIS ->
aleve [traditore]
4) i toponimi visigoti importanti sono il frutto della romanizzazione di nomi che incorporano il
nome gotico latinizzato, soprattutto il nome di un proprietario terriero: GOTHORUM -> Toro [dei
goti] , LEOVIGILDI -> villafruela [la tenuta dei Froyla]
Anche molti antroponimi sono di origine di romanizzazione di nomi di persona germanici:
ALLWARS -> Álvaro, FRITHNANTH -> Fernando.
5) nella morfologia si può solo ricordare il suffisso ‘-ing’ che si è mescolato con parole romanze :
realengo -> patrimonio reale
Abadengo -> beni abbaziali
-la V latina, in realtà ‘w’, si dilegua davanti ad ‘u’: RIVU -> riu -> rio
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Oppure si dilegua fra vocali uguali: AUDIVI -> audii -> oí
-l’elemento labiovelare scompare quasi del tutto, fanno eccezione solo: CUADRO - CUAL -
CUANDO - CUATRO.
-il passaggio da uno iato al dittongo provoca la nascita di un elemento non-vocalico palatale: lo
‘iod’.
• Lo iod spesso modifica la consonante anteriore producendo suoni nuovi rispetto al latino,
soprattutto affricati dentali o palatali.
Es. RATIONE -> razón
CIVITATE -> ciudad
• La iod semiconsonante intervocalica e i gruppi ‘DJ’ e ‘GJ’ [ d iod, g iod] diventano ‘y’ : MAIORE
-> mayor
RADIU -> Rayo
• Il gruppo LJ [l iod] ha subito un lungo percorso: - inizialmente si palatalizza = FILIA -> FILLA
-> hija
• I gruppi CL e GL per caduta della vocale postonica cambiano in J [jota] : OCULU -> oclu -> ojo
Capitolo 5
21. Forme della presenza araba in Spagna
L’invasione araba nella Penisola Ispanica iniziò nel 711, sotto la guida di Al-Tariq.
Durò più di sette secoli, ma non cancellò mai la civiltà ispanogota. Infatti i musulmani non
imposero mai la loro religione o lingua.
Con la fine del califfato inizia il periodo più splendido per la Spagna araba.
Dal punto di vista sociale è necessario fare una distinzione tra:
-mozárabes -> arabizzati, cioè i cristiani che continuarono a vivere nelle terre dei mori
-mudéjares -> cioè i mori che rimasero nei territori riconquistati dai cristiani. Alcuni di loro
appresero la lingua dai cristiani e ottennero anche il nome di ‘ladinos’ o ‘latinies’.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
• L'eredità linguistica dell'arabo si passa sostanzialmente su prestiti, circa 4000 arabismi dello
spagnolo sono termini che rappresentano oggetti concreti, della vita materiale, è sempre uno quasi
non esistere parole che si riferiscono al mondo dei sentimenti e concentri astratti, fatta eccezione
per la terminologia scientifica.
• Un'altra grande caratteristica degli arabismi dello spagnolo e che spesso presentano l'articolo ‘al’,
a volte ridotto ad una semplice ‘a’, che si fonde con il sostantivo, ma nelle altre lingue non è
presente l’articolo: spagnolo = AZUCAR -> italiano = zucchero -> francese = Sucre -> inglese=
sugar .
• Di origine araba sono la maggior parte dei termini scientifici: spagnolo= ALQUIMIA -> italiano
= alchimia -> francese = alchemie
Un'altra importante considerazione è che il principale collante di unione tra la cultura araba e
l'Occidente è proprio lo spagnolo.
L’influenza del lessico arabo nel mondo spagnolo si può ritrovare soprattutto in alcuni campi
semantici:
- giardinaggio e orticultura (piante, fiori e frutti) = albarique [albicocca] - amapola [papavero] -
azucena [giglio] - jazmín [gelsomino] - limón [limone] - naranja [arancia] - sandía [ anguria].
- Agricoltura= aceite [ olio] - aceituna [oliva] - algodón [cotone]- arroz [ riso] - azúcar [zucchero]
- berenjena [melanzana] - zanahoria [ carota]
• Oltre questi termini possiamo anche ricordare: Hazaña [impresa] e in questo termine arabo si
sente soprattutto l’influsso del verbo ‘hacer’ [fare].
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
• Ai prestiti bisogna aggiungere i calchi, ossia parole spagnole di radice latina che modificano la
loro semantica per influenza di corrispondenti termini arabi dotati di significati più ampi= latino:
INFANTE -> Spagnolo: infante -> italiano: neonato.
Letteralmente infante significa colui che non sa parlare, ma poiché in arabo la stessa parola che
significa infante come neonato anche il significato di figlio di re, ecco che l'infante spagnolo passa
significare anche figlio del re.
• Per quanto riguarda la toponomastica, l'eredità araba è molto grande a volte un nome semitico si
fonde con uno di origine latina= Alcalá [castello] - Medina [città] - Guadalajara [fiume delle
pietre] - Guadalquivir [il fiume grande] - Guadalupe [Fiume del lupo] - Gibraltar [ monte di
Tariq] - La Mancha [ altopiano]
-la fonetica del libro romanzo non subisce alcuna alterazione per via dell'influenza araba: i vari
suoni estranei furono adottati a fonemi già esistenti.
Sicuramente però si valorizzano e arricchiscono gli schemi accentuati:
1)si presentano parole più lunghe di quelle del patrimonio latino e anche molte parole composte, 2)
aumentano le parole sito e molte con finale vocaliche, 3) aumentano anche le parole parossitone con
finale consonantica 4) e le proparossitone.
Capitolo 6
24. Quadro Storico
Nella zona settentrionale della penisola nell'VIII secolo si formarono degli organismi statali che
iniziarono una riconquista del territorio che era caduto nelle mani degli mori.
La riconquista avvenne da nord verso sud seguendo un movimento verticale, i cristiani spostarono
verso nord le popolazioni Mozarabi, quindi ci fu una prima fase di spopolamento strategico seguita
poi da una fase di ripopolamento.
Nella parte occidentale il regno asturiano- leonese ebbe la sua supremazia fino alla fine del X
secolo, si considerò l'erede del regno visigoto e fu linguisticamente conservatore.
Nella parte orientale si formò il regno di Navarra, il suo nucleo originale fu la popolazione basca
intorno a Pamplona, successivamente ebbe il predominio il regno di Aragona che precedentemente
era subordinato alla Navarra.
Nel IX secolo la Castiglia era una regione marginale del regno leonese e prese questo nome dei
piccoli accampamenti militari che la difendevano dai nemici.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Latino: Castella, plurale di Castellum, diminutivo di Castrum.
I castigliane discendevano dai Cantabria e manifestarono ben presto lo stesso spirito di
indipendenza, lottarono per rompere la subordinazione i sovrani Leonesi e per voler imporre
l'egemonia del nuovo regno di Castiglia nella penisola.
La storia politico militare della Castiglia e la storia linguistica del castigliano vanno dal conte
Fernán González al re Fernando III.
Il regno si ingrandì a spese di al-Andalus e delle Asturie Leon e della Navarra Aragona, la lingua
poco a poco assorbì il mozarabe e il leonese e l'aragonese diventarono dialetti.
Il castigliano è un piccolo dialetto isolato nella Cantabria, romanizzate tardi e male, è una lingua
caratterizzata da una struttura molto particolare con delle differenze estreme con gli altri dialetti
peninsulari.
I tratti principali del castigliano sono:
2) la F- iniziale in castigliano inizialmente si aspira e dopo, verso la seconda metà del 500, si
dilegua: FURNU -> horno
[negli leonese e aragonese resta f]
5)i gruppi SKE, SK+ iod, ST+ iod diventano z : PISCE -> pez
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
TAURU -> toro
I mozárabes non produssero una grande letteratura nella loro lingua, ma grazie alle ‘Jarchas’ cioè
dei versi finali in lingua romanza che venivano però scritti con l’alfabeto arabo o ebraico iniziarono
a capire il loro modo di parlare.
Il mozárabe è più vicino al latino del castigliano.
Le glosse sto spiegazioni in romanzo di parole latine che erano considerate poco comprensibili.
Il glossatore non si limita a tradurre, ma aggiunge alcune parole che possano aiutare a comprendere
il significato di quanto detto. Spesso queste glosse si trovano al margine.
2) La riforma cluniacense -> comportò un cambiamento nel rito perché quello mozárabe venne
sostituito con quello romano. L’arte mozárabe venne sostituita con quella romanica e la scrittura
visigota fu sostituita con quella post-cartolina.
3) I legami dinastici -> per esempio, Alfonso VI si sposa prima con una principessa aquilana. Le
sue figlie si sposarono con due principi francesi e da loro discendono la dinastia castigliana e
quella portoghese.
Le colonie di franchi furono assimilate, ma lasciarono le loro tracce linguistiche e anche una grande
ricchezza lessicale.
Possiamo ricordare il loro influsso nel:
-mondo ecclesiastico = DEÁN -> decano, FRAILE -> frate, MONJE -> monaco, ARCIPRESTE ->
arciprete
-mondo feudale e cavalleresco = CORAJE -> coraggio, DUQUE ->duca, HOMENAJE -> omaggio,
LINAJE -> lignaggio, MENSAJE -> messaggio
-commercio e vita quotidiana = JARDÍN -> giardino, JORNADA -> giornata, MESÓN -> osteria,
VIAJE -> viaggio
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Tra i gallicismi appartenenti al periodo antico abbiamo: LIGERO -> leggero, TROBAR ->
comporre un testo letterario.
L’influenza del francese dal punto di vista fonetico fa aumentare soprattutto le parole apocopate:
mar, pan, sal.
Ci furono anche altre parole apocopate, ma che poi rientrarono: grand, noch, com.
Capitolo 7
29. Castigliano e altri dialetti
Le prime opere letterarie spagnole non sono scritte tutte in castigliano.
Esiste un’importante produzione in arabo e anche in latino.
I catalani usavano il provenzale e Alfonso X utilizzò il gallego per scrivere le ‘CANTIGAS DE
SANTA MARÍA’.
Il castigliano però impose la sua egemonia sugli altri dialetti e agli inizi del XV secolo l’aragonese e
il leonese furono quasi scomparsi dallo scenario letterario della penisola.
La città è soprattutto importante per via della presenza della “Scuola dei traduttori toledani”, in cui
erano presenti tutti i dotti d’Europa.
All’interno di questa scuola si conobbero molte opere appartenenti alla letteratura orientale,
soprattutto quella greca.
All’interno della scuola si operava in questo modo: un dotto locale, che il più delle volte era ebreo,
traduceva oralmente dall’arabo o dall’ebraico in volgare.
Un altro dotto, magari occidentale, ascoltava questa versione romanza e la scriveva in latino, però
questo decretò la perdita della versione orale spagnola.
Nel XIII secolo Alfonso X, detto ‘El sabio’, cioè il Saggio, continuò questa iniziativa introducendo
altri campi di studio e anche nuove lingue.
Volle tradurre dal latino e dal francese, mise per iscritto i testi castigliani e diventò il padre della
prosa spagnola.
L’obiettivo del re era quello di condurre una vera e propria politica linguistica, infatti controllava
personalmente il lavoro dei traduttori e dei copisti e questo permise anche di poter vedere il suo
contributo letterario.
Revisionò personalmente le traduzioni, eliminò parole e frasi inadeguate e le sostituì con parole o
espressioni ritenute più consone e adatte ad un discorso e linguaggio perfetto.
Lo spagnolo che cerca di promuovere Alfonso X cerca un equilibrio, una forma stabile e un decoro
attraverso diversi mezzi, come:
-normalizzazione della grafia
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
-riduzione di forme multiple, ma prediligendo la più moderna: vendegar e vengar -> VINDICARE.
Adesso si usa la seconda.
-rifiuto di volgsrisi.
-limitata introduzione di cultismi, se è possibile evitarli bisogna sostituirli con parole castigliane.
• La differenza sostanziale tra i due tipi di spagnolo si trova soprattutto a livello del sistema dei
suoni. Lo spagnolo antico ha alcuni fonemi che successivamente sono scomparsi:
-ts [ch] oppure dz [g di giardino]. Questo ha generato numerose coppie minime: DETSIR [dechir]
che significa ‘allontanarsi, andarsene’ e DEZIR [dire].
-š che spesso si scriveva ‘x’ poi è diventato jota o g. Anche qui si presentano delle coppie minime:
HIŠO [fisso] e HIZO [hiжo, cioè figlio].
-l’affricata palatale sonora [j o g] si contrappone alla sua sorda [ch] -> Cojo vs cocho [cotto]
-fricativa alveolare sonora [z] si contrappone alla sua sorda [s] -> ozo [oso, prima persona del verso
osar] vs oso [orso]
Inoltre lo spagnolo antico distingue tra la ‘b’ e la ‘v’ non per posizione, ma per etimologia: RIPA ->
riba [e si pronuncia la b], ma HABER -> aver [si pronuncia la v]
Quindi la B viene pronunciata quando nella radice c’era una P.
La V viene pronunciata quando nella radice c’era una B o una U [w].
• Nella morfologia:
-ci sono nomi indeclinabili : DIOS [ el dios, los dioses]
-i partiti passati saranno in -udo: ENTENDUDO che in spagnolo moderno sono diventati in ido:
ENTENDIDO.
-alcune parole si apocopano: Doña Sol, ma Don Elvira -> la a si apocopa davanti alla e del nome e
la ñ si depalatalizza.
• Nella sintassi:
-la concordanza con il sostantivo: ‘ha escrita la carta’, nello spagnolo moderno sarà: ‘ha escrito la
carta’.
-si utilizza l’articolo davanti al possessivo, oggi non si utilizza: ‘los sus ojos’ in spagnolo moderno
sarà semplicemente ‘sus ojos’.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
-l’uso di ser come ausiliare di verbi intransitivi: ‘es nacido’. Nello spagnolo moderno come verbo
ausiliare si usa HABER -> ha nacido.
-mancanza della preposizione ‘a’ fra il verbo di moto e l’infinito: ir + a + infinitivo -> iré buscar ->
iré a buscar [spagnolo moderno].
-rispetto della legge di Tobler-Mussafia, secondo la quale i pronomi seguono il verbo all’inizio di
frase -> Díjome [spagnolo moderno: me dijo]
-paraipotassi = una subordinata è collegata alla reggente con una congiunzione copulativa.
-anacoluti molto frequenti: cioè l'anacoluto è una figura retorica che si basa su un errore sintattico,
consistente nel rompere la coesione logico-grammaticale all'interno di una frase o tra più frasi.
Tuttavia anche nelle opere del XIV secolo, come per esempio ‘El libro de Buen amor’ [del Arciprete
de Hita] si avverte la presenta di tratti dialettali.
Nel secolo XV inizia però ad avvertirsi l’influenza italiana che determinerà l’inizio dell’umanesimo
e del rinascimento nella letteratura in Spagna.
In questo periodo vengono introdotti anche molti cultismi, soprattutto di opere di origine latina.
Questo si nota soprattutto con l’autore Juan de Mena che li ha introdotti soprattutto nella lingua
castigliana: convocar, elocuencia, enorme, senectud, turbulento.
PARTE II
FONETICA
La prima sillaba atona, cioè la protonica, di una parola si chiama ‘atona iniziale’.
L’ultima sillaba atona di una parola, cioè la postonica, si chiama ‘atona finale’.
Es: MERCADO -> mer [atona iniziale, protonica] - ca [sillaba tonica] - do [atona finale, postonica]
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Se prima della tonica ci sono altre due sillabe, almeno, la prima viene resa semitonica.
La seconda, invece, trovandosi tra una semitonica e una tonica viene definita intertonica.
Es: CABALLERO -> ca [semitonica] - ba [intertonica] - lle [tonica] - ro [atona finale, postonica]
Se le sillabe sono più di due, allora sarà intertonica quella più vicina alla tonica.
Es: GENEROSIDAD -> ge [semitonica] - ne [atona iniziale, protonica] - ro [atona iniziale,
protonica] - si [intertonica] - dad [tonica]
Le sillabe postoniche e intertoniche tendono a cadere nel passaggio dal latino allo spagnolo.
Anche le atone finali cadono, mentre le più stabili sono le atone iniziali e semitoniche iniziali, oltre
alle toniche ovviamente.
Grado 0 : occlusive
Grado 1: affricate
Grado 2: fricative
Grado 3: nasali
Grado 4: liquide
Grado 5: approssimanti
Grado 6: vocali chiuse
Grado 7: vocali medie
Grado 8: vocali aperte
33.3 Clitici
I clitici sono delle parole prive di accento proprio che si appoggiano alla parola successiva o quella
precedente.
Quando si appoggiano alla parola precedente si chiamano ‘proclitiche’, quando si appoggiano a
quella successiva si chiamano ‘enclitiche’.
Un esempio di parole proclitiche sono gli articoli: LA CASA -> si pronuncia come se fosse
un’unica parola [lakasa], quindi con una sola emissione di voce.
Un esempio di parole enclitiche sono i pronomi che si legano ai verbi: dímelo, tómala.
Alcune parole che godono di accento proprio si possono trovare in posizione proclitica.
Es: DOMINU -> dueño - don.
Queste due forme si sono specializzate, la prima ha assunto il significato di ‘padrone’ mentre la
seconda di ‘signore’ e si usa solo davanti a nome proprio.
Lo stesso vale per il femminile.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
34. Evoluzione spontanea ed evoluzione condizionata
Esistono questi due tipi di evoluzione, nello sviluppo fonetico.
L’evoluzione spontanea= è determinata solo dalla natura del suono e anche dalla posizione del
suono rispetto alla sillaba tonica [questo succede a volte]
L’evoluzione condizionata= è determinata anche dall’azione del contesto fonetica, cioè dall’effetto
che su un certo suono hanno altri suoni più o meno vicino.
35.1 Modificazione
La modificazione avviene soprattutto per ARMONIZZAZIONE e DIFFERENZIAZIONE.
ARMONIZZAZIONE= è un processo in cui due articolazioni tendono ad ottenere, totalmente o
parzialmente, tratti comuni.
Ci sono diversi tipi di armonizzazione:
-assimilazione -> viene definita ‘progressiva’ quando il primo elemento rende simile a sé il
secondo: PLUMBU - plommo - plomo
Viene definita ‘regressiva’ quando il secondo elemento rende simile a sé il primo: SEPTE - sette-
siete
-sonorizzazione -> di consonanti sorde che sono poste tra nei fonemi sonori come le vocali, le
liquide o le vibranti.
Es: LOCU - spagnolo: luego, italiano: luogo
AMICU - spagnolo: amigo, italiano: amico
-palatalizzazioni delle velari seguite da vocali palatali: CENTU - spagnolo: ciento, italiano: cento
-metafonesi = un suono chiuso, atono finale, agisce sulla vocale tonica chiudendola: FECI -> hice
[la e tonica passa a e chiusa e poi si restringe fino a i, tutto ciò per effetto della i finale di ‘feci’].
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
-dittongamento: ossia lo sdoppiamento di un fonema in due: PEDE -> pie.
35.2 Addizione
L’addizione può interessare diverse parti della parola:
-iniziale = si chiama protesi —— STUDIU > estudio
L’aggiunta della e davanti alla s in posizione iniziale di parole è dovuta ad una caratteristica della
lingua spagnola.
35.3 Sottrazione
Anche la sottrazione può interessare diverse parti della parola:
-iniziale= si chiama aferesi —— ELEEMOSYNA > limosna
Alcune parole hanno in sé molti fenomeni: HOMINE > omne [sincope, forma antica], omre
[dissimilazione], hombre [epentesi, forma moderna].
35.4 Spostamento
Lo spostamento consiste nel trasferimento di un suono in diversi modi:
-
per anticipazione: CABALLARIU > caballairu > caballero [ai>e]
-
per avanzamento: PRAESEPE > pesebre [ae>e]
-
Per scambio di posizione di due suoni -> che possono essere a contatto
Che possono essere a distanza
Una consonante è forte per posizione quando è all’inizio della sillaba: cantar [can- tar], C e T sono
forti.
Una consonante è debole quando è alla fine: cantar [can- tar] N e R sono deboli.
Una consonante più aperta è più debole di una consonante meno aperta, per natura.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Prendendo la stessa parola ‘cantar’ non si verificano metatesi perché la t è più forte della n e si trova
in posizione forte, quindi non è necessario subire alcun tipo di cambio.
Capitolo 9
38. Spostamenti dal latino al castigliano [accenti]
L’accento latino obbediva alla legge della penultima, cioè se la penultima sillaba era lunga,
l’accento cadeva su di essa. Se era breve, ricadeva sulla terzultima.
Nel passaggio dal latino allo spagnolo l’accento resta nello stesso posto, ma ci sono dei casi
che comportano sempre uno spostamento in avanti dell’accento.
Rimane nella stessa posizione quando:
1) quando la vocale della penultima sillaba è seguita da un’occlusiva + una vibrante o
laterale ——INTéGRU > entéro
2) Quando la vocale della penultima sillaba è una I atona o E, in iato: MULIéRE > mujér
5) Ci sono altri casi legati alla morfologia verbale: cultismi e semicultismi -> colóco -
indíco - signifíco- continúo vs cólloco - contínuo- índico - signífico
Nei verbi questo permette un dileguo di una ‘u’ tonica in iato: BATTUERE -> combatir
2) In spagnolo non esistono parole proparossitone di origine latina con la penultima sillaba
chiusa.
Se la penultima sillaba è chiusa, in latino è comunque lunga, però se è lunga è accentata.
L’accento romanzo tende a restare sulla stessa sillaba, anche la parola spagnola sarà
parossitona.
Quando in spagnolo c’è uno spostamento di accento, si tratta sempre di un avanzamento.
Quindi la parola con la penultima sillaba chiusa al massimo diventerà ossitona, mai
proparossitona.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
3) la terza legge è quella di Garde può essere riassunta così = nelle lingue ad accento libero
(come lo spagnolo o l’italiano) l’accento cade sempre sull’ultimo morfema della parola. In
italiano fa eccezione ‘pólizza’ e i nomi propri non vengono considerati.
Quindi l’accento si sposta sempre in avanti.
Capitolo 10
40. Il sistema vocalico del latino
Ci sono 10 fonemi distribuiti nel triangolo vocalico e a questi si aggiungono tre dittonghi:
AE- OE - AU.
In spagnolo le variazioni di apertura all'interno dello stesso grado sono legate al contesto
fonetico: per esempio, nella lingua moderna la e la o saranno più aperte se:
- seguite dalle liquide
-nei dittonghi ‘ei’ - ‘oi’
-quando sono in sillaba chiusa da consonante occlusiva
La teoria che potrebbe spiegare meglio questo fenomeno è quella di Weinrich, secondo la quale si
mette in relazione la quantità vocali Ca' con la quantità consonantica.
In latino erano possibili 4 combinazioni:
1) Vocale breve + consonante breve: RÕTA
2) Vocale breve + consonante lunga: GUTTA
3) Vocale lunga + consonante breve: SŌLUS
4) Vocale lunga + consonante lunga: STĒLLA
Consonante breve = 1
Consonante lunga = 2, quindi doppia
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Il latino tende ad eliminare l'ultima variante quindi la 4 . Il sistema 1 si risolveva allungando la
vocale.
Rimanevano due possibilità il 2 e il 3, il sistema viene modificato facendo sì che dopo una vocale
breve viene automaticamente una consonante lunga e dopo una vocale lunga si trova sempre una
consonante breve.
Secondo un'altra teoria, all'origine ci sarebbe l'introduzione delle nuove vocali che provengono
dalla monottongazione.
Il dittongo AE produce E che è lunga perché proviene da un dittongo che è lungo per natura, ma è
anche aperta.
Le vocali lunghe sono più chiuse di quelle aperte questa nuova e si contrappone le preesistenti
quindi si contrappone alla E chiusa e alla E breve.
Si hanno quindi tre ed è in questa situazione che il timbro inizia a prevalere sulla quantità.
Il dritto lunghi si semplificano fino al monottonogo quando l'ultimo elemento è velare: DEUS >
dios, MEU > mio
Il tri town Go si mantiene quando l'ultimo elemento è palatale: BOVE > buey
43.3 Apocope di -e e di -o
La ‘e’ scompare in molti casi, soprattutto dopo dentale o alveolare:
Es: AETATE > edad
SOLE > sol
RATIONE > razón
MARE > mar
MENSE > mes
PACE > Paz
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
AMARE > amar
TIMERE > temer
BIBERE > bever
DORMIRE > dormir
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Funge sia da semiconsonante che da semivocale. Es: peine -> pejne.
La iod scatena una serie di processi di modificazioni che possono interessare sia le consonanti
attigue, rendendole affricate dentali o palatali, sia le vocali precedenti impedendo la loro evoluzione
spontanea o chiudendole di un grado. nel triangolo vocalico.
A volte produce entrambi gli effetti, altre volte arriva anche a scomparire.
Gli effetti di iod sulle vocali sono:
1) mancato dittongamento di E o di O = especulu - espejo , nocte- noche
2) Chiusura di un grado [e>i, o>u] della vocale situata nella sillaba precedente, questo caso è
molto diffuso nella flessione verbale.
4) [ai] del latino volgare diventa [e] -> ai- ei- e -> Amavi - amei - amé
6) La iod dei nessi Rj - Sj - Pj viene anticipata nella sillaba precedente e si combina con una ‘a’ =
Area - arja - eira - era
8) Quando iod si unisce per anticipazione a ‘o’ si ha la formazione del dittongo discendente [oi]
che passa a [ue] che è un dittongo ascendente foneticamente simile, si è formato da un elemento
velare e da uno palatale: AUGURIO -aguero
44.2 La wau
È l’approssimante labiovelare, presente nel dittongo ‘au’ e nella consonante labiovelare latina ‘QU’.
AEQUALE - eguale - igual
LINGUA - lengua
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
La W si dilegua quando è preceduta dai nessi ‘Fr’ o ‘Fl’ -> fronte - fruente- frente
Floccu- flueco- fleco
Capitolo 11
46. Il consonantismo nel passaggio al volgare
Nel passaggio dal sistema di consonanti latine allo spagnolo antico, si formano nuovi fonemi,
soprattutto con le palatali [per il modo di articolazione] e delle affricate e fricative [per il modo di
articolazione].
47.
47.1 consonanti brevi [semplici]
-Non vengono modificate le seguenti consonanti: P-B-T-D-M-N-R-L.
Es: PORTA -> Puerta
BUCCA -> Boca
TURRE-> Torre
MINUS -> Menos
NOMINARE -> Nombrar
LUPU -> Lobo
-La [k] latina si mantiene davanti alla ‘a’ o alla ‘u’ o alla ‘o’:
COLORE -> color
CULMINE -> cumbre
Davanti alle vocali palatali ‘e’ ed ‘i’ si palatalizza in latino volgare e diventa un suono simile a
quello della parola chiave o chiurlo [chi]:
CEPULLA -> kiepulla
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
[f] si mantiene anche per influenza dialettale -> FOEDU > feo
-L’approssimante palatale [j] ha diversi esiti: 1) davanti ad A resta J [iod] = IACET > yace
2) davanti a E scompare: IANUARIU > enero
3) davanti ad O e a U diventa [dz] ed è un caso di rafforzamento -> IOCU > Juego , IUVENE >
joven
-[w] si trova in molti etimi di origine germanica come : WERRA - WARDON. Anche in questo caso
il suono si rafforza : gw [gu].
Si mantiene davanti ad ‘A’ -> WARDON > guardar
Si semplifica davanti ad ‘E’ e ad ‘I’ -> WERRA > guerra [gherra], WIDAN > guiar [ghiar]
-La labiovelare sorda [kw] a volte perde l’elemento labiale: QUASI > casi , QUOMODO -> quomo
-> como
A volte lo mantiene: QUANTU -> cuanto, QUALE -> cual
Davanti a palatale si ha: QUEM -> quien
-il nesso CL e PL hanno esito in LL perché si palatalizzano -> CLAMARE > llamar
PLUVIA > lluvia
Per il nesso ‘FL’ è più complesso perché le parole che iniziano in questo modo sono poche, eccetto
FLAMMA -> llama.
-Con il nesso FL predomina la conservazione: FLACCU > flaco , FLORE > flor
A volte può succedere anche un caso di dileguo della F -> FLACCIDU -> lacio
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
MANDARE -> mandar
TEMPU -> tiempo
È necessario, inoltre, che non ci sia l’azione di iod.
Nella maggior parte dei casi, le consonanti interne subiscono una generale degradazione, o
indebolimento, per via del minor sforzo articolatorio che ha origine nel latino volgare e che si
presenta, come nelle occlusive, come un effetto a catena:
1) Spirantizzazione delle sonore latine -> PEDE > pede
2) Sonorizzazione delle sorde -> PRATU > Prado
3) Scempiamento delle geminate [abbreviazione delle consonanti lunghe] -> GUTTA > gota
4) Dileguo delle fricative che derivano dalla spirantizzazione delle sonore -> PEDE > pie
5) Spirantizzazione delle sonore romanze: PRADO > prado
-
la M subisce solo la degeminazione, perché non può spirantizzarsi
-
La N e la L sono stabili se scempie [brevi], ma diventano palatali se sono geminate [lunghe].
-
La R si mantiene inalterata: CARRU -> carro, CARU -> caro
-
La S subisce la degeminazione e la sonorizzazione, ma mai la spirantizzazione [è già spirante] o
il dileguo.
-
La F subisce la geneminazione e la sonorizzazione.
Romanze:
CEPULLA -> cebolla
SPATHA -> espada
FICU -> higo
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
48.4 Scempiamento delle geminate (abbreviazione delle lunghe)
Il fenomeno riguarda le occlusive, anche la M, la F e la S.
Tutte queste consonanti si abbreviano, cioè perdono una delle due consonanti doppie:
BUCCA -> boca
CAPPA -> capa
ABBATE -> abad
GUTTA -> gota
FLAMMA -> llama
SUFFERIRE -> sufrir
OSSU -> hueso
Però:
-la RR [doppia r] si mantiene come polivibrante : CARRU > carro +
-La NN [doppia n] e la LL si palatalizzano [ñ]- [ll] : PANNU > paño , CABALLU > caballo
-le occlusive sonore, abbreviandosi, subiscono anche la spirantizzazione: INADDERE -> añadir
-le sorde, dopo essersi abbreviate, restano sorde anche in spagnolo : MITTERE -> meter [non
diventa ‘meder’].
49.
49.1 Gruppi di due consonanti
Si possono distinguere diversi casi:
-come si è già visto i nessi possono mantenersi stabili
-possono subire una sonorizzazione i nessi ‘occlusiva+liquida’ : PETRA -> piedra , CAPRA ->
cabra
-possono subire un’assimilazione, generando consonanti lunghe che si abbreviano [tranne la NN
perché diventa ñ]: MB -> mm -> m : LAMBERE -> lamer
MN -> nn -> ñ : DAMNU -> dannu -> daño
RS -> ss -> s
PS -> ss -> s : IPSE -> esse-> ese
PT -> tt -> t : SCRIPTURA -> scrittura -> escritura
NF -> ff -> f : INFERNU -> infierno
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Se una velare precede una dentale, la velare si palatalizza:
LIGNA -> leña
OCTO -> ocho
L + consonante subisce una palatalizzazione: TALPA -> TALPU -> TAUPO -> topo
MULTU -> MUITO -> mucho
• Consonante + R :
-Se il nesso è preceduto da vocale, si comporta come in posizione intersonante originaria: LEPORE
-> lepre -> liebre
• Consonante nasale + R :
-Il gruppo NR è soggetto a interversione: TENERU -> Tierno
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Oppure a epentesi della ‘d’ : HONORARE -> ONDRAR, però nello spagnolo moderno è diventato
HONRAR
-Il nesso MB è soggetto a epentesi della ‘b’ : MEMORARE ->memrare -> membrar
• Consonante + L :
-PL può sonorizzare: POPULU -> pueblo
-MN avrà esito in ñ se è molto antica la sincope: DOMINA -> domna -> dueña
Se è recente può restare intatto: HOMINE -> omne -> hombre [con epentesi]
Oppure può subire un’epentesi: NOMINE -> nombre
-con i nessi di occlusive abbiamo la seconda consonante che è in posizione forte è più resistente,
però se è sorda si sonorizza.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
1) [dg], se precede vocale centrale o velare : IUDICARE -> judgar [moderno: juzcar]
2) [g], se precede vocale palatale : TRITICU -> trigo [grano]
Sulle vocali la sua azione impedisce la loro evoluzione spontanea o le chiude di 1° nel triangolo
vocalico.
Esistono 4 periodi di azione della iod:
1) IOD 1 = palatalizzazione precoce di [t] e di [k] che diventano sorde [ch] se precedute da
consonante, sonore [dz] se precedute da vocale.
Non viene interessata nessuna vocale precedente.
2) IOD 2 = gruppi secondari : n+iod - l+iod - k+iod - t + iod, g+iod. Agiscono sulla E e sulla O,
non sulle altre vocali.
Avranno tutti esito, eccetto n+iod perché sarà ñ, [ж] o [jota] -> Speculu > espejo
3) IOD 3 = nessi B+ iod, D+iod, G+iod. Le occlusive scompaiono, tutte le vocali sono interessate
tranne la A.
PODIU -> poyo
EXAGIU -> ensayo
Quando è preceduto da vocale palatale tonica, il nesso D+iod scompare: FASTIDIU -> fastijo ->
hastio.
4) IOD 4 = gruppi iod+T, P + iod, R+iod, S+iod. Iod deriva da una i vocalica dopo sincope, tutte le
vocali sono interessate, persino la A.
BASIU = basju = bajsu= bejsu= beso
AMAVI= amawi = amai = amaj= amej = amé
COLLIGO= collio= koljo= cojo
NOCTE= nokte= noite= noche
MULTU= mouto= muito= mucho
51.
51.1 consonanti finali latine
Normalmente cadono tutte tranne la S, che diventa il morfema del plurale è il morfema di alcune
persone verbali.
LUPOS -> Lobos
AMAS -> Amas
La M già non si pronunciava in latino e a parte all'accusativo, nei monosillabi cade o si trasforma in
N : CUM -> con
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
La R viene anticipata e resta la vocale in fine di parola: INTER -> entre
Quando resta esposta una consonante sonora spesso si assordava -> VERITATE =verdad= verdat
Oppure si depalatalizzava: VALLE = valle= val
Oppure poteva cadere: decídmelo = decimelo
Questo fenomeno era molto diffuso nello spagnolo antico dove si presentavano altre interversioni.
-Contaminazioni
Succede anche per assimilazione tra la finale di una parola e l'elemento clitico= hacer+lo -> hacello
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Capitolo 12
53. Il mutamento fonologico
Il mutamento fonetico consiste in un cambiamento delle abitudine articolatorie senza conseguenze
sul sistema fonologico di una lingua.
8) Coalescenza: quando tra fonemi contigui si hanno mutamenti che producono fonemi nuovi o
sopprimono fonemi esistenti.
9) Scissione: quando un fonema si scinde in una sequenza di due fonemi [per esempio, il
dittongamento]
Succede, però, che in alcune posizioni basta solo una parte dell’insieme dei tratti, quindi non tutti
per costruire il significante, l’ultimo tratto diventa inutile e quindi si annulla l’opposizione con altri
fonemi che si basava proprio su quel tratto.
Per esempio, i fonemi ‘m’ e ’n’ condividono il tratto che sono entrambe nasali e che sono sonore,
ma il tratto di opposizione è nella zona di articolazione: M è bilabiale, mentre N è dentale.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Alla fine di parola possiamo trovare solo uno dei due suoni ed è la N.
Quindi in fine di sillaba l’opposizione relativa alla zona di articolazione non è più determinante,
quindi si neutralizza.
In spagnolo quando ci sono delle parole che terminano in M, si leggono come se fosse una N:
album - álbun
PARTE III
MORFOSINTASSI
Capitolo 13
55. Un po’ di terminologia
La morfologia richiede che si tengono presenti anche alcuni concetti di sintassi e di lessico.
Bisogna sottolineare anche altri due concetti: MORFOFONOLOGIA e MORFOSINTASSI.
Morfofonologia= studia l’interazione tra morfologia e fonologia sotto diversi punti di vista.
Morfosintassi= studia gli elementi morfologici capaci di esprimere funzioni sintattiche.
Un morfema può essere formato da più affissi, ossia gli elementi grammemici: prefissi, suffissi,
infissi.
Con la parola terminazione si allude alla parte finale della parola.
Con morferma zero si intende l'assenza di morfema.
-differenziare = la seconda e la terza persona del presente indicativo del verbo ESSE [es ed est] si
condono, la lingua reagisce mantenendo ‘es’ per la terza persona, ma per la seconda persona
singolare preleva la forma della seconda persona del futuro latino ERIS -> eres.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
-uniformare= AMABAM e AMABAT si uguagliano in AMABA.
Quello che inizialmente è un errore diventa la norma di una nuova lingua o di un nuovo stadio
linguistico.
Sono casi di analogia anche la perdita del neutro.
Si distinguono due tipi di analogia:
1) Endogena -> come quella tra le persone di uno stesso tempo verbale ESTIS è sostituito da
SUTIS per analogia con le altre forme plurali che iniziano con S.
2) Esogena -> come quella tra lessemi verbali diversi.
Quando si parla di analogia, non ci si riferisce solo al fatto una forma latina evolve in spagnolo
diversamente dal previsto per attrazione di un’altra forma latina.
Spesso l’attrazione è esercitata da una forma già spagnola.
Si ha questa divisione quando una forma possiede due funzioni morfologiche, per esempio quando
c’è il passaggio da:
-sostantivo a verbo = verbi denominali come CARRU -> CARRICARE -> cargar [caricare]
-da verbo a sostantivo=sostantivi deverbali come ACORDAR -> acuerdo , oppure si tratta di verbi
sostantivati = EL HABER [l’avere]
-da aggettivo a sostantivo= aggettivo sostantivato TAMAGNU -> tamaño che è sia aggettivo che
sostantivo
-da pronome a sostantivo= ALIQUOD -> algo
-da aggettivo + sostantivo ad avverbio = TOTA VIA -> todavía e tutti gli avverbi in -mente
-da preposizione + avverbio = nuovo avverbio DE UNDE -> donde, AD ROTATORE -> alrededor
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
-Regressione [ipercorretta] = i sostantivi della 3 classe in -O/-ONE danno vita alle forme in -ón:
LATRONE -> ladrón
PAVONE -> pavón , può essere segmentato in ‘pav+ ón’, scegliendo la forma ‘pavo’ si ha dato vita
alla forma normale.
IL SINTAGMA NOMINALE
57. Generalità
Nell’evoluzione del sostantivo bisogna analizzare 3 fatti essenziali:
1) scomparsa dei casi
2) Riduzione delle declinazioni da cinque a tre, per i numeri restano invece sempre due: singolare
e plurale
3) Scomparsa del neutro
Molti mutamenti fonetici rendono indistinguibili molti casi: la caduta della M, la scomparsa della
quantità vocalica e la confusione delle aperture nelle arene finali.
Es: rosa -> nominativo - rosam -> accusativo - rosa -> ablativo, diventano tutte [rosa]
Lupo -> dativo - lupum -> accusativo - lupo -> ablativo, diventano tutte [lupo]
Imperatori -> dativo - imperatorem -> accusativo - imperatore -> ablativo, diventano tutti
[imperatore]
L’ablativo già in latino tendeva ad accompagnarsi con preposizioni e che si confonde sempre con
l’accusativo, scompare facilmente.
Il genitivo viene sostituito da DE + accusativo
Il dativo da AD + accusativo.
I nomi (sia aggettivi che sostantivi) derivano tutti dalla forma dell’accusativo che assume tutte le
funzioni sintattiche grazie all’estensione della flessione preposizionale.
2.I generi si riducono da 3 a 2. Il latino divideva i nomi in due categorie: ANIMATI e INANIMATI.
-Gli animati potevano essere maschili e femminili, sia secondo la distinzione del sesso, sia in base a
criteri arbitrari.
-Gli inanimati erano generalmente neutri, ma anche in questo caso con contraddizioni.
Nel passaggio allo spagnolo scompare il neutro e le parole di questo genere si distinguono tra
maschile e femminile, però si preferisce il genere maschile.
In spagnolo si presenta come il genere ‘non marcato’: el padre è maschile, la madre è femminile,
ma al plurale si dice ‘los padres’ [i genitori].
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Le due ultime classi erano già di per sé povere e problematiche.
La 4 si confondeva con la I e la V con la I.
La II classi è quella più complessa tanto in latino, come in spagnolo.
I sostantivi spagnoli oltre che derivare da sostantivi latini o di altra origine, possono procedere da
sostantivizzazione di altre ‘parti del dicorso’ sia all’interno della stessa lingua spagnola che nello
sviluppo diacronico dal latino a da altra lingua etimologica.
I casi più interessanti sono gli aggettivi sostantivati: HIBERNU -> invierno, VERANUM -> verano,
ESTIVU -> estío, MATTIANU -> manzana
Poi ci sono anche gli infiniti sostantivati: CANTARE -> el cantar [canzone di gesta]
PENSARE -> el pesar [la preoccupazione]
DEBERE -> el deber [il dovere]
58. Deflessività
I nomi spagnoli derivano dall’accusativo tanto al singolare quanto al plurale.
PORTA -> Puerta, PORTAS -> puertas
AMICU -> amigo, AMICOS -> amigos
CLAVE -> llave, CLAVES -> llaves
-dal genitivo = i nomi di alcuni giorni della settimana: MARTIS -> martes [ martedì, il giorno di
Marte ]
IOVIS -> jueves [giovedì, il giorno di Giove]
MERCURII -> miercoles [mercoledì, il giorno di Mercurio]
LUNAE -> lunes [lunedì]
-dal vocativo = i nomi di persona: CHRISTE -> Criste, IACOBE -> Iagüe
-dall’ablativo = sono forme avverbiali, gli avverbi di modo in -MENTE, oppure HAC
HORA: ahora, LOCO: luego, QUOMODO: como, TOTA VIA: todavía.
Anche l’ordine delle parole cambia rispetto al latino, si va dall’agente al paziente, cioè da
chi opera al suo obiettivo.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
59. Genere e numero
1) come abbiamo detto scompare il neutro e i sostantivi si dividono per lo più tra i
maschili, che sono in maggioranza: CORNU -> el cuerno
Anche tra i femminili: MELE -> la Miel
LACTE -> la leche
Ci sono però dei nomi ambigenere: MARE -> el mar / la mar
3) Cambiamento di genere: alcuni nomi maschili della III declinazione diventano femminili:
DOLORE -> la dolor
FLORE -> la flor
FONTE -> la Fuente
FRONTE -> la frente
SANGUINE -> la sangre
SERPENTE -> la serpiente
La parola ARBOR e i nomi delle piante, che sono femminili ma diventano maschili in
spagnolo:
ARBORE -> el árbol
FRAXINU -> el Fresno
Esistono parole che si continuano nei due generi, a volte senza specializzazione semantica, a
volte con specializzazione:
ORDINE -> orden al maschile [ordine sacerdotale], al femminile comando
5) carattere non marcato del singolare: il singolare va considerato il numero non marcato.
Quando c’è un’opposizione tra numeri, la lingua usa il singolare.
Ci sono però delle parole usate solo o quasi solo al singolare [singularia tantum] e parole
usate solo o quasi solo al plurale [pluralia tantum].
6) regola sincronica del plurale: il passaggio del genere neutro al maschile e al femminile fa
si che i plurali derivino dai nuovi modelli.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
BALNEOS -> in spagnolo ha esito in baño/baños
I nomi della III declinazione latina, la vocale ‘e’ finale cade solitamente: PONTE -> Puente,
però PANE -> pan.
Si stabilisce una regola sincronica, per cui se il singolare termina con una vocale [a/e/o] il
plurale aggiunge la S.
Il plurale dei nomi maschile e femminile della III classe deriva dal plurale latino.
I nomi provengono dall’accusativo senza M e plurale con S deriva che (e)s si specializza
come marca del plurale.
7) Dal neutro plurale al femminile singolare : alcune parole neutre II classe latina usate
generalmente al plurale, con valore collettivo, a volte con parole ‘duale’ e terminano in A :
GESTA - LIGNA [leña] - BODA
8) singolare collettivo
60. Le classi
Delle cinque classi ho declinazioni nominali latine sopravvivono le prime tre, che si
rimescolano grazie passaggi di classe chiamati metaplasmi:
1) nella prima arrivano alcuni nomi della quarta declinazione e della quinta.
MATERIES / MATERIA -> madera
LUXURIES / LUXURIA -> lujuria
DIA -> dia
SANIA -> saña [ira]
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
La prima declinazione spagnola aumenta con nomi che nella forma primitiva appartenevano
alla terza:
AURE -> auricola -> oreja
CAPUT -> capittia -> cabeza
2) nella seconda declinazione confluiscono molti maschili neutri della quarta, per esempio:
MANU -> mano
SENATU -> senado
CORNU -> cuerno
3) nella terza declinazione latina gli in Paris Silla B arrivano a Paris Silla B. Nello spagnolo
i nomi derivano comunque dall'accusativo senza M.
Dalla V classe arrivano:
FIDE -> fee -> fe
Nella III classe spagnola arrivano anche gli arabismi in ‘i’.
Gran parte dei suffissi di provenienza non latina sono suffissoidi, perché nella lingua di
sostrato erano dei lessemi.
61.1 Prefissi
Sono atoni e tendono a confondersi o ad accumularsi:
EX sostituisce ABS = ABSCONDER -> EXSCONDER -> esconder
EX + IN = IN + EXAGIU -> ensayo
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
61.2 Suffissi
- Sono tonici e tendono a confondersi:
UDINE è spesso confuso con UMINE = CONSUETUDINE -> COSUETUMINE ->
costumbre
ATICU ha esito in ADGO o AZGO, però si è aggiunta anche la variante straniera: AGE /
AJE: SILVATICU -> salvage
-I suffissi atoni scompaiono, sostituiti da suffissi tonici: rotula -> rotella -> rodilla
Oppure diventano tonici loro stessi.
Esistono anche delle parole che sono state sostituite, per ragioni di espressività, dei
diminutivi. In spagnolo esistono anche dei suffissi grigi e non latina e sono produttivi.
Esistono anche dei suffissi di origine pre latina come: -arro, -orro, -urro, -iero, -ueco, -asco.
Capitolo 15.
62. Premessa
Con il termine aggettivazione si indicano tutti gli elementi che incidono direttamente sul
sostantivo.
Tutti gli aggettivi qualificative e presentatori, tranne possessivi, possono rappresentare
anche la funzione di pronomi.
63.1 Classi
L’aggettivo qualificativo concorda in genere il numero con il nome cui si riferisce, nel
passaggio dal latino allo spagnolo l'aggettivo così come il sostantivo ha perso la flessione
nominale il genere neutro.
Quindi restano due classi di aggettivi le cui forme derivano dall’accusativo:
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
-una a due terminazioni cioè distingue tra il maschile e il femminile perché il maschile
segue la seconda classe dei sostantivi, il femminile segue la prima classe dei sostantivi:
BONO -> BONA -> BONOS -> BONAS
In spagnolo= BUENO-BUENA-BUENOS- BUENAS
-l'altra e a una terminazione cioè a una forma unica per il maschile e per il femminile, segue
la terza classe dei sostantivi: FUERTE -> FUERTES
63.3 Gradi
-Il comparativo e il superlativo latini avevano una forma sintetica: del grado positivo
ALTUS si formavano il comparativo = ALTIOR
Il superlativo= ALTISSIMUS
A volte il comparativo veniva formato con l’avverbio MAGIS o PLUS + aggettivo positivo.
Lo spagnolo continua e generalizza di forme analitiche, scegliendo MAGIS per il
comparativo e sostituendo MAXIME con MULTUM per il superlativo.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
-per il superlativo relativo si aggiunge l'articolo è il comparativo di maggioranza di
minoranza:
ILLE MAGIS/ MINUS ALTU -> el más/menos alto
63.4 Posizione
Il latino la posizione dell'aggettivo qualificativo corrispondeva alla seguente regola= di
norma veniva anteposto al nome, quindi prima del nome, tranne in due casi:
1) quando l'aggettivo derivato da un nome proprio -> populus romanus
2) Nel caso in cui il sostantivo era un monosillabo -> res nova
La collocazione in versa dava speciale risalto all'aggettivo. Già in latino volgare però le cose
cambiarono e si andava affermando una regola secondo la quale: l'aggettivo qualificativo
viene di norma posposto al nome, quindi posto dopo il nome, a meno che non esprima una
valutazione soggettiva.
Ancora oggi l'aggettivo qualificativo si preferisce porlo dopo il nome, a meno che non si
voglia dare una speciale enfasi all’attributo.
Es: un caballo grande -> significa un cavallo di grandi dimensioni
Un grande caballo -> significa un cavallo eccezionale speciale
Inoltre in spagnolo ci sono delle costruzioni formate da: ‘aggettivo qualificativo+ de +nome
proprio’ che servono per sottolineare l’aspetto elogiativo o peggiorativo dell’idea.
Esistono 5 tipi di queste strutture:
1) Sostantivo qualificativo + de + sostantivo
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
2) Aggettivo sostantivato + de + sostantivo
3) Interiezione + de + sostantivo
4) Esclamazioni con aggettivo non sostantivato + de + sostantivo o pronome
5) Formule ‘por malos de pecados’
La costruzione formata dal verbo ‘ser’ con un aggettivo deverbale -TOR / -TORIS ->
saber = sabidor
mover = movedor
Svolgono una funzione verbale -> ser sabidor = saber
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Neutro singolare -> ILLUD > lo
L'articolo neutro a l'uso limitato per alcuni linguisti l'articolo neutro non esiste è molto
spesso alcuni sintagmi vanno interpretati come pronome più aggettivo: lo Bueno.
De ‘DE + articolo’ si ha -> DEL che è il risultato della fusione tra ‘de+ el’.
DE la, DE los, DE las, DE lo.
Derivano:
Singolare maschile -> un
Singolare femminile -> una, un
-Esiste anche l’articolo 0 : spesso articolo non è necessario soprattutto quando l'espressione
indica proprietà generali o davanti ha un nome di un popolo di un gruppo. Anche quando
l'attualizzazione di per se è chiara, così da non necessitare un presentatore.
In spagnolo l'articolo zero è molto utilizzato.
-non sono pochi linguistiche negano l'esistenza dell'articolo singola rizzanti, considerandolo
sempre più un quantificatore, inoltre alcuni linguisti ritengono che l'articolo singola rizzanti
abbia la sua esistenza e che risalga sin dai tempi dello spagnolo antico.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
66.1
Il sistema latino comprendeva i seguenti aggettivi:
-HIC;HAEC; HOC = indicava oggetti, cose, o persone vicini a chi parlava
-ISTE;ISTA;ISTUD = indicava oggetti vicini a chi ascoltava
-ILLE;ILLA;ILLUD = indicava oggetti lontani da entrambi o da entrambi conosciuti
-IS;EA;ID = era vicino al significato di ILLE
-IPSE;IPSA;IPSUM = conferiva risalto ‘proprio lui’
-IDEM;EADEM; IDEM = indicava identità ‘lo stesso’
La funzione di HIC viene assunta da ISTE, sia da solo, sia con il prefisso che ne enfatizza la
portata ACCU:
ISTE -> este
ACCU ISTE > aqueste
La funzione di ISTE viene assunta da IPSE, sia da solo che con il prefisso ACCU:
-IPSE -> esse -> ese
-ACCU IPSE -> aquesse
La funzione di IPSE [proprio lui] si confuse con quella di IDEM [lo stesso] nella forma:
mesmo, poi diventato mismo.
Questo si può spiegare : in latino per esprimere il concetto di proprio io, se stesso si usano le
forme composte EGO o SE [pronomi] MET [suffisso] E per dare maggior enfasi si
aggiunge anche il pronome ipse: EGOMET IPSE - SEMET IPSE.
Con il passare del tempo però ipse si perde e per ribadire l'enfasi il pronome diventa
superlativo: IPSISSIMUS.
Staccando il pronome personale, EGO, si rende autonoma una forma di METIPSISSIMUS
che diventa poi: MEDISSISSIMU -> per analogia sappiamo che ISSISS diventa IS, quindi:
MEDISIMU, DA CUI MEDESMO [LA I DIVENTA E] MESMO -> MISMO.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Aquel dal punto di vista fonetico al maschile singolare per apocope assume questa forma,
poiché in precedenza è aquelle.
Nelle altre forme, quindi al femminile e al plurale resta nella forma palatalizzata.
Il sistema spagnolo è :
este, esta, estos, estas,
ese, esa, esos, esas,
aquel, aquella, aquello,aquellos, aquellas.
66.2 Posizione
I dimostrativi rifiutano l’articolo, perché loro stessi sono dotati di un contenuto
identificatore.
Hanno sempre la prima posizione e tendono a posporre gli altri attualizzatori.
66.3 Funzione
-La funzione di ‘este’ è quella di essere vicino a una prima persona, il tempo è presente.
-La funzione di ‘ese’ è quella di essere vicino a una seconda persona, il tempo è presente o
futuro immediato.
-La funzione di ‘aquel’ è quella di essere lontano sia alla prima persona che alla seconda e il
tempo è quello del passato o futuro lontano.
-lo esplicita parzialmente= o attraverso il numero grammaticale -> mi/tu/su sono singolari,
però nuestros/vuestros/sus sono plurali.
Oppure attraverso il genere grammaticale del sostantivo.
-esplicita sempre il numero grammaticale del pronome perché concorda con il sostantivo:
mi perro/ mis perros.
67.1 Evoluzione
L’evoluzione dei possessivi è molto complessa.
In latino abbiamo 5 persone, si considerano solo il maschile e il femminile, perché si
elimina il neutro:
1. MS = MEU | MP = MEOS
FS = MEA | FP = MEAS
2. MS = TUU | MP = TUOS
FS = TUA | FS = TUAS
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
3. MS = SUU | MP= SUOS
FS= SUA | FP= SUAS
5. MS = VOSTRU | MP = VOSTROS
FS= VOSTRA | FP = VOSTRAS
Questi possessivi subirono molto l’influenza di cuyo, ma hanno anche avuto altri esiti:
-mío(S) -> mi, mis | mía (S) -> mi, mis
-to(S) -> tu, tus | tua (S) -> tu, tus
-so(s) -> su, sus | sua (S) -> su, sus
67.2 Posizione
Il possessivo precede il sostantivo, a meno che non ci sia già un'altra totalizzatore e allora in
quel caso lo segue (il sostantivo).
68.1 cardinali
Il latino era non declina abili primi tre:
UNUS;UNA;UNUM -> in spagnolo ha avuto esito = uno, unos
DUO; DUAE; DUO -> in antico spagnolo esistevano le forme ‘dúos, dúes’, ma nello
spangolo moderno si è imposta la forma invariabile: dos.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
E le centinaia a partire dal 200:
DUOCENTI; DUOCENTAE; DUOCENTA
TRECENTI; TRECENTAE; TRECENTA
68.2 ordinali
Sono tutti gli aggettivi e due terminazioni derivati da aggettivi latini e tre terminazioni:
PRIMU -> primariu -> primero
SECUNDU -> Segundo
TERTIU -> tertiariu -> tercero
QUARTU -> quarto
QUINTU -> quinto
68.3 Distributivi
Si continua solo e al plurale:
SINGULOS/ AS
68.4 Moltiplicativi
Sono di tradizione popolare solo DUPLU -> doble
TRIPLU -> treble
68.5 Frazionari
Già in latino stava gli ordinali.
Più tardi iniziò ad utilizzarsi: TERCIO,QUARTO, QUINTO
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Cada = deriva dal greco ‘katá’
Cadacual = CADA + QUAL
Cadauno= CADA + UNU
Cascuno=QUISQUE + UNU
Cierto =CERTU
Cualquiera=CUAL + QUAERAT [3 persona del presente congiuntivo di QUAERERE)
MUCHO = MULTU
NEGUNO = NEC + UNU
POCO = PAUCU
TODO = TOTO
VARIO =
VARIU
Capitolo 16.
70. I pronomi
I sostituenti o pronomi formano una categoria di parole che sostituiscono altre categorie.
I pronomi si dividono in: personali, relativi, interrogativi e indefiniti.
Queste categorie di pronomi non possono assumere funzione aggettivale, mentre tutti gli
aggettivi, tranne i possessivi, possono avere anche la funzione di pronomi.
Fa eccezione ‘cuyo’.
-Le forme complemento con preposizione, rispetto alle forme soggetto cambiano solo quelle
di prima e seconda persona, ma c’è anche una forma riflessiva e derivano dal dativo latino:
1) MIHI -> MI -> mi
2) TIBI -> TI -> ti
3) SIBI -> SI -> si [3 s. E 3 p.]
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
4. NOS -> nos
5. VOS -> voi, poi diventato ‘OS’
6. Dal dativo= ILLIS -> les [complemento indiretto]
Dall’accusativo= ILLOS -> los [complemento diretto] | ILLAS -> las [complemento
diretto]
71.3 Osservazioni
-forme toniche di soggetto= le forme ‘nosotros, vosotros’ iniziano dal XIV secolo.
Come eredità del latino, il verbo spagnolo incorpora nelle desinenze la persona:
amo= io
amas= tú
ama= él/ ella
Quindi il verbo spagnolo presenta in sé apporto e supporto: apporto è la radice del verbo,
supporto alla desinenza che fa comprendere la persona.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
71.6 leísmo, laísmo, loísmo
Questi tre fenomeni consistono nell'utilizzo spropositato delle forme dei pronomi atoni nel
complemento senza preposizioni: le(s) , lo(s), la (s).
Leísmo= È il fenomeno più comune e consiste nell'uso della forma del complemento
indiretto Le(s) con la funzione del complemento diretto maschile Lo(s).
Es: LE QUIERO invece di LO QUIERO
Laísmo= è meno comune, ma consiste nell’uso della forma del complemento diretto La(s)
con la funzione del complemento indiretto Le(s).
Es: LA DIJE invece di LE DIJE
Loísmo = consiste nell’uso della forma del complemento diretto Lo(s) con funzione
dell’indiretto maschile Le(s).
Es: LO ESCRIBO invece di LE ESCRIBO
Verso il XIV secolo qui cadde in disuso e rimase solo quien che lo sostituì.
Qui e quien erano riservati alle persone, mentre que [<quem] era riservato tanto alle
persone come alle cose, confondendosi con que [< quid].
Quien passò anche alla funzione di interrogativo di persona e que [< quid] alla funzione di
interrogativo per le cose.
73. Indefiniti
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
I pronomi indefiniti sono aggettivi che possono avere funzione pronominale.
I principali pronomi indefiniti usati anche in funzione avverbiale, solo per alcuni, sono:
AJENO = deriva da -> alienu [alieno, estraneo]
ALGO = deriva da -> aliquod [qualcosa]
ALGUIEN= deriva da -> aliquem [qualcuno]
ATANTO = deriva da -> tantu + prefisso A [tanto]
HARTO= deriva da -> FARCTU [ participio passato di FARCIRE, cioè riempire]
NADA= deriva da -> nata [niente]
NADIE= deriva da -> natu [nessuno]
OTRO= deriva da -> alteru [un altro]
CUAL= deriva da -> qual
CUALQUE= deriva da -> qual + que [qualunque]
CUANTO= deriva da -> quantu [quanto]
QUE QUE = deriva da -> quidquid [qualunque cosa]
TAL = deriva da -> tale
TANTO= deriva da -> tantu
IL SINTAGMA VERBALE
74.
Il verbo latino si coniugava in quattro classi, identificato in base all'infinito presente attivo.
La I termina in -ARE
La II termina in -ERE [ e lunga]
La III termina in -ERE [e breve]
La IV termina in -IRE [i lunga]
La III classe si componeva di due tipi di verbi: quella che alla prima persona del presente
indicativo finivano in O e quelli che terminavano in IO.
Quindi alcuni erano forme simili ai verbi della IV.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
La diatesi è la funzione o voce del verbo.
L’indicativo ha 6 tempi:
1. Presente
2. Imperfetto
3. Perfetto
4. Piuccheperfetto
5. Futuro semplice
6. Futuro anteriore
Il congiuntivo ha 4 tempi:
1. Presente
2. Imperfetto
3. Perfetto
4. Piuccheperfetto
L’imperativo ha 2 tempi:
1. Presente
2. Futuro
L’infinito ha 3 tempi:
1. Presente
2. Passato
3. Futuro
Il participio ha 3 tempi:
1. Presente attivo
2. Futuro attivo
3. Passato passivo
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
L'infinito è la forma non marcata, perché annuncia l'estrema verbale senza metterlo in
situazione.
L’infinito, il participio, il supino e il gerundio, non avendo morfemi di persona hanno poco
della fisionomia del verbo e quindi vengono definiti quasi sostantivi.
Delle altre forme, quelle che posso sostantivizzarsi più facilmente la prima persona del
presente indicativo.
Il presente indicativo e tra i tempi veramente verbali, quello non marcato, tra l'altro può
anche servire come forma acronica sia per il presente che per il passato [si parla di presente
storico] e per il futuro.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
-si sostituisce la forma passiva con una flessione che è analitica
-si sostituisce il futuro indicativo con una forma perifrastica, composta dall’INFINITO DEL
VERBO CHE VA AL FUTURO + PRESENTE INDICATIVO del verbo HABEO.
-scompare il supino
-la II e la III classe vengono equiparate, non c’è più la distinzione della II e della III per la
quantità della ‘e’.
Quindi ci sono solo 3 forme di classi verbali.
-i tempi passati, che sono sintetici in latino, diventano analitici in spagnolo, quindi
richiedono l’aiuto dei verbi ‘ser’ e ‘haber’.
Alcuni verbi scomparvero, oppure se ne crearono altri con l’aspetto esteriore degli incoativi,
quindi si scrivevano con la grafia ‘SC’, ma poi si modificò in ‘C’.
Es: PARERE -> PARESCERE -> parecer
Spesso molti incoativi sono presentati con altri prefissi o suffissi e vengono chiamati
‘parasintetici’ :
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
-en/em -> pobre > empobrever
-ex -> claro > exclarecer
-a -> tarde > atardecer
Es: Favor -> favorecer [senza prefisso]
78. Le classi
Le classi spagnole sono 3: in -AR, in -ER, in -IR
Lo spagnolo fa riversare la III classe nella II, a differenza di tutte le altre lingue romanze.
Ecco perché si hanno molti cambiamenti di classe.
Come in latino, anche in spagnolo le classi in -AR e in -IR sono le più numerose, perché
sono le più produttive, in quanto permettono di formare nuove caratteristiche.
1) classe in AR
Riceve i verbi della prima classe latina, oltre a qualche eccezione.
È la più produttiva, anche gli stranierismi permettono di arricchire questa classe:
Es dal germanico: RAUBON -> robar
Es dall’arabo : RAKAMA -> recamar
Es dal francese: ABANDONNER -> abandonar
L’influsso dei cultismi è evidente in: ALTIARE -> alzar, SEDENTARE -> sentar
2) classe in ER
La classe in ER è una fusione tra la II e la III latina.
È una classe che riceve molti verbi incoativi sia vecchi che nuovi : CARERE ->
CARESCERE -> carcer
SEDERE -> ser
In questa classe ci sono i verbi più rilevanti, sia per uso che per significato
HABERE -> haber
DEBERE -> deber
POTERE -> poder
COMEDERE -> comer
CREDERE -> creer
FACERE -> hacer
QUAERERE -> querer
I relitti della III classe sono le antiche forme ‘far, fer’ per fare e ‘dir’ per dire e sono le
antiche forme di ‘hacer’ e ‘decir’.
3) classe in IR
Oltre a ricevere i verbi della iV classe latina, si arricchisce di altri verbi provenienti dalla II
e dalla III.
Alcuni verbi della II anziché avere la forma in ‘er’ assumono quella in ‘ir’: LUCERE ->
luzir
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
RIDERE -> reir
La ragione è la seguente: la prima persona del presente indicativo della II classe latina
termina in -EO, l’esito fonetico normale di E atona si è generato in iato e quindi si è formata
una iod.
Passano alla terza coniugazione spagnola anche alcuni verbi che contengono una I nel
lessema.
DICERE -> decir
FRIGERE -> freir
SCRIBERE -> escribir
VIVERE -> vivir
Il gruppo in A indica tutte le forme che hanno la vocale ‘a’, tranne il presente del
congiuntivo che ha la vocale tematica ‘e’.
Il gruppo in E e in I indica tutte le forme che hanno la vocale palatale in ‘e’, in ‘i’ e in ‘ie’
tranne al presente del congiuntivo che ha la vocale ‘a’.
La vocale tematica nella prima persona singolare è assente, per tutte e tre le coniugazioni.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
A volte il lessema viene sostituito da un altro: fue [passato] - iré [futuro]
La prima persona in alcuni casi ha un’influenza personale, che non intacca le altre persone:
PARECER -> parezco, pareces
-la 4 persona dei perfetti forti è rizotonica in latino, ma in spagnolo diventa rizoatona:
dìximus -> dixìmus -> dijemos
-l’accento del presente indicativo cade sempre sulla penultima sillaba, in base a questa legge
i verbi proparossitoni hanno fatto avanzare il loro accento, diventano parossitoni :
Còlloco -> colòco [spagnolo]
Commùnico -> comunìco [spagnolo]
Consìdero -> considèro [spagnolo]
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
-il perfetto è di tre tipi:
1) debole
2) Forte
3) Reduplicato
Il perfetto debole non è mai accentato sul lessema, l’accento cade o sulla vocale tematica o
sul morfema modo-temporale.
Il piuccheperfett e il futuro anteriore hanno dei morfemi modo temporali diversi a seconda
della forma del perfetto:
-se il perfetto è debole si ha VERA per il piuccheperfetto e VERI per il futuro anteriore.
Nella prima classe si perde VE e nella 4 si perde solo la V
-se il perfetto è forte si hanno UERA - SERA - ERA per il piuccheperfetto, UERI- SERI -
ERI per il futuro anteriore.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Nella prima classe si perde VI, nella quarta si perde solo V
1) AMASSEM
4) AMAISEMM
L’infinito ha la R e si continua il resto in spagnolo come suono finale anche per l’apocope di
E.
Il gerundio ha ND
82. Le desinenze
Le desinenze si dividono in:
-comuni a tutti i tempi e a tutti i modi
-quelle dell’imperativo e del perfetto sono diverse
Con la scomparsa della desinenza del passivo, le terminazioni spagnole servono solo per
indicare la persona e il numero.
5) TIS = se è preceduto dalla vocale tematica diventa ‘des’. Nel XIV secolo la ‘d’ iniziava
a sparire e alla fine del 400 il dileguo è definitivo. Il dileguo definitivo in assoluto si
registra alla fine del 600.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
6) NT = perde normalmente la T.
Capitolo 18
83. 1. Presente indicativo,
PLICARE
Plico -> llego
Plicas-> llegas
Plicat-> llega
Plicamus -> llegamos
Plicatis -> llegáis
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Plicant -> llegan
83.2 classe in ER
TIMERE
Timeo - timo -> temo
Times -> temes
Timet -> teme
Timemus -> tememos
Timetis -> teméis
Timent -> temen
83.3. classe in IR
PARTIRE -> partir
Partio -> parto -> parto
Partis -> partes
Partit -> parte
Partimus -> partimos
Partitis -> partís
Partiunt -> partent -> parten
Quando nel lessema c’è una e chiusa, la iod della desinenza di prima singolare si chiude in i,
prima di scomparire:
METIO -> mido
I verbi che nel lessema hanno una e aperta si comportano in due modi:
1) seguono l’esempio di METIO
2) Ignorano la iod e dittongano
I verbi che nel lessema hanno una o chiusa subiscono solo l’innalzamento nella prima
persona singolare:
SUBEO -> SUBIO -> subo, però in spagnolo queste forme con la u restano per tutte le
persone
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
L’infinito deriva da SEDERE -> seer, ser
Il presente indicativo continua la flessione di ESSE:
Sum= soy
Es -> Eris= eres
Est= es
Sumus= somos
Estis = sois
Sunt= son
Nel congiuntivo per lo spagnolo la vocale tematica della prima classe diventa la E.
84.2 classe in ER e in IR
TIMERE -> temer
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
84.3 casi particolari
-Il verbo essere deriva dal verbo SEDERE : SEDEAM -> sedja
Successivamente la iod scomparve come era scomparsa in tutti gli altri casi con ‘D+ iod’.
Nel presente indicativo questa G si aggiunge solo alla prima persona singolare, nel presente
congiuntivo si aggiunge a tutte.
Da verbi come AUDIO o FUGIO si aggiunte la Y, che si estende anche alla seconda persona
singolare e terza singolare e plurale, oltre che alla prima singolare.
Questi verbi sono: contribuir, costruir, huir, disminuir, influir, sustituir, diluir.
86. Incoativi
Al congiuntivo lo spagnolo antico introduce la Z, dalla prima persona dell'indicativo viene
estesa a tutto il presente congiuntivo in cui la vocale tematica era la A.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
87. Imperfetto indicativo
87.1 classe in AR
87.2 Classi in ER e in IR
Nel XIII secolo tutte le terminazioni, eccetto la prima si indeboliscono e quindi: IA passa a
IE [è come se fosse una sorta di assimilazione, in cui la A si avvicina alla I fermandosi in
una posizione intermedia nel triangolo vocalico].
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
IBAT =iba
IBAMOS =ibamos
IBATIS =ibáis
IBANT =iban
-il verbo VIDERE = lo spagnolo registra una forma accorciata, con contrazione
Veía
Veías
Veía
Veíamos
Veíais
Veían
88.Imperativo
L’imperativo latino ha solo due persone: la 2 singolare e la 2 plurale e aveva solo la forma
positiva.
Per l’imperativo negativo il latino usava: “NOLI, NOLITE + infinito” oppure “NE +
congiuntivo presente o perfetto”.
88.1
Classe in AR ——Classe in ER ———Classe in IR
PLICA -> llega—— TIME -> teme —— PARTI -> parte
PLICATE -> llegad—-TIMETE -> temed——PARTITE -> partid
88.2
Nella 2 persona plurale la D può arrivare ad assordarsi o a scomparire.
In latino ci sono degli imperativi senza desinenza. Si tratta degli imperativi di DIC-FAR e in
spagnolo si continua questa forma, alla seconda persona singolare. Effettivamente lo
spagnolo continua solo DIC -> di
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
89. Gerundio
89.1 esempi
PLICANDO = llegando
TEMENDO = temiendo
BIBENDO = bebiendo
PARTIENDO = partiendo
89.2 Osservazioni
-solo nella classe in IR, la iod agisce sulle E e sulle O del lessema chiudendole in I e in U:
DORMIENDO = durmiendo
VENIENDO = viniendo
-In spagnolo antico alcuni gerundi sono formati sul tema del perfetto:
Decir- dixiendo si forma su DIXE
Aver- oviendo si forma su OVE
Saber- supiendo si forma su SUPE
Tener- toviendo si forma su TOVE
Però tutte furono poi sostituite dalle forme del presente: diciendo, habiendo, sabiendo,
teniendo.
Solo il gerundio di PODER- pudiendo non cambiò, ma rimase perfetto.
90.2 osservazioni
Il participio presente si è conservato come sostantivo o come aggettivo, l'uso verbale è solo
dello stile latineggiante.
Capitolo 19
91. Perfetto indicativo
È necessario che il perfetto indicativo corrisponda al preterito indefinito spagnolo e che in
italiano si traduce con il passato remoto.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
91.1 perfetti deboli
Classe in AR
AMAVI -> AMAI -> amé
AMAVISTI -> AMASTI -> amaste
AMAVIT -> AMAUT -> amò
AMAVIMUS -> AMAMUS -> amamos
AMAVISTIS -> AMASTIS -> amastéis
AMAVERUNT -> AMARUNT -> amaron
La classe in -ER sono pochi e non si continuano in spagnolo, ma la maggior parte per
analogia seguono quelli in -IR
Nella 3 persona singolare abbiamo inizialmente una forma che è Partío, ma per una legge
dell'accento diventa partió.
Le ultime tre forme plurali, sono accettate dallo spagnolo antico ma lo spagnolo moderno
accettato con le attuali (accanto a quelle antiche).
La 3 persona singolare ha sempre una iod che innalza sempre la vocale del lessema quando
questa è una E oppure una O.
DORMIUT -> durmió
SERVIUT -> sirvió
Nelle ultime tre persone plurali la iod può esserci come no, con innalzamento o senza.
Con innalzamento:
SERVIIMUS -> SERVIEMUS -> SIRVIEMUS [S. A.]
SERVIISTIS -> SERVIESTES -> SIRVIESTES [S.A]
SERVIERUNT -> SIRVIERON [S.A]
Senza innalzamento:
SERVIMUS -> SERVIMOS
SERVISTIS -> SERVISTEIS
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
SERVIRUNT -> SERVIERON
Nel verbo HABERE > HABUI > AUBI il dittongo AU diventa O -> ove
Nella 3 persona del singolare che formava AUBIT per evitare che si confondesse con la
prima, alla terza OVE viene sostituita con OVO: in questo modo la O diventa la
caratteristica della terza persona, tonica nei perfetti deboli[ vivió, comió] , atona nei perfetti
forti [puso, vino, però fa eccezione FUE].
-quando la vocale del lessema era O, questa si unisce alla U anticipata e provoca
l’evoluzione OU in U -> POSUI -> puse
POTUI -> pude
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Alcune forme forti dello spagnolo antico sono state sostituite, nella lingua moderna, da
forme deboli.
-I = si possono dividere in due gruppi:
1) Quelli che assumono le terminazioni della classe debole in IR [LEGERE -> LEGI -> leí]
2) I tre che continuano come forti:
FECI = fize - hice
FECISTI = feziste- hiciste
FECIT = hizo
FÉCIMUS -> FECÍMUS -> fezimos/fiziemos - hicimos
FECISTIS = fezistes/ fiziestes -> hicistéis
FECERUNT = fizieron - hicieron
VENI = vine
VENISTI = veniste - viniste
VENIT = vino
VÉNIMUS -> VENÍMUS = venimos/viniemos - venimos
VENISTIS = venistes/ viniestes - venistéis
VENERUNT = vinieron
-il perfetto di ‘essere’ = in spagnolo il perfetto di SER coincide con quello di IR. In entrambi
i casi si tratta del perfetto FUI, che possiede due forme:
1)
FUI = fue/ fui - fui
FUISTI = fueste/fuiste - fuiste
FUIT =fue
FUIMUS -> FUIMUS = fuemos/fuimos- fuimos
FUISTIS = fuistes-fuistéis
FUERUNT = fueron
La 3 persona singolare è l’unica ad avere la desinenza in O.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
2) p ridotta, simile a quella Italiana
FUI - foe,fo
FUISTI - foste/fuste
FUIT - fo/fu
FUMUS -fomos/fumos
FUSTIS -fostes/fustes
FURUNT -foron/furon
Nel caso del piuccheperfetto la forma forte e quella reduplicava si pareggiano alla debole,
ricorrendo al tema del presente e ci sono due classi:
-in AR
-in ER = in questo gruppo c’è la IOD, ma questa iod non è in grado di innalzare le vocali del
lessema.
-In IR = in questa classe c’è l’innalzamento della vocale del lessema.
La nascita delle perifrasi per i tempi passati permette l’invenzione di participi anche per
quei verbi latini che ne erano privi.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
-I participi deboli della prima classe e della IV latina si continuano regolarmente:
LUCRATU = logrado
PARTITU = partido
-i participi deboli della II classe latina [-ETU] o scompaiono o passano alla classe in IR :
COMPLETU > COMPLITU > complido
Anche il participio passato di essere è ricostruito: SEDERE > SEDITO > sido
-i participi deboli della III classe latina [-UTU] non solo si continuano regolarmente
(TRIBUTU -> atrevido), ma hanno un grande successo e si estendono a varie classi, però
non superano la fase medievale e nel XIV secolo sono già sostituiti dalla terminazione ‘ido’
della classe in ir.
MISSU -> mittutu > metudo -> metido
VICTU -> vencido
SABUDO > sabido
TEMUDO -> temido
Capitolo 20
96.Futuro
96.1 il futuro latino
Era destinato a scomparire per varie ragioni:
1) fonetiche = alcuni cambiamenti fonetici provocano confusioni tra il futuro e altre forme
ACCENDIT [3 persona presente indicativo] - ACCENDIT [3 persona perfetto] -
ACCENDIT [3 persona presente futuro]
3) semantiche =il futuro appartiene al piano del ‘non accaduto’, quindi del non oggettivo e
questo favorisce espressioni modali.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Quindi sono delle forme sintetiche.
Nello spagnolo antico, il carattere analitico del futuro era ancora predominante, tant’è che
tra l’infinito del verbo e il presente di HABER si potevano trovare dei pronomi:
Amar - lo -a -> lo amará
Dar - nos- los - edes-> nos los daréis
Una volta essersi formato il futuro sintetico, l’infinito perde il suo accento [amár + e] e
diventa amaré.
La A di mar da tonica, diventa intertonica.
In spagnolo antico le forme con interversione con sincope sono piuttosto numerose. Le
prime quindi quelle con interversione scompaiono nello spagnolo moderno, le seconde
invece si mantengono per i verbi più comuni: cabré-habré-pondré-querré-sabré-saldré-
tendré- valdré- vendre
97. Condizionale
Quello che chiamiamo condizionale o potenziale è un modo che indica una situazione
ipotetica che dipende dal verificarsi o meno di alcune premesse.
97.3 Osservazioni
Tutto ciò che avviene per il futuro, vige anche per il condizionale.
Capitolo 21
98. Passato remoto e passato prossimo
Il perfetto latino aveva due significati:
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
1 ) perfetto oggettivo, cioè l’aoristo, quindi indica un’azione senza idea di durata e senza
alcuna relazione con il momento in cui si parla
Con questa perifrasi troviamo il verbo avere che fa riferimento allo stato presente, mentre il
perfetto all’azione conclusa nel passato.
Questa costruzione, come esito finale, assunse la forma di passato prossimo, cioè di
un’azione passata e conclusa ma che ha delle conseguenze o un’importanza per il soggetto
che parla.
99.1 formazione
In spagnolo il passato prossimo si traduce con il preterito perfecto: verbo ‘haber’+ participio
passato.
99.2 osservazioni
Nello spagnolo antico si aveva sia l’anteposizione del participio sia l’anteposizione
dell’ausiliare.
Sempre nello spagnolo antico, il participio era variabile e concordava in genere e numero
con il complemento oggetto che lo precedeva o lo seguiva.
100. 2. Osservazioni
A differenza del francese e dell’italiano, i tempi passati composti con ‘essere’ sono
numerosi, ma lo spagnolo moderno ha eliminato questa possibilità.
Oggi ‘ser’ serve solo per il passivo o per certi tipi di predicato nominale:
-
con i derivati di significato riflessivo
-
Con verbi di significato riflessivo
-
Con verbi di movimento
A partire dal seicento il verbo essere si usa solo come ausiliare del passivo oltre che come
copula del predicato nominale con sostantivo o aggettivi di valore permanente.
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
101. La voce passiva
Le forme del passivo si andarono perdendo per vari motivi:
-mutamenti fonetici, soprattutto per la caduta delle consonanti finali, infatti molte forme del
passivo sintetico diventarono omofone a quelle attive.
Nel passaggio dal latino allo spagnolo le forme sintetiche vengono sostituite da una forma
analitica, tutta la voce passiva presenta una costruzione perifrastica.
Capitolo 22
104. L’avverbio
Tranne gli avverbi di quantità che possono precedere degli aggettivi gli avverbi svolgono
fondamentalmente la funzione di aggettivi verbali.
In castigliano arrivano alcuni avverbi in O [MULTO - mucho] e alcuni in E [TARDE -
tarde].
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Susu= Suso
Iusu= yuso
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Capitolo 23
106. Prefissi
I prefissi si collocano prima di un lessema..
Sono tutti di origine latina, tranne ‘al-‘ con variante ‘a’ che deriva dall’articolo arabo.
I principali prefissi sono:
A
AD
ANTE
CON
DE
DES
EX
EN [DERIVA DA IN]
ENTRE [DERIVA DA INTER]
PER
POS [DERIVA DA POST]
PRE [DERIVA DA PRAE]
PRO
RE
IN
MENOS [DERIVA DA MINUS]
SEMI
DES [DERIVA DA DE + EX]
DEL
107. Suffissi
I suffissi si inseriscono tra un lessema e la desinenza, ecco perché si chiamano infissi o
interfissi.
I suffissi si dividono in quantitativi e qualitativi.
Diminutivi:
EJO [deriva da ICULO ]
ICO [di origine sconosciuta]
IELLO -> ILLO [deriva da ELLU]
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
INO [deriva da INU]
ITO [deriva da ITTU]
ÓN [deriva da ONE]
OTE [di origine incerta]
108. Deverbali
I deverbali non sono molto numerosi in latino, ma aumentano in volgare.
Si formano aggiungendo la desinenza A-E-O al lessema verbale: esperar -> espera [ attesa]
robar -> robo [furto]
Rogar -> ruezo [preghiera]
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
Verbo + verbo
Capitolo 24
110. Le preposizioni
Le preposizioni spagnole continuano alcune delle preposizioni latine
A = AD
ADEMÁS = AD DE MAGIS
ANTE = ANTE
ARRIBA DE= AD RIPA DE
BAJO = BASSIU
CERCA =CIRCA
CON = CUM
CONTRA = CONTRA
DE = DE
DEBAJO DE
DESDE = DE + EX+ DE
EN = IN
ENCIMA DE
ENTRE = INTER
FUERAS = FORAS
HACIA = FACIE AD
HASTA
JUNTO = IUNCTU
POR
SEGÚN = SECUNDU
SOBRE = SUPER
TRAS = TRANS
111. Le congiunzioni
Le congiunzioni latine che si continuano in spagnolo sono poche, come nel resto delle
lingue romanze.
ANTES BIEN = anzi
A PESAR DE = malgrado
COMO = quomodo
CON ESO = tuttavia
E, Y = ET
MAS = magis
MÁS BIEN = piuttosto
NI = nec
O, U = aut
PARA
PERO = per hoc
QUE = quid
SI = sic
SI NON, SINO = si non
Downloaded by Cristina B.
([email protected])
SIN EMBARGO = nemmeno
Capitolo 25
112. Le interiezioni e l’ottativo
Le interiezioni corrispondono alla funzione del vocativo.
Le interiezioni sono di gioia, tristezza, stupore e paura: ay- oy- ah - oh
Vi è anche l’arabismo ‘ya’.
-Le interiezioni con alla base un sostantivo sono= bravo- bueno- Jesús- Dios- cuidado -
bueno.
-Le interiezioni con alla base un verbo sono= anda-vamos- vaya- venga
I TRATTI DIALETTALI
Asturias e León
• La O Dittonga in UO -UA = PORTA - puorta, puarta
• La E Dittonga in IA = TEMPU - tiampo
• Nella zona occidentale si conserva la E finale -> abbade
• La G e la I davanti alla E e alla I atona si conservano -> germano
• La F si conserva -> fiyo
• I gruppi PL -KL-FL si palatalizzano in ‘ch’ = clamare -> chamar
• I gruppi KT e ULT passano a IT = nocte -> noite
• Dileguo di consonanti tra due vocali aperte = labor- > laor
Navarra e Aragón
• Dittongo di E ed O seguiti da yod = nueit [notte]
• La F si conserva
• PL e CL si conservano
• G ed I davanti ad E ed I atone si conservano
• Articolo maschile ‘lo’
• Uso delle forme toniche dei pronomi personali anche dopo preposizione
La Rioja
• Conserva la D intervocalica
• Presenza di ‘i’ dove il castigliano ha ‘e’
• Uso di ‘plus' per ‘más’
Downloaded by Cristina B.
([email protected])