Bernardo Assunzione
Bernardo Assunzione
1
Primo sermone per l’Assunzione
La duplice assunzione
1. Maria inondata dalla gloria del Risorto , anticipa lo “sfolgorio” della chiesa1.
2. Maria dono fatto dalla terra al cielo che dal cielo ritorna alla terra.
1
GIOVANNI PAOLO II, Catechesi 21-05-1997, 3 , Maria e la risurrezione di Cristo.
2
Lc 1, 41
3
Cant 5, 6
4
Is 51, 3
5
Eb 13,11.
6
Sl 136,1.
7
Sl 45,5.
8
Sl 71, 6.
9
Cfr. JOSEPH RATZINGER-HANS URS VON BALTHASAR, Maria, il si di Dio all’uomo, La
“precedenza” di Maria pag. 50-53, Queriniana, Brescia, 1987, 2005. L‘esperienza di Maria costantemente
precede la fede del cristiano e la storia della chiesa tanto da diventare una vera categoria teologica: la
―precedenza‖ di Maria.
10
Cant 1,3.
2
Assunta in cielo Maria viene associata al potere di suo Figlio e si dedica
all’estensione del regno, partecipando alla diffusione della grazia divina nel mondo11.
2. Oggi la nostra terra ha indirizzato al cielo un dono prezioso, così che ,dando e
ricevendo con un felice patto di amicizia, le realtà umane si uniscano alle divine, quelle
terrene a quelle celesti, quelle più umili alle più sublimi. Questo sublime frutto della terra12
è asceso là da dove discende ogni buon regalo e ogni dono perfetto 13. Ascendendo
dunque in alto la Vergine beata concederà anche lei doni agli uomini 14. Come potrebbe
non dare doni? Non gliene manca né la possibilità né la volontà.. E‘ regina dei cieli, è
misericordiosa, infine è la Madre dell‘Unigentio Figlio di Dio15. Nulla più i questo ci
convince del suo potere e della grandezza della sua misericordia. A meno che o non si
creda che i figlio di Dio renda onore alla Madre, o che qualcuno posa dubitare che le
viscere di Maria traboccano di affetto e di carità 16, quelle viscere nelle quali quella stessa
carità che viene da Dio riposò corporalmente per nove mesi.
3. Maria è entrata nella gloria perché ha accolto nel suo seno verginale e nel suo
cuore il Figlio di Dio17.
3. Queste cose le dico per noi, fratelli, sapendo quanto è difficile poter trovare in
tanta indigenza di vera carità quell‘amore perfetto che non cerca il suo interesse18. Per
tacere tuttavia per il momento dei benefici che otteniamo attraverso la sua glorificazione,
se la amiamo ci rallegreremo sinceramente che vada dove è il Figlio 19. Ci rallegreremo e
manifesteremo apertamente la nostra gioia con lei perché non avvenga che, non sia mai,
ci dimostriamo ingrati a colei che ha trovato grazia. Lei per prima aveva accolto il Figlio
quando entrava nel villaggio di questo mondo20 ed ora è lei ad essere accolta mentre entra
nella santa città21! Ma puoi immaginare con quanti segni di onore, con quanta esultanza,
con quanta gloria? Nel mondo non si può trovare un luogo più degno del tempio del suo
seno verginale nel quale Maria ha accolto il Figlio di Dio, e nel cielo non si trova un trono
regale più degno di quello al quale il Figlio di Mara ha oggi innalzato Maria. Felice l‘una e
l‘altra assunzione! Entrambe ineffabili perché entrambi impensabili!
Perché oggi nella chiesa di Cristo si proclama quella lettura del vangelo nella quale
si legge che una donna benedetta tra le donne, accolse il Salvatore22? Credo sia perché
da quella accoglienza si riesca a valutare un po‘ quell‘altra che oggi celebriamo, anzi, da
quella gloria inestimabile si conosca anche quest‘altra, pure inestimabile. Chi infatti, anche
11
GIOVANNI PAOLO II, Catechesi 23-07-199 GIOVANNI PAOLO II, Catechesi 23-07-1997, La
Regina dell‘universo, par. 3.
12
Is 4,21.
13
Gc 1,17.
14
Ef 4,8.
15
Gv 3,18
16
Sl 72, 7.
17
GIOVANNI PAOLO II, Catechesi 09-07-1997, L’Assunzione di Maria nella tradizione della chiesa,
par. 5
18
1 Cor 13, 5
19
Gv 14, 28.
20
Lc 10, 38.
21
Mt 27, 53.
22
Lc 10, 38-42.
3
se parlasse le lingue degli uomini e degli angeli23 potrebbe spiegare come al
sopraggiungere dello Spirito che adombrava la Vergine, la potenza dell‘Altissimo 24, il
Verbo di Dio si sia fatto carne, il Verbo per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose 25
e il Signore della Maestà che l‘intera nazione non può contenere, si racchiuse nelle viscere
della Vergine e fu fatto uomo26?
4. Ma chi pure sarà in grado di pensare come oggi la gloriosa Regina del mondo sia
avanzata, e con quanto affetto di devozione la moltitudine dell‘esercito celeste le sia
andata incontro, con quali canti sia stata accompagnata al trono della gloria, con che volto
pieno di pace, con che spirito sereno, con quali abbracci divini sia stata accolta dal Figlio e
sia stata esaltata al di sopra di ogni creatura, con tanto onore quanto una così grande
madre fu degna di ricevere e con quella gloria che conveniva a un così grande Figlio!
Felici allora i baci che gli aveva impresso quando era lattante, quando la madre lo
accarezzava nel suo grembo verginale!
Ma non penseremo che siano molto più felici quelli che oggi riceve dalla bocca di
Colui che siede alla destra del Padre, nel felice saluto con cui egli la accoglie quando sale
al trono della gloria cantando il cantico nuziale e dicendo: Mi baci, con il bacio della sua
bocca?27
Chi potrà narrare la generazione di Cristo?
Chi potrà narrare l‘assunzione di Maria?28
Quanta maggior grazia essa conseguì sulla terra rispetto alle altre creature, tatop iù
nei cieli ottiene una gloria singolare.
E se occhio non vide, orecchio non udì e mai è giunto al cuore dell’uomo ciò che
dio ha preparato per coloro che lo amano 29 chi potrà dire che cosa egli ha preparato per
colei h celo ha generato, e , cosa sicurissima per tutti, che più di tutti lo ha amato? Felice
davvero Maria, e felice in molti modi, sia quando accoglie il Salvatore, sia quando da Lui è
accolta; nell‘uno e nell‘altro caso è meraviglioso ala dignità della madre verginale, nell‘uno
e nell‘altro caso è da (abbracciare???) la condiscendenza della maestà.
Gesù entrò in un villaggio, e una donna lo accolse nella sua casa30.
Ma dobbiamo darci piuttosto alla lode, perchè questo giorno deve essere celebrato
con canti di festa. Poiché le parole di questa lettura ci offrono una materia abbondante,
anche domani, riunendoci ancora31 potremo condividere con generosità32 (senza invidia)
ciò che viene concesso dall‘alto33. Così nella memoria di una così grande Regina, non
solo sia risvegliato l‘affetto della devozione, ma anche il comportamento sia edificato per il
progresso della conversione, a lode e gloria del Figlio suo Nostro Signore che è sopra
23
1 Cor 13,1.
24
Lc 1, 35
25
Gv 1,3
26
1 Re 8, 27
27
Cant 1,1.
28
Is 53, 8.
29
1 Cor 2,9.
30
Lc 10, 30.
31
1 Cor 11, 20.
32
Sap 7, 13.
33
Gv 19,11.
34
Rom 9, 15.
4
Sermone Secondo
2. Ma perché diciamo che è entrato nel villaggio? E‘ entrato anche nel ristrettissimo
abitacolo del grembo della vergine, e si una donna lo accolse nella sua casa44 donna
beata che meritò di accogliere non gli esploratori in Gerico45, ma piuttosto il fortissimo
depredatore stesso46di quello stolto che è davvero mutevole come la luna47, non gli
ambasciatori di Giosué figlio di Nave, ma meritò piuttosto di accogliere il vero Gesù, Figlio
di Dio. Felice donna, ripeto, la cui casa, accogliendo il Salvatore, si trovò ad essere
35
Il sermone svolge il tema della assunzione di Cristo nella casa che è Maria, come figura della
persona umana. Nel modo di tenere la casa c‘è una parabola sia della conversione della persona umana
(pulire, ornare, riempire) sia anche dei diversi ministeri che nella chiesa amministrano la grazia di Dio.(Marta,
il governo, Maria la contemplazione libera della Parola, e Lazzaro…le pulizie…Non depone a favore
dell‘antifemminismo medioevale che le pulizie, il compito più umile e il grado più basso della conversione , la
penitenza sia affidata a un uomo, i gradi più elevati a due donne, perché nel la casa della Vergine non c‘è
posto per il male, e dunque neanche per la penitenza
Maria è assunta perché immacolata, Vergine sapiente che va incontro alo Sposo.
36
Lc 10, 38.
37
Bar 3, 24.
38
Eb 1,6
39
Lc 11, 21
40
Gv 12, 31
41
Mt 12,29
42
Eb 1,6.
43
Ef 3,18.
44
Lc 10,38.
45
Gs 2,1
46
Lc 11,22
47
Sir 27,12
5
purificata, ma realmente non vuotata48. Come si potrebbe affermare che è vuota Colei che
l‘Angelo saluta come piena di grazia49?
E non basta che sia piena di grazia, aggiunse anche che in essa sarebbe
sopraggiunto lo Spirito Santo50, e perché, se non per ricolmarla in modo sovrabbondante?
E perché se non perché lo Spirito, trovandola già piena per sé, al suo sopraggiungere
adombrandola l‘avrebbe fatta diventare anche stracolma e sovrabbondante per noi?
Oh, arrivino e fluiscano anche in noi gli aromi delle grazie51 e tutti possiamo ricevere
da una così grande pienezza! E‘ lei la nostra mediatrice, per mezzo suo riceviamo, dio, la
tua misericordia52, per mezzo suo anche noi accogliamo nelle nostre case il Signore Gesù.
Ciascuno di noi infatti ha un proprio villaggio, e una casa propria; e la Sapienza
bussa a ciascuna porta: se qualcuno apre entrerà e cenerà con lui 53. E‘ un proverbio
popolare che si trova sulla bocca, e ancor più nel cuore di molti: Chi custodisce il suo
corpo difende una buona cittadella54 fortificata. Il sapiente però non dice così, ma afferma
piuttosto: ―Con ogni cura vigila sul cuore perché da esso sgorga la vita55.
48
Mt 12,44
49
Lc 1,28
50
Lc 1, 35.
51
Cant 4, 18
52
Sl 47,10.
53
Apc 3,20.
54
Il latino castellum, tradotto nel Vangelo con ―villaggio‖ ha qui piuttosto il significato di roccaforte,
cittadella fortificata.
55
Prv 4,23.
56
Is 28, 15
57
Dt 32, 15
58
SL 10, 3
59
1 Cor 9, 26 -27
60
Rm 6, 12.
6
continenza, né l‘antemurale61 della pazienza. Sterminò le vigne62, mieté i campi seminati63,
sradicò gli alberi Perfino i miei occhi depredavano al mia anima. Infine se il Signore non mi
avesse aiutato la mia anima sarebbe rimasta negli inferi 64. Parlo proprio dell‘inferno più
profondo65, dove non si sente voce di lode66, da dove a nessuno è permesso uscire.
61
Is 26,1.
62
Sl 79, 14
63
Lv 19,1
64
SL 93,17.
65
SL 85, 13
66
Sl 6, 6: un‘altra traduzione possibile secondo i l doppio senso della parola confessio è: ―dove non
è più possibile il pentimento‖.
67
Sir 51,4.
68
Sl 123,6.
69
Lc 1, 68.
70
Ebr 13,11.
71
Lc 11, 22.
72
Lc 10, 38
73
Mt 12, 29
74
Rm 9, 21
75
Sl 106, 18
76
Is 42, 7; Sl 106, 148 (―O clavis ant 20 dic.)
77
Sl 99,4. La traduzione spagnola mantiene l‘ambivalenza del latino :confiteor, non con canti di lode,
ma confessando i peccati. Preferisco la traduzione del salmo che sottolinea il confiteor della lode.
78
Mt 22, 44
79
Lc 10, 38.
80
Lc 24, 49. Ritornando infatti colui che ne era stato scacictao troverà certamente una casa pulita e
adornata, ma vuota t
81
Mt 12, 44
7
5 . A colei che avrà rifiutato di offrire al Salvatore una degna ospitalità la sua casa
sarà lasciata deserta82 . Ma come, tu dici, potrà forse una casa purificata dalla
confessione dei precedenti delitti, e adornata dalla fedeltà alle osservanze regolari, essere
ancora giudicata un indegno ricettacolo della grazia, indegna che vi entri il Salvatore? Lo
potrà, senza dubbio, se sarà stata solo purificata in superficie, e, com‘è stato detto,
ricoperta di giunchi verdeggianti, mentre all‘interno rimane piena di fango 83. Chi può
pensare di accogliere il signore in sepolcri imbiancati, che dal di fuori son belli a vedersi,
ma dentro sono pieni di sporcizia e di ogni putridume84 Può capitare che qualcuno, attratto
dalla bellezza della facciata cominci a porre un primo passo per entrare e visitare. UN a
persona simile85 accondiscendendo alla prima grazia di una visita non se ne ritrarrà di
scatto, con sdegno? Non fuggirà forse, gridando: ―Sono caduto nel fango profondo, e non
ho sostegno86. Ciò che ha solo l‘apparenza della virtù, e non ha la consistenza della verità,
è come una qualità, e non una sostanza. Chi desidera entrare non si accontenta di un
aspetto esteriore e leggero di vita convertita; Egli infatti penetra tutto, e la sua dimora è
nella profondità del cuore. E se lo spirito di disciplina non regna ancora nel corpo schiavo
del peccato 87 non soltanto egli prende le distanze da questo uomo ipocrita, ma lo fugge, e
si allontana da lui88. Non è forse una riprovevole finzione se recidi il peccato soltanto alla
superficie e non l sradichi dalle radici? Sta certo che germoglierà nuovamente con
abbondanza, e il nemico maligno che ne era stato scacciato entrerà nella casa purificata,
ma vuota, con altri spiriti peggiori di lui 89. Come il cane ritornato al suo vomito sarà molto
più di prima degno di odio, e diverrà in diversi modi figlio 90 della Geenna colui che, dopo
aver ricevuto il perdono dei peccati cadrà nuovamente nella medesima colpa, come la
scrofa lavata che si avvoltola nuovamente nel fango91.
82
Lc 13, 35.
83
Mt 23, 25 e 27.
84
Mt 23, 27.
85
2 Cor 2,6
86
Sl 68,3
87
Spa 1,5.
88
Sl 108,18
89
Mt 12,44-45.
90
Mt 23, 15
91
2 Pt 2, 27.
92
1 Tim 5, 24.
93
Os 10,11.
94
Mt 5, 18
95
1 Tim 4,8.
96
Mt 23,24.
8
bramoso di gloria, amante dell‘ambizione, e tutti questi vizi, ad uno ad uno li coltiva dentro
di sé; l’iniquità mente a se stessa97. Ma non ci si può prendere gioco di Dio98.
Tu puoi vedere che un uomo così paludato, tanto da ingannare se stesso, no si
accorge più per niente del verme99 che gli consuma l‘interno. L‘aspetto esteriore rimane
intatto e lu pensa che tutto sia salvo. Gli stranieri hanno divorato la sua forza, dice il
profeta- ed egli non se n’è accorto100. Dice :Sono ricco, non ho bisogno di nulla, mentre è
povero, misero e miserabile101. Quando se ne trova l‘occasione il marcio che era nascosto
nella ferita ribolle, e vedrai l‘albero reciso, no estirpato dalle radici, germogliare
nuovamente generando una foresta ancora più fitta. Se vogliamo evitare questo pericolo
dobbiamo porre la scure alla radice degli alberi102, on ai rami. Non ci sia soltanto in noi
l‘esercizio fisico, che è utile a poco103, ma ci sia la pietà, che è utile a tutto, e l‘esercizio
spirituale.
7. «Una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. [39]Essa aveva una
sorella, di nome Maria»104. Sono sorelle e devono condividere la casa. Questa si occupa
in un assiduo servizio, quella è attenta ad ascoltare la Parola del Signore 105,. A Marta
spetta tenere al casa provvista del necessario, ma riempirla è compito di Maria. Vive vuota
di sé in ascolto del signore perché la casa non rimanga vuota.
Ma il compito della pulizia a chi possiamo attribuirla? Se troveremo anche questo la
casa in cui è accolto i l Signore sarà sia u pura, sia ammobiliata, e non vuota 106. Affidiamo
a Lazzaro l‘incarico della pulizia, se anche voi siete d‘accordo, anche a lui, in comune con
le sorelle, questa casa appartiene per diritto di fraternità.
Parlo proprio di quel Lazzaro che la voce della potenza di Cristo ha risvegliato dai
morti107, quando era già di quattro gironi e già mandava cattivo odore; così sembra proprio
che assuma opportunamente la forma di una vita penitente. Entri dunque il Salvatore in
casa, e la visiti di frequente, la casa che Lazzaro penitente purifica, che Marta adorna, e
che maria, dedita all‘interiore contemplazione, riempie.
8. Ma forse qualcuno più curioso si chiederà perché nel brano del vangelo di oggi
non si faccia alcuna menzione di Lazzaro. Penso però che neppure questo sia in discordia
con la similitudine proposta. Lo Spirito voleva che si comprendesse che si trattava di una
casa verginale; tace intenzionalmente della penitenza che si accompagna sempre alla
esperienza del male. Non sia mai detto, infatti, che questa casa abbia avuto una sua
propria sporcizia, così che in essa ci fosse bisogno della scopa di Lazzaro. E se prese dai
progenitori il peccato originale la pietà cristiana impedisce di credere che sia , meno di
Geremia, santificata dal grembo materno108, o che non sia piena di Spirito Santo più di
97
SL 26,12.
98
Gal 6,7.
99
Mt 9, 48.
100
Os 7, 9
101
Apc 3,17.
102
Lc 3, 9
103
1 Tim 4,8.
104
Lc 10, 38
105
Lc 10, 40.
106
Mt 12,44.
107
Gv 11, 39-43.
108
Ger 1,5.
9
Giovanni109; altrimenti non celebreremmo la sua nascita con le lodi di un giorno di festa. E
per ultimo si sa con certezza che Maria è purificata dalla macchia del peccato originale per
sola grazia, come anche ora nel battesimo la sola grazia lava questa macchia. Come un
tempo la radeva via solo i coltello di pietra della circoncisione. Se, come è davvero giusto
e buono credere, Maria non conobbe peccato personale, allora la penitenza fu molto
lontana dal suo cuore innocentissimo. Lazzaro sia dunque con coloro la cui coscienza
deve essere ulteriormente purificata dalle opere morte 110. Viva lontano, tra i feriti che
dormono nei sepolcri111, così che nel talamo verginale (della Vergine)si trovino soltanto
Marta e Maria. Lei assistette con il suo umile servizio Elisabetta, quando era gravida e
carica di anni, quasi per tre mesi112, lei tutte le parole che si dicevano del Figlio, le
conservava, meditandole nel suo cuore113.
9. Nessuno si stupisca poi che la donna che accoglie i signore non si chiama Maria,
ma Marta, dal momento che in questa unica e grandissima Maria troviamo il compito
(negotium) di Maria e quello di Marta, e l‘ozio per niente ozioso di Maria. La figlia del re è
tutta splendore all‘interno , gemme e tessuto d'oro è il suo vestito. 114 Non è del numero
delle vergini stolte. E‘ una vergine sapiente. Ha la lampada, ma porta l‘olio in un vaso. O
forse non ricordate quella parola del Vangelo che narra come alle vergini stolte è stato
proibito l ‗ingresso alle nozze?115 La loro casa era veramente pulita, infatti erano vergini;
era fornita di tutto il necessario perché tutte, sia le stolte che le sagge erano munite di
lampade; ma era vuota, perché non avevano riempito d‘olio i loro vasi. Per questo lo
Sposo celeste non poté essere accolto da loro, nella loro casa, né si degnò di ammetterle
alle nozze116. Non fu così per quella donna forte117 che schiacciò il capo del serpente118.
Fra le molte lodi si dice di lei che neppure di notte si spegne la sua lampada 119. Si dice
questo come un rimprovero per le vergini stolte che giungendo lo Sposo a mezzanotte si
lamentano e dicono: Le nostre lampade si spengono120 Avanzò invece la vergine gloriosa,
la cui fiaccola ardentissima fu un miracolo per gli stessi angeli di luce 121, tanto che
dicevano: chi è costei che avanza come l’aurora al suo sorgere, bella come la luna, e
fulgida come il sole?122 Risplendeva più luminosa delle altre perché era piena dell‘olio
della grazia molto più delle sue compagne, Cristo Gesù, Figlio suo, Signore nostro. Amen
109
Lc 1, 15.
110
Eb 9, 14.
111
Sl 87, 6.
112
Lc 1, 56.
113
Lc 2, 19.
114
Sl 44,14-15
115
Mt 25,1-13.
116
Mt 25, 1-12.
117
Prv 31,10.
118
Gn 3,15.
119
Prv 31, 18.
120
Mt 25,8.
121
2 Cor 11,14.
122
Cant 6, 10.
10
Terzo sermone
1. Marta dunque accoglie il Signore nella sua casa, mentre vive sulla terra; Maria pensa piuttosto
come sarà da Lui accolta nella dimora eterna nel cieli
1. Gesù entrò in un villaggio, e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua
124
casa Perché, fratelli, di due sorelle si legge che soltanto la seconda abbia accolto il
Signore, e proprio quella che sembra meno importante? Maria, infatti , si è scelta la parte
migliore125. Lo testimonia proprio Colui che Marta ha accolto. Ma Marta sembra sia la
primogenita e l‘inizio della salvezza appartiene piuttosto all‘azione che alla
contemplazione. Cristo loda Maria, ma viene accolto da Marta. Giacobbe ama Rachele,
ma a sua insaputa gli viene offerta Lia126 se si lamenta per l‘inganno si sentirà dire che
non è consuetudine che le più giovani vengano per prime date alle nozze. E se pensi che
questa casa è di fango127 capirai facilmente perché in essa è Marta ad accogliere il
Signore e non Maria. La Parola dell‘Apostolo, infatti: Glorificate e portate Dio nel vostro
corpo128 è detta di Marta, non di Maria. Quella infatti si serve del corpo come di uno
strumento, mentre per Maria il corpo è piuttosto un ostacolo. Perché un corpo corruttibile
appesantisce l’anima e al dimora terrena opprime la mente agitata da molti pensieri 129 Non
opprime anche forse chi compie molte opere? Marta dunque accoglie il Signore nella sua
casa, mentre vive sulla terra; Maria pensa piuttosto come sarà da Lui accolta nella dimora
123
Cristo a Betania, Giovanni da Milano.
124
Lc 10, 38.
125
Lc 10, 42.
126
Gn 9, 18,26.
127
Gb 4, 19.
128
1 Cor 6, 20
129
Sap 9, 15
11
eterna nel cieli130 Si potrebbe dire che anche lei ha accolto il signore, ma in Spirito: Il
Signore, infatti, è Spirito131
2. Questa – è chiaro che parla di Marta – aveva una sorella di nome Maria, che,
seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua Parola 132. Vedi che entrambe hanno accolto
il Verbo: questa nella carne, quella nella Parola. Marta era tutta presa dai molti servizi.
Fattasi avanti disse: Maestro, non ti importa che mia sorella mi ha lasciata sola a
servire?133 Pensi che nella casa che accoglie Cristo si senta una parola di mormorazione?
Felice la casa, e sempre beata la comunità dove Marta si lamenta di Maria. Sarebbe
invece indegno e sconveniente che Maria si lamentasse di Marta. Dove mai potresti
leggere che Maria ha protestato ―perché mia sorella mi ha lasciata sola nella
contemplazione‖? Non sia mai, non avvenga mai, che colui che si dedica solo a Dio aspiri
alla vita frenetica dei fratelli che hanno i diversi incarichi. Marta invece appare sempre
inadeguata al suo compito, e non completamente all‘altezza, e desidera vivamente che sia
affidato anche ad altri i servizio che compie con le sue opere. Ma Gesù le rispose:Marta,
Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose 134. Guarda il privilegio di Maria, che in ogni
contestazione ha il suo avvocato. Il fariseo si sdegna 135, la sorella si lamenta 136 ,anche i
discepoli mormorano137, ogni volta Maria tace,e per lei parla Cristo: Maria – dice – si è
scelta la parte migliore, che non le verrà tolta138 Questa è quell‘unica cosa necessaria139,
questa è quell‘unica cosa che il Profeta cercava con tanta insistenza: Una cosa ho chiesto
al Signore, questa sola io cerco140.
3. Ma che cosa significa, fratelli, il dire che si è scelta la parte migliore, e che cosa
significa ciò che siamo soliti pronunciare contro Marta quando volgiamo giudicare la non
completezza del suo servizio? E’ meglio la cattiveria di un uomo che una donna
benefica141 e cosa significa allora quell‘altra parola:e uno mi serve il Padre lo onorerà142 E
l‘altra: il più grande tra voi sarà vostro servo?143 E poi che consolazione può essere per
chi si affatica nel lavoro, esaltare la parte scelta dalla sorella quasi a suo danno? . Penso
che il motivo sia uno di questi due: o Maria è lodata per la scelta che ha fatto così da
indicare che nella misura del possibile tutti noi dobbiamo scegliere la stessa cosa, oppure
perché si dica che non le è mancata né l‘una né l‘altra cosa, e che non si è precipitata
sconsideratamente verso l‘una o l‘altra alternativa ma era pronta e disponibile ad
entrambe, in obbedienza al maestro. Chi infatti è fedele come Davide, che va e viene, ed è
sempre pronto al comando del Re? Infine dice: Pronto è il mio cuore, o Dio, pronto è il mio
130
2 Cor 5,1
131
2 Cor 3, 17.
132
Lc 10, 39
133
Lc 10, 40.
134
Lc 10, 41.
135
Lc 7, 39.
136
Lc 10, 40.
137
Mt 26,8.
138
Lc 10, 42.
139
Lc 10, 42.
140
Sl 26,4
141
Sir 42, 14..
142
Gv 12, 26.
143
Mt 23, 11.
12
cuore144, non lo dice una sola volta, ma due, perché è pronto sia a dedicarsi
completamente a te(vacare tibi) sia a servire il prossimo.
Questa è veramente la parte migliore che non verrà tolta, questa è la disposizione
migliore che non cambierà ovunque tu la chiamerai: chi avrà ben servito si acquisterà un
grado onorifico145 Forse acquisterà un grado miglior chi sarà rimasto libero per dedicarsi a
Dio, ma sarà ottimo chi è perfetto in ambedue le cose. Voglio aggiungere una cosa sola,
se mai fosse lecito attribuire a Marta un simile pensiero. Non sembra infatti che Marta
ritenga oziosa la sorella che chiede le venga data come aiuto? Ma è carnale 146, e non
percepisce affatto le cose dello Spirito di Dio147 chi rimprovera l‘anima libera e disponibile
per Dio ella sua esclusiva ricerca di Lui. Ascolti dunque che questa è la parte migliore, che
rimane in eterno148.
Non ti sembrerà rozza e diseducata quell‘anima che, per niente esperta della divina
contemplazione entrerà in quella regione dove questa sola è l‘occupazione unica di tutti,
l‘unica passione, e l‘unica vita?
3. In questa nostra casa l’ordine della carità ha ripartito questi tre ministeri; il governo di Marta, la
contemplazione di Maria e la penitenza di Lazzaro
4. Ma consideriamo, fratelli, come in questa nostra casa l‘ordine della carità abbia
ripartito questi tre ministeri; il governo di Marta, la contemplazione di Maria e la penitenza
di Lazzaro.
L‘anima perfetta possiede queste tre cose contemporaneamente; tuttavia o sembra
che o l‘una o l‘altra di queste appartengano più o meno a ciascuno, così che alcuni si
dedicano alla santa contemplazione, altri si dispensano nel servizio fraterno, altri
nell‘amarezza della loro anima ripensano gli anni passati 149, come i feriti che dormono nei
sepolcri150 Così veramente, così è necessario: che Maria pensi con devozione e con
l‘altezza della contemplazione al suo Dio, Marta con benevolenza e misericordia si dedichi
al prossimo e Lazzaro, nella sua miseria, si occupi umilmente di se stesso.
Ciascuno consideri il grado che gli è proprio. Se in questa città si trovassero Noè,
Daniele e Giobbe sarebbero liberati per la loro giustizia 151 dice il Signore, ma non
libereranno i figlio o la figlia. Noi non vogliamo adulare nessuno, e neppure nessuno di voi
si illuda152. Quelli a cui non è stato affidato alcun incarico153 a cui non è stato consegnato
nulla da amministrare, questi devono rimanere tranquillamente seduti, o ai piedi di Gesù
con Maria, o con Lazzaro nel sepolcro. Come potrebbe non affannarsi Marta, cui è affidata
la sollecitudine per molti154? Ma a te, cui non spetta il preoccuparsi necessariamente di
questo, delle due una cosa è necessaria: o non affannarsi affatto, ma piuttosto rallegrarsi
144
Sl 56,8
145
1 Tim 3, 13.
146
1 Cor 3,1
147
1 Cor 2,14.
148
Eb 7,24.
149
Is 38, 15
150
Sl 87, 6.
151
Ez 14,14.
152
1 Cor 3, 18.
153
1 Cor 9, 17.
154
Lc 10, 41.
13
nel Signore155, o, se questo non sei ancora in grado di farlo preoccupati, non di molte
cose, ma, come dice il Profeta, di te stesso156.
155
Sl 36,4.
156
Sl 41,7.
157
Gn 6,8.
158
Dan 9, 23.
159
Is 53,3.
160
Apc 3,15,16.
161
Ef 6, 16.
162
1 Cor 4,2.
163
Fil 2,21.
164
Lc 22,42.
165
Mt 6,22.
166
Mt 6,2.
167
Aggeo 2, 15.
168
Is 58,3.
169
Cant 2,10.
170
Mt 25, 40.
171
Gv 13, 37.
172
2 Cor 3,18.
14
5. Marta accoglie, perché è incaricata del governo, ed è mediatrice presso gli altri.
6. Una donna di nome Marta l o accolse nella sua casa175. E‘ chiaro che questo è il
posto dei fratelli incaricati dei vari uffici, che l‘intuizione perspicace della carità fraterna ha
riservato per i diversi servizi. Oh! Possa anche io essere trovato fedele tra questi
dispensatori!176 A chi infatti si addice la parola del Signore che dice: Marta, Marta ti
preoccupi177se non ai superiori, se però governano con una giusta sollecitudine? O chi si
preoccupa di molte cose se non colui sul quale ricade la preoccupazione di tutto, sia di
Maria che contempla, e di Lazzaro che fa penitenza, sia di coloro con i quali condivide i
suoi beni178 . Guarda Marta sollecita, guarda Marta preoccupata per molte cose. Sto
pensando all‘Apostolo, che mente richiama ai superiori la loro cura porta egli stesso la
sollecitudine di tutte le chiese. Chi è debole, che anche io non lo sia, chi riceve scandalo
che io non ne frema179? Sia dunque Marta ad accogliere i l Signore nella sua casa, perché
lei è stata affidata ala gestione della casa. E‘ mediatrice, e può ottenere la salvezza per sé
e per coloro che le sono soggetti, può ricevere la grazia, come sta scritto: Le montagne
portino pace al popolo, e le colline giustizia180. E tutti gli altri suoi collaboratori ricevano la
stessa grazia, ciascuno secondo la qualità del suo ministero: accolgano Cristo, servano
Cristo, lo servano nelle sue membra, chi lo serve nei fratelli infermi, chi nei poveri, chi negli
ospiti e nei pellegrini181.
7. Mentre tutti questi sono così intenti ad un ministero così impegnativo 182 Maria
abbia cura183 di dedicarsi liberamente alla contemplazione, veda così come è buono il
Signore184 Faccia in modo, lo ripeto, di sedersi ai piedi di Gesù185 con lo spirito pieno di
devozione, con l‘animo tranquillo, tenendoLo sempre davanti al suo sguardo 186, ed
accogliendo le parole della sua bocca. La sua presenza infatti è piacevole 187 e la sua
parola dolce188. Sulle sue labbra infatti è diffusa la grazia, ed è più bello di tutti i figli
dell‘uomo189, anzi è più bello anche di tutta la gloria degli angeli.
173
Cant 2,14.
174
Gv 11,38.
175
Lc 10,38.
176
1 Cor 4,2.
177
Lc 10,4.
178
2 Cor 11,28.
179
2 Cor 11,28.
180
Sl 71,3.
181
Mt 25,31-46; RB 36,1 e 4; 53,18.
182
Lc 10, 40.
183
Sl 49,11.
184
Sl 33,9.
185
Lc 10, 39.
186
Sl 15,8.
187
Gn 3,6.
188
Cant 4,3.
189
Sl 44,3.
15
Rallegrati, e rendi grazie, Maria, tu che hai scelto la parte migliore 190 Beati infatti gli
occhi che vedono ciò che tu vedi, e le orecchie che meritano di ascoltare ciò che tu
ascolti191 Beata davvero tu, che percepisci nel silenzio il lieve sussurro della Parola di
Dio192. Davvero è bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore193. Sii semplice, non
soltanto senza inganno o simulazione, ma semplice perché non sei dispersa in molteplici
occupazioni, così che sia con te la Sua Parola194, la Parola di Colui la cui voce è dolce, il
cui viso è leggiadro195. Sta attenta a una cosa sola, di non cominciare a dare troppa
importanza al tuo giudizio196 a non voler sapere più di quanto sia necessario 197, perché
non avvenga che, mentre segui la luce tu inciampi nelle tenebre198, ingannata dal demonio
meridiano199, di cui non è tempo, adesso, di discorrere.
7. E Lazzaro?
190
Lc 10, 42.
191
Mt 13, 16-17.
192
Gb 4,12.
193
Lam 3, 26.
194
Prov 8, 38.
195
Cant 2,14.
196
Rm 14,5.
197
Rom 12,3.
198
Is 59,10.
199
Sl 90, 8
200
Gv 11,34.
201
Gv 11,38.
202
Gv 11,31.
203
Gv 11,6.
16
Quarto Sermone204
1. È tempo di parlare a tutti gli uomini quando la Madre del Verbo viene assunta in
cielo, e la natura umana mortale non deve stancarsi di innalzare lodi, poiché la natura
dell'uomo, e solo quella, viene esaltata nella Vergine al di sopra degli spiriti immortali.
Ma della gloria di Maria, se la devozione non accetta di tacere, la mente inaridita
non è però capace dì formulare qualche cosa di degno, né il linguaggio inesperto può
esprimerlo. Per questo, gli stessi principi della corte celeste, sorpresi da questo nuovo
avvenimento, esclamano ammirati:
Chi è costei che sale dal deserto,
ricolma di delizie?205
Come se volessero dire più apertamente: «Quanto è grande costei, e da dove
derivano a lei, che viene dal deserto, tanti torrenti di delizie? Infatti, simili delizie non si
riscontrano neppure in noi che nella città del Signore siamo inondati da un fiume di gioia 206
e che, nella contemplazione del suo volto glorioso, beviamo abbondantemente la delizia
della sua gloria207. Chi è costei che da sotto il sole, dove tutto è fatica, dolore e afflizione di
spirito, sale quassù ricolma di spirituali delizie? »
E non dovrei chiamare delizie l'onore della verginità congiunto al dono della
fecondità, l'ornamento dell'umiltà, il favo stillante di carità, le viscere di misericordia, la
pienezza di grazia e il privilegio di una gloria singolare?
Dunque, salendo dal deserto, la Regina del mondo, anche per gli angeli santi, come
canta la Chiesa, apparve bel la e soave tra le delizie 208. Tuttavia, cessino di meravigliarsi
per le delizie di questo deserto, poiché il Signore ha elargito la sua bontà e la nostra terra
ha prodotto il suo frutto209. Perché si stupiscono che dalla nostra terra deserta Maria salga
al cielo ricolma di delizie? Si meraviglino piuttosto di Cristo che dalla pienezza del regno
celeste di scese povero. Mi sembra infatti un miracolo ben più gran de quello del Figlio di
Dio che si fa di poco inferiore agli angeli210, di quello della Madre di Dio che viene esaltata
al di sopra degli angeli. Poiché il suo svuotarsi divenne la nostra pienezza, le sue
umiliazioni sono diventate la gioia del mondo. Infine egli, da ricco che era, si fece povero
per noi affinché noi ci arricchissimo della sua povertà211. E anche l'ignominia della croce si
tramutò in gloria per i credenti
2. Colui che è la nostra vita sta ancora affrettandosi verso il sepolcro per tirarne
fuori chi vi sta da quattro giorni e di cui, se ben rammentate nella vostra bontà, oggi si
deve trattare nel sermone: cerca Lazzaro per essere cercato e trovato da Lazzaro.
In questo, infatti, sta l'amore: non siamo stati noi ad ama re Dio, ma è lui che per
204 SAN BERNARDO DI CHIARAVALLE, Sermoni per le feste della Madonna, Ed. Paoline, Milano, 1990, pp.225-
234.
205 Ct 8, 5
206 Cfr. Sl 45,5
207 Cfr. Sl 35,9
208 Cfr. Ct 7,6
209 Cfr. Sl 84,13
210 Cfr, Eb 2,9
211 Cfr. 2Cor 8,9
17
primo ci ha amati212. Orsù, dunque, Signore, cerca chi ami, perché anch'egli ti ami e ti
cerchi. Chiedi dove l'hanno posto: giace chiuso, legato, schiacciato. Giace nel carcere
della coscienza, è stretto dalle catene della disciplina, è come schiacciato da una pietra
messagli sopra, è oppresso dal peso della penitenza, soprattutto perché ora gli manca
l'amore che è forte come la morte213, e la carità che tutto sa sopportare214l; e nel pieno di
questa situazione egli già manda cattivo odore, Signore, poiché è di quattro giorni. 215
Credo che molti di voi col pensiero siano già volati innanzi per capire a quale
Lazzaro io intenda riferirmi: senza dubbio a quello che, morto da non molto tempo a causa
del peccato sfonda la parete per scoprire le molte e malvage abominazioni 216 del suo
cuore fallace e imperscrutabile217 °, e, come dice un altro profeta, entra fra le rocce, per
nascondersi nella polvere, di fronte al terrore che desta il Signore.218
3. Ma che significato hanno quelle parole: Signore, già manda cattivo odore, perché
è di quattro giorni219? Forse non tutti capiscono subito il senso di questo fetore e di questi
quattro giorni. Io penso che il primo giorno sia quello del timore, quando appunto, al
penetrare della sua luce nei nostri cuori, moriamo al peccato220 e, in un certo senso, siamo
sepolti nella nostra coscienza. Il secondo giorno, se non sbaglio, trascorre nella fatica
della lotta: solitamente, infatti, all'inizio della conversione insorge più aspra la tentazione
della cattiva abitudine e a stento si riesce a spegnere i dardi infuocati del maligno 221. Il
terzo giorno, poi, sembra sia il giorno del dolore: mentre esamina, nell'amarezza
dell'anima sua222, gli anni trascorsi e non si preoccupa tanto di evitare il male futuro,
quanto piuttosto di piangere le colpe passate. Vi meravigliate che abbia chiamato giorni
questi momenti? Ma sono proprio quelli della sepoltura: giorni di nubi e di caligine, di lutto
e di amarezza223. Segue il giorno della vergogna, non dissimile dagli altri tre, quando la
povera anima si trova come avvolta da un'orribile confusione, mentre riflette
insistentemente su quante e quali colpe ha commesso, e ha costantemente davanti a sé i
tetri fantasmi dei suoi peccati. In queste condizioni l'anima non si nasconde nulla, ma tutto
giudica, e lo fa con severità, fino all'esagerazione: giudice implacabile verso se stessa,
non sì risparmia nulla.
E certamente utile questo esacerbarsi, ed è degna di compassione questa crudeltà,
perché facilmente attira la grazia divina, visto che è per questo che l'anima è zelante
anche contro se stessa. E nondimeno Lazzaro, vieni fuori!224, perché non puoi rimanere
più a lungo in tanto feto re. La carne che manda cattivo odore è prossima alla
putrefazione; e chi si confonde troppo e si consuma è vicino alla disperazione. Perciò
Lazzaro, vieni fuori. L'abisso chiama l'abisso225 : l'abisso della luce e della misericordia
chiama l'abisso della miseria e delle tenebre. La bontà di Dio è superiore alla tua iniquità e
225 Sl 41,8
18
dove abbonda il peccato egli fa sovrabbondare la grazia 226. Lazzaro, egli esclama, vieni
fuori! Come se volesse dire più chiaramente: «Fino a quando rimarrai inceppato dalla
caligine della tua coscienza? Per quanto tempo starai lì nel tuo giaciglio a rimorderti? Vieni
fuori, avanti, respira alla luce delle mie misericordie». È proprio questo che tu hai letto nel
profeta: Per la mia gloria frenerò la tua bocca, affinché tu non perisca 227. Ancor più
chiaramente un altro profeta scrisse dì sé: In me si abbatte l'anima mia, perciò di te mi
ricordo228'.
4. Ma quale senso hanno quelle parole: Togliete la pietra!229, e poco dopo:
Scioglietelo!230? Forse che dopo la visita della grazia consolatrice cesserà di fare
penitenza perché il regno dei cieli è vicino231, oppure trascurerà la disciplina per vedere se
il Signore si sdegni ed egli si allontani dalla retta via?232. Non sia mai. Si tolga la pietra, ma
resti la penitenza: non una penitenza che opprime con il suo peso, ma che irrobustisce e
rinsalda uno spirito vivace e forte; quella penitenza il cui cibo, che prima non conosceva, è
fare la volontà di Dio233. In questo modo la disciplina non coarta l'uomo libero, secondo la
parola: La legge non è fatta per il giusto1, ma guida e dirige sulla via della pace234 colui
che la sceglie.
Su questa risurrezione di Lazzaro più espressamente cantò il profeta: Non
abbandonerai l'anima mia negli inferi, perché, come ricordo di aver detto nel secondo
giorno di questa festività, la coscienza colpevole è come l'inferno e il carcere per l'anima.
Continua il profeta: né lascerai che il tuo santo — non suo, di se stesso, ma tuo è colui che
tu stesso santifichi — veda la corruzione.235 Infatti era certamente prossimo alla corruzione
colui che era morto da quattro giorni, e già aveva cominciato a manda re cattivo odore.
Era ormai li lì per dissolversi del tutto e per precipitare nell'abisso del male, e l'empio
l'avrebbe schernito, ma riscosso dalla potenza della voce [del Signo re] e da quella
vivificato rende grazie dicendo:
Mi insegnerai le vie della vita:
mi colmerai di gioia alla tua presenza.236.
Hai chiamato alla tua contemplazione e hai fatto risalire dagli inferi l'anima mia\
mentre languiva in me il mio spirito237 al vedere la propria coscienza così abominevole.
Dice: A gran voce gridò; Lazzaro, vieni fuori!238 A gran voce, non tanto per il suono, ma
per la pietà e la grande potenza.
5. Ma dove mai siamo andati a finire? Non stavamo seguendo la Vergine che sale
al cielo? E invece siamo scesi con Lazzaro nell'abisso. Dallo splendore della potenza il
nostro discorso è scivolato nel cattivo odore di colui che è morto da quattro giorni. E
perché questo, se non perché eravamo portati dal nostro stesso peso e ci trascinava la
materia, tanto più abbondante quanto più familiare? Con fesso la mia incapacità e non
nascondo la mia debolezza d'animo. \ Certamente nulla mi procura maggior gioia, ma
6. Tuttavia, se stai bene attento scoprirai che non solo questo, ma anche tutte le
altre virtù, che sembravano comuni, in Maria sono singolari. Quale purezza, anche
angelica, può essere paragonata a quella verginità che fu degna di diventare il tabernacolo
dello Spirito Santo e la dimora del Figlio di Dio? Se valutiamo la preziosità dì una cosa
dalla sua rarità, colei che per prima sulla terra si propose di condurre vita angelica è
indubbiamente al di sopra di tutte le creature. Dice; Come avverrà questo, se io non
conosco uomo?241 Fermo proposito di verginità, che non vacillò minimamente neppure di
fronte all'angelo che le pro mette un figlio. Come avverrà questo? Non nel modo in cui
solitamente avviene per le altre [donne]: io non conosco assolutamente uomo, né per il
desiderio di un figlio, né per la speranza di una discendenza.
245
Lc 1,48
246
Ct 1,11
247
Cfr. Lc 1,30
248
Cfr. Ef 3, 18
249
Cfr. Lc 1,79
250
Cfr. Mt 26,58
251
Rm 9,5.
21
Quinto sermone
1. Cristo entra nella cittadella fortificata del cuore umano.
«La peregrinazione della fede indica la storia interiore, come a dire la storia delle
anime » ( Giovanni Paolo II, Red Mater 6)
1. Gesù entrò in un villaggio 252 Ciò che il Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo si
degnò di compiere allora visibilmente una volta per tutte, e in un unico luogo, questa
stessa cosa la compie anche adesso, invisibilmente, ma quotidianamente, nel cuore degli
eletti. Ecco infatti che mentre veniva letto il Vangelo abbiamo ascoltato che Gesù entrò in
un certo villaggio ed una donna, di nome Marta lo accolse nella sua casa253.
Cos‘è dunque questo villaggio, se non il cuore umano che, prima che il Signore
venga a lui è circondato dal fossato della cupidigia e chiuso dal muro dell‘ostinazione? E
all‘interno del suo spazio interiore vi è eretta la torre di Babilonia? 254 In ogni cittadella
fortificata sono particolarmente necessarie tre cose,: le riserve di cibo con cui sostenersi,
le difese con cui proteggersi, le armi, con cui resistere al nemico Così dunque, anche gli
abitanti di questa cittadella hanno un cibo da cui ricevono nutrimento, il piacere del corpo e
la vanità del mondo. Hanno anche le difese con cui si proteggono: la durezza del proprio
cuore. Difesa che, a mala pena può essere penetrata e non addirittura mai, dalle frecce
potenti della Parola di Dio. E sono cinti di armi, cioè le argomentazioni della sapienza
carnale255 , con le quali combattono contro i nemici. Per questo sta scritto: I figli di questo
mondo, nella loro generazione, sono più potenti dei figli della luce256.
1
Lc 10, 38.
253
Lc 10, 38
254
Gen 11, 1-9.
255
2 Cor 1, 12.
256
Lc 16, 8.
257
2 Cor 5, 17.
258
Is 26, 1.
259
Ef 4,13.
22
della continenza non è in grado di resistere alle frequenti e forti frecce del tentatore, a
meno di non esser protetta dalla sua grazia. Per questo vi viene collocato anche il
contrafforte della pazienza, perché non si apra al diavolo un facile accesso per combattere
contro la continenza. Coloro dunque che vivono da continenti con la protezione della
pazienza, testimoniano bene insieme all‘apostolo, e dicono: Chi ci separerà dall’amore di
Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?260 Vedi
dunque quanto sia solido il muro della continenza, che né morte né vita, né angeli né
principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra
creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore261.
3. Ma bussiamo ormai alle sue porte, cioè alle porte della giustizia; perché ci venga
aperto, ed entrati attraverso di esse 262 vediamo all‘interno le grandi opere del Signore,
degne di attenzione in ogni loro manifestazione 263. Là infatti, per opera di Lui, viene
costruita come sul monte Sion, quella torre di cui si parla nei Vangeli 264 per mezzo della
quale con il cuore umiliato, i santi dalla valle del pianto ascendono ai cieli. Salgono, ripeto,
non per loro potere, ma per l‘aiuto e la grazia di Dio, come dice lo Spirito Santo per bocca
del Profeta Davide: Beato l’uomo che ha in te i l suo sostegno, dispone nel suo cuore il
santo viaggio. Chiedi dove? Nella valle del pianto, cioè nell‘umiltà della vita presente. E
rinnova la stessa grazia dicendo: Chi ha fatto la legge darà anche la benedizione. Che
cosa riesca a toccare questa salita o a quale frutto conduca la grazia coloro che compiono
questa salita aggiunge subito: Andranno di virtù in virtù, vedranno il Dio degli Dei in Sion265
Questa è la ricompensa, e questa è la fine e il frutto della nostra fatica, cioè la visione di
Dio. Chi non preferirebbe senza paragone questo unico frutto a tutte le cose visibili ed
invisibili? Chi potrebbe avere un animo così gelido da non accendersi a questo desiderio?
Questa è quella grazia che ci raccomanda l‘evangelista San Giovanni dicendo: E dalla
sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia su grazia266.
4. Queste parole ci indicano che da Dio noi riceviamo una triplice grazia: una che ci
converte, una che ci aiuta nella tentazione, e una terza che ci ricompensa dopo a la prova.
La prima che ci fa iniziare: è la grazia della chiamata
La seconda, che ci fa progredire, è la grazia che ci giustifica; la terza porta a
perfezione, è la grazia che ci glorifica. La prima è il beneplacito, al seconda il merito, la
terza il premio. Della prima è detto: dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e dalle
due rimanenti e grazia su grazia cioè i doni della gloria eterna in cambio del merito per il
cambiamento nel tempo della vita.
260
Rm 8, 35.
261
Rm 8,38-39
262
Sl 117, 19.
263
Sl 110, 2.
264
Mt 21,33.
265
Sl 83, 6—8.
266
Gv 1, 16.
23
La prima grazia sia dunque rappresentata dal muro della continenza, alla quale
siamo chiamati, sia la seconda indicata nella ascesa della torre sulla quale saliamo, e al
terza sia indicata nella vetta a cui giungiamo.
Questo luogo,poi, questa vetta dove giungono coloro che camminano bene, diventa
ormai luogo e sede per i l Signore, del quale è scritto: Là saliranno le tribù, le tribù del
Signore, secondo la consuetudine di Israele, per lodare il nome del Signore, là sono posti i
loro seggi267.
Mentre ancora stavano nel muro della continenza e sul campo di battaglia potevano
essere attaccati, e allora Dio era conosciuto in Giuda come il loro primo aiuto268 ma
quando sono ormai stabili in questo luogo dove contemplano i l Signore In Israele grande
è i l suo nome, è nella pace la sua dimora, e in Sion la sua abitazione. Là spezzo le
potenze dell’arco, lo scudo, la spada, la guerra 269. Perché là la carne non ha nessun n
moto di resistenza, ma è completamente sottomessa allo Spirito. Questo luogo lo
desiderava ardentemente il Profeta quando diceva non concederò sonno ai miei occhi, né
riposo alle mie palpebre, finché non trovi una sede per il Signore270 Là desiderava volare
Colui che gridava: chi mi darà ali di colomba, per volare e trovare riposo?271
5. Se a questo punto ci chiediamo quale cibo serva di sostentamento per gli abitanti
di questa cittadella, quali difese siano le loro protezioni, di quali armi si servano per
combattere contro i nemici, possiamo rispondere con una certa ragionevolezza che, come
gli uomini carnali si nutrivano con le opere della carne 272, per questi il frutto dello Spirito è
un cibo molto migliore273, loro cibo è infatti compiere la volontà del Padre Onnipotente274.
Loro cibo è la parola di Dio, della quale si nutrono tutti i santi, sia gli uomini che gli angeli.
Per questo sta scritto: non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parole che esce dalla
bocca di Dio275. Loro difesa è. Come è stato detto, il muro della continenza, e il
contrafforte della pazienza. Contro i nemici hanno le armi descritte dall‘apostolo: la
corazza della giustizia, lo scudo della fede, l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito
che è la Parola di Dio276.
Nessuno si stupisca perché dico che la medesima Parola è sia cibo che spada,
come se fosse una cosa impossibile, o assurda, nella realtà materiale una cosa è i l cibo,
e un‘altra la spada, e si cerca questo qui, e l‘altra altrove. Ma nella realtà spirituale una
267
Sl 121, 4-5
268
Sl 75, 2.
269
Sl 73, 2-4.
270
Sl 131, 4-5.
271
Sl 54, 7.
272
Gal 5, 1-9.
273
Gal 5, 22.
274
Sl 75, 2..
275
Mt 4,4.
276
e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. 16Tenete sempre in
mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; 17prendete anche
l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio.
Ef 6,15-17
24
cosa non è diversa dall‘altra, né si cerca una cosa in un luogo e l‘altra altrove, ma tutte le
cose sono per noi in Dio, e ―Dio è tutto in tutti277. Nelle realtà di natura infatti che cosa c‘è
di più diverso che un pane e una pietra? E tuttavia, se ti riferisci all‘intelligenza mistica,
ambedue significano la stessa cosa. Lo stesso Cristo infatti è chiamato sia pane, sia
pietra; pane vivo, cioè278 e pietra che i costruttori hanno scartato279. E‘ ambedue le cose
nel senso simbolico del significato, anche se non è nessuna in senso proprio.
7. Marta accoglie il Signore in due modi, e gli prepara un duplice banchetto, perché
in due modi lo aveva rifiutato. Due infatti sono le cose che nell‘agire ci privano di Dio, e
277
1 Cor 15, 28.
278
Gv 6,4.
279
Sl 117, 22.
280
Lc 10, 38-39.
281
Sir 1,23.
282
Sl 118, 104.
283
At 15, 9.
284
Gal 5, 6.
285
Cant 5, 2.
25
cioè l‘infamia e i delitti. Chiamiamo infamia i l peccato commesso contro di noi, e delitti
quelli che abbiamo commesso contro il prossimo. E ugualmente due sono le cose che ci
restituiscono Dio: la continenza e la benevolenza. In questo modo ogni male si cura con i l
suo contrario. Per questo sta scritto Come avete messo le vostre membra a servizio
dell'impurità e dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio
della giustizia per la vostra santificazione.286
Dunque, mentre Marta è occupata nel preparare simili banchetti, con molta
sollecitudine da parte sua desidera che anche Marta, cioè la sua intelligenza e ogni sua
interiorità, si applichi all‘azione e collabori per perfezionare la sua opera. Perciò si lamenta
della sorella che non l‘aiuta, indirizzando tuttavia al sua recriminazione, non a lei
direttamente, ma piuttosto al Signore: Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata
sola a servire? Dille dunque che mi aiuti.287 Qui bisogna proprio notare una specie di
denuncia, e una testimonianza di onore verso i l Signore; presente Lui Marta non osa
rivolgersi direttamente a Maria, piuttosto affida a Lui la sua protesta e chiama il Signore
stesso, perché è in suo potere comandare alla sorella qualsiasi cosa di cui ci sia bisogno.
Non meravigliamoci dunque, se vediamo che qualche fratello, dedito al lavoro, e che
opera bene, mormora contro il fratello che si dedica alla contemplazione. Abbiamo letto
nel Vangelo che Marta ha fatto la stessa cosa con Maria! Che Maria abbia invece in
qualche circostanza, mormorato contro Marta perché voleva essere coinvolta nella sua
attività non o abbiamo invece mai trovato. E non sarebbe possibile che qualcuno si dedichi
con ugual tipo di competenza ad ambedue i tipi di attività, cioè servire il prossimo nelle
opere esterne e dedicarsi all‘interiore desiderio della sapienza. Della Sapienza infatti sta
scritto: chi ha poca attività diventerà saggio288. Per questo Maria siede, e rimane immobile
e non vuole interrompere la quiete del silenzio, per non perdere la lieta dolcezza della
contemplazione, soprattutto perché dentro di sé ascolta il Signore stesso 289 che le sta
dicendo: Fermatevi, e guardate che io sono Dio. 290
286
Rm 6,19.
287
Lc 10, 40.
288
Sir 38, 24.
289
Sl 84, 9.
290
Sl 45,11.
291
Rm 1,20.
26
avvenire infatti che l‘occhio fisico sia sano, e tale si manifesti, ma non vede nulla perchè gli
manca la luce esterna.
Al contrario qualche volta succede che una certa luce gli è presente, ma che,
turbato da qualche emorragia di sangue o di qualche altro umore non può vedere niente.
Abitualmente per lo più avviene che non gli manca né l‘una né l‘altra cosa, né la luce, né la
sanità, ma è tuttavia offeso da un qualche getto di polvere, così che la sua acutezza visiva
rimane come ottusa.
Questi sono i tre ostacoli che impediscono la vista materiale: le tenebre, una
qualche secrezione di liquido, un getto di polvere. Sono le stesse cose che fanno ostacolo
allo sguardo interiore, ma si chiamano con altri nomi; quelle che qui si chiamano tenebre
là si chiamano peccati. Sono gli stessi peccati poi che confluiscono nella memoria come in
una fogna, e quella è come la secrezione di un umore.
Ciò che qui viene chiamato polvere là è la preoccupazione degli affari terreni. Queste sono
le tre cose che oscurano l‘occhio dell‘intelligenza e lo escludono dalla contemplazione
della vera luce: le tenebre dei peccati, il ricordo dei peccati stessi, al preoccupazione delle
azioni terrene. Il profeta si lamentava di essere turbato dal primo di questi mali quando
diceva: la forza mi abbandona, anche la luce dei miei occhi non è con me 292 Se infatti
rimaniamo privati della luce della giustizia non troviamo altro se non le tenebre dei nostri
peccati. Si sentiva appesantito dal secondo quando diceva: mi rivolto nella mia angoscia,
mentre mi si configge la spina293 cioè il ricordo dei peccati. E si lamenta di essere invaso
dal terzo quando dice : Mangiavo la cenere come pane294, cioè la cenere dell‘azione
invece del pane della contemplazione. Chiunque vuole fissare lo sguardo della mente
nella contemplazione di Dio è necessario che prima si sforzi di purificarla da questo triplice
ostacolo. E se cerca di farlo si accorgerà che contro questo triplice morbo c‘è un triplice
rimedio.
Il primo male si cura con la confessione.
Il secondo con la preghiera.
Il terzo con il riposo.
Maria vuole evitare dalla sua intenzione questo terzo ostacolo. Perciò mentre Marta
serve, lei si siede, e rimane tranquilla.
Mentre dunque quella si lamenta e questa tace ascoltiamo che cosa dice i Signore
in difesa di Marta: Marta, ti inquieti e ti affanni per molte cose295 Si, ti preoccupi di molte
cose la continenza che devi a te stessa e la cura per preparare ciò che serve alla
necessità del prossimo. Infatti per mantenerti continente ti preoccupi di vigilare, di
digiunare, di castigare il tuo corpo 296; per essere utile agli altri ti dai all‘attività, per avere
qualcosa da offrire alle necessità di chi soffre. Per questo ti preoccupi e ti affanni per molte
cose, ma una cosa sola è necessaria297. Se infatti non raccogli l‘opera tua in unità non
potrà essere gradita a Dio che è uno298, lo testimonia egli stesso. E‘ scritto: più nessuno fa
il bene, neppure uno 299. Per questo quando l‘acqua si agitava nella piscina ne veniva
292
Sl 37, 11
293
Sl 31, 4
294
Sl 101, 10
295
Lc 10, 41.
296
RB 4, 11.
297
Lc 10, 42
298
Gal 3, 20
299
Sl 13,3
27
risanato uno solo300. Per questo dopo che i dieci lebbrosi furono risanati uno solo ritornò
indietro, magnificando Dio a gran voce301. A lui anche il Signore offre la testimonianza
della lode, dicendo: Non ne sono stati risanati dieci E gli altri nove dove sono?Non si è
trovato chi tornasse a dar gloria a Dio,s e non questo straniero?302 Anche Paolo scrive:
Tutti corrono, ma uno solo riceve il premio303. In questi e in molti altri brani della S.
Scrittura siamo guidati a riconoscere che probabilmente il Signore si riferisce al unità,
soprattutto nel brano che abbiamo letto, dove i l Signore dice:Una cosa sola è necessaria.
10. Ma bisogna sapere che altra è l‘unità dei santi che abbiamo trovato già
raccomandata nelle Scritture, altra è l‘unità dei criminali che le stesse Scritture rivelano e
dimostrano; di questa infatti è scritto: “Si radunano i re della terra e i principi si sono
coalizzati, contro i l Signore e contro il suo Messia304 Di questa unità nuovamente
‗evangelista dice: andandosene i farisei tennero consiglio per prendere in contraddizione
Gesù in una delle sue Parole305e ancora I Farisei e i Sommi sacerdoti convocarono i l
sinedrio306. Perché? Come testimonia Giovanni, per uccidere Gesù307. Quanto sia tenace
questa unità dei criminali lo insegna i l Signore stesso che parla al santo Giobbe del corpo
del diavolo dicendo: Il suo corpo è fatto di squame ben connesse e compatte, che
aderiscono l’una all’altra. Una è unita all’altra, e non vi è neppure lo spazio di uno spiraglio
308
Una simile unità, anzi una simile perversione appartiene a certi fratelli che vivono in
modo tiepido e rilassato. Se vuoi persuaderli a qualcosa di onesto e di eccellente di una
qualche buona abitudine, sono più pronti a resistere con un maggior dispendio di forze e
una più pesante difficoltà che non a voler acconsentire, con il risparmio di un più facile
guadagno, a quanto sia risultato evidentemente retto. Una simile unità è perversa e da
biasimare.
11. Escludiamo dunque questa unità dai nostri cuori e dalle nostre parole, e
cerchiamo soltanto quella unità che è buona e che è soltanto dei buoni,. Anche questa è
duplice
300
Gv 5,4
301
Lc 17, 15 tornò indietro lodando Dio a gran voce
302
Lc 17,17-18.
303
1 Cor 9, 24.
304
Sl 2, 2.
305
Mt 22, 15.
306
Gv 11, 47.
307
Gv 11,53.
308 6
Le porte della sua bocca chi mai ha aperto?
Intorno ai suoi denti è il terrore!
7
Il suo dorso è a lamine di scudi,
saldate con stretto suggello;
8
l'una con l'altra si toccano,
sì che aria fra di esse non passa:
28
Ce n‘è una che giustifica, e un‘altra che glorifica. Quella è merito e questa è premio.
E infine, di quella è scritto:La moltitudine dei credenti era un cuore solo e un’anima sola 309
, di questa invece è detto: Chi aderisce al Signore forma con lui un solo Spirito310 E poiché
dobbiamo sperarla piuttosto per il futuro – è realtà infatti del tempo futuro piuttosto che non
del tempo presente - per il momento tralasciamola e speriamola da Dio piuttosto che
trattarne. L‘unità che giustifica invece, che già da ora ci è sommamente necessaria,
assumiamola all‘interno delle nostre opere. E‘ lei infatti quel decoro di soavità che i
salmista fa risuonare con sacra dolcezza: Ecco quanto è buono e quanto è soave che i
fratelli vivano insieme311. E quando la parola del profeta ha descritto la bellezza di questa
unità, non ne ha poi taciuto l‘utilità, dicendo che là i Signore dona la benedizione e la
vita312. Cioè in questo tempo la benedizione, e nel secolo futuro la vita eterna313 Questa è
quell‘unità che l‘Apostolo raccomanda da osservare con somma attenzione e diligenza,
dicendo: Sforzatevi di mantenere l’unità dello Spirito nel vincolo della Pace314.
12. In due modi possono custodire questo bene dell‘unità quelli che hanno la cura di
conservarla. Ogni cristiano perfetto deve essere unificato in se stesso, e deve avere unità
con il prossimo: integralmente unificato in sé, unito al prossimo per la conformità. Ogni
creatura poi, soprattutto la creatura razionale deve imitare il suo creatore e origine. Se
dunque il nostro Dio è uno, come dice Mosé Ascolta, Israele, il Signore Dio tuo è uno 315.
Pur essendo uno e il medesimo, perfetto in se stesso e non ha bisogno di nessuno,
tuttavia gli appartiene la benignità verso di noi, e l‘amore per noi che nasce dalla
benevolenza, dobbiamo anche, ciascuno di noi, essere unificati, integrati in sé per
l‘integrità data dalla virtù, e uniti ai prossimi per mezzo del vincolo della dilezione.
Parlando della carità l‘apostolo Giovanni ci raccomanda questa imitazione, dicendo:
Perché come Egli è così siamo anche noi, in questo mondo 316 . Ma quest‘unità che,
abbiamo detto, ciascuno deve avere con se stesso, ha tre ostacoli abituali: la presunzione,
la pusillanimità e la leggerezza.
Sono presuntuosi quelli che reputano di potere ciò che non possono, e presumono
di avere ciò che non hanno ricevuto. Pietro era un tipico esempio di questi quando,
durante la Passione del Signore, diceva: Signore, con te sono pronto ad andare anche in
carcere, e alla morte317.
I pusillanimi sono il contrario dei presuntuosi, ma anche di loro ne è un esempio
Pietro, quando diceva: Signore, allontanati da me, che sono un peccatore318. Sono leggeri
e incostanti, e vengono trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina 319; ciò che poco
prima piaceva loro, ora non piace più, e ciò che adesso scelgono poco dopo lo rifiutano.
309
At 4,32.
310
1 Cor 6, 17.
311
Sl 132,1.
312
Sl 132, 30.
313
Mc 10, 30.
314
Ef 4,3.
315
Dt 6,4.
316
1 Gv 4, 17
317
Lc 22,33.
318
Lc 5, 8
319
Ef 4, 14.
29
Ma a cosa serve enumerare questi vizi se non insegniamo anche con quali rimedi
ciascuno può curarli in se stesso? Lavoriamo contro i nemici dell‘unità, e non desistiamo
finché non vengano meno320 . Come rimedio della presunzione bisogna dunque opporre la
considerazione della propria fragilità; è questa che soprattutto sconfigge l‘odiosa
presunzione. Contro la pusillanimità bisogna aver fiducia nella potenza di Dio, così che ciò
che tu non pensi di potere con le tue sole forze, tu lo possa compiere per tuo aiuto, e tu
dica con l‘Apostolo: Tutto posso, in Colui che mi dà la forza.321Cristo.
Contro la leggerezza occorre impiegare il rimedio di ricorrere al consiglio degli anziani, per
non essere distratto da dottrine varie e peregrine, ma compiere ciò che ti prescrive la legge di Dio:
interroga tuo padre, e te lo dirà, i tuoi anziani, e te lo diranno322 Abbiamo parlato dell‘unità che
ciascuno di noi deve avere con se stesso; diciamo anche di quella che deve avere con i prossimo,
ma anche questa esiste in due forme, quando con la dilezione tendiamo verso l‘altro, e a nostra
volta riceviamo in noi l‘affetto dell‘altro. Anche questa viene ostacolata in due modi: l‘ostinazione e
il sospetto. L‘ostinazione non ci permette di entrare nel cuore dell‘altro, e il sospetto non ci
permette di credere al suo amore. Così avviene che né amiamo l‘altro, a causa della nostra
ostinazione, né, sospettosi, crediamo di essere amati dagli altri, e l‘unità che dobbiamo avere con
gli altri è impedita. Questa duplice malattia viene curata con una duplice carità.
Quella carità che non cerca il suo interesse323 e anche quella carità che tutto crede324.
Abbia, chi è ostinato, quella carità che non cerca il suo interesse, e ami gli altri; il
sospettoso abbia invece quella carità che tutto crede, e creda, senza dubbio alcuno, di essere
amato dagli altri.
320
Sl 17, 38.
321
Fil 4, 13.
322
Dt 32, 5.
323
1 Cor 13, 5
324
1 Cor 13, 7.
30
Sesto sermone
1. Ave, Maria, piena di grazia325. La pienezza della grazia non poteva consistere
nella sola verginità. D‘altra parte non tutti possono ricevere questo dono. Felici coloro che
non hanno macchiato le loro vesti326 e si gloriano insieme alla nostra Regina del privilegio
della verginità.
Ma, o Signora, hai solo un’unica benedizione? Ti prego di benedire anche me327. La
virtù della verginità si è allontanata da me, e non posso ormai più aspirare a lei. Sono
imputridito nel mio sterco328 Sono divenuto come una bestia da soma 329; ma non hai
proprio niente, in serbo per me? Non c‘è un luogo in cui io posso stare con te, dal
momento che non posso seguirti dovunque vai330?
L‘ Angelo cerca la fanciulla che il Signore ha preparato per il figlio del suo Signore.
Egli beve alla tua anfora331 e prova piacere della sua capacità naturale; ma non darai da
332
bere anche alle bestie? Beve l‘Angelo, perché tu non conosci uomo . Devono anche i
cammelli perché ti puoi gloriare singolarmente dell‘umiltà. Il Signore ha guardato – dice –
l’umiltà della sua ancella333.
Infatti l verginità senza l‘umiltà ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio334.
335
L‘Altissimo guarda sempre le cose umili, e si tiene a distanza da quelle alte ; agli umili
336
concede la grazia, ai superbi resiste .
Ma forse la tua anfora non è piena neppure con queste due misure337, è capace anche di
contenere una terza misura, così che non bevano solo l‘Angelo e le bestie, ma anche il maestro di
tavole. Questo vino buono che abbiamo conservato fino ad adesso l‘Angelo lo attinge come
325
Lc 1, 28.
326
Apc 3,4.
327
Gn 27,38.
328
Gl 1, 17.
329
Sl 72, 23.
330
Apc 14,4.
331
Gn 24, 14.
332
Lc 1,34.
333
Lc 1, 48.
334
Rm 6,2.
335
Sl 137, 6.
336
1 Pt 5,5..
Ma forse la tua anfora non è piena neppure con queste due misure
337
Gv 2,6.
31
servitore, ma per portarlo al maestro di tavole338. Parlo del Padre che come principio della Trinità è
a buon diritto chiamato maestro di tavola.
Dice l‘Angelo celebrando la fecondità di Maria, che è la terza misura: Colui che nascerà da
te sarà santo, e chiamato Figlio di Dio339. Come se dicesse: solo con Dio hai in comune la grazia di
questa generazione divina.
338
Gv 2, 9-10.
339
Lc 1,35.
340
Trad. delle monache di Valserena, sul testo latino di Leclercq.
32
Bartolomeo della Gatta,
L’Assunta dona a Tommaso la cintola
1475 ca.
Cortona , Chiesa del Gesù.
1. Fratelli carissimi,
un uomo ed una donna, da soli, ci hanno arrecato un danno davvero incalcolabile;
ma, grazie a Dio, tutto è stato riparato per mezzo di un altro uomo e di un'altra donna, e,
per di più, con maggiore abbondanza di grazie. Il dono, infatti, non è come la caduta 341; la
grandezza del beneficio successivo supera grandemente la valutazione del danno
arrecato. E così il nostro sapientissimo artefice non ha infranto il vaso incrinato 342, ma lo
ha più utilmente rifatto da capo a fondo; ha formato per noi dall‘Antico un nuovo Adamo,
341
Rom 5, 15.
342
Mt 12,20.
33
ed ha trasformato Eva in Maria.
Certo, Cristo ci poteva veramente bastare, difatti tutta la nostra capacità viene da
343
Lui ; ma non era bene per noi che l'uomo restasse solo344. Era più conveniente che
ambedue i sessi cooperassero alla nostra restaurazione, così come entrambi avevano
concorso alla nostra rovina.
―L'uomo, il Cristo Gesù è un mediatore fedele e potente tra Dio e gli uomini 345, ma
gli uomini avrebbero guardato con timore alla sua divina maestà. La sua umanità, infatti,
appare come assorbita nella divinità; non che sia cambiata la sua sostanza, ma la sua
capacità di affezione è deificata. Non viene esaltata solo la sua misericordia, viene
esaltato anche il giudizio346, perché anche se ha imparato la misericordia da ciò che ha
sofferto347 per diventare misericordioso348 tuttavia possiede anche il potere di giudicare. E
349
infine: Il nostro Dio è fuoco che consuma Non dovrebbe temer il peccatore di avvicinarsi
a lui? Come si scioglie la cera al calore del fuoco così perisca il peccatore davanti al volto
di Dio!350
2. Eva – Maria, Mediatrice
2. E così la stessa donna benedetta fra le donne351 non sembrerà inutile, e ci sarà
proprio per Lei un posto in questa riconciliazione. Abbiamo bisogno di un mediatore
presso questo Mediatore, e nessuno ci sarà utile più di Maria.
Troppo crudele fu Eva352, per mezzo suo l'antico serpente inoculò il suo mortale
veleno anche nell'uomo; ma ci fu fedele mediatrice Maria, che proporzionò agli uomini ed
alle donne l'antidoto della salvezza. L'una fu strumento di seduzione, l'altra di
riconciliazione; la prima istigò alla ribellione, la seconda accelerò la redenzione.
Come potrebbe trepidare l'umana fragilità davanti a Maria? Niente di austero o di
terribile vi è in Lei: è tutta soavità e a tutti offre latte e lana. Ripensa con attenzione a tutta
343
2 Cor 3, 5
344
Gn 2,18.
345
1 Tm. 2, 5
346
Sl 100,1
347
Eb 5,8.
348
Eb 2,17.
349
Eb. 12, 29
350
Sl 67, 3.
351
Lc 1, 28.
352
Gn 3, 6.
34
la successione di eventi che fanno la storia del vangelo, e se riuscirai a trovare in Maria
qualche segno di rimprovero, di durezza, qualche segno anche leggero di indignazione,
allora potresti guardarla con sospetto e temere di avvicinarla. Ma se invece la troverai
piena di tutti gli atteggiamenti che le sono propri, piena piuttosto di ogni comprensione e
gratuità, piena di mansuetudine e di misericordia, rendi grazie a Colui che ha provveduto
per te con una comprensione piena di benevolenza una simile mediatrice, nella quale puoi
avere piena fiducia..
Del resto Ella si è fatta tutta a tutti353; nella sua sovrabbondante carità si è fatta
354
debitrice a tutti, ai sapienti e agli indotti. A tutti apre il seno della misericordia, perché
tutti possano ricevere dalla sua pienezza 355; il prigioniero la redenzione, l‘ammalato la
medicina, chi è triste la consolazione, perdono il peccatore; il giusto ne trarrà grazia,
l'angelo gioia, tutta la Trinità ne riceverà gloria e la Persona del Figlio troverà in Maria la
sostanza della carne umana, così che non vi sia chi si nasconda al suo calore356 .
3. Non credi tu che sia proprio Lei la donna vestita di sole357? L‘insieme della
visione profetica dimostra che questo segno è da capire e applicare alle condizioni
presenti della chiesa, ma sembra proprio che lo stesso segno si possa attribuire
convenientemente a Maria. E' proprio Lei, infatti, che si è rivestita come di un altro Sole.
Come il sole di questo mondo creato sorge indistintamente sui buoni e sui cattivi358,
così anche Maria, non si mette a far distinzione in base ai meriti precedenti, ma si mostra
accessibile, a tutti si offre a tutti piena di bontà, e ha compassione delle necessità di tutti
con un affetto senza limiti.. Lei infatti è superiore ad ogni mancanza, e su tutto ciò che sa
di fragilità o di corruzione si erge Ella a vertiginose altezze, e tanto sorpassa ogni altra
359
creatura, che ben può dirsi che la luna è sotto i suoi piedi. Del resto non affermiamo
niente di straordinario , dicendo che la luna è sotto i suoi piedi; crediamo infatti, senza
353
1 Cor 9, 22
354
Rm 1, 14
355
Gv 1,16. A Maria vengono applicati versetti che normalmente sono riferiti a Cristo o a una
funzione pastorale
356
Sl 18, 7.
357
Apc 12,1
358
Mt 5, 45.
359
Apc 12,1.
35
esitare, che lei è stata esaltata al di sopra dei Cori degli Angeli e degli stessi Cherubini e
dei Serafini360.
Il simbolo della luna indica normalmente non soltanto la debolezza della condizione
di corruttibilità, ma anche la stoltezza dello spirito, e a volte indica anche la chiesa di
questo tempo; significa la luna per la sua continua mobilità; indica la chiesa perché riceve
d a un altro il suo splendore.
Ma sia nell'uno che nell'altro senso, con ragione può dirsi che la luna è sotto i piedi
di Maria, ma c‘è modo e modo di affermare questo: infatti si dice lo stolto cambia come la
luna, mentre l'uomo sapiente rimane fermo come il sole361. 1 Nel sole sono stabili, sia il
calore che lo splendore; nella luna invece v'è soltanto lo splendore, ed anche questo è
così mutevole ed incerto, che non resta mai nello stesso stato.
Con diritto, dunque, Maria viene presentata rivestita di sole, poiché penetrò al di là
di ogni immaginazione nell'abisso profondissimo della divina sapienza, fino ad apparire
immersa in quella luce inaccessibile362, quanto è possibile senza che ne patisse danno
l‘unità personale della sua condizione di creatura. Questo è il fuoco che purifica le labbra
dei Profeti e che infiamma i Serafini363. Ma ben diversamente ha meritato Maria, non
soltanto di essere come sfiorata da quel fuoco, ma di esserne piuttosto rivestita e cir-
condata, come chiusa tra quelle fiamme.
E‘ immacolato, pertanto, è il manto di questa donna, ma è anche ardente, perché è
così fulgido tutto quello che in Lei vediamo, che nulla ci può apparire, non dico oscuro
oppure tenebroso o di meno splendente, ma nemmeno qualcosa che sia tiepido o non
ardente come fiamma di fuoco.
4. Ben al di sotto dei suoi piedi si trova ogni stoltezza, così che non c‘è nessuna
relazione tra questa donna e quelle che appartengono al numero delle donne insensate364
e con il gruppo delle vergini stolte365. Meglio ancora: anche il grande Insensato, il principe
360
Ant “Exaltata est” in Assunmptione
361
Sir 27, 12
362
1 Tim 6, 16
363
Is 6,6.
364
Gb 2, 10
365
Mt 25, 2.
36
di ogni stoltezza, che variando come la luna366, perdette lo splendore della sua sapienza,
giace ora, oppresso ed annientato, in una miserabile schiavitù, sotto i piedi di Maria.
E‘ Lei, infatti, la donna promessa un tempo da Dio, che avrebbe schiacciato con la
forza del suo piede il capo dell'antico serpente, e questi, con le sue molte astuzie, avrebbe
tentato di mordere il suo calcagno367, senza riuscirvi.. Lei da sola, infatti, ha sbaragliato la
perversione di tutte le eresie.
Qualcuno pretendeva di dare per dogma che lei non avesse generato Cristo dalla
sostanza della sua carne; un altro ribadiva che non lo aveva partorito bambino, ma che lo
aveva trovato; altri ancora bestemmiava che, almeno dopo il parto, aveva avuto rapporti
carnali con un uomo; un altro non sopportava di sentirla chiamare Madre di Dio, e con
grande mancanza di fede metteva in ridicolo il grandissimo nome di Theotokos.
Ma coloro che la insidiavano sono stati infranti, coloro che volevano negarle l‘onore
sono stati schiacciati, chi la calunniava è stato smentito e tutte le generazioni la
proclamano beata 368
Fin dall‘inizio il drago, subito, per mezzo di Erode369 insidiò lei che stava per
partorire, per divorare il Figlio appena nato, perché ci sarebbe stata inimicizia tra la
370
discendenza della donna e la discendenza del drago .
366
Sir 27, 12.
367
Gn 3, 15.
368
Lc 1, 48.
369
Mt 2, 3-18.
370
Gn 3, 15.
371
Gv. 15, 5
372
Ap. 12, 1
373
Gn 32, 26.
37
Ella è potente374
Come il vello si trova tra la rugiada e l'aia375, e la donna fra il sole e la luna, Maria è
stata costituita tra Cristo e la Chiesa. Ma forse ti meravigli meno del vello coperto di
rugiada, quanto che una donna sia rivestita di sole. C‘è una grande familiarità e una
meravigliosa vicinanza tra il sole e la donna. Come può però resistere una natura così
fragile in una vampa di calore così ardente?. Giustamente ti meravigli, santo Mosé, e
desideri vedere più da vicino. Ma Togliti i sandali dai piedi376, e deponi i rivestimenti dei
pensieri carnali, se desideri avvicinarti Voglio avvicinarmi a vedere questo grande
spettacolo377 Grande spettacolo davvero un roveto che arde, senza consumarsi 378, un
grande segno, una donna vestita di sole che rimane illesa dal fuoco.
Non appartiene alla natura del roveto, avvolto da ogni parte dalla fiamma, rimanere
così ad ardere, senza consumarsi ; non appartiene alla capacità naturale della donna
tollerare un vestito di sole. Non appartiene alla potenza umana, ma neppure a quella degli
angeli: è necessaria una potenza più alta: ― Lo Spirito Santo, dice- scenderà su di te. Ed è
come s e lei avesse risposto: ―Lo Spirito Santo è Dio, e il nostro Dio è un fuoco
divorante379 L‘Angelo continua: ―Non la mia potenza, non la tua , ma la potenza
dell‘Altissimo ti coprirà con la sua ombra‖380 Non c‘è da meravigliarsi allora, da questo
momento in poi, se sotto una simile ombra una donna abbia potuto sostenere un vestito di
sole.
6. Rivestita di Cristo
374
Rm 11, 23.
375
Gdc 6, 36-40.
376
Es 3,5.
377
Es 3,3.
378
Es 3,2.
379
Eb 12, 29.
380
Lc 1,35.
381
Sl 103, 2
382
1 Cor 2, 14.
38
Gesù Cristo383. Che familiarità c‘è tra te e Lui, o Signora! Come gli sei vicina, anzi, quanto
384
hai meritato di diventargli intima! Quanta grazia hai trovato presso di Lui! . Egli rimane in
385
te, e tu in Lui . Tu lo vesti, ed egli ti riveste. Tu lo vesti con la sostanza della tua carne,
ed egli ti riveste con la gloria della sua maestà. Rivesti il sole con una nube, e tu stessa ti
rivesti di sole. Il Signore ha fatto una cosa nuova sulla terra, la donna ha cinto un uomo 386,
e proprio l‘uomo di cui si dice: Ecco un uomo, Oriente è il suo nome 387 . Ha fatto anche
una cosa nuova sulla terra. Che una donna apparisse vestita di sole388 E infine Ella lo ha
incoronato, e a sua volta ha meritato di essere da Lui incoronata. [11] Uscite figlie di
Sion,guardate il re Salomone con la corona che gli pose sua madre,389
Ma questo si riferisce ad un altro momento. Ora piuttosto entrate e vedete la
Regina con la corona con la quale l‘ha incoronata il suo Figlio.
7. Sul suo capo una corona di dodici stelle 390(Ap. 12, 1). E' certamente degno di
essere coronato di stelle quel capo che, risplende molto più luminoso di quelle, e che dà
loro splendore più che essere da quelle adornato. Perché le stelle non dovrebbero
adornare colei che il sole veste? Come a primavera - dice – la circondavano le rose e i
gigli della valle391. La Sinistra dello Sposo è sotto il suo capo, e la Destra di Lui già la
abbraccia392 Chi è in grado di valutare il prezzo delle stelle. Chi può solo enumerare le
stelle che sono incastonate nel diadema regale di Maria?. Supera la capacità dell‘uomo
spiegare la struttura di questa corona, indicarne la composizione.
A noi però, nella misura della nostra piccolezza, pur astenendoci dall‘indagare
pericolosamente i segreti, pare di comprendere in queste dodici stelle dodici prerogative di
383
Rm. 13, 14.
384
Lc 1, 30.
385
Gv 6, 57.
386
Ger 31, 22
387
Zac 6,12 Ecco un uomo che si chiama Germoglio
388
Apc 12,1.
389
Cant 3,11.
390
Ap. 12, 1
391
Sir 50, 8.
392
Cant 2,6
39
doni, che abbelliscono Maria in modo singolare.
In Maria infatti, possiamo trovare le prerogative del cielo, le prerogative della carne,
e le prerogative del cuore, e se moltiplichiamo per quattro queste tre serie di prerogative,
avremo forse individuate le dodici stelle, con le quali il diadema della nostra regina
risplende più di tutti gli altri.
Risplende per me un fulgore abbagliante per prima cosa : nella sua generazione,
per seconda cosa nel saluto dell'Ange lo, come terza nella venuta in lei dello Spirito Santo
e per quarta nella ineffabile concezione del Figlio di Dio.
Anche da qui irraggia lo splendore di altre quattro stelle: le primizie della verginità,
la fecondità senza corruzione, la gravidanza senza peso, e il parto senza dolore .
Ma rifulgono anche in Maria di un casto speciale splendore la mansuetudine propria
del pudore, la devozione dell‘umiltà, la grandezza d‘animo della fede e il martirio del cuore.
Lascio alla vostra attenta cura il guardare con attenzione a ciascuna di queste. Per parte
mia mi considererò soddisfatto se avrò potuto descriverne anche brevemente.
393
Resp. ―Nativitas‖ in Nat. BVM
394
Nm 17, 8.
395
Gdc 6, 36-38.
396
Ez 44, 1-3.
40
prometteva che un virgulto sarebbe germogliato dalla radice di lesse 397, o, più
esplicitamente, che una vergine avrebbe partorito. Con ragione, dunque, dice la
Scrittura398 che apparve nel cielo questo grande prodigio è, e che già da lungo tempo era
stato promesso dal cielo: // Signore stesso vi darà un segno: Ecco che una vergine
concepirà...399. E diede difatti un segno grande, poiché è grande Egli stesso che lo ha
dato.
Quale occhio non rimane abbagliato dal riverbero del fulgore di questa prerogativa?
Ed il merito incomparabile della nostra vergine e la grazia unica della qua le fu piena ci
vengono segnalati e confermati dal fatto che l'Arcangelo la saluta 400 con tanto rispetto e
deferenza, da dare l'impressione che fin da allora la stia contemplando come assisa in un
trono regale al di sopra di tutte le schiere celesti, in un atteggiamento quasi di adorazione
verso questa donna, egli che fino a quel momento era abituato a ricevere, senza
meravigliarsi, segni di venerazione da parte degli uomini401.
9. Ed ecco che risplende di pari luce il modo in solito con il quale Ella concepisce,
non nel peccato402 come tutte le altre donne, ma in piena santità, Ella sola, per lo Spirito
Santo che discese sopra di Lei. Poiché l'aver generato il vero Dio e Figlio di Dio, in modo
che dal suo seno uscisse lo stesso Figlio di Dio e figlio dell'uomo, Dio ed uomo allo stesso
tempo, è tale un abisso di luce che sono certo nemmeno lo sguardo degli angeli può non
offuscarsi davanti alla veemenza di un simile fulgore. D'altra parte, la verginità del suo
corpo ed il proposito di conservarla sono messi in luce principalmente dalla novità stessa
di questo proposito, in quanto Ella, superando in libertà di spirito403 i precetti della Legge
mosaica, fa voto a Dio di consacrare a Dio la santità del suo corpo e del suo spirito. E che
questo proposito fosse possibile perché fondato su un fondamento fermo ed inviolabile, lo
prova la costante sua risposta all'Angelo che le promette un figlio: Come potrà ciò
397
Is 11,1.
398
Apc 12,1.
399
Is. 7, 14.
400
Lc 1, 28.
401
Gn 19, 11; Gdc 13, 20: Tob 12, 16.
402
Sl 50, 7.
403
2 Cor 3, 17
41
accadere, giacché non conosco uomo404?. E fu certo per questo che al principio Ella restò
turbata alle sue parole e rifletteva sul significato di quél saluto, avendo udito che la
proclamava benedetta fra le donne405, mentre aveva sempre desiderato di essere
benedetta fra le vergini. E cercava perciò di capire fin da allora che saluto fosse quello,
che già le appariva sospetto. Ma appena intravide nella promessa del figlio un pericolo per
la sua verginità, non poté più oltre trattenersi dal dire: Come sarà ciò possibile, giacché
non conosco uomo? A buon diritto quindi meritò la benedizione fra le donne senza perdere
quella fra le vergini, affinché fosse in lei di gran lunga più gloriosa la verginità unita alla
fecondità, e la fecondità con la verginità: due prerogative che, come due stelle, mu-
tuamente accrescono il loro splendore scambiandosi la luce dei rispettivi raggi.
Grande onore è l'essere vergine, ma immensamente più grande è l'essere vergine
e madre. E giustamente per ciò Ella sola, che aveva concepito senza il piacere della
carne, fu esente dal noioso fastidio di cui soffrono tutte le donne incinte. Così anche nei
primi mesi della sua gestazione, quando le altre donne si sentono più gravemente il peso
del loro stato, Maria con ogni sollecitudine salì la montagna per assistere Elisabetta 406. Ma
anche nella imminenza del parto ascese a Betlemme407 portando nel seno quel suo
preziosissimo deposito, portando quel peso leggero408, dal quale piuttosto era ella stessa
portata. E quanta luce ancora in occasione del parto, quando con nuova esultanza diede
alla luce il Figlio, estranea lei sola dalla maledizione e dal dolore comune a tutte le donne
partorienti.
Se vogliamo valutare il valore delle cose dalla loro rarità, non troveremo nulla più
raro di questo, perché in tutte queste circostanze nessuna donna fu simile a lei, né lo potrà
essere mai più in avvenire. Considerando attentamente queste prerogative noi non
restiamo soltanto ammirati, ma ne ricaviamo anche venerazione, devozione, e
consolazione.
404
Le. 1, 34.
405
Lc 1, 28.
406
Lc 1, 39.
407
Lc 2, 4-5.
408
Mt 11, 30.
42
10. L’imitazione di Maria.
409
Mt. 1, 20
410
Lc. 1, 34
411
Apc 12,1.
412
Lc 1, 28.
413
Mt 12, 46.
414
Lc 1, 34.
415
Lc 1, 46-55.
416
Lc 2, 48.
43
cercato; la quarta volta, al Figlio ed ai servitori alle nozze di Cana417. Ed in questa
occasione il suo intervento fu segno evidentissimo di innata mansuetudine e di verginale
pudore. Facendo, infatti, suo l'imbarazzo altrui, non poté sopportare né dissimulare la
mancanza del vino. E quando fu rimproverata dal Figlio, Ella, dolce ed umile di cuore418,
non gli risponde e nemmeno si perde d'animo, ma raccomanda agli servi di fare quello che
Egli avrebbe detto loro.
11. Dice il Vangelo che i Pastori, accorsi fin dal primo momento, trovarono Maria
419
prima di ogni altro. Trovarono Maria e Giuseppe ed il Bambino posto nella mangiatoia .
Ed anche i Magi, se ben ricordo, trovarono il fanciullo con Maria sua Madre420, e quando
Ella presentò al tempio del Signore il Signore del tempio, udì da Simeone molte cose che
riguardavano sia lui che se stessa421, restìa a parlare ma pronta ad ascoltare422. Ed infatti,
Maria ricordava tutte queste parole e le andava meditando in cuor suo 423 ; ma non si trova
mai, in tutte queste circostanze, nemmeno riguardo al mistero stesso della incarnazione
del Signore, parola alcuna da parte sua.
Poveri noi, il nostro spirito ci esce dalle narici 424! Poveri noi che parliamo fino a
425
perdere il fiato le, come dice quel Poeta Comico, la lasciamo scappare da mille
fessure426. Tante volte aveva Maria ascoltato suo Figlio, non solo quando parlava in
parabole alla folla, ma quando rivelava 427 ai discepoli che aveva portato con sé, i sublimi
misteri del Regno di Dio; lo aveva visto compiere miracoli, poi lo aveva visto appeso alla
Croce morire, risorgere ed ascendere al cielo; ma quante volte, in tutte queste circostanze,
è stata udita la voce di questa Vergine vereconda, di questa pudica tortora? Leggiamo in
417
Gv 2, 3-5.
418
Mt 11, 29.
419
Lc. 2,16
420
Mt 2, 11.
421
Lc 2, 22-35.
422
Gc 1, 19
423
Lc. 2, 19
424
Cfr Is 2,22 [22]Guardatevi dunque dall'uomo,
nelle cui narici non v'è che un soffio,
perché in quale conto si può tenere?
425
Pr 29, 11
426
Cfr Terenzio, Eunuchus, 105.
427
Mc 4, 11.
44
fine negli Atti degli Apostoli, che al ritorno dal monte degli Olivi tutti unanimi perseveravano
nella preghiera. Tutti chi? Se ci fosse stata Maria sarebbe stata nominata per prima, non
solo perché tutti precede come madre del Verbo, ma anche per la sua particolare santità.
Invece si dice: Pietro ed Andrea, Giacomo e Giovanni, e poi seguono gli altri, tutti costoro
perseveravano unanimi nella preghiera insieme alle donne ed a Maria Madre di Gesù428 .
Si mostrava forse così Ella come l'ultima fra le donne, da essere nominata all'ultimo
posto? Oh! come erano veramente ancora carnali i discepoli, che non avevano ancora
ricevuto lo Spirito Santo, perché Gesù non era stato ancora glorificato429 , quando
disputavano fra loro a chi fosse il primo430, mentre Maria quanto più era grande tanto più si
umiliava non solo fra tutti, ma anche più di tutti. Giustamente perciò da ultima divenne la
prima431, colei che essendo la prima di tutti si faceva l'ultima. Giustamente fu fatta Signora
di tutti colei che di tutti si mostrava la serva. Giustamente infine è stata esaltata al di sopra
degli Angeli432, colei che con ineffabile mansuetudine si piegava al di sotto delle vedove e
delle penitenti, al di sotto dì quella dalla quale erano stati scacciati sette demoni433.
Vi supplico, figliuoli miei, imitate questa virtù se amate Maria; se vi sforzate di
piacerle, imitate la modestia. Nulla è più adatto all'uomo, nulla si confa‘ di più ad un
cristiano e specialmente ad un monaco.
428
AT 1, 13-14.
429
Gv. 7, 39
430
Lc 22, 24.
431
Mt 19, 30.
432
Cfr ant. Esaltata est..in Assumptione.
433
Lc 8, 2
434
Mt. 11, 29
435
Lc. 1, 35.
436
Lc 1, 38.
45
Santo rivela subito la gloria singolare della Vergine. E essa manifestava la sua
ammirazione per la persona che veniva dicendo: Come mai la Madre del mio Signore
viene da me437? e sì riferiva con meraviglia alle sue parole di saluto aggiungendo: Non
appena i,l suono del tuo saluto è giunta alle mie orecchie il bambino ha esultato di gioia
nel mio seno438 . E subito magnificava la sua fede: Beata tu, che hai creduto, perché in te
si compiranno tutte le cose che ti sono state dette dal Signore439 (Lc. 1, 45).
Grande elogio, dunque; ma la umiltà impedisce a Maria di attribuirsi merito alcuno,
ed ogni gloria ella riversa in Colui, le grazie del quale venivano lodate in lei. Tu, dice ella
ad Elisabetta, magnifichi la Madre del Signore, ma l'anima mia magnifica il Signore440. Alla
mia voce tu dici che ha esultato di gioia tuo figlio; ma il mio spirito ha esultato in Dio mio
salvatore441; ed egli pure, come amico dello sposo, si rallegri con gioia alla voce dello
sposo442. Tu mi proclami beata per aver creduto, ma la causa della mia fede e della mia
beatitudine deve attribuirsi piuttosto al fatto che avverto su di me lo sguardo della
misericordia divina, così che tutte le genti mi diranno beata, perché Dio ha rivolto il suo
sguardo alla serva umile e piccola443.
13. Ed allora, dobbiamo forse supporre che si sia sbagliata santa Elisabetta, per
bocca della quale parlava lo Spirito Santo? Niente affatto. E' beata Colei alla quale Dio ha
rivolto lo sguardo444, e beata anche perché ha creduto445.
Questa fede, infatti, è un mirabile effetto dello sguardo di Dio. E lo Spirito Santo,
sopravvenendo in lei con ineffabile intervento446, e fuse nel segreto del suo cuore
verginale una così immensa grandezza e una così profonda umiltà, in modo che, come
abbiamo detto prima della verginità e della fecondità, anche queste due prerogative si
437
Lc 1, 43.
438
Lc. 1, 43-44
439
Lc. 1, 45.
440
Lc 1, 46.
441
Lc 1, 47
442
Gv 3, 29.
443
Lc 1, 48.
444
Lc 1, 25.
445
Lc 1, 45.
446
Lc 1, 35.
46
danno l'un l'altra splendore, come due stelle447 che si scambiano i raggi; e né l'umiltà è
sminuita da siffatta grandezza, né la grandezza è offuscata dalla sua grande umiltà. Ma
essendo Lei così umile nella valutazione di se stessa, e tuttavia grande nella fede che
crede alla promessa, ma così umile da non credersi altro che una piccola ancella 448; non
dubitava tuttavia di essere stata scelta per un mistero incomprensibile, per un meraviglioso
scambio, per un imperscrutabile sacramento, e credeva che sarebbe divenuta vera Madre
di Dio e dell‘uomo449.
In questo modo agisce nel cuore degli eletti l‘efficacia della grazia divina: l‘umiltà
non li rende pusillanimi, e la grandezza d‘animo non li fa diventare arroganti, piuttosto
cooperano l‘una con l‘altra così che non solo nella magnanimità non si inserisca nessuna
superbia, ma da questo soprattutto si accresca l‘umiltà, che si ritrovano maggiormente
timorati di Dio e non ingrati a colui che elargisce ogni dono; e rispettivamente a motivo
dell‘umiltà non si insinua nessun tipo di pusillanimità, ma quanto meno uno era abituato a
presumere delle proprie forze nelle piccole cose, tanto più per le grandi cose confida nella
potenza di Dio.
14. Il Martirio della Vergine poi – se ricordate lo abbiamo nominato per dodicesimo
tra le stelle del suo diadema450 è presente sia nella profezia di Simeone, sia nella stessa
narrazione della Passione del Signore. Egli è posto – dice il santo anziano del bambino
Gesù – come segno di contraddizione, e anche a te una spada – era rivolto a Maria –
trafiggerà l’anima451.
Davvero, beata Madre, una spada ha trapassato la tua anima. Non sarebbe potuta
penetrare nella carne del Figlio se non trafiggendo la tua anima. E dopo che quel tuo Gesù
– di tutti, certo, ma specialmente tuo – ebbe emesso lo spirito452 quella lancia crudele che
gli aprì il fianco453, non risparmiando neppure a un morto a cui non poteva più far danno,
447
Apc 12,1.
448
Lc 1, 38.
449
Leone Magno, Sermo 21, P.L. 54, 191 B
450
Apc 12,1
451
Lc 2, 34-35.
452
Mt 27, 50.
453
Gv 19, 34..
47
non raggiunse l‘anima di lui, ma trapassò la tua anima. L sua anima non era ormai più lì;
ma la tua non poteva essere strappata da quel luogo. La veemenza del dolore dunque
attraversò la tua anima, così che giustamente ti chiamiamo più che martire perché in te
l‘affetto della compassione ha superato il sentimento della passione fisica.
15. O non fu per te più di una spada quella parola che davvero attraversò a la tua
anima e la penetrò fino al punto di divisione dell‘anima e dello spirito454 : Donna, ecco tuo
figlio?455 Che scambio! Ti viene consegnato Giovanni, al posto di Gesù. Il servo al posto
del Signore, il discepolo invece del Maestro, il Figlio di Zebedeo456, invece del Figli odi Dio,
un uomo schietto al posto di un vero Dio! Il sentir dire queste parole come non avrebbe
trapassato la tua anima sensibilissima quando anche il solo ricordo di esse spezza i nostri
cuori, anche se sono di sasso, anche se sono di ferro?
Non meravigliatevi, fratelli, che si dica che Maria sia stata martire nell‘anima. Si
meravigli pure che non ricorda di aver sentito che Paolo annoverava tra i massimi delitti
dei pagani l‘essere ―senza affezione‖457 Questo peccato, che fu così lontano dalle viscere
di Maria, lo sia anche dai suoi piccoli servi. Ma forse qualcuno dirà: non era forse
consapevole che Cristo doveva morire? Senza dubbio. Non sperava dunque che sarebbe
subito risorto? Lo sapeva con fiducia. E nonostante ciò provò dolore quando fu crocifisso?
E grande dolore. Altrimenti, che tipo di uomo sei tu, fratello, o da dove ti viene questa
sapienza458 che ti porta a meravigliarti più della compassione di Maria che della Passione
del Figlio di Maria? Egli poté morire fisicamente, e lei non avrebbe potuto morire con lui
nel cuore?. La prima cosa l‘ha operata la carità, quella carità della quale nessuno
possiede una più grande459 ma anche questa seconda cosa l‘ha operata una carità tale
che dopo di questa non ve ne fu un‘altra simile.
Ormai, Madre di misericordia, la Luna, giacendo prostrata ai tuoi piedi, per lo stesso
affetto del tuo spirito purissimo e schietto, con devote suppliche chiede che tu sia costituita
sua mediatrice presso i l sole di giustizia, perché nella tua luce veda la luce 460. E con la
454
Eb 4, 12.:
455
Gv 19, 26.
456
Mt 4, 21.
457
Rm 1,3.
458
Mt 13, 54.
459
Gv 15, 13;
460
Sl 35, 10
48
tua intercessione desidera ottenere la grazia del sole. Egli ti ha amato e abbellito più di
ogni altra creatura. Ti ha rivestito del titolo di gloria 461 e ha posto sul tuo capo la corona
della bellezza462
Si, Tu sei piena di grazia, piena di celeste rugiada, appoggiata al tuo Diletto,
463
traboccante di delizie ricolma di delizie. Da oggi il cibo ai tuoi poveri, o Signora; si
sfamino essi, come i cagnolini, con le briciole della tua mensa464, e dalla tua anfora
traboccante fa che non soltanto beva il servo dì Abramo, ma anche si dissetino i cammelli,
465
perché sei tu veramente la fanciulla prescelta e predestinata al Figlio dell'Altissimo, che
è sopra ogni cosa Dio benedetto nei secoli466.
461
Sir 6, 32.
462
Ez 16, 12.
463
Cant 8, 5
464
Mt 15, 27.
465
Gn 24, 14.
466
Rm. 9, 5
49