UNITÀ 3
I GENERI LETTERARI
Sia per il lettore che per lo scrittore, è necessario che un’opera venga collocata in un genere
o un sottogenere perché aiutano lo scrittore a seguire uno stile, la forma attraverso
convenzioni e allo stesso tempo aiutano anche il lettore a orientarsi in base alle proprie
esigenze.
LE CONVENZIONI
Non sono regole fisse, sono regole evolute nel corso della storia, perché ogni epoca ha
avuto il proprio stile di scrittura, la propria visione della realtà; infatti gli scrittori molte volte si
sono opposti a generi rigidi e hanno cambiato i parametri, le caratteristiche peculiari di
scrittura, contribuendo all’evoluzione del genere stesso. Esse definiscono l’identità dell’opera
e del genere aiutano a comunicare efficacemente con il pubblico .
IL GÉNÈRE LETTERARIO
È una combinazione tra forma (struttura Cioè la lunghezza , la divisione in atti, lo stile)
contenuto (temi , trama ,personaggi )può essere definito una categoria della scrittura
letteraria;
E’ caratterizzato da fattori determinati da un contesto storico, che ne determinano la forma
letteraria , la peculiarità di scrittura, i modelli di riferimento.
Nell’antichità ogni genere aveva un determinato stile e forma e contenuto non erano
separati; c’era un’unione rigida tanto che per ciascun genere veniva definito il tipo di
protagonista, i personaggi, tutto inserito in un preciso stile.
Infatti :
LA ROTA VERGILII O DOTTRINA DI STILE
Èra una Concezione letteraria che nacque nel corso del medioevo, si riferisce a una struttura
narrativa ciclica ispirata alle opere di Virgilio graficamente rappresentata con cerchi
concentrici tripartiti, dove sono rappresentati tre livelli stilistici diversi: semplice, medio,
elevato )gravis stylus, mediocris stylus, humilis’stylus) cui Il letterato deve attenersi.
Questa dottrina corrisponderebbe alle tre opere di Virgilio letterato latino: Bucoliche (umilis
stilus), georgiche (mediocris stylus) , Eneide (stile elevato).
GRAVIS STYLUS
Era uno stile in cui personaggi appartenevano a classi sociali alte: eroi, principi, cavalieri,
nobili.
Gli strumenti erano cavalli, spade, armature.
L’ambienti erano: la città, luoghi importanti come fortezze abbazie.
MEDIOCRIS STYLUS
È uno stile in cui troviamo personaggi agricoli (contadini, )con strumenti come aratro, alberi
da frutto. L’ambientazione è agricola (campi).
HUMILIS STYLUS
In questo stile i protagonisti sono pastori oziosi, vagabondi, sono personaggi che parlano dei
loro problemi e amori quando sono nei pascoli nei campi .
É Grazie a questa tripartizione che sopravvive da secoli la distinzione dei generi.
la dottrina degli stili trovò la sua massima applicazione con Dante nella Divina Commedia.
POEMA EPICO
(epica=racconto , narrazione).
È un componimento letterario in versi che narra le gesta storiche o leggendarie di un eroi o
di un popolo.
Mescola poesia e racconto con uno stile elevato
Inizialmente questi racconti erano tramandati nelle corti, pian piano si sentì la necessità di
trascriverli per mantenerli vivi nella memoria futura. Il primo grande autore dell’epica fu
Omero con la sua Iliade e Odissea poemi greci , poi Virgilio con l’Eneide le gesta di Enea.
Un poema epico è spesso scritto in versi con ritmo e e metro a specifici . Il verso più antico
usato nel poema epico è l’esametro dattilico prediletto da Virgilio.
L’ esametro è un verso greco latino formato da sei piedi ( gruppi di Versi) che permetteva
una narrazione lunga e continua, articolata e variata. Fu usato nell’ eneide nell’ odissea
Fin dal 400 i poeti tentarono di imitarlo con la poesia epica
IL POEMA DIDASCALICO
È un genere letterario che ha come scopo principale di divulgare conoscenze tecnico
scientifiche, religiose o filosofiche attraverso la poesia.
Il poema didascalico divenne esempio di raffinatezza formale grazie alla sua struttura, e
contenuti.
Il contenuto didattico é presentato in forma poetica utilizzando spesso versi e figure
retoriche.
Un esempio lo è Il de Rerum natura di Lucrezio tra le opere più significative di Lucrezio caro
(parla della peste di Atene) composto da sei libri perfettamente divisi.espone la teoria
atomica
DISTINZIONE TRA POESIA E PROSA
Prima di fare un’analisi tra i vari generi letterari attraverso le loro forme metriche e contenuti
è importanti fare una distinzione tra poesia e prosa ;
Una distinzione che ha radici antiche; gli antichi parlavano di Oratio ligata per la poesia con
un discorso legato a regole metriche , ritmiche strutturata in versi e strofe con un Linguaggio
più elaborato e di Oratio soluta per la prosa con un discorso libero non vincolato da rigidi
schemi con un linguaggio più naturale vicino al parlato . Spesso strutturata con capitoli , o
paragrafi .
Ad esempio un sonetto Petrarchesco è poesia perché segue una metrica precisa, mentre
una novella del Decameron è prosa .
Tuttavia questa distinzione non è assoluta, non basta che un testo sia scritto in versi per
essere considerato poesia, ne che un testo in prosa sia privo di valore poetico.
Può variare a secondo dello stile dell’autore . As esempio Alcune opere di prosa possono
avere un linguaggio o stile poetico .
il problema si complicò quando si introdusse il concetto di narrativa ; che può essere
presentata sia in prosa che in poesia ;
cioè un racconto di una storia con un protagonista che attraversa un cambiamento.
La narrativa può essere espressa in modo diverso a secondo dello stile , della struttura
utilizzata .
Molti teorici come Lévi Strauss, hanno dimostrato che anche opere in versi come l’Eneide,
Divina Commedia sono in realtà testi narrativi.
Allo stesso modo esistono testi scritti in prosa che con uso di un linguaggio ritmico e
possono essere considerati prosa poetica.
Tutto ciò dimostra che la classificazione dei generi letterari è complessa.
Prosa e poesia non sono categorie sempre separati e lo stesso vale per i generi letterari.
La letteratura è fatta di continue trasformazioni, influenze reciproche, superamenti di regole
tradizionali.
La classificazione dei generi letterari: teoria e storia
Maria corti e stata una studiosa italiana di letteratura e teoria letterari :
nel suo libro principi della comunicazione letteraria affronta il problema della classificazione
dei generi letterari e sottolinea quanto sia complesso trovare un sistema valido per ogni
epoca e cultura.
I generi letterari si evolvono nel tempo e possono assumere forme diverse in contesti
culturali diversi .
Per lei esistono due approcci alla classificazione dei generi letterari:
1. Approccio astratto e deduttivo: parte dall’analisi dei testi letterari e dalle loro
caratteristiche specifiche ; individua caratteristiche indipendenti dal tempo , si basano su
aspetti formali e contenutistici.(es. Tragedia, sonetto).
2. Approccio storico e induttivo osserva l ‘evoluzione di genere nella storia letteraria.
Entrambe però incontrano difficoltà in quanto le opere letterarie spesso sfuggono a
definizioni rigide , specialmente a partire dal Novecento, quando la libertà espressiva e la
volontà di rompere le regole tradizionali portano alla frantumazione dei generi. Per questo
motivo, alcuni critici (come Northrop Frye) propongono di parlare non più di generi, ma di
modi letterari: categorie meno rigide, basate non solo sulla forma, ma anche sul contenuto,
sui temi e sulle strategie narrative e rappresentative. In ogni caso, resta essenziale la
relazione tra forma e contenuto: cioè tra ciò che si racconta e come lo si racconta. Inoltre, è
fondamentale considerare il fattore temporale, cioè il rapporto tra un autore e la tradizione
letteraria da cui proviene . Maria Corti sottolinea che il vero scrittore è colui che rompe con la
tradizione ma, allo stesso tempo, la rinnova.
La letteratura, però, si fonda comunque su convenzioni, anche se gli scrittori possono
ignorarle o trasformarle.
Infine, per classificare correttamente i generi letterari, bisogna tener conto della loro
evoluzione storica.
- Alla poesia lirica (oratio ligata) appartengono generi come la canzone, il sonetto, il
madrigale, l’egloga, ecc.
- Alla poesia narrativa (e poi alla prosa) appartengono il poema epico, cavalleresco, sacro, il
poemetto, la romanza, la novella, il romanzo e il dialogo.
- La poesia didascalica è un genere autonomo con radici antiche, volto all’insegnamento e
alla trasmissione di valori morali, civili, filosofici e politici.
- La poesia drammatica, invece, è destinata alla rappresentazione scenica e si basa su
dialoghi, includendo forme come commedia, tragedia, pastorale, sacra rappresentazione,
satira e farsa. Esistono poi generi , al confine tra prosa, poesia e altre arti, come il
melodramma nato nel Settecento.
I GENERI
Si distinguono in base al loro Fine , alla loro strategia rappresentativa , alla situazione di
comunicazione alla ricezione a cui sono destinati:
- La poesia lirica nasce per essere ballata cantata, accompagnata dalla musica;
- La poesia narrativa è un genere che nasce per essere il letto, ascoltato, raccontato;
- La poesia drammatica, nasce per essere rappresentata, quindi necessita di essere messa
in scena per completare la scrittura.
- La poesia didascalica, di grande tradizione antica, è un genere a sé stante, volta
all’insegnamento, alla didattica.
LA POESIA LIRICA
La poesia lirica e un genere letterario che si concentra sui sentimenti sull’emozioni personali
( l’amore è un tema comune ,anche la natura )nasce come poesia cantata, strettamente
legata alla musica, con particolare attenzione alla metrica, rime, assonanze e consonanze.
Petrarca e il Leopardi sono noti per la poesia lirica
In Italia, le forme principali sono la canzone e il sonetto.
• La CANZONE deriva dalla lirica provenzale FRANCESE (canso) e presenta
una forte ritmica e musicalità. Può avere un struttura fissa o libera con atroce e ritornelli . In
genere è formata da più stanze(5/6) che sono sezioni di versi con una struttura specifica :
- fronte è la prima parte della stanza , divisa a sua volta in due piedi ( gruppi di versi ) due
terzine o quartine con identica o simile struttura ritmica )introduce il tema o la Storia
- sirma la seconda parte della stanza, divisa a sua volta in due volte. E la seconda parte
della canzone sviluppa il tema introdotto nel fronte
- A dividere o unire fronte e Sirna c’era la Chiave spesso costituita da un ritornello o da un
verso unico che si ripete .
- La canzone conclude con un congedo, raggruppamento di versi , una strofa finale
solitamente riprendeva la struttura della sirma riassumeva la storia il tema può contenere un
messaggio , una riflessione .
- Dante considerò la canzone la forma suprema della poesia volgare e ne definì la struttura,
( canzoni presenti mela VITA NOVA storia di Beatrice )
- Petrarca porto a modello di perfezione la forma della canzone, una struttura più definita
un linguaggio più raffinato soprattutto nel canzoniere chiamata canzone petrarchesca
modello di riferimento della poesia .
- Col tempo, la struttura della canzone fu modificata, si allontana dalle rigide forme
tradizionali fino ad arrivare alla canzone libera di Leopardi, con stanze metricamente diverse
tra loro.
Dalla canzone derivano altre forme di componimenti lirici :
• la Stanza isolata: usata per poesie occasionali o scambi poetici. Una strofa
che può essere indipendente o
Parte di un componimento
• la Sestina lirica: usata da Dante e Petrarca, una forma poetica di sei strofe di
sei verso ciascuna con un ordine di Rime.
Il primo modello di Sestina lirica fu di ARNAUT DANIEL PROPOSE UNA STROFA
composta da sei strofe con 6 versi ciascuna Il primo Epta sillabò gli altri 5 decasillabi)
la sua caratterista era la ripetizione di parole infatti
Tra una stanza e l’altra c erano parole - rime ,che si ripetevano
secondo uno schema fisso , sempre alla fine di ogni verso
Il componimento si andava a chiudere con una tornata che ripeteva le parole -rima
dell’ultima strofa.
Ha influenzato la poesia medioevali e rinascimentale .
Fu praticata molto tra i moderni come Giosuè Carducci.
• la Terzina lirica: era una versione ridotta della sestina, con tre versi spesso
con legame tematico tra le terzine .
Fu molto praticata nel quattrocento, ma non ebbe la stessa fortuna della Sistina e tantomeno
della canzone .
IL SONETTO
Il sonetto è il componimento lirico di maggior successo nella letteratura italiana, deriva dalla
canzone ma ha una struttura più breve e rigida.
Fu Jacopo da Lentini a definirne la forma: 14 endecasillabi, suddivisi in due quartine (la
fronte) con 8 versi OTTETTO e due terzine (la sirma)con 6 versi SESTETTO , con schema
metrico originario ABAB ABAB CDE CDE o CDC CDC. Gli stilnovisti preferirono lo schema
ABBA ABBA per le quartine.
Il sonetto venne adottato e regolato nel Cinquecento da Pietro Bembo, che nelle Prose della
volgar lingua si ispirò a quello del Petrarca, pur introducendo innovazioni nei temi e nei toni.
Un esempio è il sonetto d’apertura delle Rime di Bembo, che riprende per struttura e
funzione il sonettò che apre l’opera nel canzoniere del Petrarca anche se si differenziò nei
contenuti.
Il sonetto quindi si divide in ottava (o ottetto) e sestina (o sestetto), ma oggi, si preferisce
usare i termini fronte e sirma, come nella canzone, per sottolinearne la strutturale.
Il sonetto, pur nato da un modello fisso, ha conosciuto molteplici varianti.
Dopo quello di Jacopo da Lentini, già nel Trecento si contavano almeno 16 tipi di sonetto,.
Tra i principali:
• Sonetto semplice o cruciatus: praticato dagli stilnovisti con lo schema ABBA ABBA
• Sonetto dimidiato: con lo schema originale di Jacopo da Lentini (ABAB ABAB).
• Sonetto continuo: le rime dell’ottava (quartine )continuano nelle terzine.
• Sonetto ritornellato: con uno o due versi in rima aggiunti alla fine. • Sonetto
caudato (versione antica): con brevi versi inseriti tra le parti del sonetto.
• Sonetto rafforzato di Guittone d’Arezzo con versi settenari in rima baciata dopo ogni
verso dispari dell’ottava e dei primi due della sirma.
• Sonetto caudato (moderno): un classico sonetto con una coda di tre versi (un
settenario in rima e un distico di endocasillabi a rima baciata). Usato in poesia comica.
• Sonetto minore o minimo
il sonetto minore Utilizza versi settenari quando il sonetto prevede versi ancora più brevi
come quinari si chiama sonetto minimo
LA BALLATA
La ballata è un genere poetico di origine provenzale e popolare, nato per essere cantato
durante i balli. Possiede una scarsa struttura metrica dovuta al fatto che essendo cantata
durante i balli era difficile un controllo metrico.
La ballata antica aveva una struttura non fissa ma presentava un ritornello iniziale (detto
ripresa), che si ripeteva alla fine di ogni stanza, dando musicalità ai canti popolari .
I versi usati erano spesso settenari, più adatti al ritmo della danza. Le ballate si distinguono
per il numero di versi nel ritornello:
• Ballata grande: è quando il ritornello iniziale ha quattro 4 versi
• Ballata mezzana: il Ritornello iniziale ha 2 versi
• Ballata minima: ha 1 verso
la ballata evolve nella forma di canzonetta e viene ripresa in epoca moderna da poeti come
Carducci, Pascoli e D’Annunzio.
La struttura della ballata fu usata nei CANTI CARNASCIALESCHI con temi osceni o comici,
recitati durante il carnevale fiorentino tra il XV e il XVI secolo.
La ballata fu adattata anche nei Trionfi con temi mitologici o per descrivere scene e
personaggi allegorici Esempio:
“Canzona di Bacco” di Lorenzo de’ Medici.
IL MADRIGALE
Il madrigale è una forma di poesia lirica breve, nata per essere musicata a più voci. È più
corto del sonetto e si basa principalmente su terzine (strofe di tre versi), generalmente in
endecasillabi, seguite da un distico finale.
Tra gli esempi di madrigale più antico , ci sono quattro presenti nel Canzoniere di Petrarca.
Il madrigale è legato a temi amorosi e idillici e ha una struttura abbastanza regolare.
Nel Cinquecento, il madrigale subisce un’evoluzione: non è più necessariamente musicato,
e cambia anche nella forma più letteraria
Il madrigale cinquecentesco cambia la metrica si preferisce l’uso del settenario (verso più
breve e musicale), si fa ancora più corto (massimo dodici versi) e presenta una struttura
metrica più libera.Questa forma fu molto praticata da poeti come Tasso, Ariosto e
Michelangelo.
LA POESIA NARRATIVA
La poesia, fin dalle origini, non si è limitata alla forma lirica e musicale, ma si è espressa
anche attraverso forme metriche non liriche, più adatte alla narrazione, alla didattica e al
teatro.
Tra queste si trovano la lassa, il distico, il , la sesta rima, la terza rima e l’ottava rima.
* la lassa è un tipo strofa usata nella poesia epica e nella poesia medievale francese,.non
ha una struttura strofica fissa.
É formata da versi di uguale misura (decasillabi o alessandrini) legati da assonanze o
rime. E la forma in cui furono scritti i primi testi in Volgare in Italia .
* Il distico é a rima baciata, è d’origine francese, è formato da settenari . E’ tipico della
poesia didattica e narrativa. Venne riprese nel teatro del settecento come Goldoni.
Tra le forme non liriche e più tipicamente italiane della poesia narrativa sono però la terza
rima e l’ottava rima.
* La terza rima (o capitolo ternario) fu resa celebre da Dante nella Divina Commedia e poi da
Petrarca nei Trionfi. E’ caratterizzata da 3 versi endecasillabi in rima intrecciata ABA BCB
CDC….Usata per la poesia didascalica , allegorica .
Nel corso del tempo, la terza rima divenne sempre più frequente nella satira un genere che
ebbe grande fortuna tra Cinque e seicento .
Anche in epoca moderna, autori come Pascoli (Primi poemetti, Poemetti conviviali) e
Pasolini (Le ceneri di Gramsci) hanno fatto uso della terza rima.
* L’ottava rima
È considerata il metro per eccellenza della poesia narrativa, Offre una melodia armoniosa .
Si compone di otto versi endecasillabi di cui i primi 6 in rima alternata e gli ultimi 2 in rima
baciata , schema ABABABCC.
Ogni strofa è autonoma ,anche se tutte rispettano lo stesso schema.
È chiamata anche ottava narrativa ed è usata per tutti i tipi di poesia discorsiva (epica,
cavalleresca, sacra, mitologica, eroicomica…).
Usata da Ludovico Ariosto ( orlando il furioso )Boccaccio nel Filostrato , da Boiardo nell
Orlando.
Fu usata anche nella versificazione teatrale, grazie al suo andamento fluido e narrativo.
DAL VERSO ALLA PROSA : nascita del ROMANZO
La parola romanzo deriva dal francese antico romans.
È il genere letterario più diffuso in prosa .
Il termine indicava le prime opere letterarie in lingua d’oïl di argomento cavalleresco, in
quanto era la forma per eccellenza della nuova lingua romanza.
Già nel XIII secolo comparvero romanzi in prosa, spesso traduzioni dei testi francesi, come
la Tavola Ritonda.
Tra Quattrocento e Cinquecento, il termine “romanzo” indicava il poema cavalleresco, ma
con la crisi di questo genere assunse il significato di narrazione ampia in prosa e di vario
contenuto.
Dal Seicento al Novecento, il romanzo si è sviluppato in molteplici direzioni:
- da quello avventuroso e satirico del Seicento (Don Chisciotte di Cervantes, considerato il
primo romanzo moderno), ai romanzi di analisi sociale del ‘ 700 , ai romanzi storici
dell’Ottocento ad esempio I Promessi Sposi di Manzoni), fino alle numerose forme del
romanzo nel Novecento.
LA NOVELLA
É uno dei generi narrativi più importanti ma brevi , esisteva già nel Duecento ma non fu
chiamata così fino al 300
Nasce dalla letteratura didattica e dalle fiabe popolari di tradizione orale. Fa da testimone il
Novellino del fine Duecento, raccolta di novelle di vario genere .
Con il Decameron nel 300 diventa un vero e proprio Genere letterario.
Una caratteristica nella prosa presente nella novella, è l’uso del dialogo diretto, che
permette all’autore di guidare il lettore verso un lucido ragionamento.
Il dialogo come forma letteraria nasce dalla dialettica filosofica permise di presentare
opinioni, prospettive diversi e soprattutto dar voce a svariati argomenti.
Il discorso sul dialogo introduce la poesia drammatica, cioè testi pensati per essere recitati,
messi in scena: tragedia, commedia, dramma pastorale, sacre rappresentazioni .
LA POESIA DRAMMATICA
LA TRAGEDIA E LA COMMEDIA
La poesia drammatica comprende tutte quelle opere letterarie che nascono per essere
rappresentate a teatro.
Fin dall’antichità, i due generi principali della poesia drammatica sono stati la TRAGEDIA e
la COMMEDIA considerati due opposti: la tragedia legata al pianto, alla serietà, alla
riflessione, mentre la commedia al riso, al divertimento, alla leggerezza.
Questa distinzione, ha fatto sì che le due forme teatrali si sviluppassero parallelamente ma
seguendo percorsi differenti.
LA TRAGEDIA
LA CONOSCENZA dei generi teatrali è stato data dal filosofo greco Aristotele, che nel suo
LIBRO Poetica ha analizzato la tragedia (e in parte l’epopea) e ha fornito le basi teoriche sul
teatro.
Aristotele affermava che tutta l’arte era un’imitazione della realtà, che in greco si chiama
mimesis.
Ma ogni arte può cambiare il mezzo usato (come il suono nella musica o la parola nel
teatro), può cambiare l’oggetto rappresentato (persone nobili o persone comuni), può
cambiare il modo in cui si rappresenta.
É Così che la tragedia e la commedia si distinguono proprio per l’oggetto della
rappresentazione:
- la tragedia mette in scena personaggi migliori dell’uomo comune, persone nobili e
valorose; -la commedia, invece, rappresenta persone peggiori, con uno stile basso e punta a
ridicolizzare .
Secondo Aristotele, la tragedia si compone di sei elementi fondamentali:
•lo spettacolo,
•la musica,
•il linguaggio (cioè l’elocuzione),
•i personaggi,
•il contenuto del pensiero ,
•il racconto, cioè la trama.
Tra questi, quelli più importanti sono il racconto e i personaggi, perché sono quelli che
distinguono di più la tragedia dalla commedia.
La struttura interna della tragedia prevede una suddivisione precisa :
* il prologo, che introduce la tragedia ;
* la parodo, che è il primo canto del coro;
* gli episodi, cioè le scene tra un canto e l’altro dove si svolgono i dialoghi , le vicende ;
* l’esodo, che è la parte finale senza coro ;
* i canti corali , che si dividono in parodo( Coro iniziale),stasimo (canto di chiusura )e
commo.
* La tragedia inoltre deve rispettare le famose tre unità aristoteliche:
* unità di luogo : l ´azione che coinvolge i protagonisti deve avvenire nello stesso luogo ;
* unità di tempo : la vicenda si deve svolgere nell’arco di una sola giornata;
* Unità d’azione : ci deve essere una sola vicenda centrale, senza trame secondarie.
La trama può essere semplice o complessa;
* trama semplice racconta un cambiamento, ad esempio da felicità a infelicità, senza troppi
colpi di scena. Si arriva al mutamento tipico della tragedia con la catarsi cioè la purificazione
dell’anima.
* Trama complessa è formata da più episodi che contengono elementi di cambiamento
improvviso nella situazione (perizia )o di riconoscimento quando un personaggio scopre
qualcosa e cambia radicalmente il suo modo di vedere le cose.
* In entrambi i casi, però, il racconto deve sempre credibile.
I PERSONAGGI anche
devono seguire delle regole precise: nella tragedia sono persone nobili, elevate.
LA COMMEDIA
La commedia: evoluzione, struttura e caratteristiche
È un componimento teatrale, Caratterizzato da argomento comici
A differenza della tragedia, la commedia non ha mai avuto una vera e propria codificazione
di genere . Si sapeva solo, da Aristotele, che imitava “i peggiori” (cioè personaggi inferiori
rispetto alla realtà).
La commedia aveva molta libertà espressiva , una libertà che Comunque doveva essere
sempre Giustificata venivano controllate le storie , i personaggi che si rappresentavano di
questo genere, considerato “basso” .
Soprattutto durante la Controriforma la chiesa controllava con severità i contenuti teatrali .
Nonostante questa libertà, anche la commedia fu riconosciuta come mezzo utile alla società:
così come la tragedia mirava alla catarsi (purificazione attraverso paura e pietà), la
commedia aveva lo scopo di condannare i vizi attraverso il riso, la derisione esattamente
come la satira.
La commedia regolata del Cinquecento o rinascimentale
Nacque a Roma tra il 1524 e il 1525, si tratta di un modello teatrale in lingua volgare, in
prosa, con una struttura divisa in cinque atti in sequenze alternate negative -positive
.(struttura aristotelica )
Il testo della commedia era scritto non improvvisato .( es la mandragola di Machiavelli)
All’inizio la commedia si apre con un prologo, in cui l’autore esprime la sua poetica , anticipa
le critiche o fa battute sull’occasione per cui la commedia è stata scritta.
* Il 1 atto présenta ruoli dei personaggi i fatti della vicenda ,
* Nel 2 e 3 atto la vicenda si complica alla ricerca di una soluzione del problema
* Nel 4 la commedia sembra portare a una soluzione negativa;
* ma nel 5 atto arriva un colpo di scena che porta a una conclusione felice della storia .
* Anche i personaggi sono tipici e fissi: l’amante ingenuo, il vecchio sciocco, il frate furbo, il
parassita.
* Alcuni autori, come Ariosto, scrissero versioni delle loro commedie sia in prosa che in
versi, mostrando la flessibilità del genere
*
* LA COMMEDIA DELL ‘ ARTE
* Nasce contemporaneamente alla commedia regolata. E un genere teatrale italiano
* è una forma di teatro improvvisato, cioè non scritto recitato ;
* Gli attori usano la tecnica del canovaccio, cui sotto la guida di un capocomico gli attori
improvvisano le battute e le azioni .
* Usano maschere e personaggi come Arlecchino, Pantalone, Colombina e grazie alla loro
abilità riescono a creare spettacoli molto dinamici e popolari .
* Con questa tecnica del canovaccio gli attori potevano sentirsi liberi di dire ciò che volevano
e per la prima volta a teatro entra la donna in scena .
* Questo teatro, più libero e vivo, metterà in crisi il modello della commedia regolata perché
non seguiva uno schema fisso , non era in prosa letteraria , puntava sulla comicità
improvvisata e l’interazione con il Pubblico .
*
* Nascita di nuovi generi :
* IL DRAMMA PASTORALE é un nuovo genere teatrale che esplora la vita e le emozioni di
pastori , di contadini , di figure rurali spesso un ambiente
* idilliaco. È un genere autonomo per tematiche amorose , naturali , semplici .( l Aminta di
Torquato tasso )
* I CORI ANTICHI diventano intermezzi musicali e poi veri e propri spettacoli autonomi
svincolati dalla trama .erano rappresentati da gruppi di persone che cantavano e danzavano
insieme .
* L’elemento musicale si sviluppa sempre di più, fino a portare alla nascita del
MELODRAMMA , un genere nuovo che unisce musica, canto e recitazione per raccontare
una storia quello che oggi conosciamo come opera lirica .
Conclusione: perché studiare i generi?
La storia dei generi letterari, come quella della commedia e della tragedia, è molto
complessa e non può essere ridotta a regole semplici. Studiare un testo teatrale richiede
sempre:
• Contestualizzare il genere, cioè capire se si tratta di tragedia, commedia,
dramma, ecc.;
• Valutare se segue o rompe le regole del canone;
• Analizzare contenuto e forma, legandoli all’epoca e alla poetica dell’autore.
In altre parole, capire un testo teatrale significa anche riflettere sul suo rapporto con i modelli
precedenti, sulla sua adesione o rottura con la tradizione, e sul concetto stesso di “classico”:
ciò che viene riconosciuto come esempio da seguire ma che, a volte, è bello anche proprio
quando viene superato
Infine, nel corso del tempo, il teatro si arricchisce di nuovi generi.
- [ ] In conclusione, la storia della poesia drammatica è complessa e ricca di trasformazioni.
Per capire davvero un’opera teatrale (o qualsiasi altro testo), non basta guardare solo la
trama: bisogna contestualizzare, cioè capire quando è stata scritta, a quale genere
appartiene, quali regole segue o infrange. Solo così si può fare una vera analisi, tenendo
conto anche del concetto di canone letterario, cioè dei m.
La commedia: evoluzione, struttura e caratteristiche
A differenza della tragedia, la commedia non ha mai avuto una codificazione teorica rigida.
Si sapeva solo, da Aristotele, che imitava “i peggiori” (cioè personaggi inferiori rispetto alla
realtà). Questo lasciò molto spazio alla sperimentazione, ma al contempo rese necessaria
una giustificazione morale per questo genere, considerato “basso” e quindi più facilmente
criticabile, soprattutto durante la Controriforma, quando fu visto da alcuni come strumento
del diavolo (instrumentum diaboli), in particolare nella forma popolare e libera della
Commedia dell’Arte.
Nonostante questa libertà, anche la commedia fu riconosciuta come mezzo utile alla società:
così come la tragedia mirava alla catarsi (purificazione attraverso paura e pietà), la
commedia aveva lo scopo di condannare i vizi attraverso il riso, esattamente come la satira.
La commedia regolata del Cinquecento
Nel Cinquecento, soprattutto a Roma tra il 1524 e il 1525, nacque la commedia regolata: un
modello teatrale in volgare, in prosa, diviso in cinque atti, con struttura fissa e ispirata ai
classici latini.
Vennero stampate sette commedie, tra cui:
• La Mandragola di Machiavelli,
• La Calandria,
• I Suppositi e La Cassaria di Ariosto,
• L’Aristippa, L’Eutichia e Il Formicone.
Queste commedie vennero messe in scena a Roma e ricevettero una sorta di approvazione
ufficiale. Il successo editoriale e teatrale fece sì che si imponesse un canone.
Caratteristiche della commedia regolata
• Lingua: volgare;
• Forma: in prosa (ma talvolta anche in versi, come in Ariosto);
• Struttura: 5 atti con uno schema preciso:
1. Atto I: introduce personaggi e antefatti;
2. Atti II-III: sviluppano l’intreccio e le complicazioni;
3. Atto IV: soluzione negativa o momentanea sconfitta;
4. Atto V: nuovo intreccio e soluzione positiva finale.
• Prologo: di tipo terenziano (spiega la poetica dell’autore, anticipa polemiche,
ecc.);
• Argomento: di tipo plautino (spiega gli antefatti all’inizio della storia);
• Personaggi: sono tipi fissi ripresi dalla commedia antica (l’amante, il dottore
sciocco, il frate vizioso, il parassita). Esempio: Machiavelli nel prologo della Mandragola li
elenca con ironia.
Anche se la prosa divenne tipica, alcuni autori (come Ariosto) usarono anche i versi (ottave
o endecasillabi sciolti), scrivendo alcune commedie in doppia versione, in prosa e in versi.
La nascita della Commedia dell’Arte
Parallelamente alla codificazione della commedia regolata, nacque la Commedia dell’Arte,
con caratteristiche completamente diverse:
• Non era scritta, ma recitata all’improvviso (improvvisazione);
• Si basava su canovacci (trame essenziali) e maschere (personaggi fissi come
Arlecchino, Pantalone, Colombina…);
• Era più popolare e dinamica, con una grande libertà recitativa;
• I comici erano professionisti, capaci di costruire spettacoli anche complessi
partendo da spunti minimi.
Questo nuovo modo di fare teatro mise in crisi il modello “regolato” proprio perché opposto:
non seguiva uno schema fisso, non era in prosa letteraria, e puntava molto sulla
performance fisica, la comicità improvvisata e l’interazione col pubblico.
Ulteriori sviluppi teatrali
Nel tempo, il teatro vide molte trasformazioni e nascita di nuovi generi:
• Dramma pastorale: ambientato in contesti campestri e mitici, è un genere
autonomo per tematiche e atmosfere;
• Cori antichi: divennero intermezzi e poi veri e propri spettacoli autonomi,
svincolati dalla trama;
• Elemento musicale: si sviluppò sempre di più, portando alla nascita del
melodramma, un genere ibrido tra teatro, poesia e musica.
Conclusione: perché studiare i generi?
La storia dei generi letterari, come quella della commedia e della tragedia, è molto
complessa e non può essere ridotta a regole semplici. Studiare un testo teatrale richiede
sempre:
• Contestualizzare il genere, cioè capire se si tratta di tragedia, commedia,
dramma, ecc.;
• Valutare se segue o rompe le regole del canone;
• Analizzare contenuto e forma, legandoli all’epoca e alla poetica dell’autore.
In altre parole, capire un testo teatrale significa anche riflettere sul suo rapporto con i modelli
precedenti, sulla sua adesione o rottura con la tradizione, e sul concetto stesso di “classico”:
ciò che viene riconosciuto come esempio da seguire ma che, a volte, è bello anche proprio
quando viene superato o infranto.