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Andrea Palladio, architetto rinascimentale di fama internazionale, inizia la sua carriera come scalpellino a Vicenza, grazie al supporto di un mecenate che lo introduce agli studi di architettura classica. La sua opera più significativa include la Basilica di Vicenza, dove combina elementi medievali e classici, e il suo approccio architettonico si distingue per l'attenzione al contesto urbano e l'uso di facciate bidimensionali in spazi ristretti. Palladio pubblica un trattato nel 1570 che contribuisce alla diffusione della sua architettura, caratterizzata da una fusione di stili e innovazioni, influenzando profondamente l'architettura successiva.

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Andrea Palladio, architetto rinascimentale di fama internazionale, inizia la sua carriera come scalpellino a Vicenza, grazie al supporto di un mecenate che lo introduce agli studi di architettura classica. La sua opera più significativa include la Basilica di Vicenza, dove combina elementi medievali e classici, e il suo approccio architettonico si distingue per l'attenzione al contesto urbano e l'uso di facciate bidimensionali in spazi ristretti. Palladio pubblica un trattato nel 1570 che contribuisce alla diffusione della sua architettura, caratterizzata da una fusione di stili e innovazioni, influenzando profondamente l'architettura successiva.

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Palladio è un personaggio molto noto del rinascimento, non soltanto


italiano ma anche a livello internazionale Andrea Palladio è un
personaggio in realtà che si forma grazie al supporto di un facoltoso
mecenate . Perché in realtà della Gondola nel senso che nasce da un
vecchio mugnaio, inizia la sua prima attività come scalpellino a Vicenza
diciamo che nulla della sua prima attività e delle sue origini avrebbe fatto
pensare a una carriera fulgida e brillante e poi ad una vita così
significativa nella storia dell'architettura successiva. E cercheremo di
capire anche i risultati di questa diffusione, di questo apprezzamento così
significativo delle opere di Palladio al di fuori del territorio nazionale
italiano. E appunto Palladio nasce a Padova, si trasferisce poi a Vicenza e
inizia a lavorare come scalpellino la sua grande fortuna è che nel 1538 la
bottega di tagliapietre dove lavorava per la quale lavorava, lui viene
notato come scalpellino diventando così caposquadra e si occupa della
realizzazione della loggia nella vita di Giorgio Antonio Trissio.

Si tratta della prima loggia ad inizio rinascimento realizzata a Vicenza


proprio perché Giorgio Antonio Trissio era un grande conoscitore
dell'architettura antica e un dilettante di architettura, cioè uno studioso
letterato che si interessava in maniera diciamo non professionale
all'architettura ma era un conoscitore. E Trissio si rende conto dell'abilità
di questo giovane scalpellino pertanto decide di prenderlo sotto la sua ala
protettrice, decide di farlo studiare quindi sostanzialmente abbinarlo agli
studi della classicità, quindi gli archivi di testi antichi di Vitruvio e nel
dettaglio anche il nome. Perché Palladio viene da Pallade che viene di
Atena ed era pure in riferimento all'antichità per la Dea della Sapienza
l'intento era proprio questo, il punto di vita è molto più crescente, adesso
ci sono molte, diciamo l'assia che dei nomi supernovi che avevano a che
fare con la metodologia classica o con la letteratura .Ma appunto Palladio
rimane conosciuto con il nome che gli aveva dato il suo committente
Mecenate. Sappiamo che lo seguono i suoi viaggi, Trissio essendo una
personalità deleghiera anche un campo politico a Vicenza, conta differenti
viaggi anche a Roma e Palladio così ha la possibilità di studiare, di
insegnare, di misurare l'antichità Così appunto Palladio di interfacciarsi
direttamente con la rovine di Roma quindi con l'architettura antica. La sua
prima attività imperiale, con il suo primo scritto, riguarda proprio questa
attività romana e di cui voglio appena riuscire a fare, questa era la prima
guida dell'antichità di Roma scrivendo proprio il percorso attraverso gli
edifici romani e non parlando come se fossero in rovina, ma parlando
come se fossero ancora in piedi è la prima guida dell'antichità di Roma e
la sua attività progettuale inizia poi a Vicenza e con un caso abbastanza
significativo che è la cosiddetta Basilica La Basilica è il palazzo della
ragione, un palazzo di valore amministrativo e politico per Vicenza, è un
palazzo di origine medievale che è presentato al suo interno è tutto un
basamento realizzato in pietra , con colpetto di cera delle buccheghe e
delle stanze all'interno che veniva sommontato da un ambiente di
dimensioni monumentali, con sale del 500 con una copertura a volta.
L'intento dell'unità vicentina era non soltanto di salvaguardare la struttura
medievale che minacciava il crollo ma era anche di dare una nuova veste
classica, una nuova veste rinascimentale all'antica e anche stabilità
medievale. Diversi architetti erano stati chiamati per questo ruolo
nessuno di questi progetti era stato selezionato per essere realizzato il
progetto di Andrea Palladio è stato portato a termine e riceve una sorta di
concorso di diversi progetti che hanno stato presentati e costituisce una
sorta di vestito all'antica, una sorta di architettura che avvolge un'altra
architettura dando una veste all'antica e contemporaneamente
contrapportando l'edificio medievale. La pianta dell'edificio medievale è
questa interna, ha dato un sistema di portico e loggia che gestiva
interamente il perimetro dell'edificio tra i principali della città di Vicenza.

Il sistema è il sistema che è già conosciuto nel mondo dell'architettura


all'antica ed è un ordine pericolosicale che si ripropone su entrambi i livelli
ovviamente con una differenza tra dorico e ionico e quindi secondo la
correzione degli ordini e un primo ordine trapeato quindi con la soluzione
principale la soluzione prevalente per l'architettura classica e poi invece
un ordine minore che è quello che inquadra e che sorregge le arcate
minori con quelle libere e con un sistema che è stato già utilizzato più
volte nell'antica architettura. Si chiama questo sistema qui? Seriano.
Seriano, quindi con un arco centrale e due tratti di variazione orizzontale e
questo sistema tra l'altro consente a parlare di risolvere un problema che
è natura dimensionale e natura proporzionale perché gli edifici medievali
non sono costruiti secondo uno schema proporzionale dell'edificio hanno
uno schema relativo all'esercizio strutturale dell'edificio quindi non per
forza tutte le campate e tutti i moduli nell'edificio medievale sono uguali.

E questo problema rischia di percuotersi sulla facciata cioè generare


effettivamente lo spazio per realizzare tutte le campate uguali. Quindi la
Seriana in realtà consente a Palladio di giocare con la dimensione delle
trabeazioni, con la lunghezza dei tratti trabeati riducendo a piano
l'impegno del possibile odiare a questa problematica. Infatti se ci fate
passo con un'ultima campata, per esempio ha un effetto di trabeazione
minore senza che questo vada a incidere nella visione complessiva
dell'edificio che sembra perfettamente armonico perfettamente pensato
come un edificio classico se noi guardiamo la facciata nel suo complesso
non percepiamo questa discrepanza dimensionale tra i diversi facciati.

L'invito di questa struttura, che è presenta delle volte a crociera quindi


senza costoloni, è quello arrivare a contraffortare l'edificio gotico quindi
evitare che ci siano crolli o che si apra la struttura. L'attività di Palladio
viene poi interessata da numerose condizioni e da parte della nobiltà
vicentina. Tanto che appunto Vicenza oggi è considerato il centro per
eccellenza dell'attività palladiana.

Si tratta di numerosi edifici che vennero commissionati diciamo un po' in


concorrenza palladiana e quindi come sempre quando un architettura ha
un modo di fare architettura o un linguaggio, un architetto diventa di
moda e ovviamente la classe dirigente tende a contendersi i progetti di
Palladio. Palladio tra l'altro ha un atteggiamento nei confronti
dell'architettura urbana che è molto ovvio in evidenza della sua
attenzione al contesto urbano. Nel senso che la sussistenza, l'insistenza di
edifici all'interno di strade strette quindi il fatto che gli edifici non si
trovino di fronte a strade ma più strette, fa sì che Palladio scelga di
utilizzare delle facciate più bidimensionate possibile, quindi di non
accentuare l'oggetto degli elementi architettonici facendo diminuire la
tridimensionalità degli elementi.

Invece, proprio quando si troverà in un contesto come una piazza o un


luogo aperto, invece tende ad accentuare la tridimensionalità degli
elementi, quindi non è che si trattano di paraste ma colonne a tutto tondo
o semicolonne, quindi elementi che accentuano la tridimensionalità e
l'aspetto chiaroscurale di questi edifici. Ieri abbiamo introdotto all'interno
del Palazzo Veneto con San Michele e poi con il Palazzo San Solino.
Abbiamo detto che ci sono, diciamo, due differenze rispetto alla tipologia
del palazzo romano, che Palladio in un certo senso tende ad attenuare,
perché in genere i palazzi veneti, in particolare quelli veneziani tendono
ad essere molto più appropriati di quelli dei palazzi romani, perché hanno
la stessa funzione del tessuto urbano.

Pertanto, in genere, il cortile non viene impensato da una


documentalizzazione dell'architettura, non viene impensato da progetti di
architettura all'antica, perché spesso il cortile viene inteso come luogo di
passaggio. Palladio, invece, cerca di ricondurre l'architettura palaziale
veneta a molto più a modello romano che ad un modello all'antica e lo
vediamo proprio sul progetto, per esempio, quello di Palazzo Lello, dove
gli elementi che compongono questi progetti sono effettivamente quelli
tradizionali del palazzo romano. Quindi, in questo caso, abbiamo l'ingresso
con l'atrio diviso a tre navate, come ad esempio il palazzo Farnense, che
conduce poi nel cortile, che è il cuore distributivo dell'intero edificio,
cortile caratterizzato dalla presenza di un portico.

Oltre tutto, Palladio introduce un altro elemento che non abbiamo trovato,
invece, nell'architettura romana, né nei progetti di colleghi, il tema del
fronte templare. Il fronte templare è un elemento che viene dalla
architettura religiosa. I romani utilizzarono il tema del fronte templare
quanto nelle architetture religiose.

È la prima volta che nell'ambito dell'architettura rinascimentale si utilizza


un elemento, diciamo così monumentale, che proviene dall'architettura
antica religiosa per caratterizzare invece un edificio civile. Ecco, questo
tema sarà costantemente presente nell'architettura di Palladio. Abbiamo
visto ieri che un tema più corrente nei palazzi veneti, e che non
abbandonerà il modo di progettare la residenza veneta fino alla fine del
Settecento, è la divisione in due blocchi principali, esattamente come il
palazzo Vepene di Tramanto, con un basamento bugniato e poi l'ordine
venere inizia da una parte dal secondo livello, quindi la caratterizzazione
del basamento bugniato, e invece del secondo livello con un ordine
architettonico gigante o meno, secondo che includa più livelli
dell'architettura.

Questo, diciamo, costituisce lo schema generale, ovviamente ci sono delle


declinazioni in particolare di Palladio. I palazzi Vepene appartiene alla
prima fase della produzione dei palazzi paladiani, in cui Palladio ha come
riferimento, dal punto di vista dell'uso del bugnato, l'architettura di
palazzo Di Mantova un edificio romano, e si vede dal fatto che il bugnato è
illustrato con diversi elementi che richiamano i modi di utilizzo del
bugnato in edificio romano, per esempio questi chiari utilizzate per capagli
molto momentali, oppure l'utilizzo del bugnato al di fuori nello stesso
basamento e gli elementi che più normalmente erano utilizzati, come ad
esempio le cornici delle finestre, in un modo assolutamente legato
all'inventiva personale, esattamente come faceva Giulio Romano. Questa
rappresenta soltanto una prima fase, che poi Palladio abbandonerà dal
punto di vista della caratterizzazione di un'istituta di edifici.

Come veniamo, procediamo in una strada stretta Di conseguenza l'ottima


idea di Palladio è quella di non utilizzare le semicolonne, come aveva fatto
Bramante al palazzo Barberini , ma di utilizzare invece le paraste, che
caratterizzano appunto una superficie molto più liscia, molto più
bidimensionale, quindi con elemento fortemente tridimensionale, e questo
solo del bugnato rustico. La soluzione poi dell'ordine architettonico, per
quanto riguarda l'angolo dell'edificio, è esattamente quella di palazzo
Barberini, di Bramante, quindi con l'utilizzo di un elemento proprio
all'angolo, Bramante utilizzò una colonna, che è tridimensionale quasi
perfettamente, mentre invece Palladio utilizza due paraste e si ritrova
appunto che è quasi una parasta quadrante all'angolo dell'edificio.

Qui vediamo un dettaglio delle finestre, che appuntano a questa cornice,


molto particolare, molto strana rispetto all'architettura tradizionale,
caratterizzata da questo ordine architettonico, intervallata, trasciminata,
che proprio interrompe la semicolonna, proprio con riferimento al modo
molto complesso e molto referenziale di utilizzare questi sistemi da parte
di Giulio Romano. Vediamo invece un'altra tipologia di palazzo, che è il
Palazzo dei Tati. Secondo voi, questo lato ci troviamo in un contesto
urbano stretto o in un contesto urbano più aperto? Più aperto.

Più aperto. Palladio riprende il tema della stoa greca, quindi


sostanzialmente della piazza, del luogo d'incontro, che aveva in età greca
circondato da portici. Un portico ovviamente ha un valore di filtro tra lo
spazio pubblico e lo spazio privato, e in particolare il Palazzo dei Tati ha
avuto un ruolo importante, perché si trovava a margine della città di
Vicenza, in una piazza di mercato, dove tuttavia, per quanto riguarda il
primo livello, c'era la presenza di uffici, partenze sempre a linee dedicati,
che prevedevano che ci fosse un via vai sostanzialmente più aperto il
palazzo era più pubblico di questo primo livello.
Quindi il portico a lui creava anche proprio a questa posizione semipartita
il primo livello dell'edificio. Anche in questo caso, vediamo come Palladio
tenda comunque dell'accentuare il valore della parte centrale, e
riconosciamo subito il partito centrale di questo edificio, anche proprio per
la concentrazione dell'ordine tettonico e l'uso di elementi colonnali
aggregati fra di loro, che creano una maggiore tridimensionalità in
corrispondenza del partito centrale. Anche in questo caso, la
sovrapposizione degli ordini è ancora corretta, quindi abbiamo un dorico
al primo livello e un ionico al secondo livello.

L'utilizzo dell'ordine architettonico è quello più classico possibile, con le


piane dorane, con l'architrave. L'idea è proprio quella di rimandare al
portico all'antica, in particolare al portico all'Aveggia. Poi in seguito degli
anni è il fatto che Palladio sia un ottimo professionista
dell'autoproduzione, . Nel 1570 aveva pubblicato il suo trattato, nel quale,
a fianco delle architetture antiche, è iniziata tutta la sua produzione
architettonica.

Questo vuol dire che si vende molto bene, ha un modo di presentare la


sua architettura, è molto potente questa architettura, ha un modo di
diffondersi, per cui di solito la stampa è il principale elemento di
diffusione, e riesce tra l'altro nei progetti a correggere delle piccole
incongruenze che magari per ragioni di cantiere o per ragioni di relazione
con il committente non aveva potuto portare fino in fondo nei palazzi
realizzati, quindi ci sono delle ricche discrepanze tra i palazzi incisi, le
architetture incise e quelle realizzate, ma in questo modo riesce a
presentare tutta la sua architettura, tra l'altro a fianco delle righe
dell'architettura antica, quindi mettendo in evidenza l'ultimità tra il suo
modo di progettare e il modo di progettare l'architettura. Qui vi danno un
dettaglio del fronte centrale, della parte centrale del fronte del Pazzo
Delicati, dove l'ordine architettonico sostanzialmente si raggruma, quasi
creando un pilasto più massiccio, possibilmente non per un errore, ma
perché Palladio cerca di far emergere, rendere più tridimensionale, il
partito centrale. Questo è ovviamente lo scontro tra i due sistemi di ordine
architettonico, che non viene avvenuta per un errore, ma per un ulteriore
modo per sottolineare l'importanza del partito centrale.

Qui invece ci troviamo, in una strada stretta qui invece in Palazzo


Colmarana, prendiamo un tema che è stato molto caro, è quello
dell'angelo, riuscite ad individuare? l'ordine gigante. In questo caso
Palladio abbandona, almeno inizialmente diciamo, la divisione
drammatesca del palazzo per utilizzare invece una concordanza con
quello che era stato fatto da Michelangelo, sia a San Pietro che nella
piazza del Campidoglio e utilizza l'ordine di un'ordine vasta e gigante che
percorre tutti i livelli dell'edificio. L'ordine non parte da terra, perché viene
fatto partire da un basamento, un archivinto, dove si presentano
comunque gli elementi bugnati il primo livello presenta comunque un
sistema di bugnato, sebbene non diviso, mentre invece il secondo livello
risulta molto più aperto, dove le finestre e le architetture occupano
un'interasse tra una classe e l'altra.

In questo caso, la scelta di utilizzare un'ordine gigante fa si, si scelga il


corinzio, corinzio che in generale è utilizzato per caratterizzare in un
attimo un metallo più ricco che un'architettura, scegliendo un solo ordine
per le paraste e la scelta di Palladio ricade proprio sul corinzio. È il corinzio
che comunque si relaziona con un secondo ordine, più piccolo, quello che
interessa il primo livello. Questo è un tema della sovrapposizione, che già
abbiamo visto in Michelangelo dove c'è un ordine maggiore che si
sovrappone a un ordine di toni, spezzandolo, interrompendolo, spezzando
l'andamento orizzontale della trabeazione.

È una caratteristica che si ritroverà molto spesso nei progetti di Palladio,


anche e soprattutto nei progetti di facciate chiesastiche. Questo tema
della stratificazione del prospetto, anche nella sua bidimensionalità, è un
tema molto caro a Palladio, che gli permette di risolvere anche una serie
di problematiche nelle facciate chiesastiche. Vediamo meglio, perché
ovviamente il prospetto si vede sempre dalla strada, quindi non si ha mai
la visione frontale perfetta del palazzo, dove vediamo meglio questa
interazione tra i due ordini architettonici, l'ordine minore e l'ordine
maggiore.

Anche in questo caso non viene utilizzato l'arco, ma l'ordine architettonico


si utilizza in sua forma più perfetta, ed è utilizzato nel Cinquecento come
la forma migliore per utilizzare l'ordine architettonico, ovvero la
Trabeazione. In questo caso, l'unico arco della strada è quello
dell'ingresso. Quello dell'ingresso, esatto, perché se viene sempre distinto
rispetto alle altre aperture, il partito centrale deve sempre avere un ruolo
maggiore rispetto alle altre laterali.

E dal punto di vista della pianta, vediamo come Palladio cerca di risolvere
proprio questa problematica dell'occhio molto lungo, molto spesso e in
profondità, e non riconoscendo quello che è molto principale
dell'architettura anche del romano, cercando di decentrare il cuore
dell'abitazione e poi dedicando la parte finale dell'occhio, la zona delle
scuderie, a un ampio spazio aperto. Quindi il cuore dell'edificio si
concentra nella prima parte dell'edificio, dove tra l'altro Palladio deve
risolvere il problema della giocitura delle strade. Vedete che la faccio
veramente effettivamente piano, ma invece che riportare la giacitura della
pianta e quindi conformare tutto il palazzo secondo una giacitura
obbliqua, Pallasio sceglie di ridurre la dimensione degli ambienti laterali,
ma di stabilire un perfetto rigore geometrico all'interno.

E vediamo che qui si ripropongono quelli che sono gli elementi


fondamentali del palazzo romano, quindi l'atrio, il corridoio, che conduce
al portico, con la loggia, e poi introduce l'alturativo, una riproposizione
perfetta del palazzo romano. Un tema interessante è la perfetta simmetria
che Palladio riesce a creare nelle piante. Infatti, se vedete le scale che
generalmente erano disposte sì in corrispondenza delle cortile, ma non
per forza in una posizione definita dove erano poste o in corrispondenza
dell'asse o laterali, ma in generale soltanto una scala principale per
servire al pianomobile, qui viene sdoppiata, per simmetria, collocando due
scale perfettamente simmetriche ai lati del cortile.

In questo caso, il cortile è coinvoltato con un un utlizzo dell'ordine


architettonico che è in particolare iconico con corona liscia, e anche in
questo caso Palladio si può arrivare a risolvere problemi relativi alle
dimensioni e alle proporzioni dell'indirizzo. Accentuando il partito centrale,
e scegliendo così in questo modo di imprimere al colonnato delle
dimensioni sempre diverse per cercare di mantenere un'uniformità,
tranne nell'ultimo caso dove la colonna si trova a schiacciare l'area a
metà, proprio perché se, diciamo, avessi scelto di non accentuare il partito
centrale quindi di conferire un'intercolumno uguale a tutto il colonnato
probabilmente, diciamo, sarebbe riuscito a ottenere la stessa dimensione,
ma la scelta comunque di conferire un maggior rilievo al partito centrale
in un certo senso scombina l'ordine degli altri intercolumni, facendo sì che
l'ultima corona si trovi lanciata e che l'ultimo intercolumno sia minore. Per
quanto riguarda l'attività pubblica a Vicenza proprio di fronte alla Basilica
su un altro lato della piazza, abbiamo invece una delle ultime opere
pubblicate a Vicenza e se la Basilica viene iniziata nella fine del 40 la
loggia del proprietariato costituisce invece una delle ultime opere.

Si tratta di un edificio che viene caratterizzato rispetto all'architettura


tradizionale di Palladio da un'ambivalenza dal punto di vista delle facciate,
proprio perché le facciate laterali vennero riorganizzate, cioè venne
chiesto di cambiare il progetto, perché nel 1571 avvenne una battaglia in
cui l'esercito cristiano uscì il vincitore nei confronti dell'esercito ottomano,
di conseguenza si chiese nella facciata laterale di poter celebrare
attraverso la scultura e la decorazione di questa facciata la vittoria della
battaglia di Bernardo, quindi sostanzialmente Palladio dovette declinare il
suo progetto e consentire l'inserimento di un sistema decorativo che non
era inizialmente previsto. Si tratta, come vedete, di una loggia composta
da tre campate che ricorda il tema dell'arco di trionfo, . Anche in questo
caso la scelta è quella di utilizzare un'ordine di rampe, almeno sul tronco
principale, quindi abbraccia e in parti di mezzo dell'edificio.

E qui vediamo che ci troviamo in uno spazio monumentale dove la


facciata può essere allineata dal tronco, proprio perché invece nell'edificio
delle paraste, Palladio utilizza delle semicolonne, quindi con più
dimensionalità nell'edificio. Vediamo che c'è un uso anche poco
convenzionale di alcuni elementi dell'architettura, come ad esempio
questi triglifi che vengono utilizzati come elementi per sostenere i balconi,
sostanzialmente i triglifi venivono utiizzati esclusivamente per la
progettazione dorica. Invece qui vengono usati in modo, potremmo dire,
improprio, per sorreggere visivamente i balconi delle finestre a secondo
livello.
Per quanto si tratti di una loggia pubblica su strada su strada, che in
questo caso non presenta un interesse particolarmente monumentale,
non c'è la distinzione tra le campate, non le distingue dell'unico blocco.
L'ordine gigante interessa però soltanto il fronte principale, quindi è un
ritmo, una suddivisione dell'architettura che non continua nella facciata
laterale. Nella facciata laterale abbiamo sempre il tema dell'arco di
triomfo, con il sistema dell'altra rampa dinamica meridiana, con l'universo
arcuato e poi due spazi laterali, che viene anche in questo caso
inquadrato con un nuovo ordine architettonico, anche in questo caso si
usa un corinzio, e quindi corinzio contro l'ordine gigante e corinzio
nell'ordine minore, che interrompe la trabeazione che interessa gli archi
del fronte centrale e che corre lateralmente anche da una stessa
dimensione all'arco dell'universo laterale.

C'è poi il caso in particolare singolare, del palazzo gotico. Ma come si


interpreta l'universo laterale? Si tratta di una cultura o di una... Dicevi
rosso? Laterizio. Laterizio.

In veneto si costruisce sempre in Laterizio in laterizio, perché è in realtà il


più facile da reperire, in zona della terra l'universo laterale è utilizzato
soltanto per le casse delle colonne e per i portelli, quindi gli archi più
nobili dell'architettura, o per le colonne cinque e finestre, perché poi le
decorazioni le fanno in gesso per quanto riguarda l'utilizzo del... Il tema
del materiale è un tema molto importante nell'architettura di Palladio,
perché secondo lei queste colonne... Insomma... Allora, una delle cose
straordinarie dell'architettura di Palladio è che gli ha consentito di
diventare così apprezzata a livello internazionale il fatto che queste sono
architetture povere, che costano pochissimo, perché le colonne e gli
elementi dell'architettura sono realizzati in mattone. E quest'uso del
bugnato bianco mobilita l'architettura facendo apparire...
Sono la pietra viene utilizzata soprattutto per alcuni elementi
architettonici ed un caso particolarmente interessante e il palazzo
corto e adesso stanzialmente come il palazzo sia stato chiuso con
due campate e ci fa vedere come la pluralità del sistema
palladiano, riesco a funzionare eventualmente anche nelle piccole
architetture. per quanto sia perfettamente evidente che sia un
palazzo non finito. Palladio utilizza l'ordine gigante in questo caso
utilizzato in senso tridimensionale con le semicolonne. Ordine
gigante che però abbraccia due livelli il tema della divisione dove
si ripropone il tema della divisione bramantesca.

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