Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
18 visualizzazioni10 pagine

SantoRosario MarialisCultus PaoloVI

Il documento invita a pregare il Santo Rosario, contemplando i misteri della vita di Maria e di Gesù, con riferimenti all'Esortazione Apostolica Marialis Cultus di Paolo VI. Ogni mistero è accompagnato da riflessioni sulla fede, l'umiltà e l'intercessione di Maria, sottolineando il suo ruolo nella Chiesa e nella vita dei credenti. Si evidenzia l'importanza della preghiera e della meditazione per vivere la propria fede in comunione con Dio e la Chiesa.

Caricato da

Mariano Mariani
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
18 visualizzazioni10 pagine

SantoRosario MarialisCultus PaoloVI

Il documento invita a pregare il Santo Rosario, contemplando i misteri della vita di Maria e di Gesù, con riferimenti all'Esortazione Apostolica Marialis Cultus di Paolo VI. Ogni mistero è accompagnato da riflessioni sulla fede, l'umiltà e l'intercessione di Maria, sottolineando il suo ruolo nella Chiesa e nella vita dei credenti. Si evidenzia l'importanza della preghiera e della meditazione per vivere la propria fede in comunione con Dio e la Chiesa.

Caricato da

Mariano Mariani
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Sei sulla pagina 1/ 10

PREGHIAMO IL SANTO ROSARIO

ALLA SCUOLA DEL PAPA PAOLO VI

Contempliamo i misteri del Rosario guardando alla Vergine Maria


“eccellentissimo modello della Chiesa nell'ordine della fede, della
carità e della perfetta unione con Cristo, cioè di quella
disposizione interiore con cui la Chiesa, sposa amatissima,
strettamente associata al suo Signore, lo invoca e, per mezzo di
lui, rende il culto all'eterno Padre” (MC 16).
I riferimenti sono principalmente desunti dall’Esortazione
Apostolica Marialis Cultus di Paolo VI.

MISTERI DELLA GIOIA

Primo mistero: L’annunciazione del Signore

Contempliamo Maria “Vergine in ascolto, che accoglie la parola


di Dio con fede; questa fu per lei premessa e via alla maternità
divina… fede che fu per lei causa di beatitudine e certezza circa
l'adempimento della promessa… fede con la quale ella,
protagonista e testimone singolare della Incarnazione, ritornava
sugli avvenimenti dell'infanzia di Cristo, raffrontandoli tra loro
nell'intimo del suo cuore”.
Preghiamo per la Chiesa, “la quale, soprattutto nella sacra
Liturgia, con fede ascolta, accoglie, proclama, venera la parola
di Dio, la dispensa ai fedeli come pane di vita e alla sua luce
scruta i segni dei tempi, interpreta e vive gli eventi della storia”
(MC 17).

Secondo mistero: Maria visita Elisabetta

Contempliamo Maria “Vergine in preghiera. Così essa appare


nella Visita alla madre del Precursore, in cui effonde il suo
spirito in espressioni di glorificazione a Dio, di umiltà, di fede, di

12
speranza: tale è il cantico L'anima mia magnifica il Signore (cfr
Lc 1,46-55), la preghiera per eccellenza di Maria” (MC 18).
Preghiamo per la Chiesa, “che ogni giorno presenta al Padre le
necessità dei suoi figli, loda il Signore incessantemente e
intercede per la salvezza del mondo” (MC 18).

Terzo mistero: Gesù nasce a Betlemme

Contempliamo Maria “la Vergine madre, cioè colei che per la


sua fede e obbedienza generò sulla terra lo stesso Figlio del
Padre, senza contatto con uomo, ma adombrata dallo Spirito
Santo: prodigiosa maternità, costituita da Dio quale tipo e
modello della fecondità della Vergine- Chiesa”.
Preghiamo per la Chiesa “la quale diventa anche essa madre,
poiché con la predicazione e il Battesimo genera a vita nuova e
immortale i figli, concepiti per opera dello Spirito Santo e nati da
Dio” (MC 19).

Quarto mistero: La presentazione di Gesù al tempio

Contempliamo Maria “la Vergine offerente. Nell'episodio della


presentazione di Gesù al tempio, la Chiesa ha rilevato la
continuità dell'offerta fondamentale che il Verbo incarnato fece al
Padre, entrando nel mondo, ha visto proclamata l'universalità
della salvezza, ha inteso il riferimento profetico alla Passione di
Cristo, ha intuito nel cuore della Vergine una volontà oblativa,
che superava il senso ordinario del rito”.
Preghiamo per la Chiesa “la quale, soprattutto alla domenica,
convoca i fedeli per celebrare la Pasqua del Signore, finché egli
ritorni: il che la Chiesa compie in comunione con i Santi del
Cielo e, prima di tutto, con la Beata Vergine, della quale imita la
carità ardente e la fede incrollabile” (MC 20).

13
Quinto mistero: Gesù ritrovato tra i dottori

Contempliamo Maria “maestra di vita spirituale per i singoli


cristiani. Ben presto i fedeli cominciarono a guardare a Maria per
fare, come lei, della propria vita un culto a Dio e del loro culto un
impegno di vita”.
Preghiamo perché in ogni fedele ci sia “l'anima di Maria per
glorificare Dio: Dev'essere in ciascuno l'anima di Maria per
magnificare il Signore, dev'essere in ciascuno il suo spirito per
esultare in Dio”. E perché “il «sì» di Maria sia per tutti i cristiani
lezione ed esempio per fare dell'obbedienza alla volontà del
Padre la via e il mezzo della propria santificazione” (MC 21).

MISTERI DELLA LUCE

Primo mistero: Gesù è battezzato al Giordano

“L'origine che (Cristo) ha preso nel grembo della Vergine, l'ha


posta nel fonte battesimale; ha dato all'acqua quel che aveva dato
alla Madre; difatti, la virtù dell'Altissimo e l'adombramento dello
Spirito Santo, che fece sì che Maria desse alla luce il Salvatore, fa
anche sì che l'acqua rigeneri il credente” (san Leone Magno).
Preghiamo per la Chiesa che “prolunga nel Sacramento del
Battesimo la maternità verginale di Maria… poiché con la
predicazione e il Battesimo genera a vita nuova e immortale i
figli, concepiti per opera dello Spirito Santo e nati da Dio” (MC
19).

Secondo mistero: Le nozze di Cana

“Sigillo della Nostra Esortazione e ulteriore argomento del valore


pastorale della devozione alla Vergine nel condurre gli uomini a
Cristo, siano le parole stesse che ella rivolse ai servitori delle
nozze di Cana: Fate quello che egli vi dirà (Gv 2,5); parole, in
apparenza, limitate al desiderio di porre rimedio a un disagio

14
conviviale, ma, nella prospettiva del quarto Evangelo, sono come
una voce in cui sembra riecheggiare la formula usata dal Popolo
di Israele per sancire l'alleanza sinaitica, o per rinnovarne gli
impegni” (MC 18).
Preghiamo perché “come a Cana la Vergine con il suo intervento
ottenne che Gesù compisse il primo dei suoi miracoli, così nella
nostra epoca ella potrà, con la sua intercessione, propiziare
l'avvento dell'ora in cui i discepoli di Cristo ritroveranno la piena
comunione nella fede” (MC 33).

Terzo mistero: L'annuncio del Regno di Dio

“È stato, altresì, compreso più facilmente come l'ordinato e


graduale svolgimento del Rosario rifletta il modo stesso con cui il
Verbo di Dio, inserendosi per misericordiosa determinazione
nella vicenda umana, ha operato la redenzione… ma soprattutto
rifletta lo schema del primitivo annuncio della fede e riproponga
il mistero di Cristo nel modo stesso in cui è visto da san Paolo nel
celebre inno della Lettera ai Filippesi: umiliazione, morte,
esaltazione” (MC 45).
Preghiamo perché ciascun credente riconosca “nella devozione
alla Vergine un aiuto potente per l'uomo in cammino verso la
conquista della sua pienezza. Ella, la Donna nuova, è accanto a
Cristo, l'Uomo nuovo, nel cui mistero solamente trova vera luce il
mistero dell'uomo, e vi è come pegno e garanzia che in una pura
creatura, cioè in lei, si è già avverato il progetto di Dio, in Cristo,
per la salvezza di tutto l'uomo” (MC 57).

Quarto mistero: La trasfigurazione del Signore

“Fate quello che egli vi dirà (Gv 2,5)… sono anche una voce che
mirabilmente si accorda con quella del Padre nella teofania del
monte Tabor: Ascoltatelo! (Mt 17,5) (MC 57). Questo fa anche la
Chiesa, la quale, soprattutto nella sacra Liturgia, con fede
ascolta, accoglie, proclama, venera la parola di Dio, la dispensa

15
ai fedeli come pane di vita e alla sua luce scruta i segni dei tempi,
interpreta e vive gli eventi della storia” (MC 18).
Preghiamo affinché “il culto della Vergine sia permeato dei
grandi temi del messaggio cristiano, affinché, mentre i fedeli
venerano colei che è Sede della Sapienza, siano essi stessi
illuminati dalla luce della divina Parola e indotti ad agire
secondo i dettami della Sapienza incarnata” (MC 30).

Quinto mistero: L'istituzione dell'Eucaristia

“Per perpetuare nei secoli il sacrificio della Croce il divin


Salvatore istituì il sacrificio eucaristico, memoriale della sua
morte e risurrezione, e lo affidò alla Chiesa, sua sposa, la quale,
soprattutto alla domenica, convoca i fedeli per celebrare la
Pasqua del Signore, finché egli ritorni: il che la Chiesa compie in
comunione con i Santi del Cielo e, prima di tutto, con la Beata
Vergine, della quale imita la carità ardente e la fede incrollabile”
(MC 20).
Preghiamo perché lo Spirito Santo“faccia di noi un sacrificio
perenne a te (Padre) gradito, perché possiamo ottenere il regno
promesso insieme con i tuoi eletti: con la beata Maria Vergine e
Madre di Dio” (MC 10).

MISTERI DOLOROSI

Primo mistero: Gesù Redentore agonizzante nell'orto

“L’agonia di Cristo. Prima quella morale nel Getsemani. Poi


quella morale e fisica insieme, sulla Croce. Nessuno, come
Cristo, ha così profondamente manifestato il tormento umano del
morire, proprio perché era Figlio di Dio; perché l’“umano” e il
“divino” costituivano in lui una misteriosa unità. Perciò anche
quelle parole della Passione di Cristo, così penetrantemente
umane, rimarranno per sempre una rivelazione della “divinità”
che in Cristo si è legata all’umanità, nella pienezza dell’unità

16
personale. Si può dire: era necessaria la morte di Dio-Uomo,
affinché noi, eredi del peccato originale, vedessimo che cosa è il
dramma nella morte dell’uomo” (Udienza 11 aprile 1979).

Secondo mistero: Gesù flagellato

“Vedere Gesù! Noi pensiamo alla faccia straziata e sfigurata di


Cristo paziente, quale ce la descrive il profeta Isaia: "non ha
alcuna bellezza, né splendore: noi l'abbiamo visto e non aveva
alcuna apparenza... l'ultimo degli uomini, l'uomo dei dolori... e
noi l'abbiamo considerato come un lebbroso..." (Isaia, 53); lui, "il
più bello fra i figli degli uomini..." (Ps. 44, 3)… Fortuna grande,
dunque, la nostra se questa asserita superstite effigie della sacra
Sindone ci consente di contemplare qualche autentico lineamento
dell'adorabile figura fisica di nostro Signore Gesù Cristo, e se
davvero soccorre alla nostra avidità, oggi tanto accesa, di poterlo
anche visibilmente conoscere! Raccolti d'intorno a così prezioso e
pio cimelio, crescerà in noi tutti, credenti o profani, il fascino
misterioso di Lui, e risuonerà nei nostri cuori il monito
evangelico della sua voce, la quale ci invita a cercarlo poi là,
dove Egli ancora si nasconde e si lascia scoprire, amare e servire
in umana figura: "tutte le volte che voi avrete fatto qualche cosa
per uno dei minimi miei fratelli, l'avrete fatto a me" (Mt 25,40)"
(Messaggio del 23 novembre 1973).

Terzo mistero: Gesù coronato di spine

“Nella Quaresima e soprattutto nei giorni della Settimana Santa,


ammiriamo la sua appassionata partecipazione alle sofferenze del
Redentore; a questo proposito la testimonianza di un carmelitano
suo contemporaneo ci informa che «avendo (ella) chiesto a nostro
Signore di concederle qualcosa che le facesse sentire fisicamente
la sua Passione, ebbe dal Redentore, che le apparve, una corona
di spine sul capo, da cui le risultò un dolore così forte che mai le
si leva»” (Omelia per la Beatificazione di Maria di Gesù Lopez de
Riva, 14 novembre 1976).

17
Quarto mistero: Gesù carico della croce

“Noi sappiamo benissimo che Cristo ci ha redento con la sua


Croce, con la sua passione e morte; e siamo disposti a percorrere
pii e commossi la Via Crucis, la sua via della Croce; ma non
siamo altrettanto disposti ad ammettere che la Croce di Cristo si
riflette sulla nostra vita, la quale ne resta segnata [...]. Sì, il
cristiano deve in qualche forma e in qualche misura portare la
croce del Signore. Innanzi tutto con la comprensione del «mistero
della Croce». Comprensione? Diciamo meglio: riflessione,
adorazione, amore;[...] in questa straordinaria meditazione, noi
faremo un'altra scoperta incomparabile, quella della filosofia del
dolore; del valore che può assumere la sofferenza umana,
dell'«utilità» del nostro patire se congiunto idealmente e
cordialmente al patire di Cristo” (26 novembre 1975).

Quinto: Gesù sul Calvario

“Questa unione della Madre con il Figlio nell'opera della


Redenzione raggiunge il culmine sul Calvario, dove Cristo offrì se
stesso quale vittima immacolata a Dio (Eb 9,14) e dove Maria
stette presso la Croce (cfr Gv 19,25), soffrendo profondamente
con il suo Unigenito e associandosi con animo materno al
sacrificio di lui, amorosamente consenziente all'immolazione
della vittima da lei generata e offrendola anch'ella all'eterno
Padre” (MC 20).

MISTERI GLORIOSI

Primo mistero: Gesù risorge da morte


“Quando poi la Liturgia rivolge il suo sguardo sia alla Chiesa
primitiva che a quella contemporanea, ritrova puntualmente
Maria: là, come presenza orante insieme con gli Apostoli; qui
come presenza operante insieme con la quale la Chiesa vuol
vivere il mistero di Cristo: ...fa' che la tua santa Chiesa, associata

18
con lei (Maria) alla passione del Cristo, partecipi alla gloria
della risurrezione; e come voce di lode insieme con la quale vuole
glorificare Dio: ...per magnificare con lei (Maria) il tuo santo
nome” (MC 11).

Secondo mistero: Gesù ascende alla gloria del Padre

“La molteplice missione di Maria verso il Popolo di Dio è realtà


soprannaturale operante e feconda nell'organismo ecclesiale. E
rallegra considerare i singoli aspetti di tale missione e vedere
come essi siano orientati, ciascuno con propria efficacia, verso il
medesimo fine: riprodurre nei figli i lineamenti spirituali del
Figlio primogenito. Vogliamo dire che la materna intercessione
della Vergine, la sua santità esemplare, la grazia divina, che è in
lei, diventano per il genere umano argomento di speranze
superne... La missione materna della Vergine spinge il Popolo di
Dio a rivolgersi con filiale fiducia a colei, che è sempre pronta ad
esaudirlo con affetto di madre e con efficace soccorso di
ausiliatrice. Esso, pertanto, è solito invocarla come Consolatrice
degli afflitti, Salute degli infermi, Rifugio dei peccatori, per aver
nella tribolazione conforto, nella malattia sollievo, nella colpa
forza liberatrice; perché ella, che è libera dal peccato, a questo
conduce i suoi figli: a debellare con energica risoluzione il
peccato. E’ tale liberazione dal peccato e dal male – occorre
riaffermarlo – la premessa necessaria per ogni rinnovamento del
costume cristiano” (MC 57).

Terzo mistero: Gesù effonde il dono dello Spirito

“Considerando la presenza della Madre di Gesù nel cenacolo,


dove lo Spirito scese sulla Chiesa nascente, (alcuni santi Padri e
scrittori ecclesiastici) arricchirono di nuovi sviluppi l'antico tema
Maria-Chiesa, e, soprattutto, ricorsero all'intercessione della
Vergine per ottenere dallo Spirito la capacità di generare Cristo
nella propria anima, come attesta sant'Ildefonso in una supplica,
sorprendente per dottrina e per vigore orante: Ti prego, ti prego,

19
o Vergine santa, che io abbia Gesù da quello Spirito, dal quale tu
stessa hai generato Gesù. Riceva l'anima mia Gesù per opera di
quello Spirito, per il quale la tua carne ha concepito lo stesso
Gesù (...). Che io ami Gesù in quello stesso Spirito, nel quale tu lo
adori come Signore e lo contempli come Figlio” (MC 26).
“In questo modo l'amore per la Chiesa si tradurrà in amore per
Maria, e viceversa; perché l'una non può sussistere senza l'altra,
come acutamente osserva san Cromazio di Aquileia: Si riunì la
Chiesa nella parte alta (del cenacolo) con Maria, che era la
madre di Gesù, e con i fratelli di lui. Non si può, dunque, parlare
di Chiesa se non vi è presente Maria, la madre del Signore, con i
fratelli di lui” (MC 28).

Quarto mistero: Maria dopo l'esilio terreno è assunta in corpo


e anima alla patria celeste

“La solennità del 15 agosto celebra la gloriosa Assunzione di


Maria al cielo; è, questa, la festa del suo destino di pienezza e di
beatitudine, della glorificazione della sua anima immacolata e del
suo corpo verginale, della sua perfetta configurazione a Cristo
risorto; una festa che propone alla Chiesa e all'umanità
l'immagine e il consolante documento dell'avverarsi della
speranza finale: che tale piena glorificazione è il destino di quanti
Cristo ha fatto fratelli, avendo con loro in comune il sangue e la
carne” (MC 6).
“Nell'Assunzione riconoscono l'inizio già compiuto e l'immagine
di ciò che, per la Chiesa tutta quanta, deve compiersi ancora…
(insieme alla) sua incessante ed efficace intercessione per la
quale, pur assunta in cielo, è vicinissima ai fedeli che la
supplicano ed anche a coloro che ignorano di esserne figli” (MC
11. 56).

20
Quinto mistero: Maria, Madre della Chiesa, Regina degli
angeli e dei santi

“La solennità dell'Assunzione ha un prolungamento festoso nella


celebrazione della beata Maria Vergine Regina, che ricorre otto
giorni dopo, nella quale si contempla colei che, assisa accanto al
Re dei secoli, splende come Regina e intercede come Madre (MC
6)… la sua gloria, che nobilita tutto il genere umano, come
mirabilmente espresse il poeta Dante: Tu se' colei che l'umana
natura / nobilitasti sì, ch'el suo fattore / non disdegnò di farsi sua
fattura” (MC 56).
“È sommamente conveniente, anzitutto, che gli esercizi di pietà
verso la Vergine Maria esprimano chiaramente la nota trinitaria
e cristologica, che in essi è intrinseca ed essenziale. Il culto
cristiano infatti è, per sua natura, culto al Padre, al Figlio e allo
Spirito Santo, o meglio – come si esprime la Liturgia – al Padre
per Cristo nello Spirito. In questa prospettiva, esso
legittimamente si estende, sia pure in modo sostanzialmente
diverso, prima di tutto e in maniera speciale alla Madre del
Signore, e poi ai Santi, nei quali la Chiesa proclama il mistero
pasquale, perché essi hanno sofferto con Cristo e con lui sono
stati glorificati. Nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e
tutto da lui dipende: in vista di lui Dio Padre, da tutta l'eternità,
la scelse Madre tutta santa e la ornò di doni dello Spirito, a
nessun altro concessi. Certamente la genuina pietà cristiana non
ha mai mancato di mettere in luce l'indissolubile legame e
l'essenziale riferimento della Vergine al Divin Salvatore”(MC
25).

21

Potrebbero piacerti anche