TESI Federico Coppoli 605274
TESI Federico Coppoli 605274
“Metodologie a confronto
per l'aumento di mobilità articolare della spalla”
RELATORE
Prof.ssa Ida Nicolini
________________________________
CANDIDATO
Sig. Federico Coppoli
_____________________________
1
ABSTRACT
In ottica di prevenzione infortuni, sia in ambito sportivo che nella vita quotidiana, è oppor-
tuno svolgere un’attività fisica centrata sulla salute articolare della spalla.
Valutare i risultati ottenuti in quattro settimane di terapia fisica, con due gruppi eterogenei
di quattro persone l’uno, proposta in due varianti differenti: pratica fisioterapica tradiziona-
Evidenziare le differenze nei guadagni di ROM (Range of Motion) e salute articolare tra le
Avere un confronto sulla rilevazione dei dati, effettuato tramite l’analisi video, con il posi-
Halo.
Sono emerse differenze sostanziali nei dati ottenuti dalle due diverse pratiche fisiche per
quanto riguarda i miglioramenti nei vari movimenti analizzati. Tutti i pazienti che hanno
partecipato allo studio hanno avuto dei guadagni in mobilità articolare, più o meno rilevan-
ti.
2
Sommario
INTRODUZIONE ............................................................................................................................ 4
METODOLOGIA .......................................................................................................................... 11
Obiettivi............................................................................................................................................ 11
Protocollo di valutazione.................................................................................................................. 12
Modello FRC.................................................................................................................................... 14
RISULTATI .................................................................................................................................... 17
DISCUSSIONE ............................................................................................................................... 25
CONCLUSIONI ............................................................................................................................. 27
BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................ 28
RINGRAZIAMENTI ..................................................................................................................... 30
3
INTRODUZIONE
La spalla è un’articolazione complessa, la più mobile del corpo umano. Questa caratteristi-
Le strutture ossee che compongono questo complesso sono la clavicola e la scapola, ovve-
La clavicola è un osso piatto, in virtù della modalità di ossificazione tipica delle ossa piat-
te, pari e simmetrico a forma di S. Presenta un corpo centrale e due estremità: mediale, o
convessità posteriore. Il corpo della scapola presenta due facce e due margini: le facce
delle rugosità data dall’inserzione dei muscoli deltoide e trapezio. La faccia inferiore
dell’estremità acromiale ha una porzione liscia che corrisponde alla faccetta articolare che
anch’essa una porzione liscia data dall’articolazione con lo sterno. Sono inoltre presenti dei
rivestimento cartilagineo.
La scapola è un osso piatto dalla forma triangolare e simmetrico posizionato nella zona
posteriore della gabbia toracica, precisamente tra la terza e la settima costa, con la base
rivolta verso l’alto e l’apice verso il basso. È caratterizzata dai margini, superiore, ascellare
e vertebrale, due facce e tre angoli. La faccia posteriore è divisa in due fosse, le fosse
sovraspinata e sottospinata separate dalla spina della scapola. Nella spina della scapola si
4
la clavicola. Nel margine superiore è presente l’incisura della scapola, chiusa da un lega-
mento, in cui passano nervi e vasi, e segue il processo coracoideo. L’angolo laterale è
posizionato sotto la cavità glenoidea di forma ovale che è la superficie articolare dove
poggia l’omero. Nella porzione superiore della suddetta cavità è presente una piccola
glenoidea. Sia sul margine laterale che mediale della scapola sono presenti diverse inser-
zioni muscolari.
L’omero è un osso lungo, che presenta due epifisi ed una diafisi. L’epifisi prossimale si
articola con la cavità glenoidea della scapola mentre l’epifisi distale si congiunge con radio
ed ulna a formare l’articolazione del gomito. L’epifisi prossimale continua nella diafisi
tramite un restringimento chiamato collo chirurgico. Possiede una testa che ha la forma di
anatomico. Sono inoltre presenti i tubercoli maggiore e minore, a cui seguono le creste dei
tubercoli. Tra le due creste si trova il solco bicipitale dove si inserisce il tendine del capo
lungo del bicipite. La diafisi mostra tre facce: antimediale, anterolaterale e posteriore; è
leggermente piegata per la presenza del nervo radiale, e continua dal margine mediale al
laterale; oltre al nervo radiale la diafisi contiene l'arteria brachiale profonda. Molto vicino
al solco è presente il foro nutritizio per l'ingresso di vasi e nervi nella diafisi. La diafisi ha
tre margini: quello laterale continua in basso con la cresta epicondiloidea laterale; quello
quello anteriore superiormente continua con una protuberanza, detta cresta del tubercolo
maggiore, che prosegue verso l'epifisi prossimale per terminare nella sporgenza tubercolo
quanto riguarda l'articolazione glenomerale, questa presenta una superficie ovalare legger-
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La capsula articolare si inserisce sul contorno della cavità glenoidea, fino alla base del
sce al livello del collo chirurgico dell’omero ed è attraversata dal tendine del capo lungo
Per quanto riguarda le funzioni della spalla, è fondamentale conoscere il ruolo della cuffia
dei rotatori, l'insieme dei muscoli che rinforzano l'articolazione, dato che i tendini di questi
muscoli vanno a fondersi sulla superficie esterna della capsula. Questi muscoli sono il
colazione gleno-omerale, favorendo il contatto tra la testa dell'omero e la glena della sca-
I muscoli coinvolti nel movimento del cingolo scapolare sono il muscolo trapezio, il mu-
scolo romboide, il muscolo elevatore della scapola, il muscolo grande dentato e il muscolo
piccolo pettorale.
Il muscolo trapezio si estende dalla base cranica fino alla dodicesima vertebra toracica;
scapolare. Il muscolo romboide, posizionato nel margine mediale della scapola consente
mediale della scapola. Il muscolo grande dentato, costituito da più fasci carnosi situati tra
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Dinamica dell’articolazione
Nella dinamica dell’articolazione, la spalla permette un alto numero di movimenti dato che
contrazione dei muscoli deltoide, in particolare del capo laterale, e sovraspinato che ruota-
piano sagittale del corpo. I muscoli coinvolti sono il grande pettorale ed il grande dorsale.
La flessione consiste nel sollevare l’omero in avanti, i muscoli che agiscono in questo
I movimenti di rotazione, ovvero intra ed extra rotazione sono permessi dai muscoli sotto-
motion (ROM) della spalla, è un movimento di forma conica il cui apice è l’articolazione
Strutture a rischio
Il dolore alla spalla è una condizione molto comune e disabilitante per chi ne è affetto.
Studi su questo tema fanno emergere che nella popolazione, tra il 2,4% e 4,8% delle perso-
ne ne è affetta (Greving et al. 2012). Per la loro posizione e struttura anatomica, i muscoli
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della cuffia dei rotatori saranno i protagonisti di infiammazioni e tendinopatie. Definiamo
adesso la struttura anatomica dei muscoli che la compongono. Il sovraspinato origina dalla
fossa sovraspinata della scapola, il suo tendine passa attraverso lo spazio sottoscapolare e
piccolo rotondo originano entrambi dalla fossa sottospinata e dal setto fibroso, e loro i
tendini si inseriscono sulle faccette media e inferiore del tubercolo maggiore. Il sottoscapo-
lare ha origine dalla fossa sottoscapolare ed ha l’inserzione tendinea sul piccolo trocantere.
La cuffia dei rotatori è unica in quanto i suoi tendini si fondono per formare una struttura
gleno omerale grazie all’equilibrio di forze esercitate, e quando questo viene a mancare
risulta in una anormale meccanica articolare per la perdita del fulcro di rotazione della testa
e dall’entità della lesione di questi muscoli. La riabilitazione della cuffia dei rotatori dopo
una lesione cronicizzata può risultare molto difficile per colpa della retrazione e perdita di
elasticità del tendine. Tuttavia ristabilire l’equilibrio tra le forze anteriori e posteriori può
Anche nell’attività fisica, che può essere di natura sportiva o in palestra, la spalla risulta
essere un punto critico per la sua propensione agli infortuni data la sua natura di articola-
zione mobile. Le lesioni degenerative da sovra utilizzo, in particolare nei movimenti over-
head, quindi oltre i 90 gradi di abduzione, sono state utilizzate per studiare gli effetti
dell’utilizzo cronico in atleti e lavoratori (Hugel et al., 2015). In generale, atleti di sport
che richiedono movimenti overhead, ad alta velocità e con ROM estremi, sono più a ri-
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schio di sviluppare problematiche di questo genere. Alcuni esempi sono gli atleti di base-
ball, che presentano un’incidenza di infortuni localizzati in quest’area tra il 12% ed il 19%,
Alcuni autori hanno misurato un aumento della extrarotazione così come una diminuzione
nella intrarotazione e nel range totale di movimento sopra la testa negli atleti: questi cam-
della retroversione della testa omerale. Anche la forza delle spalle viene modificata a causa
di pratica fisica. Inoltre, una diminuzione del rapporto tra rotatori esterni e rotatori interni è
osservata negli atleti overhead. È necessario concentrarsi sul rinforzo degli extrarotatori,
sia in modalità concentrica che eccentrica, ed i rotatori interni, solo modalità eccentrica,
per fornire stabilità alla testa omerale durante il movimento dell'arto superiore negli atleti
overhead. Le attrezzature sportive consigliate sono gli elastici e i manubri, anche se rimane
un'influenza importante sui problemi ed infortuni alla spalla, amplificando così le proble-
matiche legate alle lesioni da sforzo causate dall’ inadeguatezza del movimento e dalla
un segmento corporeo nello spazio. Più è ampio il ROM articolare e, generalmente, sono
9
meno probabili infortuni. A questo va aggiunto che la mobilità è descritta dal controllo che
abbiamo di quel segmento corporeo nello spazio, e non solo dall’ampiezza del ROM.
come fattoti di rischio per infortuni a spalla e gomito nei giocatori di baseball liceale (Shi-
tara et al., 2022). Parliamo quindi non solo di un problema di mancata flessibilità
tale disciplina.
I fattori di rischio principali negli infortuni di spalla, sia nelle discipline sportive che nella
vita quotidiana sono una riduzione del ROM in intrarotazione, deficit di forza in extrarota-
zione, ROM totale ridotto e posizione scorretta della scapola (Cools et al., 2020). Interve-
nire con un programma di prevenzione è la scelta corretta come dimostrato in uno studio
effettuato su 237 giocatori di baseball giovanile che ha fatto emergere un dato significati-
vo: il gruppo esposto a terapia preventiva ha subito il 48,5% di infortuni in meno rispetto al
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METODOLOGIA
Obiettivi
Vista l’importanza della mobilità articolare, della capacità di controllare il proprio corpo
nello spazio, potendo esplorare il range più ampio possibile, questo studio si è posto come
Inoltre, vi è il confronto tra due tipologie diverse di approccio all’allenamento della mobili-
muscolare, ed esercizi proposti nel modello FRC (Functional Range Conditioning) che
I due gruppi sono composti da 4 membri ciascuno, di età e background sportivo variabile.
anni; solo 4 di essi fanno un’attività fisica regolarmente: 3 praticano un’attività contro
resistenza in palestra mentre il quarto segue un corso di pilates. Quasi tutti i partecipanti
svolgono un lavoro sedentario, che prevede lo stare al computer in ufficio, solo 2 sono
pione molto comune della cosiddetta general population, con particolare riferimento al
e una riduzione della mobilità articolare vista la predilezione della posizione seduta e
Nello specifico, alcune di queste persone si sono mostrate favorevoli allo svolgimento di
questo studio ed hanno accettato di partecipare mentre altre si sono proposte di loro spon-
tanea volontà.
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Prima di iniziare la terapia sono state effettuate le misurazioni dei movimenti da valutare,
sana. Per uniformare tutte le valutazioni, le misurazioni dei movimenti sono state effettuate
per ogni paziente sulla sola spalla sinistra dato che alcuni presentavano problematiche
Protocollo di valutazione
Di ogni movimento valutato sono state effettuate tre misurazioni per ottenerne una media
Il primo movimento è la flessione di omero su piano sagittale, portando questo il più possi-
bile vicino al capo, con il gomito teso; segue l’estensione di omero, sempre sul piano sagit-
tale; abduzione completa, quindi con l’omero che rompe la linea dei 90 gradi e si porta a
fianco del capo, sul piano frontale; extrarotazione, con omero abdotto a 90 gradi ed intraro-
Dei movimenti precedentemente elencati è stata effettuata l’analisi video tramite la quale è
stato possibile estrarre gli angoli di movimento articolare. Questo grazie al posizionamento
di appositi marker su cute o tessuto aderente. I punti di repere individuati per il posiziona-
mento dei marker sono: acromion, epicondilo laterale e mediale dell’omero, epifisi distale
I marker sono stati fondamentali per il calcolo degli angoli articolari grazie al software
12
Gli stessi movimenti sono stati valutati con l’utilizzo di Halo, un goniometro ed inclinome-
La procedura di valutazione è stata ripetuta al termine delle 4 settimane di terapia, sia come
analisi video che tramite l’utilizzo del goniometro digitale, per permettere il confronto dei
dati ottenuti.
esercizi da eseguire o con il metodo di serie e ripetizioni, o con il metodo di serie e tempo.
È stata pensata per essere una routine di circa una ventina di minuti per seduta, permetten-
do così, anche a chi non ha un passato sportivo, di svolgere questa seduta di allenamento
Gli esercizi proposti in queste sedute, nel gruppo di controllo, sono i seguenti:
- mobilizzazione in flessione di omero con appoggio dei gomiti su box, per migliora-
re la flessibilità della muscolatura posteriore della spalla e del gran dorsale, 4 serie
da 20 secondi
- da posizione prona a terra, flessione di omero a braccia tese sopra la testa, abduzio-
ne di 45 gradi, con bastone, per il rinforzo della muscolatura del deltoide, una mi-
sdraiato sul fianco, con omero e gomito flessi di 90 gradi, 4 serie da 20 secondi.
13
- da posizione supina a terra, viene effettuata una intrarotazione con un manubrio tra
gli 1kg ed i 2kg, in base al livello di preparazione atletica del paziente, con omero
abdotto di 90 gradi e gomito flesso di altrettanti gradi, segue poi una contrazione
Modello FRC
Appartenente ad FRS (Functional Range Systems), creato da Andreo Spina, fondatore del
Come esposto nell’articolo” La forza nel Funtional Range Conditioning”, scritto da Saon-
cella e colleghi, FRC (Functional Range Conditioning) si basa sul concetto che “la forza è
il linguaggio delle cellule” e questa può essere espressa tramite strumenti esterni o interni
14
Con questo anteposto, Andreo Spina ci dà la sua definizione di forza nel sistema FRC: la
capacita di sviluppare un ROM (Range of motion) ampio e resistente tramite il quale com-
piere movimenti e schemi motori più complessi, rinforzando i tessuti profondi presenti
nelle articolazioni per aumentarne la capacità di ricevere carico e quindi di ridurre gli
infortuni.
Tutto questo fa riferimento ai concetti di ROM attivo e ROM passivo: il ROM passivo
indica quanto un’articolazione può esprimere del movimento grazie ad uno strumento
Tra gli obiettivi che FRC si propone sono presenti il miglioramento ed efficacia del movi-
mento, un maggiore potenziale per generare forza, il miglioramento della salute articolare,
del ROM.
minori, strumento per costruire forza e controllo motorio, mediato dal sistema nervoso.
Un altro strumento importante per lavorare sulla mobilità ed appartenente al modello FRC
Utilizzano i movimenti di rotazione ai limiti del ROM attivo, quindi il paziente compie il
movimento rotatorio nello spazio volontariamente, senza l’aiuto di alcuno strumento ester-
no. Ogni ripetizione di questo esercizio prevede di combattere contro l’articolazione che,
nel compiere il più ampio ROM, viene attraversata da forze di tensione interne.
15
Attraversando un ROM sempre maggiore, la tensione generata dalla contrazione muscolare
- CARs con peso: per facilitare l’aumento dello spazio articolare dell’articolazione
- Sleeper stretch (Figura 2) con PAILs e RAILs: dopo 2 minuti di stretching nella po-
xtrarotazione fino al 100% dell’intensità massimale (PAILs) per poi cercare attiva-
16
RISULTATI
I dati ottenuti grazie alla valutazione effettuata al termine delle quattro settimane di terapia
Entrambe le tipologie di esercizio, sia la terapia fisica tradizionale che la terapia proposta
nel modello FRC, hanno prodotto dei miglioramenti concreti nella mobilità articolare di
tutti i pazienti.
sono state difficoltà particolari nel descrivere la tecnica corretta e lo scopo dei suddetti. Per
quanto riguarda gli esercizi proposti dal modello FRC, dato che fanno parte di un sistema
l’insegnamento di queste tecniche è risultato più laborioso per i pazienti che non svolgono
Per quanto riguarda i dati presenti nella seguente tabella (Tabella 1), questi sono il risultato
della media delle misurazioni fatte prima delle quattro settimane di terapia (T0) ed al ter-
In questa tabella sono presenti i valori ottenuti tramite l’analisi video dei pazienti che
17
Tabella 1
PAZIENTE A
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 160.7° 176.4° 15.7°
Estensione 49.9° 82.8° 32.9°
Abduzione 167.2° 171.2° 4°
Extrarotazione 113.7° 115.8° 2.1°
Intrarotazione 53.7° 84.6° 30.9°
PAZIENTE B
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 165.7° 167.4° 1.7°
Estensione 60.6° 64° 3.4°
Abduzione 159.7° 165.2° 5.5°
Extrarotazione 126° 110.8° -15.2°
Intrarotazione 55.2° 81.2° 26°
PAZIENTE C
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 156.4° 160.4° 4°
Estensione 52.6° 52.5° -0.1°
Abduzione 166.1° 169.3° 3.2°
Extrarotazione 57.7° 60.4° 2.7°
Intrarotazione 55.5° 79.3° 23.8°
PAZIENTE D
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 152.6° 157.9° 5.3°
Estensione 66.5° 81.1° 14.6°
Abduzione 164.6° 175.1° 10.5°
Extrarotazione 77° 96.4° 19.4°
Intrarotazione 54.2° 99.4° 45°
Ciò che emerge da questi risultati è sicuramente il grande incremento in termini di intraro-
tazione, rispetto a tutti gli altri movimenti, dovuto al lavoro di PAILs e RAILs nella posi-
zione di sleeper stretch che prevede una intrarotazione dell’omero. Non è da escludere
quindi di poter ottenere gli stessi risultati dell’intrarotazione applicando le medesime tecni-
18
Un altro dato interessante è il miglioramento di tutti i movimenti valutati, anche se in
dell’articolazione.
La tabella 2 presenta i dati delle valutazioni dei pazienti che hanno conseguito il protocollo
Tabella 2
PAZIENTE E
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 165.8° 172.5° 6.7°
Estensione 69.1° 80.2° 11.1°
Abduzione 159.7° 165.2° 5.5°
Extrarotazione 126° 110.8° -15.2°
Intrarotazione 55.2° 81.7° 26.5°
PAZIENTE F
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 143.1° 145.7° 2.6°
Estensione 46.2° 81° 34.8°
Abduzione 119.2° 153.7° 34.5°
Extrarotazione 90.7° 95.5° 4.8°
Intrarotazione 58.6° 81.7° 23.1°
PAZIENTE G
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 143.3° 164.1° 20.8°
Estensione 61.1° 74.8° 13.7°
Abduzione 144.1° 164.1° 20°
Extrarotazione 85° 97.8° 12.8°
Intrarotazione 60.1° 84.6° 24.5°
PAZIENTE H
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 130° 144.3° 14.3°
Estensione 60° 72.9° 12.9°
Abduzione 161.4° 161.5° 0.1°
Extrarotazione 99.3° 122° 22.7°
Intrarotazione 40.9° 63.5° 22.6°
19
La terapia fisica tradizionale ha portato generalmente dei miglioramenti più distribuiti tra i
vari movimenti analizzati. Emerge chiaramente che ad aver ottenuto i miglioramenti mag-
giori sono i soggetti che di partenza mostravano una mobilità articolare della spalla sinistra
A seguito dell’analisi video, sono state eseguite delle valutazioni tramite il goniometro
digitale Halo (Immagine 1) per avere un confronto tra i risultati ottenuti dalle due terapie.
La tabella 3 contiene i dati delle misurazioni svolte dal gruppo sperimentale, composto
quindi dai pazienti che hanno svolto la terapia del modello FRC mentre la tabella 4 riporta
i dati ottenuti dal gruppo di controllo, ovvero dai pazienti della terapia fisica tradizionale.
Anche nelle tabelle a seguire, i valori sono il prodotto della media di tre misurazioni ripetu-
I movimenti valutati con il goniometro digitale sono gli stessi esaminati con l’analisi video.
20
Tabella 3
PAZIENTE A
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 169° 178° 9°
Estensione 31° 54° 23°
Abduzione 166° 178° 12°
Extrarotazione 110° 122° 12°
Intrarotazione 46° 75° 29°
PAZIENTE B
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 175° 175° 0°
Estensione 59° 62° 3°
Abduzione 178° 187° 9°
Extrarotazione 113° 119° 7°
Intrarotazione 64° 89° 25°
PAZIENTE C
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 164° 165° 1°
Estensione 47° 50° 3°
Abduzione 174° 178° 4°
Extrarotazione 82° 83° 1°
Intrarotazione 61° 90° 29°
PAZIENTE D
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 170° 171° 1°
Estensione 59° 72° 13°
Abduzione 174° 178° 4°
Extrarotazione 105° 125° 20°
Intrarotazione 73° 106° 31°
21
Tabella 4
PAZIENTE E
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 173° 173° 0°
Estensione 44° 52° 8°
Abduzione 178° 182° 4°
Extrarotazione 113° 115° 2°
Intrarotazione 63° 89° 26 °
PAZIENTE F
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 153° 155° 2°
Estensione 45° 79° 34°
Abduzione 146° 159° 13°
Extrarotazione 96° 124° 28°
Intrarotazione 59° 81° 22°
PAZIENTE G
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 166° 169° 3°
Estensione 46° 65° 19°
Abduzione 163° 169° 6°
Extrarotazione 99° 105° 6°
Intrarotazione 39° 81° 42°
PAZIENTE H
MOVIMENTI T0 T1 GUADAGNO
Flessione 135° 147° 12°
Estensione 41° 52° 11°
Abduzione 146° 156° 10°
Extrarotazione 116° 126° 10°
Intrarotazione 42° 53° 11°
ottenuti grazie all’analisi video: gli esercizi scelti del modello FRC hanno portato un in-
cremento maggiore nella intrarotazione rispetto agli esercizi scelti per la terapia fisica
È da notare che, sebbene i dati ottenuti dalla valutazione con goniometro digitale siano
pressoché simili, le differenze ottenute tra le due misurazioni sono derivate principalmente
22
dal fatto che mentre nell’analisi video sono stati presi come riferimento i marker applicati
sulla cute, nelle misurazioni con goniometro digitale i punti di riferimento sono stati indi-
viduati tramite la proiezione del laser sui punti di interesse, portando l’operatore stesso a
calcolare gli angoli articolari, aumentando in tal modo il grado di errore umano.
Come già affermato nella sezione precedente, emerge la differenza di guadagni ottenuti
extrarotazione, a volte con quasi il doppio del guadagno in termini di ROM articolare.
I dati presenti nei grafici sono ottenuti tramite la media dei guadagni di ogni singolo pa-
ziente per ognuno dei movimenti valutati, in modo tale da avere un confronto diretto tra le
due tipologie di terapia e sono presenti sia per le misurazioni estratte grazie all’analisi
Nei grafici a seguire la sigla “Trad.” fa riferimento alle misurazioni dei pazienti che hanno
conseguito la terapia fisica tradizionale (gruppo di controllo) mentre la sigla “FRC” indica
i pazienti che hanno svolto la terapia del modello FRC (gruppo sperimentale).
23
Grafico 1: Contiene i dati ottenuti con l’analisi video
Extrarotazione FRC 10
Extrarotazione Trad. 11,5
24
DISCUSSIONE
È da notare che entrambe le terapie hanno conseguito ottimi risultati per quanto riguarda
l’intrarotazione dei pazienti, anche se la terapia del modello FRC ha portato a risultati
migliori da come possiamo vedere nel grafico 1. Per quanto riguarda i movimenti di extra-
migliore, portando in alcuni casi al raddoppio del risultato ottenuto con la metodica FRC.
Dall’analisi dei dati del grafico 2, è da notare come i risultati delle due terapie siano pres-
soché sovrapponibili. Questo può esser dovuto ai motivi indicati nel paragrafo precedente,
come anche dal fatto che le misurazioni sono state svolte in momenti diversi e non in
contemporanea, andando quindi a valutate gli stessi schemi motori (flessione, estensione,
primo di questi è sicuramente il fatto che è generalmente un tipo di movimento con molto
il recupero dell’intrarotazione post stress della cuffia dei rotatori. Questo esercizio è stato
anche il protagonista in uno studio in cui alcuni giocatori di baseball mostravano una ridu-
zione dell’intrarotazione dopo sessioni intense di lanci e grazie allo sleeper stretch è stato
possibile riacquisire la normale funzionalità della spalla in due giorni anziché quattro,
grazie alla guarigione spontanea dello stato infiammatorio (Reuther et al., 2016).
terapie tutto sommato abbiano portato risultati comparabili la metodica del modello FRC è
risultata più dispendiosa in termini di tempo, sia nella spiegazione che nell’esecuzione
25
degli esercizi, senza contare che gli strumenti del modello FRC, ovvero PAILs e RAILs,
possono essere applicati a tutti i movimenti valutati in questo studio e non solo nella posi-
Nella fase di impostazione di una seduta di mobilità articolare è importante tenere a mente
il valore del tempo impiegato nella descrizione della tecnica esecutiva e dello scopo di uno
o più esercizi, in particolare se questa seduta ha come destinatario un paziente che necessi-
ta di un protocollo di riabilitazione.
26
CONCLUSIONI
Lo studio sul confronto delle due tecniche di allenamento della mobilità articolare ha mes-
La prima considerazione da fare è che sebbene lo studio abbia portato dei risultati precisi,
più accurate.
Un’altra osservazione è sulla selezione degli esercizi del gruppo sperimentale: questa è
stata fatta per dare ai protocolli di mobilità una durata in termini di tempo simile, dato che
le metodiche del modello FRC, per essere inserite nel programma avrebbero richiesto di
ripetere gli stessi passaggi fatti per il movimento di intrarotazione, andando ad aumentare
enormemente la lunghezza della seduta se applicate a tutti gli altri movimenti valutati.
RAILs dato che, a parità di sedute, hanno permesso di ottenere un miglioramento maggiore
di spiegazione ed intuitività degli esercizi della terapia fisica tradizionale con applicata
27
BIBLIOGRAFIA
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RINGRAZIAMENTI
In primo luogo, ringrazio chi ha partecipato a questo studio e si è dedicato a questo impe-
Ringrazio i miei genitori che mi hanno sempre spronato a dare il meglio che potevo, in tutti
Ringrazio Luca, il mio fratello non di sangue, che c’è sempre stato ed ha sempre saputo
Ed infine ringrazio Rachele che mi è stata vicino e mi ha aiutato ogni volta che la vita ha
tirato un colpo basso, mi ha teso la mano quando ero a terra permettendomi di combattere
ancora.
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