Geologia
Geologia
La geologia ambientale è l’applicazione della geologia alle relazioni tra ambiente e a vità antropiche.
Ci aspe amo nei prossimi anni un aumento della popolazione per cui è
necessario un aumento dell’uso delle risorse che implica un aumento delle
a vità antropiche e di conseguenza un aumento degli even naturali
calamitosi e la probabilità di essere coinvol in essi.
L’ONU nel 2015 ha stabilito 17 obie vi sociali, economici e ambientali al
ne di raggiungere tu gli obie vi contemporaneamente nelle tre sfere per
o enere uno sviluppo sostenibile.
Sono sta però riconosciu i 4 obie vi ambientali (acqua pulita, lo a contro il cambiamento clima co, vita
so ’acqua, vita sulla la terra) come fondamentali per perseguire i restan obie vi, per esempio ridurre la
fame nel mondo, guerre.
Per perseguire gli obie vi è necessario conoscere l’ambiente e il territorio e il suo sviluppo, infa è stato
elaborato nel 2005 un testo, il Millenium Ecosystem Assessment, che ha elaborato 4 futuri possibili scenari
per i cambiamen nello sviluppo dei servizi lega agli ecosistemi, cioè delle traie orie sinte che ideali.
Ne esistono 4 pi: rea vo, proa vo, globale e regionale
- scenario rea vo regionale o ordine della forza: protegge i merca regionali a prescindere dai beni
comuni e globali, ciascuna regione difende i propri interessi
- scenario rea vo globali o orchestrazione globale: prevede una società connessa da un libero mercato
che punta alla massimizzazione della salute nel breve periodo (per esempio migliore salute, educazione)
senza tenere in considerazione il medio-lungo termine
- scenario proa vo regionale o mosaico ada a vo: si ra orzano is tuzioni e ecosistemi locali senza
guardare la grande scala globale
- scenario proa vo globale o tecno giardino: è un mondo globalmente connesso che si appoggia sulla
tecnologia e sull’ingegnerizzazione degli ecosistemi, perdendo parte della sfera sociale
—> Il miglior scenario possibile è una via di mezza tra lo scenario proa vo regionale e globale
Tu i modelli di sviluppo dunque dovrebbero tenere in considerazione la dipendenza del modello stesso
dalla salute del mondo e dall’impa o che il modello avrà sulla capacità dei sistemi naturali di fornirci le
risorse che necessi amo. E’ importante dunque prendere decisioni basate su analisi di cos e bene ci.
Il valore economico è importante anche nel calcolo del rischio e risulta so o il parametro vulnerabilità.
R = P x V x E —> rischio totale
- pericolosità = probabilità che accada un evento in un dato tempo. Se consideriamo solo la probabilità che
un evento accada, slegandolo dal tempo, parliamo di susce bilità
- elemen a rischio: case, persone, a vità economiche
- vulnerabilità: quan cazione dei danni economici
Parliamo invece di rischio speci co se consideriamo solamente il grado delle perdite a ese senza indicare
gli elemen a rischio Rs = P x V
E’ possibili e ridurre a zero il rischio, se uno o più fa ori coinvol sono pari a zero.
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Lezione 2 - mer 28 Febbraio 2024 - Power Point 2
ROCCE E TERRENI
Rocce e terreni sono i due principali materiali geologici. Hanno cara eris che e comportamen di eren :
- le rocce sono compa e, massive, tenute insieme da forze di coesione che perdurano nel tempo.
Le rocce, essendo cos tuite da più granuli tenu insieme, sono naturalmente intervalla da pori (porosità
primaria, che dipende solamente dalle cara eris che dei granuli stessi) riempi da un uido. Un terreno
può essere saturo, se i pori sono totalmente pieni di acqua, asciu o se i pori sono occupa da aria o
parzialmente saturo.
Per esempio terreni più disomogenei hanno una porosità minore.
De niamo invece porosità secondaria la porosità generata da agen sici o meccanici, per esempio le radici
degli alberi
- la roccia debole è il materiale con cara eris che intermedie tra rocce e terreni e le troviamo in
prossimità di fra ure e faglie
- i terreni sono un insieme di par celle discrete sciolte, non legate tra loro, non sono blocchi omogenei, ma
presentano delle discon nuità, si parla infa di ammasso roccioso
In un terreno i granuli sono in conta o tra loro e sono sogge a forze
perpendicolari o di taglio. Lo scheletro solido del terreno è in grado di sopportare
queste forze di conta o, la porzione acquosa invece non sopporta gli sforzi di taglio.
Per descrivere un terreno possiamo descrivere:
- i singoli granuli e consideriamo:
- dimensioni che iden cano terreni più o meno coesivi. E’ possibile
elaborare una curva granulometrica che mi indica la frequenza di presenza
di granuli di una data dimensione nel terreno esaminato e ci dà un idea circa
l’omogeneità del terreno e dunque il processo di formazione di quel dato terreno.
- sfericità: forma dei granuli. Più pia e allunga (minerali delle argille)( granuli di forma lamellare)
maggiori sono le forze di conta o.
- rotondità: grado di arrotondamento che fornisce informazioni circa la resistenza di scorrimento e
il percorso e e uato dai granuli
- peso speci co: dipende sia dai minerali di cui è composto sia dal grado di saturazione (compreso
tra 0 e 1), cioè dalla quan tà di acqua che riempie i pori.
- natura mineralogica
- i granuli nel loro complesso
Dis nguiamo poi il terreno dal suolo. Il terreno è il materiale geologico cara erizzato da granuli di
dimensioni inferiori ai 2 mm, mentre il suolo è quella porzione di terreno sogge o a processi pedogene ci
che sviluppano speci ci orizzon aven speci che cara eris che
Una materiale roccioso esposto a agen chimici viene alterato e vengono separate par celle. Queste
par celle vengono spostate, si depongono e vengono poi seppellite. Durante la fase di seppellimento dei
sedimen nei bacini sedimentari, avviene la transizione tra un terreno e una roccia.
Il pro lo di alterazione è graduale, si passa dalla porzione super ciale completamente alterata
(terreno) mentre spostandosi in profondità si trova la roccia inta a.
A seconda dell’ambiente di sedimentazione si formano rocce dalle cara eris che di eren : per
esempio un ambiente lacustre presenta granuli dalle dimensioni più piccole, rispe o per
esempio a un deposito uviale cara erizzato da par celle più grosse, più pesan che si
depositano sul le o. In caso di piene uviale vengono deposita anche i sedimen più ni lungo
la piana uviale.
Un deposito glaciale invece presenta una matrice ne con granuli più grossi.
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Durante il processo di compa azione delle par celle solide che formano il terreno, l’acqua presente nei pori
diventa in pressione, in par colare de niamo:
- pressione neutra u la pressione esercitata dall’acqua, che non trasme e le forze di taglio, sui granuli
-tensione e cace σ ’ è quella forza che si trasme e solo a raverso lo scheletro solido della roccia. E’
l’unica forza responsabile della deformazione e della ro ura della roccia
- tensione normale σ è data dalla somma della tensione e cace e dalla pressione neutra (PRINCIPIO DEGLI
SFROZI EFFICACI: σ = σ ’ + u ) e rappresenta tu e le forze distribuite sia sullo scheletro sia sul uido
All’aumentare delle tensioni normali σ, aumenta la resistenza del uido allo sforzo di taglio t, cioè lo sforzo
e cace (più comprimo, più l’acqua non trasme e le forze di taglio), infa :
Se i granuli sono in conta o lo sforzo di taglio si trasme e (sforzi e caci) tra i granuli, se invece è presenta
l’acqua che agisce da lm, le rocce scivolano sopra questo lm di acqua che non trasme e gli sforzi di taglio,
determinando la ro ura della roccia.
La resistenza di una roccia al taglio dipende proprio solo ed esclusivamente dagli sforzi e caci.
La ro ura delle rocce avviene quando la resistenza al taglio, quindi il massimo valore sopportabile dal
materiale (t res) è più bassa dello sforzo tangenziale mobilitato (t mob), perchè si sbilanciano le forze
—> Fs = t res / t mob
Se il fa ore di sicurezza è >=1, il terreno è in equilibrio
Gli ammassi rocciosi sono cara erizza da discon nuità orientate in direzioni preferenziali, che
rispecchiano la te onica delle placche.
Le discon nuità possono essere:
- legate a processi gene ci, per esempio stra cazioni
- successive alla formazione della roccia, per esempio delle faglie causate da un movimento rela vo delle
par dell’ ammasso roccioso o dei giun , cioè super ci di ro ura dove non è avvenuto un movimento
sostanziale
Studiare le discon nuità è u le per capire come sono orienta per osservare eventuali forme di instabilità e
prevedere come potrebbero muoversi i blocchi gli uni rispe o agli altri e a tal ne bisogna studiare le
cara eris che delle discon nuità, per esempio orientazione, frequenza (un ammasso roccioso molto
discon nuità sarà sì cara erizzato da una resistenza più bassa ma, essendo i volumi unitari dei blocchi
piccoli, il danno causato sarà minore), persistenza (durata)
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Power Point 3
FRANE:
La frana è un movimento di rocce e detri lungo un pendio dovuto alla
gravità, che avviene lungo una fra ura all’interno dell’ ammasso roccioso.
In ogni frana riconosciamo la zona di distacco dove si distacca del materiale e
passa da una zona planare a un’area concava e la zona di accumulo di ques
materiali che assume una forma convessa.
Nel punto apicale dove agiscono le fra ure di trazione della frana, si viene a generare la nicchia di distacco,
mentre la scarpata è il piano dove è possibile vedere il rige o, l’abbassamento del versante (la di erenza di
altezza tra il vecchio piano apicale e il nuovo piano)
Classi chiamo frane di eren a seconda del po di movimento che dipende da cinema ca,
quindi caduta, espandimen , colate e po di materiali.
Le frane vengono classi cate in base alla magnitudo, cioè alla forza di una frana dovuta da velocità del
crollo dei materiali, volume e massa di materiale crollato.
R=PxD=PxVxExH
- Pericolosità: probabilità che una frana si veri chi e con che intensità.
Movimen rapidi come crollo e usso hanno alta intensità
Movimen invece più len , come l’espansione hanno un’intensità minore
- Danno a eso, perdita economica data dai fa ori:
- Vulnerabilità: è la propensione di un ogge o a subire danni e dipende dalle
cara eris che delle costruzioni, dalla posizione rispe o al fenomeno e
dall’intensità della frana stessa.
La vulnerabilità dipende anche dalla pologia di elemen , se è dinamico
(automobile) o sta co (case)
- Esposizione: probabilità che un elemento sia interessato all’evento
- Valore della costruzione che viene intaccata dalla frana
In Italia, dove i rilievi sono numerosi e con essi il dissesto, è alto il rischio di frane e pertanto è importante
studiare i diversi metodi di cartogra a che tengono controllate queste aree e le inseriscono in mappe a
seconda dell’esposizione al rischio. Le frane infa provocano:
- danni dire , cioè causa dire amente dalla frana, quindi rischio delle aree col vate/abitate circostan il
luogo in cui è probabile possa veri carsi la frana. Legato quindi a valore esposto e vulnerabilità
- danni indire , per esempio strade che vengono impa ate da frane e che provocano conseguenze
economiche all’area interessate, oppure perdita di valore di alcune aree che non si pensava fossero a rischio
frana e in realtà a seguito di studi vengono inserite in aree a rischio.
- le frane tendono sempre ad avvenire nelle medesime zone dove sono già avvenute a causa della
morfologia del terreno e del clima.
E’ pertanto fondamentale l’inventario con nuo delle frane a diversa scala. Gli inventari contengono
informazioni di eren circa l’avvenimento della frana:
- associazione a even geologici
- data e ora
- pologia di frana
- punto di innesto della frana e forma delle frana
- tempo di ritorno (numero di volte in cui una frana si veri ca nell’arco di tempo prestabilito) e
stato di a vità nel tempo (con nua, sospesa se si muove a intervalli stagionali, ria vata, ina va).
In Italia l’inventario nazionale è stato is tuito nel 1987 ed è a ualmente ges to da ISPRA, che me e
insieme i da delle frane raccol dalle singole regioni, più precisi e frequen .
- il sogge o deve riconoscere e quan care i fa ori sici che causano una frana:
- geologia dell’area: materiali di cui è cos tuita la zona, esposizione, lunghezza versante
- geomorfologia: stato geologico dell’area, quindi sismicità e vulcanismo
- meteo e clima
- vegetazione (che stabilizza il substrato grazie alle radici o lo frammentano, limitano la
precipitazione che raggiunge il substrato o appesan scono il substrato)
- uso del suolo: un suolo antropizzato assorbe diversamente l’acqua rispe o a un terreno non
antropizzato
I fa ori sici possono essere:
- predisponen se non hanno variazioni o variano poco il substrato nel tempo (geomorfologia che è
costante nel tempo e clima)
- scatenan se hanno variazioni sul substrato e dunque in uiscono maggiormente nella frana (geologia
dell’area e meteo)
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Power Point 4
Una volta raccol i da circa il coinvolgimento dei singoli territori a un evento franoso, per delimitare le aree
con gradi di pericolosità di erente si devono individuare delle unità di base spazialmente omogenee.
Esistono 4 unità di base:
- unità geomorfologiche: unità territoriale estesa in cui è possibile riconoscere omogeneità circa la
geomorfologia del territorio (per esempio riconosco un terrazzo glaciale)
- bacini e versan : si basano sulla morfologia del versante, cioè unità che raccolgono le acque super ciali di
una porzione del versante, non interessano l’intero versante
- con ni di carte tema che: vengono sovrapposte carte rappresentan informazioni di eren riguardan
la frana, per esempio carte con gradi diversi di uso del suolo, pendenza, esposizione e a seconda delle carte
che vengono sovrapposte avrò unità con cara eris che diverse, per esempio ampio uso del suolo e
pendenza inferiore a 5°
- celle elementari basa su pixel di una griglia, non ha legami con le cara eris che del terreno
Ciascuna unità di base u lizzata, ha delle problema che, per esempio i pixel generalizzano le aree
rendendole prive di signi ca sici
Si u lizza l’approccio del pendio inde nito, che però necessità di assunzioni:
- geometricamente si considera un pendio esteso in nitamente
- non presenta concavità o convessità spostandosi lateralmente, quindi è piano
- la super cie topogra ca di scivolamento, di potenziale ro ura è parallela al super cie
topogra ca. Questa assunzione implica che il terreno avrà sempre lo stesso fa ore di sicurezza, la
pendenza sarà costante, la forza peso sarà costante, dunque lo spessore del terreno sarà costante
così come la densità dei materiali
Il fa ore coesione C dipende dalla quan tà di acqua
presente nei pori, più acqua è presente nel terreno
più aumenta il peso del terreno stesso che è meno in
grado di sopportare gli sforzi di taglio risultando
dunque più instabile, questo perché aumenta il peso
del terreno stesso. L’aumento del peso dovuto
all’aggiunta di acqua ha conseguenze sulla resistenza
di taglio, perchè l’acqua non sopporta gli sforzi di
taglio
Dunque i fa ori che contribuiscono alla stabilità o instabilità del terreno sono.
- proprietà meccaniche del terreno, quindi coesione C e angolo di a rito
- pendenza del versante costante
- spessore del terreno Z tra super cie topogra ca e super cie di ro ura
- densità o peso del terreno
- spessore di livello saturo nel terreno
Questo modello può lavorare sia per speci ci even , quindi su uno speci co momento, sia su un
intervallo di tempo con nuo e può res tuirci sia un valore determinis co sso sia una distribuzione
di probabilità, tenendo con delle incertezze dei da sui materiali
- metodi black box se considero correlazioni tra variabili che però non riesco a tracciare su carta
Il metodo scelto per e e uare la zonazione dipende dalla scala di analisi e dal risultato che voglio o enere.
Ovviamente il modello deve funzionare sia fornendo da in modo calibrato sia su un set di da sconosciu
al sistema stesso.
Ricordiamo il conce o di susce bilità, cioè la probabilità che un dato evento accada in un dato luogo
(occorrenza spaziale).
Di tu i metodi analizza nora quelli che più si prestano a fornire carte di susce bilità sono i metodi
qualita vi e con le analisi sta s che.
I metodi quan ta vi invece forniscono carte probabilis che
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Power Point 5
La procedura per zonare crolli di singoli massi o crolli che interessano un volume < 1000 m3 si chiama
metodologia RHAP ed è cos tuito da due fasi:
1. calcolo della pericolosità preliminare, quindi valutazione delle aree omogenee di arresto dei blocchi. A
sua volta è divisa in fasi:
- individuazione delle pare da cui potrebbero originare i crolli, studiandone la pendenza, le discon nuità
che indicano crolli passa , per esempio concavità della parete, o variazione del colore e l’eventuale
presenza di zone di accumulo
- delimitazione della parete in aree omogenee (che si comportano in modo simile). I fa ori che possono
delimitare aree dal comportamento di erente sono:
- cara eris che geomeccaniche, per esempio presenza di transizioni litologiche o diversa
orientazione dei giacimen
- morfologia del versante, quindi pendenza che in uenza energia cine ca e potenziale dei massi,
presenza di ostacoli (costruzioni) e opere di difesa (per esempio re ).
A questo punto viene a ribuito un valore di pericolosità alle diverse aree a seconda della
percentuale di blocchi che transita per quell’area:
zona di transito e arresto del 70% dei blocchi - pericolosità preliminare 4
zona di arresto compresa tra 70% e 95% dei blocchi - pericolosità preliminare 3
zona di arresto compresa tra 95% e 100% dei blocchi - pericolosità preliminare 2
- scelte di traie orie dei massi su cui e e uare simulazioni di caduta massi. Selezionato il punto di distacco
si segue la traie oria parabolica che i blocchi potrebbero seguire, in par colare si studia l’energia che viene
res tuita al blocco che cadendo urta una super cie.
I coe cien di res tuzioni sono sia normali che tangenziali e mi indicano come diminuisce la
velocità del blocco, nelle componen normali e tangenziali alla super cie, a seguito
dell’impa o. Per esempio se un blocco colpisce un’altro blocco riceverà un’energia maggiore
rispe o all’energia che avrebbe ricevuto se avesse colpito un terreno più ne dal
comportamento più elas co.
Per e e uare le simulazioni di traie oria, oltre ai fa ori già considera è importante conoscere:
- punto di partenza de blocco
- forma e volume dei massi coinvol
- coe cien di res tuzione
Viene e e uato un alto numero di simulazioni per ogni traie oria esaminata al ne di o enere da più
veri eri possibili.
2. calcolo della pericolosità de ni va, cioè valutazione della predisposizione all’innesco di crolli per
ciascuna area omogenea, riconoscendo nelle zone sorgen gli indici di stabilità:
- fra ure aperte
- blocchi ruotan
- zone intensamente fra urate
- distacchi recen
- fuoriuscita di acqua di blocchi
2. Si calcola poi la pericolosità de nita osservando il comportamento della parete osservando i 5 parametri
già analizza (di cui il più importante è distacchi recen ) e classi co le aree di distacco in:
- non a ve
- quiescente
- a ve
Ricapitolando:
- i metodi quan ta vi hanno un ampio numero di scelte sogge ve delle variabili
- i metodi quan ta vi geologico tecnico ci perme ono di inserire una componente temporale res tuendoci
una carta di pericolosità in senso stre o
- metodi qualita vo sta s ci riducono la sogge vità
- metodo per frane di crollo è molto speci co sul po di cinema smo e mi perme e un approccio di po
probabilis co
Per esempio in un territorio montano la di erenza di pericolosità in estate e in inverno è dovuta dalle
precipitazioni, quindi pioggia e neve in uenzate dall’al tudine.
In estate le frane più probabili ad alte quote saranno i ussi a causa della neve sciolta, oppure valanghe
In inverno invece le precipitazioni sono minori, quindi le frane saranno minori e legate a movimen
rotazionali a quote più basse
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Esercitazione 1 - gio 7 marzo - Power Point 1
De niamo ogge o un qualsiasi ogge o o fenomeno che si veri ca sulla terra. E’ de nito dalla geometria,
che indica forma e spazio e dalla banca da .
La georeferenziazione è il processo a raverso cui si associano delle coordinate spaziale agli ogge al ne di
analizzarli corre amente. Senza questa informazione l’analisi dei da è approssima va.
Le coordinate valgono per uno speci co sistema di riferimento
Per georeferenziare si parte misurando le distanze longitudinali e in seguito, sfru ando le distanze angolari
si sfru a un sistema di coordinate 3D che poi viene riportato su carta 2D.
Il problema delle carte è la bi dimensionailità, diversa dalla stru ura irregolare terrestre, bisogna quindi
introdurre delle approssimazioni di calcolo, basandosi su una super cie simile a quella terrestre, cioè il
geoide, al ne di ricavare sulle carte dei valori
Il geoide segue il livello medio dei mari ed è sempre perpendicolare alla gravità.
Si è arriva poi a un’ulteriore approssimazione, ellissoide di rotazione biassiale, più facilmente risolvibile
essendo un’equazione. L’ellissoide inoltre può essere scelto seconda dei parametri necessari al nostro
orientamento, cioè a seconda del da —> datum
Le coordinate geogra che quindi vengono calcolate rispe o all’ellissoide
A raverso la proiezione poi si passa dal sistema ellissodeico a un piano in due dimensioni sulla carta.
Questo passaggio ovviamente genera delle deformazioni, che però possono essere controllate e ges te a
seconda delle necessità.
Vengono e e uate proiezioni di eren (in piano, conche, colo doriche) a seconda delle necessità e si
generano delle carte diverse:
- equivalen : aree inalterate
- equidistan : distanze inalterate
- conformi se mantengono gli angoli inaltera
- a la che: sono un compromesso tra le preceden , hanno quindi delle piccole deformazioni in ogni
campo
Il sistema di riferimento quindi si basa sull’ ellissoide e il datum e sulle proiezioni u lizzate e ci forniscono
indicazioni matema che per passare corre amente dalle coordinate terrestri a quelle sulla terra.
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I iste i di riferimen possono essere geogra ci, se le coordinate sono in gradi o proie a se le coordinate
sono prese in metri
Una volta calcolata la pericolosità di frana è possibile ado are diverse MISURE DI PROTEZIONE per
a enuare il pericolo da frane:
- acce are passivamente il rischio che viene posto a una frana
- resistere e costruire opere di protezione per cercare di annullare il rischio, ma è un approccio molto
irrealis co a livello di cos
- prendere in considerazione il pericolo e cercare di ridurlo no a un dato valore, che è il rischio residuo per
convivere poi con quel rischio residuo. Si può agire riducendo il valore esposto elaborando piano di
evacuazione, sistemi di allerta che possono lavorare a scala locale, per una speci ca frana o a scala
regionale o limitando i permessi di costruzione e riducendo vulnerabilità e
pericolosità costudendo opere di stabilizzazione e mi gazione sui versan
- non stru urali, cioè piani cazione del territorio, sviluppo di un’educazione al rischio, sviluppo di piani di
emergenza e polizze assicura ve.
Per esempio un sistema di allerta deve:
- riconoscere il processo per cui bisogna costruire il sistema di allerta, il po di frana , i volumi
coinvol , gli elemen a rischio, il tempo di ritorno
- me ere in a o un sistema di monitoraggio che possa rispondere ai segnali dell’evoluzione del
processo
- avver re la popolazione in modo e cace a raverso un sistema che possa raggiungere tu e le
persone in modo chiaro
- educare la popolazione a nché sappia come comportarsi
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Power Point 6
1. l’erosione: cioè un processo super ciale di distacco e trasporto di par celle lontane dal sito di origine a
causa di agen erosivi quali in ltrazione di acqua in profondità che spezza i legami coesivi delle par celle
che diventano più facilmente trasportabili e ruscellamento super ciale a causa di un accumulo di acqua.
L’erosione è cara erizzata da tre fasi:
- distacco di par celle
- trasporto: sedimen ni saranno trasporta per una lunghezza maggiore rispe o
a sedimen granulometrici più grandi.
- deposizione: a seconda delle cara eris che del versante può essere locale se
vicino alla zona di distacco sono presen depressioni o remota se i pendii sono
vegeta (perchè le radici tra engono l’acqua, il usso d’acqua rallenta a causa
della presenza di ostacoli e una minor quan tà di acqua da precipitazione
raggiunge il suolo) o concavi
L’erosione si evolve partendo dalla parte superiore a quella inferiore del versante da
laminare a concentrata con solchi prima temporanei e poi permanen a causa di un
accumulo di acqua alla base del versante e dell’acquisto di velocità scendendo verso i
piedi del versante.
L’erosione causa il degrado della risorsa suolo riducendo la produ vità e la quan tà di
materiale organico e sedimentazione a valle che può trasportare contaminan e a sua
volta può innalzare il fondale di un eventuale ume o lago riducendo la quan tà di volume che può essere
contenuta causando inondazioni e riducendo il volume di acqua disponibile per produrre energia
idroele rica o per coprire la domanda di acqua della zona.
Vengono elaborate delle costruzioni per recuperare l’acqua super ciale in eccesso e spostarla in profondità
dove è meno esposta agli agen inquinan , evapora meno rapidamente e permane maggiormente nel
territorio
E’ possibile s mare il tasso di erosione medio (laminare e dato da solchi temporanei) del suolo grazie al
metodo RUSLE, per riconoscere aree fortemente predisposte all’erosione dove il tasso di erosione supera il
livello di capacità della risorsa suolo di rigenerarsi.
Questo metodo u lizza l’equazione A = R x K x L x S x C x P che mi dice quanto materiale può essere
mobilizzato da un’area ma non ci dice dove si andrà a depositare
con:
- R = erosività (quanto la pioggia riesce a erodere) calcolato da da pluviometrici.
Dipende dall’intensità di precipitazione, cioè dall’Energia dell’evento e dalla sua massima Intensità
in 30 minu . Even so o una data soglia (7mm h) non vengono considera , quindi l’erosione
dipende da una precipitazione breve e intensa
- K = erodibilità del suolo, dato dalle cara eris che del suolo (granulometria (la sabbia ne è
cara erizzata dalla massima erodibilità a causa della minor coesione dei granuli), conducibilità
idraulica, contenuto organico e stru ura). Più K è alto più il terreno è facilmente erodibile.
- RxK = condizione di riferimento dell’erosione
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Lezione 7 - mer 13 marzo - Power Point 6
- Lunghezza pendio, S pendenza, Copertura e ges one territorio e Pra che di protezione e
conservazione sono fa ori adimensionali corre vi della condizione di riferimento.
Le condizioni standard sono L = 220 m, S = 9%, Copertura del suolo assente e nessuna ges one del
suolo.
Dato un suolo standard il tasso di erosione varia a seconda della forma del pendio: pendii convessi
hanno un tasso maggiore di erodibilità
Il coe ciente C ha un valore compreso tra 0 e un massimo pari a 1 se è completamente nudo.
Le Pra che di conservazione possono essere giropoggio (col vazioni che rallentano la velocità
dell’acqua), terrazzamen che diminuiscono la pendenza del pendio (rallenta la velocità dell’acqua e
quindi la sua energia e favorisce in ltrazione) o bacini di raccolta
Questo metodo va applicato ai versante dove i fa ori che condizionano l’erosione possono essere
considera su cientemente omogenei.
Sono state prodo a delle mappe che mostrano il grado di tu i fa ori sopra elenca sul territorio Europeo
e una mappa riassun va di tu i fa ori preceden che mostra il tasso di erosione medio Europeo.
Nella mappa dell’erodibilità (mappa rosa) non viene considerata la fazione grossolana
(ghiaia e cio oli) che compongono il fa ore di stolines, cioè quanto è roccioso il suolo.
E’ un fa ore che modi ca l’erodibilità del suolo, perchè un versante con un grado di
stolines maggiore protegge il versante dall’erosione, crea delle microrugosità che
ostacolano il de usso super ciale rallentando il corso idrico perchè ha un peso
maggiore che l’acqua non è in grado di spostare.
Per esempio i suoli in pianura padana sono molto erodibili quindi hanno un basso grado
di stolines perchè i terreni sono prevalentemente sabbiosi
Power Point 7
2. il consumo:
Con copertura del suolo intendiamo la copertura sica del suolo: vegetazione, costruzioni ecc
Per uso del suolo intendiamo il ri esso che la copertura del suolo ha con le azioni umane, quindi l’a vità
antropica
Quando parliamo di consumo di suolo intendiamo la transizione tra un suolo naturale e un suolo ar ciale.
La principale causa di consumo di suolo è l‘impermeabilizzazione.
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Un suolo può essere:
- non consumato: quindi in uno stato naturale, non coperto da materiali antropici, per esempio un suolo
col vato
- suolo consumato reversibile: cioè un’area non completamente impermeabilizzata ma che presenta
un’a vità antropica che limita i servizi ecosistemici che il suolo può fornire per esempio strade non
asfaltate nei boschi
- suolo consumato permanente su cui è stato costruito qualcosa che lo rende impermeabile, quindi case,
strade
Essendo una risorsa importante anche a livello Europeo si cerca di raggiungere alcuni obie vi in par colare
lo sviluppo di ambien sostenibili e garan re le vita sulla terra.
Per cercare di arrivare a ques obie vi si seguono degli step: si cerca di evitare un ulteriore consumo di
suolo ma piu osto di riu lizzare suoli già permeabiizza , ridurre al minimo l’u lizzo di suolo sfru are e
compensare l’u lizzo di porzioni di suolo con la formazione di nuove aree che garan scano un servizio
ecosistemici, per esempio te verdi.
Il ripris no di un suolo è un processo lungo, per questo è importante agire alla base del problema, prima
che un suolo diven consumato permanentemente, anche perchè già suoli consuma a livello reversibile
hanno impa sugli ecosistemi, perchè interrompono la vegetazione, modi co le cara eris che tessiturali di
un’area, rimuovo materia organica super ciale ecc.
Il consumo di suolo viene monitorato annualmente a raverso da satellitari (Sen nel 2A e 2B che
forniscono da anche a livello infrarosso) che vengono processa e
classi cano i territori su base automa ca, cui segue una revisione e una
cartogra a.
Il consumo di suolo in Italia è monitorato annualmente da ISPRA
Passando da zone seminaturali all’esterno delle ci à all’interno delle ci à stesse, si osservano temperature
superiori ai 2° (misurato al suolo) a causa dell’aumento di densità delle super ci ar ciali
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Lezione 8 - lun 18 marzo - Power Point 8
Per sistema uviale montano intendiamo la formazioni di corsi d’acqua dovu all’azione erosiva dell’acqua
stessa sui versan delle montagna. Un sistema uviale montano è cara erizzato da:
- una I zona a monte cos tuita da più piccoli corsi d’acqua
derivan dai diversi pun della montagna.
Sono cara erizza da processi erosivi e un inizio di trasporto che
rendono il corso d’acqua instabile e senza una forma de nita,
anche perchè l’acqua si incanala nelle linee di massima
pendenza seguendo l’andamento della montagna.
Ques processi erosivi insieme alla possibile presenza di frane e
dell’aumento delle precipitazioni causano un aumento
dell’apporto solido lungo la valle del corso d’acqua con
conseguente
formazione di dighe naturali e ulteriori ussi di frane causate
da onde di piena.
- una zona II cos tuito da un unico cabale in cui con uiscono
tu i corsi d’acqua della zona I.
E’ una zona rela vamente stabile, con un alveo ben de nito,
cara erizzato da una lieve erosione e alta capacità di trasporto di sedimen
- una zona III a valle dalla pica forma a conoide, cara erizzata da un accumulo di sedimen e sogge a a
con nue variazione dell’andamento del corso
Tipico della ZONA I è il fenomeno de o debris ow, ovvero una colata detri ca verso valle, cos tuita da
materiale solito accompagnato da una notevole quan tà di acqua che aumenta notevolmente la velocità
propagazione e di conseguenza la forza d’impa o.
Il suo trasporto nel bacino è controllata da 4 variabili:
- l’area del bacino deve essere su cientemente grandi da fornire una data
quan tà di detri
- pro lo dell’asta uviale, la pendenza delle zone.
Per l’innesco di frane è pico osservare pendenze >25°, per trasporto ed erosione
la pendenza si aggira tra i 13 e i 30°mentre per la deposizione di sedimen la
pendenza del versante è < di 13°.
Vengono costruite delle linee cri che che mostrano l’innesco del debris ow al
variare dell’area del bacino e della pendenza del versante.
- fonte dei sedimen : dipende dalle sponde del torrente stesso e dalle cara eris che dei versan
adiacen il torrente (inclinazione, distribuzione substrato roccioso, per esempio fra urazione, vegetazione e
uso del so osuolo)
- condizioni clima che:
- precipitazioni liquide e di conseguenza durata e intensità delle precipitazioni. E’ stata calcolata la
relazione tra i due fa ori a raverso la formula I = 14,82 D - 0,39 che mostra se le condizioni sono
cri che per le colate o meno. Questa soglia di innesco è u le a livello preven vo.
Per esempio in Valle D’Aosta sono state elaborato qua ro zone di allerta e ciascuna zona ha la sua
soglia pluviometrica che rispecchia le cara eris ca di processi franosi di eren .
- scioglimento di neve o ghiaccio
- rain on snow
Rispe o al usso, alle dimensioni dell’alveo e dei sedimen trasporta viene elaborato l’indice di
pericolosità che ci dice quanto la colata può causare danni a stru ure vicino al bacino.
La ZONA II, a di erenza della zona I, è principalmente legata a problema che di trasporto di sedimen ,
quindi esondazioni e danni a infrastru ure adiacen le zone dei disses o a stru ure trasversali.
E’ possibile classi care l’instabilità lungo un corso d’acqua a raverso diversi metodi, un esempio
è il metodo di Simon che a ribuisce un punteggio a 12 categorie applicate a speci che sezioni del
ume per esempio percentuale di costruzione, copertura vegetale, restringimento dell’alveo,
materiale del le o e sommando tu i punteggio classi ca le diverse aree a seconda della
potenziale instabilità.
E’ possibile intervenire sugli argini per diminuire l’approvvigionamento di sedimen e la portata
solida all’interno del usso limitando il processo erosivo e di conseguenza i danni da esondazione,
per esempio opere di protezione sulle sponde longitudinali come gli argini o opere trasversali
come i repellen che con nano il usso principale della zona centrale del torrente.
La ZONA III invece essendo cara erizzata da un andamento sinusoidale ai piedi dei versan è
sogge a a conoidi alluvionali, cioè deposi detri ci a forma di ventaglio lungo le anse del
ume, causate da trasporto solido in massa proveniente da valli secondarie.
Le conoidi detri che si formano quando le colate detri che e i ussi d’acqua fuoriescono
dagli alvei in cui erano incanala e a causa dell’andamento di valli e versan con uiscono in
zone dove diminuisce la capacità di trasporto dei sedimen .
E’ importan ssimo quindi andare a zonare la pericolosità di queste aree par colarmente
penden e lo si fa analizzando 5 fa ori:
- la storia: analizzando le carte nel tempo è possibile osservare la modi ca dell’andamento di un torrente e
correlare esondazioni e danni di even passa a possibili even futuri
- l’evoluzione geomorfologica dell’area: quindi analisi del bacino idrogra co, individuazione di paleoalvei,
cioè alvei passa , anomalie planimetriche e s ma del volume dei massi mobilizza nel bacino
- l’idraulica del torrente e le opere antropiche che in uiscono: fare un analisi pluviometrica del bacino,
valutare opere di idraulica e considerare gli a raversamen dei corsi idrici, per esempio pon
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- quan care la massima portata solida del torrente
- determinare la portata di picco liquida e solida determinando n dove può evolversi la
colata detri ca. La distanza che il materiale può percorrere no alla zona di deposizione è
calcolabile a raverso formule che dipendono da cara eris che cine che del usso e
morfologiche del materiale, quali altezza colata, pendenza, quan tà di materiale solido,
angolo di a rito ecc.
Sovrapponendo le informazioni derivate dai 5 fa ori analizza , è possibile elaborare carte per suddividere le
aree adiacen la zona III in 5 classi a seconda della pericolosità:
- molto alta: comprende l’alveo e i paleoalvi ria vabili in caso di
piena
- alta: zone sogge e a fenomeni di erosione e trasporto
- media: zone che sono state interessate nel passato da even
alluvionali. Possono veri carsi de ussi con altezze idriche
rido e
- bassa: zone con bassa pericolosità ma interessata nel passato
a fenomeni alluvionali ma oggi prote e da opere di difesa
idraulica
- molto bassa: se l’are presenta cara eris che che escludono la
probabilità di osservare colate
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Lezione 10 - mer 21 marzo - lezione mase 1 - Power Point 10
L’ACQUA
I consumi dire di acqua a livello globale sono molto diversi a seconda delle aree
geogra che: dai 20 l per abitante al giorno in Africa ai 350 l per abitante al giorno in
America. Per consumi dire si intende la quan tà di acqua u lizzata per lo sviluppo
necessario, quindi comprende 2/3 per l’agricoltura, 1/4 per il se ore industriale e il
9% è des nato all’u lizzo umano.
In Italia il consumo varia dai 200 ai 400 l per abitante al giorno con una
diversa spazializzazione in regioni di eren
Anche i cos dell’acqua u lizzata sono molto di eren e dipendono molto dalla disponibilità di
acqua nell’area, dalla possibilità di distribuzione quindi dalla densità di popolazione (a Milano infa
l’acqua annualmente costa meno che a Lecce)
La maggior parte dell’acqua proviene da prelievi dalle falde acquifere e parte dell’acqua (si va da una perdita
dal 17% a Milano a un 52% a Bari) che viene prelevata viene persa a causa della mancata e cienza della
rete acquedo s ca. Sia la perdita di acqua che il mantenimento di questa rete hanno un costo notevole, la
perdita di acqua quindi è maggiormente una perdita economica che non una perdita di risorsa
E’ importante anche analizzare i consumi indire di acqua, l’impronta idrica, cioè l’acqua che viene
u lizzata per produrre altri prodo sia alimentari (acqua per abbevereranno gli animali) che industriali.
L’impronta idrico è un ampio conce o che può essere calcolate sui singoli ci adini, sui singoli prodo , su
prodo compos o sulla produzione di ogge (per esempio ves ) che impor amo.
Il consumo indire o è superiore al consumo dire o e si aggira intorno ai 6300 l per persona al giorno.
Le risorse idriche so erranee cos tuiscono il 90% delle risorse di acque dolci che u lizziamo poiché sono
largamente di use sul territorio mondiale, anche in zone molto aride
ACQUE SOTTERRANEE
Il dominio delle acque super ciali e so erranee non sono ben delimita ma possono sovrapporsi, quindi
può capitare che una parte di acqua super ciale sia di dominio di un ente ma quest’acqua provenga da una
falda so erranee laterale di proprietà di un ente diverso.
Le acque so erranee sono associate al mantenimento e al funzionamento di numerosi ecosistemi sono per
esempio anche una fonte delle risorse super ciali “ umi” e di conseguenza degli ecosistemi uviali
Le acque so erranee sono di use a larga scala sul pianeta ma non ovunque perchè la loro distribuzione
dipende dal contesto geologico e dal contesto clima co.
Per gli usi antropici la risorsa disponibile è l’acqua accumulata in acquiferi più
o meno super ciali.
La qualità dell’acqua è la principale cara eris che che condizioni l’uso degli acquiferi e la si misura
osservando la concentrazione di alcuni elemen disciol in acqua.
La qualità di un acquifero è sicuramente condizionata dall’a vità antropica (per esempio quando si preleva
acqua da un acquifero vicino al mare si rischia di avere un risucchio di acqua salata) ma dipende anche dalla
litologia in cui l’acqua nel so osuolo si muove interagendo con il materiale delle rocce circostan . L’acqua
infa discioglie in essa sostanze che cara erizzano le rocce circostan . Acquiferi vicino al mare o in zone
profonde la cui formazione delle rocce milioni di anni fa è avvenuta in ambito marino, possono presentare
rocce cos tuite da sali che si disciolgono in acqua conferendole tracce di salinità.
Anche la presenza di arsenico ha un grande impa o sulla qualità dell’acqua. Le rocce che contengono
arsenico possono trovarsi vicino a zone vulcaniche
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Power Point 11
Per ogni pozzo di estrazione viene prodo a la stra gra a, cioè gli spessori e i diversi pi di materiali che
seguono la perforazione a par re dal livello sta co, cioè il livello di profondità in cui si trova l’acqua. Lungo a
stra gra a vien anche segnato il livello dinamico, cioè il nuovo livello cui arriva l’acqua seguito della
perforazione e la portata estra a (l/sec)
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E’ importante anche ricostruire delle mappe che forniscano da circa l’ubicazione (georeferenziazione) dei
pozzi, l loro profondità, per sapere da quale acquifero il pozzo sta prelevando l’acqua e la portata estra a
Diverse sostanze hanno sull’uomo e e diversi: alcun sostanze possono essere tossiche e causare mala e
temporali altre possono essere nocive causando danni irreparabili.
La contaminazione delle acque so erranee ha diverse fon e per classi carle è necessario conoscere:
- la distribuzione spaziale e temporale delle fon
- le a vità che danno luogo a contaminazioni e che contaminan rilasciano
- pologia de rilascio del contaminante: se l’area di rilascio di un contaminante a seguito di un’a vità è
piccola la distribuzione è puntuale se invece l’area è vasta la distribuzione è distribuita (per
esempio pes cida su u campo col vato)
Una volta raccol i da sopra cita si classi cano delle macro aree di potenziali fon di
contaminan :
- impian di immagazzinamento e lavorazione dei carburan , comprende anche
oleodo . Il potenziale contaminante è ben iden cato (idrocarburi, addi vi delle
benzine) e perciò sono classi ca come macro area
- sistemi di raccolta e stoccaggio ri u : ri u di pologia diversa possono rilasciare
contaminan diversi da lavorazioni diverse, non possiamo quindi ricavare da quarta
a vità una paci ca classe di contaminan .
Il sistema fognario è l’unico a vità appartenente a questa categoria che racchiude una
quan tà di contaminan più ristre a. I sistemi fognari essendo lega a impian poco
recen spesso sono lega a perdite. E’ una fonte di distribuzione distribuita perchè il
sistema fognario si sviluppa so o ad ogni strada di una ci à ed è collegato ad ogni casa,
quindi i tubi formano un ampio re colo.
- pra che agricole: rilasciano contaminan speci ci lega alle pra che agricole, cioè
fer lizzan che contengono nitra e potassio e pes cidi che sono associa come fonte di contaminazione
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anche alle linee via aria quindi strade e ferrovie per evitare che la vegetazione non invada
la via. E’ una fonte distribuita.
- materiali grezzi
- inquinamento atmosferico: E’ una fonte di contaminazione secondaria. Aree urbane
anno un rilascio di gas e di compos azota o solfa che in atmosfera si legano al
par colato ne (PM10) e che si trasferisce nel so osuolo nelle falde acquifere o in corsi
d’acqua super ciali a seguito di precipitazioni.
Le concentrazioni di nitrato possono raggiungere anche i 15 mg/l che è so o la soglia di
50 mg/l ma è comunque una quan tà rilevante. La percentuale di ques contaminan
negli ul mi anni è diventata sempre più consistente e causa maggiori danni sopra u o
perchè è un contaminante di uso.
La pianura padana si per quan tà di aree urbane che per conformazione geogra a (è
un’area chiusa, l’unica apertura è in prossimità del veneto) ha un’alt concentrazione di
NO2.
I contaminan nel so osuolo si comportano diversamente a seconda della loro composizione chimica
(solubilità, polarità, stabilità), anche se presen in compos che appartengono alla stessa macro categoria.
Per esempio i combus bili comprendono compos di eren che possono essere presi
in carico più o meno velocemente dall’acqua e quindi si ritrovano nel so osuolo a
concentrazioni maggiori e a distanze maggiori rispe o al sito di contaminazione
(anche alcuni kilometri). Compos meno solubili permangono nel terreno per più
tempo perchè la loro azione non è immediatamente visibile in super cie e quindi può
osare tanto temo prima che ci si accorga della sua presenza e in quel tempo è stato
trasportato, pian piano, dall’acqua sempre più lontano.
I nitra (NO3) danno indicazioni circa il grado di vulnerabilità delle falde acquifere, i nitra infa in acqua
sono abbastanza stabili e solubili ed essendo lega a una molteplicità di fon di inquinamento (agricoltura,
allevamento, civili) sono molto presen nel terreno.
I pes cidi che sono sta rileva anche in aree non sviluppate.
Contaminan emergen di cui non si sa ancora molto, per esempio concentrazione cri ca
Power Point 13
Vengono realizzate delle carte basate su zonazione del territorio per indicare aree aven la medesima
vulnerabilità in un territorio.
Le acque so erranee sebbene più prote e dai contaminan rispe o alle acque super ciali, è più di cile
riportarle alle condizioni originali, preceden la contaminazione.
Esistono diversi METODI per calcolare la vulnerabilità territoriali aven complessità numerica di erente, ma
non è de o che complessità numeriche o richieste di da maggiori forniscono risulta accura . E’ possibile
par re da pochi da accura combina al giusto metodo per o enere risulta abbastanza cer .
Ovviamente il metodo u lizzato dipende dai fondi economici disponibili. La migliore soluzione è quella che
combina un aumento di conoscenze e una diminuzione di incertezze o enuto con modelli semplici e poco
costosi.
- Metodo GOD: richiede l’u lizzo di tre variabili a cui è applicato un punteggio: tanto più è alto questo
punteggio (valore massimo = 1) tanto più la variabile è meno prote va per
l’acquifero. Le tre variabili sono:
- pologia di acquifero: grado di apertura
- cara eris che della zona badosa. E’ applicabile sola e a acquiferi non con na .
Se l’acquifero invece era parzialmente con nato o con nato si passa dire amente
alla terza variabile
- profondità zona satura rispe o al piano campagna (2-100 m). Acquiferi meno
profondi (bassa solgiacenza) avranno punteggi maggiori perchè sono
maggiormente espos a inquinan
Il prodo o dei punteggi assegnato alle 2/3 variabili consente di calcolare il
punteggio nale della vulnerabilità di un’area. Il massimo punteggio o enibile è 1 e
rappresenta un’acquifero molto vulnerabile (è o enibile solamente negli acquiferi
aper ).
E’ possibile per semplicità passare da indici numerici a indici ogge vi qualita vi:
per esempio punteggio 1 probabilità estrema che l’acquifero sia vulnerabile.
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- metodo DRASTIC: è iil più u lizzato a livello pra ci e u lizza i da raccol da 7 variabili:
- depth water: profondità zona satura
- ricarica: quan tà di acqua che si in ltra per rinnovare la zona satura
- acquifer media: cara eris che acquifero dal punto di vista geologico
- soil media: cara eris che dei suoli
- topogra a
- impact of vadose zone: cara eris che zona vadosa
- conducibilità idraulica: dipende dalle cara eris che dell’acquifero
L’indice DRASTIC è o enuto da una formula matema ca che considera sia il punteggio dei
diversi parametri (in modo analogo al metodo GOD) sia il “peso”, cioè il valore sso e
costante (da 1 a 10) associato ad ogni variabile che mostra quanto ogni variabile in uenza
la vulnerabilità di un acquifero.
Valori più al di punteggio indicano variabili che rendono più prote o l’acquifero da possibili
contaminazioni: per esempio un alto valore di solgiacenza signi ca che l’acquifero è in profondità e quindi
lontano da fon di contaminan super ciali.
I parametri nel metodo DRASTIC possono essere dividi in parametri numerici, per esempio solgiacenza e
parametri categorici, per esempio pologia di suolo.
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Esercitazione 3 - giovedì 4 aprile - Power Point 3
DEPOSITI GLACIALI
In Lombardia a causa della conformazione geogra ca della catena montuosa sono presen deposi glaciali
deriva dall’ul ma glaciazione nel periodo pleistoceni.
I ghiacciai sono massi di ghiaccio naturale forma per compa azione della neve, da occhi a fohn e in ne
diventano sfere te di ghiaccio.
I ghiaccia possono essere classi ca in:
- caldi o tempera se alla base del ghiaccio la temperatura è prossima alla temperatura
di fusione del ghiacci
- freddi se la temperatura alla base è molto so o lo zero
Questa dis nzione implica la presenza alla base o all’interno del ghiaccio stesso che
in uenza e facilita il movimento del ghiaccio .
Il trasporto dei sedimen avviene per causa del movimento del giaccio stesso, per gravità e per azione del
vento e la deposizione avviene in più situazioni.
L’ambiente sedimentario glaciale è dinamico e dipende fortemente dalle condizioni clima che: il ghiaccio
avanza se la temperatura scende e la precipitazione nevosa aumenta e arretra quando le temperature
aumentano e sciolgono il ghiaccio.
- ambiente so oglaciale: cioè la porzione di terreno che è stato abraso dal passaggio del ghiaccio e
che ne subisce la pressione. Sul terreno i con nui sforzi diversi causano la consolidazione dei
sedimen che rendono il deposito molto resistente.
I detri sono eterometrici quindi granulometricamente di eren e si passa dalla cara eris ca
forma di cio oli arrotondata con tagli e incisioni immersi in detri che sono sta rido in “farina”.
Le con nue spinte del ghiacciaio orientano i clas creando delle fasulle stra cazioni
Il ghiaccio con il suo passaggio può lasciare delle piche forme: rocce montonate, strie, S-forme
(causate dal usso di acqua e detri so o il ghiaccio che agisce come un ume).
Al passaggio dei ghiacci si associano delle forme geologiche errate, per esempio il circo glaciale
(testata di valle originata da dinamiche di versante che possono essere occupato dal ghiacciaio) o
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e spalle glaciali (causate per esempio da movimen franosi o sprofondamen di terreno che sono
sta successivamente occupa da ghiaccio)
- l’ambiente preglaciale, cioè la porzione di ambiente che subisce l’in uenza del ghiaccio. E’ suddiviso in
diverse zone:
- terminoglaciale (marginoglaciale): è la parte immediatamente limitrofa al ghiacciaio a dire o
contato con il ghiacciaio e che pertanto risente par colarmente della presenza del ghiaccio.
Comprende tu i deposi di contato glaciale, per esempio le morene, la porta glaciale, umi o
bacini lacustri, si parla infa di deposi glaciolacustri.
- proglaciale o periglaciale: non è a dire o conta o con il ghiaccio ma è l’ambiente più dinamico
che risente della componente acquosa che si libera dal ghiacciaio e che formano delle piane
cos tuite da corsi d’acqua che si intrecciano o ambien lacustri.
Questa zona è in uenzata oltre ovviamente alla deposizione di sedimen , all’azione di gelo e
disgelo, è infa una zona in cui è o è stato presente permafrost, cioè un qualsiasi materiale che
rimane alla temperatura inferiore di 0° per almeno 2 anni e si forma quando la temperatura media
annuale è < 3°.
Anche altri fa ori in uenzano la formazioni di permafrost: l’esposizione al sole (nei versan a sud
più espos al sole il permafrost si formerà ad al tudini maggiori dove la temperatura si abbassa) e
la presenza di manto nevoso che agisce da isolante (ra redda l’ambiente circostante quando la
temperatura dell’aria è leggermente più alta di 0° o lo scalda quando le temperature esterne sono
molto basse).
Prima del permafrost, a dire o contato con il terreno troviamo lo strato a vo, cioè quella porzione
di terreno che gela e disgela annualmente seguendo le variazioni di temperatura
annulli. Il permafrost vero e proprio lo troviamo al di so o della super cie de a
tavola del permafrost dove la temperatura è costantemente a 0. Scendendo in
profondità la temperatura aumenta leggermente raggiungendo la massima
temperatura alla base del permafrost, rappresentato da terreno indisturbato.
Possiamo parlare di permafrost con nuo se questo è rappresentato da un
unico volume, discon nuo o sporadico
La porzione a va può dare origine a geli e disgeli che causano piccoli
scor camen e dunque una separazione dei materiali a diversa granulometria, che
possono muoversi per il fenomeno de o di soli usso o possono formare lobi di pietre se
una porzione del materiale cade verso valle per gravità.
Se il ghiaccio è intrappolato all’interno delle rocce dà origine a corpi de rock glacier in
movimento a seconda dell’ accrescimento o dello scioglimento del ghiaccio.
Indicare la presenza di permafrost è fondamentale per capire quali territori sono stabili e quali no
(si pososno creare delle doline di cedimento) oppure può essere u lizzato come
approvvigionamento idrico montano.
- extraglaciale: la sedimentazione del ghiaccio è rido a, è una zona in cui i corsi d’acqua glaciali
fa cano ad arrivare a causa per esempio della conformazione geogra ca.
Prevalgono i processi del gelo e spesso si trovano i deposi eolici de Loess. La circolazione
dell’aria regionale circostante il ghiaccio scatena ven for de cataba ci, che trasportano piccoli
sedimen (sabbie o limo) prelevandolo dal ghiacciaio stesso. Ques materiali sono molto u lizza
per produrre laterizi (materiali ceramici porosi)
La stra gra a glaciale è pertanto molto complessa e stru urata su più livelli.
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Lezione 14 - lun 8 aprile - lezione mase 5 - Power Point 13
Quando si studia un territorio con il metodo dras c lo si divide in celle e ad ogni cella,
a seconda dei parametri presen , si assegna un punteggio dato dalla somma dei vari
punteggi e pesi delle diverse variabili.
Per esempio la topogra a ha un peso 1 perchè in uenza meno la vulnerabilità di un
acquifero rispe o alla giacenza dell’acquifero (profondità) che ha valore 5
In par colari contes prevalentemente agricoli è possibile considerare una
combinazione di pesi diversa da quella standard, cioè il peso dei parametri espresso
in funzione del pericolo di contaminazione da pes cidi.
E’ possibile modulare questo metodo a seconda dell’u lizzo del suolo analizzato.
In realtà ad oggi si considerano tu i da di monitoraggio, circa diversi indicatori quali qualità dell’acqua
derivata da contaminan , già in partenza per elaborare le mappe di vulnerabilità, per o enere mappe più
accurate.
Una volta elaborate le mappe di qualità dell’acqua vengono studiate le condizioni geologiche nei pun in
cui si hanno da dire circa la qualità dell’acqua, per capire, se esiste, la correlazione tra la qualità
dell’acqua e le condizioni geologiche associate a quei pun , in modo poi da poter assegnare un indice di
qualità dell’acqua anche a quei pun di cui non si conosce dire amente la qualità dell’acqua ma ovviamente
si conoscono le cara eris che geologiche.
In funzione della vulnerabilità rilevata in un territorio si associano determina cara eris che territoriali
circa la piani cazione territoriale, quindi in zona ad elevata vulnerabilità si vieta l’insediamento di a vità
ad alto rischio di inquinamento, per esempio scarichi inquinan in acque super ciali
In zone a bassa vulnerabilità invece non si pongono vincoli d’uso del suolo, salvo il controllo del
ruscellamento verso zone a vulnerabilità più elevata.
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Power Point 14
Gli INTERVENTI DI BONIFICA, seppur tu cercano di migliorare in modo permanente la qualità di un area
riducendo al minimo il trasporto e lo stoccaggio dei contaminan , sono diversi perchè dipendono da fa ori
diversi:
- stru ura geologica del suolo
- pologia e concentrazione di contaminan
- condizioni della super cie: sito a vo e logis ca.
- soil ven ng: i pozzi estraggono l’aria presente nei pori della zona vadosa che viene
tra ata e poi rilasciata in atmosfera puri cata.
- soil ushing: è una tecnica u lizzata in suoli contamina da metalli e solven clorura .
A raverso un pozzo viene immessa acqua nel terreno per e e uare il cosidde o
“lavaggio del terreno” in modo che l’acqua riduca la coesione o tensione capillare tra i
granuli (matrice solida) e i contaminan che si libera in soluzione e scorrendo seguendo
il usso di falda, l’acqua contaminata viene aspirata da un secondo pozzo avente un forte
richiamo
Possiamo trovare più pozzi di richiamo a seconda della grandezza del fronte contaminato
- soil washing: il materiale contaminato viene esportato e poi reimmesso puri cato nel terreno
- tra amento termico: questo intervento può comprendere una serie di pozzi e il più
importante è posto in corrispondenza della principale fonte di contaminazione, se questa è
localizzata. I pozzi secondari imme ono vapore nel terreno, diminuendo
la viscosità dell’acqua e favorendo la dissoluzione dei contaminan che si
mobilizzano e vengono preleva dal pozzo centrale. Dai pozzi esterni
viene reimmessa acqua pulita per ripulire la zona contaminata
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-barriere siche: si u lizza per arrestare il movimento dell’acqua verso valle se la contaminazione è molto
estesa. Vengono costruite delle barriere perpendicolari al suolo, stre e e lunghe decine di metri, n so o il
usso dell’acqua contaminata e a monte di esso, con una miscela di cemento e bentonite a bassa
permeabilità in grado di espandersi in acqua, intervallata da una geomembrana di plas ca che non reagisce
con i contaminan .
Prima della barriera è installato un pozzo che drena l’acqua contaminata in arrivo, asportandola e
portandola a un depuratore. Senza l’asportazione del usso di acqua in arrivo infa , a causa della barriera
sica, l’acqua si bloccherebbe e risalirebbe a valle
- barriera rea va: si direziona il usso di acqua contaminata verso delle barriere rese
permeabili da speci ci addi vi, a seconda del contaminante in ques one, che
reagiscono con esso degradandolo e rilasciando acqua puri cata.
Possono avere:
- e cacia totale se la contaminazione opera va è rido a al di so o della
contaminazione limite
- e cacia parziale
Queste barriere però possono essere installate solamente a basse profondità, variano a
seconda del contaminante e devono essere periodicamente cambiate, perchè gli addi vi, i pori cinipi a vi
che le cara erizzano, hanno una capacità massima di degradazione.
- barriera idraulica: sono delle barriere che interrompono la migrazione a valle del contaminante estraendo
l’acqua dalla falda, puri candola esternamente e reimmetendola nell’ acquifero.
Inizialmente ha un’alta e cacia, ma a basse concentrazioni di inquinan poco solubili si riduce la sua
e cacia, che ha dunque un andamento asinto co. Scendendo al di so o di un valore bisogna aggiungere
altri metodi, per esempio prelievo di fasi separate: se il contaminan è un idrocarburo che no miscelandosi
in acqua forma una fase separata sopra di essa
RIFIUTI
I ri u vengono iden ca a livello europeo rispe ando il codice CER, che assegna un codice a ciascuna
pologia di ri uto che sancisce il loro des no a seconda la pologia del materiale, che già di per sé possono
essere dannosi e del po di pericolosità.
In Italia ogni anno viene pubblicato dall’ISPRA un report circa i ri u prodo a livello
nazionale: dal 2010 le migliaia di tonnellate di ri u urbani (30 milioni di tonnellate)
sono state progressivamente rido e e in par colare dal 2002 al 2022 è notevolmente
diminuita la quan tà di ri u urbani des na a discarica, che non potendo essere
ricicla niscono stocca il luoghi con na , a nché non abbiano impa o sulle acque
so erranee, super ciali e sportò suolo in generale
I ri u speciali invece si aggirano ai 150 milioni di tonnellate l’anno.
Le sta s che mostrano inoltre che la tendenza al riciclo è in crescita, mentre è sempre meno la quan tà di
ri u stoccata in deposi permanen . I deposi permanen sono piche di ri u di cui ancora non si
conoscono tecniche di riciclo e sono divisi in:
- deposi so erranei a una data profondità in sicurezza. Non sono il metodo di stoccaggio predile o
perchè è di cile trovare delle cavità vuote in profondità e in un ambiente sicuro dove lo stoccaggio di ri u
non intacchi la qualità del so osuolo, delle acque so erranee e dell’atmosfera.
Tendenzialmente queste cave sono le cave di sale, dove la roccia neutralizza la di usione dei contaminan
rilascia nel tempo dai ri u instabili.
- deposi in super cie: se viene costruito appositamente una discarica di stoccaggio in super cie. E’ il
metodo di stoccaggio privilegiato per i ri u non riciclabili.
I ri u nel corso del tempo in cui sono stocca nella discarica subiscono un processo di compa azione
naturale, perchè il materiale organico si degrada, grazie anche alla presenza dei ba eri, lasciando posto al
materiale non degradabile che cedendo compa a il materiale so ostante generando un con nuo
assestamento del so osuolo, che rendono la discarica un ambiente dinamico. L’assestamento è molto
delicato per la discarica perchè può causare un cedimento del terreno e di conseguenza della discarica
danneggiando l’isolamento della discarica stessa.
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A nché i ri u vengano stocca nel modo meno impa ante possibile, la DISCARICA deve essere costruita e
ges ta rispe ando in maniera vincolate decre legisla vi, al ne di mantenere la sicurezza della discarica e
delle aree adiacen la stessa. In par colare bisogna prestare a enzione:
1. all’ubicazione della discarica prima della sua costruzione, per esempio lontana da corsi d’acqua
super ciali, da so osuoli con materiali scarsi che possono dare origine a frane, da corsi d’acqua
so erranei e lontani da centri abita .
Se la zona prescelta per la costruzione di una discarica presenta un acquifero so erraneo è importante far sì
che l’acquifero abbia bassa vulnerabilità, considerando:
- un limite di distanza tra fondo della discarica e inizio del livello piezometrico
- eventuale presenza di materiale argilloso che possa tra enere la perdita di percolato della discarica
- direzione di movimento delle acque perchè in caso di contaminazione il problema ricadrebbe sulle acque
a valle dell’acquifero
Una discarica opera va è sogge a a monitoraggio di valori su matrici ambientali quali acqua, aria e suolo
per garan re un’evidenza chiara e con nua nel tempo che la qualità dell’ambiente non sia impa ata dalla
presenza della discarica. La direzione di movimento delle acque è u lissima nel monitoraggio perchè
monitorando acqua in pun diversi è possibile capire da dove arriva la contaminazione: se i livello di
inquinamento dell’acqua so erranea sono uguali prima e dopo la discarica, signi ca che non è questa la
fonte dell’inquinamento.
Power Point 16
La copertura quindi per rispe are tu e le sue funzionalità è cos tuita da una serie di strati :
- uno strato di materiale permeabile appena sopra i ri u : favorisce la risalita di gas dai ri u per
essere recuperato da impian colle ori
- uno strato di argilla a bassissima permeabilità: blocca la risalita di gas proveniente dallo strato 1
e l’in ltrazione di acqua proveniente da precipitazioni
- uno strato di materiale granulare permeabile: assorbe l’acqua di precipitazione u le al livello 4
- un ul mo strato super ciale di suoli rinforza riportati, contenente materiali sinte ci che
aumentano la deformazione elas ca e perme e lo sviluppo di una popolazione vegetale a basso
fusto che non necessitano un apparato radicale profondo
La discarica deve sere monitorata dal momento in cui viene aperta no a dopo la chiusura, sempre con
minor frequenza, per monitorare la qualità delle matrici ambientali potenzialmente impa ate dall’a vità
della discarica:
- zona vadosa: viene estra a l’acqua contenuta nei pori delle rocce della zona vadosa a raverso
dei pozzi, de lisimetri, che alla base presentano una coppa porosa collegata a tubi che creando
una pressione inferiore alla pressione atmosferiche, riescono ad a rare l’acqua che viene
analizzata.
I pozzi sono installa tra il fondo della discarica e il livello piezometrico.
Eventuali perdite di contaminan dalla discarica verrebbero interce a prima del pozzo e non
nirebbero in soluzione nella falda. Funzionano quindi da eventuali campanelli d’allarme, infa avendo un
piccolissimo raggio d’azione ques pozzi forniscono da molto a endibili.
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- acque super ciali: il prelievo delle acque avviene molto semplicemente essendo acque in vista ma la
cadenza non è sempre ben speci cata perchè sono acque estremamente sensibili agli even di
precipitazione, quindi si ene un range di 4 campionamen all’anno, con intervalli di tempi di eren a
seconda delle necessità
I controlli proseguono con frequenze minori anche dopo la chiusura della discarica. In par colare il
campionamento termina quando vengono e e uate più analisi consecu ve che mostrano un inquinamento
nullo.
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Lezione 18 - mer 17 aprile - lezione mase 9 - Power Point 17
MICROZONAZIONE SISMICA
Sono studi di super cie a bassa profondità in una zona sismica, vol a iden care come le condizioni locali
dell’area di interesse possano in uenzare l’intensità delle onde sismiche generate da un terremoto e quali
e e queste possono generare.
Ques nuovi studi sono na recentemente a seguito dell’osservazione di comportamen diversi in edi ci
stru uralmente iden ci pos a distanza l’uno dall’altro a seguito dell’arrivo di sismi. Si è cercato infa di
studiare gli elemen che portavano ques edi ci a comportarsi diversamente.
Ricordando la de nizione di R = Pericolosità x Vulnerabilità (en tà degli elemen a rischio), dis nguiamo:
- Pericolosità sismica di base: iden ca la propensione di un’area ad essere sogge o ad un sisma di una
data intensità che rilascia una data energia, ed è legato alla geologia profonda del territorio
(placche te oniche).
È cartografata individuando zone a pericolosità diverse mediante colori diversi, classi ca in base
all’accelerazione prodo a dalle onde nel suolo, mediante frazioni della costante di gravità g.
In funzione del grado di sismicità a eso ogni comune è classi cato poi in una seconda mappa,
con un grado da 1, zone sismiche, a 4 zone meno sismiche.
- Pericolosità sismica locale: è la pericolosità sismica individuata all’interno di un comune a
seconda delle condizioni locali che possono modi care l’accelerazione delle onde.
- Pericolosità sismica: è la combinazione della pericolosità sismica di base e di quella locale.
La microzonazione sismica cerca di iden care solamente la pericolosità sismica locale e come questa varia
nell’area di interesse, poiché la pericolosità di base è già nota in mappe internazionali.
LIVELLO 1:
Vengono elaborate mappe comunali su cui sono riporta da dire di studi
preceden mediante un procedimento codi cato su regole ben decise e
de nite, per esempio tu e le carte riportano la medesima legenda de a
uni cata uguale per tu i territori.
- aree stabili susce bili ad ampli cazioni locali: se vengono rilevata nei materiali geologici super ciali
ampli cazioni dell’energia rilasciata delle onde sismiche
In queste aree è necessario intervenire costruendo edi ci an sismici.
In queste aree il terreno è cos tuito da materiale sabbioso, ghiaioso oppure è par colarmente fra urato
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- aree susce bili di instabilità : se a seguito del paesaggio delle onde sismiche si osserva una ro ura del
terreno super ciale.
È a sua volta diviso in qua ro so o categorie:
- instabilità di versante che dipende da tu e le cara eris che geomorfologiche di un versante
- la ro ura può veri carsi in aree collinari o montane lungo faglie preesisten
- se gli stra rocciosi super ciali hanno comportamen meccanici di eren , per esempio se è
presente uno strato di argilla a conta o con uno strato sabbioso. Uno strato infa è in grado di
deformarsi più dell’altro strato generando cedimen di erenziali dalla super cie, cioè cedimen del
suolo diversi a piccole distanze. Bisogna prestare a enzione quindi alla collocazione degli edi ci che
non sono in grado di resistere a inclinazioni diverse del medesimo so osuolo
- liquefazione di un suolo sabbioso saturo, quindi presenza di falde acquifere super ciali, vicino al
piano campagna. L’arrivo delle onde sismiche causa sovrapprezzo e dell’acqua nella sabbia che
assume un comportamento uido e collassa.
È pico delle zone di pianura
Oltre alle aree sopra citate classi cate sulla base di condizioni geologiche, rientrano in queste aree anche
zone in cui varia rapidamente la pendenza del versante a causa delle condizioni geomorfologiche, per
esempio per la presenza di creste, scarpate o terrazzamen .
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Esercitazione 4 - gio 18 aprile - Power Point 4
CARSISMO
Un fenomeno meccanico che produce forme morfologiche simili al carsismo è il piping, cioè la formazione
di cavità de e occhi pollini in terreni coeren , cioè suoli. L’acqua penetra nel so osuolo no a un terreno
impermeabile dove scivola lateralmente su questo substrato producendo lateralmente delle cavità per
asportazione (simile all’erosione) di materiale roccioso. Si possono formare anche delle cavità causate dal
crollo del materiale sovrastante le cavità.
Il carsismo che cos tuisce le gro e in realtà è un caso speci co del fenomeno di Carso-fantasma prodo o
prima dalla soluzione di parte del materiale roccioso dovuto all’in ltrazione dell’acqua e successivamente
all’erosione di parte del materiale dei condo forma dalla dissoluzione.
I fenomeni carsici infa non sono fenomeni semplici e non sono in equilibrio con la situazione te onica
a ualmente presente. (Non ho capito)
I fenomeni carsici a causa della loro conformazione e poiché i corsi d’acqua interni vengo convoglia in corsi
d’acqua sfru a , vanno controlla e tutela per evitare la dispersione di inquinan
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Lezione 19 - lun 29 aprile - lezione mase 10 - Power Point 17
Lo scopo della mappe elaborate con la microzonazione sismica è quello di dis nguere tre categorie di aree
per grado di sismicità: zone stabili, zone stabili susce bili ad ampli cazioni locali e zone instabili in modo
permanente.
Il livello 1 è cara erizzato da informazioni esclusivamente qualita ve, si individua la pericolosità per
pologia. Non è un livello obbligatorio nei comuni classi ca in zona 4 in cui i sisma previs avrebbero
bassa magnitudo, è invece obbligatorio anche in ques comuni se sono presen edi ci strategici, cioè
contenen un numero elevato di persone (scuole, ospedali ecc).
E’ obbligatorio invece per i comuni classi ca in zone 1, 2 e 3 nelle carte della pericolosità sismica di base.
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Power Point 18
LIVELLO 2:
Nel livello 2 vengono prese in considerazione situazioni, all’interno di un territorio in cui è stato svolta micro
zonazione sismica 1 che non sono state classi cate come stabili e in esse è necessario svolgere nuove
speci che indagini sul territorio evidenziando in maniera quan ta va la cri cità di ciascuna area.
Quindi il E’ l’analisi dell’instabilità di un pendio classi cato nel livello 1, a raverso il fa ore di sicurezza Fs
Fs = F resisten / F instabili —> Fs = 1 equilibrio limite, Fs < 1 instabilità, Fs > 1 stabilità
In par colare gli studi per il livello 2 vengono e e ua in tre aree classi cate nel livello 1:
Ogni regione associato ad ogni comune un valore minimo di fa ore di ampli cazione Fa a tutela del
comune stesso. Questo valore viene associato indipendentemente dalla classe associata al livello 1, quindi
tu i comuni, anche quelli con aree stabili avranno associato un fa ore di ampli cazione.
Se infa un comune deve tenere in considerazione un datore fa ore Fa:
- nelle aree del comune non stabili il fa ore di ampli cazione viene incrementato sommando il Fa minimo
norma vo e il fa ore Fa locale riscontrato durante gli studi del territorio
- nelle aree stabili ci sarà un valore minimo di fa ore Fa
- Liquefazione
E’ importante tenere in considerazione la presenza di deposi sabbiosi totalmente saturi, perchè l’acqua nei
pori trasforma il comportamento meccanico della sabbia da solido a liquido e le onde sismiche si
comporteranno diversamente, proprio perchè la resistenza meccanica di un liquido è minore rispe o a un
solido.
Il livello 2 stabilisce che solamente i fenomeni:
- di magnitudo superiori a 5
- con accelerazione minima pari a 0,1 g
- materiale ne (frazione ne < 0,075 mm) pari almeno al 20%
- coe ciente di uniformità Uc : vengono fa dei gra ci che mostrano il range (tra le
due linee rosse) entro cui l’andamento della granulometria dl terreno esaminato
veri chi una frana a seconda del valore di Uc maggiore o minore di 3,5
possono causare problema che nei terreno sogge a liquefazione.
LIVELLO 3:
E’ un intervento legato a una speci ca area a livello di proge azione ingegneris ca che segue diversi stadi:
- Componente stru urale del piano comunale: comprende tu e le azioni di piani cazione dello sviluppo di
un territorio, per esempio si può prediligere uno sviluppo turis co, agricolo, culturale ecc
- Componente opera va: individua le aree dove è possibile a uare il piano piani cato elaborato nella fase
stru urale, prediligendo aree a bassa pericolosità e me endo in sicurezza le aree urbanizzate aven una
pericolosità sismica. In questa fase vengono s late le regole e le prescrizioni nalizzate a ridurre il rischio dei
singoli ambien e quali interven di studio del territorio sono sta a ua
- Componente a ua va-esecu va: sono a uate le regole, le prescrizioni e gli studi de ni nella
componente opera va per costruire e e vamente tu o il piano pani cato nella componente stru urale.
Le indicazioni circa le prescrizioni per prevenire il pericolo sismico devono riguardare informazioni su dove
costruire i nuovi edi ci e come intervenire per me ere in sicurezza gli edi ci già esisten , in proporzione
all’intensità del danno per stabilire una priorità di intervento (per esempio un’area su cui è costruito un
edi cio ha la priorità su un’area su cui è edi cata un’abitazione).
Gli studi di microzonazione sismica servono anche a scopo di piani cazione d’emergenza, inserendo nel
documento di proge azione locale tu e gli interven che vanno e e ua in caso di emergenza, in
par colare bisogna:
- individuare i fenomeni cri ci che possono veri carsi, per esempio frana, liquefazione ecc
- individuare le speci che azioni che vanno messe in a o in caso di veri ca di uno speci co scenario di
danno in una speci ca area del comune. A scenari di danno diversi sono associa danni che si veri cano
diversi e di conseguenza azioni d’emergenza da a uare diverse.
Per esempio se si innesca una frana di crollo in prossimità di una strada gli e e che si veri cano sono
diversi dagli e e che si veri cherebbero se si rompessero gli argini di un ume posto vicino alla medesima
strada.
Nel primo caso per esempio devo prevedere una seconda strada a raverso cui la ruspa deve arrivare per
rimuovere i detri , bisogna installare un sistema di allarme per gli automobilis e individuare una strada per
gli automobilis alterna va
Nel secondo scenario invece per esempio devo veri care le cara eris che delle abitazioni circostante gli
argini, per scempio numero di abitan e piani delle case, devo prevedere un sistema di allerta e una strada
alterna va.
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Lezione 21 - lun 6 maggio - lezione mase 12 - Power Point 19
AMBIENTE URBANO
L’aumentare della popolazione ha portato una necessità nel governare gli spazi e le risorse nel so osuolo.
I so osuoli di molte ci à sono già occupa da a vità antropiche e ciò richiede una duplice a enzione:
- nei confron dell’u lità delle infrastru ure che vengono costruite, al loro u lizzo e la tecnologia che le
regola
- alla connessione tra le infrastru ure e dunque alla piani cazione dei proge a nché la costruzione non
interferisca con le stru ure già presen
Il conce o resilienza, cioè la capacità di una stru ura di tornare alla propria
funzione originale dopo aver subito un danneggiamento, è fondamentale nella
proge azione del so osuolo, sopra u o nella proge azione di fognatura,
acquedo , traspor ed energia.
Un edi cio avente una buona resilienza è rappresentato dalla linea verde, perchè
in tempi brevi la stru ura riesce a recuperare la sua funzionalità.
La resilienza dipende da diversi fa ori:
- grandezza della ci à: quanto più è grande una ci à tanto più di cile è mantenere la resilienza a causa
dell’eccessivo collegamento tra le infrastru ure
- cara eris che geogra che e geologiche
- pologia, durata e intensità all’evento che provoca instabilità
- cara eris che di costruzione delle infrastru ure
L’aspe o più rilevante in termini di ges one del territorio riguarda l’alterazione del
ciclo idrologico naturale che avviene in una zona urbana, provocato da:
- componente naturale del ciclo in uenzata dall’a vità antropica, per esempio i
cambiamen clima ci o l’uso del suolo che alterano le condizioni di permeabilità
delle super ci
- sistema di acquedo : perdita di acqua all’interno della rete acquedo s ca che
si in ltra nel so osuolo aumentando la ricarica
- sistema fognario: perdita dal sistema fognario che in uisce nella qualità
dell’acqua so erranea
- energia: l’energia geotermica è una risorsa rinnovabile molto importante a bassa entalpia
basata sulla di erenza di temperatura tra la temperatura atmosferica e la temperatura nel
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so osuolo, generata dal gradiente termico so erraneo.
A raverso delle pompe di calore so erranee viene trasportata acqua in grado in grado di
trasportare calore che favorisce il riscaldamento e il ra reddamento degli appartamen .
E’ un meccanismo molto sostenibile e favorevole perchè:
- è un processo reversibile applicabile in tu e le stagioni
- la sua applicabilità avviene su scale diverse, a grandi o piccole abitazioni
- riduce l’u lizzo di impian di riscaldamento/ra reddamento a metano
- ha una bassissima emissione di CO
- vasta applicabilità spaziale
- geo-materiali: ricerca ed estrazione di materiali naturali, materie prime u li per la costruzione può
causare erosione dei le dei umi, perdita di suolo e il disme mento di aree agricole.
E’ importante prestare a enzione a un’eventuale boni ca in caso di materiale contaminato e al riu lizzo di
materiali in aree dismesse industriali
- spazio del so osuolo u lizzabile per la costruzione di infrastru ure u le con l’aumentare della densità di
popolazione.
L’u lizzo del so osuolo è estremamente legato:
- alle condizioni geologiche del so osuolo stesso. Proprietà dei materiali, te onica, presenza di
acqua ecc
- alle infrastru ure già esisten nel so osuolo e alle loro cara eris che di costruzione e di
manutenzione
- fa ori socio economici: infrastru ure diverse hanno valori economici di eren , quindi si
preferisce lascare inalterate zone super ciali di pregio sfru ando zone a minor pregio nel
so osuolo
Durante la proge azione dunque è necessario considerare tu i possibili u lizzi delle risorse nel so osuolo
e le necessità della ci à, al ne di sfru are tu e le risorse in modo non compe vo e
sostenibile e a nché l’u lizzo di una risorsa non escluda l’u lizzo di un’altra.
Per esempio:
- interferenza tra falde acquifere e mobilità so erranea: in ltrazione di acqua in
gallerie so erranee
- interferenza tra falde e energia geotermica: bisogna piani care la presenza di
pozzi in modo omogeneo sul territorio, infa installare un pozzo acquifero e un
pozzo per l’a vità geotermica nella medesima area squilibra fortemente il ciclo
dell’acqua, aumentano i prelievi di acqua a fronte delle immissioni di acqua nel
so osuolo. L’acqua viene rimessa nel territorio poi avviene a temperature di eren a seconda dell’u lizzo e
ciò squilibra il so osuolo in cui si possono veri care reazioni chimiche e processi biologici.
Il so osuolo è un’importante risorsa e come tale va sfru ate in modo consapevole, sapendo che è
vulnerabile e che molte azioni nel so osuolo sono irreversibili.
Bisogna inoltre tenere in considerazione la presenza di reper archeologici che rendono di cile uno
sfru amento del suolo.
Nella piani cazione urbanis ca è bene che venga inserita anche la piani cazione 3D del so osuolo, perchè
negli ul mi anni lo sviluppo delle due aree prosegue parallelamente.
Bisogna quindi conoscere il so osuolo e le sue risorse.
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Lezione 22 - mer 8 maggio - lezione camera 10 - Power Point 20
CAMBIAMENTI CLIMATICI
- Clima: condizioni variabili sta s che all’interno del sistema atmosfera-idrosfera-super cie
misurate su una larga scala temporale, circa 30 anni. Si parla di proiezioni clima che.
E’ possibile s lare dei gra ci che mostrano il range di probabili condizioni per il periodo di
tempo prede nito, per esempio per un giorno di agosto.
Il cambiamento clima co più comune è il ciclo stagionale del clima, basato sulle 4 stagioni
- Meteo: condizioni variabili misurate nel breve periodo, che dipendono parzialmente dal clima. Si parla di
previsioni meteorologiche
Quando parliamo di cambiamen clima ci possiamo relazionare la variazione clima ca alla variazione
antropica oppure possiamo relazionare la variazione clima ca a processi naturali o a forze esterne.
Intergovernal Panel on Climate Change o IPCC fondato nel 1988 dal World Meteorological Organiza on
(WMO) rientra nel programma ambientale delle nazioni unite.
Si suddivide in tre programmi di lavoro che riporta report sulle variazioni globali a cadenza ssa ogni 5/6
anni (ad oggi sono sta pubblicas 6 report) che analizzano condizioni di eren :
- processi sici e basi scien che dei cambiamen clima ci
- impa delle variazioni clima che
- azioni di mi gazioni e di riduzione dei gas serra
I report sono documen che vengono presi in considerazione a livello poli co perchè i gruppo di lavoro
sono compos da membri nomina da governi mondiali.
Le prime conseguenze poli che circa il report dell’IPCC sono state prese durante la Conferenza di Rio del
1992 a raversa la così de a “agenda 21” che tra ava sia l’aspe o sociale (sanità, povertà) sia l’aspe o
pre amente scien co circa la riduzione di emissioni di gas serra e circa la ges one delle risorse.
1997 protocollo di Kyoto: riduzioni emissioni di gas serra tra il 2008 e il 2012 rispe o alle emissioni nel 1990
A livello europeo nel 2009 è tanto approvato anche il piano 20-20-20 che si pre ssava la riduzione del 20%
di gas serra e di consumo di energia primaria e una copertura di almeno 20% del fabbisogno energe co
delle a vità umane con energie rinnovabili
L’obie vo è stato raggiunto a livello totale ma non per i singoli membri europei,
per esempio l’Inghilterra ha rido o le sue emissioni del 40% mentre l’Italia solo
del 16%
Glasgow climate Pact 2021: era la prima assemblea dopo la scadenza degli accordi di Parigi ed è stato un
“fallimento” perchè la riduzione di fon non rinnovabili non è stato signi ca vo, si parla nuovamente infa
della riduzione del carbone.
Dubai 2023: si richiede per la rima volta la totale rinuncia all’u lizzo delle fon fossili, nonostante non siano
sta trova accordi speci ci.
Vengono ssa dei limi per evitare l’innalzamento della temperatura media globale oltre 1,5°.
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Il cambiamento clima co è fortemente legato all’emissione e all’accumulo di gas serra in atmosfera dovuto
alle a vità antropiche. Quando parliamo di cambiamento clima co, nella maggior parte dei casi ci si
riferisce sempre alla temperatura in quanto dato facilmente misurabile, facilmente percebile da tu e di
conseguenza comunicabile e perchè l’innalzamento della temperatura è quel fa ore che impa a su tu gli
altri aspe lega ai cambiamen clima ci.
L’aumento dei gas serra in atmosfera è la principale cause dell’aumento della temperatura la quale a sua
volta provoca la variazione di altre variabili quali precipitazioni e livelli dei mari. La temperatura è la
variabile più facilmente misurabile sui quali si hanno a disposizione più da perchè si hanno a disposizione
svaria strumen per misurarla, sia al giorno d’oggi a raverso stazioni meteo distribuite
su tu a la super cie terrestre che registra da ad intervalli regolari, sia a raverso rocce e
ghiacciai per ere geologiche.
- Le stazioni meteo sono cos tuite da sensori per radiazione solare, velocità e direzione
del vento (a 10 metri dal suolo), temperatura (a 2 metri dal suolo) e umidità che
mandano da al data logger messo in comunicazione con un server a distanza
- Satellite: non sono misure dire e ma vengono misurate le lunghezze d’onda conver te
successivamente in temperatura. Forniscono mappe con da già parzialmente distribui
Non si parla delle temperature in maniera assoluta ma come anomalia, cioè di erenza di temperatura
misurata in un dato momento e una temperatura di riferimento considerata in un intervallo temporale,
perchè mi consente di o enere da più precisi, di rimuovere dei picchi da da condizioni temporanee.
Per esempio: se in un’area ho 4 stazioni meteorologiche, raccolgo tu i da di temperatura
giornalieri e per ciascuna stazione calcolo la media di temperatura media mensile/annuale e poi per
ogni giorno, per ogni stazione calcolo l’anomalia tra la temperatura rilevata quel giorno in quella
stazione meteorologica e la temperatura media dell’intera area analizzata, anziché considerare i da
circa la temperatura giornaliera registrata dalle singole stazioni che possono variare signi camene in
un breve spazio, perché in questo modo si escludono i da meno signi ca vi.
L’anomalia mi consente di modellare lo spazio riproducendo delle super ci più omogenee e meno spigolose,
proprio perchè le anomali dipendono più stre amente dal tempo e meno dallo spazio, per esempio se in
una giornata fa tanto caldo, farà tanto caldo sia dentro che fuori la ci à. Se invece avessi considerato la
singola temperatura avrei calcolato una temperatura maggiore all’interno della ci à rispe o che fuori e non
avrei notato questo generale innalzamento della temperatura.
Quando si parla di cambiamen clima ci ci si riferisce ad un andamento globale e non regionale perchè il
clima delle singole regioni può essere signi ca vamente in uenzato da estremi,
invece globalmente gli estremi vengono bilancia
L’anomalia della temperatura dal 1901 al 2012 è signi ca vamente aumentata
globalmente ma in par colare:
- è aumentata maggiormente sulla terra ferma rispe o che sugli oceani in
quanto l’acqua contribuisce alla ri essione dei raggi solari, ha un maggior albedo
- è aumentata maggiormente nell’emisfero se entrionale rispe o che
nell’emisfero meridionale perchè il primo presenta una maggior quan tà di terre
emerse.
L’andamento delle anomalie termiche è confermato sia da da satellitari sia da da presi sulla super cie
terrestre.
I picchi sono causa anche da fenomeni di circolazioni, quali il Nino e la Nina.
L’estate torbida in Italia del 2003 può essere considerato un outlier e non un’evidenza
del cambiamento clima co, perchè l’anomalia fortemente posi va in Italia è stata
compensata da anomalie nega ve in altre zone del mondo
Per o enere da clima ci rela vi a periodi passa dobbiamo sfru are i paleo proxy data analizzando
componen di natura biologica, geologica e chimica ricostruendo condizioni clima che del passato su
grande scala.
Il 97% dei da del clima della storia della terra sono sono ancora sconosciu .
Si sono studiate alcune rocce sedimentarie risalen a 4 miliardi di anni fa che confermano già la presenza di
temperature su cientemente calde da garan re la presenza di acqua.
Alcuni da sono sta ricava anche dalle strie di ghiacciai lasciate su rocce sia in zone a ualmente montane
sia in zone a ualmente tropicali, che mostrano l’alternarsi negli anni di periodo glaciali e non glaciali.
Questo alternarsi di fasi è dovuto da diversi fa ori:
1. la te onica delle placche e la deriva dei con nen : la rela va distribuite delle placche infa in uisce
sulla circolazione oceanica e atmosferica.
In par colare:
- l’apertura dello stre o tra Sud America e penisola antar ca ha determinato un usso di massa
d’acqua e d’aria che hanno rido o il trasporto di calore tra zone polari e tropicali perme endo la
formazione di una calo a glaciale in corrispondenza dell’Antar de.
La disposizione spaziale delle calo e glaciali ha in uenza anche l’albero terrestre e di
conseguenza sull’energia che coinvolge la terra.
- lo spostamento dell’India ha determinato un cambiamento morfologico, cioè la formazione di
un’importan ssima catena montuosa che ha sostanzialmente modi cato la circolazione dei ven e
di conseguenza una diversa distribuzione delle piogge. La pioggia discioglie in soluzione la CO2 in
atmosfera che si lega alle rocce depositandosi sul fondo degli oceani, diventando roccia
(carbonato di calcio) che funziona da serbatoio stoccando la CO2.
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2. Variazione di energia trasmessa dal sole: il sole ha aumentato il suo irraggiamento del 30%.
L’a vità solare varia con cicli di 11 anni
3. So ermandoci sugli ul mi 50 milioni di anni, durante il paleocene - eocene si è veri cato un incremento
della temperatura in un tempo estremamente limitato che rende questo periodo un proxydata sui fenomeni
che stanno avvenendo in questo periodo.
Si ri ene che l’incremento così rapido delle temperatura si stato causato da un rilascio massivo di CO2 le cui
cause sono ignote
Negli ul mi 5 milioni di anni l’anomalia termica è estremamente rumorosa ed
evidenzia periodi caldi e freddi lega ai cicli orbitali della Terra o cicli di
Milankovic, che dipendono dall’eccentricità dell’orbita della terra a orno al
sole, dell’inclinazione dell’asse terrestre e i mo di precessione che causano un
diverso apporto energe co alla Terra che chiaramente si ri e e sulla
temperatura
4. Variabilità interna al sistema terra: circolazione oceanica dovuta a fenomeni come El Nino e ENSO
(Southern Oscilla on) che dipende dalla sica interna al sistema terra e alla sua morfologia.
L’energia è la capacità di compiere lavoro [J] ed è trasportabile da un posto a un altro. De niamo potenza
[W] questo usso di energia in un’unità temporale.
L’energia interna di un ogge o la misuriamo in funzione della temperatura: maggiore è l’energia interna
maggiore sarà la temperatura [K] [0 K = - 273,15°C]
Il calore della terra è fornito dal Sole mediamente una radiazione ele romagne ca, cioè un usso di fotoni,
la cui dimensione è la lunghezza d’onda. La lunghezza d’onda visibile è tra 400 e 700 nm.
La lunghezza d’onda determina alcune proprietà siche dei fotoni:
- fotoni con lunghezza d’onda infrarossi non a raversano l’atmosfera terrestre e
vengono ri essi
- fotoni con lunghezza d’onda radio a raversano l’atmosfera terrestre
Vale sia per l’ingresso che per l’uscita dei fotoni da Sole/Terra
Tu gli ogge eme ono fotoni a lunghezze d’onda di eren a seconda della
temperatura dell’ogge o stesso.
Il Sole è un corpo a 6000K che eme e fotoni che siamo in grado di vedere.
Gli ogge ri e endo fotoni provenien dal sole, con lunghezze d’onda visibili, diventano a
noi visibili.
Possiamo me ere i due fa ori in relazione mediante l’equazione di Boltzmann —> P/A = σT ⁴
Che consente di trasformare le emissione di fotoni in temperatura e si basano su questo
principio le camere termiche sfru ate in geologia, che misurano il regime termico delle
pare rocciose.
Stabilendo come varia l’energia interna alla terra, e e uando quindi il bilancio energe co siamo in grado di
s mare l’andamento della variazione della temperatura
Il bilancio energe co è la di erenza tra l’energia in entrata e l’energia in uscita, ricordando che la
temperatura è una dire a conseguenza della variazione energe ca.
Sapendo che la temperatura aumenta l’energia in ingresso deve essere maggiore dell’energia in uscita.
L’energia interna alla terra proviene dal Sole ed è rappresentata dalla costante solare S = E / A = 1360 W/m²
con E = energia totale emessa dal sole e A = super cie della sfera di Dyson 4πr²
Per calcolare l’energia che raggiunge ogni istante la terra bisogna mol plicare la costante solare x l’area del
cono d’ombra della Terra —> E st = S x πR² = 180.000 TW (tera Wa )(la società umana ad oggi consuma 16
TW)
La terra riesce ad assorbire solo parte dell’energia proveniente dal sole, perchè parte viene
ri essa, assorbe un’energia pari a E in = S (1 - α) /4 = - 18,6 °C
Questa quan tà energe ca non è su ciente per scaldare la terra, dobbiamo quindi considerare
l’e e o serra senza cui la vita sulla terra non sarebbe possibile.
L’atmosfera è trasparente ai fotoni visibili emessi dal sole e la
super cie li assorbe (giallo) ma è opaca ai fotoni non visibili
emessi dalla super cie che rimangono intrappola (blu).
A nché il sistema terra sia in equilibrio deve eme ere una
quan tà di energia pari a queste due componen in entrata
(verde), pari circa a 30°C. Ovviamente ques 30° non sono
fedeli perchè non tu i gas funzionano da gas serra, quindi
l’energia e e va in entrata sulla terra è minore, considerando
che la media della super cie terrestre è 15°
Abbiamo visto che il numero di layer dell’atmosfera sono determina dalle concentrazioni di gas serra in
atmosfera.
Dal numero di layer, albedo e costante solare dipende la temperatura di un pianeta.
I GAS SERRA
I gas serra sono gas trasparen ai fotoni visibili, possono farsi a raversare dalla luce solare, ma assorbono i
fotoni infrarossi, ri essi dalla super cie terrestre
L’atmosfera terrestre è cos tuita per il 99,95% da ossigeno O2, azoto N2, argon e vapore acqueo, che si
origina dall’evaporazione di acqua dagli oceani.
Quindi il clima è in uenzato dal restante 0,05% dei gas in atmosfera e di questo, 400 ppm (par per milione)
(0,04%) è anidride carbonica CO2.
Non tu i gas serra hanno la medesima capacità di riscaldare il pianeta, a parità di un periodo di riferimento
(20 - 100 - 500 anni): il metano CH4 risulta 30 volte più potente dell’anidride carbonica, mentre gli
alocarburi sono più poten di 1000 volte. Ovviamente ques valori dipendono dalla concentrazione die gas
in atmosfera, essendo la CO2 molto più abbondante risulta ugualmente in uente.
Viene de nito Il Global Warming Poten al, cioè la capacità di un gas di essere un gas serra e dipende da:
- capacità del gas di assorbire radiazioni
- dallo spe ro di assorbimento delle radiazioni del gas
- tempo di vita e quindi di assorbimento del gas (vedi tabella)
Alla CO2 è associato un valore GWP pari a 1, tu gli altri gas hanno
valori in funzione della CO2
METANO:
E’ molto più dannoso della CO2 nel breve periodo, ma viene rimosso in circa 13 anni per ossidazione
Il metano proviene principalmente da processi agricoli, ri u , emissione delle risaie, industrie
petrolchimiche e incendi boschivi.
CO2:
Il 40% della CO2 rilasciata in atmosfera viene assorbita da diversi elemen e quindi rimossa dall’atmosfera in
20 anni.
La rimozione della restante CO2 in atmosfera dipende da fa ori geologicamente più lunghi, per esempio
assorbimento dal fondale oceanico e quindi reazione con il carbonato di calcio.
Le nostre emissioni di CO2 quindi sono estremamente dannose nel lungo periodo.
L’abbondanza di questa molecola in atmosfera è misurata dal 1957 e rappresentata
mediante la curva di Keeling che presenta:
- un trend complessivo crescente
- un andamento annuale sinusoidale che presenta:
- un massimo rela vo durante la primavera dell’emisfero australe, perché è il
periodo in cui l’abbondante vegetazione ha raggiunto la massima
decomposizione. Da questo momento inizia la fotosintesi.
- un minimo rela vo in corrispondenza di ne estate nell’emisfero australe, perchè presenta la
maggior parte della biosfera terrestre che in questo periodo e e ua fotosintesi assorbendo CO2
dall’atmosfera. Quando in autunno le piante tornano a decomporsi la quan tà di CO2 in atmosfera
torna a salire
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In natura sono diversi i serbatoi di CO2 che interagiscono tra loro; il ciclo del carbonio naturale pertanto è
divisibile in tra rami:
- se l’atmosfera scambia carbonio con la biosfera, dovuto da:
- fotosintesi delle piante
- scioglimento permafrost che determina il decongelamento del materiale vegetale racchiuso nel
permafrost che entrando in conta o con l’atmosfera si decompone rilasciando
ulteriore CO2 nell’aria
- se l’atmosfera scambia carbonio con gli oceani.
Dividiamo gli oceani in super ciali (100 m) e oceani profondi.
Gli scambi sono dovu alla dissoluzione di CO2 in acqua che acidi ca gli oceani. Qui
inoltre la CO2 interagisce con altri compos conferendo all’oceano una funzione di
serbatoio.
Può avvenire anche la reazione inversa.
- se l’atmosfera scambia carbonio con le rocce, principalmente mediante precipitazione di carbonio in
acqua so o forma di carbonato di calcio e fenomeni lega alla te onica delle placche, per esempio
fenomeni vulcanici.
De niamo tempo di turnover il periodo in cui tu a la CO2 in natura può potenzialmente essere sos tuita
mediante l’interazione di queste serbatoi
Proprio a causa delle numerose interazioni tra i diversi serbatoi ambientali è estremamente di cile
rimuovere CO2 dall’atmosfera.
All’aumento della CO2 inoltre corrisponde una riduzione delle concentrazioni di ossigeno (da disponibili
dal 1992),
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Lezione 25 - mer 15 maggio - lezione camera 13 - Power Point 23
RADIATIVE FORCING
Finora abbiamo analizzato il bilancio energe co di energia in entrata e in uscita dalla terra all’equilibrio,
quindi Ein = Eout. Se al sistema atmosfera aggiungo un layer di gas serra l’equilibrio avverrà ma più
lentamente nel tempo, perchè diminuisce l’energia in uscita che viene tra enuta parzialmente
dall’atmosfera che la rimanda verso la terra e in uscita ristabilendo un equilibrio in un dato intervallo di
tempo T. Questo intervallo di tempo dipende dalle masse d’acqua oceaniche presen sulla terra.
In un massa oceanica dis nguiamo:
- un layer super ciale che si riscalda rapidamente
- un layer profondo che si scalda più lentamente e ci impegna migliaia di anni a riequilibrarsi. Quindi il
riscaldamento della terra a ualmente a eso per le emissioni già avvenute è de o commi ed warming ed è
pari a 0,5°
De niamo Forzante Radia vo (RF) il gradiente energe co della terra, quindi E in - E out = + 119
W/m²
- Gradien posi vi indicano un aumento dell’energia nel sistema e quindi un aumento di
temperatura.
- Gradien nega vi sono da da una diminuzione di energia in entrata (può variare la costante
solare) o un aumento di energia in uscite che si ri e ono in una riduzione della temperatura.
Il valore del forzante radia vo mi perme e di confrontare la variazione degli e e sul sistema
clima delle singole variabili che in uenzano questo valore quindi aerosol, uso del suolo, cambi
dell’ irraggiamento solare.
Per esempio:
- l’aumento della CO2 ha determinato una riduzione dell’energia in uscita perchè l’ispessimento del layer di
atmosfera aumenta il grado di ri essione dell’energia in uscita che rimane intrappolata nella Terra e prima
che venga rigenerato l’equilibrio e la terra sia in grado di eme ere tanta energia quanta l’energia che entra,
nonostante il layer di CO2, devono passare mol anni
- l’ozono se esposto alla radiazione ultraviole a anziché comportarsi come gas schermando l’energia in
entrata blocca l’energia in uscita
- AEROSOL : sono piccole par celle che non precipitano a terra è per la forza di gravità ma rimangono
sospese in atmosfera interagendo con i raggi in entrata e in uscita dalla terra e, a seconda della pologia di
aerosol, agiscono da rinfrescante o riscaldante.
- I principali aerosol di zolfo si formano bruciando combus bili fossili nella bassa atmosfera, dove
fortunatamente hanno un tempo di vita breve oppure possono essere emessi anche da a vità
vulcanica raggiungendo la stratosfera dove rimangono vitali per mol anni.
Ques hanno un potere rinfrancante generale sulla terra perchè ri e o la radiazione
- Altra pologia di aerosol scuri provengono dalla combus one di motori che assorbono radiazioni
e hanno un e e o di riscaldamento.
Gli aerosol hanno anche un’azione indire a sul clima s molando la condensazione di nuclei a orno a cui si
formano le nuvole.
Combinando e e o dire o e indire o il radia ve forcing è nega vo e possiamo avere variazioni diverse a
seconda della zona del mondo in cui ci si trova.
- USO DEL SUOLO; variando l’uso del suolo variamo la ri essività della super cie terrestre, infa i campi
col va aumentano l’albedo rispe o alla vegetazione naturale, determinando un ra rescamento della
terra. Deforestando si rilascia in atmosfera CO2, ma aumentando l’albedo risulta maggiore l’energia in uscita
Sappiamo che l’aumento della temperatura precede l’aumento di gas serra in atmosfera: se per esempio a
causa della variazione dell’angolo di inclinazione terrestre, varia la quan tà di energia in entrata/uscita sulla
terra, la temperatura aumenta (radia ve forcing), si scioglie il permafrost liberando anidride carbonica nel
sistema che si accumula ai gas serra incrementando per e e o feedback l’aumento di temperatura.
Questo loop può essere innescato da un aumento di temperatura o da un rapido aumento di CO2 in
atmosfera, come sta accadendo oggi.
La temperatura del pianeta si ada a per trovare l’equilibrio, quindi se si riesce a prevedere il radia ve
forcing è possibile s mare il cambiamento clima co a eso. Predire il radia ve forcing signi ca predire
quan gas serra e aerosol verranno emessi in atmosfera, elaborando le emissioni scenario che dipendono
da quanto produce la popolazione perchè più si produce più si eme e. La produzione umana dipende dal
numero della popolazione, dalla quan tà di produzione e dal metodo di produzione.
Quello che aumenta all’aumentare della produzione è il PIL e di conseguenza le emissioni totali.
L’intensità di emissioni e quindi il PIL è in uenzato da:
- numero di popolazione e quanto queste sono disposte a spendere
- tecnologia di produzione, che a a sua volta dipende da:
- energy intensity: quan tà di energia necessaria per produrre 1$ di prodo o
- carbon intensity: quan tà di CO2 necessaria per produrre 1 J di energia
Me endo in relazione ques tre fa ori o eniamo la relazione di Kaya
—> I (emissione di CO2) = Persone x PIL pro capite x EI x CI
Capendo come varieranno ques tre fa ori nel tempo in modo coerente, siamo in grado di capire come
evolverà il mondo dl punto di vista economico, sociale e tecnologico, elaborando scenari di evoluzione
di eren .
PIL e benessere tendono ad aumentare in modo più rapido rispe o agli avanzamen tecnologici, cioè
all’e cienza energe ca che si riduce dell’1% l’anno
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Gli avanzamen tecnologici infa dipendono anche dal luogo: sono molto più rapidi chiaramente nei paesi
sviluppa rispe o ai paesi in via di sviluppo.
Secondo i report dell’IPCC troviamo propos di eren scenari di emissione, de IRCD o SSP shared
socioeconomics pathways, basa su a ese e proiezioni dei tre parametri sopra elenca .
IRCD sono accompagna da un di erente valore di radia ve forcing a eso a ne secolo, nel 2100: 2,6 - 4,5
- 6 e 8,5.
In termini del bilanciamento del sistema è molto più sbilanciata la revisione con radia ve forcing pari a 8,5.
Ques pa ern sono accompagna anche da un valore compreso tra 1 e 5 che interpretano un diverso
sviluppo socio - economico: scenari che prevedono un mondo in cui la maggior parte dei con i saranno
risol , quindi con i massimi ada amen possibili e scenari dove si a rontano solo parte dei con i .
C’è un forte innalzamento delle temperature su tu a la super cie terrestre ma in par colare modo
nell’emisfero se entrionale e ai poli.
Fino al 2060 abbiamo una variabilità del sistema globale molo variabile ma diventa molto accentuato verso
ne secolo, a causa dei processi di riscaldamento che avverranno nei prossimi anni.
Gli impa clima ci vengono espressi sia come scenari, sia come livelli di
aumen globali della temperatura —> Global Warming Levels mostrano
diversi impa a esi. Al variare della temperature abbiamo variazione anche nei pa ern di precipitazioni e
distribuzione dell’umidità
Spostandoci su una scala regionale sul se ore alpino italiano è stato pubblicato uno studio sul cambiamento
clima co a eso a ne secolo. Sono proiezioni basate su modelli forza da scenari del ISP (?) e sono il
risultato da un scheding di modelli globali (GCM) che vengono riscala scala regionale (RCM). Partendo da
mappe a grande scala con celle di circa 50/100 km si scelgono trame a scala più piccole per in re il nuovo
range di scala scelto (12,5 km).
Gra co a gruppi per rappresentare l’andamento annuale delle precipitazioni ad oggi e in un futuro
prossimo:
- in inverno i valori di portata dei umi sono minimi perchè la portata è in uenzata solamente dalle
precipitazioni solide, perchè non ci sono par colari piogge intense.
- in primavera ( ne maggio-inizio giugno) invece le nevi si sciolgono e si sommano alle precipitazioni liquidi
e i umi sono cara erizza dalle portate massime
- in estate i valori di portata sono rela vamente bassi perchè la portata dipende solamente dalle
precipitazioni liquide (temporali es vi).
- in autunno invece la portata risale rimanendo comunque so o il picco primaverile, perchè tu a la neve si
è già sciolta quindi la portata dei umi dipende dalle abbondan precipitazioni liquide.
Le variazioni nel pa ern di precipitazioni e temperature causano variazioni nel ciclo idrologico che
modi cano la stabilità dei versan , infa una grossa quan tà di acqua crea pressione sulle
rocce spingendole verso il basso per gravità, aumentando la frequenza di even detri ci.
Ricordiamo infa che una maggior presenza di acqua nel terreno riduce la resistenza del
terreno rendendo più probabile l’innesco di fenomeni di stabilità. Inoltre fenomeni di
forte intensità a lungo andare accelerano i fenomeni di decadimento della resistenza delle
componen del terreno e di conseguenza si riduce progressivamente la stabilità del
versante.
Fenomeni franosi sono favorite anche dallo scioglimento e quindi dalla riduzione del
permafrost che funziona da collante tra due blocchi fra ura .
Lo scioglimento del permafrost in uenza anche l’andamento dell’isoterma 0° portandola a quote più alte
dove era solita essere sempre so o 0°. Il range al metrico su cui la quota 0 può abbassarsi varierà
sostanzialmente in futuro provocando con nui fenomeni di gelo e disgelo o addiri ura aumento della
temperatura costante sopra lo 0° in aree che era solite essere perennemente ghiacciate.
La portata a esa alla stazione di chiusura di un bacino idrogra co è condizionata dalle proprietà delle
precipitazioni, oltre che dall’umidità del suolo, dalle geologia e dalle cara eris che ecologiche dell’ambiente
circostante quindi vegetazione e uso del suolo.
Il de usso si genera dal superamento dell’evento di precipitazione della capacità di in ltrazione de terreno,
sopra u o se i terreni sono cos tu da materiali parzialmente impermeabili o da un eccesso di
precipitazione oltre il limite di saturazione del terreno, quindi per even di precipitazioni che perdurano nel
tempo.
Il tempo di corrivazione di un bacino è il tempo che impiega una goccia di pioggia, che cade in in un punto
idraulicamente lontano, per raggiungere la sezione di chiusura.
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Coe ciente di de usso è il rapporto tra il de usso e la precipitazione totale ed è compreso tra 0 e 1.
A parità di uso del suolo il coe ciente di de usso aumenta se aumentano la pendenza (a causa della
gravità) e il tempo di ritorno di una precipitazione, perchè l’evento diventa meno probabile e più intenso e
quindi la quan tà di precipitazioni supera la capacità di in ltrazione e l’eccesso tende a de uire.
Le tre principali strade che possiamo intraprendere per fronteggiare i cambiamen clima ci sono:
- ada amen : rispondere agli e e dei cambiamen clima ci, migliorando la capacità di risposta del
sistema e della popolazione.
Per esempio le barriere nella laguna di Venezia, oppure i te verdi in grado di ritardare l’arrivo a terra di un
evento di precipitazione.
Le misure di ada amento vengono proge ate ed elaborate in qualche anno, quindi sono opere preven ve
che vengono messe in a o anche senza l’intervento dei governi.
A svantaggio invece chiaramente le lunghe tempis che di elaborazione delle infrastru ure devono fare i
con con nuovi e e che si scatenano nel corso degli anni.
Una poli ca di ada amento può essere de nita un successo se ha un’alta prestazione, un’alta e cacia a
scala locale con un basso costo nel tempo.
Azioni di ada amento sono molto u li se combinate con azioni di mi gazione.
I sistemi che stanno prendendo sempre più piede sono gli early warning systems, basa su qua ro fasi di
a vità: conoscenza del rischio, monitoraggio delle soglie di allerta, comunicazione ed educazione della
popolazione. Ques sistemi possono essere locali o geogra ci se l’evento colpisce in maniera capillare un’a
data area.
Per esempio: se si sta monitorando una frana bisogna prima raccogliere da circa le cara eris che
geologiche e urbanis che del versante e il po di movimento che può interessare l’area e
monitorare costantemente parametri come le fra ure nella roccia o la quan tà di precipitazioni.
- mi gazione: poli che a lungo termine orientate alla riduzione delle emissioni che causano cambiamen
clima ci.
Si agisce sul fa ore T nell’equazione di Kaya I = P x A x T per ridurre intensità dei gas serra e migliorare le
tecnologie.
Le capacità di e cientamento sono basse ad oggi, l’intensità energe ca EI si riduce solamente di 1% l’anno,
quindi è più semplice ridurre la Carbon Intensity, passando quindi dall’u lizzo di combus bili fossili a
sorgen alterna ve.
- solare: il principale problema è l’intermi enza diurna e il conseguente stoccaggio cui si dovrebbe
provvedere per immagazzinare l’energia prodo a di giorno e riu lizzarla di no e
- eolico: risorsa limitata alle aree ventose
- biomassa,: servono eccessive quan tà di biomassa da coltura non compa bili con il nostro u lizzo
del suolo. L’ideale sarebbe la produzione di energia partendo da scar alimentari
- idroele rico copre il 16% della produzione energe ca mondiale, ma il suo potenziale è limitato,
infa la maggior parte dei bacini conformi, sono già sfru a per produrre energia idroele rica
- nucleare: richiedi al cos di costruzione ma bassi cos di mantenimento. Rimane però una onte
con svaria proemi di sicurezza
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- stoccaggio CO2:
La CO2 viene stoccata in profondi serbatoi (850m - 1500m) aven una
geometria che perme a l’intrappolamento di uidi e non in conta o con
l’atmosfera a nché non trovi una vai d’uscita per liberarsi in atmosfera.
Sono presen alcuni serbatoi negli sta uni , in Italia solo 1 e pochi in UK.
È una tecnologia ancora in fase di sviluppo.
Purtroppo a ualmente risulta più costosa abbandonare fon tradizionali e spostarsi verso fon alterna ve.
Per incoraggiare la transizione energe ca è necessario far ricadere il costo delle emissioni su chi eme e,
perchè a ualmente è un costo delle società nel suo complesso.
- geo ingegneria: azioni volta ad agire sui processi naturali, privilegiandone alcuni e s molandone e
velocizzando e altri.
La geo ingegneria cerca di modi care il sistema clima co agendo in due direzioni:
- ges one della radiazione solare: i principali tenta vi sono sta fa riguardo all’incremento
dell’albedo inie ando nuclei di condensazione a livelli diversi in atmosfera per rendere le nuvole più
bianche, fenomeno de o cloud seeding. Di questo fenomeno ancora non sono no i pa ern circa le
precipitazioni
- rimozione CO2 dall’atmosfera a raverso nuove piantumazioni di piante, che possono
provocare scompensi nell’ecosistema coinvolto e la s molazione degli oceani a raverso
l’iniezione di ferro per favorire la produzione di plancton e la formazione dei gusci degli
animali tramite la CO2 in acqua.
Non è sempre chiara la risposta dell’ambiente agli interven di geo ingegneria.
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CASE STUDIES:
Caso e e uato per un’azienda che produce energia idroele rica partendo da
una fonte idrica immagazzinata in rocce solubili carsiche.
su proiezioni futura di portata a esa di un’area carsica
Il gestore idrico della zona satura questa sorgente idrica per soddisfare la
richiesta idrica dell’area locale. E’ una risorsa essenziale perché è disponibile
senza il pompaggio umano e i maniera abbondante.
Le acque derivano da in ltrazioni e da una corta di zona satura cos tuta dai
canali interni alle rocce. Dis nguiamo infa zona satura, zona di oscillazione
che si a va solo in caso di even di precipitazione intensa e zona vadosa
interessata sola da un usso ver cale di acqua
Le sorgen carsiche in Italia sono risorse importan solamente al nord e lungo l’Appennino.
Lo studio prevedeva un’osservazione iniziale della variazione del clima nell’area che è stata conver ta in un
modello matema co per conver re il passaggio da precipitazioni a risorsa, cioè gli a ussi delle
precipitazioni sono conver in volumi di acqua che possono ricarica il bacino della sorgente, dopo aver
tolto la porzione interessata a evapo-traspirazione. Questo passaggio dipende dalla capacità di
assorbimento del materiale geologico (quella del calcare si aggira tra il 90 e il 100%).
Questo modello è stato quindi applicato in futuro.
Dall’analisi è emerso che non ci saranno sostanziali variazioni di precipitazioni in quest’area a di erenza
delle temperature che varieranno sostanzialmente, di conseguenza:
- diminuirà l’accumulo di neve al suolo, la portata aumenterà durante i mesi invernali a causa dell’aumento
delle precipitazioni liquide
- le portate es ve rimarranno basse
- si veri cherà un picco secondario autunnale che potrebbe diventare il picco principale che si ripercuoterà
nella disponibilità di acqua nel so osuolo
Aumenteranno i giorni (60 giorni dopo il 2060) so o la soglia di allerta e di disponibilità di acqua di acqua
nel bacino e se il livello di acque del bacino dovesse non raggiunge la soglia per tot giorni, l’agenzia
potrebbe pensare di installare pozzi e macchinari per il prelievo di acqua.
Ricorda che il fenomeni di downscaling si può basare sia su tecniche sta s che che legano le serie temporali
di una grande cella dove è presente la stazione meteo d’interesse e la stazione meteo medie della cella per
cercare una correlazione tra i da , sia su tecniche dinamiche a raverso una riduzione di scala, in endo la
griglia.
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Lezione 28 - mer 21 maggio - lezione camera 16 - Power Point 26
PROCESSO IDROLOGICO
Ricordiamo che il processo idrologico è in uenzato da una componente di precipitazione al solo liquida o
nevosa che può in ltrarsi nel suolo o de uire e da una componente che torna in atmosfera per evapo-
traspirazione.
L’acqua so erranea sopra i 2 metri so o i 2 metri di profondità uisce in ltrandosi in una faglia so erranea
I processi del ciclo idrologico sono lega dalle precipitazioni, quindi tu gli studi circa i de ussi super ciali
dell’acqua devono par re dall’analisi delle precipitazioni.
Per fare previsioni idrologiche bisogna e e uare previsioni meteorologiche, sfru ando modelli ce
riproducono l sica dell’atmosfera a una scala globale e la possibilità di ridurre queste mappe su scala
locale.
Modelli di previsione meteorologica sono sviluppato su durate di eren : breve, medio, esteso e lungo
termine temporale. Più si amplia il raggio temporale più il modello diventa probabilis co e non
determinis co, infa le previsioni svolte in Europa dall’ente ECMWF, che racchiude collaborazioni con tu i
Paesi UE (in Italia se ne occupa l’aeronau ca militare) u lizzano un insieme di 50 modelli.
Ques modelli tarano i da all’interno del modello stesso u lizzano i medesimi parametri misura in tempo
reale nelle poche preceden l’u lizzo del modello stesso
Ques modelli delle precipitazioni vanno inseri poi in modelli idrologici per capire la quan tà di acqua in
a usso e de usso.
I modelli pososno risolvere in maniera esplicita una problema ca o possono sempli care il bacino in
singole unità suddivide in due bacini: una rappresenta l’acqua contenuta nel terreno e uno che
rappresenta l’acqua tra enuta nei corsi d’acqua. Il passaggio dell’acqua da un serbatoio all’acqua e
verso la sezione di chiusura è regolato da 4 coe cien . Ques modelli che assimilano un
bacino idrogra co a un’unica unità si chiamano modelli a parametri concentra o lumped
modello.
La famiglia di modelli semi distribui suddividono il bacino in so o bacini e per ciascuno
vengono risolte delle equazioni che rappresentano i serbatoi.
Mentre i modelli distribui e sicamente basa risolvono i processi sici per ogni cell in cui
viene diviso il bacino, è un approccio raster che conosce tu e le cara eris che di ogni cella.
Questo modello è poco u lizzato proprio per la complessità e la quan tà d da da
analizzare, viene sfru ato solamente quanto si vuole avere un risultato determinis co.
Quando invece è necessario tenere in considerazione le incertezze e implementare l’approccio
probabilis co è favorevole u lizzare i primi due modelli.