LA VEGETAZIONE DELLA
COLLINA APRUTINA A NORD DI PEDASO
(Emergenza botanica n. 79)
1 - TIPOLOGIE ESISTENTI
La collina Aprutina è situata per gran parte lungo un versante a ridosso del
litorale, con esposizione E; la restante parte è costituita da un canalone che si
estende con andamento perpendicolare alla linea di costa.
Dal punto di vista floristico e vegetazionale, il settore rivolto verso mare è
interessato da un bosco a Pinus halepensis, mentre la parte sommitale è
interessata da una gariga ad Ampelodesmos mauritanicus.
Il canalone conserva un lembo di querceto mesofilo.
Nell’area sono stati eseguiti 6 rilievi fitosociologici che riguardano le diverse
tipologie. Dall’esame delle tabelle sono state individuate le seguenti
formazioni:
- BOSCO MISTO DI SCLEROFILLE SEMPREVERDI E CADUCIFOGLIE CON NOTEVOLE PRESENZA
PRESENZA DI PINO D’ALEPPO
Fraxino orni - Quercetum ilicis subass. pinetosum halepensis H.-Ic
1958
- BOSCO MESOFILO DI ROVERELLA (QUERCUS PUBESCENS)
Quercetum pubescentis s.l.
- ARBUSTETI E GARIGHE A DOMINANZA DI AMPELODESMO (AMPELODESMOS MAURITANICUS)
Coronillo valentinae - Ampelodesmetum mauritanici Biondi 1986
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- BOSCO MISTO DI SCLEROFILLE SEMPREVERDI E CADUCIFOGLIE CON NOTEVOLE PRESENZA
PRESENZA DI PINO D’ALEPPO
Fraxino orni - Quercetum ilicis subass. pinetosum halepensis H.-Ic
1958
(Tab. 1, rill. 17, 7)
Il bosco si trova ad altitudine intorno ai 40 m.s.l.m, ad esposizione E.
Si tratta di un bosco misto di sclerofille sempreverdi e latifoglie decidue, con
una notevole presenza di Pinus halepensis Miller.
Per la complessiva composizione del corteggio floristico, queste fitocenosi
sono state riferite all'associazione Fraxino orni-Quercetum ilicis H.-ic (1956)
1958, subass. pinetosum halepensis H.-ic 1958.
Tra le specie caratteristiche dell’associazione sono frequenti: Fraxinus ornus,
Coronilla emerus, Rhamnus alaternus. Caratterizzano la subassociazione: Pinus
halepensis, Cistus incanus e Pistacia lentiscus.
Abbastanza nutrito è il contingente delle specie di alleanza, ordine e classe,
con Smilax aspera, Asparagus acutifolius, Quercus ilex, Rubia peregrina,
Juniperus oxycedrus.
Tra le specie spontanee risulta sempre presente Ampelodesmos
mauritanicus, con elevati valori di copertura.
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- BOSCO MESOFILO DI ROVERELLA (QUERCUS PUBESCENS)
Quercetum pubescentis s.l.
(Tab. 2, rill 6, 8)
Nelle zone superiori del canalone, il bosco assume caratteristiche più mesofile,
arricchendosi di specie dei boschi mesofili collinari.
Per la presenza della roverella (Quercus pubescens) e di un notevole
contingente di specie della classe Querco-Fagetea, (Lonicera caprifolium,
Hedera helix, Fraxinus ornus, Corpus sanguinea, Sorbus domentica, Rubus
ulmifolius) queste formazioni sono state riferite all’associazione Quercetum
pubescentis s.l., afferente all’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae, alleanza
Ostro-carpinion orientalis, classe Querco-Fagetea.
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- ARBUSTETI E GARIGHE A DOMINANZA DI AMPELODESMO
Coronillo valentinae - Ampelodesmetum mauritanici Biondi 1986,
(Tab 3, rill 1,6)
Gli ampelodesmeti risultano molto diffusi nel territorio rivestendo scarpate e
versanti acclivi, spesso nel versante a mare.
Nel caso specifico, pur essendo l’ampelodesma diffuso anche all’interno dei
boschi, essi sono localizzati al di sopra della vegetazione boschiva e in alcuni
tratti di versante privi di vegetazione arborea.
Per la composizione floristica e strutturale tali fitocenosi sono state riferite
all'associazione Coronillo valentinae-Ampelodesmetum mauritanici Biondi
1986, descritta per il Conero.
Oltre ad Ampelodesmos mauritanicus e a Coronilla valentina, risultano
numerose le specie dell'alleanza Oleo-Ceratonion, e dell’ordine Pistacio -
Rhamnetalia alaterni quali Lonicera implexa, Pistacia lentiscus, Pinus
halepensis, Osyris alba.
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SCHEMA SINTASSONOMICO DELLE TIPOLOGIE RILEVATE E CITATE
-QUERCETEA ILICIS Br.-Bl. 1947
Quercetalia ilicis Br.-Bl. (1931) 1936
Quercion ilicis Br.-Bl. (1931) 1936
Fraxino orni-Quercetum ilicis H.-ic (1956) 1958, pinetosum
halepensis H.-ic 58
Oleo - Ceratonion siliquae Br.-Bl. ex Guinochet & Drouineau 1944
em. Rivas - Martinez 1975
Coronillo valentinae-Ampelodesmetum mauritanici Biondi
1986
- QUERCO-FAGETEA Br.-Bl. 1933
Quercetalia pubescenti-petraeae Br. Bl. 1932
Ostryo-Carpinion orientalis Horvat 1958
Quercetum pubescentis s.l.
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2 - VALORE NATURALISTICO
a) stato dell’ambiente della fascia esterna e contigua all’area floristica
L’Area Floristica è posta tra la strada e i seminativi e l’ambiente circostante
risulta quasi completamente antropizzato. Negli ambienti di transizione tra
bosco e seminativo non sono presenti fasce arbustive di mantello, la cui
esistenza sarebe invece importante, non solo per la loro notevole valenza
ecologica, ma perché rappresenterebbero un ostacolo alla penetrazione di
specie alloctone.
b) stato dell’ambiente all’interno
Compagine floristica
La parte dell’area floristica insediata nel Fosso delle Castellette e caratterizzata
da un ambiente di forra, presenta dei caratteri spontanei con una natura
selvaggia, data anche la particolare morfologia del sito: La zona è
completamente inaccessibile al pubblico e conserva i suoi caratteri naturali con
tutte le forme di evoluzione spontanee della vegetazione che vi si è insediata.
Grado di invasione di specie estranee e infestanti.
L’elemento più preoccupante sono, anche in questo caso, le infestanti (robinia
e ailanto) che dai bordi sommitali risultano essere penetrate anche nella parte
più interna.
Capacità e tendenza al rinnovamento delle specie autoctone.
La conservazione della vegetazione boschiva, dal punto di vista strutturale è
anche relativa alla capacità di rinnovamento e rigenerazione del bosco.
All’interno del bosco misto di sclerofille sempreverdi e caducifoglie con
notevole presenza presenza di pino d’Aleppo, è in corso una lenta rinnovazione
di specie forestali, testimoniata dalla presenza di plantule.
La situazione è più favorevole comunque in quei versanti esposti a N, dove c’è
maggiore freschezza edafica.
3 - INDICAZIONI PER IL RECUPERO E VALORIZZAZIONE
a) Criteri di gestione e/o interventi nella zona interna.
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Le uniche forme di intervento consigliabili all’interno del bosco sono:
eliminazione delle infestanti, peraltro di difficile attuazione, e mantenzione del
sentiero in modo che resti agibile dall’ingresso della forra fino alla parte
sommitale.
L’fruibilità deve essere mantenuta non per un utilizzo turistico, non essendo il
sentiero idoneo a tale scopo, ma per garantire eventuali cure gestionali e
pratiche antincendio.
Riguarda le altre formazioni come l’ampelodesmeto, si tratta di cenosi
secondarie, che tendono ad evolvere spontaneamente verso la vegetazione
forestale. Il processo risulta molto lento ma, la presenza di questi ambienti
steppici è molto rilevante dal punto di vista naturalistico, pertanto la loro
conservazione risulta indispensabile a garantire la biodiversità vegetale e
animale.
b) Criteri di gestione e/o interventi nella zona perimetrale.
Riguardo alla vegetazione del canalone, gli unici interventi di manutenzione
vanno limitati alla rimozione di essenze vegetali arboree e arbustive che
cadendo naturalmente per processi biologici spontanei lungo il sentiero e
nell’alveo possono ostruirli ostacolando il deflusso dell’acqua con conseguente
pericolo di fenomeni erosivi e di smottamento.
Nella restante parte della zona perimetrale è opportuno che prima di ogni altro
tipo di intervento venga precisata la delimitazione dell’area, sulla base dello
stato di fatto attuale.
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4- BIBLIOGRAFIA
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5- ALLEGATI
- tabelle fitosociologiche (tab 1, tab.2. tab3)
- transetto della vegetazione (fig 1)
- legenda della carta della vegetazione con riferimenti fitosociologici
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Fig 1 – Transetto dei tipi di vegetazione della Collina Aprutina :
1 – aggruppamento a canna del Reno; 2 – ampelodesmeto; 3 – bosco misto di
sclerofille sempreverdi e caducifoglie con pino d’Aleppo; 4 – aggruppamento di
infestanti
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