Diritto Privato Completo
Diritto Privato Completo
Il cara ere umano è racchiuso in un brocardo la no " hominum causa omne ius cons tutum
est" (ogni diri o è cos tuito a causa dell'uomo), vuol dire che il diri o è creato per l'uomo,
nonostante sono sta fa nel tempo dei tenta vi per trovare un diri o che valesse per il mondo
subumano o anche per il mondo superumano. Ciò vuol dire che sono sta fa tenta vi pensando
di iden care un diri o che potesse valere anche nel mondo animale, ma è un tenta vo che fallì
subito in quanto gli animali non hanno bisogno di diri o ma sfru ano le leggi della natura, così
come non ne ha bisogno il mondo delle divinità.
Infa l'ar colo 724 del codice penale punisce la bestemmia. Fino al 1999 bestemmiare era un
reato. Dal '99 è diventato un illecito amministra vo. Il legislatore si occupa di difendere l'uomo che
sentendo bestemmiare so re e quindi viene o esa la sua sensibilità/ il proprio senso religioso. Il
legislatore interviene per difendere l'uomo nei confron di un altro uomo che lo o ende.
Il cara ere sociale è racchiuso in un brocardo la no "ubi societas ibi ius, ubi ius ibi societas" ( lì
dove vi è il diri o, vi è una società di uomini e lì dove vi è una società di uomini c'è sempre il
diri o). Quando ci sono più uomini, il diri o è necessario e indispensabile.
Per capire questo conce o basta pensare al racconto di Robinson Crusoe di Daniel Defoe. L'uomo
da solo non ha bisogno del diri o, ma l'uomo in mezzo ad altri uomini ha necessità assoluta del
diri o.
La società a cui si fa riferimento solitamente è sicuramente limitata nello spazio e nel tempo, però
ci sono sta degli uomini che nel tempo hanno pensato di creare un diri o universale ( cioè un
diri o il cui cara ere sociale fosse un cara ere senza spazio né tempo, un diri o che valesse per
tu gli uomini della terra).
Il cara ere norma vo ovvero che il diri o si manifesta a raverso le norme giuridiche.
La norma giuridica è una regola di comportamento. Essa ha una funzione che possiamo osservare
so o il pro lo siologico che so o il pro lo patologico.
― senso siologico: è la "normalità". Quindi la funzione siologica è la funzione naturale che
ha la norma. Essa regola i comportamen degli uomini.
― senso patologico: "patos" mala a. Si parla quindi di anomalia (qualcosa che non va). Nel
senso patologico la funzione della norma è quella di dirimere le controversie, ovvero
me ere pace tra i consocia nel momento in cui nasce una disputa. essa o re una
soluzione alle li .
La norma giuridica rispe o alla legge è il contenuto rispe o al contenitore, ovvero la legge è il
contenitore e al suo interno vi sono le norme giuridiche.
Una legge è composta da più norme giuridiche.
La norma ha un tolo. Prendendo il codice civile no amo che ogni ar colo ha un tolo (rubrica).
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Ogni norma giuridica può contenere diverse par , chiamate commi.
All'interno della norma giuridica c'è la così de a fa specie: è una specie di fa o, ovvero
all'interno della norma è previsto un fa o che è ipote co, cioè potrebbe accadere oppure no. Nella
fa specie all'interno de a norma è prevista l'ipotesi di un fa o.
La fa specie può essere:
● ASTRATTA: in quanto è un'ipotesi e prevede un fa o in maniera astra a;
● CONCRETA: il fa o accade e la norma si concre zza;
● SEMPLICE: quando è composta da un solo fa o, es. morte di un uomo- conseguenza: si
apre la successione nel suo ul mo domicilio;
● COMPLESSA: quando è composta da più fa , es. il matrimonio è composto da più volontà.
Quella dei nubendi e quella dell'u ciale dello stato civile (sia in comune, sia in chiesa);
● A FORMAZIONE PROGRESSIVA: quando si compone di più fa che accadono nel tempo,
es. contra o di vendita: X prome e di vendere casa a Y quando si sarà laureato.
Ques due cara eri possono avere una gradualità minore o superiore, ovvero se la norma ha un
grado elevato di astra ezza e generalità, si chiamerà norma di diri o comune.
Se la norma ha un grado miniore di generalità e astra ezza, si chiamerà norma di diri o speciale.
Le norme giuridiche sono di eren da quelle morali e religiose. Vi sono però alcune norme
morali/religiose che hanno lo stesso contenuto della norma giuridica, es: uno dei 10
comandamen dice "non uccidere", troviamo l'ar colo 575 del cod.penale una norma che punisce
l'omicidio.
Ci sono norme, invece, con contenuto di erente, es: legge sul divorzio/aborto che la chiesa non
amme e).
Vi sono poi norme religiose che hanno lo stesso contenuto delle norme giuridiche, però la
di erenza sta nella sanzione.
Se viene violata la norma giuridica abbiamo la SANZIONE, che può essere:
― penale: una restrizione della libertà dell'uomo (detenzione);
― amministra va: risarcimento (somma di denaro);
― civile: solitamente vi è un risarcimento del danno (somma di denaro/ripris no della
situazione precedente).
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L'insieme sistema co di norme che regolano e organizzano una colle vità è chiamato
"Ordinamento giuridico".
Esso bisogna essere individuato in ogni singolo Stato, poiché ogni Stato ha un proprio ordinamento
giuridico.
L'ordinamento giuridico è il risultato dei comportamen dei membri della colle vità. È una
stru ura dinamica, che cambia, si trasforma nel tempo, è sempre in con nuo movimento. Nella
stessa società possono convivere più ordinamen .
Il principio di uguaglianza: ”Tu i ci adini hanno parità sociali, sono eguali davan alla legge
senza dis nzioni di razza, di sesso, di religione. Questo principio è rivolto a tu i ci adini, ma
sopra u o al nostro legislatore.
Il 2° comma di questo ar colo ci parla della necessità della Repubblica italiana che si impegna a
rimuovere tu gli ostacoli che limi no le libertà e l’eguaglianza impedendo il pieno sviluppo.
Il principio di equità: l'equità è la gius zia del caso singolo. E' la gius zia del caso concreto, cioè la
possibilità dal giudice di applicare, a raverso lo studio dei fa ori psicologico,storici, economici e
sociali, la gius zia sostanziale là dove c'è soltanto la gius zia formale.
Questo principio non può essere usato arbitrariamente, ma viene u lizzato quando è
espressamente richiesto dalla legge.
L'art.1 delle preleggi risale alla nascita del codice civile (1942) e fotografa la situazione dell'epoca.
Le norme corpora ve non vi sono più, poiché risalgono all'epoca fascista (norme corpora ve =
accordi di lavoro tra lavoratori e datori di lavoro). Con la caduta del fascismo, queste norme
scompaiono.
Le fon del diri o sono in ordine gerarchico, ciò signi ca che la fonte di grado superiore abroga la
fonte di grado inferiore, e che la fonte di grado inferiore non può avere un contenuto contrario alla
fonte di grado superiore.
― al ver ce troviamo la Cos tuzione, entrata in vigore nel 1948, stabilisce la disciplina degli
a norma vi, emana Principi Supremi che cos tuiscono limi allo stesso potere legisla vo,
cos tuita di 138 art, è “RIGIDA”,cioè, per essere modi cata ha bisogno di un processo
par colare.
Accanto alla Cos tuzione troviamo le LEGGI COSTITUZIONALI (le regioni a statuto speciale
sono leggi cos tuzionali e vengono messe sullo stesso gradino della cos tuzione).
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― al secondo gradino vi sono i REGOLAMENTI DELL'UNIONE EUROPEA che sono delle leggi
dell'Unione rivolte dire amene ai ci adini dell'UE.
― al terzo posto vi sono le LEGGI DELLO STATO( emanate dal parlamento), gli ATTI AVENTI
FORZA DI LEGGE (sono emana dal governo) e le LEGGI REGIONALI.
Le LEGGI DELLO STATO: tra le leggi dello stato troviamo i codici. Nell'ordinamento giuridico
italiano vi sono 7 codici (CIVILE,PENALE,DI PROCEDURA PENALE,DI PROCEDURA CIVILE,
DELLA NAVIGAZIONE, MILITARE PER LA PACE E MILITARE PER LA GUERRA).
Il nostro codice civile risale al 1942, nasce a raverso la fusione di due codici: il codice del
commercio del 1882(guardava alla ricchezza dinamica, al commercio ovvero ai rappor tra
produ ore e commercian ) e il codice civile del 1865 (si occupava della ricchezza
immobiliare, ricchezza sta ca).
Esso si compone di circa 3000 ar coli, preceduto da 16 PRELEGGI e formato da 6 libri:
1. persone e famiglia;
2. successioni a causa di morte;
3. proprietà;
4. obbligazioni;
5. lavoro;
6. tutela dei diri .
Nella parte nale del codice civile, invece, troviamo le disposizioni di a uazione.
Gli ATTI AVENTI FORZA DI LEGGE sono:
1. i decre leggi, sono emana dal governo in situazioni di necessità e di urgenza,ed è
e cace per 60 giorni, dopodiché o viene conver to in legge oppure perde e cacia.
2. i decre legisla vi, viene posto in essere dal governo però all'interno di una cosidde a
"legge quadro", cioè all'interno di una legge fa a dal parlamento che dà le linee guida, le
dire ve, all'interno delle quali il governo deve muoversi per poter porre in essere il
decreto legisla vo, es. il codice del consumo è un decreto legisla vo.
le LEGGI REGIONALI: no al 2001 erano al di so o delle leggi ordinarie, con la riforma
dell’art 117 della cos tuzione, si è deciso di fare una dis nzione in base alle competenze,
infa vi sono argomen di competenza della regione e quindi legifera essa, argomen di
competenza dello stato e argomen dove legiferano stato e regione insieme.
― al quarto gradino troviamo le DIRETTIVE DELL'UE: esse sono rivolte agli Sta dell'UE che
hanno il compito di recepire, di fare proprie queste dire ve e trasformarle in leggi.
― al quinto gradino vi sono i REGOLAMENTI GOVERNATIVI: sono a norma vi/disposizioni
emanate da autorità indipenden e dal governo con contenuto norma vo ma non hanno
grande importanza e sopra u o lo stesso valore di una legge.
― al sesto gradino vi è la CONSUETUDINE: è l'unica fonte non scri a, composta da due
elemen : uno OGGETTIVO (usus) comportamento sempre uguale nel tempo (reiterazione
di un determinato comportamento da parte di una società) e SOGGETTIVO (opinio iuris ac
necessita s) la convinzione che quel determinato comportamento reiterato nel tempo sia
giusto, comportamento che si ene con convinzione (convinzione di usa che quel
comportamento sia non solo moralmente o socialmente, ma giuridicamente giusto).
La consuetudine può essere di tre pi:
1. CONTRA LEGEM: si manifesta in una desuetudine, cioè in un non tenere il
comportamento che è previsto dalla norma. Se la norma è derogabile la consuetudine
contra legem è possibile e rende la norma priva di e cacia, se la norma è inderogabile la
consuetudine contra legem non può essere esercitata e non può portare all’ine cacia.
2. PRETER LEGEM: la consuetudine preter legem serve a sos tuire/ supplire nel momento
in cui i sogge non decidono su alcune par dell'accordo, quindi sos tuiscono ciò che non
è stato scri o.
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3. SECUNDUM LEGEM: è quella che viene richiamata dalla stessa norma,quando in essa
viene usata l’espressione “secondo gli usi”, un’indicazione che da la norma stessa di come
agire secondo gli usi o consuetudini.
L'interpretazione si basa su alcuni criteri che troviamo all'art.12 delle preleggi rubricato
“interpretazione della legge".
I criteri sono due:
1. CRITERIO LETTERALE: è il criterio che ha la funzione di cogliere il signi cato della parola
so o il pro lo le erale, sia la parola intesa singolarmente sia la parola inserita in un
contesto di altre parole. Se dall’applicazione di questo criterio il signi cato è chiaro allora
l’interpretazione le erale è stata e cace, è riuscita a farci capire qual è il signi cato ed è
facile applicare questo signi cato al fa o realmente accaduto, se l’interpretazione le erale
risulta ambigua signi ca che essa non è stata su ciente a cogliere il signi cato, allora se il
primo criterio non è su ciente si deve passare al secondo.
2. CRITERIO TELEOLOGICO(scopo/ ne): chi interpreta deve guardare allo scopo che il
legislatore aveva quando ha posto in essere la norma, la RATIO LEGIS (la ragione) per cui il
legislatore aveva fa o la legge, capendo le ragioni per cui venne creata si capirà anche il
suo signi cato.
IL DIRITTO SOGGETTIVO si divide in: diri sogge vi ASSOLUTI e diri sogge vi RELATIVI.
❖ Assolu : sono quei diri che si possono far valere nei confron di tu i consocia . A loro volta
si dividono in due categorie: i diri della personalità e i diri reali.
o I DIRITTI DELLA PERSONALITA' sono i diri dell'uomo in quanto tale, cioè sono dei diri
che nascono con la nascita dell'uomo e sono una categoria sempre aperta alla nascita di
nuovi diri (vita, salute, libertà di pensiero).
o DIRITTI REALI = RES (cosa) sono i diri sulla cosa e sono a numero chiuso, vuol dire che
non sono una categoria aperta, sono soltanto quelli previs dal nostro ordinamento
giuridico. A loro volta si dis nguono in "IUS IN RE PROPRIA”(diri su cosa propria) e
“IURA IN RE ALIENA”(diri su cosa altrui).
- IUS IN RE PRORPIA: il diri o più importante su cosa propria è il diri o di proprietà
(art.833 del C.C)
- IURA IN RE ALIENA: sono diri reali minori e si dividono in diri reali minori di
godimento e diri reali minori di garanzia.
▪ DI GODIMENTO: sono l'uso fru o, uso abitazione, servitù previale ecc.
▪ DI GARANZIA: sono il pegno, l'ipoteca.
Chi è tolare di un diri o sogge vo assoluto (es. diri o di proprietà) può far valere il proprio
diri o nei confron di tu (omnes). Ques tu (omnes) si trovano in una situazione giuridica
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sogge va passiva corrispondente che è il dovere (in neminem laedere), ovvero il dovere di
astenersi dal turbare l'esercizio del diri o.
❖ Rela vi: sono diri che non si possono far valere nei confron di tu ma si possono far valere
nei confron di uno o più sogge determina o determinan .
I diri sogge vi rela vi sono:
➢ diri o di credito: è una pretesa che ha un sogge o a vo (creditore) nei confron di un
altro sogge o (debitore) a nché esegua la prestazione. Se da un lato c'è la pretesa al che il
sogge o esegua una determinata prestazione, dall'altro lato c'è l'obbligo ad eseguire la
prestazione.
➢ diri di famiglia: sono quelli che nascono dal matrimonio (diri o alla fedeltà, assistenza
morale materiale, contribuzione). Sono rela vi perché il marito può farli valere nei
confron della moglie e viceversa.
➢ diri o potesta vo: è il potere di agire per il raggiungimento del proprio interesse
modi cando la sfera giuridica di un'altro sogge o (es. diri o di recesso nel contra o a
distanza). La cara eris ca di questo diri o è che se da un lato la situazione giuridica
sogge va a va è data dal diri o potesta vo, la corrispondenza della situazione giuridica
passiva è la soggezione. Ciò vuol dire che il sogge o che si trova in una situazione di
soggezione non può far nulla per impedire l'esercizio del diri o potesta vo, deve subire.
(es. il datore di lavoro licenzia per giusta causa, il lavoratore non può far nulla).
INTERESSE LEGITTIMO: riguarda il rapporto che c'è tra il privato e la pubblica amministrazione.
ES: l'interesse legi mo è quello che ha il partecipante ad un concorso pubblico al che la pubblica
amministrazione si compor in modo corre o, onesto.
LA PERSONA FISICA
Nel 1942 il linguaggio era un linguaggio tecnico e tu gli uomini erano sta individua come
persone siche. Il legislatore dell'epoca ha fa o una dis nzione tra persona sica e persona
giuridica.
La persona sica, dice l'art.1 del CC, acquista alla nascita la capacità giuridica.
La capacità giuridica è una qualità del sogge o, cioè l'a tudine del sogge o ad essere
des natario di diri e obblighi.
La sogge vità giuridica, invece, l'acquista prima della nascita in quanto nel nostro ordinamento i
nascituri hanno una "sogge vità giuridica".
Si acquista la capacità giuridica nel momento in cui la persona nasce viva, ovvero la persona
respira per la prima volta. Non è necessario il requisito della vitalità, cioè l'a tudine a rimanere in
vita.
Nel momento in cui la persona nasce, bisogna entro 10 giorni dichiarare la nascita all'u ciale dello
stato civile. Può dichiarare la nascita sia i genitori sia coloro che sono presen al parto.
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Nel nostro ordinamento non c'è un obbligo per la madre di riconoscere il proprio glio, non vi è
una norma. Proprio perché non vi è una norma è possibile per la madre partorire e poi lasciare il
glio in ospedale.
La capacità giuridica non si perde mai no alla morte, intesa come la cessazione di ogni a vità
dell'encefalo.
L'art.2 del CC dice che il sogge o, al compimento della maggiore età acquista la capacità di agire.
La capacità di agire è l'a tudine del sogge o a porre in essere degli a giuridici validi.
L'ordinamento giuridico sos ene che a 18 anni il sogge o abbia una maturità psico- sica tale da
badare ai propri interessi.
Dalla nascita no al 18esimo anno d'età la persona è INCAPACE DI AGIRE.
L'incapacità di agire può essere:
● incapacità naturale: secondo l'art.128 del CC è l'incapacità di intendere e di volere che può
colpire le persone maggiori d'età e può colpire queste persone in fase di transizione.
Es: una persona maggiorenne una sera si ubriaca, quindi è incapace d'intendere e di volere,
pone in essere un a o giuridico. Il legislatore dice che se una persona che è "incapace
naturale" pone in essere un a o giuridico, questo a o non sarà valido, ma sarà invalido
perché l'ordinamento giuridico protegge chi perde la capacità di intendere e di volere.
L'a o per essere invalido deve creare un PREGIUDIZIO (un danno) per l'incapace naturale.
Per il contra o, invece, oltre il pregiudizio, deve esserci da parte dell'altra persona
l'APPROFITTAMENTO. In questo caso l'a o è annullabile.
● incapacità legale: si divide in
─ assoluta
─ rela va
L'incapacità di agire assoluta: si chiama così perché chi è incapace assoluto non può compiere a
di ordinaria e straordinaria amministrazione. Vuol dire che non può compiere alcun a o giuridico.
L'a o di ordinaria amministrazione è un a o di ges one del reddito, es. l'acquisto di un
quaderno, una penna, a di vita quo diana.
L'a o di straordinaria amministrazione è un a o che riguarda la consistenza del patrimonio, cioè
un a o da cui dipende una diminuzione o un aumento del proprio patrimonio, es. la vendita di un
appartamento.
Gli incapaci assolu sono:
─ minori d'età sono coloro che la legge considera ne psichicamente ne sicamente maturi
per proteggere i propri interessi. Il diri o crea una nzione giuridica, dove il minore
quando compie un a o di ordinaria amministrazione, agisce come rappresentante dei
genitori.
─ interde
❖ MINORI EMANCIPATI
Se il minore, tra i 16 e i 18 anni, con autorizzazione del Tribunale, si sposa, diviene minore
emancipato. Tale sogge o (una volta raggiunta l’emancipazione) può compiere a di ordinaria
e straordinaria amministrazione con assistenza del curatore autorizzato dal giudice, che può
essere l’altro coniuge (se maggiorenne) o i genitori.
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AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO
La legge n.6/2004 introduce signi ca ve modi che al codice civile individuando la gura
dell'amministratore di sostegno.
L'amministrazione di sostegno (art.404) è un is tuto generale dire o a provvedere alle esigenze di
protezione della persona che per e e o di una MENOMAZIONE FISICA O PSICHICA, si trova nella
IMPOSSIBILITA', ANCHE PARZIALE O TEMPORANEA, DI PROVVEDERE AI PROPRI INTERESSI.
I presuppos per l'amministrazione di sostegno possono essere quindi mala e siche (che
vengono prese in considerazione per la prima volta) o mentali o entrambe.
È la mancanza di autonomia che rende la persona bisognosa di un sostegno (di un aiuto).
L'amministratore di sostegno è una gura DUTTILE, cioè si modella rispe o all'esigenze del
bene ciario.
L’amministratore è nominato dal giudice tutelare, che con DECRETO oltre a nominarlo, stabilisce gli
a che può compiere a seconda delle problema che del bene ciario.
L'amministratore ogni 3-6 mesi o un anno (a seconda delle esigenze del bene ciario) ha l'OBBLIGO
di relazionare davan al giudice per far presente la situazione (cosa accade, se vi sono esigenze
nuove ecc).
La persona quindi conserva la capacità di agire per gli a che non richiedono la rappresentanza
esclusiva o l’assistenza necessaria dell’amministratore di sostegno; in quanto si vuole concedere
alla persona un minimo di autonomia nella vita di tu giorni. Allo stesso tempo la denominazione
BENEFICIARIO perme e al sogge o di non essere e che ato all’interno della società come
interde o o inabilitato ed è per questo mo vo che l’amministrazione di sostegno rappresenta una
gura molto importante nel mondo della disabilità.
L’amministratore è scelto di preferenza tra gli stre congiun dell’interessato e dovrà tener conto
dei bisogni e delle aspirazioni del bene ciario.
Con tale gura si cercano di limitare quanto più possibile i casi d’interdizione giudiziale o
d’inabilitazione, ricorrendovi solo nei casi in cui l’amministrazione di sostegno risul INIDONIA ad
assicurare protezione al sogge o interessato (criterio residuale dell’interdizione).
Il giudice deve pertanto capire se può applicare la legge e può quindi nominare un amministratore
di sostegno. Se l'amministratore di sostegno non sembra la gura più ada a nella situazione
speci ca del sogge o e allora potrà interdire o inabilitare (in via residuale) e quindi
automa camente nominare un tutore o un curatore.
La dichiarazione universale dei diri dell’uomo inizia con un preambolo in cui vi sono i
presuppos , i mo vi per cui il legislatore pone in essere una legge.
- Art. 1 → “Tu gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diri . Essi sono dota di
ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. In quel
periodo storico, infa , era stata eliminata sia la ragione che la coscienza, l’uomo non esisteva
più, non era più portatore di valori.
- Art. 2 → “Ad ogni individuo spe ano tu i diri e tu e le libertà enunciate nella presente
Dichiarazione, senza dis nzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di
religione, di opinione poli ca o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di
nascita o di altra condizione”.
Pensiamo alle persecuzioni razziali ad opera del nazismo.
- Art. 3 → Ogni individuo ha diri o alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della persona.
(Il fa o che un ar colo senta il bisogno di dire che ogni individuo ha diri o alla vita sembra un
paradosso, perché l’individuo se esiste è perché vive, quindi il fa o di ribadire l’esigenza di
avere un diri o alla vita ci fa capire che l’uomo non esisteva più in quanto essere umano).
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Convenzione europea dei diri dell’uomo
Segue alla dichiarazione dei diri dell’uomo la CEDU (Convenzione europea dei diri dell’uomo)
del 1955:
- Art. 1 → “obbligo di rispe are i diri dell’uomo”
- Art. 2 → “diri o alla vita”
In questo caso il diri o alla vita viene inteso con determina limi .
Carta di Nizza
La Carta di Nizza del 2000 doveva essere una sorta di “Cos tuzione europea” anche se non lo è
stata perché non tu i Paesi membri l’hanno rmata e approvata; però essa con ene i diri
fondamentali dell’UE.
Il Cap I è in tolato DIGNITA’. Della dignità non si parla né nel codice civile né nella nostra
Cos tuzione, è un conce o rela vamente nuovo.
- Art. 1 → “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispe ata e tutelata”
La dignità può essere considerata un mezzo di quali cazione della vita; perché la vita si può
considerata tale se è una vita dignitosa, non si può scindere la vita dalla dignità. La dignità è
quindi uno strumento di valutazione della vita. Nel momento in cui parliamo di vita, di tutela
della vita dobbiamo parlare di dignità.
- Art. 2 → “Ogni individuo ha diri o alla vita. Nessuno può essere condannato alla pena di
morte, né gius ziato”.
All’art. 2 quindi viene ribadito il diri o alla vita, e nei principi dell’UE viene esclusa la pena di
morte a di erenza di altri Paesi.
I diri della personalità sono una connotazione dell’uomo e presentano alcuni CARATTERI:
● Sono IMPRESCRITTIBBILI: cioè non possono cadere in prescrizione, pertanto anche se non
vengono usa non si perdono, cioè non si es nguono.
La prescrizione è un is tuto giuridico che porta all'es nzione di un diri o non esercitato dal
tolare per un periodo di tempo indicato dalla legge. La ra o della norma è individuabile
nell'esigenza di certezza dei rappor giuridici. Ad esempio per il risarcimento del danno la
legge dispone che se passano 5 anni il diri o di es ngue, cade in prescrizione.
Quindi se il diri o non viene usato per un certo periodo di tempo essi si es ngue per non uso,
cioè si prescrive.
● Sono INTRASMISSIBILI : non si possono trasme ere per successione a causa di morte, in
quanto sono diri che nascono con l’uomo e che muoiono con esso e quindi non possono
essere trasmessi agli eredi.
● Sono INDISPONIBILI: non si possono disporre, quindi non si possono vendere (quindi essere
ogge o di scambio) o donare;
Questa diatriba fu superata con l'emanazione della Cos tuzione, perché all'art.2 della Cos tuzione
i diri della personalità vengono considera come diri inviolabili dell'uomo sia come singolo sia
nelle sue formazioni sociali, perché l'uomo è portatore di interessi e ques interessi servono
all'uomo per la realizzazione della propria personalità.
Pertanto la ra o legis (il ne di questa tutela) è quella di far sì che l'uomo possa a raverso
l'esercizio di ques diri realizzare la propria personalità. L'uomo che riesce a realizzare la propria
personalità è un uomo socialmente soddisfa o, produ vo, sano, un uomo che dà un contributo
alla società.
Sempre all'interno della Cos tuzione, oltre l'art.2, troviamo altri ar coli che tutelano i diri della
personalità:
● Art. 4 → DIRITTO AL LAVORO:
La Repubblica riconosce il diri o al lavoro a tu i ci adini e promuove le condizioni che
rendano e e vo questo diri o. Tu hanno diri o ad un lavoro, perché a raverso il lavoro si
realizza la personalità dell'uomo.
Collegato all'art.4 vi è:
● Art. 36 → DIRITTO ALLA RETRIBUZIONE:
Ogni individuo ha diri o ad avere una retribuzione proporzionata (equa) alla quan tà e qualità
del suo lavoro e in ogni caso su ciente ad assicurare a sé e alla propria famiglia una vita
dignitosa.
Gli art.4 e 36 sono lega perché non esiste un diri o al lavoro se non vi è una retribuzione
adeguata.
● Art. 41 → LIBERTA' DI INIZIATIVA ECONOMICA:
L'inizia va economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'u lità sociale o in
modo da recare danno alla sicurezza o alla libertà.
Anche questo ar colo è legato al diri o al lavoro perché chiunque è libero di poter iniziare un
percorso lavora vo in maniera autonoma, senza vincoli o imposizioni.
Nel 2008 la Corte Cos tuzionale parlò per la prima volta di “consenso informato”→ è la decisione
presa da chi è informato e ha la consapevolezza rispe o a quali sono le cure, qual è il percorso
terapeu co e quali sono le conseguenze che dalle cure possono derivare.
Se il sogge o malato ha diri o di scegliere, il medico ha l'obbligo di informare, non può curare
l'ammalato se prima il malato non viene informato su tu o, questa informazione si concre zza e si
esplica nel far rmare un documento al paziente per informarlo su tu e le alterna ve di cura e sui
rischi a cui va incontro.
Prima questo pro lo dell'informazione non esisteva, era possibile chiedere al medico di non dire il
po di mala a, ma oggi questo non è più possibile.
Collegato al diri o alla salute è il Testamento biologico (in America de o living will) che dovrebbe
consistere (dovrebbe perché è stato ogge o di mol ssimi proge di legge ma non è mai stato
conver to in legge) in una dichiarazione an cipata di tra amento (DAT). Si tra a dell'espressione
della volontà da parte di una persona in condizioni di lucidità mentale, la quale ri uta
l'accanimento terapeu co nell'eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di
intendere e di volere.
L'accanimento terapeu co è composto da quelle cure anche invasive e delle volte dolorose a cui i
medici so opongono il malato per prolungarne la vita; oppure sono dei tra amen che riguardano
l'alimentazione forzosa nel caso ad esempio della persona in coma.
Il Testamento biologico è stato ogge o di numerose cri che. Anzitu o chi cri ca il testamento
biologico lo fa poiché sos ene che c'è sempre una di erenza tra il momento in cui il sogge o pone
in essere il testamento biologico e il momento in cui si diventa incapaci di intendere e di volere.
Il problema è: in questo arco temporale la persona può cambiare idea? La preoccupazione è che la
persona che si trovi in quella situazione ormai di incapacità di intendere e di volere non può
manifestare ciò che realmente vuole.
Allo stesso tempo però la possibilità che l'uomo possa decidere cosa gli debba accadere nel
momento in cui diventa incapace di intendere e di volere, è una possibilità che ri e e la libertà
dell'uomo di condurre il po di vita che l'uomo vuole vivere.
Accanto al testamento biologico si pone il diba to sull'eutanasia (dal greco “eu” - dolce -) è la
dolce morte: ossia la possibilità di decidere, nel caso in cui si ha una mala a incurabile, nel caso in
cui il sogge o è so oposto a grandi so erenze, nel caso in cui non si abbia la dignità della vita, di
decidere di morire in maniera assis ta (a raverso ad esempio il distacco dalle macchine o
assumendo dei medicinali che provocano la morte).
Si tra a di una possibilità esistente in diversi Paesi europei ma che in Italia tu 'oggi viene negata.
Anche in questo caso sono presen dei proge di legge ma è di cile che nel nostro paese si arrivi
a concepire l'idea dell'eutanasia, essendo il nostro un paese ca olico (nonché per la presenza del
Va cano) ponendo quindi un obbie va di coltà.
● LIBERTA’ DI PENSIERO:
Il più importante diri o di libertà è enunciato all’art. 21 → libertà di pensiero.
Tu hanno diri o di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola o scri o e ogni altro
mezzo di di usione. La libertà di pensiero riguarda il diri o di esprimere un'opinione diversa dalle
altre.
Questa libertà sfocia anche nella possibilità di diventare obie ori di coscienza. L'obiezione di
coscienza è la volontà espressa di ri utarsi di partecipare a determina accadimen . È sempre una
manifestazione della libertà.
Ad esempio nell'aborto vi sono medici che dichiarano espressamente di non voler partecipare a
questa pra ca (tranne il caso in cui non vi sia altra alterna va e la donna è in pericolo di vita il
medico nonostante sia obie ore deve comunque intervenire).
Un'altra manifestazione dell'obiezione di coscienza è la legge del '93 che riguarda gli studen di
veterinaria che consente chi è contrario alla sperimentazione animale a non partecipare alle lezioni
e manifestare la propria obiezione di coscienza.
● DIRITTO DI CRONACA:
Un altro pro lo del diri o alla libertà di pensiero è il diri o di cronaca che riguarda il diri o dei
giornalis di raccontare i fa di cronaca così come sono accadu .
Questo diri o ha però dei limi :
1. La veridicità della no zia
2. La no zia deve essere di interesse pubblico
3. Di questa no zia se ne deve parlare in modo con nente senza accanimento e morbosità.
Un aspe o del diri o di cronaca è il diri o di cri ca (sogge va), cioè poter dare una no zia ltrata
con il proprio pensiero, cioè poter commentare il fa o con un proprio giudizio personale.
Il diri o di cri ca è legato al diri o di sa ra, una forma di giudizio individuale che con arte ed ironia
il sogge o descrive un fa o di cronaca.
Anche questo diri o ha dei limi → a raverso l'arte ed ironia non si devono violare i diri
fondamentali dell'uomo. Se da questa sa ra è scaturito un danno interviene l'art. 2043 sul fa o
illecito, quindi al risarcimento del danno.
● DIRITTO ALLA VITA: è il diri o più importante dell'uomo, tutelato dall'art. 575 c.p. che prevede
e punisce l'omicidio. La vita è tutelata dall'ordinamento giuridico dal momento in cui ha inizio
(concepimento).
Legge sull'aborto:
La legge sull'aborto risale al 1978, legge n. 194, è una legge che viene messa sempre in discussione
ed ogge o di numerose cri che, poiché contraria al diri o alla vita.
Questa legge bilancia l'interesse del bambino appena concepito e l'interesse della donna.
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A raverso l'aborto viene tutelata la salute psico- sica della donna. Tra i due interessi, quello della
donna e quello dell'appena concepito entro i 3 mesi, il legislatore fa pendere la bilancia nei
confron della donna.
La prima cri ca riguarda il fa o che questa legge è dedicata esclusivamente alle donne in cui
l'uomo (il padre) non viene considerato. L'uomo viene coinvolto in questa scelta solo in base alla
volontà della donna (“ove la donna lo consenta”). Lei può operare anche senza informare il padre,
quindi anche contro la sua volontà.
Art. 1: ci dice che il presupposto è che l'interruzione volontaria della gravidanza non sia un mezzo
per il controllo delle nascite ma riguardi solo casi limite.
Art. 4: entro i primi tre mesi vi può essere un'interruzione volontaria della gravidanza solo se essa
compor gravi conseguenze alla sua salute sica e psichica o del bimbo, o sulla base delle sue
condizioni economiche, sociali o familiari.
Ad esempio in caso di stupro l’aborto è considerato uno dei modi per tutelare la salute psichica
sica della donna ed il bimbo (in quanto il glio non voluto può portare delle conseguenze non
solo alla madre ma anche al bimbo).
Art. 6: dopo i primi tre mesi l'aborto è vietato. È possibile solo quando la gravidanza o il parto
compor no un grave pericolo per la vita della donna o quando siano accertate anomalie o
malformazioni del nascituro.
La legge sull'aborto è una legge che mol cri cano ma che nessuno ha il coraggio di modi care
perché è considerata comunque una conquista perché ha permesso alla donna di non abor re in
stru ure e di evitare medici non idonei.
Collegata a questa legge è il problema della maternità surrogata (vietata in Italia), talvolta
denominata “utero in a o”, si ha quando una donna si presta a portare a termine un'intera
gravidanza, no al parto, su commissione di una singola persona o di una coppia (eterosessuale o
omosessuale) incapaci di generare o concepire un bambino/a.
Nel nostro Paese il ricorso alla surrogazione di maternità è vietato.
Proprio perché esiste il diri o all’integrità sica vi è il divieto di compiere a di disposizione del
proprio corpo che diminuiscano questa integrità; esiste anche il divieto di compiere ques a (di
disposizione del proprio corpo) contrari alla legge (a norme impera ve), all’ordine pubblico e al
buon costume.
La diminuzione dell’integrità sica è ammessa solo in par colari casi ad esempio quello del medico
che per salvare la vita di una persona deve amputare un arto. Non rientrano invece nel divieto
previsto all’art. 5 per esempio la donazione del sangue o dei capelli.
Deroghe dell'art. 5:
L’art. 5 presenta delle deroghe (la deroga è l’eccezione che conferma la regola):
1. la legge n.458/67 sul TRAPIANTO DEL RENE: “in deroga al divieto di cui all’art. 5 c.c. è
ammesso disporre a tolo gratuito del rene in trapianto tra persone viven ”.
La donazione del rene è un a o di volontà libera; quindi è un a o che non acce a né
condizioni né termini. Nel momento in cui si decide di donare un rene, si subisce una
diminuzione permanente d'integrità sica.
Questa libertà si basa sul consenso informato, chi dona, previa autorizzazione del tribunale,
deve essere informato su tu o ciò che può accadere e che accade a una persona che vive
con un solo rene, con tu e le problema che che possono derivare. La persona che decide
di donare deve essere perfe amente consapevole ed è libera → può decidere anche poco
prima dell’intervento di non donare più, senza avere delle responsabilità.
La donazione, inoltre, è a tolo gratuito non vi deve essere in alcun modo nessuna
speculazione. Nel nostro ordinamento non è possibile fare commercio di par del proprio
corpo, non è possibile venderli (a di erenza di altri Paesi dove invece è possibile).
2. la legge del 1982 sulla RETTIFICAZIONE SULL’ATTRIBUZIONE DEL SESSO
Prima del 1982 in Italia non si poteva cambiare sesso, chi decideva di farlo doveva andare
fuori. Per poter cambiare sesso è necessaria una sentenza del tribunale. Il tribunale deve
infa ascoltare sia la persona che vuole cambiare il sesso ma anche il giudizio dei medici
che dichiarano che la persona ha questa necessità (senza cambiare sesso la vita della
persona è una vita infelice e non potrà realizzare la propria personalità).
Nell’82 per poter cambiare sesso all’anagrafe doveva essere e e uata l’operazione, quindi
doveva esserci e e vamente il mutamento del sesso a raverso l’operazione. Dal 2016 la
Corte Cos tuzionale ha deciso che questo vincolare il cambiamento all'anagrafe con
l'intervento era una forma di abuso.
Quindi i sogge che vogliono cambiare sesso e lo vogliono fare anzitu o all’anagrafe
(modi cando i cara eri secondari della persona ad esempio assumendo delle cure
ormonali) non hanno l’obbligo di a rontare l’operazione e possono vedere il loro nome
cambiato all’anagrafe e quindi avere un acce azione sociale senza doversi necessariamente
so oporsi a un intervento chirurgico.
Rispe o al proprio corpo, sempre nel momento in cui si muore, c’è la possibilità di donazione
degli organi. Il riferimento è la legge dell’aprile del ’99 → “disposizioni in materia di prelievi di
trapian di organi e tessu ”.
Nel momento in cui viene diagnos cata la morte (cessazione di ogni a vità celebrale) si può
procedere alla donazione degli organi.
Prima del ’99 per essere donatori di organi bisognava essere iscri o all’associazione donatori
oppure aver dichiarato espressamente di voler essere donatori di organi. In questo modo però
pochissime persone risultavano essere donatori quindi il legislatore ha posto in essere questa legge
basandola sul principio del silenzio assenso. Secondo tale principio tu siamo donatori tranne
coloro che dichiarano espressamente di non volerlo essere.
Donatori siamo tu tranne le persone che hanno un’età per la quale non possono essere più
donatori, persone che hanno problemi di salute, gli incapaci, i minorenni che non hanno i genitori
(che possono decidere al loro posto).
Questa legge fece molto scalpore nel ’99 tanto che nacquero delle associazioni contro
l’usurpazione degli organi, la paura era infa quella della donazione di organi non essendo però
realmente mor , nel caso ad esempio di morte apparente. Quindi vi deve essere l’accertamento
della morte.
● DIRITTO AL NOME:
l'art. 6 tutela il diri o al nome → il nome è l’appella vo con cui la persona viene iden cata
rispe o alle altre. Il nome è composto da un nome scelto solitamente dai genitori e il cognome
del padre.
Un tempo non esistevano i cognomi, le persone venivano chiamate soltanto per nome ma di
fronte a tante persone che portavano le stesso nome, è nata la necessità (per dis nguere gli
individui) di aggiungere il cognome ispirandosi ad esempio al nome del padre (Di Pietro), al
mes ere (Ferri), ad una disabilità familiare (Zoppe ), ad un modo in cui una persona veniva
e che ata o ad una cara eris ca della persona (Allegra).
Ul mamente si è molto parlato del problema del cognome, in Spagna ad esempio la persona
che nasce prende il cognome sia della madre che del padre; in Germania si sceglie al momento
del matrimonio; in Italia ancora il cognome è quello del marito, dell’uomo.
Il glio nato fuori dal matrimonio assume il cognome del genitore che per primo lo ha
riconosciuto.
I bambini non riconosciu assumono nome e cognome decisi dall’u ciale di stato.
Il nome è IMMODIFICABILE, può essere solo aggiunto un secondo nome con decreto del
prefe o della provincia di residenza.
Anche il diri o allo PSEUDONIMO viene tutelato. Lo pseudonimo è il nome d’arte, ad esempio
Lorenzo Cherubini in arte Jovano . Il nome Jovano avrà la stessa tutela che avrà il nome Lorenzo
Cherubini, proprio perché lo pseudonimo è equiparato al nome vero e proprio.
● DIRITTO ALL'IMMAGINE
L'art.10 tutela il diri o all'immagine -- per immagine intendiamo le sembianze individuali
del sogge o (i tra del volto, la sionomia). Non è vietato ritrarre qualcuno (fotografare,
fare un ritra o), quello che è vietato è la divulgazione dell'immagine. Quindi il diri o che si
intende con la legge è quello di non vedere la propria immagine divulgata, di usa.
La persona che viene ritra a, a nché l'immagine venga divulgata deve dare il proprio
consenso.
Il diri o all'immagine si ricollega alla legge del 22 aprile 1941 n.63 sui diri d'autore e in
par colare agli ar . 96 e 97.
- Art.96: " il ritra o di una persona non può essere esposto, riprodo o o messo in
commercio senza il consenso di questa, salve le disposizioni dell'ar colo seguente";
Possiamo prendere ad esempio una causa che è stata intentata da un prete nei confron
della Lega Nord. La Lega Nord aveva creato un manifesto per pubblicizzarsi e in questo
manifesto c’era l’immagine di questo prete. Il prete si è sen to o eso da questa
comparazione con la Lega Nord, perché il prete negli anni si era sempre ba uto per
integrare i più deboli, per salvare gli emargina . Pertanto nel momento in cui all’immagine
della Lega viene accostata all’immagine del prete che ha sempre comba uto per
l’integrazione del più debole, questo prete ha visto violato il proprio diri o d’integrità
personale. Ha infa ritenuto che questo accostamento travisasse la propria iden tà
personale, le proprie idee, il proprio modo di vivere.
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Diri tutela dalle LEGGI COMPLEMENTARI
• DIRITTO ALLA PRIVACY
Il diri o alla privacy si biforca in due pi di diri o:
1. Diri o ad avere la propria vita privata;
2. Tutela rispe o al tra amento dei da personali (banche da ).
Abbiamo diversi ar coli che contemplano il diri o alla privacy (anche nella Cedu e nella Carta di
Nizza):
- Art. 8 → ogni persona ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che lo
riguardano.
Esiste anche un Codice della privacy introdo o da una legge complementare (d.lgs./2003). È un
codice perché si tra a di una raccolta di norme che tra ano la privacy.
La protezione dei da personali è necessaria in quanto sopra u o con l’avvento dei computer e di
internet la raccolta dei da personali è diventata molto più semplice. Una volta la raccolta dei da
personali veniva fa a per iscri o. Legata alla raccolta dei da personali è anche la conservazione, il
tra amento e la di usione di ques da .
Per quanto riguarda la conservazione e il tra amento di ques da vi sono due pi di garanzia:
• garanzia a cara ere generale: riguarda il rispe o della dignità dell'uomo. I da devono essere
raccol nel rispe o della dignità dell'uomo.
• garanzie speci che che a sua volta si dividono in:
─ garanzie pubbliche: vuol dire che questa garanzia può essere so oposta ad un controllo
pubblico. E' un controllo che viene fa o dal garante della privacy.
─ garanzie private: può essere so oposto ad un controllo privato. E' un controllo che
viene fa o da ognuno di noi, è dato dal consenso dell'interessato rispe o al
tra amento dei da personali.
Dopo due anni dalla scomparsa, i paren ma in par colare i presun eredi (presun perché la
persona non è morta ma è assente), fanno ricorso al giudice a nché con una sentenza il tribunale
dichiari l'assenza della persona.
Nel momento in cui il tribunale dichiara la persona assente, si può aprire il testamento (se il
testamento c'è) oppure i successibili entreranno in possesso dei beni ereditari (secondo la legge),
entrano nel POSSESSO dei beni ereditari ma NON ne diventano i proprietari.
Se volessero disporne giuridicamente (ad esempio per venderli) devono chiedere l’autorizzazione
del giudice. Gli eredi quindi hanno l’obbligo di ges re il patrimonio e in cambio la legge consente
loro di farne propri i fru , e quindi acquistare la proprietà dei fru e delle rendite.
Se l’assente ritorna, all’assente verranno riconsegna tu i beni (ma non i loro fru , i proven , le
rendite dei beni perché erano divenu di proprietà dei presun eredi).
Nel caso in cui il morto presunto ritorni, lui dovrà riprendere i beni nello stato in cui si trovano, cioè
ciò che gli eredi hanno lasciato. Se gli eredi hanno venduto tu o, il morto presunto non troverà più
nulla.
― il DOMICILIO: è il luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei propri a ari ed
interessi.
Questa de nizione è però incompleta perché questo ar colo parla dei beni solo in riferimento alle
cose, cioè tu o ciò che si può toccare. Ma in realtà ci sono anche dei beni immateriali. Questa
nozione quindi va rile a sos tuendo alla parola cosa la parola u lità. Quindi consideriamo l’art.
810 a ermando:
“è bene ogni u lità che può formare ogge o di diri ”.
Il conce o di bene è un conce o rela vo perché dipende dall’evoluzione della civiltà in relazione
alla:
- Capacità di sfru are le risorse naturali (es. scoperta del petrolio come fonte di energia)
- Mutare dei bisogni umani, che possono essere di tre pi:
1. Vitali (lega all’esigenza di ves rsi o di nutrirsi);
2. Indo dalla civiltà (telefono, pc);
3. Beni che soddisfano esigenze di appagamento interiore (opera d’arte, lm).
• ILLIMITATI: presen in natura in quan tà illimitata, RES COMUNES OMNIUM, cioè beni
comuni a tu . Es: la luce del sole, l'aria che respiriamo.
Questa di erenza oltre ad essere quan ta va è una di erenza che riguarda l’uomo e la sua
relazione con il bene:
- Nei beni illimita vi è solo un rapporto libero senza limi tra l’uomo e il bene.
- Nei beni limita prima che si istauri un rapporto tra uomo e bene, è necessario che si istauri un
rapporto tra uomo e uomo. Infa il bene essendo presente in quan tà limitata non potrà
soddisfare i bisogni di tu ma solo di alcuni ed allora subentra il rapporto tra uomini, perché
tu hanno interesse ad usare quel bene.
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CLASSIFICAZIONE
Il diri o si occupa di questa dis nzione per quanto riguarda la circolazione dei beni, cioè la
possibilità che un bene passi da una persona all’altra (vendita, permuta).
Vi è infa di erenza tra la circolazione del bene mobile e del bene immobile:
La circolazione del bene immobile ha bisogno di una procedura giuridica complessa, avviene in
modo formale in quanto è necessario l’a o scri o e la pubblicità cioè la trascrizione dell’a o nei
pubblici registri.
Es. Per vendere una casa bisogna porre in essere un contra o di vendita (a o scri o) il quale verrà
trascri o nei pubblici registri immobiliari in modo da renderlo pubblico.
I beni mobili circolano in modo più rapido e libero senza par colari formalità grazie alla regola
“possesso vale tolo”.
Questo modo di circolazione del bene tutela la circolazione della ricchezza.
Se un sogge o vende un bene mobile, anche non essendone proprietario, ad un altro sogge o
quest’ul mo diventerà proprietario del bene se l’acquisto è in buona fede e se si tra a di un a o
valido.
I beni mobili registra dovrebbero circolare liberamente come i beni mobili, ma circolano più
lentamente. Questo perché stru uralmente è un bene mobile, ovvero non è incorporato al suolo,
ma giuridicamente circola come un bene immobile poiché essi sono trascri nei pubblici
registri(annotano la vita giuridica del veicolo).
Inoltre:
• Beni DIVISIBILI: possono essere divisi in par omogenee senza perdere la loro natura,
funzione, u lità. (Es. Una casa grande divisa in due appartamen autonomi);
• Beni INDIVISIBILI: non possono essere divisi senza perdere la loro individualità.
La dis nzione tra beni divisibili e indivisibili è importante per l'esercizio del diri o di divisione, che
è un diri o potesta vo, cioè può essere esercitato soltanto se il bene è divisibile.
Il problema nasce nel momento in cui la per nenza e la cosa principale sono di due proprietari
di eren .
Se la per nenza è un bene mobile ed il proprietario che vende la cosa principale non ha de o nulla
si ri ene trasferita anche la per nenza (per la regola “possesso vale tolo”).
Se la per nenza è un bene immobile chi acquista la per nenza potrà rivalersi sul precedente
proprietario. Cioè se il proprietario della cosa principale vende anche la per nenza, il proprietario
della per nenza può rivalersi nei confron del nuovo proprietario che ha acquistato anche la
per nenza per avere indietro il bene acquistato.
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Nel caso di due beni immobili (bene principale e per nenza): la per nenza viene venduta insieme
al bene principale ma essa è di proprietà di un altro proprietario.
Il proprietario può averla indietro (riacquistarne la proprietà) essendo un bene immobile ma deve
provare che apparteneva a lui. Deve dimostrare che l’aveva acquistata in una data precedente
rispe o alla vendita della cosa principale.
LA PROPRIETA'
Del diri o di proprietà si parla sia nella Cos tuzione sia nel Codice Civile.
Il c,2 dell’art. 42 dispone che lo scopo della tutela del diri o di proprietà è anche quello della
FUNZIONE SOCIALE, cioè di rendere la proprietà non solo accessibile a tu ma che venga sfru ata
nella maniera più e ciente
Il terreno agricolo è un terreno che ha una funzione sociale, c’è un interesse a nché la
proprietà sia sfru ata in modo e ciente. Un terreno agricolo abbandonato è un danno per
l’intera colle vità, invece il terreno agricolo sfru ato in maniera adeguata è un vantaggio per
tu .
2. Proprietà conformata: è una proprietà individuale che nasce già con dei vincoli; ad esempio la
proprietà di una casa all’interno di un parco naturale. Si tra a di una proprietà con dei vincoli
poiché all’interno del parco naturale non si può edi care, non si può sopraelevare, non si
possono abba ere gli alberi ecc, bisogna mantenere la situazione sia so o il pro lo della
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costruzione e della natura così com’è. Quindi bisogna rispe are la funziona sociale, ovvero
rispe are la natura del parco e che tu hanno diri o di godere di questa zona.
Nel nostro codice civile (1942, nato dalla fusione tra il codice civile del ’65 e il codice di commercio
dell’82) il diri o di proprietà è delineato all’art. 832 rubricato “contenuto del diri o”:
“Il proprietario ha diri o di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i
limi e con l’osservanza degli obblighi impos dall’ordinamento giuridico”.
Si parla di esclusività, in quanto tende ad escludere gli altri dal godimento e dal poi poter turbare
l'esercizio del diri o.
Questo ar colo 832 viene costruito sopra il vecchio art. 436 del Codice civile del 1865, nel quale
veniva delineato il CONTENUTO del diri o di proprietà:
“la proprietà è il diri o di godere e disporre delle cose nella maniera più assoluta entro i limi
dispos dall’ordinamento giuridico”.
In questo ar colo c’è la tensione tra la libertà dell’individuo (proprietario) e il vincolo ossia il limite
posto dall’ordinamento giuridico entro i quali deve muoversi il proprietario.
L’art. 832 non de nisce la proprietà ma esclusivamente il contenuto del diri o. Anche in questo
ar colo c’è la tensione tra il potere e il vincolo, quindi tra la libertà dell’individuo e il vincolo
imposto dall’ordinamento giuridico; è un binomio rimasto dall’art. 436 e riportato dal legislatore
all’art. 832 del c.c. a uale.
L’art. 832 con nua dicendo “entro i limi e l’osservanza degli obblighi impos dall’ordinamento
giuridico”.
2. IMMISSIONI (art. 844): sono scuo men , esalazioni, fumi e rumori che da un proprietario
passano ad un altro. Le immissioni per essere vietate devono superare il normale livello di
tollerabilità, ed essere perciò intollerabili.
A giudicare il livello di tollerabilità è il giudice che valuterà caso per caso, prendendo in
considerazione:
▪ Il luogo (zona residenziale o industriale);
▪ Le ragioni di produzione di tali immissioni (ad esempio nel caso di un Azienda che da
pos di lavoro in questo caso sarà l’azienda che con nuerà a lavorare a discapito del
singolo);
▪ La priorità di pre uso (come nella causa tra Mc Donald e Valen no che in questo caso si
è deciso in base alla priorità dell’uso, ossia chi c’era prima).
3. DISTANZE TRA COSTRUZIONI (art. 873): tra una costruzione e l’altra è necessaria una
distanza che non sia inferiore a 3 metri. Dispone inoltre che nei vari Comuni questa distanza
può essere anche aumentata (5 metri). È la RATIO LEGIS di questa norma è quella di evitare
la nascita di “intercapelli” ossia di spazi ristre dove non arriva luce o aria che
rappresentano un pericolo sia per la salute sia per ragioni di sicurezza.
4. LUCI DELLE VEDUTE sono regolamentate in maniera severa in quanto è necessaria per
ragioni di privacy un a accio ad una distanza minima tra una costruzione e un’altra.
TIPI DI PROPRIETA’
▪ PROPRIETA’ EDILIZIA
La proprietà edilizia è la proprietà che ha ad ogge o i terreni edi cabili. Nasce perciò
dall’esigenza di u lizzare il territorio nazionale in modo armonico, rispe ando il paesaggio e
anche l’ambiente, edi cando in modo corre o e sopra u o secondo le reali necessità e
quindi evitando le edi cazioni selvagge o eccessive.
La proprietà edilizia è una materia concorrente, in parte è una materia che legifera lo Stato in
parte è una materia dove legiferano le regioni. Vi è una legge importante riguardante
l'edilizia ovvero la legge urbanis ca del '42.
Legge urbanis ca del ‘42: questa legge divide i luoghi in zone a raverso i
─ Piani regolatori generali → si divide la ci à in zone adibite all’edilizia, al verde pubblico,
alle infrastru ure, residenziali ecc.
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─ Piani regolatori par colareggia → ha la nalità di a uare le prescrizioni del piano
regolatore generale, si crea cioè tu o ciò che è necessario che ci sia nel momento in cui
si individuano le varie zone (infrastru ure, strade, fognature ecc..)
Esistono ques piani regolatori perché bisogna cercare di a uare un'a vità edilizia che
guardi non soltanto alle esigenze abita ve dei singoli, ma guardi anche al paesaggio,
che rispe la natura, l'ambiente, poiché l'a vità edilizia dovrebbe essere fa a con un
certo criterio.
Dopo tan ssimi anni, nel 2001, è venuto fuori il testo unico per l'edilizia, dove sono state de ate
delle regole che riguardano le procedure per potere costruire. Quindi un'autorizzazione a costruire
e la necessità di versare un contributo al comune prima di una costruzione.
La Regione Sicilia(essendo a statuto speciale ha competenza esclusiva) ha recepito questo testo
unico nel 2017, dal 2001 solo nel 2017.
MODI DI ACQUISTO
I modi di acquisto della proprietà sono di due pi:
▪ A tolo DERIVATIVO: Quando la proprietà è trasmessa da un sogge o ad un altro sogge o.
Le modalità sono:
1. Il contra o (art. 1321);
2. Per successione a causa di morte (eredità).
Ad esempio i beni che vengono lascia nei cassone diventano res no lius poiché il sogge o
che li ha lascia esercita il diri o di rinuncia della cosa e se qualcuno la dovesse prendere
con l’intenzione di farla propria allora ne acquista la proprietà.
Altro esempio è la ca ura del pesce, nel momento in cui la persona ca ura il pesce acquista
la proprietà del pesce a raverso l’occupazione.
2. L’invenzione: in senso giuridico riguarda il caso in cui vi è una cosa mobile smarrita. Se un
sogge o trova la cosa mobile smarrita e la prende (elemento ogge vo ossia la materiale
apprensione del bene) tale sogge o deve portare l’ogge o all’u cio ogge smarri e solo
dopo un anno, se il proprietario non ha reclamato il bene, diventa proprio. L’elemento
sogge vo in questo caso non è l’intenzione di fare propria la cosa ma la volontà di res tuirla.
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3. Ritrovamento di un tesoro: per tesoro s’intende ogni bene mobile di pregio che è nascosto
e non si conosce il proprietario. Nel momento in cui il sogge o trova un tesoro ne diventa
immediatamente il proprietario se è anche proprietario del terreno dove il tesoro era
nascosto. Se il sogge o ritrovatore non coincide con il proprietario del terreno, allora la legge
stabilisce che la proprietà sarà di entrambi pertanto il tesoro sarà diviso a metà. Un altro caso
è quello in cui il ritrovatore è incaricato dal proprietario del terreno per trovare il tesoro, in
questo caso rimane lui l’unico proprietario.
4. L’accessione: è un fenomeno giuridico per cui la proprietà di una cosa (del fondo) si
estende a tu o ciò che è incorporato ad esso (costruzioni, alberi).
Es: il proprietario di un terreno sarà proprietario di tu gli alberi che nasceranno all'interno
del terreno, sarà proprietario di tu o ciò che è incorporato nel terreno.
L’accessione può essere di vario po:
A. Di immobile a immobile → riguarda gli incremen uviali e hanno due nomi tecno-
giuridici:
- Alluvione: se ci sono dei fondi (uno a valle e uno a monte) che con nano con un
ume può accadere che si stacchino dei detri da monte che arrivino a valle. Il
proprietario del terreno a valle diventa il proprietario di tali detri .
- Avulsione: è la frantumazione di una considerevole parte di terra che dal terreno
situato a monte va a nire nel terreno situato a valle. Quando si acquista, in tal
modo, una parte di terreno, il proprietario deve pagare un certo compenso al
proprietario della terra a monte
- Altro caso ancora si ha quando un terzo u lizza materiali di un altro sogge o per
costruire un’opera sul terreno del proprietario; abbiamo dunque 3 sogge : chi ha
costruito, chi ha dato i materiali e il proprietario del fondo.
Il proprietario del fondo può: chiedere la separazione, può pagare i materiali e la
manodopera e fare propria l'opera, oppure può accadere che il proprietario dei
materiali chieda la res tuzione dei materiali. Questa res tuzione è possibile solo se
togliendo i materiali non si distrugge l’opera (il che solitamente è di cile).
- Altra ipotesi è quella di un’opera costruita sul suolo altrui. Abbiamo un terzo che
costruisce con materiali propri nel terreno altrui. Il proprietario può tenere l’opera,
costruita sul suo terreno, pagando i materiali e la manodopera. Se non è interessato
può chiedere lo SVELLIMENTO dell’opera cioè può chiedere che l’opera venga tolta
dal terreno.
5. La speci cazione: avviene quando qualcuno crea con il materiale altrui una cosa nuova,
una nuova opera. Esistono dunque due elemen nella speci cazione:
- La manodopera, cioè il lavoro che è stato fa o;
- Il valore della materia prima.
Bisogna capire quale tra ques due elemen ha maggior valore, per stabilire chi può
diventare proprietario esclusivo della nuova opera.
Pensiamo ad esempio ad un orafo che lavora l’oro trasformandolo in gioiello. La proprietà
viene assegnata in base al po di lavoro che viene fa o. Se l’oro è lavorato da un eccellente
orafo il gioiello rimane di sua proprietà, sennò ritorna al proprietario della materia prima.
6. L’usucapione: è un modo di acquisto della proprietà a tolo originario che si basa su due
elemen :
- quello dell'usare una cosa altrui e usarla alla luce del sole per un determinato periodo di
tempo;
- Lo scorrere del tempo.
La RATIO LEGIS è che il legislatore mira ad evitare le incertezze circa l'appartenenza dei beni.
Quindi una chiarezza circa la tolarità dei beni, in quanto ogni bene deve avere un
proprietario, quindi una situazione di incertezza è una situazione da evitare.
Può accadere che una persona che è tolare di un diri o di proprietà non usa la propria
proprietà. Sappiamo che il diri o di proprietà non si es ngue per non uso poiché è
imprescri bile. Nel momento in cui, però, c'è un altro che usa la mia cosa e la usa alla luce
del sole (non di nascosto), abita una casa ne paga le tasse e pone in essere tu gli interven
di manutenzione senza che il proprietario faccia nulla, dopo 20 anni, questa persona che usa
la casa per tu o questo periodo di tempo può rivolgersi al giudice ed acquistare la proprietà
a raverso l'is tuto dell'usucapione
Facciamo però una dis nzione tra bene mobile e bene immobile:
Se il bene è MOBILE e il sogge o lo possiede alla luce del sole dopo 10 anni ne acquista la
proprietà; (es. l'auto)
Se il bene è IMMOBILE e il sogge o lo possiede alla luce del sole dopo 20 anni ne acquista la
proprietà. (es. la casa)
4. Apposizione di termini:
L’apposizione di termini ha come presupposto il con ne certo, ma sulla linea di con ne non
vi sono i termini di con ne. I termini di con ne sono tu i segni come re , muri, recensioni
o siepi che dividono una proprietà rispe o ad un’altra. Se una delle par non vuole apporre
tali termini, i quali però sono necessari per segnare il con ne visivamente, allora il giudice
a raverso una sentenza obbliga l’apposizione dei termini le cui spese sono divise tra le
par .
I DIRITTI REALI MINORI
I diri reali su cosa altrui (iura in re aliena) si dividono in:
─ Diri reali di godimento
─ Diri reali di garanzia
I diri reali minori sono TIPICI, questo signi ca che sono solo quelli previs dalla legge e quindi a
numero chiuso. I priva , infa , non possono creare nuovi diri reali: il legislatore teme che la
proprietà possa essere svuotata del suo contenuto (si parla in tal caso di nuda proprietà), pertanto
stabilisce che il diri o di proprietà si possa limitare, erodere soltanto nei casi previs dalla legge
C'è una mo vazione a questo, la mo vazione risale alla proprietà medievale che era una proprietà
svuotata di contenuto in quanto si tra ava di un diri o esistente in capo al signore del feudo, ma
materialmente era una proprietà il cui godimento spe ava ad altri: il vassallo, il valvassone, il
vassallino.
Quindi il legislatore con il numero chiuso dei diri reali mira a far si che il diri o di proprietà non
venga svuotato di contenuto.
Hanno anche la cara eris ca del diri o di SEQUELA o di seguito. Questo signi ca che i diri reali
minori non sono lega alla persona ma sono lega alla cosa,seguono la cosa. Nel momento in cui la
cosa gravata dai diri reali minori, viene ceduta da un sogge o ad un altro, vengono cedu anche
i diri sulla cosa.
La prescrizione dei diri reali minori avviene dopo 20 anni di non uso.
SUPERFICIE
Il diri o di super cie è una deroga rispe o al principio di accessione tale per cui il proprietario di
un fondo diventa tolare del diri o di proprietà anche per tu o ciò che è incorporato ad esso.
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Il diri o di super cie si manifesta in due modi:
• Nel diri o di costruire una proprietà sul suolo altrui. Chi ha costruito cioè il super ciario
diventa proprietario della costruzione. La proprietà del suolo si dis ngue perciò dalla
proprietà super ciaria.
Questo diri o di costruire si prescrive per non uso dopo 20 anni. Se non si costruisce si
perde.
Es. Tizio costruisce nel suolo di Caio un’opera e diventa proprietario super ciario dell’opera
costruita, mentre il terreno resta di proprietà di Caio.
• Diri o di diventare proprietario di una costruzione già esistente In questo caso il diri o
super ciario non si prescrive poiché è un diri o di proprietà, si de nisce diri o
super ciario per dis nguerlo dal diri o di proprietà del suolo.
Es. Tizio acquista la proprietà di una costruzione già esistente senza diventare proprietario
del suolo che rimane Caio.
ENFITEUSI
Dal greco "en teus" vuol dire le eralmente "pianto in". Si tra a del diri o dell’en teuta di poter
col vare un fondo e di godere di quel fondo come se ne fosse il proprietario.
Ha però degli obblighi: l’en teuta deve migliorare il fondo e ha l’obbligo di pagare al concedente
un canone periodico in denaro oppure può ricompensarlo in natura a raverso i prodo della
terra. Dall'altra parte vi è il proprietario del fondo, il concedente, che ha diri o ad avere pagato il
canone e nel momento in cui il canone non viene pagato può decidere di es nguere il diri o di
en teusi.
La par colarità dell'en teusi è che in realtà svuota il contenuto realmente del diri o di proprietà,
in quanto l'en teuta può anche cambiare la des nazione del fondo (può per esempio des nare il
fondo al pascolo). L'en teuta ha un grande potere rispe o al concedente, anzi una delle
cara eris che più importan dell'en teuta è che egli ha il diri o di AFFRANCAZIONE.
Il diri o di AFFRANCAZIONE è un diri o potesta vo. In par colare è il diri o che ha l’en teuta di
poter diventare proprietario del fondo mediante il pagamento del canone mol plicato per 15. Il
proprietario che si trova nella situazione di soggezione, non può far nulla, può solo acce are la
decisione dell’en teuta.
Dal suo canto il concedente può esercitare il potere di DEVOLUZIONE, che ha come conseguenza la
cessazione del diri o di en teusi. Il concedente può esercitare tale potere se l’en teuta non
adempie ai suoi obblighi ovvero quello di migliorare le condizioni del fondo o di pagare il canone.
USUFRUTTO
È il diri o di godere e disporre di un bene altrui con l’obbligo di rispe are la des nazione
economica del bene. Il bene ogge o di usufru o può essere mobile o immobile, però la cosa
mobile non può essere una cosa consumabile (devono poter essere u lizza più volte) poiché
quando il diri o di usufru o termina, il bene va res tuito al proprietario.
Di fa o con l’usufru o la proprietà si svuota, diventa una nuda proprietà (rimane solo il tolo).
Chi ha il diri o di usufru o può poter disporre del bene con la diligenza del buon padre di famiglia
(è una citazione risalente al diri o romano e si intende l’uomo medio quindi a ento e rispe oso
delle cose altrui). L’usufru uario non può modi care la des nazione economica del bene, deve
pagare le imposte, deve fare l'inventario,deve sostenere le spese ordinarie, deve custodire il bene
e al termine di usufru o deve riconsegnare il bene nella medesima condizione con cui l’ha
ricevuto.
Il diri o di usufru o scava nel diri o di proprietà tanto da rendere il diri o di proprietà "nudo".
Una casa gravata di usufru o rende il proprietario un "nudo proprietario", es: un buon padre di
famiglia dà la casa al glio ma ene per sé il diri o di usufru o. La casa è di proprietà del glio ma
il padre, avendo diri o di usufru o, può vivere in quella casa e può anche vendere il diri o di
usufru o, ha una garanzia (diciamo) che non sarà mai allontanato da casa.
Chi è il nudo proprietario e vende la proprietà gravata di usufru o, la venderà a un prezzo minore.
USO E ABITAZIONE
Si tra a di diri limita perché nascono esclusivamente per i bisogni propri e della propria
famiglia.
1. L’uso è il diri o di usare una cosa per un determinato periodo di tempo per bisogni propri o
della propria famiglia;
2. L’abitazione è il diri o di abitare in una casa, riguarda soltanto il tolare del diri o e la
propria famiglia. Intendiamo per famiglia, una famiglia non nucleare ma una famiglia
allargata, cioè tu coloro che convivono con il tolare (una badante,i conviven ecc).
Non possono essere cedu e si es nguono con la morte del tolare.
SERVITU’ PREDIALE
Prediale viene dal la no “praedium” che signi ca fondo.
La servitù prediale è un peso imposto su un fondo de o SERVENTE per l’u lità (che può essere una
maggiore amenità) di un altro fondo de o DOMINANTE.
La servitù può nascere a raverso la volontà delle par , ma può anche nascere in modo coa vo.
Servitù coa va → sono servitù imposte che nascono in forza di:
● Una sentenza del giudice, per i cosidde fondi interclusi.
Il fondo intercluso è un fondo circondato da altri fondi (di altri proprietari) che non ha sbocco
(accesso) sulla via pubblica (sulla strada). Ciò comporta che non si può né entrare né uscire.
In questo caso il proprietario del fondo intercluso se non riesce a trovare un accordo con i
con nan per o enere un passaggio di accesso alla via pubblica, si rivolge al giudice che a raverso
una sentenza impone una servitù di passaggio sul fondo che risulta più ada o a garan re l’accesso.
Il giudice, solitamente, deciderà in base alla distanza con la via pubblica e guardando alla
possibilità e morfologia del terreno (quello pianeggiante e più favorevole) quale fondo fra quelli
vicini deve essere un fondo servente rispe o a quello intercluso.
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● servitù legate ad esempio agli acquedo o agli ele rodo (i proprietari dei terreni devono
acce are la presenza dei li, cavi o stru ure che perme ano il passaggio dell’energia ele rica).
Servitù volontaria → quando un fondo non si trova nelle condizioni sfavorevoli che gius cano la
servitù coa ve. Nascono dalla volontà delle par .
Un'altra servitù che nasce è quella "per des nazione del padre di famiglia"
→ si veri ca quando i due terreni su cui grava la servitù fossero appartenu precedentemente ad
un unico proprietario.
Il padre lascia il terreno in eredità ai gli, pertanto i proprietari del terreno diventano due ed ecco
che contemporaneamente nascono delle servitù. Perché se prima nel terreno, che era di un solo
proprietario, c'era un tubo che passava da una parte all'altra del terreno non c'era alcun problema,
ma dal momento in cui i tolari diventano due ecco che c'è una parte di terreno dove deve passare
l'acqua che diventa servitù, quindi uno sarà proprietario del fondo servente e l’altro sarà il
proprietario del fondo dominante.
Il diri o di divisione può riguardare i beni divisibili (quelli che possono essere fraziona senza
perdere funzione, u lità); se i beni non sono divisibili per esercitare tale diri o bisogna rivolgersi al
giudice che a raverso una sentenza farà si che il bene venga venduto in modo che i comunis si
possano soddisfare sul ricavato.
I comunis hanno il diri o di godere della cosa e quindi di poterla usare, amministrare. L'uso della
cosa comune è un uso limitato nel senso che, il comunista, che usa la cosa comune la deve usare
consentendo l'uso agli altri.
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CONDOMINIO
È la forma più conosciuta di comunione. Il condominio tra gli edi ci si ha quando nel medesimo
stabile ci sono più appartamen che appartengono a più proprietari. Gli appartamen sono di
proprietà esclusiva dei proprietari, mentre le par comuni appartengono a tu in ragione della
proprio quota.
Il condominio è la fonte più grande delle cause civili. Nel 2012 vi è stata una signi ca va riforma
nella materia del condominio.
Dal 2012 è cambiata la gura dell'amministratore, prima ognuno a rotazione poteva fare
l'amministratore del condominio, ora l'amministratore è una vera e propria professione.
Non in tu i condomini c'è bisogno di un amministratore, ma è necessario quando in un
condominio vi sono più di 8 proprietari(appartamen ).
Organi del condominio:
● Assemblea dei condomini (organo delibera vo), è composta da tu i condomini e prende le
decisioni che devono poi essere a uate dall'amministratore.
Essa deve ado are il regolamento condominiale, ogni condominio ha il proprio regolamento
ossia un insieme di regole che i condomini devono seguire. Ha la possibilità di nominare un
amministratore di condominio.
● L’amministratore del condominio (organo esecu vo), per svolgere questa funzione ha bisogno
di un a estato, deve essere iscri o ad un albo. Innanzitu o deve convocare l'assemblea
almeno una volta l'anno. Ha l’obbligo di fare rispe are il regolamento di condominio. Ha
l’obbligo di tenere un libro giornale dove annotare (quo dianamente) tu e le entrate e le
uscite del condominio. Il condominio deve possedere anche un conto corrente che sia
esclusivamente per conto del condominio, i condomini possono versare dire amente lì la cifra
a raverso un boni co e dove deve risultare tu o ciò che entra ed esce dal conto corrente.
Qualunque condomine può chiedere all’amministratore di visionare il libro giornale, e può
chiedere anche di veri care i movimen del conto corrente. Ogni condomine ha il diri o di
sapere chi paga e chi non paga secondo il principio di trasparenza (prima della riforma non era
così).
Supercondominio
Si parla di supercondominio quando ci sono molte costruzioni, abitazioni all'interno di una
stru ura più grande dove ci sono giardini, possono esserci dei campi da tennis.
Questa pologia di stru ura si chiama supercondominio perché c'è un condominio individuale,
singolo nelle singole costruzioni e poi c'è il cosidde o supercondominio, che si chiama condominio
generale che è un condominio generale con un amministratore a sé stante (amministratore
generale) che amministra tu e le par comuni rispe o ai singoli palazzi.
Il problema dei supercondomini è che spesso nelle quote a carico dei condomini non è precisata
quale sia la partecipazione per il mantenimento dei servizi accessori.
MULTIPROPRIETA’
La mul proprietà è un is tuto che a ribuisce a un sogge o il potere di godere e di disporre di un
immobile limitatamente a un periodo dell’anno (che sarà sempre lo stesso) in perpetuo (es. le case
per le vacanze).
È un fenomeno che nasce in Italia durante gli anni ’70 e nasce in un momento di grande
entusiasmo in cui le famiglie hanno desiderio, spendendo un prezzo limitato, di possedere una
seconda casa in mare o in montagna per le vacanze.
Il mul proprietario è proprietario in maniera perpetua della casa ma può godere e disporre di essa
esclusivamente in un limitato periodo di tempo; es: una se mana a natale, una se mana a
Pasqua. Si è proprietari della casa sempre ma la disposizione e il godimento lo si può fare
esclusivamente in un determinato periodo dell'anno che sarà sempre lo stesso.
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Chi acquista un immobile in mul proprietà lo acquista a un prezzo minore rispe o all’acquisto di
una casa disponibile nell’intero anno. Inoltre si hanno minori spese per quanto riguarda i servizi
accessori. Chi vende ha anche lui convenienza poiché può vendere in mul proprietà a tan e
diversi sogge , quindi avrà un guadagno più elevato. Inoltre guadagna anche da tu i servizi
accessori che solitamente sono collega alla mul proprietà.
Si tra a di una legge che quando è nata ha subito avuto una larga di usione, tu avia all’epoca si
tra ava di un is tuto non regolato dall’ordinamento giuridico e quindi chi acquistava una casa in
mul proprietà non aveva alcun po di tutela. Nello stesso periodo con la di usione della
mul proprietà si di usero anche numerose tru e, quindi chi acquistava una casa in mul proprietà
spesso acquistava appartamen inesisten , o non corrisponden alle cara eris che richieste.
Questo portò a un rapido declino della mul proprietà. Nel 2005 con la nascita del codice del
consumo, una parte è stata dedicata proprio alla mul proprietà. Nel 2011 si è intervenu
nuovamente e le norme contenute nel codice di consumo sono state portate nel codice del turismo
quasi per intero con qualche modi ca.
La tutela della mul proprietà ruota intorno al diri o di informazione. Chi acquista una casa in
mul proprietà ha il diri o di essere informato di tu o ciò che riguarda l’immobile che sta
acquistando. Tu e le informazioni che riguardano non solo l’immobile ma anche il costru ore.
Tu e queste informazioni devono essere contenute in un documento informa vo.
Un'altra tutela è quella di una garanzia personale che viene data al mul proprietario.
Questo signi ca che il venditore risponderà personalmente nel momento in cui la casa non
dovesse rispondere a ciò che è contenuto nel documento informa vo.
Si è molto discusso sulla natura giuridica della mul proprietà. Vi è stato un tenta vo di
considerarla come un diri o reale minore di godimento su cosa altrui, ma i diri reali minori sono
a numero chiuso, sono pici e quindi previs dalla legge; di conseguenza fu un tenta vo fallito.
Si è cercato di considerarlo come un diri o di proprietà, ma non è un diri o di proprietà vero e
proprio perché è limitato nel tempo. Inoltre la proprietà è il diri o di godere e di disporre in modo
pieno ed esclusivo, mentre nella mul proprietà si hanno dei vincoli ad esempio nella casa non sarà
possibile e e uare delle modi che.
Si è poi pensato di inquadrare la mul proprietà nella comunione, ma anche in questo caso se in
parte vi sono dei pro li coinciden dall’altro vi sono delle di erenze. Ad esempio nella
mul proprietà non è previsto il diri o di divisione.
IL POSSESSO
Il possesso è disciplinato all’ art.1140 del c.c.
È un potere di fa o sulla cosa che si manifesta con l’esercizio di un’a vità corrispondente del
diri o di proprietà.
Nonostante il possesso non sia un diri o ma una SITUAZIONE DI FATTO, l’ordinamento lo prevede e
lo tutela come se fosse una situazione di diri o.
La ragione è il mantenimento dell’ordine pubblico infa la ra o legis dell’art. 1140 è garan re la
paci ca convivenza tra gli uomini, si vuole infa evitare che la persona possa farsi gius zia da sé.
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Il possesso Il possesso è il pro lo di fa o rispe o alla proprietà che è il pro lo di diri o.
Solitamente coincide con il diri o di proprietà, quindi chi è proprietario è anche possessore. Ma
non è sempre così.
Il possesso ha al suo interno due elemen :
● Ogge vo → corpus possessionis è la materiale disponibilità del bene;
● Sogge vo → animus possidendi è la convinzione di tenere quel bene per sé come se si fosse
proprietari.
Quindi mentre nel possesso si ha la materiale disponibilità del bene ma con la convinzione che la
cosa fosse propria, nella detenzione si ha la consapevolezza che quella cosa è di altri.
Ad esempio l’inquilino che abita in una casa data in locazione. In questo caso l’inquilino ha il
corpus detenendi perché ha la materiale disponibilità della casa, però riconosce che la casa è di
altri quindi paga mensilmente il canone di locazione.
1. A tolo originario → sono i modi di acquisto della proprietà in quanto solitamente quando
si acquista la proprietà si acquista anche il possesso. (L’occupazione, l’invenzione, tesoro,
l’accessione, speci cazione, usucapione).
Quando si parla di possesso bisogna ricordare l’art.1153 ossia la regola “POSSESSO VALE TITOLO”
che ci parla dell’importanza che ha il possesso nel sistema della circolazione della ricchezza.
Chi acquista in buona fede (inteso in senso sogge vo,quindi come ignoranza di ledere l'altrui
diri o) un bene mobile da un possessore che non è proprietario, a raverso questa regola, anche
solo con un tolo idoneo (un regolare contra o), ne acquista la proprietà.
Es: Tizio non è proprietario e vende la cosa mobile a Caio, Caio acquista il bene non sapendo chi è il
proprietario, pongono in essere un contra o di compravendita e Caio ne acquista la proprietà.
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Il legislatore con questa regola ha fa o si che la circolazione dei beni mobili avvenga rapidamente,
a prescindere dalla situazione in cui chi vende il bene mobile non sia il proprietario. Ed in questo
modo si facilita la circolazione della ricchezza.
FATTO GIURIDICO
Il fa o è ogni evento, ogni accadimento che prescinde dall’intervento dell’uomo e che può essere
sia un fa o naturale (che non riguarda il diri o) sia un fa o giuridico naturale.
Il fa o giuridico naturale è un fa o naturale che interessa il mondo del diri o quando ne provoca
un cambiamento cioè ne fa nascere degli e e giuridici. Gli e e giuridici sono quindi la risposta
che l’ordinamento giuridico da nel momento in cui il fa o naturale accade.
Es. alla nascita (fa o naturale) l’ordinamento giuridico collega l’acquisto della capacità giuridica
(e e o giuridico).
ATTO GIURIDICO
L’a o giuridico è un evento, un accadimento che viene determinato da un comportamento
dell’uomo consapevole e volontario. È un a o di autodeterminazione dell’uomo. C’è la coscienza e
la volontà di compiere quel a o.
Es: la pesca del pesce è un modo di acquisto di proprietà a raverso l'occupazione. Chi pesca il
pesce acquista la sua proprietà perché l'ordinamento giuridico decide che nel momento in cui si ha
la disponibilità di una "res nul lius", la convinzione di esserne proprietari, ne si acquista la proprietà
ma, nel caso della pesca il comportamento dell'uomo è consapevole e volontario.
NEGOZIO GIURIDICO
Il negozio giuridico è una gura astra a creata della scuola giuridica tedesca e nel nostro Codice
Civile non è previsto come gura. Non esistono quindi delle norme dedicate al negozio giuridico
ma troviamo delle norme dedicate ai singoli negozi giuridici cioè alle singole dichiarazioni di
volontà. (es: matrimonio, testamento, contra o)
È cara erizzato dal doppio ruolo della volontà che consiste nella volontà di compiere l’a o e nella
volontà degli e e (volontà che da quell’a o scaturiscono determina even ). Gli e e sono
dunque volu da colui che ha posto in essere il negozio giuridico.
Ripensiamo alla ca ura del pesce. Il pesce è considerato una cosa res nul lius e chi lo pesca ne
acquista la proprietà secondo uno dei modi di acquisto che è l’occupazione. Nel momento in cui si
pone in essere un a o consapevole e volontario, l’ordinamento giuridico ricollega a quel
comportamento degli e e , in questo caso l’ordinamento giuridico ricollega all’a o della pesca
l’acquisto della proprietà del pesce.
Se chi ha pescato il pesce decide di venderlo ecco che dall’a o giuridico passiamo al negozio
giuridico cara erizzato da un doppio ruolo della volontà. Non c’è soltanto la volontà di compiere
l’a o ma c’è anche la volontà di far scaturire da quell’a o determina e e . Tizio decide di
vendere il pesce a Caio e vuole come e e o un ritorno economico ossia il prezzo.
LE OBBLIGAZIONI
Nel nostro Codice Civile NON vi è una de nizione di obbligazione ma una de nizione la possiamo
trarre dal diri o romano nel Corpus Iuris Civilis di Gius niano che ci parla di “vinculum iuris”: le
obbligazioni sono vincoli giuridici tra due sogge , uno a vo e uno passivo, rispe vamente il
CREDITORE e il DEBITORE.
OBBLIGAZIONI NATURALI
Sono disciplinate nel nostro Codice Civile all’art. 1034.
Le obbligazioni naturali si di erenziano dalle ‘normali’ obbligazioni perché da esse non nasce
l’obbligo giuridico di adempiere da parte del debitore, quindi è un obbligazione da cui non
scaturisce responsabilità giuridica.
Un altro caso a cui si ricollegano le obbligazioni naturali è la “convivenza more uxorio” (con
costume di moglie) ossia la famiglia di fa o. È l'unione tra due persone che, pur non avendo
contra o matrimonio tra loro, convivono more uxorio. (Prima delle unioni civili la convivenza more
uxorio è rimasta per tanto tempo una realtà di fa o, nessuna legge la disciplinava no al 2016).
Il convivente debole (a livello economico) non veniva tutelato in alcun modo al momento della
ro ura della convivenza. Infa il convivente debole, che per anni aveva rinunciato alla propria vita
per il proprio partner, si trovava senza nulla in mano non essendoci un matrimonio.
Così mol conviven si rivolgevano al giudice per cercare di avere gius zia perché il convivente
economicamente più forte, dopo la ro ura, voleva indietro ciò che ha dato nel corso della
convivenza. I giudici quindi hanno sfru ato la norma sulle obbligazioni naturali a nché tu o ciò
che era stato dato nel periodo della convivenza non potesse essere più res tuito. Non c’era nessun
obbligo giuridico e chi ha dato durante la convivenza more uxorio lo ha fa o per un modo
spontaneo dell’animo.
In questo modo a raverso l’interpretazione della legge riguardante le obbligazioni naturali i giudici
sono riusci a tutelare la parte debole della convivenza more uxorio.
OBBLIGAZIONI CIVILI
Come abbiamo de o le obbligazioni sono vincoli giuridici tra due sogge , uno a vo e uno
passivo, rispe vamente il CREDITORE e il DEBITORE.
L'obbligazione civile deve avere un cara ere ben preciso, ed è il CARATTERE PATRIMONIALE.
Prima di parlare del cara ere patrimoniale, bisogna prima capire quali sono le fon delle
obbligazioni.
FONTI DELLE OBBLIGAZIONI
Secondo l’art. 1173 l’obbligazione nasce a raverso:
1. Contra o (art. 1321)
2. Fa o illecito (art. 2043)
3. Ogni altro a o o fa o idoneo a produrle secondo la legge
Per cara ere patrimoniale s'intende la susce bilità della valutazione economica.
Purché si possa parlare di obbligazione è necessario che la prestazione ogge o dell'obbligazione
deve avere natura patrimoniale cioè deve essere susce bile di valutazione economica.
Se l’obbligazione non ha il cara ere della patrimonialità non siamo di fronte a un obbligazione.
STRUTTURA DELL’OBBLIGAZIONE
Nella sua stru ura più semplice l’obbligazione è formata da due sogge e un ogge o:
- La parte a va è il creditore che ha la pretesa che il sogge o passivo esegui la prestazione, cioè
che adempia alla obbligazione (diri o sogge vo rela vo → diri o di credito);
- La parte passiva è il debitore che ha l’obbligo di adempiere all’obbligazione (situazione giuridica
sogge va passiva che corrisponde al diri o di credito).
- L’ogge o dell’obbligazione è la prestazione.
I sogge devono comportarsi con corre ezza, lealtà e onestà. Devono tenere un comportamento
diligente.
La diligenza è lo strumento per comprendere se l’obbligazione è stata adempiuta corre amente
oppure no. Il debitore deve adempiere in modo onesto e corre o a seconda della prestazione e il
creditore deve far sì che il debitore possa adempiere.
OBBLIGAZIONI PLURISOGGETIVE
Può succedere che vi siano più sogge a vi (creditori) o più sogge passivi (debitori).
▪ Più debitori e un creditore
E' un caso che dà vita alle obbligazioni solidali. La regola è la SOLIDARIETA’ passiva.
Solidarietà passiva signi ca che il creditore può chiedere l’adempimento dell’obbligazione a uno
qualunque (uno solo però) dei condebitori ossia l’esecuzione dell’intera prestazione. Il creditore
solitamente si rivolgerà a chi dei condebitori è più solvente (chi ha più possibilità economiche).
Il condebitore che paga l’intera prestazione potrà rivalersi sugli altri condebitori esperendo
l’azione di regresso per avere indietro ciò che ha dato.
Ad esempio nel CONDOMINIO se uno dei condomini non paga il creditore può chiedere
l’esecuzione della prestazione agli altri condomini.
L’eccezione è la PARZIARIETA’ passiva.
È il caso in cui ci sia un accordo tra i condebitori per cui il creditore debba chiedere a ciascuno
dei condebitori, il pagamento della propria quota.
TIPI DI PRESTAZIONE
La prestazione può essere di:
1. DARE o CONSEGNARE
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La prestazione consiste nel dare o consegnare una determinata cosa.
A seconda che il bene sia fungibile o infungibile l’obbligazione di dare può originare due pi di
obbligazioni:
- Obbligazione di genere → riguarda i beni fungibili ossia i beni che possono essere sos tui .
Es: Tizio deve a Caio 100kg di grano. L’obbligazione di dare una cosa generica porta con sé una
obbligazione accessoria, l’obbligo di consegnare le cose di qualità non inferiore alla media.
- Obbligazione di specie → riguarda i beni infungibili ossia beni che non possono essere sos tui
perché sono un unico esemplare. L’obbligazione di dare una cosa speci ca porta con sé una
obbligazione accessoria, l’obbligo di custodire il bene no alla consegna.
2. FARE
La prestazione di fare da vita a due pi di obbligazioni:
- Di mezzi → si veri ca quando il fare consiste nel tenere un certo comportamento (leale,
corre o, a ento) senza che si possa garan re un risultato. Il sogge o si impegna a eseguire la
prestazione con serietà, corre ezza e con perizia senza dover garan re il raggiungimento di un
risultato. Il rischio dell’inadempimento grava sul creditore il quale avrà in carico anche l’onere
della prova.
È il caso, ad esempio, dell’avvocato che si impegna a difendere il cliente con tu a la propria
competenza, professionalità a prescindere dal risultato. Se il cliente perde la causa, non è
responsabile l’avvocato. Il rischio dell’inadempimento grava sul creditore ossia sul cliente il
quale sa che potrà vincere o perdere la causa. Nel caso in cui il cliente perda la causa
ritenendo che l’avvocato non abbia adempiuto all’obbligo di eseguire la prestazione con
corre ezza e professionalità allora sarà lui stesso a dover provare la responsabilità
dell’avvocato.
Anche il medico pone in essere un obbligazione di mezzi impegnandosi a curare l’ammalato e
adempiendo all’obbligo di informazione sulle cure, sulle terapie e sui possibili sviluppi futuri.
Se il malato non guarisce ma il medico ha usato tu a la propria perizia e conoscenza e ha
informato il paziente allora non è considerato responsabile per la sua morte.
L’obbligazione di mezzi non vale per tu i pi di medici. Vi è infa di erenza tra un chirurgo
che opera con lo scopo di curare l’ammalato e il chirurgo este co. Per il chirurgo este co non è
su ciente che egli lavori con perizia, conoscenza e corre ezza è necessario che raggiunga
anche un risultato. In questo caso si parla di obbligazione di risultato.
3. NON FARE
Nasce con l’accordo tra due sogge che si impegnano a non fare, cioè a non un tenere un
determinato comportamento. È il caso ad esempio del pa o di non concorrenza quando due
imprenditori che decidono di non farsi concorrenza. Se viene violato il pa o, chi non ha
adempiuto all’obbligo di non fare diventa responsabile quindi inadempiente.
ADEMPIMENTO
L’art. 1218 de nisce l’INADEMPIMENTO come una mancata o inesa a esecuzione della
prestazione dovuta. Da questo ar colo riusciamo a ricavare la de nizione di ADEMPIMENTO:
esa a esecuzione della prestazione dovuta.
Le modalità della prestazione dell'adempimento sono tu e norme supple ve (il legislatore
supplisce nel momento in cui le par non decidono).
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L’esa ezza riguarda diversi fa ori:
2. Tempo
La prestazione deve essere eseguita su richiesta del creditore; oppure alla scadenza
dell’obbligazione se l’obbligazione ha un termine.
(Es. Tizio deve a Caio tot. euro entro 15 giorni).
3. Luogo di esecuzione
Dipende dal po di prestazione:
▪ Se la prestazione ha come ogge o la consegna di una cosa determinata verrà eseguita nel
luogo dove è sorta l’obbligazione;
▪ Se la prestazione ha come ogge o la consegna di una somma di denaro verrà eseguita al
domicilio del creditore;
▪ Per tu e le altre prestazioni il luogo sarà il domicilio del debitore.
Cioè il creditore, egli deve essere capace di intendere e di volere. Se il debitore paga nelle mani
di un incapace l’obbligazione non si es ngue.
Può anche accadere che il debitore paghi un creditore apparente, ossia un sogge o che
apparentemente sembra essere il creditore (es. il sogge o che in un negozio si trova alla cassa).
Il debitore viene in questo caso tutelato dal cosidde o principio di a damento poiché esegue la
prestazione nelle mani di un sogge o di cui non si poteva pensare che non fosse il legi mo
creditore.
• REMISSIONE
È la rinuncia volontaria da parte del creditore al proprio credito.
La remissione può avvenire in modo:
- Espresso: a raverso la parola o per iscri o mediante una dichiarazione di rinuncia;
- Tacito: a raverso l’assunzione di un comportamento concludente che non lascia spazio ad
equivoci (es. strappa la cambiale).
Di fronte alla rinuncia del creditore, il debitore può anche opporsi a raverso anche un a o scri o,
comunicando al creditore che non intende avvalersi dell’a o di rinuncia e che vuole comunque
eseguire la prestazione (es. quando il creditore è un sogge o che fa parte della malavita).
• CONFUSIONE
L’art. 1253 descrive la confusione che consiste nell’ unione della qualità di debitore e creditore.
Quello che succede, per esempio, quando si fondono due società, una delle quali ha un debito nei
confron dell'altra. Oppure il creditore che diventa erede del debitore.
• COMPENSAZIONE
Gli ar . 1241- 1252 descrivono la compensazione. Perché si veri chi è necessario che due persone
siano reciprocamente debitori e creditori e i debi si es nguono per il loro ammontare. (Caio deve
100, Tizio deve 100)
La compensazione può essere di tre pi:
1. Compensazione legale: opera quando vi sono tre requisi , ovvero quando i debi sono
contemporaneamente omogenei (dello stesso genere), liquidi (determina nel loro
ammontare), ed esigibili (già scadu );
2. Compensazione giudiziale: nasce da una sentenza del giudice, quando i debi sono
esigibili, omogenei ma non ancora liquidi, è compito del giudice liquidarli (determinare
il loro ammontare).
3. Compensazione volontaria: non ci sono presuppos . Le par si me ono d’accordo per
es nguere la loro situazione di debito/credito;
• NOVAZIONE
La novazione presenta:
- Elemento sogge vo → è l’Animus Novandi, cioè la convinzione delle par di voler es nguere la
precedente obbligazione e di crearne una nuova; la nuova deve avere l'aliquid novi
- Elemento ogge vo → è l’Aliquid Novi, cioè qualcosa di nuovo che può riguardare:
a. L’ogge o (Tizio deve a Caio del denaro e invece consegna un immobile)
b. Il tolo (es. trasformare un contra o di vendita in un contra o di mutuo quindi cambia
il po di contra o da cui nasce l’obbligazione).
Non bisogna confonderla con la Da o Insolutum perché mentre nella Da o insolutum
l’obbligazione si es ngue, in questo caso la vecchia obbligazione si es ngue ma ne
sorge una nuova.
• IMPOSSIBILITA’ SOPRAVVENUTA
Si veri ca quando il debitore non può eseguire la prestazione per cause a lui non imputabili.
Quali sono?
- Caso fortuito: “lid quod plerumque accidit” può succedere a tu ;
- Cause di forza maggiore: proveniente dell’esterno.
L’impossibilità può essere parziale, in questo caso l'obbligazione verrà eseguita nella parte
rimanente; o totale in ques casi l’obbligazione si es ngue.
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MORA
La mora nel linguaggio giuridico vuol dire ritardo. La mora può essere:
• Mora del creditore
• Mora del debitore
L’e e o della mora del creditore è la nascita di una nuova obbligazione cioè l’obbligo di risarcire il
danno (l’obbligazione precedente non si es ngue). Il creditore quindi, una volta messo in mora, ha
l’obbligo nei confron del debitore.
Il creditore per me ere in mora il debitore deve fare in forma scri a un in mazione ad adempiere
(a o formale). La cos tuzione di mora del debitore non è necessaria quando il debitore abbia
dichiarato per iscri o che non intende adempiere.
Dall’a o formale dell’in mazione ad adempiere nascono degli e e :
• Il rischio del perimento della cosa (se la prestazione è di consegnare una determinata
cosa) grava sul debitore;
• Il debitore ha l’obbligo di risarcire il danno (nasce una nuova obbligazione).
Se il debito consiste nel dare una somma di denaro ci sarà l’obbligo di dare gli interessi moratori
ossia gli interessi dovu dal ritardo e dal tempo che passa (più il tempo passa più al saranno gli
interessi moratori).
MODIFICHE DELL’OBBLIGAZIONE
Durante la vita dell’obbligazione possono veri carsi delle modi che sia dal lato a vo sia dal lato
passivo. Ovvero può cambiare il creditore e il debitore.
A. LATO ATTIVO
Le modi che dal lato a vo riguardano la cessione del credito.
La cessione del credito non è un contra o, nel senso che non lo troveremo tra i contra pici ossia
previs dalla legge. La cessione del credito riguarda il contenuto del contra o (per esempio di un
contra o di compravendita, una donazione). Essa è un accordo tra il creditore de o CEDENTE
(cede il suo credito) e un acquirente de o CESSIONARIO.
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La cessione del credito quindi presenta un accordo tra due sogge il cedente e il cessionario, e
fuori dall’accordo il DEBITORE CEDUTO. Il debitore ceduto non ha un ruolo in questo accordo in
quanto per il debitore adempiere nelle mani di Tizio, di Caio o di Sempronio non cambia nulla.
Quindi, il creditore è libero di cedere il proprio credito, senza dover chiedere il consenso al
debitore, ma avrà l’obbligo di no care (dare la no zia) la cessione al debitore. Infa se il
debitore che non conosce questa cessione in buona fede (ignorando di ledere l’altrui diri o)
adempie nelle mani del vecchio creditore (cedente) si libera dall’obbligazione.
Per questo è fondamentale che il debitore venga messo a conoscenza di questo cambiamento che
è avvenuto dal vecchio creditore cedente e il nuovo creditore cessionario.
La no ca è importante anche perché rende e cace la cessione anche nei confron dei terzi.
Pensiamo al caso in cui il cedente disonesto venda il diri o di credito a Tizio, a Caio e a Sempronio
(a più persone). La legge dice che se al debitore è stato no cato che il nuovo creditore è
Sempronio, la no ca rende e cace questa cessione. Quindi la prima no ca (il nuovo creditore è
Sempronio) rende e cace la cessione del credito.
B. LATO PASSIVO
Le modi che dal lato PASSIVO del rapporto obbligatorio, riguardo della successione nel debito.
La successione nel debito può avvenire per "mor s causa", la MORTE del debitore, nel momento in
cui il debitore muore gli eredi che acce ano l’eredità ma erediteranno non soltanto i credi ma
anche i debi . La ra o legis è quella che l’erede quando acce a decide di fondere il patrimonio del
de cuius(colui della cui eredità si tra a) con il proprio patrimonio, quindi dalla fusione dei due
patrimoni nascerà anche l’acquisto dei debi da colui che è morto. (Esiste poi la possibilità di
acce azione dell’eredità con bene cio d’inventario che consente il mantenimento della
separazione dei due patrimoni senza che quindi vengano eredita i debi del de cuius).
La successione nel debito può avvenire anche INTER VIVOS cioè a raverso la volontà delle par . In
questo caso può avvenire per:
- Delegazione
- Espromissione
- Accollo
DELEGAZIONE
Nella delegazioni ci sono tre sogge :
- Delegante A
- Delegato B
- Delegatario C
B C
ESPROMISSIONE
Nell’espromissione ci sono 3 sogge :
─ Espromi ente A
─ Debitore estromesso B
─ Creditore espromissario C
Contra o
― Debitore accollato B
― Creditore accollato C
Contra o
A C
Pensiamo al caso in cui Tizio decide di comprare una casa dal costru ore e si accorda in modo tale
che paga questa casa a un prezzo minore del suo valore, ma si accolla un debito che il costru ore
ha nei confron ad esempio del fornitore dei materiali.
INADEMPIMENTO
L’adempimento è l’esa a esecuzione della prestazione dovuta. Non vi è una norma a riguardo, la
de nizione la traiamo in nega vo dall’ex art. 1218 che de nisce cos’è l’inadempimento.
Il danno di cui ci occupiamo è il DANNO PATRIMONIALE, che per essere risarcito deve essere
quan cato.
Il giudice può quan carlo perché divide il danno in due par / aspe :
1. Danno emergente: è il pregiudizio immediato che ha il creditore nel momento in cui non riceve
per esempio una merce che aspe a; rappresenta la perdita subita a causa dell’inadempimento;
2. Lucro cessante: rappresenta il mancato guadagno.
Il debitore si libererà soltanto se riuscirà a provare queste cause perché le cause ignote rimarranno
a suo carico quindi avrà l’obbligo di risarcire il danno.
• FARE
La prestazione di fare da vita alle: obbligazioni di mezzi e obbligazioni di risultato.
1. Nell’obbligazione di mezzi la prestazione può diventare ogge vamente impossibile.
Es. un chirurgo che deve operare la prestazione può diventare impossibile se lui si rompe un
braccio.
2. Nell’obbligazione di risultato quello che importa è il risultato e l’obbligazione non può diventare
sogge vamente impossibile (es. l’appaltatore se non consegna l’edi cio è inadempiente e lui se
è rimasto senza soldi deve trovare il modo per procurarsi i soldi per con nuare a costruire e
raggiungere così il risultato perché solo così adempierà all’obbligazione).
So o il pro lo ogge vo bisogna vedere invece caso per caso se la prestazione può diventare
impossibile.
Es. se il terreno frana per l’appaltatore è impossibile eseguire la prestazione o nel caso in cui
scavando per costruire l’edi cio si trovano dei reper archeologici e quindi i lavori vengono
ferma .
• NON FARE
Per quanto riguarda la prestazione di non fare, se uno dei due sogge ene un determinato
comportamento che non poteva tenere non potrà liberarsi dalla responsabilità.
Quando si parla di garanzia si deve par re dalla fase cos tu va del rapporto obbligatorio.
Il rapporto obbligatorio consta di tre fasi:
1. Fase cos tu va
2. Fase intermedia
3. Fase es n va
A. Fase COSTITUTIVA
Quando nasce l’obbligazione nasce una garanzia generica: la troviamo all'interno del nostro C.C
all'art. 2740 "La garanzia è cos tuita dall’intero patrimonio del debitore". Dunque il debitore
risponde con tu i suoi beni presen e futuri.
Vi sono poi altre garanzie, che possono esserci oppure no, esse sono le garanzie speci che. Esse
a ribuiscono al creditore il diri o di prelazione (il diri o di essere preferi ) infa ha la possibilità
di procedere all’esecuzione forzata nei confron del terzo acquirente che ha acquistato i beni
ogge o di garanzia speci ca.
Le garanzia speci che più importan sono tre:
- PEGNO
- IPOTECA
- FIDEIUSSIONE
Pegno e ipoteca sono due diri reali di garanzia; la deiussione è una garanzia personale.
• Il PEGNO: è una garanzia reale e consiste in un contra o tra creditore e debitore che si
perfeziona con lo spossessamento della cosa cioè il creditore toglie il possesso dalle mani del
debitore (non la proprietà) quindi la materiale disponibilità della cosa. L’ogge o del pegno sono
i beni mobili, le universalità di mobili e i diri di credito.
Se il debitore esegue la prestazione il creditore dovrà res tuire il possesso che ritornerà al
debitore.
Se il debitore non paga, il creditore non può tra enere il bene e diventarne proprietario, perché
nel nostro ordinamento è vietato il cd. pa o commissorio (o pa o leonino) cioè l’accordo tra
creditore e debitore in cui viene stabilito che se il debitore non paga, il creditore acquisterà la
proprietà del bene. Il creditore può diventare proprietario del bene SOLO a raverso una
sentenza del giudice.
Dunque, il creditore si rivolgerà al giudice che tramite sentenza dispone la vendita del bene in
modo che il creditore si soddis sul ricavato, entro la cifra del suo credito. Quello che rimane dal
ricavato della vendita del bene mobile deve essere res tuito al debitore.
• L’IPOTECA: L’ipoteca ha come ogge o beni immobili e beni mobili registra .
L’ipoteca si cos tuisce a raverso l’iscrizione nei pubblici registri immobiliari per i beni immobili,
a raverso l’iscrizione nei pubblici registri automobilis co, navale, dell’aeronau ca per i beni
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mobili registra . Quest’iscrizione è una forma di pubblicità verso i terzi in quanto tu possono
consultare i registri e possono venire a conoscenza che su quell'immobile gravi un'ipoteca.
È una forma di pubblicità cos tu va cioè non si può accendere l’ipoteca se non si fa l’iscrizione
nei pubblici registri. L’iscrizione è la condizione per far nascere l’ipoteca.
• La FIDEIUSSIONE è una garanzia personale, non è una garanzia reale come pegno e ipoteca che
sono legate alla cosa, ma è una garanzia legata alla persona.
I contra di deiussione sono molto usa come garanzia per il creditore che sa di potersi
rivalere sia nei confron del debitore (imprenditore) sia nei confron del deiussore, nasce
infa una solidarietà passiva (creditore può pretendere la prestazione da qualunque dei
condebitori).
Il deiussore solitamente è chi ha delle capacità economiche tali da essere garante rispe o
all’adempimento del debitore.
B. Fase INTERMEDIA
Durante la vita dell’obbligazione può succedere che il debitore trascuri di esercitare i propri diri
oppure compia degli a che diminuiscono la consistenza del patrimonio (es. a di disposizione del
patrimonio) e di conseguenza diminuiscono la sua garanzia.
In questo caso il creditore ha la possibilità di esperire due azioni de nite mezzi di CONSERVAZIONE
della garanzia patrimoniale:
1. Azione REVOCATORIA
Il creditore si rivolge al giudice a nché a raverso una revoca renda ine cace gli a di
disposizione compiu dal debitore che hanno determinato una diminuzione della garanzia (es. la
vendita di un immobile).
L’azione sarà e cace solo nei confron del creditore che ha esperito l’azione.
- Consilium fraudis → se l’a o di disposizione è compiuto prima della nascita del debito.
In questo caso il creditore deve dimostrare la preordinazione dolosa cioè che l’azione sia compiuta
in maniera fraudolenta. Il debitore, sapendo che poco dopo avrebbe avuto un debito, ha diminuito
(intenzionalmente) la sua disponibilità patrimoniale.
2. Azione SURROGATORIA
La parola "surroga" vuol dire sos tuzione.
Il creditore esperisce questa azione davan al giudice nel momento in cui il debitore è inerte in
quanto non esercita i propri diri (es. non riscuote il canone di locazione).
Il creditore a raverso questa azione chiede di essere surrogato, chiede cioè di essere sos tuito
(so o il pro lo giuridico) al debitore a nché possa esercitare lui i suoi diri (riscuote lui il canone
di locazione). L’azione avvantaggia tu i creditori non solo quello surrogato.
C. Fase ESTINTIVA
L’obbligazione si es ngue a raverso l’esecuzione forzata in forma generica o speci ca.
OBBLIGAZIONI PECUNIARIE
Le obbligazioni pecuniarie (dal la no “pecunia” moneta) hanno come ogge o una somma di
denaro.
L’obbligazione si adempie con moneta avente corso legale dello Stato al momento del pagamento,
pertanto se un debito è stato contra o in lire oggi il pagamento deve avvenire in euro.
Il principio che regola le obbligazioni pecuniarie è quello nominalis co, cioè consideriamo il valore
nominale della moneta (€100) e NON il suo valore reale ossia la capacità di acquisto della moneta
(cosa riesco a comprare con € 100).
Il fa o che si consideri il valore nominale rende il creditore vulnerabile rispe o all’in azione della
moneta, in quanto €100 di oggi non hanno la stessa capacità di acquisto di €100 tra 10 anni.
Il creditore per difendersi dagli e e del principio nominalis co può apporre delle clausole nel
momento in cui nasce l’obbligazione.
- Clausola ORO → tale per cui tra 3 anni il debitore dovrà pagare con la moneta che servirà a
comprare 1 grammo di oro.
Es: Tizio deve dare 30 euro a Caio e me amo che 30 euro sia il prezzo d'acquisto di 1 grammo
d'oro. A raverso questa clausola, Tizio tra 3 anni(quando dovrà eseguire la prestazione) dovrà
dare la moneta equivalente, ciò che serve, per acquistare sempre 1 grammo d'oro, quindi tra 3
anni non saranno più 30 euro ma 35-40 ecc, perché l'oro è un materiale di cui il valore cresce.
- Clausola che guarda a una MERCE PREGIATA → ad es. l’olio d’oliva. Quanta moneta serve per
acquistare 1 litro di olio tra 10 anni.
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Un problema che segue le obbligazioni pecuniarie è il riciclaggio. Infa la possibilità di pagare in
moneta perme e di nascondere il denaro fru o di azioni della malavita (ad esempio quando si
rapina una banca e il denaro viene immesso nel mercato acquistando dei beni, favorendo il
riciclaggio del denaro sporco).
Per evitare questo fenomeno nel ’91 il legislatore pone in essere una legge tale per cui i pagamen
in contan potevano essere fa esclusivamente no a 20 milioni di lire e per i pagamen di
impor superiori è necessario l’intervento di un intermediario autorizzato (la banca, la posta).
Con legge di stabilità durante il governo di Renzi la cifra era salita a €3000, quindi entro i 3000
euro si potevano e e uare i pagamen in contan .
Dal 1 gennaio 2022 il limite sarà quello di 1000 euro.
Tu gli spostamen di denaro devono essere traccia e oltretu o non è possibile disporre
liberamente del proprio denaro, in quanto per impor superiori ai €3000 la Banca chiede in quale
modo devono essere impiega .
Inoltre per evitare i pagamen e e ua in nero, l’evasione scale e il riciclaggio del denaro esiste
un proge o di legge tale per cui venga rimossa la moneta sica e venga u lizzata solo la moneta
ele ronica.
USURA → è de nita all’art.644 del codice penale: “chiunque si fa dare o prome ere so o qualsiasi
forma per sé o per gli altri in corrispe vo di una prestazione in denaro o di altra u lità, interessi o
altri vantaggi usurai è punito con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da €5000 a
€30.000”.
Dal punto di vista penale la persona viene condannata perché comme e un reato.
So o il pro lo civile l’usuraio è punito stabilendo che quando le par pongono in essere un
accordo di interessi usurai, a quel po di obbligazione non sono dovu gli interessi né quelli legali
né quelli usurai.
Per i sogge vi me di usura è previsto inoltre un fondo, al quale si può accedere soltanto
a raverso la presenza di determina requisi uno tra ques è la denuncia degli usurai.
Le azioni pecuniarie danno vita a degli interessi, perché il denaro è un bene fru fero.
Il denaro è un bene fru fero perché produce fru civili ovvero gli INTERESSI. Gli interessi hanno
sia una fonte legale (stabili ogni anno dal Ministro del Tesoro a raverso la modi ca dell’art. 1284.
Il tasso di interesse oggi è allo 0,2%) sia una fonte volontaria (stabilita dalle par ).
Gli interessi possono essere di tre pi:
1. Interessi compensa vi o corrispe vi: sono i fru che nascono dal godimento di una somma di
denaro. ES: Tizio chiede del denaro in pres to alla banca, la banca lo concede ma oltre a
res tuire il denaro ,Tizio dovrà res tuire anche gli interessi.
2. Interessi moratori: sono quelli da a tolo di risarcimento del danno nel momento in cui vi è un
ritardo nel pagamento. Vengono misura dal giorno del ritardo no a quando viene adempiuta
l’obbligazione.
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3. Interessi convenzionali: nascono dalla volontà delle par . Le par quindi ssano degli interessi
che però non possono essere di un importo che superi più del doppio del tasso d’interesse
legale. Se questo limite viene superato si parlerà di tasso usurario e quindi di REATO DI USURA.
─ ricognizione di debito: consiste in una dichiarazione con cui un sogge o debitore riconosce
l’esistenza di un debito nei confron del creditore. Da questo riconoscimento del debito
nasce l’obbligo di eseguire la prestazione. Anche in questo caso il creditore è liberato
dall’onere di provare il rapporto so ostante (da dove nasce l’obbligazione).
─ promessa al pubblico: è una dichiarazione unilaterale che diventa fonte di obbligazione nel
momento in cui un sogge o si impegna pubblicamente ad eseguire una prestazione a
favore di chi si trovi in una situazione determinata oppure nei confron di chi compie una
determinata azione. Si tra a quindi di una promessa fa a a incertam personam cioè a tu .
Es. un annuncio sul giornale in cui Tizio prome e di dare €1000 a chiunque troverà il cane
smarrito. Quando un sogge o trova e riporta il cane a Tizio, Tizio è obbligato a eseguire la
prestazione cioè di pagare i €1000.
La cara eris ca delle promesse unilaterali è quella " dell'inversione dell'onere della prova", vuol
dire che nel momento in cui una persona prome e di pagare oppure riconosce di avere il debito,
nel caso in cui non paga questa dichiarazione che lui fa libera il creditore dal provare questo
debito. Sarà il debitore, colui che pone in essere la promessa, a dovere dimostrare che la sua
promessa nasce da un contra o, per esempio nullo, quindi che non si basa su basi valide. Il
creditore non dovrà mostrare nulla, di conseguenza se il debitore non dimostrerà quanto de o
nascerà un inadempimento e da questo nascerà un obbligo di risarcimento del danno.
La legge stabilisce che da questo atto nasca un obbligo per il creditore di restituire la
prestazione.
3. Ingius cato arricchimento si veri ca nel caso in cui un sogge o si arricchisce senza una giusta
causa.
È il caso dell’accessione da immobile a immobile cioè gli incremen uviali: avulsione e
alluvione.
In ques casi i proprietari a monte hanno ricevuto un arricchimento senza giusta causa,
pertanto nasce l’obbligo di indennizzare la persona che ha avuto un impoverimento a favore di
chi si è arricchito.
La legge non prevede un risarcimento del danno, perché in realtà non è stato commesso un
danno però la perdita del proprietario del terreno a monte va indennizzata, cioè nasce
l’obbligo di pagare la cifra necessaria a indennizzare colui che si è impoverito.
IL CONTRATTO
Il contra o è un negozio giuridico. Il negozio giuridico è una dichiarazione di volontà cara erizzata
dal doppio ruolo della volontà: volontà di compiere l’a o e la volontà che da quest’a o
scaturiscano determina e e .
Il contra o è de nito all’art. 1321: “ACCORDO TRA DUE O PIU’ PARTI PER COSTITUIRE,
MODIFICARE O ESTINGUERE TRA LORO, UN RAPPORTO GIURIDICO DI NATURA PATRIMONIALE”.
Un’altra cara eris ca del contra o è la patrimonialità → l’accordo deve essere susce bile di
valutazione economica. Se i rappor giuridici che nascono dall’accordo non sono patrimoniali non
saremo di fronte a un contra o.
• ACCORDO
L’accordo è l’INCONTRO tra due manifestazioni di volontà che devono coincidere.
So o il pro lo formale l’accordo può essere:
1. Espresso: quando la volontà si manifesta a raverso una dichiarazione verbale o scri a o
a raverso un gesto (es. l’alzata di mano durante un’asta).
2.Tacito: quando l’accordo si manifesta a raverso un comportamento concludente, cioè un
comportamento che non da spazio ad equivoci e che sia univoco (es. quando facciamo la spesa
riempiamo il carrello con gli ogge prendendoli dagli sca ali, il contra o però si conclude nel
momento in cui paghiamo gli ogge alla cassa).
Può accadere che proponente e acce ante si trovano in due ci à di eren , in questo caso la
legge stabilisce che il contra o si ri ene concluso quando il proponente ha no zia
dell’acce azione (presunzione rela va*).
In par colare la no zia deve raggiungere l’indirizzo del proponente (fa o noto) e dal
raggiungimento della no zia si presume un fa o ignoto ossia che il proponente sia venuto a
conoscenza dell’acce azione. Inoltre si parla di presunzione rela va perché amme e prova
contraria cioè è possibile che il proponente possa provare che non è riuscito a venire a
conoscenza dell’acce azione nonostante sia giunta all’indirizzo (ad esempio per caso
fortuito).
A nché si raggiunga un accordo via fax è necessario che sia chiara l’iden tà del chiamante
sia l’ora e la data. Mentre per i contra conclusi a raverso internet c’è bisogno di una
doppia acce azione.
1. Proposta irrevocabile
È un a o negoziale unilaterale (non un contra o). Nella proposta irrevocabile una parte ene
ferma una proposta per un determinato periodo di tempo. La proposta deve contenere tu gli
elemen del contra o e anche la data di scadenza. L’accordo si raggiunge solo se ci sarà una parte
che ACCETTA la proposta (quindi se non viene acce ata la proposta rimane un negozio giuridico
unilaterale).
2. Pa o di opzione
È un contra o quindi vi è un accordo in cui una parte decide di lasciare ferma la sua proposta per
un determinato periodo di tempo e l’altra parta può esercitare (entro il termine) il DIRITTO DI
OPZIONE e dunque decidere se acce are o meno.
Il diri o di opzione è un diri o potesta vo quindi nel momento in cui la parte decide di acce are o
no l’altra parte non potrà far nulla (si trova in una situazione di soggezione).
3. O erta al pubblico
È una proposta che con ene gli elemen essenziali del contra o ed è rivolta a "incertam
personam" cioè è rivolta a tu .
Es. la vetrina di un negozio con esposto l’ogge o e il prezzo, chi è interessato entra nel negozio
acquista e conclude il contra o.
4. Promessa al pubblico (già vista negli a che creano obbligazioni, fa parte delle promesse
unilaterali)
TRATTATIVA
È una fase ANTECEDENTE rispe o all’accordo. È una fase preliminare che può veri carsi come può
non veri carsi ed è nel caso in cui si veri chi è necessaria la BUONA FEDE in senso ogge vo.
La buona fede la possiamo trovare:
▪ In senso sogge vo: è l’ignoranza di ledere l’altrui diri o;
▪ In senso ogge vo: è la lealtà, l’onestà, la corre ezza.
Nel caso della tra a va è necessario che le par si compor no con lealtà, onestà e corre ezza.
La buona fede in senso ogge vo si manifesta a raverso l’obbligo d’INFORMAZIONE. Le par
devono, in buona fede, informare l’altra parte su tu o ciò che c'è da sapere a nché vi sia la
conclusione del contra o. L’informazione è, infa , la massima espressione di libertà e di volontà
delle par , perché non vi è volontà senza consapevolezza, e non vi è consapevolezza senza
informazione.
Se le tra a ve vengono svolte con MALAFEDE queste sono interro e e dalla ro ura delle tra a ve
nasce una responsabilità precontra uale, ovvero nasce per la parte che ha agito in malafede
l’obbligo di risarcire il danno.
Il danno, in questo caso, è un danno per interesse nega vo che per la legge si divide in:
- Danno emergente, consiste nelle spese sostenute inu lmente per la conclusione di un
contra o che non si è mai concluso;
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- Lucro cessante, ossia tu e le occasioni perdute ossia tu i contra che si sarebbero potu
concludere e non si sono conclusi poiché la parte era vincolata dal contra o con la parte che ha
agito in malafede.
• CAUSA
La causa nel tempo è stata ogge o di discussione da parte della do rina, la de nizione più di usa
e acce ata è quella che la individua come la FUNZIONE ECONOMICO SOCIALE DEL CONTRATTO.
Un’altra de nizione vede la causa come punto d’incontro tra gli e e programma dalle par e gli
e e giuridici programma dall’ordinamento giuridico.
Causa è anche la ragione che gius ca gli spostamen patrimoniali tra le par .
In par colare nel nostro Codice Civile esiste una parte dedicata ai singoli contra pici (es. la
compravendita).
La causa pica è l’elemento essenziale del contra o pico, e la causa pica E’ SEMPRE LA STESSA a
seconda del po di contra o. Pensiamo alla compravendita la cui causa è quella dello scambio
della merce contro il prezzo; oppure al contra o di permuta la cui causa è lo scambio della cosa
contro cosa (bara o).
● La causa è ATIPICA quando il contra o è a pico e non è perciò previsto dalla legge, questo po
di contra o è espressione di autonomia delle par .
La causa a pica è ammessa solo se è LECITA e se PERSEGUE INTERESSI MERITEVOLI DI TUTELA
da parte dell’ordinamento giuridico e sarà il giudice a valutarli caso per caso.
Pensiamo a due sogge che concludono un contra o di locazione per poter creare una bisca
clandes na, in questo caso si tra a di un mo vo che rileva dal punto di vista giuridico in quanto il
mo vo è illecito, comune ad entrambe le par , ed è esclusivo nel consenso, cioè le par hanno
raggiunto quest’accordo e hanno concluso un contra o esclusivamente per questa ragione. Infa
a raverso il contra o di locazione si crea la bisca clandes na e le par hanno un guadagno.
L’ordinamento in tal caso sanziona il contra o a raverso una forma di grave invalidità.
• OGGETTO
L’ogge o è ogni BENE o l’UTILITA’ alla cui realizzazione è preordinato l'accordo.
Oltre l’ogge o abbiamo il contenuto del contra o, ovvero il REGOLAMENTO CONTRATTUALE che è
l’insieme di clausole che le par pongono in essere nel contra o.
Sono espressione della libertà delle par di scegliere le modalità di a uazione del contra o: il
tempo, il luogo, ecc.
• FORMA
Nel nostro ordinamento giuridico vige il principio della LIBERTA’ della forma e i contra possono
perciò concludersi in qualunque modo a meno che non sia quella richiesta dall’ordinamento ad
substan am (cioè quella prevista dalla legge) a pena di invalidità.
La forma è uno strumento, il mezzo a raverso il quale si esprime la volontà delle par che
pongono in essere un contra o. Può essere:
- Espressa→ una forma verbale, scri a oppure a ges (la mano alzata durante un asta).
- Tacita → può derivare da comportamento concludente cioè un comportamento che in maniera
non equivoca dimostri la volontà delle par .
1. Scri ura PRIVATA: è un contra o s pulato per iscri o dalle par privatamente e verrà
poi conservato. Ha forza di legge tra le par .
2. Scri ura PRIVATA AUTENTICATA: le par scrivono l’accordo privatamente poi si recano
da un notaio (pubblico u ciale) e appongono la rma in calce al contra o. Il notaio
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quindi verbalizza, dichiara che davan a lui si sono presentate le par del contra o e
che hanno rmato. Egli ha anche il potere di a estare che la rma è AUTENTICA ossia di
a estare che la persona che rma è chi dice di essere. Il contra o fa fede no a querela
di falso. (La querela di falso viene denunciata dalle par ed è uno strumento che
consente di contestare l’auten cità di un documento).
3. L’a o PUBBLICO: le par si recano dal notaio dichiarando ciò che hanno intenzione di
fare cioè qual è il loro accordo contra uale. L’a o però viene reda o dal notaio
(pubblico u ciale). Una volta reda o, il notaio leggerà il contra o e le par lo rmano
davan a lui. Il contra o fa fede no a querela di falso.
4. L’a o SOLENNE: è previsto solo per pochi contra , nel diri o privato l’unico contra o
che prevede la forma solenne è la DONAZIONE. La donazione è un contra o posto per
iscri o e che deve essere reda o da un notaio alla presenza di due tes moni. Se manca
la presenza dei due tes moni che devono rmare davan al notaio, (oltre alla rma
delle par ), il contra o di donazione sarà invalido e quindi nullo.
• TERMINE
Il termine è una data futura e certa che viene apposta nel contra o. Il termine può essere:
- Iniziale, quando da quella data il contra o comincia a produrre e e . (es. concludo oggi un
contra o di locazione di una casa al mare che avrà e cacia dal primo luglio).
- Finale, quando si tra a di una data dalla quale cesseranno gli e e del contra o. (es. un
contra o di locazione quadriennale, una volta rmato il contra o, al raggiungimento del
termine nale il contra o cesserà di avere e e ).
Il termine quindi riguarda l’EFFICACIA del contra o, non la sua validità e può esserci e non esserci.
Se il termine iniziale viene ssato ad una data molto lontana nel tempo allora questo contra o
sarà un contra o NULLO perché manca un elemento essenziale, cioè manca la volontà pertanto
l’accordo.
Se, invece, il termine nale è ssato una data lontana nel tempo allora si considererà come NON
APPOSTO, questo perché nel nostro ordinamento vige sempre un principio generale che è il
principio di conservazione del contra o. Quindi si cerca sempre di salvare il contra o ad ogni
costo.
• CONDIZIONE
La condizione è un avvenimento futuro e incerto:
- Futuro vuol dire che nel momento in cui il contra o è stato concluso questo avvenimento non
era accaduto o non si aveva no zia di questo avvenimento;
- Incerto vuol dire che non si sa se questo avvenimento ci sarà e se ci sarà quando avverrà.
• MODO
Il modo o onere è un elemento che si può inserire in contra o a che hanno come ogge o una
LIBERALITA’: donazione o testamento (che non è un contra o ma è un negozio giuridico
unilaterale).
Il modo è una prestazione di dare, fare o di non fare che viene a ribuita e imposta al bene ciario
di un a o di liberalità.
Pensiamo ad esempio a Tizio che lascia in eredità tu o il patrimonio a Caio a pa o che si occupi
della vita e della cura dei suoi cani. Soltanto così si può lasciare un’eredità agli animali, perché nel
diri o civile gli animali sono cose quindi non possono essere des natari di un patrimonio. L’unico
modo è quindi quello di des nare il patrimonio a un bene ciario e gravandolo di questo onere, in
questo caso una prestazione di fare. Se il bene ciario non si comporta come dovrebbe non
bene cerà del patrimonio del de cuius.
AUTONOMIA CONTRATTUALE
La parola autonomia viene dal greco “auto” sè stesso e “nomos” legge, cioè la legge propria.
Il contra o ha infa forza di legge tra le par e nell’accordo queste regole vengono stabilite con lo
scopo di rispe arle. Un sinonimo di autonomia è libertà.
L’autonomia contra uale regolata all’art. 1322 può essere analizzata secondo due pro li:
● So o il pro lo nega vo vediamo che NESSUNO può essere COSTRETTO a concludere un
contra o che non vuole concludere e nessuno può essere costre o a eseguire prestazioni a
favore di altri contro o senza la propria volontà.
● So o il pro lo posi vo l’autonomia contra uale è espressione di POTERE e di LIBERTA’ delle
par le quali possono scegliere il po di contra o, il contenuto contra uale e l’ogge o: le
clausole, le modalità di pagamento, la qualità, la quan tà e così via.
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Ma la più alta espressione di libertà delle par è la possibilità di concludere contra ATIPICI, ossia
contra che non sono previs e regola dalla legge. Questa libertà ha solo due limi : la causa del
contra o deve essere lecita e deve perseguire interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento
giuridico.
A decidere se il contra o è lecito e meritevole di tutela è il giudice, il quale nel momento in cui una
delle due par si rivolge a lui, per giudicare (a raverso l’interpretazione della legge) dovrà
analizzare tu o il contra o e in ne stabilire se è lecito e persegue interessi meritevole di tutela.
LIMITI
L’autonomia contra uale NON è una libertà assoluta, proprio per questo presenta dei limi :
• CONTRATTO IN SERIE
Nel nostro ordinamento esistono due pi di conta o:
- Il contra o isolato: nasce da accordo fru o di una tra a va quindi di reciproche concessioni
dove vi è la volontà di entrambe le par e inoltre vi è la possibilità di discussione e di
rivisitazione del contra o, quindi le par sono poste sullo stesso piano;
- Il contra o in serie, standard: nasce come risultato della produzione industriale in serie e dalla
necessità degli imprenditori di predisporre contra tu uguali per una migliore organizzazione
della produzione e un eguale tra amento degli uten . Sono contra predispos ovvero crea
soltanto da una parte, l’altra parte può acce arli o no, senza avere la possibilità di contra are o
discutere. Quindi le par non sono poste sullo stesso piano, esiste un contraente più forte e uno
più debole.
L’art.1341 è rubricato “condizioni generali del contra o”, queste condizioni riguardano i contra
tra IMPRESE, in par colare vi è un’impresa forte che predispone il contra o e un’impresa debole
che può solo acce are o non acce are. È necessario che il regolamento contra uale venga
conosciuto e acce ato dalle par . Quindi l’unica preoccupazione del contraente forte nel momento
in cui pone in essere il regolamento contra uale è di far sì che l’altra parte con la normale diligenza
possa conoscere questo regolamento.
CONTRATTI TRA PROFESSIONISTI E CONSUMATORI (contra o standard)
Nel ’96 il nostro codice civile ha recepito una dire va dell’UE inserendo e prevedendo all’art.1469
bis-ter-quater-quinquies-sexies il rapporto tra il PROFESSIONISTA e CONSUMATORE.
Fino al ’96 la gura del consumatore non è mai stata presa in considerazione nonostante il
consumerismo fu un fenomeno nato già nel 900 (in America) dalle proteste della gente a causa
dell’aumento esorbitante dei prezzi. Questo portò lo Stato a creare leggi a tutela del consumatore.
Soltanto nel ’96 in Italia vengono introdo e le gure del professionista e del consumatore:
- Il professionista è colui che agisce nel mercato svolgendo un’a vità d’impresa (imprenditore in
senso stre o) o da libero professionista (commercialista, avvocato). Il professionista può essere
una persona sica o una persona giuridica;
- Il consumatore è colui che agisce nel mondo economico per soddisfare bisogni propri o della
propria famiglia. Il consumatore è una persona sica ed è un consumatore cosciente, a vo,
a ento, anglofono. Facciamo quindi riferimento a una gura ATTIVA di consumatore in quanto si
informa e ha il potere di decidere le sor dell’economia del mercato (consumatore medio).
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Altri consumatori sono de "vulnerabili" e sono il bambino so o i 10/12 anni, l'anziano sopra i
65 anni ed il disabile. Sono considerate delle persone che non hanno gli strumen per difendersi
per esempio dalla pubblicità.
L’art.1469 dal C.C è stato TRASPOSTO, a raverso un decreto legisla vo, all’art.33 e seguen del
Codice del Consumo nato nel 2005 che raccoglie le norme a tutela del consumatore.
La tutela del consumatore ruota a orno al conce o di “clausole VESSATORIE”, ossia clausole che
creano squilibri di diri e obblighi tra le par . Ques squilibri vessano, opprimono il contraente
debole (consumatore).
La vessatorietà prescinde dal pro lo sogge vo, cioè dal fa o che il libero professionista inserisca
queste clausole per danneggiare il consumatore.
All’art.33 sono elencate le clausole che si presumono tu e VESSATORIE, in par colare le le ere
“a”, “b” e “l” (1,2,10 nel cc) sono da considerarsi di presunzione ASSOLUTA (non è possibile dare
prova contraria). Ciò vuol dire che se vengono inserite in un contra o, il contra o è ancora VALIDO
ma la clausola inserita sarà nulla quindi sarà espulsa dal contra o.
Si tra a, ad esempio, di clausole che esonerano dalla responsabilità il professionista per la morte
del consumatore che usa un prodo o venduto dal professionista;
oppure il caso in cui il professionista inserisce dopo la conclusione del contra o delle clausole di cui
il consumatore non era a conoscenza.
Esistono poi altre clausole che si presumono vessatorie ma sono considerate di presunzione
RELATIVA, ad esempio la le era “f” in cui si impone al consumatore, in caso di inadempimento o di
ritardo nell'adempimento, il pagamento di una somma di denaro a tolo di risarcimento.
• CONTRATTO IMPOSTO
Si tra a di un contra o in cui l’AUTORITA’ predetermina i prezzi. Pensiamo ad esempio ai pedaggi
autostradali, le tari e ferroviarie.
LA RAPPRESENTANZA
La rappresentanza è un fenomeno giuridico in cui le PARTI dell’accordo (una o entrambe) sono
di eren rispe o alle par del rapporto.
Le fon della rappresentanza sono:
- La legge (a o di eteronomia perché creata dal legislatore). La rappresentanza legale si ha nel
caso della POTESTA’ (genitori) o dell’INTERDIZIONE (tutore);
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- La volontà (a o di autonomia).
a. Pro lo INTERNO (c’è sempre)→ nasce da un contra o (contra o di lavoro o di mandato *) tra
due gure che sono il rappresentante e il rappresentato; il primo deve essere sempre un
capace di agire, il secondo può anche essere un incapace di agire.
* Il MANDATO è un contra o a raverso cui il mandatario si obbliga a compiere degli a
nell’interesse del mandante.
È importante capire la di erenza tra pro lo interno ed esterno perché sulla base di questa
di erenza la rappresentanza si divide in:
1. Dire a
2. Indire a
La rappresentanza dire a
Si ha una rappresentanza dire a quando esiste oltre al rapporto interno (contra o di mandato)
anche il rapporto esterno, cioè la PROCURA in cui il rappresentante agisce in nome e per conto
altrui, e quindi non solo compie a nell’interesse del rappresentato ma li compie spendendo il suo
nome.
Questo po di rappresentanza si chiama dire a perché gli e e degli a compiu dal
rappresentante cadranno dire amente nella sfera giuridica del rappresentato.
La rappresentanza indire a
Si ha una rappresentanza indire a quando esiste solo il rapporto interno tra rappresentante e
rappresentato: il rappresentante agirà per conto del rappresentato ma in nome proprio.
Questo po di rappresentanza si chiama indire a proprio perché gli e e degli a compiu dal
rappresentante cadranno nella sua sfera giuridica (rappresentante) e occorrerà un secondo a o
che consen rà il trasferimento degli e e giuridici dal rappresentante al rappresentato.
FALSO RAPPRESENTANTE
Può succedere che vi sia un “falsus procurator” ovvero un falso rappresentante che agisce senza
averne i poteri. La legge tutela il falso rappresentato, facendo sì che tu gli a pos in essere dal
falso rappresentante siano INEFFICACI (non producono e e ), a meno che il falso rappresentato
voglia ques e e . In questo caso dovrà porre in essere una ra ca degli ATTI (diventano e caci),
quindi un conferimento di poteri pos cipato.
Bisogna stare a en a non confondere la gura del rappresentante con la gura del “nuncius”: il
rappresentante compie a per conto (ed eventualmente in nome) del rappresentato; il nuncius è
un portavoce.
ANNULLABILITA’
È la forma meno grave; il contra o produce e e no a che non viene annullato a raverso una
sentenza del giudice.
Vi è un’unica eccezione che è il caso del minore di età che falsi ca i propri documen di iden tà
facendo gurare che sia un maggiorenne. Ques a pos in essere dal minore non possono essere
annulla , per il principio di a damento a tutela della parte che si è data del minore.
Nel caso di incapacità naturale, il sogge o può trovarsi in condizioni di incapacità di intendere e di
volere per cause transitorie (lu o, disgrazie ecc). In questo caso l’ordinamento giuridico tutela
l’incapace che pone in essere in contra o se dimostra oltre alla propria incapacità, il pregiudizio
ossia il DANNO che ha subito, e la MALAFEDE dell’altro contraente. In questo caso, infa , il
contra o è annullabile.
2. I VIZI della VOLONTA’ (o del consenso). Si de niscono vizi della volontà poiché incidono nella
formazione della volontà nel momento in cui si conclude il contra o.
• Errore VIZIO o MOTIVO: per essere causa di annullamento del contra o deve avere
determina cara eri:
▪ Riconoscibile, in quanto può e deve essere riconosciuto da una persona di normale
diligenza. Ad esempio quando una persona magra richiede la sto a per realizzare un
abito, il venditore gli fornisce 30 metri di sto a.
▪ Essenziale, quando cade sulla natura o sull’ogge o del contra o, sull’iden tà o qualità
dell’altro contraente. Ad esempio quando si pensa di s pulare un contra o di
compravendita a rate e invece si tra a di un contra o di leasing; pensavo di acquistare
olio extravergine di oliva e invece acquisto olio di semi; pensavo di contra are con un
medico famoso e invece è un medico omonimo.
― Dolo
Il dolo contra uale è un inganno, un raggiro operato da una parte a nché l’altra parte
concluda il contra o.
Il primo caso di dolo vizio della volontà risale al diri o romano dell’epoca di Gius niano: un
sogge o voleva acquistare una casa in una zona pescosa. Questo sogge o viene invitato a
visitare una casa e mentre era lì arriva una barca piena di pesci. La persona quindi acquista la
casa, senza sapere che l’altra parte aveva incaricato un pescatore di portare il carico di pesci di
tu ’altra zona, per far credere che si tra asse di una zona pescosa. Questo è il primo caso
documentato di dolo vizio della volontà.
Nel codice penale corrisponde alla tru a mentre so o il pro lo civile il contra o è annullabile. Il
dolo può essere di due pi:
• Dolo DETERMINANTE: è determinante per la conclusione del contra o perché senza
l’inganno il contra o non si sarebbe concluso; per tale mo vo questo po di dolo è causa di
annullamento.
• Dolo INCIDENTE: è un inganno che non in uisce sulla conclusione del contra o, infa il
contra o si sarebbe concluso ugualmente ma a condizioni di eren .
Questo po di dolo non è causa di annullamento del contra o ma fa nascere l’obbligo di
risarcire il danno.
― Violenza
La violenza è una minaccia di un male grave e ingiusto tale da in morire un uomo di medio
coraggio. La violenza (in questo caso PSICHICA), dunque, provoca un acce azione del contra o
so o una volontà viziata, senza avere la possibilità o la libertà di scegliere.
La violenza è una violenza che va vista caso per caso, sarà il giudice a stabilire se sarà causa di
invalidità o no.
La violenza FISICA, invece, non è causa di annullabilità del contra o ma è causa di nullità, ossia
della forma più grave di invalidità del contra o. Questo perché la violenza sica non altera il
processo voli vo ma l’ANNULLA e se manca la volontà manca uno degli elemen essenziale del
contra o ossia l’accordo.
Annullare il contra o signi ca che questo non può più produrre e e , a raverso una
sentenza COSTITUTIVA del giudice. Chi ha subito i vizi della volontà o che ha contra ato con un
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incapace possono esperire l’azione di annullamento del contra o di fronte a un giudice e se
viene emanata la sentenza di annullamento da quel momento in poi il contra o CESSA di
produrre e e tu avia saranno salva gli e e che riguardano i terzi.
NULLITA’
La nullità è la forma più grave di patologia del contra o.
Mentre nell’annullabilità gli e e si producono no a quando il contra o non venga annullato,
nella nullità gli e e del contra o non si producono, cioè la nullità provoca una invalidità
totale. Il contra o nullo non produce e e .
Le cause di nullità del contra o sono:
2. L’ ILLICEITA’ del contra o: il contra o è illecito quando è contrario a norme impera ve,
all’ordine pubblico e al buon costume. Illecito può essere l’ogge o, la causa o il mo vo.
In questo caso occorre fare una dis nzione tra CAUSA e MOTIVO: la causa è la ragione
economico-sociale del contra o; i mo vi sono le ragioni individuali che spingono i sogge a
porre in essere il contra o. I mo vi sono tan e sono di varia natura e proprio per il fa o di
essere individuali sono IRRILEVENTI so o il pro lo giuridico, solo nel caso del mo vo illecito
viene preso in considerazione. L’illiceità non è l’unico requisito che rende rilevante il mo vo,
questo infa deve essere esclusivo nel consenso e comune ad entrambe le par .
La nullità inoltre può essere parziale ossia riguardare solo una clausola del contra o, come del
caso ad esempio delle clausole vessatorie in cui vi è la presunzione assoluta.
L’azione di nullità può essere esperita da chiunque vi abbia interesse, anche il pubblico ministero
stesso può esperire quest’azione. È imprescri bile (non si prescrive per non uso) e la sentenza di
nullità è DICHIARATIVA poiché dichiara una situazione esistente.
Il contra o nullo può essere salvato a raverso la CONVERSIONE.
La conversione non è un ulteriore contra o ma è fru o di un accordo tra le par . A raverso la
conversione, il contra o nullo si trasforma in un altro po di contra o che presenta il requisi di
SOSTANZA e di FORMA tale da essere valido. Quindi è la volontà delle par che determina la
conversione.
SCIOGLIMENTO DEL CONTRATTO
Lo scioglimento del contra o può avvenire in due casi:
● Rescissione
● Risoluzione
Rescissione
La rescissione presenta un vizio gene co della CAUSA, è un vizio gene co perché nasce con la
nascita del contra o.
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I casi di rescissione sono due:
Chi conclude questo po di contra o che presenta queste tre condizioni (stato di bisogno,
appro amento, lesione ultra dimidium) può esperire entro 1 anno l’azione di rescissione di fronte
al giudice chiedendo lo scioglimento del contra o. Può tu avia succedere che l’altra parte non
voglia che si sciolga il contra o ed o re un supplemento di prezzo. In questo caso, se le par sono
d’accordo, il contra o rimane in piedi e diventa equo.
Risoluzione
Anche la risoluzione è un’azione che porta allo scioglimento del contra o, ma a di erenza della
rescissione presenta un vizio funzionale della CAUSA, quindi il contra o nasce senza vizi ma nel
corso della sua esecuzione la causa viene viziata.
b. Di da di adempiere
La di da di adempiere è una dichiarazione unilaterale scri a e irrevocabile, che una parte fa
a nché l’altra parte, inadempiente, adempia entro un termine congruo (solitamente non meno di
15 giorni). Nel caso in cui la parte non adempie, il contra o si scioglie. La di da di adempiere è un
diri o potesta vo.
c. Termine essenziale
Si tra a di un termine oltre il quale non può avvenire l’adempimento. È essenziale sia per l’a are in
sé quindi so o il pro lo ogge vo, sia so o il pro lo sogge vo poiché se la parte non adempie
entro quel termine l’altra parte non avrà più alcun interesse all’adempimento.
Superato il termine, quindi, il contra o s’intenderà risolto. Talvolta può accadere che chi è
inadempiente chieda una proroga del termine che non può andare mai oltre i 3 giorni.
riguarda i contra di durata ossia che durano nel tempo (es. i contra di fornitura di una
determinata merce).
Nell’esecuzione di ques contra di durata può succedere che una prestazione diven
eccessivamente onerosa per cause straordinarie, impreviste, imprevedibili. In questo caso il
contra o si risolve.
E' quello che successe quando scoppiò la Guerra del Golfo, le navi dovevano portare il petrolio
ma la guerra ha fa o si che il percorso stabilito dalla nave doveva essere cambiato perché era
pericoloso. Questo ha comportato ad un cambiamento di ro a, allungando di più la percorrenza
e a quel punto ad un'onerosità eccessiva della prestazione, quindi il costo del trasporto è
diventato eccessivamente oneroso rispe o al guadagno, quindi mol contra furono risol in
questo modo.
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3. Risoluzione per IMPOSSIBILITA’ sopravvenuta della prestazione:
la parte non può eseguire la prestazione per cause a lui non imputabili: il caso fortuito (fatalità
che impedisce al debitore di adempiere) e la forza maggiore (forza della natura, intervento
violento del terzo, intervento dell’autorità, sciopero, ).
CONTRATTO PRELIMINARE
È un contra o che ha una cara eris ca: dal contra o preliminare nasce l'obbligo di concludere un
ulteriore contra o de o contra o DEFINITIVO.
Il contra o preliminare è, pertanto, un vero e proprio contra o, che deve contenere gli elemen
essenziali e la forma del contra o che poi sarà concluso successivamente, cioè del contra o
de ni vo.
Il contra o preliminare è molto u lizzato nel mondo immobiliare: quando si vuole acquistare una
casa si pone in essere un contra o preliminare.
Quando si conclude un contra o preliminare, ma una delle par è INADEMPIENTE rispe o alla
conclusione del contra o de ni vo, il legislatore tutela la parte lesa dandogli la possibilità di
rivolgersi al giudice a nché eme a una sentenza che avrà gli e e del contra o de ni vo.
CLAUSOLA PENALE
È una clausola che può essere inserita nel contra o.
Nel momento in cui il debitore non adempie quindi non esegue la prestazione, il creditore ha
diri o ad avere il risarcimento dei danni. Il creditore per o enere il risarcimento dei danni ha
l'onere di provare il danno.
A raverso l’inserimento nel contra o della clausola penale, le par stabiliscono prima quanto il
debitore dovrà pagare a tolo di risarcimento del danno al creditore, in caso di inadempimento. In
questo modo il creditore non è tenuto a provare il danno.
CAPARRA
È un contra o reale e consiste nella consegna di una somma di denaro che una parte da all'altra
parte.
La caparra può essere:
- Con rmatoria: serve per confermare un impegno. Una volta eseguito il contra o, la caparra
dovrà essere res tuita o va diminuita rispe o al prezzo.
Se chi ha dato la caparra è inadempiente, l'altra parte ha diri o di tra enerla a tolo di
risarcimento del danno. Se chi ha ricevuto la caparra è inadempiente, l'altra parte può pretendere
il doppio di quanto ha dato.
2. Rela va, quando le par concludono un contra o volendo gli e e di un altro contra o.
Oltre il contra o simulato, ci sarà un contra o DISSIMULATO da cui emerge la reale volontà
delle par , cioè qual è il contra o che le par vogliono porre in essere.
Es. Tizio e Caio ngono di concludere un contra o di compravendita ma in realtà voglio
realizzare un contra o di donazione.
Se Tizio ha 3 case e ne dona una se Tizio muore quando si aprirà la successione, la casa donata
tornerà nell’asse ereditario, cioè sarà conteggiata ai ni della legi ma. La legi ma è una quota
che deve essere rivolta a ognuno degli eredi legi mi.
Perciò se un padre a 3 gli e dona a un glio un appartamento, nel momento in cui muore
questo appartamento deve ritornare nell’asse ereditario e quindi essere ridistribuito. Se, invece,
l’appartamento viene venduto, non viene più conteggiato. Quindi si può simulare la vendita
dell’appartamento ma in realtà gli e e del contra o sono quelli di una donazione, quindi in
realtà non c’è un passaggio di denaro.
Tra il contra o simulato e dissimulato ci sarà una di erenza che potrà riguardare:
- La natura giuridica del contra o (da compravendita a donazione);
- L’ogge o (dichiaro di vendere per 1000€ invece vendo per 5000€);
- I sogge (Tizio nge di vendere a Caio ma in realtà vende a Sempronio). Se Tizio vende a
Caio ma in realtà vuole vendere a Sempronio, Sempronio può far valere l’accordo
dissimulato nei confron di Caio.
ASSOCIAZIONE
È un'organizzazione colle va che nasce a raverso un contra o, il contra o plurilaterale
cara erizzato dalla comunione di scopo, cioè vi è uno scopo comune di natura ideale.
Lo scopo dis ngue le associazioni dalle società. Di conseguenza lo scopo ideale si contrappone allo
scopo economico.
La di erenza tra i due scopi è che l'associazione a scopo di natura ideale che pone in essere
un'a vità commerciale, ad esempio per la vendita dei gadget, con ciò che ricava non guarda al
guadagno individuale ma tu o ciò che si ricava deve servire sempre al raggiungimento dello scopo,
gli associa non guadagnano, l'a vità quindi è solo uno strumento per aumentare la consistenza
del patrimonio.
Nella società, invece, l'a vità commerciale serve a produrre dei soci, perché ognuno dei soci
guadagna in modo individuale.
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Il contra o da cui nasce l'associazione ha una stru ura aperta, ciò vuol dire che è aperto
all'adesione di nuovi associa (ognuno di noi si può iscrivere liberamente). Ma può capitare che
durante la vita dell'associazione alcuni associa vengano esclusi perché magari hanno violato delle
regole ecc.
Questo contra o si divide in due documen :
• l'a o cos tu vo, contra o vero e proprio;
• lo Statuto, l'insieme delle regole e nalità che vuole raggiungere l'associazione.
ORGANI DELL'ASSOCIAZIONE
― Assemblea degli associa : È l'organo delibera vo che si riunisce almeno 1 volta l'anno e pone
in essere delle delibere, cioè delle decisioni.
― Consiglio di amministrazione: È l'organo esecu vo, gli amministratori eseguono le delibere
dell'assemblea. Agiscono in nome e per conto dell'associazione.
― Collegio dei propri vivi (uomini saggi): È l'organo di controllo. Ques uomini saggi controllano
ciò che fa l'associazione; possono anche non esserci.
TIPI DI ASSOCIAZIONE
Le associazioni posso essere di 2 pi:
▪ associazioni riconosciute;
▪ associazioni non riconosciute.
Associazioni riconosciute
Le associazioni riconosciute sono le associazioni che sono iscri e nel registro delle persone
giuridiche.
Ciò vuol dire che, quando l'associazione è riconosciuta, diventa una persona giuridica quindi
acquista l'autonomia patrimoniale perfe a. per i debi contra dall'associazione risponderà
l'associazione con il proprio patrimonio.
Nell'autonomia patrimoniale perfe a vi è una separazione tra il patrimonio dell'associazione e il
patrimonio degli associa .
FONDAZIONI
La fondazione nasce a raverso un a o unilaterale che si chiama "a o di fondazione".
In quest'a o di fondazione, il fondatore des na tu o parte dei suoi beni ad uno scopo di natura
ideale.
L'a o di fondazione può essere:
• intervivos: il fondatore a raverso l'a o unilaterale des na tu o parte dei suoi beni,
• mor s causa: viene fa o a raverso il testamento; una persona a raverso un testamento
può lasciare tu o parte dei suoi beni per nascere una fondazione.
In entrambi i casi il fondatore NON fa parte della fondazione, egli fa solo nascere la fondazione.
Il patrimonio della fondazione è un patrimonio su cui c'è un vincolo, ovvero quello del
raggiungimento dello scopo.
L'unico organo delle fondazioni è quello degli amministratori.
La fondazione è una persona giuridica, quando nasce acquista l'autonomia patrimoniale perfe a.
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COMITATO
Il comitato è una sorta di aggregazione colle va che nasce a raverso varie fasi.
Il comitato ha uno scopo ideale e può nascere spesso per esigenze con ngen e dare un aiuto (es il
comitato per la festa del paese, per la ricerca di una persona scomparsa).
1. FASE: in questa prima fase vi sono i cosidde "promotori". Ci sono delle persone che
promuovono la nascita del comitato, che parlano in pubblico e dicono che hanno intenzione di
far nascere un comitato. Mentre dicono al pubblico del perché cos tuire il comitato invitano
anche lo stesso pubblico a fare delle o erte.
2. FASE: vi è la raccolta delle o erte da parte del pubblico. Nel linguaggio tecnico giuridico queste
o erte si chiamano "oblazioni" donazioni di modico valore, o erte che possono essere date
a "brevi mano" cioè a mano.
Le oblazioni vanno dis nte dalle donazioni vere e proprie, poiché quest'ul me necessitano del
contra o di donazione e della forma solenne, a o pubblico fa o dal notaio in presenza di due
tes moni, in mancanza della forma solenne la donazione è nulla perché manca la forma.
Le oblazioni sono o erte immediate raccolte dagli organizzatori.
3. FASE: entrano in gioco gli "organizzatori" che custodiscono e ges scono il patrimonio in modo
da des narlo allo scopo.
Per i debi contra dal comitato, se il patrimonio del comitato sarà insu ciente risponderanno i
promotori e gli organizzatori, che risponderanno personalmente ed in modo solidale.
RESPONSABILITA' EXTRA-CONTRATTUALE
FATTO ILLECITO
Il fa o illecito è FONTE DI OBBLIGAZIONE (art.1173).
Nel nostro ordinamento l’obbligo di risarcire il danno nasce sia dall’inadempimento (ambito
contra uale) sia da fa o illecito (ambito extra-contra uale).
Illecito CIVILE
QUALUNQUE (agge vo inde nito) → indica la a picità dei fa illeci civili.
Il fa o illecito civile è ATIPICO cioè non è previsto singolarmente nel nostro ordinamento ma è il
giudice che di volta in volta, studiando il fa o, deciderà se un determinato fa o è illecito so o il
pro lo civile oppure no.
Illecito PENALE
Ragionamento opposto viene fa o per l’illecito penale.
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Art.1 del codice penale dispone che "nessuno può essere punito per un fa o che non cos tuisca
REATO".
Quindi l’illecito penale è TIPICO, pertanto se il legislatore non rende pico un reato nessuno può
esserne punito. Pertanto, la punizione dal punto di vista penale è legata alla previsione del
legislatore.
▪ Omissione
Il mancato soccorso di una persona che si trova in di coltà o in pericolo NON è da un punto di
vista giuridico una violazione; si tra a semmai della violazione di una regola morale.
Pertanto, se ci troviamo di fronte a una persona in di coltà non si ha l’obbligo giuridico di
intervenire, a meno che non sia la legge (art. 593 cp) a stabilirlo.
▪ Commissione
è un comportamento dell’uomo idoneo a provocare ad altri un danno ingiusto.
Il danno è un pregiudizio; l’ingius zia del danno è invece cambiata nel tempo: inizialmente
venivano considera solo i diri sogge vi assolu , poi vennero considera anche i diri
sogge vi rela vi no a considerare anche le lesioni degli interessi legi mi e delle situazioni di
fa o.
Tra il fa o ed il danno vi deve essere un nesso di causalità (elemento ogge vo): il danno deve
essere la conseguenza dire a ed immediata del fa o. Non qualunque fa o può provocare un
danno e non qualunque danno può essere risarcito.
Pensiamo ad esempio ad un sogge o inves to da una macchina che ha riportato la ro ura della
gamba, viene soccorso da un'ambulanza ma nel percorso verso l’ospedale l’ambulanza cade da un
ponte e il sogge o muore. In questo caso il sogge o che ha inves to non è responsabile per la
morte della persona ma solo dell’incidente della macchina.
A enzione a non confondere il dolo vizio della volontà causa di scioglimento del contra o con il
dolo elemento sogge vo del fa o illecito.
Il dolo e la colpa devono essere provate dalla persona che è stata danneggiata.
SCRIMINANTI
Nel nostro ordinamento sono previste delle scriminan cioè delle situazioni che nonostante siano
dei fa illeci (creino un danno) non sono fonte di RESPONSABILITA’. Si tra a quindi di cause di
gius cazione del fa o illecito.
Le scriminan sono:
1. Adempimento di dovere
Es. Un carabiniere arresta una persona limitandole la libertà creandole un danno, ma il
carabiniere agisce per adempiere al suo dovere, quindi non è responsabile e non comme e un
fa o illecito quindi non deve risarcire il danno.
3. Stato di necessità
È una causa di gius cazione che si può sinte zzare nel de o la no "mors tua vita mea" ossia
quando un sogge o si trova una situazione tale che per salvarsi la vita non può far altro che
provocare un danno ad un'altra persona.
Es. Consideriamo una za era piena di persone. Se una persona è in acqua e cerca di salire
facendo barcollare la za era, se viene spinto e lasciato morire per salvare la vita delle persone
sulla za era, allora quell'azione è una scriminante.
4. Difesa Legi ma
È la possibilità di reagire nel momento in cui si viene aggredi , senza per questo comme ere un
fa o illecito.
Questo perché nel nostro ordinamento tra la vi ma e l’aggressore quella che bisogna proteggere
è la vi ma anche se in questo caso aggredisce l’aggressore.
La difesa deve essere PROPORZIONATA all'o esa.
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Questo signi ca che si può parlare di legi ma difesa solo se la vi ma si difende con gli stessi
mezzi dell’aggressore.
Inoltre la reazione all’o esa è lecita solo se non è possibile fare altrimen e deve essere a uale,
cioè nel momento in cui si viene aggredi è possibile reagire. Se l’aggressore scappa lo dobbiamo
lasciare scappare.
Il sogge o può liberarsi dalla responsabilità solo se si riesce a dare una prova liberatoria, che in
questo caso consiste nel dimostrare il caso fortuito (ciò che può capitare a chiunque).
La responsabilità dei genitori si basa sulla convivenza: se i genitori sono separa , risponderà il
genitore che convive con il glio minore; o il compagno del genitore anche se non sono suoi gli.
3. Responsabilità del datore di lavoro nei confron di chi lavora alle loro dipendenze
Quando un dipendente crea un danno mentre svolge le mansioni a ribuite, di tale danno
risponde sempre il datore di lavoro.
Es. Se una domes ca mentre pulisce il balcone fa cadere un vaso di terraco a che colpisce una
persona che muore, sarà sempre responsabile anche il datore di lavoro.
Risponderà il datore poiché il legislatore ha sempre considerato che il datore di lavoro è quello che
economicamente ha la possibilità di mantenere un lavoratore e quindi anche di risarcire il danno.
La responsabilità penale è personale e quindi rimane a capo della domes ca, ma la responsabilità
civile sarà di entrambi.
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4. Danno commesso da allievi o apprendis
Il danno commesso da allievi o apprendis è un danno la cui responsabilità colpisce sempre gli
insegna ossia coloro che erano adde alla sorveglianza.
L’insegnante può fornire una prova liberatoria dimostrando di aver fa o di tu o per evitare il
danno.
Es. Gli studen in classe o in gita creano un danno, di tale danno risponde il docente.
Il proprietario risponde sempre a meno che non dia la prova liberatoria: deve dimostrare che la
circolazione è avvenuta contro la sua volontà.
Ad esempio nel caso di un furto il quale deve essere subito denunciato; oppure il fratello che di
nascosto, mentre la persona è distra a, prende le chiavi e usa la macchina.
La persona per dimostrare che sia avvenuta contro la sua volontà deve avere con sé il libre o di
circolazione.
La responsabilità (civile) per i danni commessi è solidale pertanto se colui che ha commesso
l'illecito non paga, sarà il proprietario a dover pagare.
L'onere della prova spe a sempre al danneggiato, esso deve provare il danno che ha subito dal
danneggiante.
Il produ ore è responsabile di questo prodo o dife oso.
Se il produ ore non viene individuato ne risponderà il fornitore. Se il prodo o non appar ene
all’UE e non si individua il produ ore risponderà l’importatore.
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Dal fa o illecito nasce l'obbligo di risarcire il danno.
● Lucro cessante è il mancato guadagno. Nel danno lucro cessante è compresa la perdita della
capacità lavora va.
L’azione per o enere il risarcimento del danno si prescrive in 5 anni, mentre per il danno causato
dalla circolazione dei veicoli, il tempo di prescrizione (in cui si es ngue il diri o per non uso) è di 2
anni.
❖ Non patrimoniale
Danno MORALE
Il danno morale è il “prezium doloris” il prezzo del dolore. E’ la so erenza provocata dal fa o
illecito che a raverso un risarcimento viene compensata.
Il danno morale viene sempre risarcito nel caso in cui il fa o che ha causato il danno è un reato.
Danno BIOLOGICO
È una lesione dell’integrità psico sica della persona che deve essere sempre susce bile di
valutazione medico legale.
Questa lesione è indipendente dalla capacità lavora va della persona quindi dalla sua possibilità
di produrre reddito. Quindi può essere risarcito anche nei confron di un bambino o di un
anziano.
Es: il caso di un foso che aveva invitato degli amici a casa per vedere la par ta su sky, ad un certo
punto Sky diventa nero e non si vede e sente nulla. Questa persona chiede i danni a sky e chiede
anche il danno esistenziale, poiché questo fa o aveva, per lui ( foso), pregiudicato la vita di
relazione.
Il danno esistenziale, ad oggi, è stato ridimensionato dai giudici.
Danno AMBIENTALE
Nel 2006 è nato il codice dell’ambiente e con esso il danno ambientale.
Nel momento in cui si veri ca un danno ambientale legi mato ad agire è il Ministro
dell’ambiente (ma anche i singoli), che chiede il risarcimento del danno in forma speci ca: si
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chiede che venga eliminato il danno ambientale e venga ripris nata la situazione ex-ante.
I sogge che sono sta danneggia hanno il potere agire in maniera individuale per avere un
risarcimento del danno.
LA FAMIGLIA
In origine la famiglia era di stampo patriarcale: il padre era il capo della famiglia, la moglie e gli
erano subordina . E quindi la famiglia veniva vista come un’unità produ va.
Successivamente con l’industrializzazione si parlò di famiglia nucleare che comprendeva padre,
madre e gli.
Il MATRIMONIO
Il matrimonio è un negozio giuridico cioè un accordo tra due sogge di sesso diverso che
dichiarano la volontà di cos tuire tra loro un vincolo stabile ed unitario. Non è un contra o perché
manca l’elemento patrimoniale.
Il matrimonio è un negozio giuridico che è basato sulla libertà di scelta, tanto che nel nostro
ordinamento la "promessa di matrimonio" non dà alcuna responsabilità.
Ciò vuol dire che nel momento in cui due persone decidono di sposarsi, questo non dà origine ad
una responsabilità nel momento in cui si rompe, cioè il matrimonio non viene celebrato. Infa , in
qualunque momento, anche all'altare si può cambiare idea.
Ma, nel momento in cui sono state fa e delle spese per il matrimonio, vi è l'obbligo di un
indennizzo. E poi vi è anche l'obbligo della res tuzione di alcuni regali, quelli più importan
nalizza al matrimonio, ad esempio un brillante di famiglia.
Formalmente prima del matrimonio è necessario che i nubendi (coloro che si devono sposare)
facciano le pubblicazioni: nella casa comunale devono a ggere le loro generalità e la data del
matrimonio (che deve essere 14 giorni dopo la data di pubblicazione), in modo tale che tu ne
siano a conoscenza, e perché chiunque può avere interesse può opporsi.
Le pubblicazioni devono rimanere nella casa comunale per 8 giorni con due domeniche in mezzo;
dovranno poi trascorrere altri 4 giorni prima della celebrazione del matrimonio.
- Matrimonio celebrato davan ad un ministro di culto aca olico: si basa sull’art.8 della cost. che
prevede la libertà di RELIGIONE. Il ministro di culto aca olico agisce come u ciale dello stato
civile, anche lui ha l’obbligo di trascrivere il matrimonio nei registri dello stato civile.
Il matrimonio è un a o:
1. Tipico (non c’è la libertà di creare un matrimonio diverso da quello in a o);
2. Puro (cioè non amme e né termine né condizione);
3. Libero (perché nasce dalla libera volontà dei due sogge );
4. Personalissimo (cioè non amme e rappresentan );
5. Solenne (in quanto ha bisogno di un a o pubblico reda o da un pubblico u ciale e della
presenza di massimo 8 tes moni);
6. Complesso (è necessaria sia la volontà dei due nubendi sia dell’u ciale dello stato civile).
Gli obblighi sono contenu all’art. 143 (viene enunciato al momento del matrimonio):
1. Obbligo della fedeltà: per fedeltà s'intende il rispe o reciproco, non soltanto il rapporto sico
ma è anche, per esempio, un marito che manda dei ori alla vicina senza conoscerla. Oppure
vivere con la suocera che crea una situazione di sconvolgimento in casa rendendo la vita
intollerabile, ciò diventa una violazione dell'obbligo di fedeltà, in quanto è una violazione del
rispe o.
Fino al ’75 il tradimento della donna nei confron dell’uomo, il cosidde o adulterio, era un
reato. Per l’uomo, invece, il reato era il concubinato ossia l’uomo comme eva un reato se
viveva nella casa familiare (in maniera pubblica) con una donna (concubina) che non fosse sua
moglie.
Con la riforma del diri o di famiglia del '75, nasce l’uguaglianza morale e giuridica dei due
coniugi che porta all'abrogazione di ques due rea .
2. Obbligo alla coabitazione: stabilire un punto dove poter realizzare la propria vita familiare,
anche se questa realizzazione avviene per un periodo limitato nel tempo (ad esempio il ne
se mana). Ciò non vuol dire che marito e moglie devono vivere sempre insieme, quello che
importa è che ci sia una casa dove, appena è possibile, si possa riunire la famiglia.
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3. Obbligo all’assistenza morale e materiale: risponde al generale principio di solidarietà.
- Assistenza morale indica l’obbligo di esserci sia nei momen siologici della vita matrimoniale
sia nei momen patologici della vita di una persona, la cosidde a "buona e ca va sorte".
Stare accanto al coniuge in entrambi i casi, ma sopra u o assisterlo nel momento in cui la
persona sta male, sia psicologicamente che sicamente.
- Assistenza materiale indica la necessità che i coniugi condividano lo stesso tenore di vita.
4. Obbligo alla collaborazione nell’interesse della famiglia: cioè collaborare in base alle proprie
capacità ed a tudini in modo vantaggioso per la vita familiare.
È inoltre necessario che ogni coniuge contribuisca, in base alle proprie sostanze e alle proprie
capacità lavora ve, al ménage familiare cioè alla vita quo diana (bolle e, locazione, spese).
Nel 2014 sono nate due modalità nuove per separarsi dove la presenza del giudice è marginale,
inserite per alleggerire il carico del tribunale:
- Negoziazione assis ta: è un ACCORDO fa o per iscri o, spesso con la presenza del proprio
avvocato, tra i coniugi nel caso in cui non vi sono gli minorenni, con handicap o non
autosu cien . L’accordo viene mandato alla procura della Repubblica del tribunale che darà il
nulla-osta per la separazione.
Se ci sono gli minori oppure con handicap o non autosu cien , il giudice fa un controllo
dell'interesse dei gli e può negare l'autorizzazione, nel momento in cui l'accordo non tutela a
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dovere i gli. Negando l'autorizzazione, il giudice sserà poi dopo 5 giorni un'altra udienza, un
udienza per la comparizione dei coniugi. Gli avvoca , a questo punto, hanno l'obbligo di
conciliare le par (di solito fallisce) ed hanno l'obbligo di informare i coniugi sulla cosidde a
"mediazione familiare", un is tuto. Il mediatore familiare è una persona che ha un tolo, ha
studiato per fare il mediatore famigliare. Il mediatore ha la nalità di far dialogare i coniugi che
non dialogano tra loro. Dopodiché i giudici devono trasme ere, entro 10 giorni, all'u ciale
dello stato civile la copia dell'accordo.
- Accordi conclusi davan al sindaco: la coppia può depositare davan al Sindaco un accordo di
separazione che NON abbia come contenuto dei trasferimen patrimoniali ma che riguardi solo
gli accordi personali.
Il sindaco ssa un altro appuntamento a distanza di 30 giorni (un mese), la nalità di ciò è quello
di far ri e ere meglio i coniugi sulle loro intenzioni.
Trascorsi i 30 giorni i coniugi si presentano davan al Sindaco e da quel momento i coniugi
saranno separa .
Teniamo conto che la separazione è solo un periodo di transizione, la cessazione degli e e civili
del matrimonio si ha solo con la sentenza di divorzio. È infa previsto che nel periodo di
separazione, i coniugi possano ritornare insieme.
Nel momento in cui i coniugi sono separa , cessano gli obblighi tra i coniugi: la convivenza,
l’assistenza morale e materiale. L’obbligo di fedeltà, invece, si a enua cioè non scompare del tu o.
I coniugi possono avere una loro vita ma mantenendo sempre il rispe o per l’altro.
Nel 2015 nasce una legge sul divorzio breve che in parte ha modi cato la legge sul divorzio.
Il divorzio breve comporta una riduzione dras ca dei tempi di dichiarazione della sentenza di
divorzio. È, infa , su ciente che passino solo 6 mesi (prima erano 3 anni) dall’accordo di
separazione consensuale per chiedere la sentenza di divorzio.
Mentre per la separazione giudiziale deve trascorrere 1 anno (prima erano 7) a nché si abbia la
sentenza di divorzio e quindi a nché cessino gli e e civili del matrimonio (i coniugi tornano
liberi, possono ri-sposarsi).
Per quanto riguarda gli e e patrimoniali è possibile che si con nui il processo se non si è riusci
a concluderlo entro un anno.
Le unioni civili non nascono dalle pubblicazioni, ma con una dichiarazione di volontà che le par
fanno davan all’u ciale dello stato civile di fronte a due tes moni. In questa dichiarazione sono
indicate le generalità delle par , la scelta del regime patrimoniale, la scelta del cognome. Questo
a o deve essere registrato nell’archivio dello stato civile.
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Nel caso in cui, in un matrimonio, uno dei due coniugi decide di cambiare sesso e vogliono
mantenere il matrimonio lo stesso, il matrimonio diventa unione civile.
Negli anni la famiglia di fa o è stata disciplinata in alcuni aspe , in par colare il convivente ha:
1. Il diri o di visita in ospedale o in carcere;
2. Il diri o di esprimere opinioni in merito alla cura in caso di accanimento terapeu co;
3. Il diri o di decidere in merito alla sepoltura;
4. Il diri o di essere nominato amministratore di sostegno nel caso in cui il convivente dovesse
diventare incapace;
5. Il diri o di con nuare ad abitare nella casa del convivente almeno per due anni nel momento in
cui la convivenza si scioglie;
6. NON ha diri successori cioè non è legi mato nell’eredità.
Con la morte si es nguono sia la capacità giuridica sia i diri della personalità.
La morte NON es ngue invece i diri patrimoniali ma anzi impone la loro trasmissione ad altri.
La successione a causa di morte a raverso cui un sogge o des na il proprio patrimonio a uno o
più sogge può essere:
● A tolo UNIVERSALE → quando si ha l’is tuzione di erede, cioè vi è una persona che eredita
l’intero patrimonio. Nel momento in cui ci sono 3 fratelli sono tu e 3 eredi a tolo universale,
il patrimonio verrà diviso tra essi.
● A tolo PARTICOLARE → riguarda l’is tuzione di legatario, cioè chi muore (de cuius) lascia un
solo bene speci co (chiamato "legato") ad un solo sogge o (legatario).
Es. A Tizio lascia un mobile, a Caio una TV.
I sogge della successione sono il de cuius, l’erede, il legatario e gli altri sogge idonei a
succedere: il concepito o il non ancora concepito (in questo caso l’acquisto dell’eredità avviene al
momento della nascita).
Gli eredi LEGITTIMARI sono coloro i quali hanno comunque diri o alla “legi ma”: il coniuge, i gli
e in assenza dei gli i genitori.
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SUCCESSIONE TESTAMENTARIA
È una manifestazione dell’autonomia del sogge o. Il de cuius a raverso testamento può decidere
come disporre del proprio patrimonio. Il testamento è un negozio giuridico di ul ma volontà,
perché il testamento può essere cambiato sempre no al giorno prima di morire. Il testamento
valido è quello che è stato fa o per ul mo.
SUCCESSIONE LEGGITTIMA
E'disposta dalla legge qualora mancasse il testamento. Si basa sul principio della solidarietà
familiare.
Questo principio esiste perché i più "stre congiun " hanno diri o di ricevere una quota del
valore del patrimonio del defunto. Questo fa riferimento alla successione necessaria.
SUCCESSIONE NECESSARIA
Vi è una parte del patrimonio che il sogge o non è libero di des nare agli altri, ma in ossequio del
principio della solidarietà familiare, la legge impone che vada ai legi mari, che sono il coniuge, i
gli e gli ascenden (cioè i genitori o i nonni, se mancano i genitori) coloro che comunque hanno
diri o ad ereditare una parte del patrimonio de o “PATRIOMONIO INDISPONIBILE”.
Anche i beni dona tornano al patrimonio una volta avvenuta la morte, per capire l’en tà del
patrimonio, per questo il ricevente non ne ha piena disponibilità, successivamente si so raggono i
debi e così si stabilisce la quota di legi ma.
Il principio di solidarietà prevale su quello dell'autonomia privata, quindi il testatore non ha libertà
assoluta di lasciare tu i suoi beni a chi vuole, ma è limitato.
Nel nostro ordinamento c’è un divieto dei pa successori cioè accordi che hanno come ogge o il
contenuto di un’eventuale futura eredità.
Tali pa sono NULLI perché nessuno può disporre di una futura propria eredità senza averla
ricevuta ed acce ata.
- Pa successori rinuncia vi : non si può rinunciare all’eredità prima di averla ricevuta, quindi di
essere stato is tuito come erede. (es. Tizio non può accordarsi con Caio, suo fratello, dicendo
che rinuncerà all'eredità del padre).
Il PATTO DI FAMIGLIA (unico pa o successorio ammesso) è un accordo che nasce allo scopo della
con nuità dell’impresa.
Si ha questo pa o nel momento in cui un imprenditore teme che la propria impresa possa fallire.
È un accordo che nasce tra l’imprenditore e i tu i suoi eredi in cui l’imprenditore trasferisce in
vita la proprietà dell’azienda ai gli che sono in grado di ges rla i quali a loro volta si obbligheranno
a dare una parte di denaro agli altri gli che non sono interessa all’azienda.
Con la morte della persona si apre la SUCCESSIONE. Con l’apertura della successione si passa alla
fase di DELAZIONE che è una chiamata a chi ha diri o di succedere.
Dopo la delazione vi è l’ACCETTAZIONE.
L'acce azione dell'eredità è un negozio giuridico unilaterale, è una dichiarazione di volontà.
Quest'a o può essere acce ato formalmente in modo espresso a raverso a o pubblico o scri ura
privata auten cata, oppure in modo tacito a raverso un comportamento concludente che non
lascia spazio ad equivoci.
Il periodo compreso tra la delazione e l’acce azione viene chiamato EREDITA’ GIACENTE e
riguarda il periodo in cui l’eredità non ha un tolare. In questo periodo viene nominato un curatore
per la ges one del patrimonio ed un esecutore testamentario incaricato dal de cuius.
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Contra o di compravendita (ar coli 1470/1547 del codice civile)
"la vendita è il contra o che ha per ogge o il trasferimento della proprietà di una cosa o il
trasferimento di un altro diri o verso il corrispe vo di un prezzo."
Si quali ca come contra o a tolo oneroso, perché è prevista la controprestazione che si sostanzia
nel pagamento di un prezzo da parte del compratore.
Il contra o di compravendita non va confuso con la “permuta”, che è il contra o, che ha per
ogge o il reciproco trasferimento della proprietà di cose o di altri diri , da un contraente all’altro
(art. 1552 del codice civile). Quindi, nella compravendita si scambia cosa con denaro; mentre nella
permuta si scambia cosa contro cosa, scambio tra più beni (bara o).
Vi sono casi in cui l'e e o trasla vo, ossia l'acquisto del diri o da parte del compratore, è di erito
a un momento successivo al perfezionamento dell'accordo e l'unico e e o che si determina n
dalla s pula del contra o è il sorgere di una o più obbligazioni in capo al venditore. Si tra a delle
cosidde e "vendite obbligatorie":
• vendita di cose generica
• vendita alterna va: Tizio deve acquistare un bene A e un bene B. Una volta che Tizio e e ua
la scelta di acquistare il bene A e non il bene B il contra o si perfeziona e quindi produce i
propri e e , può avvenire il trasferimento del bene.
• vendita di cosa futura: in questa pologia di vendita non basta il consenso, occorre che il bene
ogge o della vendita, essendo un bene futuro, deve venire ad esistenza.
• vendita di cosa altrui: il venditore Tizio vende al compratore Caio un bene che non è di Tizio,
da questa fa specie di vendita Tizio (venditore) è obbligato a o enere la proprietà di quel
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determinato bene,dal sogge o che ne è il proprietario, per poter trasferire il bene a Caio
(compratore).
In riferimento alla nozione di compravendita, per "cosa" si intende un bene che può essere:
• bene mobile
• bene immobile
• bene mobile registrato
La forma del contra o è di regola libera, nel senso che può anche manifestarsi oralmente o per
comportamen concluden .
In virtù dell'ogge o del contra o di compravendita cambia la forma del contra o. Secondo quanto
è previsto all'art.1350 "i contra che trasferiscono beni immobili (appartamento) o mobile
registra (macchina) devono essere pos in essere per iscri o a pena di nullità.
Cioè devono u lizzare la forma o dell'a o pubblico o della scri ura privata.
A pena di nullità vuol dire che se manca l'a o pubblico o la scri ura privata il contra o è nullo.
L'art.1476 a erma che "il venditore deve garan re al compratore dall'evizione e dai vizi della
cosa". Ciò signi ca che il venditore deve garan re che il bene che viene venduto al compratore non
sia di proprietà di altro sogge o, e quindi che vi sia la possibilità che il compratore abbia una piena
disponibilità di quel determinato bene.
La garanzia per evizione si sostanzia nel fa o che il venditore deve fare acquistare al compratore la
tolarità del bene, questo non potrebbe con gurarsi nel caso in cui il bene ogge o della
compravendita appartenga ad un sogge o terzo.
A norma dell'art. 1490 c.c., il venditore è tenuto a garan re che la cosa venduta sia immune da
vizi che la rendano inidonea all'u lizzo cui è des nata ovvero ne diminuiscano in modo
apprezzabile il valore.
Il vizio può consistere dunque sia in una imperfezione materiale della cosa che incide sulla sua
idoneità ad essere u lizzata sia sulla mancanza di qualità che si concre zza nella carenza dei
requisi di funzionalità, u lità e pregio che la cosa dovrebbe presentare.
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In merito alla garanzia per i vizi della cosa venduta, è bene chiarire che il compratore potrà
reclamare per le vie legali solo quelli che la do rina de nisce "occul ", nel senso che l'acquirente,
al momento della s pula, non solo non ne aveva e e vamente conoscenza, ma non avrebbe
potuto neppure rilevarli u lizzando l'ordinaria diligenza
Nel caso in cui, però, si riesca a dimostrare che il venditore aveva dichiarato che la cosa era priva di
vizi, la garanzia è dovuta per no se i vizi erano facilmente riconoscibili.
I vizi, poi, devono essere giuridicamente rilevan e lo sono solo quelli di gravità su ciente a
rendere il bene inidoneo all'uso a cui è des nato o tali da diminuirne in modo apprezzabile il
valore.
In presenza di vizi che deno no le cara eris che appena descri e, il compratore, ecce o che per i
casi in cui gli usi escludano la risoluzione del contra o (azione redibitoria), potrà scegliere, infa ,
tra quest'ul ma e una proporzionale riduzione del prezzo (azione es matora), fermo restando
l'obbligo del venditore di risarcire al compratore i danni deriva dai vizi della cosa e anche il danno
subito dal medesimo, a meno che non dimostri di avere ignorato senza colpa i vizi della cosa.
Il compratore potrà chiedere la risoluzione del contra o o la riduzione del prezzo entro il termine
di decadenza di 8 giorni.
Es: Tizio compra una borsa ma la cerniera non funzione, non chiude bene. In questo caso la
garanzia per i vizi fa si che Tizio potrà chiedere a sua scelta la risoluzione del contra o e quindi far
si che il contra o si risolva come se non fosse stato s pulato, oppure può chiedere la riduzione del
prezzo, quindi acquista lo stesso il bene ma invece di acquistarlo 100 lo acquista a 50.
Vi è poi un'altra vendita che esula dalla garanzia per i vizi de a vendita "aliud pro alio".
Nella compravendita, per aliud pro alio si intende “quando viene consegnato un bene
completamente diverso da quello pa uito”
Es: io ordino un ferro da s ro ed invece mi arriva un'aspira polvere. In questo caso il bene non è
viziato, non presenta delle imperfezioni, è un bene completamente diverso da quello che si voleva
acquistare.
Questo fa riferimento alla "garanzia di qualità", cioè che la cosa venduta deve anche avere le
qualità promesse e le qualità essenziali per l’uso a cui è des nata.
Se non esistono le qualità si parla di inadempienza contra uale. Il compratore ha diri o, quindi, di
o enere la risoluzione del contra o (annullamento) per inadempimento della controparte.
Una par colare pologia di vendita è quella avente come ogge o i beni di consumo.
La vendita di beni di consumo è un contra o di compravendita che è disciplinato all'interno del
codice del consumo, non dal codice civile.
Questo po di contra o deve essere s pulato tra due sogge :
• il professionista (venditore)
• il consumatore (compratore)
E' da intendersi preliminarmente ai sensi dell'ar colo 128 Codice del Consumo per bene di
consumo qualsiasi bene mobile, anche da assemblare, tranne:
1. i beni che cos tuiscono ogge o di vendita forzata o comunque vendu secondo altre modalità
dalle autorità giudiziarie, anche mediante delega ai notai;
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2. l'acqua e il gas, quando non confeziona per la vendita in un volume delimitato o in quan tà
determinata;
3. l'energia ele rica.
Ai sensi dell’art.1523 del Codice Civile, questa formula regola la vendita di qualcosa, mobile o
immobile, ovvero l’acquisizione del diri o di proprietà condizionato al pagamento dell’intero
prezzo pa uito precedentemente tra le par .
La vendita con riserva di proprietà implica uno speci co a o di vendita in base al quale:
• il bene viene consegnato al compratore al momento della s pula dell’a o
• chi acquista paga il prezzo dell'immobile a rate
• il venditore man ene la proprietà sul bene ogge o del trasferimento no al pagamento
dell’intero prezzo pa uito.
Quindi la cara eris ca di questo po di contra o sta nella possibilità di acquistare un bene
mediante pagamento a rate e goderne da subito.
La proprietà e e va si o ene solo con il pagamento dell’ul ma rata, perciò quando viene
corrisposto interamente il prezzo stabilito.
Se alla scadenza dei pagamen l’acquirente non avrà interamente pagato quanto pa uito, il
venditore avrà il diri o di riprendersi l’immobile e il rela vo possesso tramite la semplice richiesta
di risoluzione del contra o, qualunque cifra avrà pagato no a quel momento l’acquirente.
Il mancato pagamento di una rata, che non superi l’o ava parte del prezzo, non dà luogo alla
risoluzione del contra o.
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