Testo Di Storia e Cittadinanza Primo e Secondo Superiore
Testo Di Storia e Cittadinanza Primo e Secondo Superiore
La parola storia deriva dal termine greco historia che significa “indagine, ricerca e racconto”.
Il compito di uno storico è infatti quello di indagare i reperti del passato e di raccontare in
forma scritta (storiografia). Quest’ultima serve a tramandare il sapere degli storici alle
generazioni future.
La parola storia viene usata per indicare tutto quello avvenuto dopo l’introduzione della
scrittura (circa 5000 anni fa), la fase precedente viene chiamata preistoria.
La storia viene divisa in quattro epoche:
● storia antica, dall’invenzione della scrittura alla caduta dell’impero romano
d’occidente (476 d.C.);
● storia medievale, dalla caduta dell’impero romano d’occidente alla scoperta
dell’America (1492);
● storia moderna, dalla scoperta dell’America alla Rivoluzione francese (1789);
● storia contemporanea, dalla Rivoluzione francese ai giorni nostri.
Le fonti
Le fonti sono i documenti su cui gli storici si basano per ricostruire gli eventi del passato,
possono essere:
● fonti primarie, o dirette, ovvero tutte quelle create nell’epoca che si sta studiando,
queste possono essere divise in documenti scritti, testimonianze materiali e lasciati
volontariamente o involontariamente;
● fonti secondarie, o indirette, ovvero tutte quelle create in epoche successive a quella
che si sta studiando, per esempio un testo di uno scrittore.
Le varie discipline
Esistono varie discipline per lo studio di fonti, queste sono:
● l’archeologia, la più importante, si dedica alla ricerca di reperti del passato;
● l’epigrafia, studia le testimonianze scritte su materiale duro e durevole;
● la papirologia, studia le testimonianze scritte su papiro;
● la numismatica, studia le monete;
● la diplomatica, studia documenti di interesse storico.
Anche per lo studio della Preistoria esistono discipline molto particolari, come:
● la paleontologia, studia le ere geologiche passate;
● l’antropologia, studia l’essere umano sotto diversi punti di vista.
La preistoria
Dall’affermazione del genere Homo (2,5 milioni di anni fa) fino all’invenzione della scrittura si
sviluppa la preistoria, che si divide in due età:
● età della pietra, suddivisa in: Paleolitico, Mesolitico e Neolitico;
● età dei metalli, suddivisa in: età del rame, del bronzo e del ferro.
L’ominazione
l’ominazione, l’evoluzione biologica che ha portato alla nascita della specie Homo, fu un
processo avvenuto nella Rift Valley, un'area dell’Africa, dove variarono le condizioni
climatiche e si passò dalle foreste alle savane, questo portò un cambiamento nella postura
delle scimmie che furono costrette a passare in una posizione eretta. Sì sviluppò così il
primo ominide conosciuto, ovvero l'australopiteco.
Fino all’affermazione dell’Homo sapiens ci furono molte specie, ovvero:
● Homo habilis, Rift Valley, sviluppa il pollice opponibile che gli permette di impugnare
attrezzi e di strappare la carne dagli animali e quindi di passare ad una dieta
onnivora, si iniziano a creare le prime forme di linguaggio;
● Homo ergaster, Africa, inventa il chopper e domina il fuoco;
● Homo erectus, Ergaster, controlla meglio il fuoco, elabora un linguaggio più evoluto e
il suo corpo è più slanciato e meno peloso;
● Homo antecessor, Spagna, pratica cannibalismo e sensibilità uditiva simile all’Homo
sapiens;
● Homo heidelberg, Europa, costruisce capanne con rami, ha una vita sociale
elaborata, spiccate capacità comunicative ed è in grado di costruire armi come una
lancia sormontata da una pietra di nome amigdala;
● Homo di Neanderthal, Europa, ha una capacità cranica simile a quella dell’uomo
odierno, impara a coprire il corpo con pelle, vive una vita nomade in gruppo e si
manifestano i primi segni di intelligenza simbolica: pratiche religiose, mediche e
artistiche. Si estinse 35.000 mila anni fa.
● Homo di Cro-Magnon, la prima specie che appartiene all’Homo sapiens, rispetto
all’Homo di Neanderthal è di costituzione meno robusta, ma più resistente e più
prolifico. Sviluppa poi abilità tecnologiche (vari strumenti di pietra e osso), capacità di
comunicare e intelligenza simbolica (oggetti ornamentali, graffiti).
Fenici
I fenici, chiamati così perché inventarono la porpora.
La civiltà minoica
La civiltà minoica (o cretese) prende nome dal mitico re Minosse, re della città di Cnosso e
"fondatore" di questa civiltà.
Questa civiltà era stanziata sull'isola di Creta, questo era anche un vantaggio strategico
siccome era situata nella zona meridionale del mar Egeo e grazie a questo riuscì anche ad
ottenere la talassocrazia nel Mediterraneo. Creta forniva coste dove costruire porti sicuri,
boschi dal quale ricavavano legname per la costruzione di navi, ricchezza di acque per
coltivazioni pregiate e terre per allevare. Mancavano però risorse minerarie che però i
cretesi si fecero importare dalla vicina Cipro. I minoici erano una sintesi tra marinai,
mercanti, pirati e conquistatori.
La civiltà minoica si può periodizzare in due modi, il primo è in tre epoche:
● Antico minoico (III millennio a.C.);
● Medio minoico (2000-1570 a.C.);
● Tardo minoico (1570-1050 a.C.).
L'altro metodo si suddivide in due fasi contrassegnate dalla presenza dei palazzi cretesi:
● protopalaziale ("primi palazzi" III millennio-1700 a.C.);
● neopalaziale ("nuovi palazzi" dal 1700-1050 a.C.).
questo perché nel 1700 i palazzi vennero distrutti da un evento catastrofico, che si pensa
essere un terremoto, e vengono poi ricostruiti e iniziare l'epoca neopalaziale.
I palazzi minoici
I palazzi dei minoici erano complesse strutture architettoniche che si sviluppavano anche su
più piani e comprendevano cortili, stanze, sale per le udienze, luoghi di culto, botteghe
artigianali, magazzini e cisterne per raccogliere acqua piovana. Il palazzo era il cuore di una
comunità autosufficiente e non era solo l'abitazione del re e dei funzionari ma una struttura
per tutta la popolazione circostante. Inoltre le mura dei palazzi erano abbellite da affreschi di
carattere naturalistico. I minoici erano una popolazione pacifica e pensavano che il mare che
circondava Creta fosse già una protezione tanto che i loro palazzi fossero privi di mura
protettive
Cultura e religione
La scrittura dei minoici si chiama Lineare A e non è stata ancora decifrata.
La divinità era la dea Madre e l'animale sacro era il toro. La civiltà cretese dava un certo
rilievo sociale alla figura femminile, cui era concessa anche una libertà comportamentale.
La civiltà micenea
Intorno al 1450-1400 a.C., nel Peloponneso, degli invasori formarono dei piccoli regni
indipendenti, tra questi ci sono Micene, Argo, Tirinto, Pilo e Tebe. Questi sono i Micenei (o
Achei), dal nome della loro città più importante ovvero Micene. I Micenei furono marinai,
pirati e guerrieri.
Alcuni ritrovamenti di oggetti in ceramica e di reperti ci dice che ci fù un attività commerciale
più ampia rispetto ai cretesi.
I Micenei importavano metalli preziosi e esportavano prodotti di artigianato.
Non si verificò, invece, nessuna volontà di colonizzare territori lontani e quindi di una
creazione di un "impero miceneo", gli unici stanziamenti furono di carattere commerciale.
L'origine del racconto omerico della guerra di Troia deriva appunto dallo scontro militare con
essa da cui Omero prese spunto.
I palazzi micenei
Come i Minoici anche per i Micenei il centro della vita politica ed economica era il palazzo.
Rispetto al palazzo minoico quello miceneo portava alcune modifiche:
● la presenza di mura e di rocche fortificate al cui interno sono state trovate armi da
guerra;
● erano sede per lo più della famiglia reale e di pochi funzionari; Il cuore dell'edificio
era il mégaron ed erano presenti tombe monumentali che manifestavano la
supremazia dell'aristocrazia.
I Micenei furono i veri "progenitori" della civiltà greca.
La scrittura micenea
La scrittura dei Micenei era la Lineare B, "un greco arcaico e difficile" che è stato tradotto.
La società micenea
La società micenea era fortemente gerarchizzata, al capo della quale c'era un re (wánax),
accompagnato da un capo militare (lawagétas), poi i nobili guerrieri proprietari terrieri
(telestái), seguiti dagli amministratori del territorio (koréte), c'era poi un ruolo poco chiaro,
quello del basiléus che si pensa sia un funzionario di palazzo, e infine c'erano il popolo
(dámos), coltivava le terre, e gli schiavi, impiegati nei lavori nelle terre o come tessitori.
La religione micenea
Il wánax svolgeva anche le funzioni di sommo sacerdote.
I nomi degli dei venerati dai Micenei saranno anche venerati dalla società greca, questi
sono: Zeus, Hera, Atena, Poseidone, Artemide, Ares, Dioniso.
Il medioevo ellenico
L'epoca compresa tra il dodicesimo e l'ottavo secolo a.C. è stata definita Medioevo ellenico.
Questa espressione veniva connessa dalla storiografia anglosassone alla formula The Dark
Ages (i secoli bui).
Questa fu un'epoca di cambiamenti, infatti ci fu il crollo del sistema palaziale e quindi ad un
cambiamento nella coesione politica e dell'unità culturale che avevano caratterizzato la
civiltà micenea:
● il wánax fu sostituito da signori locali, il cui potere si basava sulla concessione di
terre ai propri funzionari in cambio di fedeltà;
● si sviluppò la lavorazione di ferro e la produzione di ceramica divenne meno raffinata;
● in assenza di scribi e funzionari di palazzo l'uso della scrittura subì un forte regresso,
ma non venne abbandonata.
Quest'epoca fu fondamentale per la creazione di quella che sarà la civiltà greca.
Inizialmente i Dori occuparono alcune aree della Grecia settentrionale e del Peloponneso
dando inizio a forme di scontro/incontro con altre popolazioni già presenti. Queste
appartenevano allo stesso ceppo linguistico dei Dori, tra questi vi erano gruppi detti Eoli (in
Tessaglia e in Beozia) ed Ioni (in Attica e in Eubea).
Vi furono dunque contatti, confronti mescolanze, ma anche spinte migratorie a catena
stimolate dall'arrivo di invasori.
La prima colonizzazione
La prima colonizzazione avvenne tra la fine della civiltà micenea e l'ottavo secolo a.C., si
verificarono una serie di flussi migratori specialmente dalla Grecia continentale verso l'Asia
minore o le isole d'Egeo:
● gruppi di Eoli si spostarono sull'isola di Lesbo e alcuni insediamenti in Asia minore;
● gruppi di Ioni colonizzarono Samo e Chio e tanti insediamenti in Asia minore;
● i Dori migrarono alla volta di Creta, Rodi e della costa microasiatica.
Dopo questa fase di migrazione si costituirono tre regioni etnico-linguistiche chiamate
Doride, Eolide e Ionia i cui abitanti furono legati alla comunità della Grecia.
La civiltà greca
le attività più praticate dei greci furono l'agricoltura e l'allevamento. In quel periodo
possedere terre era segno di ricchezza e di distinzione sociale, i grandi proprietari terrieri
possedevano veri e propri latifondi. Era molto diffusa anche la piccola proprietà terriera. I
prodotti più diffusi furono vite e ulivo, insieme ai cereali e agli alberi da frutto.
Vite, ulivo e cereali erano definiti, dallo storico Fernand Braudel, l'eterna triade, alla base
della dieta mediterranea.
La società greca
Al vertice della società Greca vi erano:
● Gli aristocratici, possedevano i grandi latifondi (terreni) e le navi da carico;
● gli artigiani, erano considerati poco più che schiavi;
● i mercanti, perché il commercio era considerato spregevole.
Le donne greche non partecipavano alla vita politica della polis poiché non godevano dei
diritti politici.
La Grecia praticava la schiavitù per svolgere mestieri pesanti.
Gli schiavi erano per lo più stranieri (barbari):
prigionieri di guerra catturati durante le razzie piratesche o uomini liberi pesantemente
indebitati che per punizione venivano ridotti a schiavi.
Gli schiavi potevano essere pubblici, quando sono di proprietà della polis, o privati, quando
sono di proprietà di una famiglia o di individui, questi possono anche affrancare lo schiavo,
cioè liberarlo dalla condizione servile. Una cosa che gli individui non potevano fare con gli
schiavi era ucciderli, questa era una regola stabilita dalle poleis.
Gli schiavi erano qualunque persona che facesse parte del patrimonio del proprio padrone e
che quindi non avesse un peso politico o giuridico. Con l’introduzione della moneta si
sviluppò un mercato di schiavi.
La religione greca
La religione greca era politeista e antropomorfe.
Il dio che si decideva di venerare era una scelta personale e le credenze religiose venivano
trasmesse dalla tradizione orale.
A ogni polies veniva assegnata la propria divinità protettrice. I dei che venivano venerati
erano tredici:
● Zeus, il re degli dei e governava i fenomeni atmosferici;
● Hera, la sposa di Zeus, proteggeva le nascite;
● Poseidone, dio del mare;
● Demetra, dea dell agricoltura;
● Apollo, dio della luce, della poesia e della profezia;
● Artemide, sorella di Apollo, dea della caccia e dei boschi;
● Ares, dio della guerra;
● Afrodite, dea della bellezza e dell'amore;
● Hermes, dio dei viaggi e dei commerci, chiamato anche "messaggero" degli dei;
● Atena, dea della sapienza e della cultura;
● Efesto, dio del fuoco, era il "fabbro" degli dei;
● Hestia, protettrice di Efesto, sacrificò il suo posto sull'Olimpo per Dioniso;
● Dioniso, dio del vino e dell'irrazionalità;
● Ade, dio dell'aldilà, viveva nel regno dell'oltretomba.
I santuari con il tempo assunsero un ruolo politico e vennero chiamati "santuari panellenici".
I principali sono quello di Zeus a Olimpia, sede a partire dal 776 a.C. dei giochi olimpici, e
quello di Apollo a Delfi, sede di un importante Oracolo (I greci ritenevano che gli dei
potessero inviare loro dei suggerimenti attraverso gli oracoli).
I Greci ci cimentavano in questi giochi per ottenere fama e gloria
La seconda colonizzazione
La seconda colonizzazione fu un fenomeno che prese piede nel VIII secolo a.C., quando
iniziò un forte aumento demografico e le singole terre dei regni non bastavano per produrre i
beni necessari per il popolo. Quindi, in cerca di prospero, i greci iniziarono a ricercare terre
abitabili per il Mediterraneo, raggiungendo le coste del Mar Nero, l’Italia (Chiamata Magna
Grecia), Francia e persino Spagna e NordAfrica. Oltre al problema demografico i Greci si
spinsero a raggiungere territori lontani anche per motivi commerciali, ottenendo il controllo
sul Bosforo e l’Adriatico, per quindi ottenere i metalli che mancavano nella regione, situati
intorno al Mar Baltico. Inoltre si può anche collegare allo spirito di avventura greco, essendo
abili navigatori hanno sempre avuto una spinta all’avventura e alla scoperta di nuove terre
da occupare e da Ellenizzare. Col tempo la fondazione di una colonia divenne sempre più
complicata e ufficiale fino a diventare un atto Statale, un gruppo di coloni guidati da un ecista
a cui veniva attribuita la colonia. Il gruppo sarebbe partito solo dopo aver consultato
l’Oracolo di Delfi. Una volta fondata la Polis i coloni si sarebbero divisi egualmente i territori.
Seppur indipendente, la colonia manteneva forti relazioni con la Polis natale continuando le
attività commerciali. Una volta fondata una colonia, gli abitanti delle Polis si potevano
incontrare o scontrare con popolazioni locali che potevano avere reazioni positive o
negative, i greci tendevano ad avere un approccio pacifico nel tentativo di espandere la
propria cultura ed ellenizzare le popolazioni indigene con l’utilizzo della moneta o l’uso
dell’alfabeto, ma anche le poleis potevano rischiare di essere influenzate culturalmente dai
locali, assimilando balli, tradizioni e festività. Quando, invece, si avevano scontri bellici con
le popolazioni locali venivano sottoposti alla schavitù.
Tirannidi e Tiranni
Durante questo periodo di instabilità politica presero piede ciò che vennero chiamati tiranni,
ovvero persone che prendevano il controllo di una Polis in maniera violenta e illegale. I
tiranni puntavano spesso al supporto delle divisioni sociali minori conseguendo azioni
favorevoli, come la protezione delle arti. Alcune tirannidi potevano continuare in eredità
creando quindi delle vere e proprie dinastie. La maggior parte delle tirannidi finì con l’arrivo
dei persiani che minacciavano la penisola, ma fra le colonie alcune dinastie continuarono
ancora per anni, il più conosciuto tiranno del mondo greco fu Pisistrato, che governò Atene
creando la dinastia dei Pisistratidi.
Sparta
Sparta fu fondata da popolazioni di origini Doriche, che una volta arrivati nel Peloponneso si
stanziarono in una roccaforte Micenea, fondando lì l’odierna Sparta. Sparta presto espanse i
suoi confini conquistando città vicine. I cittadini delle terre conquistate venivano chiamati Iloti
ed erano sottomessi al ruolo di servi della gleba ai margini della società, i stati sottomessi
facevano parte della Lega Peloponnesiaca che costringeva tutte le poleis ad adottare un
governo oligarchico e filo-spartano.Sparta era governata da una diarchia con 2 dinastie
diverse al comando. I fondatori della città erano chiamati Spartiati, che trasmettevano questo
titolo ai propri successori, e facevano parte dell’apella, quale ruolo era di assemblea
legislativa e quindi i membri avevano il dovere votare le leggi per lo stato proposte dalla
gerusia, un'assemblea costituita da 28 anziani. Infine vi erano 5 efori che avevano il ruolo di
monitorare il funzionamento del governo, ma col tempo accumularono sempre più potere
politico, sottraendolo ai 2 re, come il controllo sull’esercito, la convocazione di generali e
altre cariche.
La costituzione è attribuibile a Licurgo, che fece giurare agli spartani di non cambiarla a
qualunque costo. I giovani spartani venivano sottoposti ad un addestramento da giovani per
far parte dell’esercito all’età di 19 anni per poi avere la possibilità di cessare gli allenamenti
solo a 60. Gli uomini nati con problemi che potevano ostacolare il reclutamento venivano
giustiziati e gettati dal Monte Taigeto. Anche le donne avevano una dura educazione e un
forte carico fisico siccome erano i 23 cromosomi che dovevano costituire i propri figli. Quindi
la guerra era l’unica pratica a cui Sparta si dedicava, perciò gli venivano assegnate terre ai
propri guerrieri dove potevano avere una forma di reddito, questo causava uno scarso
dinamismo sociale dove chiunque nato povero era costretto a rimanere tale e viceversa.
Data la potenza militare Sparta, a differenza della maggior parte delle città, preferiva la
conquista di regni vicini alla fondazione di nuove poleis, difatti le uniche colonie Spartane
furono Taranto e Avola.
Atene
Gli Ateniesi vantavano della loro autoctonia (ovvero l'essere originari del territorio nel quale
si abita), questa affermazione indica il profondo legame che lega gli Ateniesi con l'Attica:
penisola ricca di viti e ulivi, di cave di marmo e di miniere metallifere.
Si racconta che sia stato il mitico re Teseo a unificare una serie di piccoli villaggi e dare vita
alla civiltà.
La società di Atene
La città-stato, dopo un governo monarchico, passò sotto il controllo degli aristocratici, detti
eupatridi ("dalla buona nascita").
Anche ad Atene si instaurò un governo di tipo oligarchico ma, a differenza di Sparta, le
istituzioni ateniesi subirono un costante processo di modificazione.
Le tappe salienti di tale percorso politico-istituzionale furono:
● le leggi di Dracone;
● le riforme di Solone (timocrazia);
● la tirannide di Pisistrato e dei suoi figli;
● le riforme di Clistene (isonomia e democrazia).
Inizialmente Atene era Oligarchica come la maggior parte delle Poleis, a governare vi erano
9 arconti quali venivano eletti annualmente, erano divisi in un basileus (funzionario
religioso), eponimo (colui che nominava l’anno) ed infine il polemarco (generale militare), gli
altri 6 erano chiamati tesmoteti ed il loro ruolo era di emanare le norme per applicare le
leggi, finita la carica, gli ex arconti formavano l’assemblea dell’areopago quale ruolo
principale era di giudicare i crimini più gravi.
Le leggi di Dracone
Dopo alcuni contrasti sociali si impose un legislatore, Dracone, a cui si attribuisce la
compilazione del primo codice di leggi scritte di Atene. Le sue leggi frenarono con forza il
ricorso all’omicidio e l’eccessiva violenza per il potere. Le norme condannavano la vendetta
privata, così si creò un nuovo consiglio costituito da efeti che avevano la competenza sugli
omicidi involontari e affidò all’areopago il ruolo di tribunale per gli omicidi volontari.
Le riforme di Solone
Successivamente Solone si affermò come arconte e sviluppo radicali riforme, la prima di
esse fu l’abolizione di schiavitù per debiti e la cancellazione di essi. In questo periodo Atene
si può considerare timocratica (potere dei ceti/classi/censi) e quindi divisa in 4 classi sociali,
basati sulle situazioni economiche ed erano in ordine decrescente:
● Pentacosiomedimni
● Cavalieri
● Zeugiti
● Teti
Queste classi dividevano la popolazione in base alle cariche che potevano avere, ad
esempio i Pentacosiomedimni avevano l’accesso a tutte le cariche, i cavalieri potevano
essere massimo efeti. Tutta la popolazione poteva partecipare all’ecclesia, che votava le
leggi emanate dal bulè, che invece era riservato a 400 membri delle prime 3 classi.
Purtroppo le riforme soloniane non ebbero un grande successo in entrambe le classi. Gli
aristocratici vedevano grande parte del loro potere strappato mentre il demos non era
ancora soddisfatto del loro peso giudiziario, questo portò all’affermazione di Pisistrato come
tiranno, occupando la città militarmente nel 560 a.C. e governando per oltre 30 anni.
Le riforme di Clistene
Clistene, divenuto arconte dopo vari disordini sociali, promosse una riforma istituzionale che
aveva come principio l’isonomia, cioè l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Clistene
voleva evitare la rivalità tra gli abitanti, quindi suddivise la regione dell’Attica in tre nuclei
territoriali con caratteristiche omogenee:
● città (àsty), abitata da famiglie aristocratiche e dai grandi proprietari terrieri;
● costa (paralìa), abitata da mercanti, artigiani e commercianti;
● entroterra (mesògaia), abitato da piccoli proprietari terrieri.
Ogni nucleo viene diviso in 10 trittìe, unità territoriali, costituite a loro volta da demi, villaggi,
l’iscrizione al demo era ereditaria. Le trittìe furono poi raggruppate in 10 tribù e questo
allontanò gli Ateniesi dai vecchi vincoli di clan e diede maggiore visibilità ai nuovi soggetti
sociali (artigiani, operai, commercianti). Tale organizzazione diede più partecipazione al
popolo e rimasero poi l’areopago ed elia.
La nuova costituzione
I cardini istituzionali della nuova costituzione sono:
● si continuano a nominare gli arconti e si aggiunge un segretario;
● ogni tribù esprimeva un comandante, comandato da uno stratega eletto
annualmente;
● la bulè divenne di 500 membri, scelti per sorteggio tra le tribù, prese poi una nuova
funzione di controllo sull’azione dei magistrati e rimase quella di formulare proposte
di legge all’assemblea popolare;
● L’ecclesia divenne il fulcro della politica ateniese perché, costituita sempre da
abitanti maggiorenni, eleggeva gli strateghi, emanava leggi e decreti, esprimeva
pareri sulla guerra e la pace e divenne simbolo della libertà di parola. L’ecclesia
prese anche un nuovo potere ovvero l'ostracismo, il potere di esiliare per 10 anni
coloro che venivano considerati come nemici politici.
Le guerre persiane
Mentre fiorivano le poleis, si iniziarono a formare i persiani sotto la guida di Dario, che
voleva un impero universale e per far sì che questo potesse succedere dovette scontrarsi
con i Greci. Lo scontro durò 20 anni (499-479 a.C.), divisi però in 2 guerre.
Le cause della guerra furono economiche e commerciali.
I Greci avevano una concezione etnica dello Stato.
I Persiani avevano una concezione territoriale dello Stato.
La prima guerra scoppiò nel 499 a.C. quando i persiani iniziarono a conquistare alcune
colonie Greche, tra cui Mileto, che si ribella. Inizialmente la rivolta ebbe successo, infatti
vennero liberati dei territori e i Persiani subirono anche un incendio alla capitale. Poi una
violenta controffensiva ripristinò la supremazia, Mileto venne saccheggiata e Dario chiese ai
Greci di rinunciare alla propria libertà per diventare tributari dell'impero persiano. La richiesta
fu respinta e da qui ci fu la battaglia principale che avvenne nella pianura di Maratona nel
490 a.C. La vittoria fu dei Greci. Da questa guerra nasce anche una leggenda ovvero quella
che diede vita alla competizione che ancora oggi viene praticata, ovvero la Maratona, la
leggenda, infatti, narra di Filippide che compie 42 km di corsa senza fermarsi fino ad Atene
per dare la notizia della vittoria ai suoi concittadini e morì poi stremato dalla fatica.
Dopo la guerra ci furono due opposte tendenze rappresentate da:
● Temistocle, divenuto arconte nel 493 a.C., proponeva di investire nella creazione di
una flotta da guerra;
● Aristide, uomo politico, pensava, invece, che ciò avrebbe diminuito il prestigio degli
opliti.
Il partito di Temistocle vinse e Aristide subì l'ostracismo nel 482 a.C., la flotta venne creata.
La seconda guerra vide due principali avvenimenti:
● la battaglia delle Termopoli, nel 480 a.C., Serse, figlio di Dario, mosse un immenso
esercito contro Atene. Arrivò in Grecia con 1000 navi e molte poleis si arresero. Per
rallentare l’avanzata dei persiani, 300 soldati spartani si sacrificarono e diedero il
tempo agli ateniesi di abbandonare la città e questa venne distrutta e saccheggiata.
● La battaglia di Salamina, per sconfiggere i Persiani i Greci portarono la guerra sul
mare. Organizzarono una flotta di navi da guerra, le triremi, con cui sconfissero la
flotta persiana, presso l’isola di Salamina. La trireme era una nave da guerra lunga
dai 35 a 40 metri e larga circa 7 metri, la prua era alta e dotata di uno sperone
metallico chiamato “rostro” con cui si squarciava lo scafo della nave nemica
facendola affondare.
Le guerre persiane furono la dimostrazione di come alcune piccole città, dotate di un
esercito e di una flotta modesti riuscirono a sconfiggere un esercito numeroso e potente:
la volontà e la convinzione di lottare per un ideale furono più forti di qualsiasi difficoltà.
Pentecontetia
In seguito all’ultima guerra contro i persiani si visse un lungo periodo di co-egemonia dove le
potenze di Sparta e Atene si videro l’uno contro l’altro nell’influenzare la penisola ellenica. Le
due potenze si equivalevano, una dominava sulle terre, l’altra nei mari. Queste vere e
proprie sfere di influenza erano formalizzate come alleanze: La spartana “Lega
Peloponnesiaca” mentre l’ateniese era chiamata “Delio-Attica”.
Lega Peloponnesiaca
La Lega Peloponnesiaca era basata sui controlli terrieri spartani con l’occupazione oplitica
dei territori ellenici. Dopo aver vinto i persiani Sparta aveva il controllo diplomatico sulla
Grecia, Pausania, generale spartano, provò a tenere unita la penisola contro il nemico
persiano, ma gli stessi dori spartani lo misero sotto processo per tradimento e
successivamente ucciso. Le principali motivazioni furono la divisione sociale spartana, che
costringeva il governo a dover sopprimere le rivolte iliote a scapito di spendere nella politica
estera e applicare le dottrine Pausiniane. Quindi l’idea Pausaniana morì, lasciando il dominio
spartano solo nei territori peloponnesiaci e in altre zone vicine, principalmente doriane.
Lega Delio-Attica
Atene, invece, essendo autoctona e senza il peso e la paura di popolazioni che si
potrebbero ribellare. Non si emise dal diventare la civiltà egemone greca, soprattutto dopo la
vittoria greca a scapito persiano. Perciò nel 478 a.C. la città fondò la Lega Delio-Attica,
chiamata tale per la sua sede ovvero il Tempio di Apollo a Delo. Atene assume la carica di
tesoriere e comandante della fazione, che garantiva la difesa in caso di attacco ma i propri
membri non avevano la capacità di esimersi dalla fazione per quanto l’adesione fosse
volontaria, e impose dei pesanti canoni ai membri, sia in forma di soldi che in navi. Come la
lega peloponnesiaca, la coalizione era principalmente di membri ionici, soprattutto costieri
dell’Asia Minore, della Tracia e insulari. Con i fondi ottenuti Atene attaccò varie isole
dominate dalla Persia e prese mire espansionistiche, sia nei confronti persiani che dei rivali
sulla penisola. Le azioni ateniesi furono disprezzate dai suoi alleati che si ribellarono, Nasso
e Taso provarono ad iniziare una ribellione totale ma furono soppresse in tempo dalle forze
ateniesi. Dopo queste rivolte atene impose dure leggi sulle città ormai sotto dominio attico:
● Le Polis dovevano usufruire della moneta ateniese, in modo tale da rendere più facili
le transazioni dei tributi.
● Supportare Atene nei processi.
● Avere la presenza oplitica nei propri territori e guardiglioni, col ruolo di monitorare le
azioni del governo.
● Istituire un governo democratico anti-spartano.
Era di Pericle
Pericle fu un politico greco, conosciuto per le sue numerose riforme interne e per il suo
amore verso la “democrazia”. Nonostante le sue origini aristocratiche della famiglia degli
Alcmeonidi Pericle, da uomo colto anche per l’epoca, riuscì sempre a stare dietro al popolo,
ciò lo aiutò ad essere eletto e rimanere al potere per più di 30 anni senza ricorrere a maniere
tiranniche come in passato.
La “Nuova Atene”
Con Pericle come stratego il governo Ateniese cambiò vertiginosamente, il popolo vide più
diritti politici e grazie alle azioni in assemblee a uomini fedeli al leader, le sue riforme
avevano poca rivalità e venivano accettate armonicamente e rapidamente. I cambiamenti
più importanti furono:
● Arcontato era libero d’accesso anche agli zeugiti (penultima classe sociale)
● Il bulè e l’ecclesia videro i propri poteri ampliati che divennero veri e propri strumenti
politici governativi, non solo col ruolo legislativo.
● I membri della maggior parte delle cariche, eccetto quelle che avevano bisogno di
specifiche capacità (come lo stratego, che consentì il trentennio di pericle), venivano
eletti con sorteggio e non potevano ottenere più mandati.
● Gli ex arconti videro i loro poteri limitati a soli crimini religiosi, in modo tale da ridurre
l’uso giuridico per la rimozione di rivali politici.
Inoltre introdusse la mistoforia che attribuiva fondi ai cittadini partecipanti alla vita politica,
inoltre l’obolo, che risarciva i cittadini per la partecipazione alla vita pubblica divenne una
spina nel fianco per il governo (l’obolo puoi anche non dirlo). Il teatro era molto importante
per Pericle, siccome rappresentava la democrazia e la libertà popolare, perciò lo stratego
istituì il “teorico” che garantiva fondi ai meno benestanti per la partecipazione a opere e
spettacoli. Inoltre i più abbienti davano spesso fondi al governo tale da finanziare i servizi
pubblici.
La democrazia periclea è la più vicina alla nostra del mondo antico, però non era perfetta
tanto da escludere una gran parte del popolo:
● Schiavi
● Donne
● Meteci (Stranieri)
● Figli nati da matrimoni misti.
Questo vide solo 2 ateniesi su 15 (40.000 su 300.000) la capacità di partecipare alla vita
politica.
L’Atene Classicistica
Pericle, oltre a riformare completamente il governo attico, diede anche esempi di
magnificenza artistica e architettonica culminando l’era di Pericle come massimo splendore
Ateniese che culturalmente era definibile (come disse Tucidide) la maestra dell’Ellade.
Pericle voleva mettere in scena la potenza Ateniese, che oltre a dominare politicamente
doveva anche apparire armoniosa e appariscente in modo tale da dimostrare l’egemonia su
tutta la Grecia. Atene iniziò la sua rinascita con la distruzione della città da parte dei
persiani, che dunque spinse Pericle ad assumere i migliori architetti dell’epoca, come Fidia,
Ictino e Callicrate, per far rinascere Atene dalle sue macerie. Il più grande monumento
ateniese fu decisamente il Partenone, che i tre narrati antecedentemente costruirono, che è
definibile l’essenza e il simbolo chiave dell’Atene Periclea e Classica. Inoltre, grazie alle idee
Ippodamee, si rivoluzionò il pensiero urbanistico e le principali zone abitate subirono un
mutamento, che poi divenne simbolo di perfezione urbanistica. Il teatro fu influenzato molto
e vide l’inizio della sua epoca d’oro in contrapposizione con tutta l’Attica, con poeti di
altissimo spessore come Sofocle. L’Atene classica fu invasa da grandi pensatori, come
Anassagora, che introdusse l’idea sofistica, quale dice che l’uomo non sa nulla, ma
qualunque persona può forzare la sua opinione come vera. Altri uomini che varcarono il
suolo attico di stampo possente furono Erodoto “padre della storia”, Ippocrate “padre della
medicina moderna” e infine Empedocle “padre dell’atomo”.
Politica Estera Periclea
Dopo le Guerre Persiane e con il nuovo leader democratico, Atene iniziò una politica di
aggressività nei confronti degli altri stati non allineati. I principali rivali di Atene erano Sparta
(Il Nemico “Interno/Occidentale”) e la Persia (Il Nemico “Esterno/Orientale”). La rivalità si
“appiattì” con i 2 trattati con le nemiche:
● Trattato di Callia (449 a.C.) Successivamente all'intervento in Egitto e a Cipro da
parte di Pericle, dove l’Attica si impegnava a non intervenire a Cipro ed in Egitto,
mentre la Persia del Gran Re non avrebbe tentato di influenzare e conquistare gli
alleati Ateniesi.
● Accordo Trentennale (446 a.C.) dopo le difficoltà Ateniesi in guerra, Sparta e Atene
riconoscevano i propri confini, che nessuno dei due avrebbe dovuto oltrepassare.
Atene si impegnò comunque ad eseguire azioni lecite con lo scopo di disturbare i 2 rivali,
che successivamente si evolsero in guerra del Peloponneso (431 a.C.).
Articolo 21
L'articolo 21 della Costituzione italiana sancisce la libertà di manifestazione del pensiero,
espressione personale e diffusione delle idee senza limiti. Questo articolo rappresenta uno
dei pilastri fondamentali della democrazia italiana, garantendo ai cittadini il diritto di
esprimersi liberamente attraverso ogni mezzo di diffusione del pensiero. Tuttavia, è
importante sottolineare che questa libertà comporta anche responsabilità nel rispetto dei
diritti altrui.
L'articolo 21 della Costituzione italiana rappresenta per me un valore fondamentale che
sottolinea l'importanza della libertà di espressione in una società democratica. Infatti, questo
principio è essenziale per favorire il dibattito pubblico, la diversità di opinioni e la crescita
culturale della comunità. Tuttavia, è cruciale trovare un equilibrio tra la libertà di espressione
e il rispetto per gli altri, evitando abusi che possano ledere la dignità o i diritti altrui. In
definitiva, considero l'articolo 21 come un pilastro essenziale per la tutela dei diritti civili e la
promozione di una società inclusiva e democratica.
Articolo 3
L’Articolo 3 della Costituzione Italiana rappresenta l'estensione della democrazia sul popolo.
Infatti narra che tutti i cittadini hanno eguali diritti davanti alla legge, senza distinzioni di
sesso, razza, soldi e qualunque altra barriera. Questo articolo, dunque, stabilisce l’Isonomia
del paese, pilastro fondamentale della democrazia odierna. Inoltre impone allo Stato Italiano
che deve impedire e demolire qualunque ostacolo che possa impedire tale isonomia, oltre
che lo sviluppo e la collaborazione lavorativa.
Questo articolo è fondamentale per la popolazione perché dà il compito al governo di
fermare chiunque abbia intenzione di ostacolare l’Isonomia.
L’origine di questo articolo, ovviamente, si può ritrovare nell’Atene di Clistene che
condivideva gli stessi principi riguardo l’Isonomia, che però era meno estesa in confronto a
quella odierna.
In conclusione, si può senza dubbio attribuire a questo articolo un certo livello di importanza
dato che sancisce il supporto del governo riguardo i più deboli, che anche se tali lo stato
deve impedire il marginamento sociale.
La Nascita di Roma
La nascita di Roma è avvolta da mitologie e leggende che rendono difficile capire la vera
nascita di Roma. Le 2 teorie più popolari e, per quanto mitologiche, verosimili sono:
● Enea, protagonista dell’eneide di Virgilio, il cui figlio Ascanio fondò la città di Alba
Longa;
● La seconda narra dei fratelli Romolo e Remo, figli del Dio Marte e Rea Silva, che
dopo esser stati cresciuti da una lupa, fondarono la città ma, non riuscendo ad
accordarsi riguardo l’amministrazione della città, si divisero i territori. Remo, però,
varcò i confini imposti e Romolo per vendetta lo uccise, rivendicando Roma e
diventando primo regnante.
Dopo la fondazione della città, Romolo si addentrò in territori sabini e rapì svariate donzelle
per continuare la stirpe romana, i sabini mossero guerra ma la popolazione femminile si
oppose con virtù alla guerra. I sabini e i romani, quindi, riuscirono ad unirsi in una singola
etnia.
Successivamente Romolo e Tito Tazio governarono in una diarchia fino alla morte del primo,
che fu succeduto da altri 6 regnanti di varie origini:
● Numa Pompilio, sabino che fondò il calendario e la religione arcaica
● Tullo Ostilio, latino re che difese Roma dalle invasioni estere
● Anco Marcio, sabino che fece costruire il porto d’Ostia
● Tarquinio Prisco, che rese Roma un dominio Etrusco
● Servio Tullio, costruì le mura serviane lungo il perimetro e riformò la costituzione
● Tarquinio il Superbo, ultimo regnante prima della Repubblica ~509 a. C.
● Francesco Totti, famoso per aver carryato la Roma allo scudetto.
I re di Roma, con altissima probabilità, furono molti più di 7 e furono semplicemente
raggruppati a causa di similitudini comportamentali ed etniche.
Amministrazione Territoriale
A Roma vi erano 3 tribù, divise in base all’etnia:
● Tiziensi, i sabini
● Ramni, i latini
● Luceri, i etruschi
Ogni tribù era divisa in 10 curie, queste si riunivano per i comizi curiati, che erano
assemblee che, nonostante la possibilità di essere usate come arma di protesta, venivano
usate principalmente per esaltare nuovi regnanti e per approvare le decisioni, anche se la
parte meno benestante non si presentava con grande affluenza. Dal VI sec. a.C. Servio
Tullio formò una società timocratica basata sul reddito in assi. Era fondamentale per
l'arruolamento del popolo. Le classi erano, infine, divise in centurie, battaglioni di circa 100
uomini, ogni classe pagava per le proprie centurie.
Società Romana
I Romani divisero la popolazione in 2 macro gruppi ereditari basati, secondo alcune fonti,
sull’origine etnica:
● I Patrizi, sabino-latini, erano la parte più privilegiata della popolazione, erano
principalmente latifondisti e aristocratici e avevano il diritto di partecipare alla vita
politica.
● I Plebei, di mista etnia, erano la parte più modesta della popolazione, erano
principalmente partigiani, commercianti e contadini, per quanti liberi non avevano
alcun peso politico.
Le magistrature elettive
L’elenco dei magistrati repubblicani era formato da:
● Consoli e dittatori. I consoli erano al vertice dello stato e avevano il potere dell
imperium (cioè militare) e della potestas (cioè civile), questo potere era simile a
quello di un re, ma questo era esercitato in coppia e con un reciproco diritto di veto (il
diritto di imporsi contro le decisioni prese da uno ). Dal re ereditarono anche una
funzione sacerdotale.
In casi eccezionali lo Stato veniva affidato a un dittatore per al massimo 6 mesi;
● Pretori (dediti anch’essi all’imperium, ma in particolare all’amministrazione della
giustizia), edili (avevano la supervisione sulle strade, edifici e mercanti), questori
(provvedevano all’amministrazione finanziaria);
● Censori, importanti magistrati, eletti ogni 5 anni, effettuavano il censimento
(operazione per determinare il numero di individui che appartengono ad uno Stato e
per raccogliere informazioni sul loro conto) della popolazione, per valutare il loro
stato sociale, economico, militare e morale, cioè se erano senatori corrotti.
Senato e comizi
I membri del senato venivano scelti prima dai consoli poi dai questori.
Il senato era il fulcro della vita politica romana, siccome aveva una funzione consultiva, i
senatoconsulti (gli atti con cui venivano espressi i pareri detti nell’assemblea) dovevano
essere tenuti nella massima considerazione.
In età repubblicana il controllo della politica estera e la gestione delle finanze dello Stato del
senato era particolarmente rilevante. Anche le dichiarazioni di guerra e i trattati di pace
erano soggetti al parere dei senatori.
Il popolo, patrizi e plebei, si riuniva nei comizi centuriati per eleggere magistrati superiori e
per votare le leggi, il voto non era personale, ma il parere complessivo della centuria di
appartenenza.
Per eleggere questori ed edili veniva convocata un'assemblea popolare, chiamata comizi
tributi, dove la popolazione veniva divisa in 35 tribù.
Roma in Guerra
Già agli albori dell’era repubblicana i Romani cambiarono la loro politica estera e, invece di
avere relazioni statiche nei riguardi delle altre nazioni, iniziarono a cambiare i loro
comportamenti nei confronti di essi, diventando più flessibili e, perciò più egemoni nel Lazio.
Grazie a questa politica estera intelligente e alla politica militare interna che Roma si riuscì
ad espandere lungo il Tevere, raggiungendo il mare. Per quanto Roma annetté vari territori,
fu sempre più propensa a vassallizzare i popoli vicini secondo i “fodera iniqua” (patti
squilibrati) che costringevano i popoli vinti a versare tributi a Roma, donare truppe a Roma
ed essere sottomessi all’ager publicus, ovvero terre confiscate ai popoli vinti e venduti a
cittadini romani. Inoltre scambiavano la loro libertà politica per la protezione romana. Tra il V
ed il IV secolo a.C. Roma, a causa delle sue politiche di guerra, fu sottoposta a varie guerre:
● Guerra della Lega Latina: La lega latina era un’alleanza militare di varie civiltà laziali,
Roma, membro di questa, entrò in conflitto con la lega e le 2 fazioni entrarono in uno
stato di guerra. I latini furono vinti a lago Regillo nel 496 a.C. e 3 anni dopo furono
definitivamente sconfitti e costretti a firmare il foedus Cassianum (Proposto dal
console Cassio Spurio) che risarciva Roma (non scritto sul libro) e apriva i confini dei
singoli stati della lega per commercio e matrimoni
● La Guerra contro Volsci ed Equi (Chiamata Guerra Aequa) fu una costante nella
Roma Repubblicana del V secolo a.C. e gli scontri contro le popolazioni sabine
furono innumerevoli. Le più importanti furono durante la dittatura di Cincinnato, che li
sconfisse tra i colli Albani nel 458 a.C., diventando simbolo di modestia quando,
dopo la vittoria, tornò a lavorare nei suoi campi.
● La Guerra di Veio fu il risultato di una rivalità secolare tra le 2 città vicine. Roma,
ormai egemone in tutto il Lazio, decise di attaccare la storica rivale. Nonostante non
avesse l’aiuto della lega latina, Roma combatté valorosamente contro il re Veiente
Arrunte Tarquinio. Gli scontri durarono un decennio e terminarono con la battaglia di
Veio, successiva ad un lungo assedio, nel 396 a.C. dove Furio Camillo costrinse i
vinti a firmare un trattato di pace dove Veio vedeva i suoi territori resi ager publicus
mentre i popolani divennero schiavi romani. Una leggenda narra che Tarquinio
(nonostante i 200 anni di età) provò un colpo di stato che fallì, successivamente
chiese aiuto a Veio, terra di Tarquini, per riprendere il potere. Le realtà storiche,
invece, affermano che Roma attaccò Veio per distrarre i cittadini dalle lotte interne tra
patrizi e plebei e per diventare la potenza egemone nel commercio del mare.
Propaganda augustea
In realtà quello che Augusto instaurò fu un vero e proprio regime, in quanto il potere
decisionale era tutto nelle sue mani, basato sulla superiorità ed eternità di Roma: Augusto
con i suoi poteri avrebbe guidato il suo popolo verso un secolo d’oro. Per far si che la gente
non si ribelli alla creazione del regime, Augusto propaganda con ogni mezzo, come:
● Promozione di monumenti ed opere pubbliche;
● Costruzione di statue che lo raffiguravano in tutte le sue diverse funzioni (per
esempio come generale, pontefice massimo, ecc…);
● Con l’epigrafia, facendo incidere praticamente ovunque la titolatura Imperator
Caesar Augustus;
● Tramite la letteratura, che affidò all’amico Gaio Mecenate, che fece avvicinare ad
Ottaviano i migliori scrittori del tempo, cioè Virgilio, Orazio e Properzio. Questi
avevano il compito di creare una forte sintonia con le "parole" del regime. Il miglior
lavoro fu l’Eneide di Virgilio, poema che narra la vita di Enea fino alla fondazione di
Roma da parte di suo figlio Ascanio Iulo, che fondò anche la gens Iulia da cui
provengono Cesare e Augusto.
I successori di Augusto
I quattro imperatori che successero ad Augusto interpretarono ciascuno in modo diverso il
loro ruolo, mancò quindi una continuità con la politica Augustea, ma rimase la “finzione” del
mantenimento della repubblica. Questi, inoltre, ricorsero spesso a violente forme di
repressione contro oppositori politici e intellettuali scomodi.
Tiberio
Tiberio salì al potere in età matura dopo aver dato prove importanti delle sue capacità
militari. Inizialmente si mosse sulle orme di Augusto. In politica interna rifiutò gli appellativi
pater patriae e imperator e a causa del suo carattere scontroso i rapporti con l’aristocrazia
senatoria si deteriorarono, complice anche l'influenza negativa di Elio Seiano. Tiberio,
stanco del potere, si ritirò a Capri nel 27 d.C., lasciando Roma nella mani del prefetto.
Seiano ne approfittò per sbarazzarsi di nemici politici con false accuse e fece anche
uccidere Druso, il figlio dell'imperatore. Tali azioni indussero Tiberio a far assassinare
Seiano. Anche gli ultimi anni dell'imperatore furono sempre caratterizzati dalla repressione di
oppositori politici.
Domus Aurea
Dopo essersi liberato della madre Agrippina Minore e di Seneca, Nerone poté trasformare
Roma in un ciclopico Impero Orientale guidato dalla sua tirannide. Nel 64 d.C. scoppiò un
tremendo incendio della durata di una settimana che devastò completamente Roma,
ammazzando migliaia di persone e distruggendo diversi quartieri della Capitale. Nonostante
la colpa fu data alle comunità cristiane che in quel periodo si stavano insediando nei territori
romani, probabilmente fu lo stesso Nerone a causare lo stesso incendio per rivoluzionare
tutto il suo sistema zonistico, dando vita alla più grande ricostruzione urbanistica della storia.
Si presuppone, però, che l’intento non fu solo quello di ricostruire da capo Roma per
renderla più “Ellenistica” ma anche quello di costruire una ciclopica villa imperiale per il
principe, ovvero la Domus Aurea. La mastodontica villa fu un punto di svolta sia per Roma,
che stava passando un periodo di cambiamento da Repubblica a Monarchia (o meglio,
Impero), che per Nerone, che da questo punto in poi vide il suo principato sgretolarsi,
soprattutto dopo la Congiura dei Pisoni l’anno dopo dell’incendio. La Domus Aurea si
estendeva per più di 80 ettari (300 mila m²) tra il Palatino e l’Esquilino. Questa possedeva
una parte pubblica e una privata, la prima era costituita dalla zona del Colosso di Nerone,
una statua bronzea commissionata dall’imperatore dall’altezza di 30 metri che oggi da il
nome al “Colosseo”, un grande campo di dimensioni altrettanto ciclopiche, colmo di vigneti,
pascoli e boschi, e un lago artificiale. La particolarità principale della Domus Aurea, che dà
anche l'appellativo "Aurea" alla villa, erano gli stocchi d'oro (aurei) all'interno della casa che
riflettevano e facevano risplendere tutti gli interni. Dopo la morte di Nerone, la domus, non
ancora terminata, fu sotterrata (e in parte distrutta) per dimenticare il tirannico imperatore
che, per la costruzione di essa, indebitò pesantemente il paese, Sopra la quasi distrutta
domus furono costruite le Terme di Traiano appositamente per "Distrarre" il popolo.
Vespasiano
Vespasiano salì al potere dopo una lunga carriera militare, culminata con il comando delle
legioni in conflitto con la rivolta antiromana, sedata poi dal figlio Tito. In Oriente avvenne la
sua acclamazione sociale e nel 69 d.C. giunse a Roma, trovando una situazione molto
difficile.
Tito
Durante il governo di vespasiano suo figlio Tito era già stato associato al potere, inoltre la
gloria attribuitagli dalla vittoria giudaica lo rese un successore naturale al potere. Quindi con
lieve malcontento del senato, Tito salì al trono nel 79 d.C.
Plinio il vecchio
Plinio il giovane raccontò la morte di Plinio il vecchio, che prestava aiuto alla popolazione
durante l’eruzione. Il territorio era scosso da forti terremoti, e all’esterno c’era il rischio di una
pioggia di lapilli. Plinio il vecchio si recò sulla spiaggia per verificare se si potesse partire in
barca ma quando due uomini andarono a prelevarlo, lui si accasciò per terra e morì a causa
dell’aria contaminata da cenere che gli aveva ostruito la trachea e le vie respiratorie.
Domiziano
L'ultimo dei Flavi, Domiziano, fu una figura controversa e interpretabile come un formidabile
generale militare ma un tirannico governatore. Domiziano fu noto per consolidare i confini di
Roma lungo il Reno e il Danubio (limes) e rafforzando pesantemente tali confini,
costituendo, dopo diverse campagne, gli Agri decumentes, territori compresi tra il Reno e il
Danubio ben militarizzati per difendersi dagli assalti dei popoli germanici. Tuttavia,
nonostante la sua indiscutibile abilità militare, il suo governo fu tirannico come quello di
Nerone, infatti si diede diversi poteri, abolì i poteri consultivi del Senato per assegnarli ad un
gruppo ristretto di amici e cominciò una certa ostilità, tramutatasi successivamente in una
vera e propria persecuzione, nei confronti dei filosofi greci, cristiani e ebrei. La sua politica
creò una forte opposizione nei suoi confronti colmata, però, con la violenza e l'oppressione.
Il suo regime finì quando fu assassinato da dei ribelli che includevano pretori, ex senatori e
persino la moglie Domizia. Dopo la sua morte si provò a cancellare qualsiasi ricordo del
decade e mezzo di tirannia, proprio come fu fatto con Nerone.
società imperiale
Le dinastie dei Giulio-Claudi e dei Flavi avevano caratteristiche diverse ma si
accomunavano nella difficoltà di trovare una soluzione istituzionale alla crisi della repubblica.
Nonostante i vari tentativi di trasformare Roma in un regno, l'ordinamento costituzionale
repubblicano restò formalmente vigente.
Il principato sarà ancora per molti secoli il sistema di governo di Roma. Si può, quindi,
concludere che “la non soluzione” della crisi fu in realtà una soluzione vera e duratura, che
da un lato rafforzò il dominio romano nel Mediterraneo, dall'altro fece vivere a Roma una
fase di prosperità economica e di pace sociale.
Nell'età dei Flavi possiamo riflettere sulle dinamiche sociali, economiche e religiose di Roma
per due motivi:
● I Flavi pensavano che Roma dovesse avere un ruolo di guida nella formazione della
società imperiale;
● L'eruzione del Vesuvio che sommerse Pompei ed Ercolano ci ha fornito importanti
informazioni sulla vita quotidiana di allora.
Secondo lo storico Géza Alfödy la società imperiale può essere rappresentata come una
piramide che comprendeva:
● al vertice l'imperatore e subito sotto la sua famiglia;
● i membri del ceto senatorio e del ceto equestre;
● gli esponenti delle più importanti famiglie delle varie città italiche e i ricchi e potenti
liberti imperiali;
● infine la gente comune, cioè i nati liberi, gli schiavi e gli schiavi liberati.
La situazione dell’agricoltura
L’economia romana si basava ancora in gran parte su agricoltura e allevamento e
nonostante fossero passati i tempi nei quali ognuno coltivava per sé e la propria famiglia, a
fianco alle grandi coltivazioni riuscivano ancora a sopravvivere i piccoli proprietari terrieri che
andavano avanti con modesti scambi locali.
Dopo l'assassinio di Domiziano nel 96 d.C. fu proclamato imperatore Marco Cocceio Nerva,
uomo gradito dall'aristocrazia.
Successivamente si succedettero imperatori adottati dai predecessori, in quanto ritenuti i più
idonei al governo dello Stato: Traiano, Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio. Quest'ultimo
scelse il figlio come successore sancendo la fine della dinastia degli Antonini.
Il cognomen Antoninus apparteneva solo ad Antonino Pio, ma a causa di parentela adottiva
gli storici definiscono l'intero periodo come l'età degli Antonini.
Traiano
Marco Ulpio Traiano fu adottato da Nerva prima della sua morte.
Traiano instaurò una politica di pacificazione sociale. Infatti si mostrò collaborativo con il
senato, ma prestò anche attenzione ai ceti medi e bassi. Promosse gli alimenta, “borse di
studio” per i giovani meno abbienti e concesse prestiti e distribuzioni di denaro o di grano ai
contadini italici.
Fece anche realizzare grandi opere pubbliche, come la ristrutturazione del porto di Ostia e la
costruzione del foro di Traiano.
Traiano, inoltre, è noto per un impressionante serie di vittorie militari, cosa che accrebbe
l'impero, che raggiunse la massima espansione. La sue azione viene paragonata dagli
studiosi a quella di Alessandro Magno.
Le guerre vittoriose più importanti furono la prima (101-102 d.C.) e la seconda guerra contro
i Daci, siccome erano da tempo una grave minaccia per i domini romani. L’ultima si concluse
con il suicidio del re Decebalo, per non cadere in mani nemiche, e ci furono importanti
conseguenze economiche grazie al bottino di guerra, a miniere d'oro ecc.
La cittadinanza ai provinciali era ancora limitata, però l'impero era diventando ecumenico
(cioè con l'aspirazione a essere universale), unificato dalla lingua e dal diritto di Roma, ma
aperto alle esperienze multiculturali in esso comprese.
La gloria militare rese Traiano un principe amato e popolare. Quest’ultimo fu anche molto
abile nel mantenere saldo il consenso nei suoi confronti, per esempio facendo erigere la
Colonna traiana, che raffigura le guerre daciche, oppure assumendo la nomenclatura di
Optimus (ottimo), che lo avvicinava alle qualità di Giove Ottimo Massimo, cioè la principale
divinità romana.
Per celebrare le imprese dell’imperatore vennero eretti numerosi archi onorari, come quello
di Roma (andato distrutto), di Ancona e di Benevento.
L’imperatore morì nel 117 d.C. e gli successe Adriano.
Adriano
Adriano fu un imperatore molto amato da Roma per la sua tolleranza, infatti fu noto per aver
visitato tutto l'Impero siccome riteneva che, nonostante non tutti i cittadini fossero "puri
romani", i popoli vinti da Roma andassero rispettati. Andriano, come molti altri imperatori
romani, lodava le arti orientali e greche, soffermandosi proprio su quest'ultima. Portò molta
dell'architettura greca a Roma, manifestata soprattutto con la sua omonima Villa a Tivoli, e
costruì molte opere nella Penisola Ellenica. Inoltre portò a Roma molti beni culturali greci e
diffuse la letteratura e poesia nell'Impero. Adriano non fu un conquistatore ma comunque
riteneva suo compito, in quanto sovrano, di mantenere la pace e pacificare l'Impero e perciò
fortificò la Gran Bretagna e rinunciò a terre ostili, come l'Assiria.
Imperatori Successivi
● Antonino Pio seguì le orme del suo predecessore, perciò il suo regno fu prospero e
caratterizzato da prudenza e moderazione. Non viaggiò ma comunque finanziò opere
pubbliche in tutto l'Impero, instaurò un nuovo confine in Gran Bretagna e fu elogiato
dal Senato per il suo profondo rispetto nei propri confronti. Adottò i suoi nipoti Marco
Aurelio e Lucio come successori.
● Marco Aurelio fu ritratto come un grande pensatore ma, nonostante ciò, passò la
maggior parte del suo regno a combattere contro i barbari e contro una terribile e
duratura peste, che portò via suo fratello Lucio, mettendo solo in mano sua il
governo. Le continue guerre portarono a crisi economiche anche per i seguenti
decenni. Suo figlio Commodo fu il suo successore
● Commodo non riuscì ad eguagliare la gloria del padre e dei suoi predecessori. Pattuì
subito una tregua con i barbarici nemici di Roma e cercò la validazione della plebe
tramite distribuzione di cibo e spettacoli. Nonostante provò ad essere divinizzato con
il titolo di Ercole, egli fu assassinato nel 192 d.C., ponendo fine agli Antonini.