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Diritto Privato Completo

Il diritto privato si caratterizza per tre aspetti fondamentali: umano, sociale e normativo, evidenziando che il diritto è creato per l'uomo e necessario in contesti sociali. Le norme giuridiche, che regolano i comportamenti, possono essere classificate in base alla loro generalità e astrazione, e si differenziano dalle norme morali e religiose per le sanzioni applicabili. Infine, l'ordinamento giuridico di uno Stato è dinamico e si basa su fonti di diritto gerarchicamente ordinate, con la Costituzione al vertice.

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Diritto Privato Completo

Il diritto privato si caratterizza per tre aspetti fondamentali: umano, sociale e normativo, evidenziando che il diritto è creato per l'uomo e necessario in contesti sociali. Le norme giuridiche, che regolano i comportamenti, possono essere classificate in base alla loro generalità e astrazione, e si differenziano dalle norme morali e religiose per le sanzioni applicabili. Infine, l'ordinamento giuridico di uno Stato è dinamico e si basa su fonti di diritto gerarchicamente ordinate, con la Costituzione al vertice.

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Diritto Privato

Il diri o ha tre cara eri incontroversi (non si possono me ere in discussione).


● Il cara ere UMANO
● Il cara ere SOCIALE
● Il cara ere NORMATIVO

Il cara ere umano è racchiuso in un brocardo la no " hominum causa omne ius cons tutum
est" (ogni diri o è cos tuito a causa dell'uomo), vuol dire che il diri o è creato per l'uomo,
nonostante sono sta fa nel tempo dei tenta vi per trovare un diri o che valesse per il mondo
subumano o anche per il mondo superumano. Ciò vuol dire che sono sta fa tenta vi pensando
di iden care un diri o che potesse valere anche nel mondo animale, ma è un tenta vo che fallì
subito in quanto gli animali non hanno bisogno di diri o ma sfru ano le leggi della natura, così
come non ne ha bisogno il mondo delle divinità.
Infa l'ar colo 724 del codice penale punisce la bestemmia. Fino al 1999 bestemmiare era un
reato. Dal '99 è diventato un illecito amministra vo. Il legislatore si occupa di difendere l'uomo che
sentendo bestemmiare so re e quindi viene o esa la sua sensibilità/ il proprio senso religioso. Il
legislatore interviene per difendere l'uomo nei confron di un altro uomo che lo o ende.

Il cara ere sociale è racchiuso in un brocardo la no "ubi societas ibi ius, ubi ius ibi societas" ( lì
dove vi è il diri o, vi è una società di uomini e lì dove vi è una società di uomini c'è sempre il
diri o). Quando ci sono più uomini, il diri o è necessario e indispensabile.
Per capire questo conce o basta pensare al racconto di Robinson Crusoe di Daniel Defoe. L'uomo
da solo non ha bisogno del diri o, ma l'uomo in mezzo ad altri uomini ha necessità assoluta del
diri o.
La società a cui si fa riferimento solitamente è sicuramente limitata nello spazio e nel tempo, però
ci sono sta degli uomini che nel tempo hanno pensato di creare un diri o universale ( cioè un
diri o il cui cara ere sociale fosse un cara ere senza spazio né tempo, un diri o che valesse per
tu gli uomini della terra).

Il cara ere norma vo ovvero che il diri o si manifesta a raverso le norme giuridiche.
La norma giuridica è una regola di comportamento. Essa ha una funzione che possiamo osservare
so o il pro lo siologico che so o il pro lo patologico.
― senso siologico: è la "normalità". Quindi la funzione siologica è la funzione naturale che
ha la norma. Essa regola i comportamen degli uomini.
― senso patologico: "patos" mala a. Si parla quindi di anomalia (qualcosa che non va). Nel
senso patologico la funzione della norma è quella di dirimere le controversie, ovvero
me ere pace tra i consocia nel momento in cui nasce una disputa. essa o re una
soluzione alle li .

La norma è fru o di un compromesso, cioè ogni uomo è portatore di interessi e la regola di


comportamento è fru o di un compromesso tra gli interessi di più sogge .
Non esiste una regola di comportamento che vada bene per tu .
La norma di comportamento cambia a seconda del regime in cui si vive (es: nel regime autoritario
la norma è autorità e chi la segue lo fa per more; es: nel caso di un regime democra co la norma
viene seguita per spontanea adesione, perché si pensa che sia un comportamento giusto.)

La norma giuridica rispe o alla legge è il contenuto rispe o al contenitore, ovvero la legge è il
contenitore e al suo interno vi sono le norme giuridiche.
Una legge è composta da più norme giuridiche.

La norma ha un tolo. Prendendo il codice civile no amo che ogni ar colo ha un tolo (rubrica).
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Ogni norma giuridica può contenere diverse par , chiamate commi.

All'interno della norma giuridica c'è la così de a fa specie: è una specie di fa o, ovvero
all'interno della norma è previsto un fa o che è ipote co, cioè potrebbe accadere oppure no. Nella
fa specie all'interno de a norma è prevista l'ipotesi di un fa o.
La fa specie può essere:
● ASTRATTA: in quanto è un'ipotesi e prevede un fa o in maniera astra a;
● CONCRETA: il fa o accade e la norma si concre zza;
● SEMPLICE: quando è composta da un solo fa o, es. morte di un uomo- conseguenza: si
apre la successione nel suo ul mo domicilio;
● COMPLESSA: quando è composta da più fa , es. il matrimonio è composto da più volontà.
Quella dei nubendi e quella dell'u ciale dello stato civile (sia in comune, sia in chiesa);
● A FORMAZIONE PROGRESSIVA: quando si compone di più fa che accadono nel tempo,
es. contra o di vendita: X prome e di vendere casa a Y quando si sarà laureato.

Le norme hanno dei cara eri.


I più importan sono:
― la generalità: la norma si rivolge a tu i consocia ;
― l'astra ezza: in quanto prevede un fa o che può o no accadere.

Ques due cara eri possono avere una gradualità minore o superiore, ovvero se la norma ha un
grado elevato di astra ezza e generalità, si chiamerà norma di diri o comune.
Se la norma ha un grado miniore di generalità e astra ezza, si chiamerà norma di diri o speciale.

La norma può essere classi cata in:


― derogabile: può essere derogata dalle par , cioè i sogge possono decidere diversamente
rispe o alla norma. Questo accade quando all'interno della norma troviamo, ad esempio,
l'espressione "salvo pa o contrario";
― inderogabile o impera va: non può essere derogata dalle par , cioè i sogge non possono
decidere diversamente rispe o alla norma.
― supple va: sono delle norme che vengono in soccorso nel momento in cui i sogge non
decidono su alcuni aspe di un accordo.

Le norme giuridiche sono di eren da quelle morali e religiose. Vi sono però alcune norme
morali/religiose che hanno lo stesso contenuto della norma giuridica, es: uno dei 10
comandamen dice "non uccidere", troviamo l'ar colo 575 del cod.penale una norma che punisce
l'omicidio.
Ci sono norme, invece, con contenuto di erente, es: legge sul divorzio/aborto che la chiesa non
amme e).
Vi sono poi norme religiose che hanno lo stesso contenuto delle norme giuridiche, però la
di erenza sta nella sanzione.
Se viene violata la norma giuridica abbiamo la SANZIONE, che può essere:
― penale: una restrizione della libertà dell'uomo (detenzione);
― amministra va: risarcimento (somma di denaro);
― civile: solitamente vi è un risarcimento del danno (somma di denaro/ripris no della
situazione precedente).
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L'insieme sistema co di norme che regolano e organizzano una colle vità è chiamato
"Ordinamento giuridico".
Esso bisogna essere individuato in ogni singolo Stato, poiché ogni Stato ha un proprio ordinamento
giuridico.
L'ordinamento giuridico è il risultato dei comportamen dei membri della colle vità. È una
stru ura dinamica, che cambia, si trasforma nel tempo, è sempre in con nuo movimento. Nella
stessa società possono convivere più ordinamen .

Il principio di uguaglianza: ”Tu i ci adini hanno parità sociali, sono eguali davan alla legge
senza dis nzioni di razza, di sesso, di religione. Questo principio è rivolto a tu i ci adini, ma
sopra u o al nostro legislatore.
Il 2° comma di questo ar colo ci parla della necessità della Repubblica italiana che si impegna a
rimuovere tu gli ostacoli che limi no le libertà e l’eguaglianza impedendo il pieno sviluppo.

Il principio di equità: l'equità è la gius zia del caso singolo. E' la gius zia del caso concreto, cioè la
possibilità dal giudice di applicare, a raverso lo studio dei fa ori psicologico,storici, economici e
sociali, la gius zia sostanziale là dove c'è soltanto la gius zia formale.
Questo principio non può essere usato arbitrariamente, ma viene u lizzato quando è
espressamente richiesto dalla legge.

LE FONTI DEL DIRITTO: l'origine del diri o, da dove esso nasce.


Fino al '600 si pensava che il diri o nascesse dagli scri degli an chi romani (Cicerone,
Ulpiano,ecc).
Ai giorni nostri le fon del diri o sono di 2 pi:
1. le fon di cognizione: sono tu i documen da cui si può venire a conoscenza del diri o,
es. la gazze a u ciale, a raverso la quale si può prendere conoscenza della legge.
2. le fon di produzione: sono tu quegli a che contengono le leggi. Queste fon di
produzione le troviamo indicate all'art.1 delle pre-leggi (prima del codice civile ci sono 16
ar coli che sono de "disposizioni della legge" in generale).
Questo art.1 è rubricato "indicazioni delle fon ".

Le indicazioni delle fon del diri o dell'art.1 sono:


● le leggi;
● i regolamen ;
● le norme corpora ve;
● gli usi

L'art.1 delle preleggi risale alla nascita del codice civile (1942) e fotografa la situazione dell'epoca.
Le norme corpora ve non vi sono più, poiché risalgono all'epoca fascista (norme corpora ve =
accordi di lavoro tra lavoratori e datori di lavoro). Con la caduta del fascismo, queste norme
scompaiono.

Le fon del diri o sono in ordine gerarchico, ciò signi ca che la fonte di grado superiore abroga la
fonte di grado inferiore, e che la fonte di grado inferiore non può avere un contenuto contrario alla
fonte di grado superiore.

― al ver ce troviamo la Cos tuzione, entrata in vigore nel 1948, stabilisce la disciplina degli
a norma vi, emana Principi Supremi che cos tuiscono limi allo stesso potere legisla vo,
cos tuita di 138 art, è “RIGIDA”,cioè, per essere modi cata ha bisogno di un processo
par colare.
Accanto alla Cos tuzione troviamo le LEGGI COSTITUZIONALI (le regioni a statuto speciale
sono leggi cos tuzionali e vengono messe sullo stesso gradino della cos tuzione).
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― al secondo gradino vi sono i REGOLAMENTI DELL'UNIONE EUROPEA che sono delle leggi
dell'Unione rivolte dire amene ai ci adini dell'UE.
― al terzo posto vi sono le LEGGI DELLO STATO( emanate dal parlamento), gli ATTI AVENTI
FORZA DI LEGGE (sono emana dal governo) e le LEGGI REGIONALI.
Le LEGGI DELLO STATO: tra le leggi dello stato troviamo i codici. Nell'ordinamento giuridico
italiano vi sono 7 codici (CIVILE,PENALE,DI PROCEDURA PENALE,DI PROCEDURA CIVILE,
DELLA NAVIGAZIONE, MILITARE PER LA PACE E MILITARE PER LA GUERRA).
Il nostro codice civile risale al 1942, nasce a raverso la fusione di due codici: il codice del
commercio del 1882(guardava alla ricchezza dinamica, al commercio ovvero ai rappor tra
produ ore e commercian ) e il codice civile del 1865 (si occupava della ricchezza
immobiliare, ricchezza sta ca).
Esso si compone di circa 3000 ar coli, preceduto da 16 PRELEGGI e formato da 6 libri:
1. persone e famiglia;
2. successioni a causa di morte;
3. proprietà;
4. obbligazioni;
5. lavoro;
6. tutela dei diri .
Nella parte nale del codice civile, invece, troviamo le disposizioni di a uazione.
Gli ATTI AVENTI FORZA DI LEGGE sono:
1. i decre leggi, sono emana dal governo in situazioni di necessità e di urgenza,ed è
e cace per 60 giorni, dopodiché o viene conver to in legge oppure perde e cacia.
2. i decre legisla vi, viene posto in essere dal governo però all'interno di una cosidde a
"legge quadro", cioè all'interno di una legge fa a dal parlamento che dà le linee guida, le
dire ve, all'interno delle quali il governo deve muoversi per poter porre in essere il
decreto legisla vo, es. il codice del consumo è un decreto legisla vo.
le LEGGI REGIONALI: no al 2001 erano al di so o delle leggi ordinarie, con la riforma
dell’art 117 della cos tuzione, si è deciso di fare una dis nzione in base alle competenze,
infa vi sono argomen di competenza della regione e quindi legifera essa, argomen di
competenza dello stato e argomen dove legiferano stato e regione insieme.
― al quarto gradino troviamo le DIRETTIVE DELL'UE: esse sono rivolte agli Sta dell'UE che
hanno il compito di recepire, di fare proprie queste dire ve e trasformarle in leggi.
― al quinto gradino vi sono i REGOLAMENTI GOVERNATIVI: sono a norma vi/disposizioni
emanate da autorità indipenden e dal governo con contenuto norma vo ma non hanno
grande importanza e sopra u o lo stesso valore di una legge.
― al sesto gradino vi è la CONSUETUDINE: è l'unica fonte non scri a, composta da due
elemen : uno OGGETTIVO (usus) comportamento sempre uguale nel tempo (reiterazione
di un determinato comportamento da parte di una società) e SOGGETTIVO (opinio iuris ac
necessita s) la convinzione che quel determinato comportamento reiterato nel tempo sia
giusto, comportamento che si ene con convinzione (convinzione di usa che quel
comportamento sia non solo moralmente o socialmente, ma giuridicamente giusto).
La consuetudine può essere di tre pi:
1. CONTRA LEGEM: si manifesta in una desuetudine, cioè in un non tenere il
comportamento che è previsto dalla norma. Se la norma è derogabile la consuetudine
contra legem è possibile e rende la norma priva di e cacia, se la norma è inderogabile la
consuetudine contra legem non può essere esercitata e non può portare all’ine cacia.
2. PRETER LEGEM: la consuetudine preter legem serve a sos tuire/ supplire nel momento
in cui i sogge non decidono su alcune par dell'accordo, quindi sos tuiscono ciò che non
è stato scri o.
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3. SECUNDUM LEGEM: è quella che viene richiamata dalla stessa norma,quando in essa
viene usata l’espressione “secondo gli usi”, un’indicazione che da la norma stessa di come
agire secondo gli usi o consuetudini.

L'INTERPRETAZIONE DELLA NORMA


L'interpretazione è un'a vità fondamentale che serve a modellare la legge su un fa o accaduto e
quindi trasformare una norma da astra a a concreta. Ha la funzione sia di conoscere il signi cato
della norma ma anche la funzione di applicare questo diri o a raverso, anche, una sentenza,
decre o ordinanze dei giudici. Grazie all'interpretazione il diri o può essere applicato.

L'interpretazione si basa su alcuni criteri che troviamo all'art.12 delle preleggi rubricato
“interpretazione della legge".
I criteri sono due:
1. CRITERIO LETTERALE: è il criterio che ha la funzione di cogliere il signi cato della parola
so o il pro lo le erale, sia la parola intesa singolarmente sia la parola inserita in un
contesto di altre parole. Se dall’applicazione di questo criterio il signi cato è chiaro allora
l’interpretazione le erale è stata e cace, è riuscita a farci capire qual è il signi cato ed è
facile applicare questo signi cato al fa o realmente accaduto, se l’interpretazione le erale
risulta ambigua signi ca che essa non è stata su ciente a cogliere il signi cato, allora se il
primo criterio non è su ciente si deve passare al secondo.
2. CRITERIO TELEOLOGICO(scopo/ ne): chi interpreta deve guardare allo scopo che il
legislatore aveva quando ha posto in essere la norma, la RATIO LEGIS (la ragione) per cui il
legislatore aveva fa o la legge, capendo le ragioni per cui venne creata si capirà anche il
suo signi cato.

A raverso questo criterio si può dar vita a due pi di interpretazioni:


● interpretazione ESTENSIVA: quando si estende il signi cato delle parole oltre l’uso cui sono
normalmente des nate (es art 3 “i ci adini sono uguali secondo la legge...” i ci adini in
questo caso vengono intesi come tu gli uomini).
● interpretazione RESTRITTIVA: quando si limita il signi cato delle parole usate dal
legislatore, si limita l’uso normale di quel termine (il fa o che accade va modellato
restringendo il signi cato delle parole).

L'art.12 delle preleggi ha un ul mo comma dove si parla di ANALOGIA.


L'analogia non è un criterio d'interpretazione, per capire cos’è l’analogia dobbiamo sapere qual è il
suo presupposto, esso è una lacuna dell’ordinamento giuridico, il caso in cui manca una
determinata norma che prevede un determinato fa o che accade in maniera concreta.
Nel momento in cui manca tale norma il giudice non può rarsi indietro dal giudicare così l’ul mo
comma indica due strade:
─ ANALOGIA LEGIS: quando un giudice cerca e poi trova una norma che regola un caso simile
in una materia analoga e decide basandosi su questa norma giuridica, se non si dovesse
trovare neanche questa norma si fa ricorso all'analogia iuris
─ ANALOGIA IURIS: ai principi generali dell’ordinamento giuridico,che si ispira ai principi
generali come quello della buonafede o a quello della conservazione del contra o, che il
giudice dovrà analizzare, ada are al caso speci co che viene portato davan a lui e trovare
una soluzione.

L’interpretazione si classi ca anche in base ad i sogge che la pongono in essere:


● interpretazione auten ca: è un’interpretazione svolta dal legislatore stesso ed ha come
presupposto una legge oscura/ambigua (non si capisce il signi cato). Ciò vuol dire che il
legislatore davan ad una legge oscura può emanare una legge che chiarisce quella
precedente. Questa legge ha una cara eris ca par colare, è una legge che guarda al
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passato, la cui e cacia è retroa va, cioè retroagisce nel momento in cui viene emanata la
legge oscura.

● interpretazione giudiziale: è un'interpretazione che viene posta in essere dal giudice. Il


giudice nel momento in cui si trova a risolvere un con i o di interessi fra le par , deve
trovare una soluzione che risul essere un compromesso giusto tra gli interessi fa valere
dalle par in con i o. Per interpretare la legge dovrà emanare un’ordinanza,sentenza o
decreto, interpreterà la norma e la applicherà al caso concreto.
Nel nostro ordinamento il giudice che si esprime a raverso sentenze, ordinanze, decre si
esprime facendo legge tra le par , ma non è vincolante per gli altri giudici. Nel momento in
cui i giudici decidono sempre allo stesso modo allora si parla di GIURISPRUDENZA
COSTANTE ( decidono allo stesso modo sulla stessa causa).
● interpretazione do rinale: è quella posta in essere dagli studiosi di diri o. Anche i giudici
possono interpretare la legge dal punto di vista do rinale, scrivendo un libro o agendo da
studioso del diri o.

SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE


La norma giuridica con ene al suo interno una fa specie, cioè l'ipotesi di un fa o che può
accadere oppure no. Nel momento in cui il fa o accade, si creano dei mutamen nell’ambito dei
fenomeni giuridici che prendono il nome di “SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE" che possono
essere a ve e passive.

La più importante tra le situazioni giuridiche sogge ve a ve è: il DIRITTO SOGGETTIVO.


Il diri o sogge vo è il potere di agire per il raggiungimento di un interesse giuridicamente
prote o, e il potere di reagire nel momento in cui quest'interesse viene leso.
Nel diri o sogge vo abbiamo un:
― PROFILO FISIOLOGICO: dato dal potere di agire per il raggiungimento di un interesse
giuridicamente prote o;
― PROFILO PATOLOGICO: dato dal potere di reagire nel momento in cui l'interesse viene leso.

IL DIRITTO SOGGETTIVO si divide in: diri sogge vi ASSOLUTI e diri sogge vi RELATIVI.

❖ Assolu : sono quei diri che si possono far valere nei confron di tu i consocia . A loro volta
si dividono in due categorie: i diri della personalità e i diri reali.
o I DIRITTI DELLA PERSONALITA' sono i diri dell'uomo in quanto tale, cioè sono dei diri
che nascono con la nascita dell'uomo e sono una categoria sempre aperta alla nascita di
nuovi diri (vita, salute, libertà di pensiero).
o DIRITTI REALI = RES (cosa) sono i diri sulla cosa e sono a numero chiuso, vuol dire che
non sono una categoria aperta, sono soltanto quelli previs dal nostro ordinamento
giuridico. A loro volta si dis nguono in "IUS IN RE PROPRIA”(diri su cosa propria) e
“IURA IN RE ALIENA”(diri su cosa altrui).
- IUS IN RE PRORPIA: il diri o più importante su cosa propria è il diri o di proprietà
(art.833 del C.C)
- IURA IN RE ALIENA: sono diri reali minori e si dividono in diri reali minori di
godimento e diri reali minori di garanzia.
▪ DI GODIMENTO: sono l'uso fru o, uso abitazione, servitù previale ecc.
▪ DI GARANZIA: sono il pegno, l'ipoteca.

Chi è tolare di un diri o sogge vo assoluto (es. diri o di proprietà) può far valere il proprio
diri o nei confron di tu (omnes). Ques tu (omnes) si trovano in una situazione giuridica
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sogge va passiva corrispondente che è il dovere (in neminem laedere), ovvero il dovere di
astenersi dal turbare l'esercizio del diri o.

❖ Rela vi: sono diri che non si possono far valere nei confron di tu ma si possono far valere
nei confron di uno o più sogge determina o determinan .
I diri sogge vi rela vi sono:
➢ diri o di credito: è una pretesa che ha un sogge o a vo (creditore) nei confron di un
altro sogge o (debitore) a nché esegua la prestazione. Se da un lato c'è la pretesa al che il
sogge o esegua una determinata prestazione, dall'altro lato c'è l'obbligo ad eseguire la
prestazione.
➢ diri di famiglia: sono quelli che nascono dal matrimonio (diri o alla fedeltà, assistenza
morale materiale, contribuzione). Sono rela vi perché il marito può farli valere nei
confron della moglie e viceversa.
➢ diri o potesta vo: è il potere di agire per il raggiungimento del proprio interesse
modi cando la sfera giuridica di un'altro sogge o (es. diri o di recesso nel contra o a
distanza). La cara eris ca di questo diri o è che se da un lato la situazione giuridica
sogge va a va è data dal diri o potesta vo, la corrispondenza della situazione giuridica
passiva è la soggezione. Ciò vuol dire che il sogge o che si trova in una situazione di
soggezione non può far nulla per impedire l'esercizio del diri o potesta vo, deve subire.
(es. il datore di lavoro licenzia per giusta causa, il lavoratore non può far nulla).

CASI DI ABUSO DEL DIRITTO SOGGETTIVO


Il diri o sogge vo è un potere (enorme), una libertà, che però non è illimitato, quindi lo si può
usare, ma non abusare (è vietato).
I casi di abuso di questo diri o sono:
● gli a emula vi: li troviamo all'art.833 del codice civile, sono un abuso del diri o sogge vo e
sono tu gli a che creano disturbo o moles e agli altri senza alcuna u lità per chi li compie.
Hanno due aspe : uno sogge vo e l'altro ogge vo.
So o il pro lo sogge vo l'a o emula vo è l'a o fa o con l'intenzione di dare fas dio agli
altri (intenzioni interne al sogge o). L'elemento ogge vo è la mancanza di u lità.
● le immissioni: le troviamo all'art.844 del codice civile, per immissioni sono considerate tu o
ciò che da un fondo vicino arriva in un altro fondo (suoni,polveri,fumi, calori). Esse sono vietate
quando superano la normale tollerabilità.
Il conce o di "normale tollerabilità" viene decisa dal giudice in determina casi, usando dei
parametri: perizia tecnica, priorità dell'uso, di erenza di zona (industriale o residenziale).
● le distanze tra costruzioni: art.863 del codice civile, tra due costruzioni ci deve essere una
distanza di 3 o 5 metri, non minore, perché se si costruisce ad una distanza minore secondo le
decisioni del comune, si possono creare delle intercapedini. Le intercapedini sono degli spazi
ristre dove non c'è luce ed aria e dove possono nascere dei problemi lega all'igiene e
sicurezza degli edi ci.

Un'altra situazione giuridica sogge va a va è la FACOLTA'.


La facoltà è una situazione giuridica sogge va a va che non è autonoma ma vive all'interno del
diri o sogge vo. Le facoltà sono il nome del comportamento che può tenere il sogge o che è
tolare del diri o sogge vo.
Es: diri o di proprietà, il tolare ha il diri o di GODIMENTO E DI DISPOSIZIONE [2 facoltà] di una
casa.

Altra situazione giuridica sogge va a va è l'ASPETTATIVA.


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Abbiamo l'aspe a va quando un diri o sogge vo non si acquista immediatamente ma si acquista
nel tempo, in maniera progressiva.
Es: contra o so oposto a condizione. Tizio vende a Caio una casa nel momento in cui Caio avrà un
trasferimento nel suo lavoro. Se Caio non ha un trasferimento non acquisterà la proprietà della
casa, ma tra la conclusione del contra o e il trasferimento di Caio vi è un periodo che viene
chiamato aspe a va, cioè un periodo di a esa, una sorta di a tudine a trasformarsi in diri o
sogge vo.
Il legislatore prende in considerazione questo periodo di a esa perché durante questo periodo il
sogge o, che ancora non è tolare di un diri o sogge vo ma è in aspe a va, può compiere degli
a conserva vi, cioè degli a che possono tutelare questa sua aspe a va.

Altra situazione giuridica sogge va a va è LO STATUS.


Lo status è la posizione del sogge o all'interno di un gruppo. Questo ci dà l'dea anche di tu e le
norme di cui è des natario il sogge o proprio perché è all'interno del gruppo.
Es: (nell'ambito della famiglia) due persone si sposano, acquistano lo status di coniuge (posizione
che ha il sogge o all'interno della famiglia) e in quanto status di coniuge la persona sarà tolare di
diri e obblighi(fedeltà, retribuzione ecc).

Un’altra tra le situazioni giuridiche sogge ve in parte a ve e in parte passive è la POTESTA'.


La potestà è una sorte di potere/dovere, potere di agire per il raggiungimento non di un proprio
interesse ma di un interesse altrui.
Es: la potestà dei genitori sui gli minori. Il sogge o ha un potere nei confron dei gli minori ma
ha anche un dovere.

SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE PASSIVE:


● il dovere, " in neminem laedere ". Dovere di astenersi dal turbare l'esercizio del diri o.
● l'obbligo,
● la soggezione, corrisponde all'esercizio del diri o potesta vo.
● l'onere, viene racchiuso in una frase: "se vuoi devi". Cioè se vuoi o enere un determinato
risultato devi tenere un certo comportamento.
Es: l'onere della prova. Se vuoi agire in giudizio per far valere i tuoi diri , hai l'onere di
provare i fa che tu deduci in giudizio.
Se vuoi acquistare una casa hai l'onere di concludere il contra o per iscri o.

INTERESSE LEGITTIMO: riguarda il rapporto che c'è tra il privato e la pubblica amministrazione.
ES: l'interesse legi mo è quello che ha il partecipante ad un concorso pubblico al che la pubblica
amministrazione si compor in modo corre o, onesto.

LA PERSONA FISICA
Nel 1942 il linguaggio era un linguaggio tecnico e tu gli uomini erano sta individua come
persone siche. Il legislatore dell'epoca ha fa o una dis nzione tra persona sica e persona
giuridica.
La persona sica, dice l'art.1 del CC, acquista alla nascita la capacità giuridica.
La capacità giuridica è una qualità del sogge o, cioè l'a tudine del sogge o ad essere
des natario di diri e obblighi.
La sogge vità giuridica, invece, l'acquista prima della nascita in quanto nel nostro ordinamento i
nascituri hanno una "sogge vità giuridica".
Si acquista la capacità giuridica nel momento in cui la persona nasce viva, ovvero la persona
respira per la prima volta. Non è necessario il requisito della vitalità, cioè l'a tudine a rimanere in
vita.
Nel momento in cui la persona nasce, bisogna entro 10 giorni dichiarare la nascita all'u ciale dello
stato civile. Può dichiarare la nascita sia i genitori sia coloro che sono presen al parto.
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Nel nostro ordinamento non c'è un obbligo per la madre di riconoscere il proprio glio, non vi è
una norma. Proprio perché non vi è una norma è possibile per la madre partorire e poi lasciare il
glio in ospedale.
La capacità giuridica non si perde mai no alla morte, intesa come la cessazione di ogni a vità
dell'encefalo.
L'art.2 del CC dice che il sogge o, al compimento della maggiore età acquista la capacità di agire.
La capacità di agire è l'a tudine del sogge o a porre in essere degli a giuridici validi.
L'ordinamento giuridico sos ene che a 18 anni il sogge o abbia una maturità psico- sica tale da
badare ai propri interessi.
Dalla nascita no al 18esimo anno d'età la persona è INCAPACE DI AGIRE.
L'incapacità di agire può essere:
● incapacità naturale: secondo l'art.128 del CC è l'incapacità di intendere e di volere che può
colpire le persone maggiori d'età e può colpire queste persone in fase di transizione.
Es: una persona maggiorenne una sera si ubriaca, quindi è incapace d'intendere e di volere,
pone in essere un a o giuridico. Il legislatore dice che se una persona che è "incapace
naturale" pone in essere un a o giuridico, questo a o non sarà valido, ma sarà invalido
perché l'ordinamento giuridico protegge chi perde la capacità di intendere e di volere.
L'a o per essere invalido deve creare un PREGIUDIZIO (un danno) per l'incapace naturale.
Per il contra o, invece, oltre il pregiudizio, deve esserci da parte dell'altra persona
l'APPROFITTAMENTO. In questo caso l'a o è annullabile.
● incapacità legale: si divide in
─ assoluta
─ rela va

L'incapacità di agire assoluta: si chiama così perché chi è incapace assoluto non può compiere a
di ordinaria e straordinaria amministrazione. Vuol dire che non può compiere alcun a o giuridico.
L'a o di ordinaria amministrazione è un a o di ges one del reddito, es. l'acquisto di un
quaderno, una penna, a di vita quo diana.
L'a o di straordinaria amministrazione è un a o che riguarda la consistenza del patrimonio, cioè
un a o da cui dipende una diminuzione o un aumento del proprio patrimonio, es. la vendita di un
appartamento.
Gli incapaci assolu sono:
─ minori d'età sono coloro che la legge considera ne psichicamente ne sicamente maturi
per proteggere i propri interessi. Il diri o crea una nzione giuridica, dove il minore
quando compie un a o di ordinaria amministrazione, agisce come rappresentante dei
genitori.
─ interde

L'interdizione può essere di due pi:


● legale: nasce dalla legge. La possiamo de nire una "pena accessoria" ad una condanna ad
una pena deten va non inferiore ai 5 anni o all'ergastolo. Vuol dire che nel momento in cui
una persona è condannata ad una pena deten va non inferiore ai 5 anni o all'ergastolo gli
viene combinata una pena accessoria, la persona è automa camente interde o. Però la
persona può compiere gli "a personalissimi", cioè può sposarsi, può riconoscere un glio
naturale, può fare testamento.
● giudiziale: nasce da una sentenza del giudice. Il giudice a raverso una sentenza dichiara la
persona interde a.
I presuppos per cui il giudice possa dichiarare interde a una persona sono:
- che la persona sia a e a da una mala a mentale grave e abituale. (ques sono agge vi
che quali cano l'interdizione che la dis nguono da altre interdizioni)
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La famiglia e i paren entro il 6° grado e i paren in secondo possono chiedere l'interdizione. Lo
stesso giudice può chiedere l'interdizione, così come la persona stessa può chiederla, il cosidde o
"interdicendo".
Il giudice decide sia a raverso una perizia tecnica, ovvero una perizia medico-legale, sia
personalmente, il giudice parlerà con la persona e la discussione si concentrerà su vari pun . Il
giudice farà delle domande che riguardano sia il tempo che lo spazio, poiché la persona deve
dimostrare di avere la cognizione del tempo e di sapersi orientare, e di avere la cognizione del
valore del denaro.
Nel momento in cui il giudice dichiara l'interdizione la persona non può compiere nessun a o
giuridico.
L'interde o agisce nel mondo del diri o a raverso un tutore.
Il TUTORE è un rappresentante legale, una persona che sos tuisce l'interde o e che agisce in
nome e per conto.

INCAPACI DI AGIRE RELATIVI


Gli incapaci di agire rela vi possono compiere da soli gli a di ordinaria amministrazione, per
compiere gli a di straordinaria amministrazione hanno bisogno dell'assistenza del curatore.
Il curatore è colui che assiste l'incapace rela vo, vuol dire che integra la sua volontà.
Il curatore appone accanto alla rma dell'incapace rela vo la SUA rma.
Questa apposizione di rma non è altro che l'integrazione della volontà dell'incapace rela vo, che
rende valido l’a o; se manca la rma, l’a o è considerato non valido e verrà dunque annullato.

Gli incapaci rela vi sono:


❖ INABILITATI: L’inabilitato può compiere a di ordinaria e straordinaria amministrazione da solo
ma con il consenso di un curatore. Sono coloro che so rono di una mala a di mente non tanto
grave (a di erenza dell’interdizione giudiziale).
Gli inabilita sono:
― Il tossico dipendente;
― L’alcolista;
― Il prodigo (colui che sperpera il denaro per ostentazione);
― Il ludopa co (colui che sperpera il denaro per gioco);
― I cechi e i sordo mu che non hanno avuto un’educazione su ciente tale da badare ai
propri interessi.

❖ MINORI EMANCIPATI
Se il minore, tra i 16 e i 18 anni, con autorizzazione del Tribunale, si sposa, diviene minore
emancipato. Tale sogge o (una volta raggiunta l’emancipazione) può compiere a di ordinaria
e straordinaria amministrazione con assistenza del curatore autorizzato dal giudice, che può
essere l’altro coniuge (se maggiorenne) o i genitori.
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AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO
La legge n.6/2004 introduce signi ca ve modi che al codice civile individuando la gura
dell'amministratore di sostegno.
L'amministrazione di sostegno (art.404) è un is tuto generale dire o a provvedere alle esigenze di
protezione della persona che per e e o di una MENOMAZIONE FISICA O PSICHICA, si trova nella
IMPOSSIBILITA', ANCHE PARZIALE O TEMPORANEA, DI PROVVEDERE AI PROPRI INTERESSI.
I presuppos per l'amministrazione di sostegno possono essere quindi mala e siche (che
vengono prese in considerazione per la prima volta) o mentali o entrambe.
È la mancanza di autonomia che rende la persona bisognosa di un sostegno (di un aiuto).

L'amministratore di sostegno è una gura DUTTILE, cioè si modella rispe o all'esigenze del
bene ciario.
L’amministratore è nominato dal giudice tutelare, che con DECRETO oltre a nominarlo, stabilisce gli
a che può compiere a seconda delle problema che del bene ciario.
L'amministratore ogni 3-6 mesi o un anno (a seconda delle esigenze del bene ciario) ha l'OBBLIGO
di relazionare davan al giudice per far presente la situazione (cosa accade, se vi sono esigenze
nuove ecc).

Il giudice tutelare indica periodicamente:


- Gli a che il bene ciario può compiere soltanto con l’assistenza dell’amministratore;
- Gli a che l’amministratore compirà (da solo) in qualità di rappresentante legale del
bene ciario.

La persona quindi conserva la capacità di agire per gli a che non richiedono la rappresentanza
esclusiva o l’assistenza necessaria dell’amministratore di sostegno; in quanto si vuole concedere
alla persona un minimo di autonomia nella vita di tu giorni. Allo stesso tempo la denominazione
BENEFICIARIO perme e al sogge o di non essere e che ato all’interno della società come
interde o o inabilitato ed è per questo mo vo che l’amministrazione di sostegno rappresenta una
gura molto importante nel mondo della disabilità.
L’amministratore è scelto di preferenza tra gli stre congiun dell’interessato e dovrà tener conto
dei bisogni e delle aspirazioni del bene ciario.

Con tale gura si cercano di limitare quanto più possibile i casi d’interdizione giudiziale o
d’inabilitazione, ricorrendovi solo nei casi in cui l’amministrazione di sostegno risul INIDONIA ad
assicurare protezione al sogge o interessato (criterio residuale dell’interdizione).
Il giudice deve pertanto capire se può applicare la legge e può quindi nominare un amministratore
di sostegno. Se l'amministratore di sostegno non sembra la gura più ada a nella situazione
speci ca del sogge o e allora potrà interdire o inabilitare (in via residuale) e quindi
automa camente nominare un tutore o un curatore.

DIFFERENZA TRA HANDICAP E DISABILE


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● disabilità: non è mai al singolare, andrebbe de o "le disabilità", poiché la disabilità non è
una ma sono tan ssime. Disabile è una persona che sta male, che ha una menomazione sia
sica che psichica.
● handicap: la parola handicap NON COINCIDE con la parola "disabilità". L'handicap è una
risposta che nasce dal fa o che la società dà una risposta nega va al problema della
disabilità. E' l'incapacità della società di accogliere chi ha una disabilità.
Es: nasce l'handicap nel momento in cui una persona sulla sedia a rotelle non riesce a
camminare sui nostri marciapiedi.

I DIRITTI DELLA PERSONALITA'


I diri della personalità sono diri sogge vi assolu che si possono far valere “erga omnes”(nei
confron di tu ) e ques tu hanno una situazione giuridica sogge va passiva che è il neminem
laedere (dovere).
I diri della personalità sono i diri di cui l'uomo è portatore e sono diri dell'uomo in quanto
tale, nel senso che NON ESISTE UOMO SENZA DIRITTI DELLA PERSONALITA'.
I diri della personalità sono stre amente lega alla civiltà del Paese; possiamo, infa , desumere
la civiltà di un ordinamento giuridico e quindi di un Paese da come tutela i diri della personalità.
Non in tu i Paesi sono tutela i diri della personalità. Sono diri estremamente importan e
che cambiano il po di vita dell’uomo.

NASCITA DEI DIRITTI DELLA PERSONALITA'


Con la seconda Guerra mondiale, le persecuzioni razziali, la bomba atomica l’uomo fu privato della
vita ma sopra u o fu privato della dignità e dei valori di cui lui stesso è portatore.
L’uomo non era considerato un bene da tutelare, perché i beni da tutelare so o il pro lo giuridico
erano solo le cose (beni susce bili di valutazione economica), quindi l’uomo non veniva preso in
considerazione so o questo punto di vista.

Dichiarazione universale dei diri dell’uomo


Proprio questo periodo, portatore di tragedie, spinse la nascita il 10 dicembre 1948 della
dichiarazione universale dei diri dell’uomo a opera dell’Organizzazione delle Nazioni Unite
(ONU).
In questa dichiarazione per la prima volta si sente il bisogno di tutelare giuridicamente l’UOMO in
quanto tale.

La dichiarazione universale dei diri dell’uomo inizia con un preambolo in cui vi sono i
presuppos , i mo vi per cui il legislatore pone in essere una legge.
- Art. 1 → “Tu gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diri . Essi sono dota di
ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. In quel
periodo storico, infa , era stata eliminata sia la ragione che la coscienza, l’uomo non esisteva
più, non era più portatore di valori.
- Art. 2 → “Ad ogni individuo spe ano tu i diri e tu e le libertà enunciate nella presente
Dichiarazione, senza dis nzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di
religione, di opinione poli ca o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di
nascita o di altra condizione”.
Pensiamo alle persecuzioni razziali ad opera del nazismo.
- Art. 3 → Ogni individuo ha diri o alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della persona.
(Il fa o che un ar colo senta il bisogno di dire che ogni individuo ha diri o alla vita sembra un
paradosso, perché l’individuo se esiste è perché vive, quindi il fa o di ribadire l’esigenza di
avere un diri o alla vita ci fa capire che l’uomo non esisteva più in quanto essere umano).
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Convenzione europea dei diri dell’uomo
Segue alla dichiarazione dei diri dell’uomo la CEDU (Convenzione europea dei diri dell’uomo)
del 1955:
- Art. 1 → “obbligo di rispe are i diri dell’uomo”
- Art. 2 → “diri o alla vita”
In questo caso il diri o alla vita viene inteso con determina limi .

Carta di Nizza
La Carta di Nizza del 2000 doveva essere una sorta di “Cos tuzione europea” anche se non lo è
stata perché non tu i Paesi membri l’hanno rmata e approvata; però essa con ene i diri
fondamentali dell’UE.
Il Cap I è in tolato DIGNITA’. Della dignità non si parla né nel codice civile né nella nostra
Cos tuzione, è un conce o rela vamente nuovo.
- Art. 1 → “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispe ata e tutelata”
La dignità può essere considerata un mezzo di quali cazione della vita; perché la vita si può
considerata tale se è una vita dignitosa, non si può scindere la vita dalla dignità. La dignità è
quindi uno strumento di valutazione della vita. Nel momento in cui parliamo di vita, di tutela
della vita dobbiamo parlare di dignità.
- Art. 2 → “Ogni individuo ha diri o alla vita. Nessuno può essere condannato alla pena di
morte, né gius ziato”.
All’art. 2 quindi viene ribadito il diri o alla vita, e nei principi dell’UE viene esclusa la pena di
morte a di erenza di altri Paesi.

I DIRITTI DELLA PERSONALITA' NELL'ORDINAMENTO GIURIDICO


I diri della personalità godono di una tutela a ventaglio: tutela da parte della Cos tuzione, da
parte del Codice Civile, da parte del Codice Penale e da parte di tante leggi complementari.

I diri della personalità sono una connotazione dell’uomo e presentano alcuni CARATTERI:
● Sono IMPRESCRITTIBBILI: cioè non possono cadere in prescrizione, pertanto anche se non
vengono usa non si perdono, cioè non si es nguono.
La prescrizione è un is tuto giuridico che porta all'es nzione di un diri o non esercitato dal
tolare per un periodo di tempo indicato dalla legge. La ra o della norma è individuabile
nell'esigenza di certezza dei rappor giuridici. Ad esempio per il risarcimento del danno la
legge dispone che se passano 5 anni il diri o di es ngue, cade in prescrizione.
Quindi se il diri o non viene usato per un certo periodo di tempo essi si es ngue per non uso,
cioè si prescrive.
● Sono INTRASMISSIBILI : non si possono trasme ere per successione a causa di morte, in
quanto sono diri che nascono con l’uomo e che muoiono con esso e quindi non possono
essere trasmessi agli eredi.
● Sono INDISPONIBILI: non si possono disporre, quindi non si possono vendere (quindi essere
ogge o di scambio) o donare;

I diri della personalità all’interno della COSTITUZIONE


Prima del 1948 si è discusso molto sulla natura giuridica dei diri della personalità, perché vi
erano due corren di pensiero:
1. Teoria monis ca → chi sosteneva che il diri o della personalità fosse UNITARIO cioè esisteva
solo un diri o della personalità;
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2. Teoria pluralis ca → esistevano TANTI diri della personalità quante erano le situazioni
giuridiche sogge ve di cui l'uomo era portatore.

Questa diatriba fu superata con l'emanazione della Cos tuzione, perché all'art.2 della Cos tuzione
i diri della personalità vengono considera come diri inviolabili dell'uomo sia come singolo sia
nelle sue formazioni sociali, perché l'uomo è portatore di interessi e ques interessi servono
all'uomo per la realizzazione della propria personalità.
Pertanto la ra o legis (il ne di questa tutela) è quella di far sì che l'uomo possa a raverso
l'esercizio di ques diri realizzare la propria personalità. L'uomo che riesce a realizzare la propria
personalità è un uomo socialmente soddisfa o, produ vo, sano, un uomo che dà un contributo
alla società.
Sempre all'interno della Cos tuzione, oltre l'art.2, troviamo altri ar coli che tutelano i diri della
personalità:
● Art. 4 → DIRITTO AL LAVORO:
La Repubblica riconosce il diri o al lavoro a tu i ci adini e promuove le condizioni che
rendano e e vo questo diri o. Tu hanno diri o ad un lavoro, perché a raverso il lavoro si
realizza la personalità dell'uomo.
Collegato all'art.4 vi è:
● Art. 36 → DIRITTO ALLA RETRIBUZIONE:
Ogni individuo ha diri o ad avere una retribuzione proporzionata (equa) alla quan tà e qualità
del suo lavoro e in ogni caso su ciente ad assicurare a sé e alla propria famiglia una vita
dignitosa.
Gli art.4 e 36 sono lega perché non esiste un diri o al lavoro se non vi è una retribuzione
adeguata.
● Art. 41 → LIBERTA' DI INIZIATIVA ECONOMICA:
L'inizia va economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'u lità sociale o in
modo da recare danno alla sicurezza o alla libertà.
Anche questo ar colo è legato al diri o al lavoro perché chiunque è libero di poter iniziare un
percorso lavora vo in maniera autonoma, senza vincoli o imposizioni.

● Art. 32 → DIRITTO ALLA SALUTE:


c,1→ la Repubblica tutela la salute come fondamentale diri o dell'individuo e interesse della
colle vità e garan sce cure gratuite agli indigen . Quindi tu nel nostro ordinamento hanno il
diri o di curarsi, non soltanto le persone ambien o ricche; tu gli indigen hanno diri o ad
avere prestate cure gratuitamente. (molto diverso rispe o ad esempio alla situazione che c'è in
America in cui non si può essere cura se non si ha un assicurazione o se non si paghi).
c,2→ Il diri o alla salute è espressione della libertà dell’uomo: il principio che vige nel nostro
ordinamento è quello della libertà di cura cioè ognuno di noi è libero di scegliere il po di cura che
può essere tradizionale o alterna va (pensiamo ad esempio alla cura omeopa ca); tale libertà è
assoluta a meno che non vi siano delle cure non legi mate dallo Stato (pensiamo ad esempio alla
cura per staminali).
La libertà consiste anche nel decidere di curarsi o di non curarsi. L'individuo può infa decidere di
non voler intraprendere alcuna cura, in quanto nel nostro ordinamento non esiste alcuna
possibilità di essere costre a curarsi.
Quindi l’uomo ha il diri o alla salute e anche la libertà di scegliere.
La libertà di cura presenta però dei LIMITI tra cui il TSO (tra amento sanitario obbligatorio) posto
in essere solo nei casi estremi:
1. Quando vi è una mala a di mente tale da porre in pericolo sia la persona stessa che gli altri
(tanto da essere portato con la forza in una stru ura idonea per le cure);
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2. Quando vi è una mala a infe va tale da poter portare alla morte della persona e di chi gli sta
accanto;
3. La persona incapace. Pensiamo ad esempio al minore di età se questo si trova in situazione di
pericolo di vita il medico deve immediatamente intervenire, quindi ha l’obbligo di salvare la vita
anche vi è il ri uto dei genitori.
Questo perché se vi è libertà, vi deve essere anzitu o coscienza ossia la consapevolezza di ciò che
si fa. Per esserci consapevolezza vi deve essere informazione, non esiste coscienza o
consapevolezza se non c'è informazione.

Nel 2008 la Corte Cos tuzionale parlò per la prima volta di “consenso informato”→ è la decisione
presa da chi è informato e ha la consapevolezza rispe o a quali sono le cure, qual è il percorso
terapeu co e quali sono le conseguenze che dalle cure possono derivare.
Se il sogge o malato ha diri o di scegliere, il medico ha l'obbligo di informare, non può curare
l'ammalato se prima il malato non viene informato su tu o, questa informazione si concre zza e si
esplica nel far rmare un documento al paziente per informarlo su tu e le alterna ve di cura e sui
rischi a cui va incontro.
Prima questo pro lo dell'informazione non esisteva, era possibile chiedere al medico di non dire il
po di mala a, ma oggi questo non è più possibile.

Collegato al diri o alla salute è il Testamento biologico (in America de o living will) che dovrebbe
consistere (dovrebbe perché è stato ogge o di mol ssimi proge di legge ma non è mai stato
conver to in legge) in una dichiarazione an cipata di tra amento (DAT). Si tra a dell'espressione
della volontà da parte di una persona in condizioni di lucidità mentale, la quale ri uta
l'accanimento terapeu co nell'eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di
intendere e di volere.
L'accanimento terapeu co è composto da quelle cure anche invasive e delle volte dolorose a cui i
medici so opongono il malato per prolungarne la vita; oppure sono dei tra amen che riguardano
l'alimentazione forzosa nel caso ad esempio della persona in coma.

Il Testamento biologico è stato ogge o di numerose cri che. Anzitu o chi cri ca il testamento
biologico lo fa poiché sos ene che c'è sempre una di erenza tra il momento in cui il sogge o pone
in essere il testamento biologico e il momento in cui si diventa incapaci di intendere e di volere.
Il problema è: in questo arco temporale la persona può cambiare idea? La preoccupazione è che la
persona che si trovi in quella situazione ormai di incapacità di intendere e di volere non può
manifestare ciò che realmente vuole.
Allo stesso tempo però la possibilità che l'uomo possa decidere cosa gli debba accadere nel
momento in cui diventa incapace di intendere e di volere, è una possibilità che ri e e la libertà
dell'uomo di condurre il po di vita che l'uomo vuole vivere.

Accanto al testamento biologico si pone il diba to sull'eutanasia (dal greco “eu” - dolce -) è la
dolce morte: ossia la possibilità di decidere, nel caso in cui si ha una mala a incurabile, nel caso in
cui il sogge o è so oposto a grandi so erenze, nel caso in cui non si abbia la dignità della vita, di
decidere di morire in maniera assis ta (a raverso ad esempio il distacco dalle macchine o
assumendo dei medicinali che provocano la morte).

Si tra a di una possibilità esistente in diversi Paesi europei ma che in Italia tu 'oggi viene negata.
Anche in questo caso sono presen dei proge di legge ma è di cile che nel nostro paese si arrivi
a concepire l'idea dell'eutanasia, essendo il nostro un paese ca olico (nonché per la presenza del
Va cano) ponendo quindi un obbie va di coltà.

● DIRITTI ALLA LIBERTA’


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Tra i diri alla libertà vi sono:
- Libertà di corrispondenza
- Libertà di associarsi
- Libertà di religione
- Libertà di circolazione

● LIBERTA’ DI PENSIERO:
Il più importante diri o di libertà è enunciato all’art. 21 → libertà di pensiero.
Tu hanno diri o di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola o scri o e ogni altro
mezzo di di usione. La libertà di pensiero riguarda il diri o di esprimere un'opinione diversa dalle
altre.
Questa libertà sfocia anche nella possibilità di diventare obie ori di coscienza. L'obiezione di
coscienza è la volontà espressa di ri utarsi di partecipare a determina accadimen . È sempre una
manifestazione della libertà.

Ad esempio nell'aborto vi sono medici che dichiarano espressamente di non voler partecipare a
questa pra ca (tranne il caso in cui non vi sia altra alterna va e la donna è in pericolo di vita il
medico nonostante sia obie ore deve comunque intervenire).

Un'altra manifestazione dell'obiezione di coscienza è la legge del '93 che riguarda gli studen di
veterinaria che consente chi è contrario alla sperimentazione animale a non partecipare alle lezioni
e manifestare la propria obiezione di coscienza.

● DIRITTO DI CRONACA:
Un altro pro lo del diri o alla libertà di pensiero è il diri o di cronaca che riguarda il diri o dei
giornalis di raccontare i fa di cronaca così come sono accadu .
Questo diri o ha però dei limi :
1. La veridicità della no zia
2. La no zia deve essere di interesse pubblico
3. Di questa no zia se ne deve parlare in modo con nente senza accanimento e morbosità.

Un aspe o del diri o di cronaca è il diri o di cri ca (sogge va), cioè poter dare una no zia ltrata
con il proprio pensiero, cioè poter commentare il fa o con un proprio giudizio personale.

Il diri o di cri ca è legato al diri o di sa ra, una forma di giudizio individuale che con arte ed ironia
il sogge o descrive un fa o di cronaca.
Anche questo diri o ha dei limi → a raverso l'arte ed ironia non si devono violare i diri
fondamentali dell'uomo. Se da questa sa ra è scaturito un danno interviene l'art. 2043 sul fa o
illecito, quindi al risarcimento del danno.

Diri della personalità tutela dal CODICE PENALE:

● DIRITTO ALLA VITA: è il diri o più importante dell'uomo, tutelato dall'art. 575 c.p. che prevede
e punisce l'omicidio. La vita è tutelata dall'ordinamento giuridico dal momento in cui ha inizio
(concepimento).

Legge sull'aborto:
La legge sull'aborto risale al 1978, legge n. 194, è una legge che viene messa sempre in discussione
ed ogge o di numerose cri che, poiché contraria al diri o alla vita.
Questa legge bilancia l'interesse del bambino appena concepito e l'interesse della donna.
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A raverso l'aborto viene tutelata la salute psico- sica della donna. Tra i due interessi, quello della
donna e quello dell'appena concepito entro i 3 mesi, il legislatore fa pendere la bilancia nei
confron della donna.

La prima cri ca riguarda il fa o che questa legge è dedicata esclusivamente alle donne in cui
l'uomo (il padre) non viene considerato. L'uomo viene coinvolto in questa scelta solo in base alla
volontà della donna (“ove la donna lo consenta”). Lei può operare anche senza informare il padre,
quindi anche contro la sua volontà.

Art. 1: ci dice che il presupposto è che l'interruzione volontaria della gravidanza non sia un mezzo
per il controllo delle nascite ma riguardi solo casi limite.
Art. 4: entro i primi tre mesi vi può essere un'interruzione volontaria della gravidanza solo se essa
compor gravi conseguenze alla sua salute sica e psichica o del bimbo, o sulla base delle sue
condizioni economiche, sociali o familiari.
Ad esempio in caso di stupro l’aborto è considerato uno dei modi per tutelare la salute psichica
sica della donna ed il bimbo (in quanto il glio non voluto può portare delle conseguenze non
solo alla madre ma anche al bimbo).
Art. 6: dopo i primi tre mesi l'aborto è vietato. È possibile solo quando la gravidanza o il parto
compor no un grave pericolo per la vita della donna o quando siano accertate anomalie o
malformazioni del nascituro.

La legge sull'aborto è una legge che mol cri cano ma che nessuno ha il coraggio di modi care
perché è considerata comunque una conquista perché ha permesso alla donna di non abor re in
stru ure e di evitare medici non idonei.

Procreazione medicalmente assis ta:


La legge sulla procrezione medicalmente assis ta (2004) tutela la donna e l'uomo che non possono
avere gli in quanto perme e alla donna di poter procreare in modo ar ciale. Si tra a di una
legge residuale poiché molto costosa e non ne è permessa la pra ca se non per estrema necessità.

Collegata a questa legge è il problema della maternità surrogata (vietata in Italia), talvolta
denominata “utero in a o”, si ha quando una donna si presta a portare a termine un'intera
gravidanza, no al parto, su commissione di una singola persona o di una coppia (eterosessuale o
omosessuale) incapaci di generare o concepire un bambino/a.
Nel nostro Paese il ricorso alla surrogazione di maternità è vietato.

● DIRITTO ALL'ONORE (sen mento sogge vo legato alla propria personalità):


L'art. 594 c.p. prevede e punisce l'ingiuria, ovvero un'o esa che viene rivolta a una persona
presente. Precedentemente era un reato, ma dal 2016 è stato depenalizzato.
L'ingiuria tutela comunque il diri o all'onore.

● DIRITTO ALLA REPUTAZIONE (la propria immagine pubblica):


La reputazione sono tu i valori di cui noi pensiamo di essere portatori, ma sopra u o che noi
pensiamo gli altri ci a ribuiscano (fama, s ma sociale).
L' art. 595 prevede il reato di di amazione, che riguarda l'o esa rivolta a una persona assente
di fronte ad altre persone.

Diri della personalità tutela dal CODICE CIVILE:

● DIRITTO ALL'INTEGRITA' FISICA:


L'art. 5 pone il divieto degli “a di disposizione del proprio corpo” che possono provocare una
diminuzione permanente dell’integrità sica.
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Qual è la RATIO LEGIS? La ra o legis è quella di mantenere l'integrità sica dell'uomo, poiché un
uomo integro è un uomo che socialmente ha un valore più alto. Il conce o d'integrità è legato al
valore sociale dell'uomo.

Proprio perché esiste il diri o all’integrità sica vi è il divieto di compiere a di disposizione del
proprio corpo che diminuiscano questa integrità; esiste anche il divieto di compiere ques a (di
disposizione del proprio corpo) contrari alla legge (a norme impera ve), all’ordine pubblico e al
buon costume.

La diminuzione dell’integrità sica è ammessa solo in par colari casi ad esempio quello del medico
che per salvare la vita di una persona deve amputare un arto. Non rientrano invece nel divieto
previsto all’art. 5 per esempio la donazione del sangue o dei capelli.

Deroghe dell'art. 5:
L’art. 5 presenta delle deroghe (la deroga è l’eccezione che conferma la regola):
1. la legge n.458/67 sul TRAPIANTO DEL RENE: “in deroga al divieto di cui all’art. 5 c.c. è
ammesso disporre a tolo gratuito del rene in trapianto tra persone viven ”.
La donazione del rene è un a o di volontà libera; quindi è un a o che non acce a né
condizioni né termini. Nel momento in cui si decide di donare un rene, si subisce una
diminuzione permanente d'integrità sica.
Questa libertà si basa sul consenso informato, chi dona, previa autorizzazione del tribunale,
deve essere informato su tu o ciò che può accadere e che accade a una persona che vive
con un solo rene, con tu e le problema che che possono derivare. La persona che decide
di donare deve essere perfe amente consapevole ed è libera → può decidere anche poco
prima dell’intervento di non donare più, senza avere delle responsabilità.
La donazione, inoltre, è a tolo gratuito non vi deve essere in alcun modo nessuna
speculazione. Nel nostro ordinamento non è possibile fare commercio di par del proprio
corpo, non è possibile venderli (a di erenza di altri Paesi dove invece è possibile).
2. la legge del 1982 sulla RETTIFICAZIONE SULL’ATTRIBUZIONE DEL SESSO
Prima del 1982 in Italia non si poteva cambiare sesso, chi decideva di farlo doveva andare
fuori. Per poter cambiare sesso è necessaria una sentenza del tribunale. Il tribunale deve
infa ascoltare sia la persona che vuole cambiare il sesso ma anche il giudizio dei medici
che dichiarano che la persona ha questa necessità (senza cambiare sesso la vita della
persona è una vita infelice e non potrà realizzare la propria personalità).
Nell’82 per poter cambiare sesso all’anagrafe doveva essere e e uata l’operazione, quindi
doveva esserci e e vamente il mutamento del sesso a raverso l’operazione. Dal 2016 la
Corte Cos tuzionale ha deciso che questo vincolare il cambiamento all'anagrafe con
l'intervento era una forma di abuso.
Quindi i sogge che vogliono cambiare sesso e lo vogliono fare anzitu o all’anagrafe
(modi cando i cara eri secondari della persona ad esempio assumendo delle cure
ormonali) non hanno l’obbligo di a rontare l’operazione e possono vedere il loro nome
cambiato all’anagrafe e quindi avere un acce azione sociale senza doversi necessariamente
so oporsi a un intervento chirurgico.

Donazione di organi in caso di morte:


Quando una persona muore può disporre del proprio cadavere, ovvero ha la possibilità di scegliere
che po di ne farà il proprio corpo, il cosidde o "iuris digeneris sepultum". Esiste la possibilità
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della sepoltura e dal 2000 anche della cremazione per poi disperdere le ceneri.

Rispe o al proprio corpo, sempre nel momento in cui si muore, c’è la possibilità di donazione
degli organi. Il riferimento è la legge dell’aprile del ’99 → “disposizioni in materia di prelievi di
trapian di organi e tessu ”.
Nel momento in cui viene diagnos cata la morte (cessazione di ogni a vità celebrale) si può
procedere alla donazione degli organi.
Prima del ’99 per essere donatori di organi bisognava essere iscri o all’associazione donatori
oppure aver dichiarato espressamente di voler essere donatori di organi. In questo modo però
pochissime persone risultavano essere donatori quindi il legislatore ha posto in essere questa legge
basandola sul principio del silenzio assenso. Secondo tale principio tu siamo donatori tranne
coloro che dichiarano espressamente di non volerlo essere.
Donatori siamo tu tranne le persone che hanno un’età per la quale non possono essere più
donatori, persone che hanno problemi di salute, gli incapaci, i minorenni che non hanno i genitori
(che possono decidere al loro posto).
Questa legge fece molto scalpore nel ’99 tanto che nacquero delle associazioni contro
l’usurpazione degli organi, la paura era infa quella della donazione di organi non essendo però
realmente mor , nel caso ad esempio di morte apparente. Quindi vi deve essere l’accertamento
della morte.
● DIRITTO AL NOME:
l'art. 6 tutela il diri o al nome → il nome è l’appella vo con cui la persona viene iden cata
rispe o alle altre. Il nome è composto da un nome scelto solitamente dai genitori e il cognome
del padre.

Un tempo non esistevano i cognomi, le persone venivano chiamate soltanto per nome ma di
fronte a tante persone che portavano le stesso nome, è nata la necessità (per dis nguere gli
individui) di aggiungere il cognome ispirandosi ad esempio al nome del padre (Di Pietro), al
mes ere (Ferri), ad una disabilità familiare (Zoppe ), ad un modo in cui una persona veniva
e che ata o ad una cara eris ca della persona (Allegra).

Ul mamente si è molto parlato del problema del cognome, in Spagna ad esempio la persona
che nasce prende il cognome sia della madre che del padre; in Germania si sceglie al momento
del matrimonio; in Italia ancora il cognome è quello del marito, dell’uomo.

Il glio nato fuori dal matrimonio assume il cognome del genitore che per primo lo ha
riconosciuto.
I bambini non riconosciu assumono nome e cognome decisi dall’u ciale di stato.

Il nome è IMMODIFICABILE, può essere solo aggiunto un secondo nome con decreto del
prefe o della provincia di residenza.

● TUTELA DEL DIRITTO AL NOME:


L’art. 7 dispone la tutela del diri o al nome può avvenire a raverso l’azione di contestazione
nel momento in cui un terzo proibisce ad un altro l’uso del proprio nome. Quando ci si trova di
fronte ad una situazione del genere la persona che si trova contestata (impedita a usare il
proprio nome) può esperire di fronte al giudice l’azione di contestazione, per fare valere il
proprio diri o ad usare quel nome (nome e cognome).
Un altro caso è quello dell’uso indebito del nome altrui, quando un sogge o si appropria del
nome di un altro, oppure quando il nome viene u lizzato in maniera abusiva ad esempio per
pubblicità o per spe acolo. In ques casi c’è la possibilità di esperire l’azione di:
1. Usurpazione (quando un terzo u lizza un nome altrui per iden care la propria persona)
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2. Reclamo (quando un terzo compie a vol ad ostacolare al sogge o l’u lizzo del nome
legalmente a ribuitogli)
3. U lizzazione abusiva (quando un terzo u lizza il nome altrui per iden care un personaggio
di fantasia o un prodo o commerciale)

Anche il diri o allo PSEUDONIMO viene tutelato. Lo pseudonimo è il nome d’arte, ad esempio
Lorenzo Cherubini in arte Jovano . Il nome Jovano avrà la stessa tutela che avrà il nome Lorenzo
Cherubini, proprio perché lo pseudonimo è equiparato al nome vero e proprio.
● DIRITTO ALL'IMMAGINE
L'art.10 tutela il diri o all'immagine -- per immagine intendiamo le sembianze individuali
del sogge o (i tra del volto, la sionomia). Non è vietato ritrarre qualcuno (fotografare,
fare un ritra o), quello che è vietato è la divulgazione dell'immagine. Quindi il diri o che si
intende con la legge è quello di non vedere la propria immagine divulgata, di usa.
La persona che viene ritra a, a nché l'immagine venga divulgata deve dare il proprio
consenso.

Il diri o all'immagine si ricollega alla legge del 22 aprile 1941 n.63 sui diri d'autore e in
par colare agli ar . 96 e 97.
- Art.96: " il ritra o di una persona non può essere esposto, riprodo o o messo in
commercio senza il consenso di questa, salve le disposizioni dell'ar colo seguente";

- Art.97: il consenso non è necessario per ragioni speci che:


a. Quando ci sono ragioni di polizia, ed esempio l'immagine di persone che sono state
condannate o che sono so oposte ad un processo. In questo caso è una ragione di ordine
pubblico e di sicurezza sociale.
b. Quando la persona è una persona nota e svolge nel momento in cui viene ritra a una
funzione pubblica (il presidente della Repubblica che va in visita in uno Stato straniero).
c. Quando ci sono ragioni di scienza (o di cultura); pensiamo al premio Nobel.

Diri della personalità emersi dalla GIURISPRUDENZA


I diri della personalità emersi dalla giurisprudenza sono i diri della personalità emersi dalle
sentenze de giudici.
● DIRITTO ALL'OBLIO:
È il diri o di essere dimen ca , vuol dire che se una persona ha commesso un illecito e poi
ha espiato la sua condanna facendo una pena deten va, ha diri o al che la sua storia venga
dimen cata. Ha diri o a non essere e che ato ed iden cato con ciò che era in passato.
Il diri o all'oblio si fa valere anche nel caso in cui vengano rimossi i propri da dalle
ricerche su internet.
● DIRITTO ALL'IDENTITÀ PERSONALE:
Consiste nel diri o di non vedere stravolta/cambiata la propria iden tà personale ossia
di non vedere travisate le proprie idee, i propri comportamen , i propri cara eri, le proprie
passioni, la propria persona (persona non come sembianza ma come interiorità).

Possiamo prendere ad esempio una causa che è stata intentata da un prete nei confron
della Lega Nord. La Lega Nord aveva creato un manifesto per pubblicizzarsi e in questo
manifesto c’era l’immagine di questo prete. Il prete si è sen to o eso da questa
comparazione con la Lega Nord, perché il prete negli anni si era sempre ba uto per
integrare i più deboli, per salvare gli emargina . Pertanto nel momento in cui all’immagine
della Lega viene accostata all’immagine del prete che ha sempre comba uto per
l’integrazione del più debole, questo prete ha visto violato il proprio diri o d’integrità
personale. Ha infa ritenuto che questo accostamento travisasse la propria iden tà
personale, le proprie idee, il proprio modo di vivere.
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Diri tutela dalle LEGGI COMPLEMENTARI
• DIRITTO ALLA PRIVACY
Il diri o alla privacy si biforca in due pi di diri o:
1. Diri o ad avere la propria vita privata;
2. Tutela rispe o al tra amento dei da personali (banche da ).

Abbiamo diversi ar coli che contemplano il diri o alla privacy (anche nella Cedu e nella Carta di
Nizza):
- Art. 8 → ogni persona ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che lo
riguardano.
Esiste anche un Codice della privacy introdo o da una legge complementare (d.lgs./2003). È un
codice perché si tra a di una raccolta di norme che tra ano la privacy.

Esiste la gura del garante.


Il garante è un sogge o al di sopra delle par che ha, come garante della privacy, sia strumen di
controllo ma anche sanzionatori.

La protezione dei da personali è necessaria in quanto sopra u o con l’avvento dei computer e di
internet la raccolta dei da personali è diventata molto più semplice. Una volta la raccolta dei da
personali veniva fa a per iscri o. Legata alla raccolta dei da personali è anche la conservazione, il
tra amento e la di usione di ques da .

Per quanto riguarda la conservazione e il tra amento di ques da vi sono due pi di garanzia:
• garanzia a cara ere generale: riguarda il rispe o della dignità dell'uomo. I da devono essere
raccol nel rispe o della dignità dell'uomo.
• garanzie speci che che a sua volta si dividono in:
─ garanzie pubbliche: vuol dire che questa garanzia può essere so oposta ad un controllo
pubblico. E' un controllo che viene fa o dal garante della privacy.
─ garanzie private: può essere so oposto ad un controllo privato. E' un controllo che
viene fa o da ognuno di noi, è dato dal consenso dell'interessato rispe o al
tra amento dei da personali.

Dis nguiamo due pi di da personali:


1. Da sensibili → sono tu quei da che riguardano le abitudini, le idee, le condizioni di salute
del sogge o. Riguardano perciò la sfera in ma del sogge o.
Per la tutela dei da sensibili è necessario che vi sia:
- il consenso scri o dell’interesso (controllo privato)
- l’AUTORIZZAZIONE del garante (pro lo pubblico)

2. Da normali → tu gli altri da .


Per ques da è previsto:
- il consenso dell’interessato, non per forza scri o (controllo privato)
- COMUNICAZIONE al garante da chi tra a i da personali.
-
In questo caso quindi il garante non da l’autorizzazione come per i da sensibili, ma vi è l’obbligo
di comunicare al garante che si stanno raccogliendo i da su una determinata persona.
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Strumen di tutela dei diri della personalità:
➔ Ex art.2043 (ex vuol dire secondo l’ar colo) rubricato il FATTO ILLECITO: “qualunque fa o
doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto obbliga colui che ha commesso il fa o
a un risarcimento del danno”. Pertanto nel momento in cui viene leso un diri o della
personalità interviene l’ex art. 2043 che consente a chi è stato danneggiato di esperire l’azione
di risarcimento del danno.
➔ Sequestro: può capitare ad esempio che venga pubblicato un libro che con ene delle lesioni
rispe o a determinate persone, allora ci si rivolge al giudice il quale può disporre il sequestro
dei libri, dei giornali o di tu o ciò che lede i diri della personalità
➔ Re ca: pensiamo ad esempio quando un giornale di ama una persona. La persona agisce in
giudizio e il giornale è obbligato a fare una re ca, cioè scrivere che ha sbagliato e che quello
che è stato scri o non era la cosa giusta. La re ca il giornale deve farla con la stessa modalità
gra ca con cui aveva dato la no zia, quindi se la no zia era stata data a cara eri cubitali, la
re ca deve essere fa a con gli stessi cara eri.

SCOMPARSA, ASSENZA E MORTE PRESUNTA

Scomparsa (art. 48 c.c.):


Una persona scompare quando non si hanno più no zie della persona nel luogo del suo ul mo
domicilio (o residenza) e non ci sono ragioni, né di studio né di lavoro, né di salute né di viaggi,
quindi diventa irreperibile. Chi è interessato (un parente, un amico o il pubblico ministero) può
presentare denuncia alle forze dell'ordine. Oltre a questa denuncia c'è anche il ricorso al giudice,
a nché a raverso un decreto (decreto di scomparsa) emanato dal tribunale dichiari la scomparsa.
Dichiarando la scomparsa, il tribunale nomina un CURATORE (da non confondere con la gura che
assiste l’incapace rela vo) dei beni dello scomparso. Ha il compito di amministrare i beni dello
scomparso, perché so o il pro lo giuridico il patrimonio rimane vacante cioè senza un tolare (e
questo nel nostro ordinamento non è possibile). Il curatore provvede alla ges one dei beni
ponendo in essere gli a di mantenimento e di conservazione dei beni nel periodo in cui la
persona non è presente. La ges one tornerà nelle mani del tolare nel caso dovesse tornare.

Assenza (art. 49 c.c.)

Dopo due anni dalla scomparsa, i paren ma in par colare i presun eredi (presun perché la
persona non è morta ma è assente), fanno ricorso al giudice a nché con una sentenza il tribunale
dichiari l'assenza della persona.
Nel momento in cui il tribunale dichiara la persona assente, si può aprire il testamento (se il
testamento c'è) oppure i successibili entreranno in possesso dei beni ereditari (secondo la legge),
entrano nel POSSESSO dei beni ereditari ma NON ne diventano i proprietari.
Se volessero disporne giuridicamente (ad esempio per venderli) devono chiedere l’autorizzazione
del giudice. Gli eredi quindi hanno l’obbligo di ges re il patrimonio e in cambio la legge consente
loro di farne propri i fru , e quindi acquistare la proprietà dei fru e delle rendite.

Se l’assente ritorna, all’assente verranno riconsegna tu i beni (ma non i loro fru , i proven , le
rendite dei beni perché erano divenu di proprietà dei presun eredi).

Morte presunta (art. 58 c.c.)


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Dopo dieci anni dalla scomparsa (e 8 dall’assenza) tramite sentenza del tribunale viene dichiarata
la morte presunta della persona.
La morte presunta è una presunzione (so o l'aspe o giuridico è un mezzo di prova), la de niamo
come una illazione, cioè vuol dire che da un fa o noto (persona scomparsa) noi traiamo un fa o
ignoto(persona che è morta).
Con questa dichiarazione i presun eredi diventano PROPRIETARI quindi eredi e e vi dei beni del
patrimonio del morto presunto e da quel momento possono disporne liberamente.

Nel caso in cui il morto presunto ritorni, lui dovrà riprendere i beni nello stato in cui si trovano, cioè
ciò che gli eredi hanno lasciato. Se gli eredi hanno venduto tu o, il morto presunto non troverà più
nulla.

Una par colarità riguarda il matrimonio in caso di morte presunta.


Quando viene dichiarata la morte presunta l’altro coniuge (marito o moglie) può risposarsi, ma se il
morto presunto ritorna, secondo la legge il nuovo matrimonio è considerato nullo e rivive il
vecchio matrimonio.
In questo caso ci si rivolge al giudice che immediatamente eme erà una sentenza di divorzio.

SEDE DELLA PERSONA


So o il pro lo giuridico esiste:

― la RESIDENZA: so o il pro lo giuridico è il luogo dove la persona vive abitualmente.


Solitamente coincide con il domicilio, ovvero il centro degli interessi della persona, es.
lavoro, studio. Possono anche non coincidere.

― la DIMORA: è il luogo in cui la persona vive transitoriamente. (Pensiamo ad esempio ad una


camera d’albergo oppure ad una casa per le vacanze).

― il DOMICILIO: è il luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei propri a ari ed
interessi.

Il domicilio può essere:


- Legale → ssato dalla legge. (Ad esempio solitamente il domicilio dei gli è lo stesso del
domicilio della madre)
- Volontario → deciso dal sogge o.
- Generale → se riguarda tu gli a ari della persona.
- Speciale → riguarda un a are in par colare. (Pensiamo ad esempio a un cliente che pone
il suo domicilio nello studio legale del suo avvocato. È una scelta volontaria però che è
imposta sulla base di un esigenza del cliente rispe o ad un a are par colare del sogge o).
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OGGETTO DEL DIRITTO
L’ogge o del diri o è cos tuito dai BENI.
I beni sono uno STRUMENTO DI SODDISFAZIONE dei bisogni dell’uomo.
Nel terzo libro del codice civile (proprietà) del 1942 troviamo l'art.810 che introduce il conce o di
BENE.
“è bene ogni cosa che può formare ogge o di diri ”.

Questa de nizione è però incompleta perché questo ar colo parla dei beni solo in riferimento alle
cose, cioè tu o ciò che si può toccare. Ma in realtà ci sono anche dei beni immateriali. Questa
nozione quindi va rile a sos tuendo alla parola cosa la parola u lità. Quindi consideriamo l’art.
810 a ermando:
“è bene ogni u lità che può formare ogge o di diri ”.

Il conce o di bene è un conce o rela vo perché dipende dall’evoluzione della civiltà in relazione
alla:
- Capacità di sfru are le risorse naturali (es. scoperta del petrolio come fonte di energia)
- Mutare dei bisogni umani, che possono essere di tre pi:
1. Vitali (lega all’esigenza di ves rsi o di nutrirsi);
2. Indo dalla civiltà (telefono, pc);
3. Beni che soddisfano esigenze di appagamento interiore (opera d’arte, lm).

So o il pro lo giuridico pensiamo ai beni in natura che possono essere:

• ILLIMITATI: presen in natura in quan tà illimitata, RES COMUNES OMNIUM, cioè beni
comuni a tu . Es: la luce del sole, l'aria che respiriamo.

• LIMITATI: presen in natura in quan tà limitata.

Questa di erenza oltre ad essere quan ta va è una di erenza che riguarda l’uomo e la sua
relazione con il bene:
- Nei beni illimita vi è solo un rapporto libero senza limi tra l’uomo e il bene.
- Nei beni limita prima che si istauri un rapporto tra uomo e bene, è necessario che si istauri un
rapporto tra uomo e uomo. Infa il bene essendo presente in quan tà limitata non potrà
soddisfare i bisogni di tu ma solo di alcuni ed allora subentra il rapporto tra uomini, perché
tu hanno interesse ad usare quel bene.
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CLASSIFICAZIONE

All'art.812 troviamo la classi cazione più importante:


• Beni IMMOBILI: il bene immobile per eccellenza è il suolo e tu o ciò che è incorporato ad
esso stabilmente. (es: alberi, case)
• Beni MOBILI: tu o ciò che non è bene immobile è considerato mobile.
• Beni MOBILI REGISTRATI: automobili, navi, aerei.

Il diri o si occupa di questa dis nzione per quanto riguarda la circolazione dei beni, cioè la
possibilità che un bene passi da una persona all’altra (vendita, permuta).

Vi è infa di erenza tra la circolazione del bene mobile e del bene immobile:

La circolazione del bene immobile ha bisogno di una procedura giuridica complessa, avviene in
modo formale in quanto è necessario l’a o scri o e la pubblicità cioè la trascrizione dell’a o nei
pubblici registri.
Es. Per vendere una casa bisogna porre in essere un contra o di vendita (a o scri o) il quale verrà
trascri o nei pubblici registri immobiliari in modo da renderlo pubblico.

I beni mobili circolano in modo più rapido e libero senza par colari formalità grazie alla regola
“possesso vale tolo”.
Questo modo di circolazione del bene tutela la circolazione della ricchezza.
Se un sogge o vende un bene mobile, anche non essendone proprietario, ad un altro sogge o
quest’ul mo diventerà proprietario del bene se l’acquisto è in buona fede e se si tra a di un a o
valido.

I beni mobili registra dovrebbero circolare liberamente come i beni mobili, ma circolano più
lentamente. Questo perché stru uralmente è un bene mobile, ovvero non è incorporato al suolo,
ma giuridicamente circola come un bene immobile poiché essi sono trascri nei pubblici
registri(annotano la vita giuridica del veicolo).

Un'altra dis nzione è tra:


• Beni MATERIALI: beni che si possono toccare non solo con le mani ma anche con gli
strumen . (Es: l'ele ricità che non si può toccare con mano ma vi sono degli strumen per
farlo)
• Beni IMMATERIALI: i beni che non si possono toccare e tu i diri che possono essere
ogge o di un contra o.
Es. diri di credito che rappresentano la pretesa di un sogge o a vo a nché un altro
sogge o passivo tenga un determinato comportamento. Gli strumen nanziari cioè tu i
prodo nanziari che sono fon di inves mento dei risparmi. Il contenuto delle banche
da e le opere dell’ingegno (il diri o d’autore).
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Un'altra dis nzione riguarda:
• Beni FUNGIBILI (o beni generici): sono quei beni che appartengono ad un medesimo genere
e per questo possono essere sos tui con altri beni del medesimo genere e medesima
quan tà.(Es: il denaro.)
• Beni INFUNGIBILI (o beni speci ci): sono quei beni che non possono essere sos tui .
Hanno determinate cara eris che che li rendono unici e non sos tuibili con altri beni.
(Es: libro con dedica, il quadro di Picasso.)

Questa dis nzione è importante ai ni della responsabilità per adempimento dell’obbligazione e


per quanto riguarda la trasmissione dal venditore all’acquirente della proprietà.

Altra dis nzione riguarda:


• Beni CONSUMABILI (o ad u lità semplice): sono i beni che possono essere sogge a un
solo uso dopo di che perdono la loro u lità. (Es: cibo, benzina, soldi)
• Beni INCONSUMABILI (o ad u lità permanente): sono beni che possono essere sogge a
più uso senza perdere l'u lità. (Es: ves , auto)

Inoltre:

• Beni DETERIORABILI: si deteriorano con l’uso, perdono il loro valore iniziale;


• Beni INDETERIORABILI: beni che con il passare del tempo non si deteriorano.

• Beni DIVISIBILI: possono essere divisi in par omogenee senza perdere la loro natura,
funzione, u lità. (Es. Una casa grande divisa in due appartamen autonomi);
• Beni INDIVISIBILI: non possono essere divisi senza perdere la loro individualità.

La dis nzione tra beni divisibili e indivisibili è importante per l'esercizio del diri o di divisione, che
è un diri o potesta vo, cioè può essere esercitato soltanto se il bene è divisibile.

• Beni DI CONSUMO: soddisfano dire amente i bisogni umani.


• Beni PRODUTTIVI: producono ricchezza per i quali scaturiscono i fru , che a loro volta
possono essere:
Fru naturali → Nascono senza bisogno dell’uomo e la loro produzione è periodica. La
proprietà si acquista con il distacco. (Es: I fru di un albero).
Fru civili → nascono dal corrispe vo del godimento di altri beni. Si acquistano giorno per
giorno in relazione alla durata del proprio diri o. (Es: Dal contra o di locazione nasce il
canone di locazione che è il corrispe vo del godimento del bene).

UNIVERSALITA’ (art. 816 c.c.)

Universitas rerum (universalità di cose): è un complesso di beni mobili che appartengono ad un


unico proprietario e che hanno una medesima funzione. L’universalità può essere ceduta nel suo
complesso ma è anche possibile che il proprietario venda singolarmente i beni.
Es. La biblioteca in cui vi sono tan beni mobili, ma hanno un unico proprietario ed un’unica
funzione. La biblioteca può essere venduta sia nel suo complesso ma è possibile vendere anche i
libri singolarmente.
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Il gregge composto da tante pecore (gli animali nel cc sono considera beni) che hanno un’unica
funzione e un unico proprietario.

PERTINENZE (art. 817 c.c.)


La per nenza è ogni cosa mobile o immobile des nata in modo durevole a servizio o ad ornamento
di un'altra cosa mobile o immobile. Quindi abbiamo la cosa principale e la per nenza. La
des nazione può essere e e uata dal proprietario della cosa principale o da chi ha un diri o
reale sulla medesima.

I presuppos per cui ci possa essere la per nenza riguardano un:


- Pro lo sogge vo: riguarda la volontà del proprietario della cosa principale di far si che la cosa
accessoria sia di per nenza della cosa principale.
- Pro lo ogge vo: riguarda il collegamento posto in maniera durevole tra una cosa accessoria
(per nenza) rispe o ad una cosa principale.

Le per nenze possono essere:

― Da bene MOBILE a bene MOBILE:


Es. La cornice sarà una cosa mobile ad ornamento rispe o al quadro.
La scialuppa di salvataggio sarà una cosa mobile a servizio rispe o alla nave.

― Da bene IMMOBILE a bene IMMOBILE:


Es. Il box auto in un appartamento.

― Da bene MOBILE a bene IMMOBILE:


Es. Statua di un giardino, clima zzatore in una casa.

Regime giuridico delle per nenze


Come circolano le per nenze?
La per nenza segue la cosa principale cioè nel momento in cui si aliena una cosa principale se non
si dice nulla viene venduta anche la per nenza.
Es: Se il proprietario espressamente non dice nulla, venderà l’appartamento con tu e le sue
per nenze.
Il proprietario della cosa principale può però anche venderla senza la per nenza, ma deve essere
espressamente dichiarato. (Es. L’appartamento senza il box auto).

Il problema nasce nel momento in cui la per nenza e la cosa principale sono di due proprietari
di eren .
Se la per nenza è un bene mobile ed il proprietario che vende la cosa principale non ha de o nulla
si ri ene trasferita anche la per nenza (per la regola “possesso vale tolo”).

Se la per nenza è un bene immobile chi acquista la per nenza potrà rivalersi sul precedente
proprietario. Cioè se il proprietario della cosa principale vende anche la per nenza, il proprietario
della per nenza può rivalersi nei confron del nuovo proprietario che ha acquistato anche la
per nenza per avere indietro il bene acquistato.
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Nel caso di due beni immobili (bene principale e per nenza): la per nenza viene venduta insieme
al bene principale ma essa è di proprietà di un altro proprietario.
Il proprietario può averla indietro (riacquistarne la proprietà) essendo un bene immobile ma deve
provare che apparteneva a lui. Deve dimostrare che l’aveva acquistata in una data precedente
rispe o alla vendita della cosa principale.
LA PROPRIETA'

I diri reali (dal la no res = cosa) sono i diri sulle cose.


Li dis nguiamo in:
─ diri reali su cosa propria → diri o di proprietà
─ diri reali su cosa altrui

a. Diri reali di godimento: uso, usufru o, abitazione, super cie, en teusi, servitù prediale;
b. Diri reali di garanzia: pegno e ipoteca

Del diri o di proprietà si parla sia nella Cos tuzione sia nel Codice Civile.

Il diri o di proprietà nella Cos tuzione


La Cos tuzione parla del diri o di proprietà e garan sce contemporaneamente l'esistenza della
proprietà individuale nel nostro ordinamento giuridico.
La Cos tuzione sancisce il diri o di proprietà all’art.42 stabilendo che è un diri o
cos tuzionalmente garan to ed è a dato alla legge il compito di regolare i modi di acquisto, le
azioni a difesa della proprietà e i limi del diri o.
La Cos tuzione speci ca inoltre che la proprietà è sia pubblica che privata.
La proprietà privata in quanto is tuto tutelato dalla Cos tuzione non può essere cancellato a
favore di una proprietà colle va. In Italia il diri o di proprietà è un diri o accessibile a tu ma
goduta individualmente.

Il c,2 dell’art. 42 dispone che lo scopo della tutela del diri o di proprietà è anche quello della
FUNZIONE SOCIALE, cioè di rendere la proprietà non solo accessibile a tu ma che venga sfru ata
nella maniera più e ciente

Funzione sociale della proprietà → due casi:


1. A o forzoso di un fondo agricolo(art. 44): il proprietario terriero ha determina obblighi nel
rispe o del suo fondo agricolo (grande appezzamento di terra). Se il fondo agricolo è
completamente abbandonato un imprenditore agricolo può chiedere al proprietario del
terreno di concederglielo in a o a nché possa col varlo. Se il proprietario del terreno non è
d’accordo, l’imprenditore agricolo può rivolgersi al giudice il quale, valutando i fa , con la
sentenza stabilisce un a o forzoso: in questo modo l’imprenditore agricolo pagando un
canone potrà sfru are quel terreno.

Il terreno agricolo è un terreno che ha una funzione sociale, c’è un interesse a nché la
proprietà sia sfru ata in modo e ciente. Un terreno agricolo abbandonato è un danno per
l’intera colle vità, invece il terreno agricolo sfru ato in maniera adeguata è un vantaggio per
tu .

2. Proprietà conformata: è una proprietà individuale che nasce già con dei vincoli; ad esempio la
proprietà di una casa all’interno di un parco naturale. Si tra a di una proprietà con dei vincoli
poiché all’interno del parco naturale non si può edi care, non si può sopraelevare, non si
possono abba ere gli alberi ecc, bisogna mantenere la situazione sia so o il pro lo della
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costruzione e della natura così com’è. Quindi bisogna rispe are la funziona sociale, ovvero
rispe are la natura del parco e che tu hanno diri o di godere di questa zona.

Il diri o di proprietà nel Codice Civile

Nel nostro codice civile (1942, nato dalla fusione tra il codice civile del ’65 e il codice di commercio
dell’82) il diri o di proprietà è delineato all’art. 832 rubricato “contenuto del diri o”:
“Il proprietario ha diri o di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i
limi e con l’osservanza degli obblighi impos dall’ordinamento giuridico”.

Si parla di esclusività, in quanto tende ad escludere gli altri dal godimento e dal poi poter turbare
l'esercizio del diri o.

Questo ar colo 832 viene costruito sopra il vecchio art. 436 del Codice civile del 1865, nel quale
veniva delineato il CONTENUTO del diri o di proprietà:
“la proprietà è il diri o di godere e disporre delle cose nella maniera più assoluta entro i limi
dispos dall’ordinamento giuridico”.

In questo ar colo c’è la tensione tra la libertà dell’individuo (proprietario) e il vincolo ossia il limite
posto dall’ordinamento giuridico entro i quali deve muoversi il proprietario.

L’art. 832 non de nisce la proprietà ma esclusivamente il contenuto del diri o. Anche in questo
ar colo c’è la tensione tra il potere e il vincolo, quindi tra la libertà dell’individuo e il vincolo
imposto dall’ordinamento giuridico; è un binomio rimasto dall’art. 436 e riportato dal legislatore
all’art. 832 del c.c. a uale.

CONTENUTO DEL DIRITTO DI PROPRIETA’


L’art. 832 dispone che il proprietario ha diri o di “godere e disporre delle cose”: il godimento e la
disposizione sono due facoltà ossia due situazioni giuridiche sogge ve a ve non autonome in
quanto vivono all’interno del diri o sogge vo (diri o di proprietà). E in par colare:
• Il GODIMENTO è inteso come uso materiale della cosa, questo vuol dire che se sono
proprietario di una cosa, della cosa posso fare ciò che voglio: posso usarla, posso non
usarla, posso usarla in qualunque modo voglio no addiri ura ad avere il potere di
distruggerla.
• La DISPOSIZIONE non viene vista so o il pro lo materiale ma so o il pro lo giuridico. Il
proprietario può disporre della cosa liberamente: può vendere il bene, può darlo in
locazione, può farlo ogge o di una permuta, può donarlo.

L’art. 832 con nua: “in modo pieno ed esclusivo”:


• La pienezza si contrappone alla nudità. Indica una cara eris ca del diri o di proprietà che
è quello dell’ELASTICITA’. Questo signi ca che il diri o di proprietà può ridursi e quindi
comprimersi e una volta compresso può ritornare a essere come prima. Si può comprimere
esclusivamente in presenza di diri reali su cosa altrui (godimento e garanzia)
trasformando il diri o di proprietà in una nuda(diventa piccolo, c'è un diri o reale minore)
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proprietà; e nel momento in cui i diri reali su cosa altrui cessano, il diri o di proprietà
ritorna come prima e quindi si espande.
• L’esclusività poiché il diri o di proprietà è un diri o sogge vo assoluto quindi può
escludere gli altri dal godimento del diri o; ques altri hanno il neminem laedere.

L’art. 832 con nua dicendo “entro i limi e l’osservanza degli obblighi impos dall’ordinamento
giuridico”.

I limi del diri o di proprietà possono essere:

▪ Limi nell’interesse PRIVATO


1. ATTI D’EMULAZIONE (art. 833): sono gli a che hanno come unica nalità quella di
nuocere gli altri senza che vi sia una reale u lità per il sogge o che li compie (ad esempio la
costruzione di un muro per togliere la vista al vicino).
A nché vi sia un a o emula vo è necessario un:
▪ Pro lo sogge vo → è l’intenzione di nuocere ad altri e quindi di dare fas dio;
▪ Pro lo ogge vo → la mancata u lità.

2. IMMISSIONI (art. 844): sono scuo men , esalazioni, fumi e rumori che da un proprietario
passano ad un altro. Le immissioni per essere vietate devono superare il normale livello di
tollerabilità, ed essere perciò intollerabili.
A giudicare il livello di tollerabilità è il giudice che valuterà caso per caso, prendendo in
considerazione:
▪ Il luogo (zona residenziale o industriale);
▪ Le ragioni di produzione di tali immissioni (ad esempio nel caso di un Azienda che da
pos di lavoro in questo caso sarà l’azienda che con nuerà a lavorare a discapito del
singolo);
▪ La priorità di pre uso (come nella causa tra Mc Donald e Valen no che in questo caso si
è deciso in base alla priorità dell’uso, ossia chi c’era prima).

3. DISTANZE TRA COSTRUZIONI (art. 873): tra una costruzione e l’altra è necessaria una
distanza che non sia inferiore a 3 metri. Dispone inoltre che nei vari Comuni questa distanza
può essere anche aumentata (5 metri). È la RATIO LEGIS di questa norma è quella di evitare
la nascita di “intercapelli” ossia di spazi ristre dove non arriva luce o aria che
rappresentano un pericolo sia per la salute sia per ragioni di sicurezza.

4. LUCI DELLE VEDUTE sono regolamentate in maniera severa in quanto è necessaria per
ragioni di privacy un a accio ad una distanza minima tra una costruzione e un’altra.

▪ Limi nell’interesse PUBBLICO


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1. L’ESPROPRIAZIONE è il potere che ha lo Stato di privare il sogge o della proprietà di un bene
nel momento in cui vi sono delle ragioni di pubblica u lità. Si espropria ad esempio per
costruire strade, pon , ospedali, scuole ecc.
L’espropriazione rappresenta un grande limite del diri o di proprietà, il privato perderà infa
la proprietà de ni vamente; il proprietario potrà solo subire tale limitazione proprio per il
soddisfacimento dell’interesse pubblico (risponde alla funzione sociale della proprietà).
Formalmente la legge ci dice che all’esproprio corrisponde un equo indennizzo, ma nella realtà
dei fa il privato non è mai soddisfa o poiché la proprietà viene valutata sempre al minimo.

2. La REQUISIZIONE è la so razione della disponibilità del bene per un determinato periodo di


tempo. Si veri ca quando accadono even gravi di urgenza e necessità e lo Stato non è in
grado far fronte a tali even (pensiamo ad esempio a un alluvione), si trova così costre o a
requisire gli immobili (case, palazzine) dei priva .
Occorre precisare che lo Stato non acquista la proprietà ma ne acquista la disponibilità
(momentanea) per ragioni superiori rispe o all’interesse del privato. Cessa i fa i beni
ritorneranno nelle disponibilità del privato.

CONFINI DEL DIRITTO DI PROPRIETA'


I con ni del diri o di proprietà possono essere:
▪ In senso VERTICALE → nel diri o romano si diceva che arrivassero “dalle stelle agli
inferi”, si pensava perciò che fossero illimita . Ora non è più così, i con ni in senso
ver cale sono tali no a dove esiste uno spazio di u lizzazione per il proprietario, ossia
no a dove egli può sfru are lo spazio soprastante e so ostante alla sua proprietà. (Se
non fosse così tu gli aerei dovrebbero richiedere un permesso, un autorizzazione a
passare).
▪ In senso ORIZZONTALE → sono i con ni che possiamo considerare come una linea che
divide la proprietà di un sogge o rispe o alla proprietà di un altro.
Non è possibile entrare nello spazio di proprietà di un altro tranne nel caso in cui i
cacciatori devono prendere l’animale che hanno ucciso e non vi è una recensione alta
almeno 1.80 m.
Si può entrare nel fondo del vicino anche nel caso in cui devono essere recupera degli
animali che si sono allontana , entro due giorni oppure entro 20 giorni nei casi in cui
l’animale viene reclamato dal vicino.

TIPI DI PROPRIETA’

▪ PROPRIETA’ EDILIZIA
La proprietà edilizia è la proprietà che ha ad ogge o i terreni edi cabili. Nasce perciò
dall’esigenza di u lizzare il territorio nazionale in modo armonico, rispe ando il paesaggio e
anche l’ambiente, edi cando in modo corre o e sopra u o secondo le reali necessità e
quindi evitando le edi cazioni selvagge o eccessive.
La proprietà edilizia è una materia concorrente, in parte è una materia che legifera lo Stato in
parte è una materia dove legiferano le regioni. Vi è una legge importante riguardante
l'edilizia ovvero la legge urbanis ca del '42.
Legge urbanis ca del ‘42: questa legge divide i luoghi in zone a raverso i
─ Piani regolatori generali → si divide la ci à in zone adibite all’edilizia, al verde pubblico,
alle infrastru ure, residenziali ecc.
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─ Piani regolatori par colareggia → ha la nalità di a uare le prescrizioni del piano
regolatore generale, si crea cioè tu o ciò che è necessario che ci sia nel momento in cui
si individuano le varie zone (infrastru ure, strade, fognature ecc..)
Esistono ques piani regolatori perché bisogna cercare di a uare un'a vità edilizia che
guardi non soltanto alle esigenze abita ve dei singoli, ma guardi anche al paesaggio,
che rispe la natura, l'ambiente, poiché l'a vità edilizia dovrebbe essere fa a con un
certo criterio.

Dopo tan ssimi anni, nel 2001, è venuto fuori il testo unico per l'edilizia, dove sono state de ate
delle regole che riguardano le procedure per potere costruire. Quindi un'autorizzazione a costruire
e la necessità di versare un contributo al comune prima di una costruzione.
La Regione Sicilia(essendo a statuto speciale ha competenza esclusiva) ha recepito questo testo
unico nel 2017, dal 2001 solo nel 2017.

▪ PROPRIETA’ DEI BENI CULTURALI


La proprietà di beni culturali è disciplinata nel nostro c.c. all’art. 839 e nel 2004 nasce
appositamente un codice (a raverso una legge complementare) dedicato ai beni culturali.
I beni culturali non possono essere distru o danneggia in alcun modo, oppure des na a
usi non conformi. Questo po di proprietà è CONFORMATA (piena di vincoli) e limitata, il
proprietario, infa , è tenuto anzitu o alla conservazione del bene, inoltre non possono
essere vendu se prima non è stata fa a la denuncia al Ministero dei beni culturali e nel caso
di vendita (cessione a tolo oneroso e non una donazione o una successione a causa di
morte) lo Stato ha sempre il diri o di prelazione. Il diri o di prelazione è il diri o a essere
preferi . Pertanto, il privato che voglia vendere il bene deve prima rivolgersi allo Stato il
quale deciderà se acquistarlo o meno.

MODI DI ACQUISTO
I modi di acquisto della proprietà sono di due pi:
▪ A tolo DERIVATIVO: Quando la proprietà è trasmessa da un sogge o ad un altro sogge o.
Le modalità sono:
1. Il contra o (art. 1321);
2. Per successione a causa di morte (eredità).

▪ A tolo ORIGINARIO: La proprietà a tolo originario non si acquista da un altro sogge o


ma si acquista in maniera autonoma senza un passaggio. I modi di acquisto sono:
1. L’occupazione: ha come ogge o una “res no lius” (una cosa che non è di nessuno). È
cara erizzata dalla presenza di un:
- Elemento sogge vo ossia l’intenzione di fare PROPRIA la cosa;
- Elemento ogge vo che consiste nella materiale apprensione del bene.

Ad esempio i beni che vengono lascia nei cassone diventano res no lius poiché il sogge o
che li ha lascia esercita il diri o di rinuncia della cosa e se qualcuno la dovesse prendere
con l’intenzione di farla propria allora ne acquista la proprietà.
Altro esempio è la ca ura del pesce, nel momento in cui la persona ca ura il pesce acquista
la proprietà del pesce a raverso l’occupazione.

2. L’invenzione: in senso giuridico riguarda il caso in cui vi è una cosa mobile smarrita. Se un
sogge o trova la cosa mobile smarrita e la prende (elemento ogge vo ossia la materiale
apprensione del bene) tale sogge o deve portare l’ogge o all’u cio ogge smarri e solo
dopo un anno, se il proprietario non ha reclamato il bene, diventa proprio. L’elemento
sogge vo in questo caso non è l’intenzione di fare propria la cosa ma la volontà di res tuirla.
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3. Ritrovamento di un tesoro: per tesoro s’intende ogni bene mobile di pregio che è nascosto
e non si conosce il proprietario. Nel momento in cui il sogge o trova un tesoro ne diventa
immediatamente il proprietario se è anche proprietario del terreno dove il tesoro era
nascosto. Se il sogge o ritrovatore non coincide con il proprietario del terreno, allora la legge
stabilisce che la proprietà sarà di entrambi pertanto il tesoro sarà diviso a metà. Un altro caso
è quello in cui il ritrovatore è incaricato dal proprietario del terreno per trovare il tesoro, in
questo caso rimane lui l’unico proprietario.

4. L’accessione: è un fenomeno giuridico per cui la proprietà di una cosa (del fondo) si
estende a tu o ciò che è incorporato ad esso (costruzioni, alberi).
Es: il proprietario di un terreno sarà proprietario di tu gli alberi che nasceranno all'interno
del terreno, sarà proprietario di tu o ciò che è incorporato nel terreno.
L’accessione può essere di vario po:
A. Di immobile a immobile → riguarda gli incremen uviali e hanno due nomi tecno-
giuridici:
- Alluvione: se ci sono dei fondi (uno a valle e uno a monte) che con nano con un
ume può accadere che si stacchino dei detri da monte che arrivino a valle. Il
proprietario del terreno a valle diventa il proprietario di tali detri .
- Avulsione: è la frantumazione di una considerevole parte di terra che dal terreno
situato a monte va a nire nel terreno situato a valle. Quando si acquista, in tal
modo, una parte di terreno, il proprietario deve pagare un certo compenso al
proprietario della terra a monte

B. Da mobile a immobile → riguarda le costruzioni sul suolo, in questo modo il


proprietario del suolo diventerà proprietario anche della costruzione che sia
realizzata sopra o so o il suolo.
Ci sono tre casi:
- Può capitare che il proprietario di un suolo esegua un’opera nel proprio terreno
con materiali altrui. In questo caso la legge dice che il proprietario dei materiali può
richiedere la SEPARAZIONE di ques materiali ossia la res tuzione entro 6 mesi. Se
la res tuzione non è possibile, il proprietario del suolo dovrà pagare il valore dei
materiali usa .

- Altro caso ancora si ha quando un terzo u lizza materiali di un altro sogge o per
costruire un’opera sul terreno del proprietario; abbiamo dunque 3 sogge : chi ha
costruito, chi ha dato i materiali e il proprietario del fondo.
Il proprietario del fondo può: chiedere la separazione, può pagare i materiali e la
manodopera e fare propria l'opera, oppure può accadere che il proprietario dei
materiali chieda la res tuzione dei materiali. Questa res tuzione è possibile solo se
togliendo i materiali non si distrugge l’opera (il che solitamente è di cile).

- Altra ipotesi è quella di un’opera costruita sul suolo altrui. Abbiamo un terzo che
costruisce con materiali propri nel terreno altrui. Il proprietario può tenere l’opera,
costruita sul suo terreno, pagando i materiali e la manodopera. Se non è interessato
può chiedere lo SVELLIMENTO dell’opera cioè può chiedere che l’opera venga tolta
dal terreno.

C. Da mobile a mobile prende il nome di unione o commis one.


Si veri ca quando due beni mobili (di due proprietari di eren ) si mescolano tra
loro formando un “unicum”.
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Se i due materiali possono separarsi, ognuno prenderà il proprio materiale che si è
unito all’altro.
Se invece queste cose non possono dividersi allora i due proprietario diventeranno
comproprietari.
Può succedere però che tra queste due cose, uno è un bene principale e l’altro
invece è una cosa di minor valore cioè accessoria. In questo caso acquisterà la
proprietà chi è il proprietario della cosa principale.
Ad esempio Tizio vernicia la sua macchina con la vernice di Caio. Tizio non potrà
separare la macchina dalla vernice e allo stesso tempo non si può parlare di una
comproprietà perché la macchina ha un valore di gran lunga superiore rispe o alla
vernice. Il proprietario della macchina diventerà proprietario anche della vernice,
pagandone il valore.

5. La speci cazione: avviene quando qualcuno crea con il materiale altrui una cosa nuova,
una nuova opera. Esistono dunque due elemen nella speci cazione:
- La manodopera, cioè il lavoro che è stato fa o;
- Il valore della materia prima.
Bisogna capire quale tra ques due elemen ha maggior valore, per stabilire chi può
diventare proprietario esclusivo della nuova opera.
Pensiamo ad esempio ad un orafo che lavora l’oro trasformandolo in gioiello. La proprietà
viene assegnata in base al po di lavoro che viene fa o. Se l’oro è lavorato da un eccellente
orafo il gioiello rimane di sua proprietà, sennò ritorna al proprietario della materia prima.

6. L’usucapione: è un modo di acquisto della proprietà a tolo originario che si basa su due
elemen :
- quello dell'usare una cosa altrui e usarla alla luce del sole per un determinato periodo di
tempo;
- Lo scorrere del tempo.
La RATIO LEGIS è che il legislatore mira ad evitare le incertezze circa l'appartenenza dei beni.
Quindi una chiarezza circa la tolarità dei beni, in quanto ogni bene deve avere un
proprietario, quindi una situazione di incertezza è una situazione da evitare.
Può accadere che una persona che è tolare di un diri o di proprietà non usa la propria
proprietà. Sappiamo che il diri o di proprietà non si es ngue per non uso poiché è
imprescri bile. Nel momento in cui, però, c'è un altro che usa la mia cosa e la usa alla luce
del sole (non di nascosto), abita una casa ne paga le tasse e pone in essere tu gli interven
di manutenzione senza che il proprietario faccia nulla, dopo 20 anni, questa persona che usa
la casa per tu o questo periodo di tempo può rivolgersi al giudice ed acquistare la proprietà
a raverso l'is tuto dell'usucapione
Facciamo però una dis nzione tra bene mobile e bene immobile:
Se il bene è MOBILE e il sogge o lo possiede alla luce del sole dopo 10 anni ne acquista la
proprietà; (es. l'auto)
Se il bene è IMMOBILE e il sogge o lo possiede alla luce del sole dopo 20 anni ne acquista la
proprietà. (es. la casa)

AZIONI A DIFESA DELLA PROPRIETA’ (azioni pe torie)


Le azioni a difesa della proprietà sono:
1. Rivendicazione:
L’azione di rivendicazione la può esperire il proprietario di una cosa il quale non ha la
disponibilità della cosa stessa. Con l'azione di rivendicazione quindi il proprietario fa valere
il suo diri o di proprietà per recuperare la cosa da altri illegi mamente posseduta o
detenuta.
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L’azione può essere esperita soltanto dal proprietario e ha l’obbligo di provare il proprio
diri o di proprietà ma deve anche provare a raverso la “proba o diabolica” (prova
impossibile) ogni passaggio di proprietà no ad arrivare al primo proprietario.
2. Negatoria:
La seconda azione a difesa della proprietà è l’azione negatoria. Questa azione si de nisce
negatoria perché ha la nalità di negare l’esistenza di diri (di proprietà o altri diri reali)
che altri vantano di avere sulla cosa. Tale azione deve essere provata al giudice il quale, in
base alle prove fornite dal proprietario, negherà l’esistenza dei diri che altri dichiarano di
avere.
3. Regolamento dei con ni:
L’azione di regolamento ha come presupposto un con ne incerto tra due proprietà. In
questo caso sarà il giudice che deciderà esa amente qual è la linea di con ne, stabilendo
dove nisce il diri o di proprietà di uno e dove inizia il diri o di proprietà dell’altro. Le par
nell’esperire questa azione si possono avvalere di qualunque mezzo di prova:
tes monianze, mappe catastali o altri documen .

4. Apposizione di termini:
L’apposizione di termini ha come presupposto il con ne certo, ma sulla linea di con ne non
vi sono i termini di con ne. I termini di con ne sono tu i segni come re , muri, recensioni
o siepi che dividono una proprietà rispe o ad un’altra. Se una delle par non vuole apporre
tali termini, i quali però sono necessari per segnare il con ne visivamente, allora il giudice
a raverso una sentenza obbliga l’apposizione dei termini le cui spese sono divise tra le
par .
I DIRITTI REALI MINORI
I diri reali su cosa altrui (iura in re aliena) si dividono in:
─ Diri reali di godimento
─ Diri reali di garanzia

I diri reali minori sono TIPICI, questo signi ca che sono solo quelli previs dalla legge e quindi a
numero chiuso. I priva , infa , non possono creare nuovi diri reali: il legislatore teme che la
proprietà possa essere svuotata del suo contenuto (si parla in tal caso di nuda proprietà), pertanto
stabilisce che il diri o di proprietà si possa limitare, erodere soltanto nei casi previs dalla legge
C'è una mo vazione a questo, la mo vazione risale alla proprietà medievale che era una proprietà
svuotata di contenuto in quanto si tra ava di un diri o esistente in capo al signore del feudo, ma
materialmente era una proprietà il cui godimento spe ava ad altri: il vassallo, il valvassone, il
vassallino.
Quindi il legislatore con il numero chiuso dei diri reali mira a far si che il diri o di proprietà non
venga svuotato di contenuto.
Hanno anche la cara eris ca del diri o di SEQUELA o di seguito. Questo signi ca che i diri reali
minori non sono lega alla persona ma sono lega alla cosa,seguono la cosa. Nel momento in cui la
cosa gravata dai diri reali minori, viene ceduta da un sogge o ad un altro, vengono cedu anche
i diri sulla cosa.
La prescrizione dei diri reali minori avviene dopo 20 anni di non uso.

Diri reali di godimento


I diri reali di godimento sono:

SUPERFICIE
Il diri o di super cie è una deroga rispe o al principio di accessione tale per cui il proprietario di
un fondo diventa tolare del diri o di proprietà anche per tu o ciò che è incorporato ad esso.
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Il diri o di super cie si manifesta in due modi:
• Nel diri o di costruire una proprietà sul suolo altrui. Chi ha costruito cioè il super ciario
diventa proprietario della costruzione. La proprietà del suolo si dis ngue perciò dalla
proprietà super ciaria.
Questo diri o di costruire si prescrive per non uso dopo 20 anni. Se non si costruisce si
perde.
Es. Tizio costruisce nel suolo di Caio un’opera e diventa proprietario super ciario dell’opera
costruita, mentre il terreno resta di proprietà di Caio.
• Diri o di diventare proprietario di una costruzione già esistente In questo caso il diri o
super ciario non si prescrive poiché è un diri o di proprietà, si de nisce diri o
super ciario per dis nguerlo dal diri o di proprietà del suolo.
Es. Tizio acquista la proprietà di una costruzione già esistente senza diventare proprietario
del suolo che rimane Caio.

ENFITEUSI
Dal greco "en teus" vuol dire le eralmente "pianto in". Si tra a del diri o dell’en teuta di poter
col vare un fondo e di godere di quel fondo come se ne fosse il proprietario.
Ha però degli obblighi: l’en teuta deve migliorare il fondo e ha l’obbligo di pagare al concedente
un canone periodico in denaro oppure può ricompensarlo in natura a raverso i prodo della
terra. Dall'altra parte vi è il proprietario del fondo, il concedente, che ha diri o ad avere pagato il
canone e nel momento in cui il canone non viene pagato può decidere di es nguere il diri o di
en teusi.

La par colarità dell'en teusi è che in realtà svuota il contenuto realmente del diri o di proprietà,
in quanto l'en teuta può anche cambiare la des nazione del fondo (può per esempio des nare il
fondo al pascolo). L'en teuta ha un grande potere rispe o al concedente, anzi una delle
cara eris che più importan dell'en teuta è che egli ha il diri o di AFFRANCAZIONE.
Il diri o di AFFRANCAZIONE è un diri o potesta vo. In par colare è il diri o che ha l’en teuta di
poter diventare proprietario del fondo mediante il pagamento del canone mol plicato per 15. Il
proprietario che si trova nella situazione di soggezione, non può far nulla, può solo acce are la
decisione dell’en teuta.
Dal suo canto il concedente può esercitare il potere di DEVOLUZIONE, che ha come conseguenza la
cessazione del diri o di en teusi. Il concedente può esercitare tale potere se l’en teuta non
adempie ai suoi obblighi ovvero quello di migliorare le condizioni del fondo o di pagare il canone.

USUFRUTTO
È il diri o di godere e disporre di un bene altrui con l’obbligo di rispe are la des nazione
economica del bene. Il bene ogge o di usufru o può essere mobile o immobile, però la cosa
mobile non può essere una cosa consumabile (devono poter essere u lizza più volte) poiché
quando il diri o di usufru o termina, il bene va res tuito al proprietario.
Di fa o con l’usufru o la proprietà si svuota, diventa una nuda proprietà (rimane solo il tolo).

Chi ha il diri o di usufru o può poter disporre del bene con la diligenza del buon padre di famiglia
(è una citazione risalente al diri o romano e si intende l’uomo medio quindi a ento e rispe oso
delle cose altrui). L’usufru uario non può modi care la des nazione economica del bene, deve
pagare le imposte, deve fare l'inventario,deve sostenere le spese ordinarie, deve custodire il bene
e al termine di usufru o deve riconsegnare il bene nella medesima condizione con cui l’ha
ricevuto.

La cara eris ca dell'usufru o è a livello temporale.


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Il diri o di usufru o può durare o per un periodo limitato deciso tra le par oppure per tu a la
vita del primo usufru uario. L’usufru o dura “vita natural durante” esclusivamente riguardo la vita
del primo usufru uario. Questo signi ca che se Tizio è tolare di un diri o di usufru o e decide di
cedere il proprio diri o di usufru o a Caio, tale diri o durerà nché durerà la vita di Tizio. Se
l’usufru o è a favore di un ente allora non potrà durare per più di 30 anni.
Pertanto il diri o di usufru o si es ngue alla scadenza del termine o a raverso la prescrizione
20ennale.

Il diri o di usufru o scava nel diri o di proprietà tanto da rendere il diri o di proprietà "nudo".
Una casa gravata di usufru o rende il proprietario un "nudo proprietario", es: un buon padre di
famiglia dà la casa al glio ma ene per sé il diri o di usufru o. La casa è di proprietà del glio ma
il padre, avendo diri o di usufru o, può vivere in quella casa e può anche vendere il diri o di
usufru o, ha una garanzia (diciamo) che non sarà mai allontanato da casa.
Chi è il nudo proprietario e vende la proprietà gravata di usufru o, la venderà a un prezzo minore.

USO E ABITAZIONE
Si tra a di diri limita perché nascono esclusivamente per i bisogni propri e della propria
famiglia.
1. L’uso è il diri o di usare una cosa per un determinato periodo di tempo per bisogni propri o
della propria famiglia;
2. L’abitazione è il diri o di abitare in una casa, riguarda soltanto il tolare del diri o e la
propria famiglia. Intendiamo per famiglia, una famiglia non nucleare ma una famiglia
allargata, cioè tu coloro che convivono con il tolare (una badante,i conviven ecc).
Non possono essere cedu e si es nguono con la morte del tolare.

SERVITU’ PREDIALE
Prediale viene dal la no “praedium” che signi ca fondo.
La servitù prediale è un peso imposto su un fondo de o SERVENTE per l’u lità (che può essere una
maggiore amenità) di un altro fondo de o DOMINANTE.

È un diri o governato da tre principi:


1. La servitù consiste in un non fare oppure in un sopportare. Pensiamo alla servitù di passaggio,
fondo servente è quello che non fa e fondo dominante può passare in questa strada. Come la
servitù di non sopraelevare ha come contenuto un "non fare".
2. I fondi devono essere con gui a nché nasca la servitù;
3. Nessuno può avere un diri o di servitù nel proprio fondo, presupposto è quindi la presenza di
due fondi con due diversi proprietari; nessuno quindi può essere proprietario di un fondo
dominante e di un fondo servente allo stesso tempo.

La servitù può nascere a raverso la volontà delle par , ma può anche nascere in modo coa vo.
Servitù coa va → sono servitù imposte che nascono in forza di:
● Una sentenza del giudice, per i cosidde fondi interclusi.
Il fondo intercluso è un fondo circondato da altri fondi (di altri proprietari) che non ha sbocco
(accesso) sulla via pubblica (sulla strada). Ciò comporta che non si può né entrare né uscire.
In questo caso il proprietario del fondo intercluso se non riesce a trovare un accordo con i
con nan per o enere un passaggio di accesso alla via pubblica, si rivolge al giudice che a raverso
una sentenza impone una servitù di passaggio sul fondo che risulta più ada o a garan re l’accesso.
Il giudice, solitamente, deciderà in base alla distanza con la via pubblica e guardando alla
possibilità e morfologia del terreno (quello pianeggiante e più favorevole) quale fondo fra quelli
vicini deve essere un fondo servente rispe o a quello intercluso.
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● servitù legate ad esempio agli acquedo o agli ele rodo (i proprietari dei terreni devono
acce are la presenza dei li, cavi o stru ure che perme ano il passaggio dell’energia ele rica).

Servitù volontaria → quando un fondo non si trova nelle condizioni sfavorevoli che gius cano la
servitù coa ve. Nascono dalla volontà delle par .

Un'altra servitù che nasce è quella "per des nazione del padre di famiglia"
→ si veri ca quando i due terreni su cui grava la servitù fossero appartenu precedentemente ad
un unico proprietario.
Il padre lascia il terreno in eredità ai gli, pertanto i proprietari del terreno diventano due ed ecco
che contemporaneamente nascono delle servitù. Perché se prima nel terreno, che era di un solo
proprietario, c'era un tubo che passava da una parte all'altra del terreno non c'era alcun problema,
ma dal momento in cui i tolari diventano due ecco che c'è una parte di terreno dove deve passare
l'acqua che diventa servitù, quindi uno sarà proprietario del fondo servente e l’altro sarà il
proprietario del fondo dominante.

LA COMUNIONE art. 1100


La comunione si ha quando più sogge hanno in comune un diri o di proprietà o un altro diri o
reale sul medesimo bene. Materialmente, la cosa/bene ogge o della comunione è di tu coloro
che fanno parte della comunione. Idealmente è scomposto in tante quote quan sono i
partecipan alla comunione del bene.
La quota è quindi la misura del diri o che ha ogni persona che partecipa alla comunione.
Coloro che usufruiscono di comunione vengono chiama comunis .

Ci sono tre pi di comunione:


1. Comunione volontaria nasce dalla volontà delle par . Ad esempio due fratelli che acquistano il
medesimo appartamento.
2. Comunione incidentale, non nasce dalle volontà delle par . Ad esempio due fratelli che
ricevono in eredità dal padre una casa. Essi entrano, pur non volendo, in comunione.
3. Comunione forzosa, anche in questo caso manca la volontà delle par . Ad esempio chi acquista
un appartamento in un condominio si troverà a essere proprietario di una quota dell’androne,
della terrazza, delle scale, dell’ascensore. Quindi avrà la proprietà individuale
dell'appartamento e in comunione avrà tu o ciò che riguarda il condominio.

Di erenza tra comunione incidentale e forzosa


Mentre nella comunione incidentale i comunis possono esercitare il diri o di divisione, so o la
natura giuridica è un diri o potesta vo, che fa acquistare ad ognuno la proprietà individuale e fa
sciogliere la comunione; nella comunione forzosa il diri o di divisione non si può esercitare si è
costre a rimanere nello stato della comunione (come nel caso del condominio).

Il diri o di divisione può riguardare i beni divisibili (quelli che possono essere fraziona senza
perdere funzione, u lità); se i beni non sono divisibili per esercitare tale diri o bisogna rivolgersi al
giudice che a raverso una sentenza farà si che il bene venga venduto in modo che i comunis si
possano soddisfare sul ricavato.

I comunis hanno il diri o di godere della cosa e quindi di poterla usare, amministrare. L'uso della
cosa comune è un uso limitato nel senso che, il comunista, che usa la cosa comune la deve usare
consentendo l'uso agli altri.
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CONDOMINIO
È la forma più conosciuta di comunione. Il condominio tra gli edi ci si ha quando nel medesimo
stabile ci sono più appartamen che appartengono a più proprietari. Gli appartamen sono di
proprietà esclusiva dei proprietari, mentre le par comuni appartengono a tu in ragione della
proprio quota.
Il condominio è la fonte più grande delle cause civili. Nel 2012 vi è stata una signi ca va riforma
nella materia del condominio.
Dal 2012 è cambiata la gura dell'amministratore, prima ognuno a rotazione poteva fare
l'amministratore del condominio, ora l'amministratore è una vera e propria professione.
Non in tu i condomini c'è bisogno di un amministratore, ma è necessario quando in un
condominio vi sono più di 8 proprietari(appartamen ).
Organi del condominio:
● Assemblea dei condomini (organo delibera vo), è composta da tu i condomini e prende le
decisioni che devono poi essere a uate dall'amministratore.
Essa deve ado are il regolamento condominiale, ogni condominio ha il proprio regolamento
ossia un insieme di regole che i condomini devono seguire. Ha la possibilità di nominare un
amministratore di condominio.
● L’amministratore del condominio (organo esecu vo), per svolgere questa funzione ha bisogno
di un a estato, deve essere iscri o ad un albo. Innanzitu o deve convocare l'assemblea
almeno una volta l'anno. Ha l’obbligo di fare rispe are il regolamento di condominio. Ha
l’obbligo di tenere un libro giornale dove annotare (quo dianamente) tu e le entrate e le
uscite del condominio. Il condominio deve possedere anche un conto corrente che sia
esclusivamente per conto del condominio, i condomini possono versare dire amente lì la cifra
a raverso un boni co e dove deve risultare tu o ciò che entra ed esce dal conto corrente.
Qualunque condomine può chiedere all’amministratore di visionare il libro giornale, e può
chiedere anche di veri care i movimen del conto corrente. Ogni condomine ha il diri o di
sapere chi paga e chi non paga secondo il principio di trasparenza (prima della riforma non era
così).

Supercondominio
Si parla di supercondominio quando ci sono molte costruzioni, abitazioni all'interno di una
stru ura più grande dove ci sono giardini, possono esserci dei campi da tennis.
Questa pologia di stru ura si chiama supercondominio perché c'è un condominio individuale,
singolo nelle singole costruzioni e poi c'è il cosidde o supercondominio, che si chiama condominio
generale che è un condominio generale con un amministratore a sé stante (amministratore
generale) che amministra tu e le par comuni rispe o ai singoli palazzi.
Il problema dei supercondomini è che spesso nelle quote a carico dei condomini non è precisata
quale sia la partecipazione per il mantenimento dei servizi accessori.

MULTIPROPRIETA’
La mul proprietà è un is tuto che a ribuisce a un sogge o il potere di godere e di disporre di un
immobile limitatamente a un periodo dell’anno (che sarà sempre lo stesso) in perpetuo (es. le case
per le vacanze).

È un fenomeno che nasce in Italia durante gli anni ’70 e nasce in un momento di grande
entusiasmo in cui le famiglie hanno desiderio, spendendo un prezzo limitato, di possedere una
seconda casa in mare o in montagna per le vacanze.
Il mul proprietario è proprietario in maniera perpetua della casa ma può godere e disporre di essa
esclusivamente in un limitato periodo di tempo; es: una se mana a natale, una se mana a
Pasqua. Si è proprietari della casa sempre ma la disposizione e il godimento lo si può fare
esclusivamente in un determinato periodo dell'anno che sarà sempre lo stesso.
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Chi acquista un immobile in mul proprietà lo acquista a un prezzo minore rispe o all’acquisto di
una casa disponibile nell’intero anno. Inoltre si hanno minori spese per quanto riguarda i servizi
accessori. Chi vende ha anche lui convenienza poiché può vendere in mul proprietà a tan e
diversi sogge , quindi avrà un guadagno più elevato. Inoltre guadagna anche da tu i servizi
accessori che solitamente sono collega alla mul proprietà.

Si tra a di una legge che quando è nata ha subito avuto una larga di usione, tu avia all’epoca si
tra ava di un is tuto non regolato dall’ordinamento giuridico e quindi chi acquistava una casa in
mul proprietà non aveva alcun po di tutela. Nello stesso periodo con la di usione della
mul proprietà si di usero anche numerose tru e, quindi chi acquistava una casa in mul proprietà
spesso acquistava appartamen inesisten , o non corrisponden alle cara eris che richieste.
Questo portò a un rapido declino della mul proprietà. Nel 2005 con la nascita del codice del
consumo, una parte è stata dedicata proprio alla mul proprietà. Nel 2011 si è intervenu
nuovamente e le norme contenute nel codice di consumo sono state portate nel codice del turismo
quasi per intero con qualche modi ca.

La tutela della mul proprietà ruota intorno al diri o di informazione. Chi acquista una casa in
mul proprietà ha il diri o di essere informato di tu o ciò che riguarda l’immobile che sta
acquistando. Tu e le informazioni che riguardano non solo l’immobile ma anche il costru ore.
Tu e queste informazioni devono essere contenute in un documento informa vo.

Un'altra tutela è quella di una garanzia personale che viene data al mul proprietario.
Questo signi ca che il venditore risponderà personalmente nel momento in cui la casa non
dovesse rispondere a ciò che è contenuto nel documento informa vo.

Vi è anche la possibilità da parte dell’acquirente di poter esercitare il diri o di recesso (diri o


potesta vo). Il diri o di recesso è il diri o di ripensamento cioè il diri o di tornare indietro e si
può esercitare entro 14 giorni. Chi esercita il diri o di recesso non deve dare spiegazioni.
Altra forma di tutela chi acquista una casa in mul proprietà non deve dare degli accon di denaro,
pagherà solo nel momento dell’acquisto del bene.

Si è molto discusso sulla natura giuridica della mul proprietà. Vi è stato un tenta vo di
considerarla come un diri o reale minore di godimento su cosa altrui, ma i diri reali minori sono
a numero chiuso, sono pici e quindi previs dalla legge; di conseguenza fu un tenta vo fallito.
Si è cercato di considerarlo come un diri o di proprietà, ma non è un diri o di proprietà vero e
proprio perché è limitato nel tempo. Inoltre la proprietà è il diri o di godere e di disporre in modo
pieno ed esclusivo, mentre nella mul proprietà si hanno dei vincoli ad esempio nella casa non sarà
possibile e e uare delle modi che.
Si è poi pensato di inquadrare la mul proprietà nella comunione, ma anche in questo caso se in
parte vi sono dei pro li coinciden dall’altro vi sono delle di erenze. Ad esempio nella
mul proprietà non è previsto il diri o di divisione.

IL POSSESSO
Il possesso è disciplinato all’ art.1140 del c.c.
È un potere di fa o sulla cosa che si manifesta con l’esercizio di un’a vità corrispondente del
diri o di proprietà.

Nonostante il possesso non sia un diri o ma una SITUAZIONE DI FATTO, l’ordinamento lo prevede e
lo tutela come se fosse una situazione di diri o.
La ragione è il mantenimento dell’ordine pubblico infa la ra o legis dell’art. 1140 è garan re la
paci ca convivenza tra gli uomini, si vuole infa evitare che la persona possa farsi gius zia da sé.
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Il possesso Il possesso è il pro lo di fa o rispe o alla proprietà che è il pro lo di diri o.
Solitamente coincide con il diri o di proprietà, quindi chi è proprietario è anche possessore. Ma
non è sempre così.
Il possesso ha al suo interno due elemen :
● Ogge vo → corpus possessionis è la materiale disponibilità del bene;
● Sogge vo → animus possidendi è la convinzione di tenere quel bene per sé come se si fosse
proprietari.

Un'altra gura che dobbiamo dis nguere dal possesso è la DETENZIONE.


Anche nella DETENZIONE c’è un elemento ogge vo e sogge vo:
● Ogge vo → corpus detenendi è la materiale disponibilità del bene;
● Sogge vo → animus detenendi è la convinzione che del bene si dispone ma riconoscendo che
la cosa è di proprietà di altri.

Quindi mentre nel possesso si ha la materiale disponibilità del bene ma con la convinzione che la
cosa fosse propria, nella detenzione si ha la consapevolezza che quella cosa è di altri.
Ad esempio l’inquilino che abita in una casa data in locazione. In questo caso l’inquilino ha il
corpus detenendi perché ha la materiale disponibilità della casa, però riconosce che la casa è di
altri quindi paga mensilmente il canone di locazione.

MODI DI ACQUISTO DEL POSSESSO


Il possesso si può acquistare:

1. A tolo originario → sono i modi di acquisto della proprietà in quanto solitamente quando
si acquista la proprietà si acquista anche il possesso. (L’occupazione, l’invenzione, tesoro,
l’accessione, speci cazione, usucapione).

2. A tolo deriva vo, a raverso:


- La tradi o, cioè a raverso la consegna. La tradi o può essere di vario po:
La tradi o cta ( nzione), riguarda i beni immobili. E' cara erizzato da una zia consegna
della cosa, ad esempio: io vendo una casa, il notaio redige l'a o e io lo rmo così come
l'acquirente, la casa è venduta quindi il mio diri o di proprietà è stato trasferito
all'acquirente. Ma come faccio a trasferire il possesso? Il possesso lo trasferisco a raverso
la consegna delle chiavi, questa è la tradi o cta, non posso consegnare in mano la casa e
quindi ne consegno le chiavi.
La tradi o brevi manu non c'è una consegna; es: l'inquilino che acquista l'appartamento, in
questo caso non ha bisogno della consegna perché è già nell'appartamento, non ha bisogno
di nulla. Nel momento in cui acquista l'appartamento acquista la proprietà e anche il
possesso.

Quando si parla di possesso bisogna ricordare l’art.1153 ossia la regola “POSSESSO VALE TITOLO”
che ci parla dell’importanza che ha il possesso nel sistema della circolazione della ricchezza.

Chi acquista in buona fede (inteso in senso sogge vo,quindi come ignoranza di ledere l'altrui
diri o) un bene mobile da un possessore che non è proprietario, a raverso questa regola, anche
solo con un tolo idoneo (un regolare contra o), ne acquista la proprietà.
Es: Tizio non è proprietario e vende la cosa mobile a Caio, Caio acquista il bene non sapendo chi è il
proprietario, pongono in essere un contra o di compravendita e Caio ne acquista la proprietà.
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Il legislatore con questa regola ha fa o si che la circolazione dei beni mobili avvenga rapidamente,
a prescindere dalla situazione in cui chi vende il bene mobile non sia il proprietario. Ed in questo
modo si facilita la circolazione della ricchezza.

Azioni Possessorie: sono azioni a difesa del possesso.


• Azione di REINTEGRAZIONE (o spoglio): può essere esperita dal possessore quando è stato
privato del bene con violenza o “clandes nità”(di nascosto). Può essere esperita entro 1
anno dallo spoglio.
• Azione di MANUTENZIONE: si può esperire nel momento in cui si viene priva del possesso
di beni mobili, immobili o universalità di mobili. L’azione spe a al possessore che viene
molestato nel suo possesso senza violenza o clandes nità; può essere esperita entro 1
anno.

FATTO, ATTO E NEGOZIO GIURIDICO

FATTO GIURIDICO
Il fa o è ogni evento, ogni accadimento che prescinde dall’intervento dell’uomo e che può essere
sia un fa o naturale (che non riguarda il diri o) sia un fa o giuridico naturale.

Ad esempio se consideriamo un fulmine che cade in mare aperto si tra a di un fa o naturale; se


questo stesso fulmine colpisce una barca e la distrugge, ecco che questo evento naturale diventa
un fa o giuridico perché crea nel mondo del diri o un cambiamento che fa nascere degli e e
giuridici, in questo caso l’e e o es n vo della perdita del diri o di proprietà; oppure un
terremoto che fa crollare un palazzo.

Il fa o giuridico naturale è un fa o naturale che interessa il mondo del diri o quando ne provoca
un cambiamento cioè ne fa nascere degli e e giuridici. Gli e e giuridici sono quindi la risposta
che l’ordinamento giuridico da nel momento in cui il fa o naturale accade.
Es. alla nascita (fa o naturale) l’ordinamento giuridico collega l’acquisto della capacità giuridica
(e e o giuridico).

Gli e e possono essere:


▪ Cos tu vi (acquisto della capacità giuridica alla nascita)
▪ Modi ca vi (il passaggio di proprietà Tizio vende a Caio)
▪ Es n vi (perdita della capacità giuridica alla morte)

ATTO GIURIDICO
L’a o giuridico è un evento, un accadimento che viene determinato da un comportamento
dell’uomo consapevole e volontario. È un a o di autodeterminazione dell’uomo. C’è la coscienza e
la volontà di compiere quel a o.
Es: la pesca del pesce è un modo di acquisto di proprietà a raverso l'occupazione. Chi pesca il
pesce acquista la sua proprietà perché l'ordinamento giuridico decide che nel momento in cui si ha
la disponibilità di una "res nul lius", la convinzione di esserne proprietari, ne si acquista la proprietà
ma, nel caso della pesca il comportamento dell'uomo è consapevole e volontario.

Ques sono gli a umani che a sua volta si dividono in:


1. A DOVUTI → sono a che si basano sulla necessità. Ad esempio l’adempimento di
un obbligazione è un a o dovuto (il debitore deve eseguire una determinata
prestazione a favore del creditore).
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2. A ILLECITI →sono a contrari alle norme impera ve, all’ordine pubblico e al buon
costume.
3. A LECITI → sono a orienta verso la possibilità ed esprimono un potere dell’uomo
quindi una libertà di tenere determina comportamen o non tenerli.

Gli a leci si dis nguono in:


a. Operazioni: Sono tu e le modi che della realtà materiale (Es. la costruzione di una
nave o di un edi cio).
b. Dichiarazioni ( a di linguaggio). A loro volta si dividono in:
- Dichiarazioni di scienza: De e anche dichiarazioni di conoscenza, si dichiara di
essere a conoscenza di un fa o che è sfavorevole a sé e favorevole agli altri (Es. la
confessione, la tes monianza).
- Dichiarazioni di volontà: Il sogge o dichiara la propria volontà. La dichiarazione di
volontà è de nita negozio giuridico.

NEGOZIO GIURIDICO
Il negozio giuridico è una gura astra a creata della scuola giuridica tedesca e nel nostro Codice
Civile non è previsto come gura. Non esistono quindi delle norme dedicate al negozio giuridico
ma troviamo delle norme dedicate ai singoli negozi giuridici cioè alle singole dichiarazioni di
volontà. (es: matrimonio, testamento, contra o)
È cara erizzato dal doppio ruolo della volontà che consiste nella volontà di compiere l’a o e nella
volontà degli e e (volontà che da quell’a o scaturiscono determina even ). Gli e e sono
dunque volu da colui che ha posto in essere il negozio giuridico.

Ripensiamo alla ca ura del pesce. Il pesce è considerato una cosa res nul lius e chi lo pesca ne
acquista la proprietà secondo uno dei modi di acquisto che è l’occupazione. Nel momento in cui si
pone in essere un a o consapevole e volontario, l’ordinamento giuridico ricollega a quel
comportamento degli e e , in questo caso l’ordinamento giuridico ricollega all’a o della pesca
l’acquisto della proprietà del pesce.
Se chi ha pescato il pesce decide di venderlo ecco che dall’a o giuridico passiamo al negozio
giuridico cara erizzato da un doppio ruolo della volontà. Non c’è soltanto la volontà di compiere
l’a o ma c’è anche la volontà di far scaturire da quell’a o determina e e . Tizio decide di
vendere il pesce a Caio e vuole come e e o un ritorno economico ossia il prezzo.

I vari negozi giuridici sono:


- CONTRATTO → accordo tra due volontà;
- TESTAMENTO → a o unilaterale compiuto in modo consapevole e volontario da un sogge o
che des na i propri beni a determinate persone;
- MATRIMONIO → chi si sposa compie un a o consapevole e volontario da cui si vuole la nascita
di determina e e .

LE OBBLIGAZIONI

Il termine obbligazione viene dal la no “obliga o” che vuol dire legame.

Nel nostro Codice Civile NON vi è una de nizione di obbligazione ma una de nizione la possiamo
trarre dal diri o romano nel Corpus Iuris Civilis di Gius niano che ci parla di “vinculum iuris”: le
obbligazioni sono vincoli giuridici tra due sogge , uno a vo e uno passivo, rispe vamente il
CREDITORE e il DEBITORE.

Le obbligazioni possono essere di due pi:


• obbligazioni naturali
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• obbligazioni civili

OBBLIGAZIONI NATURALI
Sono disciplinate nel nostro Codice Civile all’art. 1034.
Le obbligazioni naturali si di erenziano dalle ‘normali’ obbligazioni perché da esse non nasce
l’obbligo giuridico di adempiere da parte del debitore, quindi è un obbligazione da cui non
scaturisce responsabilità giuridica.

Se il debitore adempie all’obbligazione lo fa spontaneamente perché sa che è la cosa giusta da


fare. Però una volta eseguita la prestazione il sogge o non può chiedere indietro ciò che ha dato.
Un esempio sono i debi per gioco. Si tra a di obbligazioni naturali poiché dai debi per gioco non
nasce un obbligo giuridico di pagare, ma ha una sorta di obbligo morale di adempiere a questo
debito. Nel momento in cui paga non potrà più avere indietro ciò che ha dato.

Un altro caso a cui si ricollegano le obbligazioni naturali è la “convivenza more uxorio” (con
costume di moglie) ossia la famiglia di fa o. È l'unione tra due persone che, pur non avendo
contra o matrimonio tra loro, convivono more uxorio. (Prima delle unioni civili la convivenza more
uxorio è rimasta per tanto tempo una realtà di fa o, nessuna legge la disciplinava no al 2016).
Il convivente debole (a livello economico) non veniva tutelato in alcun modo al momento della
ro ura della convivenza. Infa il convivente debole, che per anni aveva rinunciato alla propria vita
per il proprio partner, si trovava senza nulla in mano non essendoci un matrimonio.
Così mol conviven si rivolgevano al giudice per cercare di avere gius zia perché il convivente
economicamente più forte, dopo la ro ura, voleva indietro ciò che ha dato nel corso della
convivenza. I giudici quindi hanno sfru ato la norma sulle obbligazioni naturali a nché tu o ciò
che era stato dato nel periodo della convivenza non potesse essere più res tuito. Non c’era nessun
obbligo giuridico e chi ha dato durante la convivenza more uxorio lo ha fa o per un modo
spontaneo dell’animo.
In questo modo a raverso l’interpretazione della legge riguardante le obbligazioni naturali i giudici
sono riusci a tutelare la parte debole della convivenza more uxorio.

OBBLIGAZIONI CIVILI
Come abbiamo de o le obbligazioni sono vincoli giuridici tra due sogge , uno a vo e uno
passivo, rispe vamente il CREDITORE e il DEBITORE.
L'obbligazione civile deve avere un cara ere ben preciso, ed è il CARATTERE PATRIMONIALE.

Prima di parlare del cara ere patrimoniale, bisogna prima capire quali sono le fon delle
obbligazioni.
FONTI DELLE OBBLIGAZIONI
Secondo l’art. 1173 l’obbligazione nasce a raverso:
1. Contra o (art. 1321)
2. Fa o illecito (art. 2043)
3. Ogni altro a o o fa o idoneo a produrle secondo la legge

Per cara ere patrimoniale s'intende la susce bilità della valutazione economica.
Purché si possa parlare di obbligazione è necessario che la prestazione ogge o dell'obbligazione
deve avere natura patrimoniale cioè deve essere susce bile di valutazione economica.
Se l’obbligazione non ha il cara ere della patrimonialità non siamo di fronte a un obbligazione.

Il cara ere della patrimonialità ha due pro li:


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- Pro lo sogge vo: la patrimonialità nasce dalla valutazione fa a dalle par in base alle loro
esigenze. Quindi sono il creditore e il debitore che a ribuiscono la natura patrimoniale alla
prestazione.
(Es. il contra o fa o tra il proprietario di un cane e un dog si er; sono le par stesse che
ritengono che la prestazione fa a dal dog si er sia una prestazione che ha un valore
economico e quindi che abbia natura patrimoniale).
- Pro lo ogge vo: la patrimonialità deriva anche da una valutazione economico-sociale della
prestazione data dal mutamento della cultura, delle idee, dei momen storici, della morale.
(Es. i calciatori che indossano nelle uniformi i loghi dei vari sponsor).

STRUTTURA DELL’OBBLIGAZIONE
Nella sua stru ura più semplice l’obbligazione è formata da due sogge e un ogge o:
- La parte a va è il creditore che ha la pretesa che il sogge o passivo esegui la prestazione, cioè
che adempia alla obbligazione (diri o sogge vo rela vo → diri o di credito);
- La parte passiva è il debitore che ha l’obbligo di adempiere all’obbligazione (situazione giuridica
sogge va passiva che corrisponde al diri o di credito).
- L’ogge o dell’obbligazione è la prestazione.

I sogge devono comportarsi con corre ezza, lealtà e onestà. Devono tenere un comportamento
diligente.
La diligenza è lo strumento per comprendere se l’obbligazione è stata adempiuta corre amente
oppure no. Il debitore deve adempiere in modo onesto e corre o a seconda della prestazione e il
creditore deve far sì che il debitore possa adempiere.

OBBLIGAZIONI PLURISOGGETIVE
Può succedere che vi siano più sogge a vi (creditori) o più sogge passivi (debitori).
▪ Più debitori e un creditore
E' un caso che dà vita alle obbligazioni solidali. La regola è la SOLIDARIETA’ passiva.
Solidarietà passiva signi ca che il creditore può chiedere l’adempimento dell’obbligazione a uno
qualunque (uno solo però) dei condebitori ossia l’esecuzione dell’intera prestazione. Il creditore
solitamente si rivolgerà a chi dei condebitori è più solvente (chi ha più possibilità economiche).
Il condebitore che paga l’intera prestazione potrà rivalersi sugli altri condebitori esperendo
l’azione di regresso per avere indietro ciò che ha dato.
Ad esempio nel CONDOMINIO se uno dei condomini non paga il creditore può chiedere
l’esecuzione della prestazione agli altri condomini.
L’eccezione è la PARZIARIETA’ passiva.
È il caso in cui ci sia un accordo tra i condebitori per cui il creditore debba chiedere a ciascuno
dei condebitori, il pagamento della propria quota.

▪ Più creditori e un debitore


La regola è la PARZIARIETA’ a va.
Il debitore ha l’obbligo di adempiere nelle mani di ciascun creditore. Cioè paga ad ognugno dei
concreditori.
L’eccezione è la SOLIDARIETA’ a va.
Il debitore ha l’obbligo di pagare l’intero nelle mani di uno dei creditori liberandosi
dall’obbligazione.

TIPI DI PRESTAZIONE
La prestazione può essere di:
1. DARE o CONSEGNARE
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La prestazione consiste nel dare o consegnare una determinata cosa.
A seconda che il bene sia fungibile o infungibile l’obbligazione di dare può originare due pi di
obbligazioni:
- Obbligazione di genere → riguarda i beni fungibili ossia i beni che possono essere sos tui .
Es: Tizio deve a Caio 100kg di grano. L’obbligazione di dare una cosa generica porta con sé una
obbligazione accessoria, l’obbligo di consegnare le cose di qualità non inferiore alla media.
- Obbligazione di specie → riguarda i beni infungibili ossia beni che non possono essere sos tui
perché sono un unico esemplare. L’obbligazione di dare una cosa speci ca porta con sé una
obbligazione accessoria, l’obbligo di custodire il bene no alla consegna.

2. FARE
La prestazione di fare da vita a due pi di obbligazioni:
- Di mezzi → si veri ca quando il fare consiste nel tenere un certo comportamento (leale,
corre o, a ento) senza che si possa garan re un risultato. Il sogge o si impegna a eseguire la
prestazione con serietà, corre ezza e con perizia senza dover garan re il raggiungimento di un
risultato. Il rischio dell’inadempimento grava sul creditore il quale avrà in carico anche l’onere
della prova.
È il caso, ad esempio, dell’avvocato che si impegna a difendere il cliente con tu a la propria
competenza, professionalità a prescindere dal risultato. Se il cliente perde la causa, non è
responsabile l’avvocato. Il rischio dell’inadempimento grava sul creditore ossia sul cliente il
quale sa che potrà vincere o perdere la causa. Nel caso in cui il cliente perda la causa
ritenendo che l’avvocato non abbia adempiuto all’obbligo di eseguire la prestazione con
corre ezza e professionalità allora sarà lui stesso a dover provare la responsabilità
dell’avvocato.
Anche il medico pone in essere un obbligazione di mezzi impegnandosi a curare l’ammalato e
adempiendo all’obbligo di informazione sulle cure, sulle terapie e sui possibili sviluppi futuri.
Se il malato non guarisce ma il medico ha usato tu a la propria perizia e conoscenza e ha
informato il paziente allora non è considerato responsabile per la sua morte.

L’obbligazione di mezzi non vale per tu i pi di medici. Vi è infa di erenza tra un chirurgo
che opera con lo scopo di curare l’ammalato e il chirurgo este co. Per il chirurgo este co non è
su ciente che egli lavori con perizia, conoscenza e corre ezza è necessario che raggiunga
anche un risultato. In questo caso si parla di obbligazione di risultato.

- Di risultato → obbliga il sogge o che esegue la prestazione a garan re il risultato ed è il caso


dell’appaltatore, del den sta, del chirurgo este co. Il rischio dell’inadempimento grava sul
debitore così anche l’onere della prova.

3. NON FARE
Nasce con l’accordo tra due sogge che si impegnano a non fare, cioè a non un tenere un
determinato comportamento. È il caso ad esempio del pa o di non concorrenza quando due
imprenditori che decidono di non farsi concorrenza. Se viene violato il pa o, chi non ha
adempiuto all’obbligo di non fare diventa responsabile quindi inadempiente.

ADEMPIMENTO
L’art. 1218 de nisce l’INADEMPIMENTO come una mancata o inesa a esecuzione della
prestazione dovuta. Da questo ar colo riusciamo a ricavare la de nizione di ADEMPIMENTO:
esa a esecuzione della prestazione dovuta.
Le modalità della prestazione dell'adempimento sono tu e norme supple ve (il legislatore
supplisce nel momento in cui le par non decidono).
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L’esa ezza riguarda diversi fa ori:

1. Modalità di esecuzione della prestazione


La prestazione deve avvenire secondo i parametri di corre ezza, lealtà e cooperazione
(comportamento diligente). Se è vero che da un lato il debitore ha l’obbligo di eseguire la
prestazione è vero anche che il creditore non ha soltanto la pretesa che il debitore esegua la
prestazione ma ha anche l’obbligo di cooperare, collaborare (deve aprire la porta, rispondere al
telefono) non deve cioè compiere a di ostruzionismo contro un buon adempimento;

2. Tempo
La prestazione deve essere eseguita su richiesta del creditore; oppure alla scadenza
dell’obbligazione se l’obbligazione ha un termine.
(Es. Tizio deve a Caio tot. euro entro 15 giorni).

3. Luogo di esecuzione
Dipende dal po di prestazione:
▪ Se la prestazione ha come ogge o la consegna di una cosa determinata verrà eseguita nel
luogo dove è sorta l’obbligazione;
▪ Se la prestazione ha come ogge o la consegna di una somma di denaro verrà eseguita al
domicilio del creditore;
▪ Per tu e le altre prestazioni il luogo sarà il domicilio del debitore.

4. Persona che esegue la prestazione


Solitamente è il debitore ma può anche essere eseguita da un terzo. Il terzo di regola può
eseguire la prestazione a meno che l’obbligazione non sia “intuitu personae” ovvero un
obbligazione la cui prestazione deve essere eseguita da un sogge o determinato (es. il ritra o
eseguito da un pi ore famoso). In questo caso il creditore potrà ri utare la prestazione del terzo
rispe o al sogge o determinato. Chi esegue la prestazione può anche essere incapace di
intendere e di volere (es. un ubriaco) perché la prestazione è in ogni caso un a o DOVUTO.

5. Des natario della prestazione

Cioè il creditore, egli deve essere capace di intendere e di volere. Se il debitore paga nelle mani
di un incapace l’obbligazione non si es ngue.
Può anche accadere che il debitore paghi un creditore apparente, ossia un sogge o che
apparentemente sembra essere il creditore (es. il sogge o che in un negozio si trova alla cassa).
Il debitore viene in questo caso tutelato dal cosidde o principio di a damento poiché esegue la
prestazione nelle mani di un sogge o di cui non si poteva pensare che non fosse il legi mo
creditore.

6. Iden tà della prestazione


L’ogge o della obbligazione deve essere quello stabilito dalle par , infa , se si consegna un
altro ogge o non c’è adempimento. Può, però, accadere che le par si accordino a nché
l’ogge o dedo o nell’obbligazione possa essere mutato. In questo caso siamo di fronte a una
prestazione in luogo di adempimento ossia la cosidde a “Da o Insolutum”.
(Es. Tizio deve consegnare a Caio 200€. Tizio non ha 200€ e al posto della somma di denaro si
accorda con Caio per la consegna di merci per lo stesso valore; oppure il pagamento tramite
assegno).

MODI DI ESTINZIONE DIVERSI DALL’ADEMPIMENTO


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Il modo siologico di es nzione dell’obbligazione è l’adempimento. Esistono però altri modi di
es nzione dell’obbligazione tali per cui NON nascono delle responsabilità

• REMISSIONE
È la rinuncia volontaria da parte del creditore al proprio credito.
La remissione può avvenire in modo:
- Espresso: a raverso la parola o per iscri o mediante una dichiarazione di rinuncia;
- Tacito: a raverso l’assunzione di un comportamento concludente che non lascia spazio ad
equivoci (es. strappa la cambiale).
Di fronte alla rinuncia del creditore, il debitore può anche opporsi a raverso anche un a o scri o,
comunicando al creditore che non intende avvalersi dell’a o di rinuncia e che vuole comunque
eseguire la prestazione (es. quando il creditore è un sogge o che fa parte della malavita).

• CONFUSIONE
L’art. 1253 descrive la confusione che consiste nell’ unione della qualità di debitore e creditore.
Quello che succede, per esempio, quando si fondono due società, una delle quali ha un debito nei
confron dell'altra. Oppure il creditore che diventa erede del debitore.

• COMPENSAZIONE
Gli ar . 1241- 1252 descrivono la compensazione. Perché si veri chi è necessario che due persone
siano reciprocamente debitori e creditori e i debi si es nguono per il loro ammontare. (Caio deve
100, Tizio deve 100)
La compensazione può essere di tre pi:
1. Compensazione legale: opera quando vi sono tre requisi , ovvero quando i debi sono
contemporaneamente omogenei (dello stesso genere), liquidi (determina nel loro
ammontare), ed esigibili (già scadu );
2. Compensazione giudiziale: nasce da una sentenza del giudice, quando i debi sono
esigibili, omogenei ma non ancora liquidi, è compito del giudice liquidarli (determinare
il loro ammontare).
3. Compensazione volontaria: non ci sono presuppos . Le par si me ono d’accordo per
es nguere la loro situazione di debito/credito;

• NOVAZIONE
La novazione presenta:
- Elemento sogge vo → è l’Animus Novandi, cioè la convinzione delle par di voler es nguere la
precedente obbligazione e di crearne una nuova; la nuova deve avere l'aliquid novi
- Elemento ogge vo → è l’Aliquid Novi, cioè qualcosa di nuovo che può riguardare:
a. L’ogge o (Tizio deve a Caio del denaro e invece consegna un immobile)
b. Il tolo (es. trasformare un contra o di vendita in un contra o di mutuo quindi cambia
il po di contra o da cui nasce l’obbligazione).
Non bisogna confonderla con la Da o Insolutum perché mentre nella Da o insolutum
l’obbligazione si es ngue, in questo caso la vecchia obbligazione si es ngue ma ne
sorge una nuova.

• IMPOSSIBILITA’ SOPRAVVENUTA
Si veri ca quando il debitore non può eseguire la prestazione per cause a lui non imputabili.
Quali sono?
- Caso fortuito: “lid quod plerumque accidit” può succedere a tu ;
- Cause di forza maggiore: proveniente dell’esterno.
L’impossibilità può essere parziale, in questo caso l'obbligazione verrà eseguita nella parte
rimanente; o totale in ques casi l’obbligazione si es ngue.
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MORA
La mora nel linguaggio giuridico vuol dire ritardo. La mora può essere:
• Mora del creditore
• Mora del debitore

Mora del creditore


Il presupposto della mora del creditore sono:

─ Il creditore che non coopera con il debitore o che ostacola l’adempimento.


Sappiamo infa che per un corre o adempimento (esa a esecuzione della prestazione) è
necessario analizzare le modalità di adempimento cioè i comportamen del creditore e del
debitore. È importante che il creditore collabori, cooperi, perme a al debitore di adempiere.

─ Il ri uto della prestazione.


Pensiamo al creditore che non risponde al telefono o che non apre la porta e che quindi mostri con
il comportamento di ri utare l’esecuzione della prestazione da parte del debitore.
Questo a eggiamento è un a eggiamento che il diri o non amme e, perché il creditore deve fare
tu o quello che è in suo potere per rendere l'esecuzione del debitore più facile possibile.
A questo punto può succedere che il debitore faccia un'o erta formale a raverso un u ciale
giudiziario quando il termine è scaduto.

L’e e o della mora del creditore è la nascita di una nuova obbligazione cioè l’obbligo di risarcire il
danno (l’obbligazione precedente non si es ngue). Il creditore quindi, una volta messo in mora, ha
l’obbligo nei confron del debitore.

Mora del debitore


I presuppos della mora del debitore sono:
─ La presenza di un credito esigibile (scaduto);
─ Un inadempimento ingius cato da parte del debitore.

Il creditore per me ere in mora il debitore deve fare in forma scri a un in mazione ad adempiere
(a o formale). La cos tuzione di mora del debitore non è necessaria quando il debitore abbia
dichiarato per iscri o che non intende adempiere.
Dall’a o formale dell’in mazione ad adempiere nascono degli e e :
• Il rischio del perimento della cosa (se la prestazione è di consegnare una determinata
cosa) grava sul debitore;
• Il debitore ha l’obbligo di risarcire il danno (nasce una nuova obbligazione).
Se il debito consiste nel dare una somma di denaro ci sarà l’obbligo di dare gli interessi moratori
ossia gli interessi dovu dal ritardo e dal tempo che passa (più il tempo passa più al saranno gli
interessi moratori).

MODIFICHE DELL’OBBLIGAZIONE
Durante la vita dell’obbligazione possono veri carsi delle modi che sia dal lato a vo sia dal lato
passivo. Ovvero può cambiare il creditore e il debitore.

A. LATO ATTIVO
Le modi che dal lato a vo riguardano la cessione del credito.
La cessione del credito non è un contra o, nel senso che non lo troveremo tra i contra pici ossia
previs dalla legge. La cessione del credito riguarda il contenuto del contra o (per esempio di un
contra o di compravendita, una donazione). Essa è un accordo tra il creditore de o CEDENTE
(cede il suo credito) e un acquirente de o CESSIONARIO.
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La cessione del credito quindi presenta un accordo tra due sogge il cedente e il cessionario, e
fuori dall’accordo il DEBITORE CEDUTO. Il debitore ceduto non ha un ruolo in questo accordo in
quanto per il debitore adempiere nelle mani di Tizio, di Caio o di Sempronio non cambia nulla.

Quindi, il creditore è libero di cedere il proprio credito, senza dover chiedere il consenso al
debitore, ma avrà l’obbligo di no care (dare la no zia) la cessione al debitore. Infa se il
debitore che non conosce questa cessione in buona fede (ignorando di ledere l’altrui diri o)
adempie nelle mani del vecchio creditore (cedente) si libera dall’obbligazione.
Per questo è fondamentale che il debitore venga messo a conoscenza di questo cambiamento che
è avvenuto dal vecchio creditore cedente e il nuovo creditore cessionario.

La no ca è importante anche perché rende e cace la cessione anche nei confron dei terzi.
Pensiamo al caso in cui il cedente disonesto venda il diri o di credito a Tizio, a Caio e a Sempronio
(a più persone). La legge dice che se al debitore è stato no cato che il nuovo creditore è
Sempronio, la no ca rende e cace questa cessione. Quindi la prima no ca (il nuovo creditore è
Sempronio) rende e cace la cessione del credito.

La cessione del credito può essere:


● Cessio pro soluto, quando il cedente garan sce al cessionario l’esistenza del credito, senza
garan re l’eventuale insolvenza del debitore.
● Cessio pro solvendo, il cedente oltre a garan re l’esistenza del suo debito garan sce anche che
il debitore adempierà alla sua obbligazione.

B. LATO PASSIVO
Le modi che dal lato PASSIVO del rapporto obbligatorio, riguardo della successione nel debito.

La successione nel debito può avvenire per "mor s causa", la MORTE del debitore, nel momento in
cui il debitore muore gli eredi che acce ano l’eredità ma erediteranno non soltanto i credi ma
anche i debi . La ra o legis è quella che l’erede quando acce a decide di fondere il patrimonio del
de cuius(colui della cui eredità si tra a) con il proprio patrimonio, quindi dalla fusione dei due
patrimoni nascerà anche l’acquisto dei debi da colui che è morto. (Esiste poi la possibilità di
acce azione dell’eredità con bene cio d’inventario che consente il mantenimento della
separazione dei due patrimoni senza che quindi vengano eredita i debi del de cuius).

La successione nel debito può avvenire anche INTER VIVOS cioè a raverso la volontà delle par . In
questo caso può avvenire per:
- Delegazione
- Espromissione
- Accollo

DELEGAZIONE
Nella delegazioni ci sono tre sogge :
- Delegante A
- Delegato B
- Delegatario C

La delegazione può essere di due pi:


• Delegazione di pagamento:
vi sono dei rappor obbligatori: B deve €100 ad A e A deve €100 a C. In questo caso ci sono due
obbligazioni che possono essere es nte con due rappor di eren . L’obbligazione di B nei
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confron di A e quella di A nei confron di C. Il delegante A invita il delegato B di pagare il
delegatario C, in questo modo con una sola prestazione si es nguono due obbligazioni.
L’operazione del delegato B nei confron del delegatario C si basa su due rappor preceden : di
provvista e di valuta.
Questo schema rappresenta il modello dell’assegno bancario.

Rapporto di provvista A Rapporto di valuta

B C

• Delegazione di debito abbiamo tre fasi:


1. Il delegante A invita il delegato B a prome ere di pagare il delegatario C;
2. Il delegato B prome e la prestazione al delegatario C;
3. B paga C.
Nella seconda fase in cui il delegato B prome e la prestazione al delegatario C, se fa riferimento ai
rappor so ostan (di provvista o di valuta) questa delegazione si chiama causale o tolata; se
non fa riferimento ai rappor so ostan allora si chiamerà astra a.
Es: il delegato B su invito di A dice a C che s'impegnerà a pagare 10.000 euro che A gli doveva come
pagamento della merce che gli aveva venduto. (fa riferimento ai rappor so ostan )

ESPROMISSIONE
Nell’espromissione ci sono 3 sogge :
─ Espromi ente A

─ Debitore estromesso B

─ Creditore espromissario C

L’espromissione è il caso di un terzo che paga spontaneamente il debito altrui. Il terzo è


l’espromi ente A.
È il caso ad esempio di un padre (espromi ente) che paga il debito di un glio (debitore
espromesso).
Per far questo l’espromi ente pone in essere un contra o con il creditore espromissario.
Il terzo ovvero l’espromi ente A si accorda con il creditore espromissario C a nché sia lui a pagare
il debito del debitore estromesso B.

Contra o

Il creditore può decidere di mantenere nell’obbligazione ENTRAMBI i debitori quindi l’obbligazione


in questo caso diventa solidale (solidarietà passiva). Il creditore può chiedere a uno qualunque dei
condebitori il pagamento o l’esecuzione dell’intera prestazione. Questa espromissione si chiama
cumula va.
Può succedere invece che il creditore espromissario C decida di liberare un dei debitori (nel nostro
esempio il glio ossia il vecchio debitore espromesso) questo po di espromissione si chiama
liberatoria. In questo caso non si avrà più un obbligazione solidale, ma avremo un UNICO debitore
che è l’espromi ente.
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ACCOLLO
Nell’accollo abbiamo tre sogge :
― Accollante A

― Debitore accollato B

― Creditore accollato C

Contra o

A C

È il caso di un terzo, ovvero l’accollante A, che paga spontaneamente un debito altrui.


Tu avia mentre nell’espromissione il terzo (espromi ente) conclude l’accordo con il creditore, in
questo caso il terzo si accorda con il debitore accollato B e pone in essere un contra o a favore di
terzi per pagare il debito al creditore accollatario C. È un’operazione analoga all’espromissione ma
in questo caso si tra a di un accordo tra terzo e il debitore.

Pensiamo al caso in cui Tizio decide di comprare una casa dal costru ore e si accorda in modo tale
che paga questa casa a un prezzo minore del suo valore, ma si accolla un debito che il costru ore
ha nei confron ad esempio del fornitore dei materiali.

Il creditore accollatario può:


• Mantenere entrambi i debitori, generando la solidarietà passiva, chiedendo l’intero pagamento
o a uno o all’altro (A o B), in questo caso si parla di accollato cumula vo.
• Liberare il debitore accollato e in questo caso si ha un accollato liberatorio;

INADEMPIMENTO
L’adempimento è l’esa a esecuzione della prestazione dovuta. Non vi è una norma a riguardo, la
de nizione la traiamo in nega vo dall’ex art. 1218 che de nisce cos’è l’inadempimento.

L’inadempimento è la mancata o inesa a esecuzione della prestazione dovuta.


L’inadempimento NON è un modo di es nzione dell’obbligazione, anzi ne fa nascere una nuova:
l’obbligo di risarcire il danno, quindi una responsabilità a carico del debitore.

Il danno di cui ci occupiamo è il DANNO PATRIMONIALE, che per essere risarcito deve essere
quan cato.
Il giudice può quan carlo perché divide il danno in due par / aspe :
1. Danno emergente: è il pregiudizio immediato che ha il creditore nel momento in cui non riceve
per esempio una merce che aspe a; rappresenta la perdita subita a causa dell’inadempimento;
2. Lucro cessante: rappresenta il mancato guadagno.

Nel momento in cui vi è l'inadempimento, immediatamente il debitore ha l'obbligo di risarcire il


danno.
Ma può il debitore liberarsi dal risarcire il danno o deve sempre comunque risarcirlo?
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Il debitore può LIBERARSI dell’obbligazione e dal risarcimento del danno soltanto se riesce a
provare un'impossibilità sopravvenuta della prestazione per cause a lui non imputabili. Questa
impossibilità sopravvenuta della prestazione deve essere OGGETTIVA, vuol dire che nessun
debitore al suo posto avrebbe potuto adempiere.

Le cause non imputabili al debitore sono due:


- Caso fortuito: fatalità che impedisce al debitore di adempiere;
- Causa di forza maggiore: viene considerata una forza della natura (alluvione, vento, pioggia) o
l’intervento violento di un terzo o l’intervento dell’autorità (pa um principis), sciopero
generale, morte del debitore ecc.

Il debitore si libererà soltanto se riuscirà a provare queste cause perché le cause ignote rimarranno
a suo carico quindi avrà l’obbligo di risarcire il danno.

Responsabilità in base al po di PRESTAZIONE


• DARE O CONSEGNARE
1. Se il debitore ha l’obbligo di dare una bene generico (quindi fungibile che può essere sos tuita)
lui non può mai liberarsi dalla responsabilità (es. se zio deve 100 a Caio, e poi zio viene
derubato dovrà pagare ugualmente, perché la moneta è un bene fungibile che può essere
procurato);
2. Se si ha l’obbligo di dare un bene speci co (infungibile) e non può essere consegnato perché
andato distru o o perso per cause di forza maggiore o di caso fortuito in tal caso il debitore può
liberarsi dell’obbligazione.
Se non riuscirà a provare il caso fortuito o la forza maggiore rimarrà l’obbligo a suo carico.

• FARE
La prestazione di fare da vita alle: obbligazioni di mezzi e obbligazioni di risultato.
1. Nell’obbligazione di mezzi la prestazione può diventare ogge vamente impossibile.
Es. un chirurgo che deve operare la prestazione può diventare impossibile se lui si rompe un
braccio.
2. Nell’obbligazione di risultato quello che importa è il risultato e l’obbligazione non può diventare
sogge vamente impossibile (es. l’appaltatore se non consegna l’edi cio è inadempiente e lui se
è rimasto senza soldi deve trovare il modo per procurarsi i soldi per con nuare a costruire e
raggiungere così il risultato perché solo così adempierà all’obbligazione).

So o il pro lo ogge vo bisogna vedere invece caso per caso se la prestazione può diventare
impossibile.
Es. se il terreno frana per l’appaltatore è impossibile eseguire la prestazione o nel caso in cui
scavando per costruire l’edi cio si trovano dei reper archeologici e quindi i lavori vengono
ferma .

• NON FARE
Per quanto riguarda la prestazione di non fare, se uno dei due sogge ene un determinato
comportamento che non poteva tenere non potrà liberarsi dalla responsabilità.

Quando vi sono più ogge le obbligazioni possono essere:


― obbligazioni alterna ve: quando gli ogge sono del medesimo valore; ad esempio un
abbonamento al cineforum, ci sono più lm e su 20 lm se ne scelgono 10. Se uno dei lm
non si può proie are se ne può decidere un altro.
― obbligazioni facolta ve: avremo un obbligazione con due ogge , uno principale l'altro che
può essere sos tuito. Es: la vi oria di un cavallo che può essere sos tuito da un servizio di
pia . In quel caso, qualora diventa impossibile consegnare il cavallo per un'impossibilità
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sopravvenuta a causa a lui non imputabili, non può essere sos tuito dal servizio di pia ,
può diventare un'impossibilità sopravvenuta della prestazione e quindi chi deve consegnare
può liberarsi.

GARANZIE DEL RAPPORTO OBBLIGATORIO


Nel momento in cui nasce un'obbligazione al conce o di credito corrisponde sempre quello di
garanzia, mentre al conce o di debito corrisponde quello di responsabilità.
Il debitore è responsabile, il creditore invece ha una garanzia.

Quando si parla di garanzia si deve par re dalla fase cos tu va del rapporto obbligatorio.
Il rapporto obbligatorio consta di tre fasi:
1. Fase cos tu va
2. Fase intermedia
3. Fase es n va

A. Fase COSTITUTIVA
Quando nasce l’obbligazione nasce una garanzia generica: la troviamo all'interno del nostro C.C
all'art. 2740 "La garanzia è cos tuita dall’intero patrimonio del debitore". Dunque il debitore
risponde con tu i suoi beni presen e futuri.

Vi sono poi altre garanzie, che possono esserci oppure no, esse sono le garanzie speci che. Esse
a ribuiscono al creditore il diri o di prelazione (il diri o di essere preferi ) infa ha la possibilità
di procedere all’esecuzione forzata nei confron del terzo acquirente che ha acquistato i beni
ogge o di garanzia speci ca.
Le garanzia speci che più importan sono tre:
- PEGNO
- IPOTECA
- FIDEIUSSIONE

Pegno e ipoteca sono due diri reali di garanzia; la deiussione è una garanzia personale.

• Il PEGNO: è una garanzia reale e consiste in un contra o tra creditore e debitore che si
perfeziona con lo spossessamento della cosa cioè il creditore toglie il possesso dalle mani del
debitore (non la proprietà) quindi la materiale disponibilità della cosa. L’ogge o del pegno sono
i beni mobili, le universalità di mobili e i diri di credito.
Se il debitore esegue la prestazione il creditore dovrà res tuire il possesso che ritornerà al
debitore.
Se il debitore non paga, il creditore non può tra enere il bene e diventarne proprietario, perché
nel nostro ordinamento è vietato il cd. pa o commissorio (o pa o leonino) cioè l’accordo tra
creditore e debitore in cui viene stabilito che se il debitore non paga, il creditore acquisterà la
proprietà del bene. Il creditore può diventare proprietario del bene SOLO a raverso una
sentenza del giudice.
Dunque, il creditore si rivolgerà al giudice che tramite sentenza dispone la vendita del bene in
modo che il creditore si soddis sul ricavato, entro la cifra del suo credito. Quello che rimane dal
ricavato della vendita del bene mobile deve essere res tuito al debitore.
• L’IPOTECA: L’ipoteca ha come ogge o beni immobili e beni mobili registra .
L’ipoteca si cos tuisce a raverso l’iscrizione nei pubblici registri immobiliari per i beni immobili,
a raverso l’iscrizione nei pubblici registri automobilis co, navale, dell’aeronau ca per i beni
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mobili registra . Quest’iscrizione è una forma di pubblicità verso i terzi in quanto tu possono
consultare i registri e possono venire a conoscenza che su quell'immobile gravi un'ipoteca.
È una forma di pubblicità cos tu va cioè non si può accendere l’ipoteca se non si fa l’iscrizione
nei pubblici registri. L’iscrizione è la condizione per far nascere l’ipoteca.

L’ipoteca si es ngue a raverso la cancellazione nei registri immobiliari, la cancellazione viene


fa a dalla parte interessata o a raverso una sentenza del giudice che cancella l’iscrizione.

L’ipoteca può essere di tre pi:


1. Volontaria nasce dalla volontà contra o tra debitore e creditore oppure da un a o
unilaterale del debitore. Deve farsi per iscri o a pena di nullità.
2. Giudiziale nasce dalla sentenza di condanna del giudice al pagamento di una somma di
denaro o di un risarcimento del danno.
3. Legale nasce dalla legge in casi espressamente previs , per esempio, quando lo Stato
accende ipoteca sui beni di un imputato o di un sogge o che deve pagare le spese
processuali.

• La FIDEIUSSIONE è una garanzia personale, non è una garanzia reale come pegno e ipoteca che
sono legate alla cosa, ma è una garanzia legata alla persona.

È un contra o tra il debitore e il creditore in cui il debitore si obbliga personalmente garantendo


l’adempimento di un debito altrui (a pagare il debito di un'altra persona). Si tra a di un recente
strumento di tutela della mul proprietà/espromissione.

I contra di deiussione sono molto usa come garanzia per il creditore che sa di potersi
rivalere sia nei confron del debitore (imprenditore) sia nei confron del deiussore, nasce
infa una solidarietà passiva (creditore può pretendere la prestazione da qualunque dei
condebitori).

Il deiussore solitamente è chi ha delle capacità economiche tali da essere garante rispe o
all’adempimento del debitore.

B. Fase INTERMEDIA
Durante la vita dell’obbligazione può succedere che il debitore trascuri di esercitare i propri diri
oppure compia degli a che diminuiscono la consistenza del patrimonio (es. a di disposizione del
patrimonio) e di conseguenza diminuiscono la sua garanzia.

In questo caso il creditore ha la possibilità di esperire due azioni de nite mezzi di CONSERVAZIONE
della garanzia patrimoniale:

1. Azione REVOCATORIA
Il creditore si rivolge al giudice a nché a raverso una revoca renda ine cace gli a di
disposizione compiu dal debitore che hanno determinato una diminuzione della garanzia (es. la
vendita di un immobile).

L’azione sarà e cace solo nei confron del creditore che ha esperito l’azione.

Per esperire questa azione sono necessari delle prove:


─ Eventus damni → è il pro lo ogge vo.
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Il creditore deve provare che dall’a o di disposizione del patrimonio nasca un pregiudizio ossia un
danno per lui. È una prova che va valutata caso per caso poiché il danno dipende dall’ogge o del
credito, dal po di credito, dall’ammontare del credito, dal po di patrimonio.

- Scien a fraulis → è il pro lo sogge vo.


Il creditore deve provare che il debitore sia consapevole che l’a o di disposizione danneggia la
garanzia del creditore. Deve cioè provare la sua malafede.

- Consilium fraudis → se l’a o di disposizione è compiuto prima della nascita del debito.
In questo caso il creditore deve dimostrare la preordinazione dolosa cioè che l’azione sia compiuta
in maniera fraudolenta. Il debitore, sapendo che poco dopo avrebbe avuto un debito, ha diminuito
(intenzionalmente) la sua disponibilità patrimoniale.

2. Azione SURROGATORIA
La parola "surroga" vuol dire sos tuzione.
Il creditore esperisce questa azione davan al giudice nel momento in cui il debitore è inerte in
quanto non esercita i propri diri (es. non riscuote il canone di locazione).

Il creditore a raverso questa azione chiede di essere surrogato, chiede cioè di essere sos tuito
(so o il pro lo giuridico) al debitore a nché possa esercitare lui i suoi diri (riscuote lui il canone
di locazione). L’azione avvantaggia tu i creditori non solo quello surrogato.

C. Fase ESTINTIVA
L’obbligazione si es ngue a raverso l’esecuzione forzata in forma generica o speci ca.

OBBLIGAZIONI PECUNIARIE
Le obbligazioni pecuniarie (dal la no “pecunia” moneta) hanno come ogge o una somma di
denaro.
L’obbligazione si adempie con moneta avente corso legale dello Stato al momento del pagamento,
pertanto se un debito è stato contra o in lire oggi il pagamento deve avvenire in euro.

Il principio che regola le obbligazioni pecuniarie è quello nominalis co, cioè consideriamo il valore
nominale della moneta (€100) e NON il suo valore reale ossia la capacità di acquisto della moneta
(cosa riesco a comprare con € 100).
Il fa o che si consideri il valore nominale rende il creditore vulnerabile rispe o all’in azione della
moneta, in quanto €100 di oggi non hanno la stessa capacità di acquisto di €100 tra 10 anni.

Il creditore per difendersi dagli e e del principio nominalis co può apporre delle clausole nel
momento in cui nasce l’obbligazione.

Le clausole possono avere varia natura:

- Clausola ORO → tale per cui tra 3 anni il debitore dovrà pagare con la moneta che servirà a
comprare 1 grammo di oro.
Es: Tizio deve dare 30 euro a Caio e me amo che 30 euro sia il prezzo d'acquisto di 1 grammo
d'oro. A raverso questa clausola, Tizio tra 3 anni(quando dovrà eseguire la prestazione) dovrà
dare la moneta equivalente, ciò che serve, per acquistare sempre 1 grammo d'oro, quindi tra 3
anni non saranno più 30 euro ma 35-40 ecc, perché l'oro è un materiale di cui il valore cresce.

- Clausola che guarda a una MERCE PREGIATA → ad es. l’olio d’oliva. Quanta moneta serve per
acquistare 1 litro di olio tra 10 anni.
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Un problema che segue le obbligazioni pecuniarie è il riciclaggio. Infa la possibilità di pagare in
moneta perme e di nascondere il denaro fru o di azioni della malavita (ad esempio quando si
rapina una banca e il denaro viene immesso nel mercato acquistando dei beni, favorendo il
riciclaggio del denaro sporco).

Per evitare questo fenomeno nel ’91 il legislatore pone in essere una legge tale per cui i pagamen
in contan potevano essere fa esclusivamente no a 20 milioni di lire e per i pagamen di
impor superiori è necessario l’intervento di un intermediario autorizzato (la banca, la posta).
Con legge di stabilità durante il governo di Renzi la cifra era salita a €3000, quindi entro i 3000
euro si potevano e e uare i pagamen in contan .
Dal 1 gennaio 2022 il limite sarà quello di 1000 euro.

Tu gli spostamen di denaro devono essere traccia e oltretu o non è possibile disporre
liberamente del proprio denaro, in quanto per impor superiori ai €3000 la Banca chiede in quale
modo devono essere impiega .
Inoltre per evitare i pagamen e e ua in nero, l’evasione scale e il riciclaggio del denaro esiste
un proge o di legge tale per cui venga rimossa la moneta sica e venga u lizzata solo la moneta
ele ronica.

NON si può usare l'assegno liberamente. L'assegno non è un adempimento dell'obbligazione


esa o, ma è una "da o in solutum" cioè una prestazione in luogo di adempimento, ovvero non lo
si può fare se il commerciante/venditore non è d'accordo. Quindi il creditore deve essere
d'accordo.
La legge an riciclaggio ha poi voluto evitare la di usione di un reato, l'usura.

USURA → è de nita all’art.644 del codice penale: “chiunque si fa dare o prome ere so o qualsiasi
forma per sé o per gli altri in corrispe vo di una prestazione in denaro o di altra u lità, interessi o
altri vantaggi usurai è punito con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da €5000 a
€30.000”.

Dal punto di vista penale la persona viene condannata perché comme e un reato.

So o il pro lo civile l’usuraio è punito stabilendo che quando le par pongono in essere un
accordo di interessi usurai, a quel po di obbligazione non sono dovu gli interessi né quelli legali
né quelli usurai.
Per i sogge vi me di usura è previsto inoltre un fondo, al quale si può accedere soltanto
a raverso la presenza di determina requisi uno tra ques è la denuncia degli usurai.

Le azioni pecuniarie danno vita a degli interessi, perché il denaro è un bene fru fero.

Il denaro è un bene fru fero perché produce fru civili ovvero gli INTERESSI. Gli interessi hanno
sia una fonte legale (stabili ogni anno dal Ministro del Tesoro a raverso la modi ca dell’art. 1284.
Il tasso di interesse oggi è allo 0,2%) sia una fonte volontaria (stabilita dalle par ).
Gli interessi possono essere di tre pi:
1. Interessi compensa vi o corrispe vi: sono i fru che nascono dal godimento di una somma di
denaro. ES: Tizio chiede del denaro in pres to alla banca, la banca lo concede ma oltre a
res tuire il denaro ,Tizio dovrà res tuire anche gli interessi.
2. Interessi moratori: sono quelli da a tolo di risarcimento del danno nel momento in cui vi è un
ritardo nel pagamento. Vengono misura dal giorno del ritardo no a quando viene adempiuta
l’obbligazione.
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3. Interessi convenzionali: nascono dalla volontà delle par . Le par quindi ssano degli interessi
che però non possono essere di un importo che superi più del doppio del tasso d’interesse
legale. Se questo limite viene superato si parlerà di tasso usurario e quindi di REATO DI USURA.

A o o fa o idoneo a produrre le obbligazioni


Abbiamo già visto che secondo l’art. 1173 l’obbligazione nasce a raverso:
1. Contra o (art. 1321)
2. Fa o illecito (art. 2043)
3. Ogni altro a o o fa o idoneo a produrle secondo la legge

▪ ATTI : sono le cosidde e "promesse unilaterali".


Le promesse unilaterali si chiamano così perché sono delle dichiarazioni di volontà che vengono
fa e da una sola parte.
Esse sono:
─ promessa di pagamento: dichiarazione in cui un sogge o prome e di pagare ad un altro
sogge o. Si veri ca quando il sogge o prome e di pagare un determinata somma di
denaro al creditore. Da questa promessa nasce l’obbligo di eseguire una prestazione
(l’obbligo di pagare) dispensando il creditore (liberandolo) dall’onere di provare il rapporto
so ostante.

─ ricognizione di debito: consiste in una dichiarazione con cui un sogge o debitore riconosce
l’esistenza di un debito nei confron del creditore. Da questo riconoscimento del debito
nasce l’obbligo di eseguire la prestazione. Anche in questo caso il creditore è liberato
dall’onere di provare il rapporto so ostante (da dove nasce l’obbligazione).

─ promessa al pubblico: è una dichiarazione unilaterale che diventa fonte di obbligazione nel
momento in cui un sogge o si impegna pubblicamente ad eseguire una prestazione a
favore di chi si trovi in una situazione determinata oppure nei confron di chi compie una
determinata azione. Si tra a quindi di una promessa fa a a incertam personam cioè a tu .
Es. un annuncio sul giornale in cui Tizio prome e di dare €1000 a chiunque troverà il cane
smarrito. Quando un sogge o trova e riporta il cane a Tizio, Tizio è obbligato a eseguire la
prestazione cioè di pagare i €1000.

La cara eris ca delle promesse unilaterali è quella " dell'inversione dell'onere della prova", vuol
dire che nel momento in cui una persona prome e di pagare oppure riconosce di avere il debito,
nel caso in cui non paga questa dichiarazione che lui fa libera il creditore dal provare questo
debito. Sarà il debitore, colui che pone in essere la promessa, a dovere dimostrare che la sua
promessa nasce da un contra o, per esempio nullo, quindi che non si basa su basi valide. Il
creditore non dovrà mostrare nulla, di conseguenza se il debitore non dimostrerà quanto de o
nascerà un inadempimento e da questo nascerà un obbligo di risarcimento del danno.

▪ FATTI: sono le obbligazioni legali che nascono dalla legge:


1. La ges one di fa altrui. Il presupposto è la presenza di un sogge o che per mo vi di varia
natura non può curare i propri interessi (è fuori dal Paese o è in ospedale). In questo caso può
accadere che un sogge o (capace di intendere e di volere e capace di agire) de o GESTORE
inizi in maniera u le e spontanea a curare un interesse altrui.
In questo modo il gestore assume l’obbligo giuridico di con nuare la ges one in modo u le
no a quando non torna l’interessato. L’interessato a sua volta avrà l’obbligo di rimborsare
tu e le spese sostenute dal gestore con gli interessi.
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2. Il pagamento dell’ indebito avviene quando un soggetto esegue una prestazione non
dovuta.
L’indebito pu essere:
- Oggettivo, quando vi un titolo inef icace a far nascere l’obbligazione. Ad esempio
quando un soggetto esegue una prestazione sulla base di un contratto nullo.
- Soggettivo, quando la persona adempie all’obbligazione di un altro. Ad esempio Tizio
pensa di dover eseguire una prestazione nei confronti di Caio e invece questa
prestazione non la deve eseguire lui ma Sempronio.

La legge stabilisce che da questo atto nasca un obbligo per il creditore di restituire la
prestazione.

3. Ingius cato arricchimento si veri ca nel caso in cui un sogge o si arricchisce senza una giusta
causa.
È il caso dell’accessione da immobile a immobile cioè gli incremen uviali: avulsione e
alluvione.
In ques casi i proprietari a monte hanno ricevuto un arricchimento senza giusta causa,
pertanto nasce l’obbligo di indennizzare la persona che ha avuto un impoverimento a favore di
chi si è arricchito.
La legge non prevede un risarcimento del danno, perché in realtà non è stato commesso un
danno però la perdita del proprietario del terreno a monte va indennizzata, cioè nasce
l’obbligo di pagare la cifra necessaria a indennizzare colui che si è impoverito.

IL CONTRATTO
Il contra o è un negozio giuridico. Il negozio giuridico è una dichiarazione di volontà cara erizzata
dal doppio ruolo della volontà: volontà di compiere l’a o e la volontà che da quest’a o
scaturiscano determina e e .

Il contra o è de nito all’art. 1321: “ACCORDO TRA DUE O PIU’ PARTI PER COSTITUIRE,
MODIFICARE O ESTINGUERE TRA LORO, UN RAPPORTO GIURIDICO DI NATURA PATRIMONIALE”.

Da questa norma DEFINITORIA emerge la gura di parte → un centro d’imputazione di interessi.


Non bisogna confondere il conce o di parte con la persona sia essa sica o giuridica.
Al conce o di parte può corrispondere una persona o più persone.
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Es. Due sorelle acquistano una casa da tre fratelli ponendo in essere un contra o di
compravendita. Nel contra o di compravendita avremo dunque due par : la parte venditrice e la
parte acquirente. Ma in realtà i sogge sono cinque.

Un’altra cara eris ca del contra o è la patrimonialità → l’accordo deve essere susce bile di
valutazione economica. Se i rappor giuridici che nascono dall’accordo non sono patrimoniali non
saremo di fronte a un contra o.

Requisi ESSENZIALI del contra o


Si de niscono essenziali poiché in mancanza di uno di tali requisi il contra o è INVALIDO.
I requisi essenziali del contra o, che troviamo all'art.1325, sono:
1. ACCORDO
2. CAUSA
3. OGGETTO
4. FORMA

• ACCORDO
L’accordo è l’INCONTRO tra due manifestazioni di volontà che devono coincidere.
So o il pro lo formale l’accordo può essere:
1. Espresso: quando la volontà si manifesta a raverso una dichiarazione verbale o scri a o
a raverso un gesto (es. l’alzata di mano durante un’asta).
2.Tacito: quando l’accordo si manifesta a raverso un comportamento concludente, cioè un
comportamento che non da spazio ad equivoci e che sia univoco (es. quando facciamo la spesa
riempiamo il carrello con gli ogge prendendoli dagli sca ali, il contra o però si conclude nel
momento in cui paghiamo gli ogge alla cassa).

So o il pro lo temporale l’accordo può avvenire:


1. In maniera simultanea, cioè contemporaneamente si raggiunge l’accordo e si conclude il
contra o (es. due par vanno dal notaio una per acquistare una casa, l’altra per venderla).
2. Per fasi successive, in questo caso l’accordo si scinde in 2 momen :
- Proposta → è la dichiarazione di volontà di chi prende l’inizia va dell’a are;
- Acce azione → è la dichiarazione di volontà di chi acce a il contenuto della proposta.
L’acce azione deve quindi essere conforme alla proposta. Se l’acce azione è di orme questa
vale come controproposta a cui deve seguire l’acce azione del primo proponente.

Può accadere che proponente e acce ante si trovano in due ci à di eren , in questo caso la
legge stabilisce che il contra o si ri ene concluso quando il proponente ha no zia
dell’acce azione (presunzione rela va*).

In par colare la no zia deve raggiungere l’indirizzo del proponente (fa o noto) e dal
raggiungimento della no zia si presume un fa o ignoto ossia che il proponente sia venuto a
conoscenza dell’acce azione. Inoltre si parla di presunzione rela va perché amme e prova
contraria cioè è possibile che il proponente possa provare che non è riuscito a venire a
conoscenza dell’acce azione nonostante sia giunta all’indirizzo (ad esempio per caso
fortuito).
A nché si raggiunga un accordo via fax è necessario che sia chiara l’iden tà del chiamante
sia l’ora e la data. Mentre per i contra conclusi a raverso internet c’è bisogno di una
doppia acce azione.

* La PRESUNZIONE nel linguaggio giuridico è un mezzo di prova e si veri ca quando da un


fa o noto si deduce un fa o ignoto. La presunzione può essere:
▪ Assoluta quando non è possibile dare prova contraria;
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▪ Rela va quando è possibile dare prova contraria.

Nell’ambito dell’ACCORDO si individuano inoltre alcune FIGURE:

1. Proposta irrevocabile
È un a o negoziale unilaterale (non un contra o). Nella proposta irrevocabile una parte ene
ferma una proposta per un determinato periodo di tempo. La proposta deve contenere tu gli
elemen del contra o e anche la data di scadenza. L’accordo si raggiunge solo se ci sarà una parte
che ACCETTA la proposta (quindi se non viene acce ata la proposta rimane un negozio giuridico
unilaterale).

2. Pa o di opzione
È un contra o quindi vi è un accordo in cui una parte decide di lasciare ferma la sua proposta per
un determinato periodo di tempo e l’altra parta può esercitare (entro il termine) il DIRITTO DI
OPZIONE e dunque decidere se acce are o meno.
Il diri o di opzione è un diri o potesta vo quindi nel momento in cui la parte decide di acce are o
no l’altra parte non potrà far nulla (si trova in una situazione di soggezione).

3. O erta al pubblico
È una proposta che con ene gli elemen essenziali del contra o ed è rivolta a "incertam
personam" cioè è rivolta a tu .
Es. la vetrina di un negozio con esposto l’ogge o e il prezzo, chi è interessato entra nel negozio
acquista e conclude il contra o.

4. Promessa al pubblico (già vista negli a che creano obbligazioni, fa parte delle promesse
unilaterali)

TRATTATIVA
È una fase ANTECEDENTE rispe o all’accordo. È una fase preliminare che può veri carsi come può
non veri carsi ed è nel caso in cui si veri chi è necessaria la BUONA FEDE in senso ogge vo.
La buona fede la possiamo trovare:
▪ In senso sogge vo: è l’ignoranza di ledere l’altrui diri o;
▪ In senso ogge vo: è la lealtà, l’onestà, la corre ezza.

Nel caso della tra a va è necessario che le par si compor no con lealtà, onestà e corre ezza.
La buona fede in senso ogge vo si manifesta a raverso l’obbligo d’INFORMAZIONE. Le par
devono, in buona fede, informare l’altra parte su tu o ciò che c'è da sapere a nché vi sia la
conclusione del contra o. L’informazione è, infa , la massima espressione di libertà e di volontà
delle par , perché non vi è volontà senza consapevolezza, e non vi è consapevolezza senza
informazione.

Se le tra a ve vengono svolte con MALAFEDE queste sono interro e e dalla ro ura delle tra a ve
nasce una responsabilità precontra uale, ovvero nasce per la parte che ha agito in malafede
l’obbligo di risarcire il danno.
Il danno, in questo caso, è un danno per interesse nega vo che per la legge si divide in:

- Danno emergente, consiste nelle spese sostenute inu lmente per la conclusione di un
contra o che non si è mai concluso;
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- Lucro cessante, ossia tu e le occasioni perdute ossia tu i contra che si sarebbero potu
concludere e non si sono conclusi poiché la parte era vincolata dal contra o con la parte che ha
agito in malafede.

• CAUSA
La causa nel tempo è stata ogge o di discussione da parte della do rina, la de nizione più di usa
e acce ata è quella che la individua come la FUNZIONE ECONOMICO SOCIALE DEL CONTRATTO.
Un’altra de nizione vede la causa come punto d’incontro tra gli e e programma dalle par e gli
e e giuridici programma dall’ordinamento giuridico.
Causa è anche la ragione che gius ca gli spostamen patrimoniali tra le par .

I contra si dividono in:


▪ TIPICI: sono disciplina dall’ordinamento giuridico; sono quelli previs dalla legge.
▪ ATIPICI: se non sono disciplina dalla legge e quindi non sono previs dall’ordinamento
giuridico (leasing, franchising sono sta contra a pici no a quando l’ordinamento ha
predisposto delle regole).

Anche la causa (come il contra o) può essere pica o a pica:


● La causa è TIPICA quando il contra o è pico ed è dunque regolato dalla legge. (Contra o
pico→ causa pica)

In par colare nel nostro Codice Civile esiste una parte dedicata ai singoli contra pici (es. la
compravendita).

La causa pica è l’elemento essenziale del contra o pico, e la causa pica E’ SEMPRE LA STESSA a
seconda del po di contra o. Pensiamo alla compravendita la cui causa è quella dello scambio
della merce contro il prezzo; oppure al contra o di permuta la cui causa è lo scambio della cosa
contro cosa (bara o).

● La causa è ATIPICA quando il contra o è a pico e non è perciò previsto dalla legge, questo po
di contra o è espressione di autonomia delle par .
La causa a pica è ammessa solo se è LECITA e se PERSEGUE INTERESSI MERITEVOLI DI TUTELA
da parte dell’ordinamento giuridico e sarà il giudice a valutarli caso per caso.

La causa può essere ASTRATTA la quale a sua volta può essere:


a. Astra a in maniera SOSTANZIALE, quando la causa del contra o (o del negozio giuridico) è
intrinseca al negozio giuridico, cioè non viene fuori. (es. la cambiale)
b. Astra a so o il pro lo PROCESSUALE, quando siamo di fronte all’INVERSIONE dell’onere della
prova.
Negli ATTI fonte di obbligazione (promessa di pagamento e ricognizione di debito) oltre a scaturire
l’obbligazione scaturisce anche l’inversione dell’onere della prova. Questo signi ca che il creditore
è liberato dall’onere di provare il rapporto so ostante. Sarà infa il debitore che dovrà provare
che la promessa di pagamento o la ricognizione di debito sono a che non hanno mo vo di
esserci, non hanno validità.

Dis nzione tra CAUSA e MOTIVI


La causa si deve dis nguere dai MOTIVI, perché mentre la causa è la funzione economico sociale
del contra o ed è SEMPRE UGUALE sopra u o per il contra o pico; i mo vi sono le RAGIONI
INDIVIDUALI che spingono un sogge o a concludere un contra o.
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Quindi mentre nella compravendita la causa è sempre lo scambio della merce contro il prezzo, il
mo vo di una compravendita può essere dei più svaria , è una ragione sogge va.
Posso acquistare un immobile per abitarlo, per donarlo, per darlo in locazione e così via. I mo vi
rimangono nella sfera individuale e quindi NON sono rilevan dal punto di vista giuridico.

I mo vi rilevano solo quando sono:


- ILLECITI quindi contrari a norme impera ve, ordine pubblico e buon costume
- ESCLUSIVI DEL CONSENSO
- COMUNI ad ENTRAMBE LE PARTI

Pensiamo a due sogge che concludono un contra o di locazione per poter creare una bisca
clandes na, in questo caso si tra a di un mo vo che rileva dal punto di vista giuridico in quanto il
mo vo è illecito, comune ad entrambe le par , ed è esclusivo nel consenso, cioè le par hanno
raggiunto quest’accordo e hanno concluso un contra o esclusivamente per questa ragione. Infa
a raverso il contra o di locazione si crea la bisca clandes na e le par hanno un guadagno.
L’ordinamento in tal caso sanziona il contra o a raverso una forma di grave invalidità.

• OGGETTO
L’ogge o è ogni BENE o l’UTILITA’ alla cui realizzazione è preordinato l'accordo.
Oltre l’ogge o abbiamo il contenuto del contra o, ovvero il REGOLAMENTO CONTRATTUALE che è
l’insieme di clausole che le par pongono in essere nel contra o.
Sono espressione della libertà delle par di scegliere le modalità di a uazione del contra o: il
tempo, il luogo, ecc.

L’ogge o deve avere determinate cara eris che. Deve essere:


1. Possibile sia dal punto di vista materiale (pensiamo ad un contra o di compravendita di
un automobile distru a da un incidente) sia giuridico (ci sono ogge che non possono
essere ogge o di una compravendita pensiamo ad esempio alle par del nostro corpo);
2. Lecito quindi non contrario a norme impera ve, all’ordine pubblico e al buon costume
(compravendita di droga ha un ogge o illecito);
3. Determinato o determinabile deve essere individuato sia so o il pro lo quan ta vo
che qualita vo.

• FORMA
Nel nostro ordinamento giuridico vige il principio della LIBERTA’ della forma e i contra possono
perciò concludersi in qualunque modo a meno che non sia quella richiesta dall’ordinamento ad
substan am (cioè quella prevista dalla legge) a pena di invalidità.

La forma è uno strumento, il mezzo a raverso il quale si esprime la volontà delle par che
pongono in essere un contra o. Può essere:
- Espressa→ una forma verbale, scri a oppure a ges (la mano alzata durante un asta).
- Tacita → può derivare da comportamento concludente cioè un comportamento che in maniera
non equivoca dimostri la volontà delle par .

La forma SCRITTA può essere di vari pi:

1. Scri ura PRIVATA: è un contra o s pulato per iscri o dalle par privatamente e verrà
poi conservato. Ha forza di legge tra le par .

2. Scri ura PRIVATA AUTENTICATA: le par scrivono l’accordo privatamente poi si recano
da un notaio (pubblico u ciale) e appongono la rma in calce al contra o. Il notaio
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quindi verbalizza, dichiara che davan a lui si sono presentate le par del contra o e
che hanno rmato. Egli ha anche il potere di a estare che la rma è AUTENTICA ossia di
a estare che la persona che rma è chi dice di essere. Il contra o fa fede no a querela
di falso. (La querela di falso viene denunciata dalle par ed è uno strumento che
consente di contestare l’auten cità di un documento).

3. L’a o PUBBLICO: le par si recano dal notaio dichiarando ciò che hanno intenzione di
fare cioè qual è il loro accordo contra uale. L’a o però viene reda o dal notaio
(pubblico u ciale). Una volta reda o, il notaio leggerà il contra o e le par lo rmano
davan a lui. Il contra o fa fede no a querela di falso.

4. L’a o SOLENNE: è previsto solo per pochi contra , nel diri o privato l’unico contra o
che prevede la forma solenne è la DONAZIONE. La donazione è un contra o posto per
iscri o e che deve essere reda o da un notaio alla presenza di due tes moni. Se manca
la presenza dei due tes moni che devono rmare davan al notaio, (oltre alla rma
delle par ), il contra o di donazione sarà invalido e quindi nullo.

Requisi ACCIDENTALI del contra o


Si de niscono accidentali perché se mancano tali requisi il contra o è ancora VALIDO, quindi
sono requisi che possono esserci o non esserci, ma se ci sono in uiscono sulla produzione di
e e del contra o.
I requisi accidentali sono:
1. TERMINE
2. MODO
3. CONDIZIONE

• TERMINE
Il termine è una data futura e certa che viene apposta nel contra o. Il termine può essere:
- Iniziale, quando da quella data il contra o comincia a produrre e e . (es. concludo oggi un
contra o di locazione di una casa al mare che avrà e cacia dal primo luglio).
- Finale, quando si tra a di una data dalla quale cesseranno gli e e del contra o. (es. un
contra o di locazione quadriennale, una volta rmato il contra o, al raggiungimento del
termine nale il contra o cesserà di avere e e ).

Il termine quindi riguarda l’EFFICACIA del contra o, non la sua validità e può esserci e non esserci.
Se il termine iniziale viene ssato ad una data molto lontana nel tempo allora questo contra o
sarà un contra o NULLO perché manca un elemento essenziale, cioè manca la volontà pertanto
l’accordo.
Se, invece, il termine nale è ssato una data lontana nel tempo allora si considererà come NON
APPOSTO, questo perché nel nostro ordinamento vige sempre un principio generale che è il
principio di conservazione del contra o. Quindi si cerca sempre di salvare il contra o ad ogni
costo.

• CONDIZIONE
La condizione è un avvenimento futuro e incerto:
- Futuro vuol dire che nel momento in cui il contra o è stato concluso questo avvenimento non
era accaduto o non si aveva no zia di questo avvenimento;
- Incerto vuol dire che non si sa se questo avvenimento ci sarà e se ci sarà quando avverrà.

La condizione può essere di due pi:


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● SOSPENSIVA: quando al veri carsi dell’avvenimento il contra o comincerà ad avere e cacia
(ad es. vendo la casa quando mi laureo).
● RISOLUTIVA: quando al veri carsi dell’avvenimento il contra o cesserà di produrre i suoi e e .

La condizione (sospensiva o risolu va) può essere di vario po:


1. Potesta va è una condizione che dipende dalla volontà delle par (se comprerò una
casa);
2. Casuale è una condizione che non dipende dalla volontà dalle par ma dipende da altri
fa ori, dipende dal caso (se pioverà);
3. Mista è un avvenimento che dipende in parte dalla volontà e in parte dal caso (se mi
sposerò);
4. Meramente potesta va è una condizione che dipende dalla decisione arbitraria della
parte (se mi piacerà). Questa è una condizione che non può essere inserita nel contra o
e che quindi rende il contra o nullo. Non è infa possibile far dipendere da una
decisione arbitraria e immo vata la conclusione di un contra o;
5. Illecita quando è contraria a norme impera ve, ordine pubblico e al buon costume (se
ucciderai una persona venderò una casa);
6. Impossibile pensiamo ad esempio alla condizione “se verranno i marziani”. In questo
caso se si tra a di una condizione sospensiva il contra o è nullo perché manca la
volontà cioè l’accordo. Se invece la condizione è risolu va allora si avrà come non
apposta, cioè come non inserita questa condizione.

• MODO
Il modo o onere è un elemento che si può inserire in contra o a che hanno come ogge o una
LIBERALITA’: donazione o testamento (che non è un contra o ma è un negozio giuridico
unilaterale).
Il modo è una prestazione di dare, fare o di non fare che viene a ribuita e imposta al bene ciario
di un a o di liberalità.
Pensiamo ad esempio a Tizio che lascia in eredità tu o il patrimonio a Caio a pa o che si occupi
della vita e della cura dei suoi cani. Soltanto così si può lasciare un’eredità agli animali, perché nel
diri o civile gli animali sono cose quindi non possono essere des natari di un patrimonio. L’unico
modo è quindi quello di des nare il patrimonio a un bene ciario e gravandolo di questo onere, in
questo caso una prestazione di fare. Se il bene ciario non si comporta come dovrebbe non
bene cerà del patrimonio del de cuius.

AUTONOMIA CONTRATTUALE

L’autonomia contra uale è un espressione della VOLONTA’ dell’uomo e di POTERE.

La parola autonomia viene dal greco “auto” sè stesso e “nomos” legge, cioè la legge propria.
Il contra o ha infa forza di legge tra le par e nell’accordo queste regole vengono stabilite con lo
scopo di rispe arle. Un sinonimo di autonomia è libertà.

L’autonomia contra uale regolata all’art. 1322 può essere analizzata secondo due pro li:
● So o il pro lo nega vo vediamo che NESSUNO può essere COSTRETTO a concludere un
contra o che non vuole concludere e nessuno può essere costre o a eseguire prestazioni a
favore di altri contro o senza la propria volontà.
● So o il pro lo posi vo l’autonomia contra uale è espressione di POTERE e di LIBERTA’ delle
par le quali possono scegliere il po di contra o, il contenuto contra uale e l’ogge o: le
clausole, le modalità di pagamento, la qualità, la quan tà e così via.
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Ma la più alta espressione di libertà delle par è la possibilità di concludere contra ATIPICI, ossia
contra che non sono previs e regola dalla legge. Questa libertà ha solo due limi : la causa del
contra o deve essere lecita e deve perseguire interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento
giuridico.

A decidere se il contra o è lecito e meritevole di tutela è il giudice, il quale nel momento in cui una
delle due par si rivolge a lui, per giudicare (a raverso l’interpretazione della legge) dovrà
analizzare tu o il contra o e in ne stabilire se è lecito e persegue interessi meritevole di tutela.

LIMITI
L’autonomia contra uale NON è una libertà assoluta, proprio per questo presenta dei limi :

• CONTRATTO IN SERIE
Nel nostro ordinamento esistono due pi di conta o:
- Il contra o isolato: nasce da accordo fru o di una tra a va quindi di reciproche concessioni
dove vi è la volontà di entrambe le par e inoltre vi è la possibilità di discussione e di
rivisitazione del contra o, quindi le par sono poste sullo stesso piano;
- Il contra o in serie, standard: nasce come risultato della produzione industriale in serie e dalla
necessità degli imprenditori di predisporre contra tu uguali per una migliore organizzazione
della produzione e un eguale tra amento degli uten . Sono contra predispos ovvero crea
soltanto da una parte, l’altra parte può acce arli o no, senza avere la possibilità di contra are o
discutere. Quindi le par non sono poste sullo stesso piano, esiste un contraente più forte e uno
più debole.

I contra in serie li troviamo agli art.1341/1342.

L’art.1341 è rubricato “condizioni generali del contra o”, queste condizioni riguardano i contra
tra IMPRESE, in par colare vi è un’impresa forte che predispone il contra o e un’impresa debole
che può solo acce are o non acce are. È necessario che il regolamento contra uale venga
conosciuto e acce ato dalle par . Quindi l’unica preoccupazione del contraente forte nel momento
in cui pone in essere il regolamento contra uale è di far sì che l’altra parte con la normale diligenza
possa conoscere questo regolamento.
CONTRATTI TRA PROFESSIONISTI E CONSUMATORI (contra o standard)

Nel ’96 il nostro codice civile ha recepito una dire va dell’UE inserendo e prevedendo all’art.1469
bis-ter-quater-quinquies-sexies il rapporto tra il PROFESSIONISTA e CONSUMATORE.

Fino al ’96 la gura del consumatore non è mai stata presa in considerazione nonostante il
consumerismo fu un fenomeno nato già nel 900 (in America) dalle proteste della gente a causa
dell’aumento esorbitante dei prezzi. Questo portò lo Stato a creare leggi a tutela del consumatore.

Soltanto nel ’96 in Italia vengono introdo e le gure del professionista e del consumatore:

- Il professionista è colui che agisce nel mercato svolgendo un’a vità d’impresa (imprenditore in
senso stre o) o da libero professionista (commercialista, avvocato). Il professionista può essere
una persona sica o una persona giuridica;
- Il consumatore è colui che agisce nel mondo economico per soddisfare bisogni propri o della
propria famiglia. Il consumatore è una persona sica ed è un consumatore cosciente, a vo,
a ento, anglofono. Facciamo quindi riferimento a una gura ATTIVA di consumatore in quanto si
informa e ha il potere di decidere le sor dell’economia del mercato (consumatore medio).
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Altri consumatori sono de "vulnerabili" e sono il bambino so o i 10/12 anni, l'anziano sopra i
65 anni ed il disabile. Sono considerate delle persone che non hanno gli strumen per difendersi
per esempio dalla pubblicità.

L’art.1469 dal C.C è stato TRASPOSTO, a raverso un decreto legisla vo, all’art.33 e seguen del
Codice del Consumo nato nel 2005 che raccoglie le norme a tutela del consumatore.

La tutela del consumatore ruota a orno al conce o di “clausole VESSATORIE”, ossia clausole che
creano squilibri di diri e obblighi tra le par . Ques squilibri vessano, opprimono il contraente
debole (consumatore).
La vessatorietà prescinde dal pro lo sogge vo, cioè dal fa o che il libero professionista inserisca
queste clausole per danneggiare il consumatore.

All’art.33 sono elencate le clausole che si presumono tu e VESSATORIE, in par colare le le ere
“a”, “b” e “l” (1,2,10 nel cc) sono da considerarsi di presunzione ASSOLUTA (non è possibile dare
prova contraria). Ciò vuol dire che se vengono inserite in un contra o, il contra o è ancora VALIDO
ma la clausola inserita sarà nulla quindi sarà espulsa dal contra o.

Si tra a, ad esempio, di clausole che esonerano dalla responsabilità il professionista per la morte
del consumatore che usa un prodo o venduto dal professionista;
oppure il caso in cui il professionista inserisce dopo la conclusione del contra o delle clausole di cui
il consumatore non era a conoscenza.

Esistono poi altre clausole che si presumono vessatorie ma sono considerate di presunzione
RELATIVA, ad esempio la le era “f” in cui si impone al consumatore, in caso di inadempimento o di
ritardo nell'adempimento, il pagamento di una somma di denaro a tolo di risarcimento.

Presunzione rela va signi ca che è possibile dare una prova contraria.


Il professionista potrà quindi fornire prova contraria e dimostrare che la clausola è stata ogge o di
una tra a va individuale tra le par . Se il professionista NON fornisce la prova la clausola diventa
vessatoria e il consumatore viene tutelato con la cosidde a "NULLITA’ DI PROTEZIONE": la clausola
viene espulsa dal contra o, diventa nulla. Si tra a solo di una nullità PARZIALE che lascia in piedi il
contra o per il principio di conservazione del contra o.

• CONTRATTO IMPOSTO
Si tra a di un contra o in cui l’AUTORITA’ predetermina i prezzi. Pensiamo ad esempio ai pedaggi
autostradali, le tari e ferroviarie.

• CONTRATTO CONCLUSO CON IL MONOPOLISTA


Il monopolista è colui che agisce in regime di monopolio, cioè è l’unico a produrre e/o vendere un
determinato prodo o. Pensiamo ad esempio allo Stato per la vendita del tabacco. Chi agisce in
monopolio ha l’obbligo di contra are con tu , non può scegliere con chi contra are, proprio
perché è in regime di monopolio.

LA RAPPRESENTANZA
La rappresentanza è un fenomeno giuridico in cui le PARTI dell’accordo (una o entrambe) sono
di eren rispe o alle par del rapporto.
Le fon della rappresentanza sono:
- La legge (a o di eteronomia perché creata dal legislatore). La rappresentanza legale si ha nel
caso della POTESTA’ (genitori) o dell’INTERDIZIONE (tutore);
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- La volontà (a o di autonomia).

Nella rappresentanza ci sono due pro li:

a. Pro lo INTERNO (c’è sempre)→ nasce da un contra o (contra o di lavoro o di mandato *) tra
due gure che sono il rappresentante e il rappresentato; il primo deve essere sempre un
capace di agire, il secondo può anche essere un incapace di agire.
* Il MANDATO è un contra o a raverso cui il mandatario si obbliga a compiere degli a
nell’interesse del mandante.

b. Pro lo ESTERNO (può esserci o non esserci)→ è dato dalla PROCURA.


La procura è un negozio giuridico unilaterale (NON è un contra o). Quindi è una dichiarazione
di volontà del rappresentato che conferisce il potere di rappresentanza al rappresentante.
Il rappresentante che agisce a raverso una procura pone in essere gli a non solo nell’interesse
del rappresentato ma anche spendendo il nome del rappresentato. Si parla di pro lo esterno
perché è un rapporto che rileva e che ha e cacia anche nei confron dei TERZI.
La procura può essere di due pi:
▪ Generale se riguarda TUTTI gli a ari del rappresentato;
▪ Speciale se riguarda soltanto uno SPECIFICO a are e la procura deve essere fa a nella
forma richiesta per il compimento dell’a o. Ad esempio nel caso di una procura per la
compravendita di un immobile la forma richiesta è quella scri a.

È importante capire la di erenza tra pro lo interno ed esterno perché sulla base di questa
di erenza la rappresentanza si divide in:
1. Dire a
2. Indire a

La rappresentanza dire a
Si ha una rappresentanza dire a quando esiste oltre al rapporto interno (contra o di mandato)
anche il rapporto esterno, cioè la PROCURA in cui il rappresentante agisce in nome e per conto
altrui, e quindi non solo compie a nell’interesse del rappresentato ma li compie spendendo il suo
nome.
Questo po di rappresentanza si chiama dire a perché gli e e degli a compiu dal
rappresentante cadranno dire amente nella sfera giuridica del rappresentato.

La rappresentanza indire a
Si ha una rappresentanza indire a quando esiste solo il rapporto interno tra rappresentante e
rappresentato: il rappresentante agirà per conto del rappresentato ma in nome proprio.
Questo po di rappresentanza si chiama indire a proprio perché gli e e degli a compiu dal
rappresentante cadranno nella sua sfera giuridica (rappresentante) e occorrerà un secondo a o
che consen rà il trasferimento degli e e giuridici dal rappresentante al rappresentato.

FALSO RAPPRESENTANTE
Può succedere che vi sia un “falsus procurator” ovvero un falso rappresentante che agisce senza
averne i poteri. La legge tutela il falso rappresentato, facendo sì che tu gli a pos in essere dal
falso rappresentante siano INEFFICACI (non producono e e ), a meno che il falso rappresentato
voglia ques e e . In questo caso dovrà porre in essere una ra ca degli ATTI (diventano e caci),
quindi un conferimento di poteri pos cipato.

RAPPRESENTANZA IN CONFLITTO DI INTERESSI


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Nel caso in cui il rappresentante agisce in con i o d’interesse con il rappresentato, l’a o sarà
INVALIDO.
È il caso, ad esempio, in cui Tizio deve vendere una casa e conferisce i poteri di rappresentanza a
Caio. Caio è dunque il rappresentante di Tizio, però decide di comprare la casa. In questo caso vi è
un con i o d’interessi, perché il rappresentante agirebbe nei suoi interessi piu osto che in quelli
del rappresentato.

Bisogna stare a en a non confondere la gura del rappresentante con la gura del “nuncius”: il
rappresentante compie a per conto (ed eventualmente in nome) del rappresentato; il nuncius è
un portavoce.

PATOLOGIA DEL CONTRATTO


Si parla di patologia del contra o quando vi è un vizio STRUTTURALE del contra o il quale è in
contrasto con una norma del sistema.
Il contra o è INVALIDO e l’invalidità ha due forme:
1. L’ANNULLABILITA’;
2. La NULLITA’.

ANNULLABILITA’
È la forma meno grave; il contra o produce e e no a che non viene annullato a raverso una
sentenza del giudice.

Le cause di annullabilità del contra o sono:

1. L’INCAPACITA’ di contra are: si veri ca quando una parte è incapace di agire.


[L’incapacità di agire può essere legale e naturale. L’incapacità legale può essere a sua volta
assoluta o rela va. Incapaci legali assolu sono i minori di età e gli interde (tutore che agisce in
nome e per conto del rappresentato). Incapaci legali rela vi sono gli inabilita e i minori
emancipa (curatore)].
Se l’incapace pone in essere degli a senza l’assenzio del curatore o tutore ques a sono
annullabili. Gli a pos in essere dall’incapace avranno e cacia no alla sentenza di annullamento
del giudice che ne farà cessare gli e e .

Vi è un’unica eccezione che è il caso del minore di età che falsi ca i propri documen di iden tà
facendo gurare che sia un maggiorenne. Ques a pos in essere dal minore non possono essere
annulla , per il principio di a damento a tutela della parte che si è data del minore.

Nel caso di incapacità naturale, il sogge o può trovarsi in condizioni di incapacità di intendere e di
volere per cause transitorie (lu o, disgrazie ecc). In questo caso l’ordinamento giuridico tutela
l’incapace che pone in essere in contra o se dimostra oltre alla propria incapacità, il pregiudizio
ossia il DANNO che ha subito, e la MALAFEDE dell’altro contraente. In questo caso, infa , il
contra o è annullabile.

2. I VIZI della VOLONTA’ (o del consenso). Si de niscono vizi della volontà poiché incidono nella
formazione della volontà nel momento in cui si conclude il contra o.

I vizi della volontà sono:


―Errore
L’errore è la falsa rappresentazione della realtà, de ata da una falsa conoscenza (ignoranza)
dei rappor giuridici o delle situazioni giuridiche.
Può essere di due pi:
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• Errore OSTATIVO: consiste in una divergenza tra volontà e dichiarazione; è il cd LAPSUS
(volevo dire 10 ho de o 100);

• Errore VIZIO o MOTIVO: per essere causa di annullamento del contra o deve avere
determina cara eri:
▪ Riconoscibile, in quanto può e deve essere riconosciuto da una persona di normale
diligenza. Ad esempio quando una persona magra richiede la sto a per realizzare un
abito, il venditore gli fornisce 30 metri di sto a.
▪ Essenziale, quando cade sulla natura o sull’ogge o del contra o, sull’iden tà o qualità
dell’altro contraente. Ad esempio quando si pensa di s pulare un contra o di
compravendita a rate e invece si tra a di un contra o di leasing; pensavo di acquistare
olio extravergine di oliva e invece acquisto olio di semi; pensavo di contra are con un
medico famoso e invece è un medico omonimo.

• Errore di DIRITTO: è l’errore che cade sull’esistenza o sull’interpretazione di una norma


giuridica. L’errore di diri o è una sorta di deroga al principio “ignoran a legis non
excusat”, cioè non si può dare come gius cazione l’ignoranza della legge, però ci sono
dei casi in cui c’è l’obie va di coltà a interpretare o conoscere determinate leggi.

― Dolo
Il dolo contra uale è un inganno, un raggiro operato da una parte a nché l’altra parte
concluda il contra o.
Il primo caso di dolo vizio della volontà risale al diri o romano dell’epoca di Gius niano: un
sogge o voleva acquistare una casa in una zona pescosa. Questo sogge o viene invitato a
visitare una casa e mentre era lì arriva una barca piena di pesci. La persona quindi acquista la
casa, senza sapere che l’altra parte aveva incaricato un pescatore di portare il carico di pesci di
tu ’altra zona, per far credere che si tra asse di una zona pescosa. Questo è il primo caso
documentato di dolo vizio della volontà.
Nel codice penale corrisponde alla tru a mentre so o il pro lo civile il contra o è annullabile. Il
dolo può essere di due pi:
• Dolo DETERMINANTE: è determinante per la conclusione del contra o perché senza
l’inganno il contra o non si sarebbe concluso; per tale mo vo questo po di dolo è causa di
annullamento.
• Dolo INCIDENTE: è un inganno che non in uisce sulla conclusione del contra o, infa il
contra o si sarebbe concluso ugualmente ma a condizioni di eren .
Questo po di dolo non è causa di annullamento del contra o ma fa nascere l’obbligo di
risarcire il danno.

― Violenza
La violenza è una minaccia di un male grave e ingiusto tale da in morire un uomo di medio
coraggio. La violenza (in questo caso PSICHICA), dunque, provoca un acce azione del contra o
so o una volontà viziata, senza avere la possibilità o la libertà di scegliere.
La violenza è una violenza che va vista caso per caso, sarà il giudice a stabilire se sarà causa di
invalidità o no.

La violenza FISICA, invece, non è causa di annullabilità del contra o ma è causa di nullità, ossia
della forma più grave di invalidità del contra o. Questo perché la violenza sica non altera il
processo voli vo ma l’ANNULLA e se manca la volontà manca uno degli elemen essenziale del
contra o ossia l’accordo.

Annullare il contra o signi ca che questo non può più produrre e e , a raverso una
sentenza COSTITUTIVA del giudice. Chi ha subito i vizi della volontà o che ha contra ato con un
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incapace possono esperire l’azione di annullamento del contra o di fronte a un giudice e se
viene emanata la sentenza di annullamento da quel momento in poi il contra o CESSA di
produrre e e tu avia saranno salva gli e e che riguardano i terzi.

L’annullamento si prescrive in 5 anni, però il contra o può essere salvato a raverso la


CONVALIDA → è un negozio unilaterale che perme e a chi poteva esperire l’azione di
annullamento, di convalidare gli e e del contra o in e e de ni vi; questo a raverso una
dichiarazione dove il sogge o riconosce le cause che potevano portare all’annullamento del
contra o e di voler convalidare il contra o e quindi non annullarlo.

NULLITA’
La nullità è la forma più grave di patologia del contra o.
Mentre nell’annullabilità gli e e si producono no a quando il contra o non venga annullato,
nella nullità gli e e del contra o non si producono, cioè la nullità provoca una invalidità
totale. Il contra o nullo non produce e e .
Le cause di nullità del contra o sono:

1. La MANCANZA di uno degli elemen ESSENZIALI del contra o: l’ACCORDO (mancanza di


volontà), l’OGGETTO (giuridicamente o materialmente impossibile, illecito oppure non è
determinabile nella sua quan tà e qualità), la CAUSA (manca o è illecita) e la FORMA (manca
la forma ad subsan am).

2. L’ ILLICEITA’ del contra o: il contra o è illecito quando è contrario a norme impera ve,
all’ordine pubblico e al buon costume. Illecito può essere l’ogge o, la causa o il mo vo.

In questo caso occorre fare una dis nzione tra CAUSA e MOTIVO: la causa è la ragione
economico-sociale del contra o; i mo vi sono le ragioni individuali che spingono i sogge a
porre in essere il contra o. I mo vi sono tan e sono di varia natura e proprio per il fa o di
essere individuali sono IRRILEVENTI so o il pro lo giuridico, solo nel caso del mo vo illecito
viene preso in considerazione. L’illiceità non è l’unico requisito che rende rilevante il mo vo,
questo infa deve essere esclusivo nel consenso e comune ad entrambe le par .

La nullità inoltre può essere parziale ossia riguardare solo una clausola del contra o, come del
caso ad esempio delle clausole vessatorie in cui vi è la presunzione assoluta.

L’azione di nullità può essere esperita da chiunque vi abbia interesse, anche il pubblico ministero
stesso può esperire quest’azione. È imprescri bile (non si prescrive per non uso) e la sentenza di
nullità è DICHIARATIVA poiché dichiara una situazione esistente.
Il contra o nullo può essere salvato a raverso la CONVERSIONE.
La conversione non è un ulteriore contra o ma è fru o di un accordo tra le par . A raverso la
conversione, il contra o nullo si trasforma in un altro po di contra o che presenta il requisi di
SOSTANZA e di FORMA tale da essere valido. Quindi è la volontà delle par che determina la
conversione.
SCIOGLIMENTO DEL CONTRATTO
Lo scioglimento del contra o può avvenire in due casi:
● Rescissione
● Risoluzione

Rescissione
La rescissione presenta un vizio gene co della CAUSA, è un vizio gene co perché nasce con la
nascita del contra o.
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I casi di rescissione sono due:

1. Contra o concluso in stato di PERICOLO


È un contra o in cui una parte si trova in una situazione di pericolo grave e immanente e l’altra
parte, conoscendo lo stato di pericolo conclude il contra o in maniera INIQUA.
In questo caso si ha un’iniquità tra le due prestazioni poiché la parte che si è accorta del pericolo
richiede un compenso ingiusto, eccessivo.
Es. pensiamo ad un alpinista si arrampica sulla montagna e ad un certo punto non riesce più a
scendere, ci sono degli elico eris , lui chiede aiuto e l'elico erista lo soccorre ma in cambio chiede
50.000 euro.
Il contra o si conclude perché la parte che ha bisogno di essere salvata dal pericolo, acce a a
qualsiasi condizione. Nonostante questo, però, il sogge o che è stata salvato può rivolgersi al
giudice a nché sciolga il contra o. Il giudice quindi scioglie il contra o e può anche stabilire un
equo compenso alla parte che ha eseguito la prestazione.

2. Rescissione per lesione o Contra o concluso in stato di BISOGNO


Nel contra o concluso in stato di bisogno si devono veri care contemporaneamente tre situazioni:
a. Una parte deve essere in stato di bisogno, in par colare con stato di bisogno non intendiamo
uno stato di povertà ma intendiamo una mancanza di LIQUIDITA’.
b. L’altra parte, conoscendo lo stato di bisogno, conclude il contra o appro ando della
necessità e dello stato di bisogno del sogge o.
c. È, poi, necessario un terzo elemento ogge vo che è la lesione che deve essere ULTRA
DIMIDIUM che signi ca di “oltre la metà”.

Consideriamo, ad esempio, Tizio che si trova in stato di bisogno, ed è proprietario di un


appartamento che vale €100.000 e lo vende all’acquirente che conclude il contra o acquistando
l’immobile a €40.000 cioè a un importo inferiore della metà del suo valore.

Chi conclude questo po di contra o che presenta queste tre condizioni (stato di bisogno,
appro amento, lesione ultra dimidium) può esperire entro 1 anno l’azione di rescissione di fronte
al giudice chiedendo lo scioglimento del contra o. Può tu avia succedere che l’altra parte non
voglia che si sciolga il contra o ed o re un supplemento di prezzo. In questo caso, se le par sono
d’accordo, il contra o rimane in piedi e diventa equo.

Risoluzione
Anche la risoluzione è un’azione che porta allo scioglimento del contra o, ma a di erenza della
rescissione presenta un vizio funzionale della CAUSA, quindi il contra o nasce senza vizi ma nel
corso della sua esecuzione la causa viene viziata.

La risoluzione avviene in tre casi:

1. Risoluzione per INADEMPIMENTO: si deve tra are di un inadempimento di non scarsa


importanza.
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Per valutare se l’inadempimento è di non scarsa importanza bisogna guardare alla NATUURA
DELL'AFFARE e alla VOLONTA' DELLE PARTI.
Se una parte è inadempiente l’altra parte può chiedere al giudice la risoluzione del contra o
oppure l’adempimento del contra o a raverso l’azione di manutenzione.
Se chiede la risoluzione, non potrà più chiedere l’adempimento, se invece chiede la
manutenzione del contra o (richiesta che la parte adempia) potrà poi eventualmente
richiedere che il contra o venga sciolto. Inoltre chiedendo la risoluzione può chiedere che
venga pagato un risarcimento del danno; se si chiede l’adempimento allora la parte avrà diri o
a un risarcimento che riguarda il RITARDO e una volta chiesto il giudice dovrà emanare una
sentenza di condanna.
La risoluzione, in questo caso, avviene in via GIUDIZIALE poiché avviene a raverso l’intervento
del giudice.

La risoluzione può avvenire anche in via STRAGIUDIZIALE. In questo po di risoluzione le par si


accordano per evitare di doversi rivolgere al giudice.

Sono tre i casi di risoluzione stragiudiziale:

a. Clausola risolu va espressa


La clausola risolu va espressa è una clausola che nasce dall’accordo delle par che l’aggiungono
a nché, in caso di inadempimento di una parte, l’altra che ha adempiuto può dichiarare che
intende avvalersi della clausola e sciogliere il contra o.

b. Di da di adempiere
La di da di adempiere è una dichiarazione unilaterale scri a e irrevocabile, che una parte fa
a nché l’altra parte, inadempiente, adempia entro un termine congruo (solitamente non meno di
15 giorni). Nel caso in cui la parte non adempie, il contra o si scioglie. La di da di adempiere è un
diri o potesta vo.

c. Termine essenziale
Si tra a di un termine oltre il quale non può avvenire l’adempimento. È essenziale sia per l’a are in
sé quindi so o il pro lo ogge vo, sia so o il pro lo sogge vo poiché se la parte non adempie
entro quel termine l’altra parte non avrà più alcun interesse all’adempimento.
Superato il termine, quindi, il contra o s’intenderà risolto. Talvolta può accadere che chi è
inadempiente chieda una proroga del termine che non può andare mai oltre i 3 giorni.

2. Risoluzione per eccessiva ONEROSITA’ sopravvenuta della prestazione:

riguarda i contra di durata ossia che durano nel tempo (es. i contra di fornitura di una
determinata merce).

Nell’esecuzione di ques contra di durata può succedere che una prestazione diven
eccessivamente onerosa per cause straordinarie, impreviste, imprevedibili. In questo caso il
contra o si risolve.

E' quello che successe quando scoppiò la Guerra del Golfo, le navi dovevano portare il petrolio
ma la guerra ha fa o si che il percorso stabilito dalla nave doveva essere cambiato perché era
pericoloso. Questo ha comportato ad un cambiamento di ro a, allungando di più la percorrenza
e a quel punto ad un'onerosità eccessiva della prestazione, quindi il costo del trasporto è
diventato eccessivamente oneroso rispe o al guadagno, quindi mol contra furono risol in
questo modo.
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3. Risoluzione per IMPOSSIBILITA’ sopravvenuta della prestazione:

la parte non può eseguire la prestazione per cause a lui non imputabili: il caso fortuito (fatalità
che impedisce al debitore di adempiere) e la forza maggiore (forza della natura, intervento
violento del terzo, intervento dell’autorità, sciopero, ).

CONTRATTO PRELIMINARE
È un contra o che ha una cara eris ca: dal contra o preliminare nasce l'obbligo di concludere un
ulteriore contra o de o contra o DEFINITIVO.

Il contra o preliminare è, pertanto, un vero e proprio contra o, che deve contenere gli elemen
essenziali e la forma del contra o che poi sarà concluso successivamente, cioè del contra o
de ni vo.
Il contra o preliminare è molto u lizzato nel mondo immobiliare: quando si vuole acquistare una
casa si pone in essere un contra o preliminare.

Quando si conclude un contra o preliminare, ma una delle par è INADEMPIENTE rispe o alla
conclusione del contra o de ni vo, il legislatore tutela la parte lesa dandogli la possibilità di
rivolgersi al giudice a nché eme a una sentenza che avrà gli e e del contra o de ni vo.

CLAUSOLA PENALE
È una clausola che può essere inserita nel contra o.
Nel momento in cui il debitore non adempie quindi non esegue la prestazione, il creditore ha
diri o ad avere il risarcimento dei danni. Il creditore per o enere il risarcimento dei danni ha
l'onere di provare il danno.
A raverso l’inserimento nel contra o della clausola penale, le par stabiliscono prima quanto il
debitore dovrà pagare a tolo di risarcimento del danno al creditore, in caso di inadempimento. In
questo modo il creditore non è tenuto a provare il danno.

CAPARRA
È un contra o reale e consiste nella consegna di una somma di denaro che una parte da all'altra
parte.
La caparra può essere:
- Con rmatoria: serve per confermare un impegno. Una volta eseguito il contra o, la caparra
dovrà essere res tuita o va diminuita rispe o al prezzo.

Se chi ha dato la caparra è inadempiente, l'altra parte ha diri o di tra enerla a tolo di
risarcimento del danno. Se chi ha ricevuto la caparra è inadempiente, l'altra parte può pretendere
il doppio di quanto ha dato.

SIMULAZIONE DEL CONTRATTO


Si ha quando le par concludono un contra o pur non volendo gli e e che esso produce.
La simulazione può essere:
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1. Assoluta, quando le par concludono un contra o di cui non vogliono assolutamente gli e e ,
quindi è un contra o FITTIZIO. E oltre il contra o simulato, le par e e ueranno una
controdichiarazione in cui verrà fuori la loro volontà di non volere gli e e .
Es. Tizio e Caio concludono un contra o di compravendita ma in realtà Tizio non vuole vendere
a Caio e Caio non vuole pagare il prezzo a Tizio, quindi è un contra o fasullo.

2. Rela va, quando le par concludono un contra o volendo gli e e di un altro contra o.
Oltre il contra o simulato, ci sarà un contra o DISSIMULATO da cui emerge la reale volontà
delle par , cioè qual è il contra o che le par vogliono porre in essere.
Es. Tizio e Caio ngono di concludere un contra o di compravendita ma in realtà voglio
realizzare un contra o di donazione.

Se Tizio ha 3 case e ne dona una se Tizio muore quando si aprirà la successione, la casa donata
tornerà nell’asse ereditario, cioè sarà conteggiata ai ni della legi ma. La legi ma è una quota
che deve essere rivolta a ognuno degli eredi legi mi.
Perciò se un padre a 3 gli e dona a un glio un appartamento, nel momento in cui muore
questo appartamento deve ritornare nell’asse ereditario e quindi essere ridistribuito. Se, invece,
l’appartamento viene venduto, non viene più conteggiato. Quindi si può simulare la vendita
dell’appartamento ma in realtà gli e e del contra o sono quelli di una donazione, quindi in
realtà non c’è un passaggio di denaro.

Tra il contra o simulato e dissimulato ci sarà una di erenza che potrà riguardare:
- La natura giuridica del contra o (da compravendita a donazione);
- L’ogge o (dichiaro di vendere per 1000€ invece vendo per 5000€);
- I sogge (Tizio nge di vendere a Caio ma in realtà vende a Sempronio). Se Tizio vende a
Caio ma in realtà vuole vendere a Sempronio, Sempronio può far valere l’accordo
dissimulato nei confron di Caio.

ORGANIZZAZIONI COLLETTIVE (ENTI)


Le organizzazioni colle ve sono formazioni sociali a raverso cui l'uomo insieme ad altri uomini
realizza la propria personalità.
Gli en sono:
• le associazioni;
• le fondazioni;
• i comita .

ASSOCIAZIONE
È un'organizzazione colle va che nasce a raverso un contra o, il contra o plurilaterale
cara erizzato dalla comunione di scopo, cioè vi è uno scopo comune di natura ideale.

Lo scopo dis ngue le associazioni dalle società. Di conseguenza lo scopo ideale si contrappone allo
scopo economico.
La di erenza tra i due scopi è che l'associazione a scopo di natura ideale che pone in essere
un'a vità commerciale, ad esempio per la vendita dei gadget, con ciò che ricava non guarda al
guadagno individuale ma tu o ciò che si ricava deve servire sempre al raggiungimento dello scopo,
gli associa non guadagnano, l'a vità quindi è solo uno strumento per aumentare la consistenza
del patrimonio.
Nella società, invece, l'a vità commerciale serve a produrre dei soci, perché ognuno dei soci
guadagna in modo individuale.
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Il contra o da cui nasce l'associazione ha una stru ura aperta, ciò vuol dire che è aperto
all'adesione di nuovi associa (ognuno di noi si può iscrivere liberamente). Ma può capitare che
durante la vita dell'associazione alcuni associa vengano esclusi perché magari hanno violato delle
regole ecc.
Questo contra o si divide in due documen :
• l'a o cos tu vo, contra o vero e proprio;
• lo Statuto, l'insieme delle regole e nalità che vuole raggiungere l'associazione.

ORGANI DELL'ASSOCIAZIONE
― Assemblea degli associa : È l'organo delibera vo che si riunisce almeno 1 volta l'anno e pone
in essere delle delibere, cioè delle decisioni.
― Consiglio di amministrazione: È l'organo esecu vo, gli amministratori eseguono le delibere
dell'assemblea. Agiscono in nome e per conto dell'associazione.
― Collegio dei propri vivi (uomini saggi): È l'organo di controllo. Ques uomini saggi controllano
ciò che fa l'associazione; possono anche non esserci.

TIPI DI ASSOCIAZIONE
Le associazioni posso essere di 2 pi:
▪ associazioni riconosciute;
▪ associazioni non riconosciute.

Associazioni riconosciute
Le associazioni riconosciute sono le associazioni che sono iscri e nel registro delle persone
giuridiche.
Ciò vuol dire che, quando l'associazione è riconosciuta, diventa una persona giuridica quindi
acquista l'autonomia patrimoniale perfe a. per i debi contra dall'associazione risponderà
l'associazione con il proprio patrimonio.
Nell'autonomia patrimoniale perfe a vi è una separazione tra il patrimonio dell'associazione e il
patrimonio degli associa .

Associazioni non riconosciute


Sono le associazioni che non sono iscri e nel registro delle persone giuridiche. Quest'associazione
acquisterà un'autonomia patrimoniale imperfe a. per i debi dell'associazione risponderà
prima l'associazione con il suo patrimonio, ma se il patrimonio è incapiente (insu ciente, non
basta) allora risponderanno gli amministratori in maniera solidale. Gli associa non risponderanno
MAI.

FONDAZIONI
La fondazione nasce a raverso un a o unilaterale che si chiama "a o di fondazione".
In quest'a o di fondazione, il fondatore des na tu o parte dei suoi beni ad uno scopo di natura
ideale.
L'a o di fondazione può essere:
• intervivos: il fondatore a raverso l'a o unilaterale des na tu o parte dei suoi beni,
• mor s causa: viene fa o a raverso il testamento; una persona a raverso un testamento
può lasciare tu o parte dei suoi beni per nascere una fondazione.

In entrambi i casi il fondatore NON fa parte della fondazione, egli fa solo nascere la fondazione.
Il patrimonio della fondazione è un patrimonio su cui c'è un vincolo, ovvero quello del
raggiungimento dello scopo.
L'unico organo delle fondazioni è quello degli amministratori.
La fondazione è una persona giuridica, quando nasce acquista l'autonomia patrimoniale perfe a.
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COMITATO
Il comitato è una sorta di aggregazione colle va che nasce a raverso varie fasi.
Il comitato ha uno scopo ideale e può nascere spesso per esigenze con ngen e dare un aiuto (es il
comitato per la festa del paese, per la ricerca di una persona scomparsa).

1. FASE: in questa prima fase vi sono i cosidde "promotori". Ci sono delle persone che
promuovono la nascita del comitato, che parlano in pubblico e dicono che hanno intenzione di
far nascere un comitato. Mentre dicono al pubblico del perché cos tuire il comitato invitano
anche lo stesso pubblico a fare delle o erte.
2. FASE: vi è la raccolta delle o erte da parte del pubblico. Nel linguaggio tecnico giuridico queste
o erte si chiamano "oblazioni" donazioni di modico valore, o erte che possono essere date
a "brevi mano" cioè a mano.
Le oblazioni vanno dis nte dalle donazioni vere e proprie, poiché quest'ul me necessitano del
contra o di donazione e della forma solenne, a o pubblico fa o dal notaio in presenza di due
tes moni, in mancanza della forma solenne la donazione è nulla perché manca la forma.
Le oblazioni sono o erte immediate raccolte dagli organizzatori.
3. FASE: entrano in gioco gli "organizzatori" che custodiscono e ges scono il patrimonio in modo
da des narlo allo scopo.

Per i debi contra dal comitato, se il patrimonio del comitato sarà insu ciente risponderanno i
promotori e gli organizzatori, che risponderanno personalmente ed in modo solidale.

Nel 2017 il Decreto Legisla vo ha is tuito il CODICE del TERZO SETTORE.


Questo nasce da ATTIVITA' NO PROFIT, quali: ATTI DI VOLONTARIATO, segno di crisi dove lo Stato
non riesce a far fronte ai problemi dei ci adini.
Lo "STATO SOCIALE" è in crisi e riesce in qualche modo a contrare alcune situazioni dal TERZO
SETTORE le associazioni di volontariato.
Molto sviluppato, perché è il se ore che lavora sul territorio avendone contezza e aiuta i ci adini.
Lo Stato a raverso il legislatore riesce a regolare questa parte. TERZO SETTORE supporto.

RESPONSABILITA' EXTRA-CONTRATTUALE

FATTO ILLECITO
Il fa o illecito è FONTE DI OBBLIGAZIONE (art.1173).
Nel nostro ordinamento l’obbligo di risarcire il danno nasce sia dall’inadempimento (ambito
contra uale) sia da fa o illecito (ambito extra-contra uale).

La responsabilità che deriva dal fa o illecito si de nisce RESPONSABILITA’ AQUILIANA da “Res


Aquilia de damno” che è una legge che risale al III sec. a.C.

Il fa o illecito è de nito all’art.2043: "Qualunque fa o doloso o colposo, che cagiona ad altri un


danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fa o a risarcire il danno".

Illecito CIVILE
QUALUNQUE (agge vo inde nito) → indica la a picità dei fa illeci civili.
Il fa o illecito civile è ATIPICO cioè non è previsto singolarmente nel nostro ordinamento ma è il
giudice che di volta in volta, studiando il fa o, deciderà se un determinato fa o è illecito so o il
pro lo civile oppure no.
Illecito PENALE
Ragionamento opposto viene fa o per l’illecito penale.
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Art.1 del codice penale dispone che "nessuno può essere punito per un fa o che non cos tuisca
REATO".
Quindi l’illecito penale è TIPICO, pertanto se il legislatore non rende pico un reato nessuno può
esserne punito. Pertanto, la punizione dal punto di vista penale è legata alla previsione del
legislatore.

FATTO → è un comportamento dell'uomo che può consistere in:

▪ Omissione
Il mancato soccorso di una persona che si trova in di coltà o in pericolo NON è da un punto di
vista giuridico una violazione; si tra a semmai della violazione di una regola morale.
Pertanto, se ci troviamo di fronte a una persona in di coltà non si ha l’obbligo giuridico di
intervenire, a meno che non sia la legge (art. 593 cp) a stabilirlo.

Si parla di omissione e quindi di obbligo giuridico di intervenire, non necessariamente


personalmente ma anche a raverso le autorità, quando si tra a:
─ Di un minore di 10 anni. In questo caso bisogna subito chiamare le autorità competen , non è
infa possibile portare il minore a casa (si tra erebbe di sequestro di persona).
─ Una persona che si trova in uno stato di confusione mentale, ferita o morta.
─ Par del corpo di un cadavere.
─ un contra o con una guardia giurata: la guardia giurata ha l'obbligo di intervenire nel momento
in cui accade qualcosa, es. una rapina, qualsiasi situazione in cui la guardia ha l'obbligo di
intervenire
─ Di un sogge o che ha creato una situazione di pericolo. Pensiamo ad un costru ore che nella
realizzazione di un edi cio crea una voragine pericolosa, in questo caso ha l’obbligo giuridico di
segnalarla e ripris nare la situazione ex-ante.

▪ Commissione
è un comportamento dell’uomo idoneo a provocare ad altri un danno ingiusto.

Il danno è un pregiudizio; l’ingius zia del danno è invece cambiata nel tempo: inizialmente
venivano considera solo i diri sogge vi assolu , poi vennero considera anche i diri
sogge vi rela vi no a considerare anche le lesioni degli interessi legi mi e delle situazioni di
fa o.

Tra il fa o ed il danno vi deve essere un nesso di causalità (elemento ogge vo): il danno deve
essere la conseguenza dire a ed immediata del fa o. Non qualunque fa o può provocare un
danno e non qualunque danno può essere risarcito.
Pensiamo ad esempio ad un sogge o inves to da una macchina che ha riportato la ro ura della
gamba, viene soccorso da un'ambulanza ma nel percorso verso l’ospedale l’ambulanza cade da un
ponte e il sogge o muore. In questo caso il sogge o che ha inves to non è responsabile per la
morte della persona ma solo dell’incidente della macchina.

Il fa o illecito presenta due elemen sogge vi:


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▪ Il DOLO è l'intenzione di nuocere ad atri. Può essere:
- Dolo dire o quando la persona compie un a o volendo determinare quel danno (prende una
pistola spara, mira al cuore e uccide);
- Dolo eventuale quando la persona ene un comportamento prospe andosi la possibilità di
creare un danno (prende una persona spara, senza puntare dire amente alla persona).

A enzione a non confondere il dolo vizio della volontà causa di scioglimento del contra o con il
dolo elemento sogge vo del fa o illecito.

▪ COLPA è la negligenza, l’imprudenza, l’imperizia e l’inosservanza di leggi, regolamen , ordini e


discipline.
La negligenza è un comportamento che non è diligente, a ento quindi è un comportamento
distra o; l’imprudenza è la mancanza di prudenza, l’imperizia è la mancanza di conoscenza
tecnica da parte di alcune categorie di persone (ingegnere, medico, avvocato).
Es. Passare con il rosso, guidare contromano, operare un paziente diverso ecc.

Il dolo e la colpa devono essere provate dalla persona che è stata danneggiata.

SCRIMINANTI
Nel nostro ordinamento sono previste delle scriminan cioè delle situazioni che nonostante siano
dei fa illeci (creino un danno) non sono fonte di RESPONSABILITA’. Si tra a quindi di cause di
gius cazione del fa o illecito.

Le scriminan sono:

1. Adempimento di dovere
Es. Un carabiniere arresta una persona limitandole la libertà creandole un danno, ma il
carabiniere agisce per adempiere al suo dovere, quindi non è responsabile e non comme e un
fa o illecito quindi non deve risarcire il danno.

2. Consenso dell'avente diri o


Il consenso dell’avente diri o non riguarda il caso dell’eutanasia che rappresenta un vero e
proprio omicidio e quindi un reato .
Es. Chi partecipa volontariamente ad un incontro di pugilato, sa il rischio che corre e che potrà
creare danno ad un altro; chi partecipa ad una gara automobilis ca sa di rischiare e di andare
incontro ad un pericolo.

3. Stato di necessità
È una causa di gius cazione che si può sinte zzare nel de o la no "mors tua vita mea" ossia
quando un sogge o si trova una situazione tale che per salvarsi la vita non può far altro che
provocare un danno ad un'altra persona.
Es. Consideriamo una za era piena di persone. Se una persona è in acqua e cerca di salire
facendo barcollare la za era, se viene spinto e lasciato morire per salvare la vita delle persone
sulla za era, allora quell'azione è una scriminante.

4. Difesa Legi ma
È la possibilità di reagire nel momento in cui si viene aggredi , senza per questo comme ere un
fa o illecito.
Questo perché nel nostro ordinamento tra la vi ma e l’aggressore quella che bisogna proteggere
è la vi ma anche se in questo caso aggredisce l’aggressore.
La difesa deve essere PROPORZIONATA all'o esa.
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Questo signi ca che si può parlare di legi ma difesa solo se la vi ma si difende con gli stessi
mezzi dell’aggressore.
Inoltre la reazione all’o esa è lecita solo se non è possibile fare altrimen e deve essere a uale,
cioè nel momento in cui si viene aggredi è possibile reagire. Se l’aggressore scappa lo dobbiamo
lasciare scappare.

IMPUTABILITA’ del fa o illecito


Il fa o illecito non è imputabile a chi non è in grado di intendere o di volere. Il fa o è però
imputabile se l'incapacità di intendere e di volere sia stata determinata dalla persona stessa.
Es. Una persona si ubriaca, guida la macchina e investe qualcuno ecco che in questo caso poiché
l’incapacità di intendere e di volere è stata provocata dalla persona stessa, questa sarà
dire amente responsabile del fa o illecito commesso.

Casi di responsabilità OGGETTIVA


È una responsabilità che nasce senza dolo o colpa. Ci sono dei casi espressamente previs dalla
legge che sono causa di responsabilità ogge va dove il danneggiato non deve provare la colpa del
danneggiante poiché quest'ul mo risponderà senza né dolo né colpa.
I casi sono:
1. Esercizio di a vità pericolosa
Vi sono delle a vità che per loro natura sono pericolose e quindi possono creare dei danni.
Es. Titolare di una fabbrica di fuochi d'ar cio, distribuzione delle bombole di gas, chi lavora in uno
studio di radiologia.
Il tolare risponde sempre anche se non vi è dolo o colpa a meno che riesca a dare una prova
liberatoria cioè deve dimostrare di aver ado ato tu e le misure necessarie a nché non accadesse
un danno.

2. Danno cagionato dalle cose in custodia


Quando un sogge o custodisce una determinata cosa (in stato solido, liquido, gassoso, sia mobile
che immobile, inerte o in movimento) è responsabile di tu o il danno che può derivare dalla cosa.
Es. Chi custodisce bombole di gas, se dovessero esplodere, risponderebbe il custode.

Il sogge o può liberarsi dalla responsabilità solo se si riesce a dare una prova liberatoria, che in
questo caso consiste nel dimostrare il caso fortuito (ciò che può capitare a chiunque).

3. Danno provocato da animali


Qualunque sia il danno provocato dagli animali ne risponde sempre il proprietario o il custode.
Es. Se scappa il cane e morde un passante, della lesione ne risponde il proprietario o chi lo aveva
in custodia.
Per liberarsi dalla responsabilità bisogna provare il caso fortuito. Ad esempio il custode di un
serpente dimostra che l’animale si è liberato da una teca dopo un terremoto.

4. Rovina di edi cio


Per rovina di un edi cio s’intende sia il crollo totale o parziale dell’edi cio sia la caduta di una
piccola parte di esso ad esempio un cornicione, una lastra di vetro dalla terrazza, la ro ura di un
tubo del palazzo.
La prova liberatoria che deve dare il proprietario è che non vi sia nessun vizio di
costruzione e manutenzione.

5. Circolazione dei veicoli


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Riguarda la responsabilità del conducente per i danni causa dalla circolazione del veicolo.
Quando si parla di veicolo s’intende qualunque strumento di trasporto sia a motore, sia a trazione
animale, sia a trazione muscolare, tranne i veicoli su rotaie (non il tram).
Il conducente è colui che guida il veicolo, ma conducente è anche colui che anche se non è
presente nella macchina però ad esempio lascia la macchina in discesa in prima senza freno a
mano.
La prova liberatoria è dimostrare di aver fa o tu o il possibile per evitare il danno. Ad esempio
una persona che mentre guida si trova davan un bambino e per non fargli del male gira a destra
ed investe una macchina.

Casi di responsabilità INDIRETTA


Si parla di responsabilità indire a quando risponde per il fa o illecito commesso, chi NON lo
ha commesso, in quanto risponde per fa o illecito altrui.
I casi di responsabilità indire a sono:

1. Danno commesso da un incapace


Nel momento in cui un incapace crea un danno, risponde colui che è adde o alla custodia e alla
sorveglianza dell'incapace. Sorvegliante o custode possono fornire una prova liberatoria, possono
provare di non aver potuto impedire il fa o.
Es. un incapace che si trova in una casa di cura e il sorvegliante a causa di un incendio non riesce a
controllare l'incapace che fugge e crea danno.

2. Responsabilità dei genitori su gli minori


È una responsabilità che ha un doppio aspe o:

─ Culpa in educando → riguarda il profilo dell’educazione che non è stata su ciente ad


impedire che il glio comme esse un danno.
─ Culpa in vigilando → la colpa per non aver vigilato, controllato adeguatamente il glio. I
genitori hanno l'obbligo di vigilare sempre i gli, dipende dall'età.

La responsabilità dei genitori si basa sulla convivenza: se i genitori sono separa , risponderà il
genitore che convive con il glio minore; o il compagno del genitore anche se non sono suoi gli.

3. Responsabilità del datore di lavoro nei confron di chi lavora alle loro dipendenze
Quando un dipendente crea un danno mentre svolge le mansioni a ribuite, di tale danno
risponde sempre il datore di lavoro.

Es. Se una domes ca mentre pulisce il balcone fa cadere un vaso di terraco a che colpisce una
persona che muore, sarà sempre responsabile anche il datore di lavoro.
Risponderà il datore poiché il legislatore ha sempre considerato che il datore di lavoro è quello che
economicamente ha la possibilità di mantenere un lavoratore e quindi anche di risarcire il danno.

La responsabilità penale è personale e quindi rimane a capo della domes ca, ma la responsabilità
civile sarà di entrambi.
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4. Danno commesso da allievi o apprendis
Il danno commesso da allievi o apprendis è un danno la cui responsabilità colpisce sempre gli
insegna ossia coloro che erano adde alla sorveglianza.
L’insegnante può fornire una prova liberatoria dimostrando di aver fa o di tu o per evitare il
danno.
Es. Gli studen in classe o in gita creano un danno, di tale danno risponde il docente.

5. Proprietario del veicolo guardando alla circolazione dei veicoli


Per tu i danni che vengono commessi dal conducente, risponde sempre il proprietario del
veicolo. Essere proprietari di una macchina vuol dire rispondere dei danni commessi dal veicolo.

Il proprietario risponde sempre a meno che non dia la prova liberatoria: deve dimostrare che la
circolazione è avvenuta contro la sua volontà.

Ad esempio nel caso di un furto il quale deve essere subito denunciato; oppure il fratello che di
nascosto, mentre la persona è distra a, prende le chiavi e usa la macchina.
La persona per dimostrare che sia avvenuta contro la sua volontà deve avere con sé il libre o di
circolazione.

La responsabilità (civile) per i danni commessi è solidale pertanto se colui che ha commesso
l'illecito non paga, sarà il proprietario a dover pagare.

RESPONSABILITA’ DEL PRODUTTORE


Si trova all’art.114 del codice del consumo e riguarda il caso in cui il prodo o non è sicuro.

Il prodo o è considerato un bene mobile incorporato in un bene mobile o immobile. Il prodo o


viene messo in circolazione ma è dife oso cioè non è sicuro, non o re la sicurezza che ognuno di
noi si a ende.
Ad esempio il cemento di scarsa qualità con cui viene costruita la casa.

Il dife o può essere di:


― fabbricazione: pensiamo ad una catena di montaggio, si sta costruendo un veicolo ed uno
degli adde si distrae;
― proge azione: è un dife o più grave. Riguarda tu a una serie di prodo ,ad esempio con le
automobili. Delle volte delle automobili vengono ri rate dal commercio perché c'è un
dife o di proge azione.

L'onere della prova spe a sempre al danneggiato, esso deve provare il danno che ha subito dal
danneggiante.
Il produ ore è responsabile di questo prodo o dife oso.
Se il produ ore non viene individuato ne risponderà il fornitore. Se il prodo o non appar ene
all’UE e non si individua il produ ore risponderà l’importatore.
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Dal fa o illecito nasce l'obbligo di risarcire il danno.

Il DANNO è il pregiudizio del fa o illecito. Può essere:

❖ Patrimoniale: la lesione del patrimonio


Il danno patrimoniale può essere risarcito:
a. Per equivalente quando viene consegnata una somma di denaro che possa servire come
ristoro della perdita subita.
b. In forma speci ca consiste nel ripris nare la situazione prima del danno.

Il danno patrimoniale si divide in:


● Danno emergente è la perdita subita a seguito del danno;

● Lucro cessante è il mancato guadagno. Nel danno lucro cessante è compresa la perdita della
capacità lavora va.

L’azione per o enere il risarcimento del danno si prescrive in 5 anni, mentre per il danno causato
dalla circolazione dei veicoli, il tempo di prescrizione (in cui si es ngue il diri o per non uso) è di 2
anni.

❖ Non patrimoniale

Danno MORALE
Il danno morale è il “prezium doloris” il prezzo del dolore. E’ la so erenza provocata dal fa o
illecito che a raverso un risarcimento viene compensata.

Il danno morale viene sempre risarcito nel caso in cui il fa o che ha causato il danno è un reato.

Danno BIOLOGICO
È una lesione dell’integrità psico sica della persona che deve essere sempre susce bile di
valutazione medico legale.
Questa lesione è indipendente dalla capacità lavora va della persona quindi dalla sua possibilità
di produrre reddito. Quindi può essere risarcito anche nei confron di un bambino o di un
anziano.

Danno ESISTENZIALE (nato a livello giurisprudenziale)


È una compromissione della dimensione esistenziale dell’uomo, cioè è un danno che colpisce,
altera la vita relazionale dell’uomo.
Di questo danno è stato fa o un abuso.

Es: il caso di un foso che aveva invitato degli amici a casa per vedere la par ta su sky, ad un certo
punto Sky diventa nero e non si vede e sente nulla. Questa persona chiede i danni a sky e chiede
anche il danno esistenziale, poiché questo fa o aveva, per lui ( foso), pregiudicato la vita di
relazione.
Il danno esistenziale, ad oggi, è stato ridimensionato dai giudici.

Danno AMBIENTALE
Nel 2006 è nato il codice dell’ambiente e con esso il danno ambientale.
Nel momento in cui si veri ca un danno ambientale legi mato ad agire è il Ministro
dell’ambiente (ma anche i singoli), che chiede il risarcimento del danno in forma speci ca: si
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chiede che venga eliminato il danno ambientale e venga ripris nata la situazione ex-ante.

I sogge che sono sta danneggia hanno il potere agire in maniera individuale per avere un
risarcimento del danno.

LA FAMIGLIA

La famiglia è prevista in alcuni ar coli della Cos tuzione.


- Art.29 la famiglia viene de nita come una società naturale fondata sul matrimonio.
- Art.2 la famiglia viene considerata una formazione sociale dove l’uomo realizza la propria
personalità.
- Art.30 si prevedono i doveri dei genitori nei confron dei gli. Essi devono istruire, educare e
mantenere i gli.

In origine la famiglia era di stampo patriarcale: il padre era il capo della famiglia, la moglie e gli
erano subordina . E quindi la famiglia veniva vista come un’unità produ va.
Successivamente con l’industrializzazione si parlò di famiglia nucleare che comprendeva padre,
madre e gli.

Fino al 1970 la famiglia rimane una società naturale INDISSOLUBILE.


Nel 1970 nasce la legge sul divorzio cambia le sor della famiglia e nel 1975 la riforma del diri o
di famiglia che per la prima volta rende uguali, so o il pro lo giuridico, i coniugi

Il MATRIMONIO
Il matrimonio è un negozio giuridico cioè un accordo tra due sogge di sesso diverso che
dichiarano la volontà di cos tuire tra loro un vincolo stabile ed unitario. Non è un contra o perché
manca l’elemento patrimoniale.

Il matrimonio è un negozio giuridico che è basato sulla libertà di scelta, tanto che nel nostro
ordinamento la "promessa di matrimonio" non dà alcuna responsabilità.
Ciò vuol dire che nel momento in cui due persone decidono di sposarsi, questo non dà origine ad
una responsabilità nel momento in cui si rompe, cioè il matrimonio non viene celebrato. Infa , in
qualunque momento, anche all'altare si può cambiare idea.
Ma, nel momento in cui sono state fa e delle spese per il matrimonio, vi è l'obbligo di un
indennizzo. E poi vi è anche l'obbligo della res tuzione di alcuni regali, quelli più importan
nalizza al matrimonio, ad esempio un brillante di famiglia.

Formalmente prima del matrimonio è necessario che i nubendi (coloro che si devono sposare)
facciano le pubblicazioni: nella casa comunale devono a ggere le loro generalità e la data del
matrimonio (che deve essere 14 giorni dopo la data di pubblicazione), in modo tale che tu ne
siano a conoscenza, e perché chiunque può avere interesse può opporsi.
Le pubblicazioni devono rimanere nella casa comunale per 8 giorni con due domeniche in mezzo;
dovranno poi trascorrere altri 4 giorni prima della celebrazione del matrimonio.

Il matrimonio ha due pro li:


• Pro lo dell'ATTO: so o questo pro lo il matrimonio può essere:

- Matrimonio concordatario: prima dell’unità d’Italia la materia matrimoniale era di competenza


esclusiva della Chiesa. Dopo il ’61, con l’unità d’Italia, lo Stato non ha più riconosciuto gli e e
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civili del matrimonio celebrato davan al prete. Quindi per far nascere gli e e civili era
necessario celebrare il matrimonio 2 volte: davan l’u ciale dello stato civile e davan il prete.
Nel 1929 ci fu il concordato tra lo Stato e la Chiesa (Pa lateranensi) nasce lo Stato Va cano e
nasce il matrimonio concordatario → un matrimonio celebrato davan al prete che ha anche
e e civili, in quanto il prete agisce come u ciale dello stato civile. L’importante è che avvenga
la TRASCRIZIONE nei registri dello stato civile.

- Matrimonio civile: viene celebrato al Comune davan al sindaco o un suo delegato.

- Matrimonio celebrato davan ad un ministro di culto aca olico: si basa sull’art.8 della cost. che
prevede la libertà di RELIGIONE. Il ministro di culto aca olico agisce come u ciale dello stato
civile, anche lui ha l’obbligo di trascrivere il matrimonio nei registri dello stato civile.

* Il matrimonio celebrato in chiesa è INDISSOLUBILE, poiché la chiesa non amme e lo


scioglimento del matrimonio al meno che non ci sia l'annullamento alla Sacra Rota (tribunale
ecclesias co), un processo molto costoso svolto dai pre .
Per questo mo vo esiste il matrimonio civile.

Il matrimonio è un a o:
1. Tipico (non c’è la libertà di creare un matrimonio diverso da quello in a o);
2. Puro (cioè non amme e né termine né condizione);
3. Libero (perché nasce dalla libera volontà dei due sogge );
4. Personalissimo (cioè non amme e rappresentan );
5. Solenne (in quanto ha bisogno di un a o pubblico reda o da un pubblico u ciale e della
presenza di massimo 8 tes moni);
6. Complesso (è necessaria sia la volontà dei due nubendi sia dell’u ciale dello stato civile).

• Pro lo del RAPPORTO

Dal matrimonio nascono diri e obblighi reciproci tra marito e moglie.

Gli obblighi sono contenu all’art. 143 (viene enunciato al momento del matrimonio):

1. Obbligo della fedeltà: per fedeltà s'intende il rispe o reciproco, non soltanto il rapporto sico
ma è anche, per esempio, un marito che manda dei ori alla vicina senza conoscerla. Oppure
vivere con la suocera che crea una situazione di sconvolgimento in casa rendendo la vita
intollerabile, ciò diventa una violazione dell'obbligo di fedeltà, in quanto è una violazione del
rispe o.
Fino al ’75 il tradimento della donna nei confron dell’uomo, il cosidde o adulterio, era un
reato. Per l’uomo, invece, il reato era il concubinato ossia l’uomo comme eva un reato se
viveva nella casa familiare (in maniera pubblica) con una donna (concubina) che non fosse sua
moglie.
Con la riforma del diri o di famiglia del '75, nasce l’uguaglianza morale e giuridica dei due
coniugi che porta all'abrogazione di ques due rea .

2. Obbligo alla coabitazione: stabilire un punto dove poter realizzare la propria vita familiare,
anche se questa realizzazione avviene per un periodo limitato nel tempo (ad esempio il ne
se mana). Ciò non vuol dire che marito e moglie devono vivere sempre insieme, quello che
importa è che ci sia una casa dove, appena è possibile, si possa riunire la famiglia.
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3. Obbligo all’assistenza morale e materiale: risponde al generale principio di solidarietà.
- Assistenza morale indica l’obbligo di esserci sia nei momen siologici della vita matrimoniale
sia nei momen patologici della vita di una persona, la cosidde a "buona e ca va sorte".
Stare accanto al coniuge in entrambi i casi, ma sopra u o assisterlo nel momento in cui la
persona sta male, sia psicologicamente che sicamente.
- Assistenza materiale indica la necessità che i coniugi condividano lo stesso tenore di vita.
4. Obbligo alla collaborazione nell’interesse della famiglia: cioè collaborare in base alle proprie
capacità ed a tudini in modo vantaggioso per la vita familiare.

5. Obbligo di contribuzione: i coniugi hanno l’obbligo di contribuire con le proprie sostanze


(ricchezze personali) e capacità lavora ve. Inoltre il lavoro dell’uomo e della donna sono
equipara tanto che il lavoro fuori casa è equiparato al lavoro casalingo. Quindi il lavoro in casa,
anche se non ha un guadagno, viene preso in considerazione (a di erenza del passato).

È inoltre necessario che ogni coniuge contribuisca, in base alle proprie sostanze e alle proprie
capacità lavora ve, al ménage familiare cioè alla vita quo diana (bolle e, locazione, spese).

REGIME PATRIMONIALE DELLA FAMIGLIA


E' il sistema a raverso il quale i coniugi regolano il PATRIMONIO quando si sposano. I coniugi
devono scegliere come impostare, so o il pro lo patrimoniale, il loro matrimonio.

― Regime patrimoniale LEGALE


Fino al 1975 il regime che entrava in vigore era la separazione dei beni: ciò che veniva acquistato
dai coniugi durante il matrimonio rimaneva di proprietà di chi li acquistava.
Con la riforma del diri o di famiglia del '75 le cose cambiano e il regime patrimoniale legale
diventa quello della comunione dei beni: dopo il matrimonio, tu o ciò che i coniugi acquistano,
anche singolarmente, diventa di proprietà comune.

L'OGGETTO della comunione è formato da tu gli acquis dei coniugi.


I reddi personali (s pendio), invece, restano di chi li percepisce. Lo s pendio entra in comunione
solo nel caso dello scioglimento della comunione legale (che può avvenire anche prima della
separazione), da quel momento in poi tu o ciò che era stato messo da parte (i risparmi) viene
diviso a metà tra i coniugi (comunione del residuo).

NON FANNO PARTE DEL REGIME PATRIMONIALE:


1. I beni personali (ves , strumen di lavoro);
2. Le somme ricevute a tolo di risarcimento di un danno;
3. Le somme ogge o di una donazione o di una successione a causa di morte, a meno che non sia
espressamente indicato che i beni debbano far parte della comunione.
4. Tu gli strumen / apparecchiature che servono a lavorare.

Per le imprese coniugali:


─ se è stata cos tuita durante il matrimonio, diventa per metà di un coniuge e per metà di un
altro;
─ se invece è di proprietà di uno dei due coniugi ma dove vi lavorano entrambi, entrano in
comunione legale solo i proven e gli u li.

Altri regimi patrimoniali sono:


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- Comunione convenzionale: nasce da un accordo tra i coniugi che decidono di far entrare in
comunione i beni personali, le somme ricevute a tolo di risarcimento dei danni, i beni che il
coniuge ha da prima del matrimonio.
- Fondo patrimoniale: è composto da uno o più beni (un patrimonio) vincola ad uno scopo,
ovvero ai bisogni della famiglia. Può essere formato sia dai coniugi, sia da un terzo (genitore di
uno dei coniugi) che può decidere di is tuire un fondo e trasferire la proprietà di beni propri a
questo fondo patrimoniale.
La cara eris ca è che questo fondo non può essere aggredito dai creditori individuali dei
coniugi. Questa cara eris ca ha creato un uso improprio di essa, perché diversi sogge lo
hanno creato esclusivamente per far si che i creditori non potessero aggredirlo.

DOVERI CHE I GENITORI HANNO NEI CONFRONTI DEI FIGLI:


• obbligo di istruire, ciò di mandare a scuola i gli e seguire il loro iter scolas co e anche
all'università. Quest'obbligo non si limita al 18°esimo anno di età, i genitori devono mantenere i
loro gli n quando non avranno la propria autonomia, cioè troveranno il lavoro che possa
realizzare la loro personalità. L'obbligo cessa nel momento in cui il glio ri uta tu i pi di
lavoro oppure non ha la voglia di studiare e quindi impiega tanto tempo per la laurea.
• obbligo di educare
• obbligo di mantenere la prole

ASPETTO PATOLOGICO DEL MATRIMONIO


Il matrimonio va in CRISI quando la convivenza diventa intollerabile. In questo caso vi è la
possibilità di:
- Separazione di fa o: i coniugi decidono di separarsi non giuridicamente. Vivono da separa in
casa senza una separazione rispondente a un a o giuridico;
- Separazione consensuale (o omologata): è un ACCORDO(di separazione) tra i coniugi i quali
decidono in comune di non con nuare la vita matrimoniale. In questo accordo scrivono tu o
ciò che è importante sapere e quello che è importante fare nel momento in cui i coniugi
decidono di non convivere più. Per scrivere tale accordo è importante che i coniugi siano
d'accordo rispe o la separazione e che abbiano voglia di scrivere un accordo con delle regole
paci che, sia per il pro lo economico sia per il rapporto con i gli.
Questo accordo, per essere e cace, deve essere presentato al tribunale: il giudice, ricevuto
l’accordo, ssa un’udienza di comparizione dei coniugi e ha l’obbligo di far un tenta vo di
conciliazione. Se il tenta vo di conciliazione fallisce si procede con l’omologazione che è un a o
formale (tecnico) che dichiara la separazione dei coniugi.
- Separazione giudiziale: NON vi è un accordo tra i coniugi, uno vuole separarsi l’altro no. Chi
vuole separarsi può rivolgersi al giudice per iniziare il ricorso per separazione giudiziale che è un
vero e proprio processo, fa o di udienze e di tes moni (vi sono anche i gli).
Il processo serve per appurare di chi sia l’addebito (in passato si parlava di colpa). L’addebito si
ha nel momento in cui viene violato uno degli obblighi matrimoniali e comporta un esborso
economico. Chi ha violato gli obblighi ma non ha un proprio reddito ha diri o agli alimen (cifra
minima che serve per le spese base) non ad essere mantenuto.

Nel 2014 sono nate due modalità nuove per separarsi dove la presenza del giudice è marginale,
inserite per alleggerire il carico del tribunale:
- Negoziazione assis ta: è un ACCORDO fa o per iscri o, spesso con la presenza del proprio
avvocato, tra i coniugi nel caso in cui non vi sono gli minorenni, con handicap o non
autosu cien . L’accordo viene mandato alla procura della Repubblica del tribunale che darà il
nulla-osta per la separazione.
Se ci sono gli minori oppure con handicap o non autosu cien , il giudice fa un controllo
dell'interesse dei gli e può negare l'autorizzazione, nel momento in cui l'accordo non tutela a
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dovere i gli. Negando l'autorizzazione, il giudice sserà poi dopo 5 giorni un'altra udienza, un
udienza per la comparizione dei coniugi. Gli avvoca , a questo punto, hanno l'obbligo di
conciliare le par (di solito fallisce) ed hanno l'obbligo di informare i coniugi sulla cosidde a
"mediazione familiare", un is tuto. Il mediatore familiare è una persona che ha un tolo, ha
studiato per fare il mediatore famigliare. Il mediatore ha la nalità di far dialogare i coniugi che
non dialogano tra loro. Dopodiché i giudici devono trasme ere, entro 10 giorni, all'u ciale
dello stato civile la copia dell'accordo.
- Accordi conclusi davan al sindaco: la coppia può depositare davan al Sindaco un accordo di
separazione che NON abbia come contenuto dei trasferimen patrimoniali ma che riguardi solo
gli accordi personali.
Il sindaco ssa un altro appuntamento a distanza di 30 giorni (un mese), la nalità di ciò è quello
di far ri e ere meglio i coniugi sulle loro intenzioni.
Trascorsi i 30 giorni i coniugi si presentano davan al Sindaco e da quel momento i coniugi
saranno separa .

Teniamo conto che la separazione è solo un periodo di transizione, la cessazione degli e e civili
del matrimonio si ha solo con la sentenza di divorzio. È infa previsto che nel periodo di
separazione, i coniugi possano ritornare insieme.

Nel momento in cui i coniugi sono separa , cessano gli obblighi tra i coniugi: la convivenza,
l’assistenza morale e materiale. L’obbligo di fedeltà, invece, si a enua cioè non scompare del tu o.
I coniugi possono avere una loro vita ma mantenendo sempre il rispe o per l’altro.

Nel 2015 nasce una legge sul divorzio breve che in parte ha modi cato la legge sul divorzio.
Il divorzio breve comporta una riduzione dras ca dei tempi di dichiarazione della sentenza di
divorzio. È, infa , su ciente che passino solo 6 mesi (prima erano 3 anni) dall’accordo di
separazione consensuale per chiedere la sentenza di divorzio.
Mentre per la separazione giudiziale deve trascorrere 1 anno (prima erano 7) a nché si abbia la
sentenza di divorzio e quindi a nché cessino gli e e civili del matrimonio (i coniugi tornano
liberi, possono ri-sposarsi).
Per quanto riguarda gli e e patrimoniali è possibile che si con nui il processo se non si è riusci
a concluderlo entro un anno.

LEGGE SULLE UNIONI CIVILI


Riguarda l’unione di sogge che hanno lo stesso sesso.
È una legge del 20 maggio 2016 nata da un emendamento di un disegno di legge ed è composta da
un solo ar colo di 69 commi.
I primi 35 commi legiferano sulle unioni civili, gli altri legiferano sulla famiglia di fa o cioè sulla
convivenza more uxorio.

Unioni civili (c,1-35)


La do rina non ci da una de nizione delle unioni civili ma le collega all’art. 2 Cost. che ci parla delle
“formazioni sociali che si instaura tra persone dello stesso sesso, in cui si può realizzare la
personalità dell’uomo”.

Le unioni civili non nascono dalle pubblicazioni, ma con una dichiarazione di volontà che le par
fanno davan all’u ciale dello stato civile di fronte a due tes moni. In questa dichiarazione sono
indicate le generalità delle par , la scelta del regime patrimoniale, la scelta del cognome. Questo
a o deve essere registrato nell’archivio dello stato civile.
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Nel caso in cui, in un matrimonio, uno dei due coniugi decide di cambiare sesso e vogliono
mantenere il matrimonio lo stesso, il matrimonio diventa unione civile.

Questo rapporto NON si può cos tuire se una delle par :


1. Ha contra o matrimonio;
2. Ha cos tuito un'altra unione civile;
3. Nel caso di parentela o a nità;
4. È incapace di agire (infermi di mente o interde );
5. Se una delle par è accusata di omicidio o di tentato omicidio nei confron del partner o del
coniuge dell'altra parte.

Dalle unioni civili scaturiscono:


● L’obbligo di assistenza morale e materiale cioè essere solidali nei confron dell’altro partner;
● L'obbligo di co-abitazione;
● L’obbligo di contribuzione alle spese familiari tramite le proprie sostanze e reddi .

Dall’unione civile non nasce, invece, alcun obbligo di fedeltà.

SCIOGLIMENTO DELL’UNIONE CIVILE


L’unione civile si scioglie:
- Morte di una delle par , s'intende anche la morte presunta;
- Quando uno dei due coniugi cambia sesso
- Quando una o entrambe manifestano la volontà di sciogliere l’unione davan l’u ciale dello
stato civile.
Da tale dichiarazione seguirà un "periodo di ri essione" di 3 mesi. Dopo questo periodo di 3
mesi,in cui gli uni civilmente ri e ono, è possibile proporre la domanda di scioglimento
dell'unione civile al tribunale.
Se si vuole si può usare la negoziazione assis ta o l'accordo davan al sindaco.

Convivenza more uxorio (c,36-69)


La convivenza more uxorio (con costume di moglie) rappresenta la cosidde a famiglia di fa o.
Secondo la legge i "conviven " sono due persone, maggiorenni, unite da legami a e vi di coppia,
che non devono essere né coniugi, né paren , né uni civilmente.
Si tra a di una scelta libera di chi decide di non sposarsi ma convivere, per questo la convivenza
non determina obblighi.

Negli anni la famiglia di fa o è stata disciplinata in alcuni aspe , in par colare il convivente ha:
1. Il diri o di visita in ospedale o in carcere;
2. Il diri o di esprimere opinioni in merito alla cura in caso di accanimento terapeu co;
3. Il diri o di decidere in merito alla sepoltura;
4. Il diri o di essere nominato amministratore di sostegno nel caso in cui il convivente dovesse
diventare incapace;
5. Il diri o di con nuare ad abitare nella casa del convivente almeno per due anni nel momento in
cui la convivenza si scioglie;
6. NON ha diri successori cioè non è legi mato nell’eredità.

Questa legge aggiunge la possibilità di porre in essere un contra o di convivenza so o forma di


a o pubblico reda o dal notaio o in scri ura privata auten cata con rma davan al notaio. Tale
contra o dovrà essere registrato all’anagrafe del comune.
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Il contra o serve a regolare i rappor patrimoniali. Se questa convivenza cessa e uno dei due è in
stato di bisogno, avrà diri o di ricevere gli alimen per un periodo proporzionale alla durata della
convivenza; se per esempio la convivenza è durata 3 anni il convivente che non è in stato di
bisogno dovrà, per 3 anni, fornire gli alimen all'altro convivente.

Il contra o di convivenza è nullo se s pulato da un incapace o se una delle par è stata


condannata per tentato omicidio rispe o al partner dell’altra parte.

Il contra o si può sciogliere sia consensualmente sia per recesso unilaterale.

SUCCESSIONE A CAUSA DI MORTE (2 libro del codice civile)

Con la morte si es nguono sia la capacità giuridica sia i diri della personalità.

La morte NON es ngue invece i diri patrimoniali ma anzi impone la loro trasmissione ad altri.

La successione a causa di morte a raverso cui un sogge o des na il proprio patrimonio a uno o
più sogge può essere:
● A tolo UNIVERSALE → quando si ha l’is tuzione di erede, cioè vi è una persona che eredita
l’intero patrimonio. Nel momento in cui ci sono 3 fratelli sono tu e 3 eredi a tolo universale,
il patrimonio verrà diviso tra essi.
● A tolo PARTICOLARE → riguarda l’is tuzione di legatario, cioè chi muore (de cuius) lascia un
solo bene speci co (chiamato "legato") ad un solo sogge o (legatario).
Es. A Tizio lascia un mobile, a Caio una TV.

La successione oltre ad essere universale e par colare, può anche essere:

● Successione testamentaria → è un a o di autonomia privata che pone in essere il de cuius (la


persona della cui eredità si tra a) a raverso il testamento che è un negozio giuridico unilaterale
ossia una dichiarazione di volontà, che ha come contenuto la des nazione dei propri beni, esso
avrà e cacia dopo la morte del de cuius.
● Successione legi ma → è disposta dalla legge qualora mancasse il testamento.
● Successione necessaria → stabilisce quali quote del patrimonio debbano necessariamente
andare a determina successori, in presenza o meno del testamento.

I sogge della successione sono il de cuius, l’erede, il legatario e gli altri sogge idonei a
succedere: il concepito o il non ancora concepito (in questo caso l’acquisto dell’eredità avviene al
momento della nascita).

Dis nzione tra eredi legi mi e legi mari


Gli eredi LEGITTIMI sono coloro ai quali si sarebbe devoluta l’eredità in assenza di testamento.
Sono eredi legi mi in ordine:
1. Coniuge e i gli,
2. Genitori e fratelli
3. Collaterali (paren entro il 6° grado) e da ul mo lo Stato.

Gli eredi LEGITTIMARI sono coloro i quali hanno comunque diri o alla “legi ma”: il coniuge, i gli
e in assenza dei gli i genitori.
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SUCCESSIONE TESTAMENTARIA
È una manifestazione dell’autonomia del sogge o. Il de cuius a raverso testamento può decidere
come disporre del proprio patrimonio. Il testamento è un negozio giuridico di ul ma volontà,
perché il testamento può essere cambiato sempre no al giorno prima di morire. Il testamento
valido è quello che è stato fa o per ul mo.

Il testamento può avere due forme:


1. Testamento olografo (privato): scri o di pugno dal de cuius e deve contenere data e rma.
La rma è importante perché indica l'auten cità del sogge o.
La data è importante sia per capire l’ul mo testamento (nel caso ce ne fosse più di uno) in
quanto sarà quello valido; sia per dimostrare se la persona in quel momento era capace di
intendere e di volere.
Es: se una persona ricoverata in ospedale per mala a mentali, scrive un testamento esso non
sarà valido.
Questo po di testamento necessita di un contesto familiare equilibrato e sereno in quanto può
essere bruciato o nascosto.
2. Testamento per a o di notaio, che a sua volta può essere:
o testamento pubblico: è un testamento che viene reda o dal notaio, cioè viene scri o dal
notaio; il testatore va dal notaio e racconta tu e quelle che sono le sue ul me volontà
riguardo l'aspe o patrimoniale e il notaio le scrive. E' pubblico perché vi sono due tes moni
che rmano.
o testamento segreto: è un testamento che viene scri o dal testatore, in qualunque modo (a
computer, ma anche da un terzo, esempio un amico) ed è segreto perché viene sigillato e
consegnato al notaio che non ne conosce il contenuto e viene rmato. Il notaio dichiarerà che
è venuto Tizio che ha scri o il testamento di cui lui non ne conosce il contenuto; ma il notaio
può dichiarare che davan a lui ha rmato.

SUCCESSIONE LEGGITTIMA
E'disposta dalla legge qualora mancasse il testamento. Si basa sul principio della solidarietà
familiare.
Questo principio esiste perché i più "stre congiun " hanno diri o di ricevere una quota del
valore del patrimonio del defunto. Questo fa riferimento alla successione necessaria.

SUCCESSIONE NECESSARIA
Vi è una parte del patrimonio che il sogge o non è libero di des nare agli altri, ma in ossequio del
principio della solidarietà familiare, la legge impone che vada ai legi mari, che sono il coniuge, i
gli e gli ascenden (cioè i genitori o i nonni, se mancano i genitori) coloro che comunque hanno
diri o ad ereditare una parte del patrimonio de o “PATRIOMONIO INDISPONIBILE”.
Anche i beni dona tornano al patrimonio una volta avvenuta la morte, per capire l’en tà del
patrimonio, per questo il ricevente non ne ha piena disponibilità, successivamente si so raggono i
debi e così si stabilisce la quota di legi ma.
Il principio di solidarietà prevale su quello dell'autonomia privata, quindi il testatore non ha libertà
assoluta di lasciare tu i suoi beni a chi vuole, ma è limitato.

Nel nostro ordinamento c’è un divieto dei pa successori cioè accordi che hanno come ogge o il
contenuto di un’eventuale futura eredità.

I pa successori possono essere:


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- Pa successori is tu vi es. Tizio si obbliga a nominare suo erede Caio. Il testamento è una
dichiarazione di ul ma volontà, e tu o quello che riguarda le dichiarazioni di ul ma volontà
riguardano anche le libertà dell'individuo, la volontà deve essere LIBERA. La volontà non può
essere viziata in alcun modo.
- Pa successori disposi vi che riguardano il caso in cui Tizio vende a Caio un bene che lui
presume che riceverà da Sempronio come erede.

Tali pa sono NULLI perché nessuno può disporre di una futura propria eredità senza averla
ricevuta ed acce ata.

- Pa successori rinuncia vi : non si può rinunciare all’eredità prima di averla ricevuta, quindi di
essere stato is tuito come erede. (es. Tizio non può accordarsi con Caio, suo fratello, dicendo
che rinuncerà all'eredità del padre).

Il PATTO DI FAMIGLIA (unico pa o successorio ammesso) è un accordo che nasce allo scopo della
con nuità dell’impresa.
Si ha questo pa o nel momento in cui un imprenditore teme che la propria impresa possa fallire.
È un accordo che nasce tra l’imprenditore e i tu i suoi eredi in cui l’imprenditore trasferisce in
vita la proprietà dell’azienda ai gli che sono in grado di ges rla i quali a loro volta si obbligheranno
a dare una parte di denaro agli altri gli che non sono interessa all’azienda.

Con la morte della persona si apre la SUCCESSIONE. Con l’apertura della successione si passa alla
fase di DELAZIONE che è una chiamata a chi ha diri o di succedere.
Dopo la delazione vi è l’ACCETTAZIONE.
L'acce azione dell'eredità è un negozio giuridico unilaterale, è una dichiarazione di volontà.
Quest'a o può essere acce ato formalmente in modo espresso a raverso a o pubblico o scri ura
privata auten cata, oppure in modo tacito a raverso un comportamento concludente che non
lascia spazio ad equivoci.

L’acce azione può essere:


1. Pura e semplice a raverso una dichiarazione di volontà espressa o tacita. Essa ha come
conseguenza la fusione dei patrimoni del de cuius e dell’erede quindi i debi e i credi si
uniscono.
2. Con bene cio di inventario nel caso in cui il patrimonio è composto prevalentemente da debi .
Questa acce azione consente di mantenere dis n i due patrimoni. Pertanto i debi vengono
paga no all'ammontare del patrimonio del decuius, senza intaccare il patrimonio dell'erede.
Questa acce azione è obbligatoria nel caso in cui l’erede è un incapace di agire.

Il periodo compreso tra la delazione e l’acce azione viene chiamato EREDITA’ GIACENTE e
riguarda il periodo in cui l’eredità non ha un tolare. In questo periodo viene nominato un curatore
per la ges one del patrimonio ed un esecutore testamentario incaricato dal de cuius.
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Contra o di compravendita (ar coli 1470/1547 del codice civile)

La compravendita è un contra o pico perché è disciplinato dalla legge, la disciplina della


compravendita è prevista all'interno del C.C.
La nozione di compravendita è racchiusa all'interno dell'art.1470:

"la vendita è il contra o che ha per ogge o il trasferimento della proprietà di una cosa o il
trasferimento di un altro diri o verso il corrispe vo di un prezzo."

Si quali ca come contra o a tolo oneroso, perché è prevista la controprestazione che si sostanzia
nel pagamento di un prezzo da parte del compratore.

Il contra o di compravendita non va confuso con la “permuta”, che è il contra o, che ha per
ogge o il reciproco trasferimento della proprietà di cose o di altri diri , da un contraente all’altro
(art. 1552 del codice civile). Quindi, nella compravendita si scambia cosa con denaro; mentre nella
permuta si scambia cosa contro cosa, scambio tra più beni (bara o).

La compravendita è un contra o a e e reali perché trasferisce la proprietà da un venditore ad


un compratore a raverso il cosidde o "consenso trasla vo", quindi è molto importante capire
quale sia il momento esa o in cui avviene tale passaggio di proprietà.
Ciò signi ca che la proprietà passa dal venditore al compratore nel momento in cui le par hanno
raggiunto l’accordo, anche se la cosa non è stata ancora consegnata ed il prezzo non ancora
pagato.

Vi sono casi in cui l'e e o trasla vo, ossia l'acquisto del diri o da parte del compratore, è di erito
a un momento successivo al perfezionamento dell'accordo e l'unico e e o che si determina n
dalla s pula del contra o è il sorgere di una o più obbligazioni in capo al venditore. Si tra a delle
cosidde e "vendite obbligatorie":
• vendita di cose generica
• vendita alterna va: Tizio deve acquistare un bene A e un bene B. Una volta che Tizio e e ua
la scelta di acquistare il bene A e non il bene B il contra o si perfeziona e quindi produce i
propri e e , può avvenire il trasferimento del bene.
• vendita di cosa futura: in questa pologia di vendita non basta il consenso, occorre che il bene
ogge o della vendita, essendo un bene futuro, deve venire ad esistenza.
• vendita di cosa altrui: il venditore Tizio vende al compratore Caio un bene che non è di Tizio,
da questa fa specie di vendita Tizio (venditore) è obbligato a o enere la proprietà di quel
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determinato bene,dal sogge o che ne è il proprietario, per poter trasferire il bene a Caio
(compratore).

In riferimento alla nozione di compravendita, per "cosa" si intende un bene che può essere:
• bene mobile
• bene immobile
• bene mobile registrato

La forma del contra o è di regola libera, nel senso che può anche manifestarsi oralmente o per
comportamen concluden .
In virtù dell'ogge o del contra o di compravendita cambia la forma del contra o. Secondo quanto
è previsto all'art.1350 "i contra che trasferiscono beni immobili (appartamento) o mobile
registra (macchina) devono essere pos in essere per iscri o a pena di nullità.
Cioè devono u lizzare la forma o dell'a o pubblico o della scri ura privata.
A pena di nullità vuol dire che se manca l'a o pubblico o la scri ura privata il contra o è nullo.

All’ar colo 1476 si parla delle obbligazioni del venditore.


In ques ar coli il legislatore ha voluto dire quali sono le obbligazioni acquisite dal venditore in
base alla compravendita, e vanno proprio dall’ar colo 1476 all’ar colo 1497. Successivamente ci
sono gli ar coli dedica alle obbligazioni del compratore.

“Le obbligazioni principali del venditore" sono:


• quella di consegnare la cosa al compratore;
• quella di fargli acquistare la proprietà della cosa o il diri o, se l’acquisto non è e e o
immediato del contra o;
• quella di garan re il compratore dall’evizione e dai vizi della cosa”

L'art.1476 a erma che "il venditore deve garan re al compratore dall'evizione e dai vizi della
cosa". Ciò signi ca che il venditore deve garan re che il bene che viene venduto al compratore non
sia di proprietà di altro sogge o, e quindi che vi sia la possibilità che il compratore abbia una piena
disponibilità di quel determinato bene.
La garanzia per evizione si sostanzia nel fa o che il venditore deve fare acquistare al compratore la
tolarità del bene, questo non potrebbe con gurarsi nel caso in cui il bene ogge o della
compravendita appartenga ad un sogge o terzo.

Vi sono due pologie di evizione:


─ evizione totale; si ha quando il compratore è privato della intera cosa acquistata in
conseguenza della pronuncia del giudice che accerta un dife o nel diri o del venditore, a
vantaggio del terzo che vanta sulla cosa un diri o di proprietà. Il compratore ha acquistato un
bene dal venditore che però era di proprietà di un terzo.
─ evizione parziale; quando il bene è parzialmente di altri, io acquisto un bene ma in realtà una
parte di questo bene appar ene a un sogge o diverso. Il venditore anche in questo caso deve
garan re che il bene sia libero.

A norma dell'art. 1490 c.c., il venditore è tenuto a garan re che la cosa venduta sia immune da
vizi che la rendano inidonea all'u lizzo cui è des nata ovvero ne diminuiscano in modo
apprezzabile il valore.
Il vizio può consistere dunque sia in una imperfezione materiale della cosa che incide sulla sua
idoneità ad essere u lizzata sia sulla mancanza di qualità che si concre zza nella carenza dei
requisi di funzionalità, u lità e pregio che la cosa dovrebbe presentare.
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In merito alla garanzia per i vizi della cosa venduta, è bene chiarire che il compratore potrà
reclamare per le vie legali solo quelli che la do rina de nisce "occul ", nel senso che l'acquirente,
al momento della s pula, non solo non ne aveva e e vamente conoscenza, ma non avrebbe
potuto neppure rilevarli u lizzando l'ordinaria diligenza
Nel caso in cui, però, si riesca a dimostrare che il venditore aveva dichiarato che la cosa era priva di
vizi, la garanzia è dovuta per no se i vizi erano facilmente riconoscibili.

I vizi, poi, devono essere giuridicamente rilevan e lo sono solo quelli di gravità su ciente a
rendere il bene inidoneo all'uso a cui è des nato o tali da diminuirne in modo apprezzabile il
valore.
In presenza di vizi che deno no le cara eris che appena descri e, il compratore, ecce o che per i
casi in cui gli usi escludano la risoluzione del contra o (azione redibitoria), potrà scegliere, infa ,
tra quest'ul ma e una proporzionale riduzione del prezzo (azione es matora), fermo restando
l'obbligo del venditore di risarcire al compratore i danni deriva dai vizi della cosa e anche il danno
subito dal medesimo, a meno che non dimostri di avere ignorato senza colpa i vizi della cosa.
Il compratore potrà chiedere la risoluzione del contra o o la riduzione del prezzo entro il termine
di decadenza di 8 giorni.
Es: Tizio compra una borsa ma la cerniera non funzione, non chiude bene. In questo caso la
garanzia per i vizi fa si che Tizio potrà chiedere a sua scelta la risoluzione del contra o e quindi far
si che il contra o si risolva come se non fosse stato s pulato, oppure può chiedere la riduzione del
prezzo, quindi acquista lo stesso il bene ma invece di acquistarlo 100 lo acquista a 50.

Vi è poi un'altra vendita che esula dalla garanzia per i vizi de a vendita "aliud pro alio".
Nella compravendita, per aliud pro alio si intende “quando viene consegnato un bene
completamente diverso da quello pa uito”
Es: io ordino un ferro da s ro ed invece mi arriva un'aspira polvere. In questo caso il bene non è
viziato, non presenta delle imperfezioni, è un bene completamente diverso da quello che si voleva
acquistare.
Questo fa riferimento alla "garanzia di qualità", cioè che la cosa venduta deve anche avere le
qualità promesse e le qualità essenziali per l’uso a cui è des nata.
Se non esistono le qualità si parla di inadempienza contra uale. Il compratore ha diri o, quindi, di
o enere la risoluzione del contra o (annullamento) per inadempimento della controparte.

OBBLIGAZIONI DEL COMPRATORE


• pagare il prezzo concordato, secondo quanto stabilito nel contra o;
• prendere in consegna il bene, nel luogo in cui è stato acquistato. Se la consegna deve avvenire
in altro luogo, in mancanza di accordi speci ci, il costo del trasporto è a carico del compratore e
chi vende non è responsabile degli eventuali danni provoca dallo spedizioniere o dal
trasportatore. Il risarcimento andrà, quindi, chiesto a ques due sogge .

Una par colare pologia di vendita è quella avente come ogge o i beni di consumo.
La vendita di beni di consumo è un contra o di compravendita che è disciplinato all'interno del
codice del consumo, non dal codice civile.
Questo po di contra o deve essere s pulato tra due sogge :
• il professionista (venditore)
• il consumatore (compratore)

E' da intendersi preliminarmente ai sensi dell'ar colo 128 Codice del Consumo per bene di
consumo qualsiasi bene mobile, anche da assemblare, tranne:
1. i beni che cos tuiscono ogge o di vendita forzata o comunque vendu secondo altre modalità
dalle autorità giudiziarie, anche mediante delega ai notai;
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2. l'acqua e il gas, quando non confeziona per la vendita in un volume delimitato o in quan tà
determinata;
3. l'energia ele rica.

In questa pologia di contra o vi è una sorta di asimmetria, in quanto il consumatore viene


quali cato come "sogge o debole", poiché acquista un bene ma non ha le capacità di valutarne
a entamente la pologia, il prezzo e quant'altro, capacità che invece appartengono al
professionista.

La legge, in virtù di questa debolezza del consumatore, prevede la cosidde a "garanzia di


conformità".
Nel caso in cui il bene acquistato dal consumatore dovesse essere inidoneo all'uso per il quale è
stato acquistato, il consumatore ha diri o al ripris no, senza spese, della conformità del bene
mediante riparazione o sos tuzione, a norma dei commi 3,4, 5.06.
Può accadere che sia la riparazione sia la sos tuzione del bene siano eccessivamente onerose, cioè
il venditore potrebbe andare a perdere per riparare il bene perché è troppo costoso. In questo
caso il consumatore potrà richiedere riduzione adeguata del prezzo o la risoluzione del contra o,
come nella compravendita del Codice civile.
Il dife o di conformità si deve manifestare entro due anni dalla consegna, deve essere denunciato
entro sessanta giorni dalla scoperta e deve essere rispe ato il termine di prescrizione di ven sei
mesi dalla consegna del bene.

La vendita con riserva di proprietà

Ai sensi dell’art.1523 del Codice Civile, questa formula regola la vendita di qualcosa, mobile o
immobile, ovvero l’acquisizione del diri o di proprietà condizionato al pagamento dell’intero
prezzo pa uito precedentemente tra le par .

La vendita con riserva di proprietà implica uno speci co a o di vendita in base al quale:
• il bene viene consegnato al compratore al momento della s pula dell’a o
• chi acquista paga il prezzo dell'immobile a rate
• il venditore man ene la proprietà sul bene ogge o del trasferimento no al pagamento
dell’intero prezzo pa uito.

Quindi la cara eris ca di questo po di contra o sta nella possibilità di acquistare un bene
mediante pagamento a rate e goderne da subito.
La proprietà e e va si o ene solo con il pagamento dell’ul ma rata, perciò quando viene
corrisposto interamente il prezzo stabilito.

Se alla scadenza dei pagamen l’acquirente non avrà interamente pagato quanto pa uito, il
venditore avrà il diri o di riprendersi l’immobile e il rela vo possesso tramite la semplice richiesta
di risoluzione del contra o, qualunque cifra avrà pagato no a quel momento l’acquirente.

Il mancato pagamento di una rata, che non superi l’o ava parte del prezzo, non dà luogo alla
risoluzione del contra o.
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