King Lear, william shakespeare
Letteratura Inglese
Università degli Studi di Salerno (UNISA)
3 pag.
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King Lear.
Del king lear si hanno due versioni. la prima è quella in quoto, il cui titolo completo è :
True chronicle history of the life and death of King Lear and his three daughters.
With the unfortunate life of Edgar Sonne and heir to the earl of Gloster, and his sullen and
assumed humor of Tom of Bedlam.
As it was played at Whitehall upon S.Stephens night in the Christmas Holidays.
Questo frontespizio fornisce molte informazioni, la prima riguarda una peculiarità propria di questa
tragedia. Questa è l’unica tragedia di Shakespeare con una doppia trama: Un plot (trama) e un
Sub-plot (sotto trama). La convenzione di avere una trama e una sottotrama era molto diffusa
nelle commedie ma non nelle tragedia. King Lear è l'unica in cui si presenta questo fenomeno.
La prima parte del titolo si rifà alla storia principale, la storia di Lear e sue figlie, la seconda parte si
rifà alla seconda trama, incentrata sulla vita di Edgar e dei suoi figli.
La terza informazione che abbiamo riguarda la messa in scena. Questo testo si riferisce alla
messa in scena del testo davanti al sovrano, nella sera di Santo Stefano nel palazzo di whitehall
nel 1606, la più importante residenza del sovrano d'inghilterra il palazzo che fu poi incendiato alla
fine del seicento.
Questo testo risale al 1608. L’altro testo è quello presente nel first folio del 1623. Le due versioni
del dramma differiscono per i titoli anche. I due testi sono completi ma hanno delle differenze.
Hanno testi integri con differenze meno rilevanti e altri più significative.
In-quarto: omette 110 righe presenti nell'in-folio
In-folio: omette 270 righe, fra cui un'intera scena, presente nel in-quarto. Queste modifiche
sembrano suggerite dalla necessità di accelerare i tempi dell'azione scenica e di riequilibrare la
distribuzione delle parti fra i personaggi per esempio quelle di Goneril e Regan e dei loro mariti, i
duchi di Albany e Cornovaglia. La modifica più sottile riguarda i ruoli dei due personaggi positivi, il
duca di Albany ed Edgar. Contravvenendo alla convenzione che affida al personaggio di rango più
elevato rimasto sulla scena dopo la catastrofe il ruolo di pronunciare l'ultima battuta del dramma,
Shakespeariano la affida a Edgar. A tal proposito scrive Giorgio Melchiori: «Shakespeare anticipa
così il tema delle sue ultime opere, i drammi romanzeschi, che si chiudono sempre con il motivo
della speranza dalla nuova generazione, dai figli perduti e ritrovati, di riscattare un mondo di offerta
e di offerta morte» (G. Melchiori, Shakespeare, Laterza, 1994).
Il testo fu composto fra l'inizio del 1605 e l'autunno del 1606. I
E’ l’ unica tragedia con due plot, il primo riguarda la vicenda di Lear e delle sue figlie. L’ intreccio
secondario è legato al primario con simmetrie, riguarda la vicenda del conte di Gloster e i suoi
due figli Edgar e il figlio illegittimi e malvagio, Edmund. Ciascuna di queste due trame non fu
inventata da shakespeare, lui non inventa trame, attinge a fonti e rielabora, e questo avviene con
tutte le sue opere; possono essere fonti storiche per i drammi storici o fonti letterarie per le altre
tipologie di opere. Qui abbiamo fonti storiche e letterarie, diverse, per le due trame. Shakespeare
modifica anche la grafia del nome di Lear che inizialmente era conosciuto come Leir. E’ un
sovrano, re di britannia, mitico, vissuto nell'ottavo secolo a. C., la cui storia compare in una serie di
fonti.
La prima fonte è Historia Rerum Britanniae (1130 ca.) di Geoffrey Monmouth; la seconda è una
molto vicina a Shakespeare, alla quale egli attinge in maniera massiccia per i drammi storici:
Chronicles di Holinshed (1577) in particolare nel second booke of the historie of england. La storia
di Lear compare anche nel decimo canto del secondo libro di faerie queene di Spencer e nel Mirror
of Magistrates (1559), racconta di racconti sul tema della caduta dei potenti. Nell’edizione del 1574
John Higgins introduce il racconto in versi che si suppone fatto dallo spirito di Cordiale dopo
essersi suicidata in carcere.
Questa storia di Lear nelle fonti ha uno svolgimento diverso rispetto al dramma, Lear dice di
dividere il regno tra le sue figlie, ma chiede a ciascuna delle tre di abdicare e dichiarare il proprio
amore verso il padre. Cordelia si sottrae a questo patto e viene esiliata. Lear in seguito si renderà
conto di aver commesso un grave errore. Il modello del padre delle due sorelle cattive e la sorella
buona è tipico anche della fiaba. Lear si accorgerà di aver commesso un grave errore.
Lear nelle fonti ritorna sul trono ingeklse ,alla sua morte sarà Cordelia a succedergli ma lei verrà
poi spodestata dai nipoti, i figli delle due sorelle malvagie. Questo esito non accade in king lear,
(opera), sono semplicemente le fonti che sopraggiungono.
Siamo ai tempi della Britannia pagana.
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Oltre a queste fonti, una più importante e vicina a shakespeare, e soprattutto più rilevante, è un
drama. Shakespeare non fu il primo, a comporre un play sulla vicenda di King Lear e le sue figlie.
Prima di lui, verso la fine degli anni ‘90 fu rappresentato un dramma minimo, del quale non si sa
l’autore. Il titolo è ‘’the two chronicle history of king leir’’ che però non ha un finale tragico, bensì si
conclude con la restituzione del trono al legittimo sovrano. Il dramma anonimo probabilmente fu
composto a metà degli anni 90 del Cinquecento, e poi pubblicato in stampa nel 1605. E’ un testo
in play in cui si ha una vena tragicomica. Da questo dramma anonimo shakespeare prende i due
personaggi del gentiluomo seguace del re, Perilous, che nel dramma di shakespeare diviene kent,
e del cattivo Kallinger lontano modello del maggiordomo Oswald, complice delle sorelle malvagie e
ne fa i personaggi di raccordo delle due trame. Questo dramma non ha un finale tragico poiché
termina con la restituzione del trono al legittimo sovrano dopo la fuga delle figlie cattive e dei loro
mariti, prevale la vena tragicomica, per cui non è una tragedia propriamente detta.
La prima trama è incentrata sulla storia di un padre con tre figlie, e si basa sull’incapacità di un
padre di comprendere.
La storia parallela riguarda il conte di Gloster, trae spunto dall’ Arcadia di Sidney, (cap. X, libro II)
e i suoi due figli, il figlio buono, legittimo, e quello illegittimo che è il personaggio malvagio del
dramma. Questa trama non fu inventata da Shakespeare. Si narra di due cavalieri erranti, Pyrocles
e Musidorus che incontrano un vecchio cieco accompagnato dal figlio. Il vecchio è un re ingannato
dal figlio bastardo, Plexirus, e in seguito a questo inganno esilia il figlio legittimo salvo poi essere
scacciato dal figlio malvagio. Al termine della storia il figlio legittimo, aiutato dai due cavalieri,
sconfigge le forze del fratello malvagio mentre il re muore dopo aver incoronato il figlio che aveva
disconosciuto. Il figlio, una volta divenuto re, si riconcilia con il fratello malvagio.
Abbiamo un padre incapace di comprendere la natura dei propri figli e, la natura delle loro azioni. Il
parallelismo tra le due trame è evidente, shakespeare riprese questa storia cambiando nomi ai
personaggi: nell'arcadia i nomi sono latini, shakespeare, ambientò la storia in inghilterra, quindi
introduce nomi inglesi.
Vi è una gamma molto ampia di fonti a cui attinge il poeta per costruire una delle più grandi
tragedie tra le sue. I romantici la ritenevano irrappresentabile, fino al 1834 è stato rappresentato in
una forma che non è quella che il testo propone. L’esito tragico fu modificato.
Shake riprende queste fonti ma introduce una serie di novità fondamentali:
la prima riguarda la follia di Lear che coincide con la tempesta. Ad un certo punto lear
impazzisce e questo motivo della sua follia è totalmente assente nelle fonti. La tempesta
nel Leir aveva una presenza marginale e svolgeva una funzione di ammonimento celeste a
un sicario. Nel caso di King lear la tempesta ha valenza metaforica fondamentale, ed è
motivo intrecciato con la follia di Lear, è una proiezione su piano cosmico della follia del re.
La scena della follia e della tempesta è il nucleo centrale del dramma. Con la follia
possiamo far riferimento al personaggio del buffone di corte nel king lear (full), il quale si
carica di valenze più complesse, è un personaggio che ricorre nelle commedie di
shakespeare, è una tipologia che si evolve all'interno delle diverse opere e qui in relazione
al tema di follia di lear ha un ruolo centrale e soprattutto è personaggio che viene anche
posto in relazione con Cordelia. In realtà il full compare in scena quando cordelia scompare
e viceversa, il che fa sì che il suo ruolo in epoca elisabettiana ma anche dopo, evidenzi
questa relazione tra il full e la follia. Relazione che si evidenzia attraendo due ruoli a uno
stesso attore, reso possibile dal fatto che i due personaggi non sono mai contemporanei
sulla scena. Sara lo stesso Lear in una battuta a sottolineare la relazione tra le due figure.
Un’ altra differenza fondamentale riguarda l’esito diverso dalle fonti. Abbiamo un’ esito
tragico; "mostrando un universo (nelle sue tre componenti, macrocosmo, body politic ossia
struttura socio-politica e microcosmo umano) totalmente nelle sconvolto, Shakespeare non
vuole rappresentare un momento, una fase di turbamento dell'ordine socialmente
accettato, che sarà alla fine saņato con la sua restaurazione, ma piuttosto chiamarlo in
causa, mostrarne le contraddizioni interne, l'ambiguità e l'inconsistenza seņza proporre
soluzioni di ricambio e senza volerne un ingannevole continuazione" (Giorgio Melchiori).
Si tratta di un testo dove tutti i sistemi di valori politici e religiosi sono messi in discussione, è un
testo in cui non si ha alcuna traccia dell’ ottimismo umanistico che guarda all'uomo come centro
della creazione e dell’universo, artefice del proprio destino. L'essere umano ha perso la centralità,
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anche in conseguenza dell'affermarsi di una visione dell’universo che non è più quella aristotelico-
tolemaica secondo cui la terra è al centro dell’universo e tutti gli altri pianeti vi girano intorno, ma si
passa alla visione copernicana. Questo mutamento di paradigma si traduce su molti piani: è un
universo senza più un centro quello che si rappresenta.
Un altro elemento significativo del king lear è che si tratta di un’opera che per tre quarti è scritta in
blank verse e per un quarto in prosa. Anche in questo caso troviamo la convenzione che vuole che
i personaggi di rango basso parlino in prosa e quelli alto rango parlano in versi, ma una delle
battute più importanti del dramma pronunciate da re Lear è in prosa e non in versi, è una gerarchia
prosa- versi in un testo che ci parla di sovvertimento di ogni paradigma, e in cui anche la gerarchia
prosa- versi alla fine si sovverte.
Il testo ha una struttura concentrica in cui il centro è rappresentato dall’invettiva di Lear durante la
tempesta, intorno alla quale si dispongono le varie sequenze sceniche. Abbiamo in tutto cinque
sequenze, di cui la terza (che comprende l’invettiva di Lear) costituisce la centrale.
La sequenza centrale comprende il secondo, terzo e quarto atto dal punto di vista del tempo;
comprende trenta ore dalla tarda notte di un giorno all'alba di due giorni dopo. Abbiamo una forte
compressione del tempo nella prima parte e una quasi coincidente durata scenica in cui i fatti si
svolgono, nell'altra.
I luoghi in cui si svolge la sequenza centrale sono interni al castello di Gloster, davanti e dentro al
castello si consumano le due tragedie fondamentali di gloster e lear stesso.
sequenza centrale (atti ll-II e IV, 40,5% del totale) ha una durata reale di circa 30 ore, dalla tarda
notte di un giorno all'alba di due giorni dopo, con una forte compressione nella prima parte (atto II
) e una quasi coincidenza fra durata scenica e «reale» nel resto. I luoghi, con alternanza di interni
ed esterni, sono ravvicinati, attorno al castello di Gloucester. In tale spazio, davanti o dentro al
castello, nel granaio e nella brughiera, si consumano e integrano le tragedie di Lear e Gloucester.
Prima e dopo questo imponente blocco centrale vi sono 4 sequenze.
La prima (1.1-2) con durata reale di mezza giornata ha funzione di protasi, introducendo
separatamente le due vicende parallele di cui si sostanzia la tragedia, quella di Lear e quella di
Gloucester.
La seconda (I.3-4), segna uno stacco temporale rispetto alla precedente. Si svolge tutta in una
sera in un unico luogo, il castello di Goneril. La sequenza porta avanti la vicenda di Lear che
scopre la vera natura delle figlie ingrate.
La terza sequenza, sequenza in precedenza, si apre con uno stacco temporale di poco più di 24
ore e riprende, almeno inizialmente, la storia di Gloucester. Si chiude lasciando sia Lear folle
scortato da Kent, sia Gloucester, cieco e scortato da Edgar travestito.
La quarta sequenza (IV.2-6) è caratterizzata da rapidi spostamenti e dall'impossibilità di definire i
tempi reali. I suoi primi quattro brevi segmenti fanno gruppo a sé: i due centrali (IV.3-4) segnano il
ritorno di Cordelia presentando il nuovo luogo dell'azione, il territorio occupato dalle forze di lei
presso Dover. Essi sono incorniciati da altri due episodi (IV.2 e IV.5) che richiamano il castello di
Goneril e quello di Gloucester.
Il quinto segmento (IV.6), che dura più degli altri quattro messi insieme, si apre con il più
formidabile trompe l'oeil verbale del teatro di tutti i tempi: la descrizione di Edgar al altro cieco
Gloucester della immaginaria scogliera dalla quale dovrebbe gettarsi; e prosegue presentando
Gloucester e Lear nella desolata terra di nessuno fra i due eserciti. E' qui che il loro incontro
diventa identificazione totale.
La quinta sequenza (IV.7 e V) corrisponde a una sola giornata e l'unità di luogo è mantenuta. E'
nella terra di nessuno che avviene dapprima il risveglio di Lear dalla follia in un'atmosfera di
incanto musicale (IV.7), cui si contrappone subito dopo il fragore delle armi (V.1-2) e poi la strage
finale ( V.3): la singolar tenzone tra Edgar e Edmund ripropone un rituale cavalleresco che non ha
più senso in questo contesto di violenza - ecco la rivalità fra le sorelle malvagie che cadavere di
Cordelia danno la morte a vicenda, e il susseguirsi degli annunci luttuosi , fino all'ingresso di Lear
con il cadavere di cordelia
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